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domenica 31 marzo 2024

PACE!

 

"una locandina per la pace. courtesy m.iannino©"

PACE!

Non è un'ossessione accresciuta con il terrore di rimanere vittima della barbarie che sta governando le menti dei governanti signori delle guerre. Pace, volontà di pace è un sentimento che va oltre la materia e il suo deterioramento. Tutti, prima o dopo, lasceremo l'involucro di carne e ossa che tanto amiamo. Alcuni ne fanno un culto eccessivo. L'aspetto esteriore conta!, per alcuni.

venerdì 9 febbraio 2024

In nome del popolo

 


È una strategia consolidata che paga quella di creare uno o più nemici da gettare in pasto agli imbecilli.

domenica 26 novembre 2023

Ri Educazione all'amore

 


Sull'onda emotiva, drammaticamente emotiva di questi giorni, si sono sentite tantissime esternazioni, legittime, forse. Si è sentito parlare di educazione, rispetto e sradicamento del concetto maschilista che domina la cultura e il modello di diverse nazioni.

Si è puntato il dito sulla scuola e la famiglia. In buona sostanza sulle prime istituzioni che compongono la società.

Cortei. Assemblee. Hanno dominato i giorni dalla notizia del tragico omicidio di una giovane donna ammazzata da un ragazzo che diceva di amarla.

Ma l'amore non è un sentimento da romanzo rosa al quale ci si può abbandonare senza avere raggiunto un alto grado di maturità.

Amare significa educazione all'altro e alle sue esigenze. Stare insieme con umiltà, fede e coraggio. Virtù indispensabili senza le quali è impossibile amare veramente perché l'amore è un'arte! Che richiede saggezza. Invece, la diseducazione corrente porta a pensare che l'incontro con l'amore, la persona della vita sia una questione di fortuna. Essere amati, quindi. Anziché amare.

Per raggiungere lo stato d'innamorati si seguono molte strade quali la ricerca del successo, soprattutto i maschietti, essere nella possibilità di poter offrire una posizione sociale invidiabile e, le donne, rendersi attraenti coltivando la bellezza esteriore (questo passaggio sarà criticatissimo e censurato dalle agguerrite femministe che vedono nel macho il nemico malefico padrone assoluto del loro destino). Un'altra via, seguita da entrambi i sessi (ma non ritengo sia minimizzando il concetto all'essere nati uomini o donne che si sradica l'ignoranza), è quella dell'affabilità, essere in grado di sostenere conversazioni interessanti, essere utili, modesti, inoffensivi e affidabili sempre.

Insomma, condensare in sé un insieme di qualità socialmente utili per conquistare amici e gente importante.

Amare non è una attività semplice! Amare è un'arte e come tale richiede dedizione all'apprendimento.

domenica 23 aprile 2023

Risvegli

 Anche la natura sembra indicare coi suoi colori la stagione delle rinascite.


Dal punto di vista sportivo i colori giallo e rosso indicano due squadre: Roma e Catanzaro. Entrambe fregiano le società calcistiche con i colori caldi delle passioni umane.

Il fuoco rosso dell'amore che permea gli esseri di passione e il giallo solare che simboleggia il nobile metallo degli dei col quale conferivano i meritati onori agli eroici vincitori di battaglie fratricida.

Avvenimenti lontani. Eventi barbari che affidavano alla brutalità della guerra convinzioni costruite su equazioni rette esclusivamente dagli egoismi di Stato dei miseri rappresentanti del potere terreno.

Lo sport è sì una sfida tra bandiere ma è un gioco! Che non ha bisogno di eroi e men che meno di vittime, dentro e fuori gli spalti dei campi di gioco.

 

martedì 14 marzo 2023

La Croce, simbolo di pace e Amore

 


Per i cristiani il simbolo della Croce evoca il martirio di Cristo. Il figlio di Dio che si è fatto uomo ed espiò sulla Croce i peccati della umanità. Ma stamane, di primo mattino,  la scia bianca testimonia la traccia tecnologica del progresso che la scienza ha fatto negli anni. Non sono davanti ad un simbolo esoterico, ne sono convinto!, ma all'effetto ottico anzi davanti alle scorie inquinanti dei motori degli aerei che collegano civiltà e paesi lontanissimi.

venerdì 27 gennaio 2023

Apocalisse, le bestie interiori incitano allo scontro

 

La guerra. Le guerre.

