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venerdì 23 dicembre 2022

Come nelle favole

 

Anche quest'anno la comunità cristiana celebra la nascita del Bambinello.

Fin da bambini abbiamo atteso questo evento forse eccitati più dai doni che avremmo trovato al risveglio ai piedi del letto o sul comodino che dal significato dell'avvento del Salvatore.

"come nelle favole"

martedì 18 maggio 2010

macerie




Non amo i miti gli eroi e neanche i santi usati per annichilire le masse. Non mi convincono i superuomini, quelli che hanno la soluzione in tasca; quelli che non accettano il confronto dialettico e usano la forza per annientare quanti si discostano dalla loro volontà.

Mi affascina, invece, la persona colta, autoironica, aperta al dialogo, al confronto, sempre pronta a mettersi in gioco, curiosa e incline al nuovo, un nuovo inteso come presupposto di crescita individuale e collettiva, sorretta dalla libertà di pensiero.

Le menti culturalmente evolute non necessariamente hanno basi nozionistiche accademiche; la loro evoluzione deriva dalla sensibilità con cui guardano il mondo; dalla creatività collegiale profusa in quanto energia vitale che invade il creato, suggerisce e trasforma pensieri e materia tradotti in opere.

Di conseguenza, le opere e le azioni umane, in sintonia a quanto esposto, dovrebbero intendersi beni comuni, punti di riferimento da cui partire per sviluppare ulteriori analisi. Ma non è così per lo stile di vita venutosi ad affinare nel corso degli anni.
Da sempre i poteri forti economicamente e politicamente hanno usato gli intellettuali e gli artisti per divulgare il pensiero dominante e magnificare la celebrazione del potere costituito suffragato dai dogmi. L’arte visiva, coi suoi abili artefici, ha consegnato ai posteri squarci di storia addomesticata. Le iconografie coinvolgenti, trasmettono ancora oggi messaggi drammatici, perentori; divulgavano alle masse quanto il condottiero fosse valoroso ma mai debole o dubbioso nell’attaccare il nemico rappresentato sempre in atteggiamenti e forme fisiognomiche depresse.
Nella narrazione visiva il pittore doveva porre al centro della finzione scenica l’eroe, magnificarne le gesta sul destriero oppure a terra sopra un cumulo di cadaveri.
È ciò che avviene anche oggi! Oggi la narrazione non è affidata ai pittori di corte ma ai mezzi di comunicazione di massa asserviti. L’informazione libera obiettiva che basa le notizie su fatti certi e le divulga senza tagli protettivi per questo o quell’amico o potentato è avversata e censurata. E poco importa se le analisi sono espresse in totale buona fede e allo scopo di rendere un servizio alla collettività. Quando si toccano i poteri economici forti la verità è un inutile dannoso optional anche se si chiama cultura, ambiente, industria, politica e congreghe di vario genere.


domenica 21 febbraio 2010

Sanremo specchio dell'Italia



Festival della canzone italiana e dei costumi italiani; Sanremo, anche questa sessantesima edizione non poteva smentire la bagarre massmediatica che s’imbastisce attorno a quella che, di diritto, dovrebbe essere la regina del teatro Ariston: la musica e la canzone italiana.
Nella ancor calda kermesse, stentano a stemperarsi gli umori di quanti non accettano l’ennesima imposizione dei burattinai che gestiscono il potere. Anche qui si è vista chiaramente la volontà di imporre scelte che nulla hanno a che vedere con la creatività musicale. Canzoni e testi costruiti per personaggi che farebbero bene a trovare strade più consone al “rango”. Televoto ambiguo. Artisti in erba costruiti in laboratorio e conduzione falsamente familiare alimentano i cori del dissenso attuale.