-"animali fantastici" by m.iannino-


La battaglia che conduce alla guerra inizia sempre da noi. Dipende da come è gestita.

La cronaca insegna che la peggiore delle battaglie consiste nel saper tenere a bada l'egoismo. Il proprio ego.

Le guerre sono alimentate sempre dalle miserevoli condizioni mentali. E, non per fare del facile e scontato moralismo, la bramosia del potere personale e collettivo che si maschera dietro le ideologie pilotate a gestire le masse per ottenere facili consensi è propulsiva, propedeutica per lo sballo dispotico dei leader.

domenica 9 ottobre 2022

Il mio amico Roy

 

Il mio amichetto Roy è un barboncino dal pelo morbido di un candore unico. Lo incontro tutti i giorni al mattino presto. Lui fa la passeggiata con la sua padrona e io la mia in compagnia dei miei amici appassionati podisti dal passo sostenuto. C'è anche la compagnia del passo veloce. Ma quelli sono un'altra storia. Loro hanno alle spalle gare podistiche e premi custoditi nelle teche del salotto.

L'incontro con Roy è stato casuale ed è stato amore a prima vista. Con i cani è così! O avvertono che sei in sintonia nell'immediato oppure ti ignorano e male che và ti ringhiano contro.

L'altro giorno Roy era a spasso con un ragazzo, mi vede e si appresta a farmi le feste ma io, a causa del nuovo accompagnatore, penso che sia un altro cane. Lui continua a aspettare mentre il padroncino con lo sguardo sul display del telefono lo strattona. Roy punta le zampe. L'accompagnatore del momento lo sgrida e lo incita a camminare. Roy assume la posizione della defecazione. Contrae l'ano. Inducendo così l'accompagnatore a fermarsi.

Due passi ancora e sono vicino. È lui! Smette di fare la sceneggiata. Abbaia. E mi salta addosso felice. Scodinzola. Abbaia. Saltella; annusa e mi lecca la mano; poi segue il padrone Senza avere defecato.

Monello! Gli dico. Sei un ottimo stratega... però chi lo avrebbe mai pensato? Sei proprio un amore.

ps.(appena possibile allego anche la foto)

domenica 2 ottobre 2022

L'amore è spontaneità, dono ineguagliabile

 

Il regalo più bello.

Il telefono squilla. Allungo la mano e appare sullo schermo il volto sorridente di una bimba solare. Travolto dall'energia dirompente della piccola peste non faccio in tempo a rispondere ché mi anticipa con un dirompente: ciao nonno! Auguriiii! Dov'è nonna? Vuoi venire con me nel paese viola? E zia Vale dov'è?

Dai partiamo! ok. Sei pronto è vero che vuoi venire?

Iperattiva come sempre e senza attendere risposta mi rapisce e coinvolge nella sua escursione metafisica.


Salta da un angolo all'altro della casa mentre descrive mondi popolati da farfalle, pesci, zebre, colori, suoni e personaggi. Le storie nascono dagli sfondi scenici che arredano la casa. E da una scena all'altra, trasforma la tenda della finestra della sua stanzetta nel paese delle farfalle e gli altri angoli in altrettanti mondi fantastici abitati dai personaggi che popolano la realtà creativa dei bambini.


Oggi ho intrapreso un viaggio speciale. Grazie Cecilia!, insieme siamo andati con la velocità della luce da un paese fantastico all'altro in un batter d'occhio.

Abbiamo visitato il paese delle farfalle, quello dei pesci attraversando quello viola, blu, per arrivare infine nel paese della musica dove tu hai suonato la batteria.


È bello invecchiare così. Quando i genitori invecchiano e sono nonni, gioca con loro, falli sentire amati, vivi, creativi;

“Lasciali invecchiare con lo stesso amore con cui ti hanno fatto crescere... recita Pablo Neruda”. Ma è troppo bella e vale la pena trascriverla completamente:

Lasciali invecchiare con lo stesso amore con cui ti hanno fatto crescere...
lasciali parlare e raccontare ripetutamente storie con la stessa pazienza e interesse con cui hanno ascoltato le tue quando eri bambino...
lasciali vincere, come tante volte loro ti hanno lasciato vincere...
lasciali godere dei loro amici, delle chiacchiere con i loro nipoti...
lasciali godere vivendo tra gli oggetti che li hanno accompagnati per molto tempo, perché soffrono sentendo che gli strappi pezzi della loro vita...
lasciali sbagliare, come tante volte ti sei sbagliato tu...

Lasciali vivere e cerca di renderli felici l’ultimo tratto del cammino che gli manca da percorrere, allo stesso modo in cui loro ti hanno dato la loro mano quando iniziavi il tuo.”


mercoledì 13 ottobre 2021

Il sapere come volano di crescita collettiva

 A volte si fraintende il vero senso delle cose, di quanto si dice in maniera critica e  ciò che si analizza con intenzione propositiva con lo sguardo volto al futuro e alla crescita culturale collettiva.

Ecco, per esempio, in questi giorni si sta girando un film in Catanzaro. Le riprese sono per adesso incentrate sui quartieri periferici situati a sud della città. L'evento non passa inosservato e, ovviamente, desta interesse e spinge i cittadini al dialogo.

Il tema portante del racconto ruota attorno al sogno di un ragazzo che vuole fare il calciatore e la storia è ambientata negli anni novanta.

Sono trascorsi 31 anni dall'anno dei mondiali di calcio. Il sogno, con molte probabilità, non si è avverato per ovvi e svariati motivi. Ma i sogni, si sa, svaniscono se non hanno basi solide.

L'uomo è il frutto dalla bellezza dei propri sogni.

È proprio in virtù di questo assunto che è importante edificare il futuro individuale su salde basi.

Alcuni destini sono fari illuminanti dai bagliori fulgidi che si riflettono e accrescono il benessere collettivo dell'intera società mondiale. È il caso dei grandi maestri di vita, degli scienziati. Uomini e donne che ragionano, studiano e sondano i misteri che governano gli alti interessi degli esseri viventi.

Persone che impegnano gran parte delle loro energie per realizzare “assilli” personalissimi ma con implicazioni che, se realizzati, sono tesori umanitari. Scoperte prive di copyright. Servigi donati gratuitamente e con immenso amore alla collettività. Strumenti amorevolmente eversivi che, potremmo dire, sfociano nel terzo paradiso suggerito dal visionario Michelangelo Pistoletto.

La Bellezza dell'arte è tutto ciò che mira e induce alla crescita interiore di ognuno.

I sogni collettivi fanno evolvere dalla brutalità materialista dell'io per sfociare nel noi.

Con ciò non s'intende eliminare l'unicità dei singoli. Tarpare i sogni. No!

I sogni sono il carburante dell'ego. Sta alla singola persona decidere dove e come indirizzarlo. Con cosa caricarlo. Quali e quanti propositi bardare la fantasia per raggiungere i fini prefissati. E una volta raggiunti, si spera, come il sogno possa incidere sul benessere collettivo.





giovedì 29 aprile 2021

Ricordi? anche tu ti sei aggrappato cercando sicurezza e conforto

L'albero a cui tendevi la pargoletta mano...

Non è il pianto antico del poeta. Troppo triste, struggente e funereo. 

Questo è il dialogo tra generazioni. Un inno alla vita di Padri e madri un po' avanti negli anni che parlano ai giovani, figlie e figli. 

Anziani, a volte emarginati che soffrono, pur giustificando i tempi e i modi, le dis/attenzioni, le sviste superficiali mai cattive di chi all'alba cavalca il tempo della personale esistenza sospendendo gli altri.

È un messaggio muto ai figli fatto di gesti semplici. Spontanei come lo sono i fiori selvatici che, nonostante tutto, continuano a crescere e donare piacevoli sensazioni sui verdi prati dell'esistenza. sotto il sole, tra le intemperie, al riparo attorno ai piedi dei forti alberi.