Persino i musicisti contestano la finale e lanciano gli spartiti per terra mentre il pubblico fischia un ragazzetto stonato, impacciato nei movimenti ma non nel rispondere ai dissenzienti. Di contro, i cantanti bravi che lo supportano, subiscono anche loro gl’impietosi epiteti del pubblico offeso nell’intelligenza e nei gusti.
Alla bocciatura, quasi tutti i ragazzi, oggi non rispondono con un maggior impegno ma con l’arroganza tipica dei tempi in cui gl’inquisiti mantengono le poltrone dello Stato. Non tornano a lavorare in fucina ma restano saldamente ancorati ai posti privilegiati. Qualcuno ha anche commentato: “ma poverino che male fa se vuole fare un lavoro che gli piace?”; anche le migliaia di persone che stanno lottando per mantenerlo alla Fiat, all’Alcoa, nelle scuole, nelle università, nei call center di Phonemedia vorrebbero poter avere la dignità di un banalissimo posto di lavoro…

D'altronde, se la balia del xx secolo educa le nuove generazioni alla frivolezza e alla spettacolarità; all’appariscenza; al raggiungimento del benessere personale a tutti i costi; all’arrivismo impietoso e arrogante, è naturale che una volta adulti vedano i rapporti del mondo sociale con gli occhi disincantanti degli affari.

Sanremo è un colossale affare. Un affare completamente economico, in cui i veri artisti emergenti non trovano spazi per proporre le proprie creazioni, mentre quelli già affermati rifiutano l’invito per non alimentare un baraccone depresso dall’avidità e dall’ambiguità che lo sorregge.

sabato 9 gennaio 2021

Catanzaro il Presepe di via Magenta

La periferia, sia essa di città o nazioni, è sempre problematica. Le occasioni per essere e sentirsi lontani dai sistemi centrali decisionali del potere e quindi dalle attenzioni mediatiche ma prima ancora sociali e strutturali non mancano mai. Del degrado che regna sovrano inutile parlarne. Puntiamo invece le attenzioni laddove c'è positività e grazie alla passione di pochi si riesce ancora a far rivivere il clima del S. Natale. 

Attraverso le tradizioni e mettendole in atto con scenografie che fanno parte del bagaglio culturale cristiano anche quest'anno le luci della Natività ricordano il lieto Evento nel quartiere Corvo in Catanzaro.



È pura passione devozionale che mette insieme alcune persone. E li fa operare da professionisti per realizzare il presepe entro i confini del complesso condominiale “calabria” in via Magenta.

Iniziano a lavorare mesi prima del lieto evento. e ancora col caldo della bella stagione, ognuno, in base alle competenze adeguate, stila un programma e, poi insieme, lo rendono operativo: disegnano, tagliano sagome e le dipingono. Comprano il legname utile e quant'altro serve per costruire la stalla e assemblare case. il progetto plastico prende forma:

Il risultato finale è gradevole. Bello! “ è bello o presepe---Te piace o' presebbio... Nennillo ...” (il tormentone è d'obbligo e risuona nella testa): 

davanti alla Natività la magia del Natale riverbera nella mente la scena più significativa della creatività che il grande drammaturgo Eduardo De Filippo mise in scena per la prima volta nel 1931”

Ma non siamo in casa Cupiello.

Ci troviamo nell'estrema periferia a sud di Catanzaro e non c'è la regia del prestigioso Eduardo de Filippo ma la passione di tre persone, forse quattro: Mario Muccari, Tonino Sanfili e Carmela Bonati per la parte decorativa e artistica.

Grazie alla abnegazione di queste persone anche quest'anno se pur gravido di tristi eventi si è potuta respirare l'aria delle tradizioni cristiane.

venerdì 3 luglio 2009

LaborArt, incontri creativi a Catanzaro





Abbiamo discusso molto sul nome da dare al laboratorio creativo; il ventaglio di idee spaziava da: RicreAzione, con le molteplici implicazioni semantiche, a officina creativa, laboratoriando e cosi via; partendo dal presupposto che il logo dovesse concentrare le attività e gli intenti in maniera sintetica, semplice ed esaustiva ci siamo orientati per : laborArt! Sì, ci è sembrato azzeccato, anche se poco originale, ma questo aspetto è irrilevante: non si deve essere unici a qualsiasi costo, piuttosto, si deve possedere la consapevolezza dei propri limiti, confidare in se stessi e, con l'aiuto degli altri, superarli; quindi, unanimemente abbiamo deciso di chiamare così il nostro luogo d'incontro; lo spazio fisico in cui dare sfogo alla voglia di fare; dialogare, scherzare; ridere, esorcizzare, sfidare, deridere con sberleffi cromatici fobie comuni e inutili sovrastrutture mentali.
Cosa ci aspettiamo? Di sicuro sorrisi. Sorrisi da gente che ha sofferto e che probabilmente soffre ancora. Parole confidenziali, buttate lì a caso; gesti d'incoraggiamento per superare gli ostacoli della quotidianità attraverso il linguaggio poetico della gestualità pittorica.
Nel laborArt la creatività assume valenze multiple ed i manufatti sono la rielaborazione e riqualificazione di materiali comuni: cartoni d'imballaggi; oggetti usa e getta; vecchie bottiglie, ceramiche... e tutto ciò che suscita curiosità, piacere visivo e coinvolgimento psichico.

Mario Iannino

sabato 9 febbraio 2013

come cosa e perché scrivere sul blog

courtesy  "intervento dgt" M. Iannino
Per alcuni il blog è una sorta di diario on line sul quale scrivere opinioni o parlare delle esperienze vissute, dire la propria visione su quanto accade in politica e nella società. C'è chi lo fa in maniera pungente, magari ricorrendo a una stira più o meno velata e chi urla rancori, lancia slogan, cerca accoliti (che sul 2.0 si chiamano followers = seguaci). Per me il blog è un giocattolo duttile che posso modificare in ogni momento. Cambiare il titolo del post, rivedere strafalcioni dovuti all'instabilità della connessione internet, ai virus che bloccano o rallentano il mouse, o molto più semplicemente perché dopo pubblicato, il post, che deve essere sintetico ma efficacemente dialogante, non lo è!, o per lo meno lo è in parte. A volte mi rendo conto che il titolo non è molto accattivante. E siccome sul web vige la regola dei 3 secondi, anche se è scritto discretamente, quando non acchiappa la curiosità dei naviganti casuali ogni buona scrittura diventa inutile.
D'altronde, perché cristallizzare la scrittura, mummificarla come se fosse parte inalterabile di un blocco litoide sigillato e protetto da uno scrigno quando sulla terra ogni azione è in divenire? E poi chi non ha ripensamenti? Il mondo dell'arte e della creatività sono pieni!

giovedì 9 ottobre 2014

Morzello di baccalà al sugo di pomodoro

Parliamo di economia domestica e creatività in cucina. Parliamo di baccalà o stocco, un tempo piatto povero per eccellenza, in salsa di pomodoro, oggi sfizioso spuntino completo che sostituisce pranzo o cena. Ovvero, vi spiego come fa mia mamma il:

MORZELLO DI BACCALA'.



Tempo di preparazione mezz'ora circa.

Cosa serve?

1/2kg di baccalà; due litri di salsa di pomodoro alla calabrese; mezza cipolla rossa dolce; un peperoncino piccante; un po di origano; olio e sale q.b.

Procedimento:

lessare il baccalà tagliato a pezzettoni. Una volta cotto eliminare la pelle e le lische. Ridurlo a tocchetti piccoli.
Nel frattempo preparare in una pentola il sugo di pomodori insaporito con mezza cipolla, origano, olio e sale. Versare dentro il baccalà sminuzzato e lasciare cuocere per circa dieci minuti.

Si apprezza in pitta. La stessa ciambella di grano tenero usata per il morzello di bovino, il tipico piatto catanzarese.

sabato 10 settembre 2016

differenziata: dov'è il giallo?

Così, tanto per dire, ma il cestino giallo per raccogliere la plastica e i metalli dov'è? ci hanno fatto lo sconto?

Va bene che gli spazi sono risicati nelle case e nei balconi e quindi avremmo fatto volentieri a meno di questi ingombri ma se c'è una disposizione comunale deve essere fedele in ogni aspetto!