Ai Figli che crescono e formano nuovi mondi. Genitori, a loro volta, infondono vita e donano la loro di vita nel ciclo eterno delle Stagioni. Mondi in cui i genitori, gli anziani e deboli, adesso, occupano, a volte, piani marginali.

È la vita

Sì, la vita!... è una ruota che gira e sembra un soffio di vento dalle sfumature variegate. Dal sapore variegato simile al gelato preso al bar che gocciola sulle mani e non si ha il tempo di assaporare completamente a causa del vento che soffia sopra. 

E di colpo le manine, fattesi adulte, non cercano le salde ancore dei genitori.

L'infanzia è alle spalle.

Le manine sono cresciute. Ora sono mani grandi e forti.




Mani dal temperamento sicure! Adulte, grazie a Dio, dal piglio determinato, che rimangono comunque pargoli da proteggere.

Lo afferma il cuore!

L'amore dei genitori è immenso, inesauribile.

Anche se subentra la melancolia.

Ora, cari figli, siate alberi! 

(©mario iannino )



giovedì 15 aprile 2021

Inno alla vita

Gettare il cuore oltre l'ostacolo. Mi hai rubato il cuore. Mi hai infranto il cuore. Ti ho donato il mio cuore.

Si potrebbe continuare ancora con le affermazioni poetiche per definire uno stato d'animo qual è quello in cui ci sottopone l'amore anche dopo che si è consumato. Finito o mutato, rimane sempre qualcosa. L'energia sprigionata muta aspetto ma non muore.




L'amore sacro e l'amore profano. Ma poi perché profano? È pur sempre una predisposizione dell'animo che allarga i confini e rende inclini alla felicità. Una felicità, va beh, effimera dalla durata di una manciata di tempo limitato; qualche giro di lancette e poi scema, si adagia sulla sabbia del già fatto, detto, vissuto. Insomma il più delle volte subentra la routine. L'importante che non subentri l'apatia a uccidere con l'indolenza quanto di bello c'è stato.

Nell'amore terreno quello verso i figli rimane immutato. Le attenzioni nei loro confronti si accentuano. Non è un rapporto morboso iperprotettivo. No! Sono attenzioni e stati d'animo cangianti, a seconda dei momenti.

Donare il cuore è...  condivisione del sacro fuoco degli amori

domenica 4 aprile 2021

Anche a 90 anni i figli rimangono tesori da difendere

È un periodo che mi capita spesso di voltare i pensieri e lo sguardo all'indietro. Riguardo al passato non per nostalgia ma per scandirne i tempi. I passaggi epocali vissuti. Le opportunità e le sviste, gli errori. Le cose buone le sfioro appena. Quelle sono consolidate.

Non è quindi il sapore nostalgico del tempo passato di proustiana memoria a farmi ripercorrere alcuni momenti trascorsi anche se i luoghi e gli odori fungono da stimoli.

L'odore della salsedine trasportata dal vento e le nuvole di fumo che scappano su nel cielo sparpagliate schiacciate rimodellate e strapazzate dal vento di maestrale sopra i tetti della marina intrise di farina e pane caldo hanno un nome preciso nella mia testa.

Percorrevo quella strada tutte le mattine. Era una tappa obbligata: pizzelline e panini al burro, queste ultime spesso omaggiate dalla gentile signora del pane seduta dietro al bancone: queste per le bambine. Diceva con un sorriso. Oggi c'è troppo vento meglio se stanno in macchina ma quanto sono belle me le baciate.

Nostalgia? no. È il pensiero dolce che va a posarsi sui rami del tempo e visita i luoghi cari degli affetti.

I figli sono cresciuti. Adulti e genitori a loro volta ma per papà e mamma rimangono sempre tesori da proteggere.

sabato 20 febbraio 2021

Aiko cerca casa

Ci sono momenti in cui si devono prendere delle decisioni, se pur dolorose, necessarie. Si è costretti per ovvi motivi e per mantenere il benessere psicofisico di chi si ama.

Ci siamo incontrati come al solito durante la passeggiata. Lei, Aiko, appena mi ha visto si è messa a saltare giocosa.