La differenziata è partita con ritardo, anche nella zona sud di Catanzaro, con qualche bidone in meno e qualche disagio per gli anziani che faticano ad abituarsi a conferire negli appositi cassonetti i rifiuti domestici differenziati come esige la normativa.

domenica 8 maggio 2016

Dedicato alle mamme

Oggi si ricorda la figura materna. Festeggiamenti consumistici a parte, regali e propositi sentiti alla propria mamma o a quella Celeste:

Mi piace pensare di poter vivere in una realtà multietnica composta da cromie infinite in cui ogni colore possa essere l'essenza rappresentativa dell'identità singola fattasi plurale di persone, idee, pensieri e, perché no, di interi popoli non più afflitti dai bisogni primari. Anziani, donne, bambini, uomini emancipati dalla sudditanza dei signori della guerra e dall'egoismo dell'alta finanza che pone i profitti economici e di mercato al primo posto nella scala dei valori:
chimere realizzabili!
Per non osservare mai più inermi alla vittoria dei falsi profeti che opprimono e tengono sotto il giogo dell'ignoranza collettiva i deboli.

Mai più ali spezzate dall'indifferenza collettiva, dalla paura e dall'odio, dagli affari. Dall'invidia!

Pace. Prosperità e fiducia nella creatività degli esseri nelle molteplici forme della natura e dell'ingegno umano. Serenità alle mamme procreatrici d'amore.

2°step "con le ali spezzate" ©mario iannino

lunedì 19 settembre 2011

spontaneità e purezza in pittura

Per i giovani che amano la verità, l'arte in ogni sua accezione; per quanti si ritengono artisti.

Il primitivismo è una forma immediata di linguaggio.

Un modo spontaneo di trasmettere nell'immediato i pensieri e gli stati d'animo epurati dalle preoccupazioni per la forma che il comune senso estetico ha conferito al linguaggio figurativo.

L'immediatezza espressiva, riscontrabile nella freschezza del segno, nella scrittura e nella parola private di qualsiasi aforisma e imbellettamenti, evidenzia e libera allarmi sociali repressi dalla razionalità dei falsi linguaggi educativi che per una serie di furbi tatticismi occupano spazi istituzionali importanti e condizionano la crescita delle giovani menti perché tarpa le ali alla fantasia creativa.

È facile fare proseliti e raccogliere consensi difronte a un bel dipinto lisciato e curato nei minimi particolari anche se privo di carattere o proposte che invoglino all'interazione e al dialogo.
Difficile, è soffermarsi davanti al malessere esternato dagli incolti, alle esigenze della comunità che crede nelle parole dei leader carismatici.

Il linguaggio artistico è Denuncia, Proposta, Soluzione che prescinde dal pensiero e dagli interessi della casta dominante. La creatività non scende a compromessi, non transige e non tradisce la vera essenza del pensiero positivo. L'arte è gioco che alimenta la conoscenza.

domenica 26 maggio 2013

cucina mediterranea, semplice, gustosa, economica

LUMACHE AL SUGO

Cucina mediterranea semplice, gustosa, economica.
aore12

Un po’ di storia:
La cucina calabrese è il risultato delle colture praticate da millenni dalle popolazioni che hanno vissuto i luoghi mediterranei della Magna Graecia.
Antropologicamente, nell’entroterra calabrese, gli abitanti adottano i frutti della terra e l’allevamento generalizzato di suini, ovini, caprini, bovini, per il sostentamento giornaliero; mentre lungo le coste, essendo la pesca la principale risorsa economica, le conserve, consistono in prodotti sottosale, sarde e alici, sottolio, tonno sgombro e pescespada, e la più rinomata “sardella” piccante da spalmare sul pane conosciuta anche come caviale dei poveri. La creatività, dettata dalle esigenze strutturali, induce le massaie a non sprecare nulla, tant’è che la loro parsimonia, considerato lo stile di vita in voga in alcuni paesi dell’entroterra fino agli anni 60/70 che, per prassi, non si limitavano solo all’espletamento dei servigi casalinghi ma andavano anche a lavorare nei campi, le induceva a sfruttare appieno quanto di commestibile riuscivano a trovare nelle aree d’intervento. Consumato fresco o conservato con adeguati accorgimenti per i tempi di magra, il frutto della terra era trattato con estrema sacralità. Si va quindi dalle provviste dei prodotti spontanei, trovati in natura come funghi, lumache, erbe e frutti di bosco in genere e quelle coltivate; non manca nulle nelle dispense:
Le castagne nella sabbia per mantenerle fresche, grappoli d’uva appesi, fichi d’india, fichi secchi, serti di aglio e cipolle, peperoni, patate, olive e ortaggi in salamoia e la provvista di carne e grasso animale ottenuta dalla macellazione del maiale.
In tempi di carestia, causati dall’uomo o dalla natura, le castagne, i funghi, le patate, i fagioli, il granturco, il grano, i pomodori e le erbe selvatiche contribuiscono al superamento di tempi bui come la guerra, il dopoguerra, la calura eccessiva, la siccità o le alluvioni.