È una cucciola di Alaskan Malamute. Ha carattere ed è dolcissima.

Domenico, il suo padrone, purtroppo è costretto a trovare qualcuno che l'adotti. Che ami davvero gli animali da compagnia e che la tenga in casa con tutti i comfort come ha fatto lui e Tiziana, la moglie, che nonostante gli impegni casalinghi, di famiglia e di lavoro, hanno saputo badare a lei e ad un'altra femmina, e un maschio sempre Malamute.

Non è facile prendersi cura di tre cani imponenti ma l'amore riesce a far superare qualsiasi difficoltà. Ma a volte l'amore non basta! E tre sono troppi per coabitare in un appartamento, senza contare gli umani che sono altri quattro. Ma, dicevo, non è una questione di spazio. Da qualche giorno ha iniziato a far valere le sue ragioni con l'altra femmina del branco, e prima che si facciano del male seriamente, a malincuore, Tiziana e Domenico hanno deciso di affidarla a qualche persona nobile di cuore che ama gli animali.

Aiko ha due anni, è sterilizzata, abituata in casa, a viaggiare in macchina e al kennel. Non ci sono costi, solo il documento di cessione.

L'invito è rivolto solo ed esclusivamente a persone che la trattano come un membro di famiglia!



mercoledì 4 novembre 2020

Adotta un cane, non ti deluderà mai

Solo chi ha avuto a che fare con gli animali da compagnia sa cosa vuol dire perderli per sempre.

Si sa nulla è per sempre ma quando hai un affetto al fianco non pensi mai al momento della sua dipartita.

È stato così anche per me.

L'ho avuto al mio fianco da quando aveva 20 giorni. Era un cucciolo iperattivo e da adulto ha mantenuto le sue caratteristiche di cane alfa.

Curioso e attento. Protettivo e gioioso. Ecco, per rendere bene il concetto quando ho visto il film “Io & Marley” ho visto Vasco al 100%. le sue monellerie, le intemperanze e i casini che faceva fin da cucciolo. Le camicie appese ad asciugare a brandelli e le ciabatte rosicchiate. Le sedie frantumate e le buche nel giardino.


Tra alti e bassi è stato in famiglia14 anni. Quando non stava bene mi guardava con occhi supplichevoli. Si aspettava da me una mano per alleviare i dolori come quando ebbe la costipazione intestinale.

Il fecaloma lo faceva soffrire. Le ho provate tutte prima di sottoporlo a un intervento chirurgico che, secondo il veterinario, non sarebbe stato risolutivo e con qualche effetto collaterale futuro.

Gli iniettai olio di vasellina puro nell'ano e in bocca prima di cedere ai suggerimenti degli esperti del bisturi. E risolvemmo.

Ma il tempo è inesorabile e quando arriva l'ora non c'è altro da fare che accettare l'epilogo.

 Ha fatto il suo ultimo viaggio in prima classe. Ha consumato il suo pasto preferito.

Si è sdraiato. Mi ha fissato e si è messo nella posizione di riposo. Sembrava che dormisse. L'ho rivisto cucciolo.

I suoi amici sono anche i miei. sembra capiscano il mio stato d'animo e quando mi incontrano dimostrano l'affetto come solo loro sanno fare. Saltano, girano attorno, si strofinano, leccano le mani e poi si mettono a pancia all'aria aspettando le coccole.



Aiko, la piccola alaskan malamute, è un amore! Pelo folto e morbido con riflessi rosati, sguardo eloquente e bocca che tende al sorriso. Il suo padrone se ne innamorò e la accolse nonostante ne avesse altri 2 adulti. Come non farsi prendere dalla passione per questi amici unici che non chiedono altro se non affetto e che ricambiano incondizionatamente all'infinito?


domenica 2 agosto 2020

13 anni insieme e poi arriva il tempo del commiato

Aspetto.

Aspetto che tu riprenda fiato.

L'afa di questi giorni lascia senza respiro.

Gocce di saliva, come perle, cadono sull'erba

dove hai sostato.

Attorno è fuoco.

Soffri.