L’uomo, sfruttando appieno il suo spirito di sopravvivenza, riesce a rendere gustosi e piacevoli tutti i doni che la provvidenza offre, animali e vegetali; persino i molluschi, opportunamente cucinati, si trasformano in manicaretti deliziosi.

sabato 3 luglio 2010

ibridazioni e colture transgeniche: anguria all'ananas

©archivio M.Iannino
anguria all'ananas
Ibridazioni

L’ozio è il padre dei vizi ma può anche essere una condizione temporanea; uno stato contingente che induce alla riflessione e predispone gli animi alla creatività.

Secondo alcune leggende anche l’universo è nato da uno sbadiglio di Giove. Il dio supremo che in un momento di noia, per ingannare il tempo, si mise a creare delle realtà temporali. Dapprima creò uno spazio brullo molto ampio ma la monotonia del luogo non gratificò il suo lavoro, si sentiva insoddisfatto! allora aggiunse del verde, creò alberi, arbusti, fiori e erbe.

Compiaciuto e soddisfatto, questa volta, si sedette all’ombra di un bellissimo fico per rinfrancarsi dal caldo e dalla fatica ma non riuscì a trovare sollievo all’afa opprimente.

Capì che serviva qualcosa di più mirato, che rinfrescasse subito le membra; allora pensò a qualcosa di fluido e fece sgorgare fresche acque limpide dai monti, ma, vide che l’acqua sceglieva percorsi in declivio privi di ostacoli e lui, trovandosi su una collinetta non ne poteva usufruire, cosicché creò e fece sgorgare una sorgente lì, a portata di mano, vicino all’albero di fichi.

Soddisfatto del suo lavoro Giove immerse i piedi nell’acqua e trovando sollievo si appisolò al gorgoglio della sorgente.
Al suo risveglio si guardò attorno, e, compiaciuto, decise d’invitare gli dei minori nel suo nuovo giardino. Organizzò una bellissima festa. Invitò persino un minotauro, un ciclope e giacché c’era l’acqua anche le sirene. Il cielo, terso ma monotono, si lamentò e gli disse: senti, Giove hai creato tutte queste belle cose e non ha pensato d’inventare qualcosa che rallegrasse e tenesse compagnia anche a me? Sì... convenne Giove. Hai ragione! Dopo una lunga meditazione, il creatore, prese dell’argilla la bagnò e iniziò a modellarla. Fece delle figure ma nessuna era di suo gradimento.

Una sirena che lo osservava dal bordo dello stagno che la ospitava in occasione sella festa sussurrò: Giove perché non fai un animale con le mie sembianze? Così quando passa sopra di me, mi saluta e anch’io mi sento meno sola. Però… ammise Giove. Non hai tutti i torti. E pose alcuni esseri nel cielo a volteggiare. A sera, stanchi per i continui volteggi aerei, gli esseri dell’aria si posarono a rinfrancare le membra sotto l’albero di Giove. E no! Esclama Giove incazzato nero. Non solo vi ho creato, vi ho dato tutto quello spazio lassù, ora mi fottete pure il mio posto? Via di qua e visto che preferite la terra ferma da oggi non abiterete più gli spazi celesti, non volerete più e andrete a piedi, raminghi a lavorare e produrre col sudore della fronte se volete campare. Ma Giove, non lo sapevamo scusa… e poi, come facciamo siamo tutti uguali almeno dacci una compagna tu che puoi fare tutto. Giove impietosito rispose: va bè… vediamo che si può fare. Ci pensa qualche attimo e: ci sono, dammi questo, e afferra un’appendice pendula dal basso ventre dell'essere, la schiaccia la rimodella e la butta nel cielo. Ecco tu occuperai il posto che prima occupavano loro, gli uomini, e tu senza uccello ti chiamerai femmina…