Questo caldo opprime.

Taglia le forze.

Le zampe cedono.

Mi guardi con occhi tristi e stanchi. Quasi a chiedere scusa per le tue esaurite energie.

Non hai più in corpo l'euforia d'un tempo. Ora vacilli. Zoppichi. Ti trascini. Cadi. Ti siedi. E lanci meste occhiate.

Mi siedo insieme a te e aspetto. Aspetto che tu riprenda forze. Non posso fare altro amico mio.

Reagisci agli acciacchi temporali. Vinci anche questa battaglia. E se proprio non puoi. Se è arrivato il tuo tempo

Non mostrare sofferenza

Come hai sempre fatto.

Salutiamoci in silenzio. Ciao Vasco

fa male vederti soffrire


mercoledì 18 marzo 2020

La vita continua

L'amore al tempo del coronavirus.


Flertare in tempi di pandemia è commovente.

La brunetta, caschetto liscio di capelli appena stirati, tipo fai da te, cammina a passo svelto lungo la strada deserta. Leggins neri, giubetto fuxia e borsetta capiente a tracolla.

Parla al telefono. Qualche decina di metri dopo è ferma accanto ad una macchina. Il ragazzo scende e parlano a distanza di sicurezza come impone il dl governativo varato da Conte.

“Dove vai?”. Oh mamma sto qua sotto! “Sì ma questo tuo amico lavora?!”. Sì lavora. “Mi raccomando fai attenzione...”.

Queste le poche parole che mi sono giunte all'orecchio.


Lei gesticola. Lui la ascolta con le braccia conserte. Sembra leggermente in imbarazzo. Non so se per l'incontro, forse il primo, o per paura del contagio.

Lei è più spigliata. “... una ragazzina di terza mi dice: prof come faccio a connettermi con zoom... Devi fare così...”. Parlano vicini alla macchina ferma al bordo strada.

È una bella giornata di sole. È primavera. Il mandorlo è fiorito. Gli uccelli cantano inni alla vita e gli innamorati sprigionano adrenalina. Sana, contagiosa adrenalina. E la vita continua a scorrere

domenica 22 luglio 2018

A te che mi hai dato la vita

Pioveva a dirotto, quel giorno, tanti anni fa. Ma lo ricordo come se fosse ieri. La strada si era trasformata in un fiume in piena e i gradini laterali in piccole ma potenti cascate.
Inutile aspettare che smettesse di piovere. Il cielo nero oscurato dalle nuvole piene d'acqua prometteva pioggia per chi sa quante ore ancora.
Si era fatto tardi e non potevo indugiare ulteriormente.
Coraggio! Mi dico. Apro lo sportello della macchina e poggio il piede all'esterno. Non avverto subito l'asfalto della strada. L'acqua mi cattura la caviglia e sale in un attimo sino al polpaccio.
Ormai è fatta. Non posso tirarmi indietro, e poi, mi aspetta. Attende la mia “buonanotte”.

La trovo seduta in mezzo al letto più minuta e piccola del solito. Il solito sorriso sulle labbra celava le sofferenze subite negli ultimi tempi.
Ma non intendo parlare di questo. Mi piace ricordare la sua forza d'animo. L'amore che elargiva incondizionatamente in famiglia. Ai figli e anche agli estranei. Voglio ricordare il suo sorriso buono impresso dentro di me. Le rughe. Gli occhi vispi pieni di vita e la mente sveglia di una donna che lottò fin da bambina per vincere le avversità della vita, quelli imposti dal fato e quelli eretti dalla cattiveria umana. Ostacoli che seppe superare egregiamente! Ma ormai era giunta al capolinea. Ne era consapevole. E per non sacrificare i figli carichi di problemi volle andare in quella casa che si prendeva cura dei malati anziani. Non era un ospizio. Era una struttura residenziale sanitaria ben organizzata che accoglieva anche anziani in ottima salute ma soli. Le stanze ospitavano al massimo due persone e ognuna si creava la propria intimità con gli effetti personali che riponeva sul mobiletto per ricreare l'atmosfera domestica di sempre.

Mamma notò subito i miei pantaloni bagnati fino al ginocchio. “Sei tutto bagnato figlio. Vai. Vai a casa ad asciugarti se no prendi un malanno. Tanto io sono all'asciutto. Sto bene. Non ti preoccupare. Vai tranquillo. Baciami i bambini e abbracciamo tua moglie. ...”. Mi disse col solito sorriso.

Rimasi. Parlammo un po' fino all'arrivo dell'infermiera per la terapia. Buonanotte mamma. Vengo domani. Buonanotte figlio mio. Ma durante la notte il cuore non resse. Ci lasciò all'improvviso proprio quando speravamo di riportarla a casa visti i risultati positivi che la fisiatra ci elencava. Tutti traguardi dettati dalla sua ferrea volontà nel fare gli esercizi di deambulazione e la dimestichezza con la protesi che padroneggiava disinvoltamente.

La trovai sul letto con la protesi. Guardai il suo viso sereno. Le diedi l'ultimo saluto mentre un pensiero saettava nella mia testa: “ Tu eri senza una gamba e pensavi alle mie che erano bagnate...”
Ciao mamma.

domenica 10 dicembre 2017

Don Gallo, gli insegnamenti

Andrea Gallo. Il prete di strada.


Ogni volta che lo vedo e ascolto le sue parole è come fare il pieno di speranza, il web è pieno!, le sue parole rimangono vive come la sua figura di prete di strada che parla alle persone e si fa comprendere.
Non parla del paradiso in termini astratti ma, con parole semplici, invita i giovani ad alzare la testa e difendere la democrazia. La libertà! Che lui difese e conquistò insieme ai partigiani quando aveva appena 17 anni e mezzo.

Era un prete sui generis. Un uomo come pochi! Che sapeva parlare e si faceva amare dagli ultimi. Quelli che solitamente sono messi ai margini proprio dalle persone che dovrebbero tutelare la dignità delle donne e degli uomini.

Con l'esempio e la parola, don Gallo, ricucì in parte lo strappo tra gli abbandonati e la società. Ed è guardando alla sua azione e a quanto era forte il fermento sociale negli anni '60, 70 e 80, che quanto accade oggi sembra avere vanificato ogni conquista sociale e culturale.

Secondo don Gallo, il prete di strada, siamo in una crisi di sistema, ed io concordo.

Viviamo nell'era delle A.
A come apparire. A come avere. A come accumulare...

diceva di essere figlio spirituale di don Bosco, dopo avere incontrato Dio a vent'anni attraverso un altro salesiano. Diventato presbitero è venuto per servire... “io propongo, non impongo” diceva.

Uno può anche porsi l’impegno della bontà, ma se non ha l’obiettivo del bene comune sarà buono solo con se stesso o al massimo con i propri familiari e vicini. Bisogna far crescere e maturare il senso civile della collettività e dell’utilità comune. Non basta la bontà. Diceva il don.

E “Il potere sa che se tiene l’oppresso e il povero nell’ignoranza avrà gioco facile”.

giovedì 22 dicembre 2016

Globalizzazione Solidale? Perché no!

Un ministro può dire sciocchezze? Può, anche sull'onda emotiva e isterica della situazione generale che si è venuta a creare con la sindrome della globalizzazione, affermare che alcuni cervelli è meglio perderli che tenerseli in Italia?

Può, la globalizzazione, imporre stili di vita totalizzanti?

Certo che no!
mar jonio, golfo di Squillace
 veduta spiaggia di Copanello, Catanzaro, Calabria, Italia

Personalmente amo la mia terra. Sono legato alle mie origini. Non alle tradizioni ma all'affetto dei miei cari e all'aria che si respira in Calabria e al sud dove ancora le sensazioni si manifestano coi gesti oltre che con le parole; allo stato epidermico!, con sincerità e se una persona è buona dentro l'avverti. Lo capisci a pelle. Le vibrazioni che emana. Il sorriso degli occhi. Il tocco lieve o energico delle mani. Tutto il suo essere si fa garante dell'empatia profusa.

Ad alcuni può sembrare pura poesia. Ingenui deliri da sognatore.
Anche se...

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