È passato tantissimo tempo. L’uomo e la sua femmina, osservando le creazioni di Giove sono riusciti a carpire molti segreti della natura. Hanno capito che tappando il buco femminile formatosi dall’estirpazione dell’appendice maschile riescono a raggiungere sensazioni nuove, piacevoli e che dopo sono più tranquilli e vorrebbero fumare. Ma hanno capito anche che la ricerca assidua delle sensazioni produce qualche sorpresa; una sorpresa che impegna molte risorse all’uomo e alla femmina e che, se lo stato di piacere dura qualche attimo, quello che arriva dopo nove mesi comporta un impegno non indifferente, dalla durata costante fino alla maggiore età del nascituro, al quale, considerati i problemi occupazionali, viene dato il nome di bamboccione. Perciò, entrambi decidono di trovare un hobby, magari meno piacevole ma che aiuti a trascorrere il tempo dell’ozio senza sorprese. La femmina fa la calza, cucina, lava stira e l’uomo va a caccia, coltiva l’orto e prova a mischiare gli elementi per vedere l’effetto che ne viene fuori, come faceva Giove quando, al culmine della noia, decise di creare l’universo.
Alcune cose piacciono, altre no. Alcune riescono bene altre così così. alcune cose sono comode e aiutano l'uomo altre sono demenziali, inutili e dannosi. ma vediamo cosa l'uomo nella sua beneamata nullità, dopo tutto questo daffare, riesce a combinare. Incrocia pollini di fiori differenti. Studia i genomi, ricerca l'origine della vita e, meraviglia delle meraviglie! Nasce il mapo; un frutto metà mandarino e metà pompelmo. Crea colture di prodotti alimentari transgenici; e per ultimo, l’anguria all’ananas! che non sa' ne dell'uno e ne dell'altro!

giovedì 8 aprile 2021

Il gioco è l'unica attività formativa seria

Chissà quante finestre avrebbero spalancato i creativi vissuti nei secoli passati se fossero qui adesso.

Questo ho pensato nell'osservare un nanetto alto una spanna smanettare sul device chiesto insistentemente alla madre.

Dai mamma ti prego dammi il telefonino dai ti prego. No Ale' disturbi qua non è possibile. E mamma mi scoccio dai dammelo. Amore ho poca batteria e se chiama nonno Amedeo poi non ci trova e s'impensierisce. Dai mamma ti prego ti prego...

La schermaglia non ha vita lunga. La mamma cede. Il bimbo smette di interessarsi al mondo che lo circonda per immergersi completamente nella realtà virtuale. Ha indossato le cuffie. Dialoga coi personaggi del giochino. Questo non si può ignorare. Come se fossero reali per davvero.

Le diavolerie odierne che influenze hanno sulla creatività degli utenti che dipendono dalle innumerevoli applicazioni correlate e rendono reali i mondi fantastici fatti di stringhe, codici alfanumerici e i linguaggi impensabili che compongono il lessico informatico?

I nativi digitali, quindi i bambini che nascono coi terminali tecnologici in mano, si appassioneranno mai a qualcuna delle attività prettamente manuali come l'artigianato creativo? Penso al disegno, alla pittura, al piacere intimo che dà la manipolazione della materia e all'auto realizzazione proveniente dalla consapevolezza di avere prodotto qualcosa di unico? Replicabile anche ma creato plasticamente dalla volontà cognitiva che differisce nonostante il dominio delle tecniche e dei materiali da soggetto a soggetto in base al personale sentire.

Già, il sentimento! Quella sensazione interiore che prende consistenza lentamente in ognuno di noi e si fortifica con la pratica, la conoscenza, quindi la lettura e, la ricerca introspettiva.

L'osservazione riflessiva è uno degli atteggiamenti che pone la mente in stato di quiete. È come un esercizio di yoga che allontana il rumore superfluo e incanala le forze creative verso il fine ultimo prefissato.

La figurazione, ad esempio, i grandi del passato hanno dovuto inventare distorsioni prospettiche per ottenere gli effetti visivi spettacolari che narrano di storia, religioni, costumi sociali e magnificenze umane che, ancora adesso lasciano a bocca aperta. L'osservatore è attratto dalla valente maestria artigianale e dall'estro di chi ha saputo tramandare il pensiero reale o fantastico commissionato, e coevo all'artista. Ma l'artista, si sa, penetra la fase spazio-temporale. E quando entra nella fase di grazia, direbbe qualcuno, è un visionario. Ed ha il potere di vedere oltre gli orizzonti umani e i fatti ritenuti prettamente terreni conditi di cronache inventate e storie manipolate dalla credibilità effimera.

In questo mondo che cambia repentinamente l'unica attività granitica che accomuna tutti gli esseri viventi, dagli animali agli uomini, è e sarà per sempre il gioco!

Il gioco che non necessità di altri artefici se non quelli che madre natura ha fornito.




lunedì 16 giugno 2014

L'Arte e le Scienze sono libere?

Lettera a Matteo Renzi. 

Carissimo Matteo, hai detto “se qualcosa non va scrivetemi”.
L'hai detto ai ragazzi della scuola di Treviso ma credo che l'invito sia rivolto a chiunque data la tua carica istituzionale. Perciò ti prendo alla lettera e ti scrivo quello che secondo il mio modesto parere dovrebbe essere modificato nei meccanismi farraginosi della filiera culturale italiana.

Forte dell'esperienza maturata nel mondo del lavoro, nel campo dell'arte e della cultura, tra incarichi e collaborazioni con enti pubblici e privati; nel mondo del no profit, nell'università della Calabria nel ruolo di docente e nella quotidiana costante ricerca tematica sulle gestualità creative dei popoli, logica vorrebbe che una risorsa così strutturata venisse spesa con congruità. Ma non è così. e non è neanche questo l'argomento che intendo trattare.

Nonostante gli effetti prodotti dal venticello sussurrato e poi urlato dalle malelingue, che agiscono nell'ombra per mantenere piccole fette di potere.


Produrre e stimolare bellezza nell'arte e con l'arte mantenendo profili alti sembra faccia male a qualcuno in Calabria e anche altrove.
L'arte, quando la cultura è dominata dalle lobby, diventa un'astrazione lontana e chi è inviso ai centri di potere locali è tagliato fuori dalle logiche spartitorie che uniscono senza battere ciglio cavalli di razza, scalpitanti puledri, somari, buoi e vacche.

Il lavoro della persona osteggiata, se pur pregevole, non è mai presente in un museo, nelle biennali e persino nelle sagre di paese, appannaggi di vanagloriosi signorotti che forti dei titoli accademici pensano di determinare chi è artista, chi fa arte e chi è un mezzo deficiente esaltato.

E pensare che “l'arte e le scienze sono libere e libero ne è l'insegnamento...”

Nonostante tutto sogno e spero fortemente in un futuro migliore. Un futuro in cui, al centro dei sogni e della Politica, ci sia come interesse primario il valore sacro della vita. Bellezza e cultura della vita e, per dirla con Seneca, un luogo dove formare il cittadino all'arte del vivere.

Per questo auspico interventi mirati nella scelta di quanti dovranno in futuro promuovere l'arte e la cultura in Italia. Quindi tecnici, curatori, critici d'arte e procuratori dinamici che sappiano investigare e cogliere la creatività laddove c'è. 

mercoledì 30 maggio 2012

Enti, fondazioni, diritti d'autore, quale utilità per la cultura

m.i. prodotto c, tm, 2011

Per tutte le forme d'arte, ferma la teoria del giusto compenso da elargire agli artisti per i lavori d'intelletto prodotti, quando si parla di cultura i diritti d'autore dovrebbero essere eliminati perchè in antitesi con la missione creativa di chi fa arte.

In effetti i cavilli giuridici tessuti per ottenere compensi o agevolazioni ulteriori sono d'oltraggio alla cultura stessa specie se a esigerli sono le fondazioni. D'altro canto è ancora più disdicevole se il tavolo della cultura è assediato da famelici faccendieri che vestono o hanno vestito panni politici o clericali.

E mentre al nord Italia la terra trema, devastata dal terremoto e dall'ennesima emergenza, i capannoni cadono e provocano morti, al centro e al sud si riscopre la culturadell'omaggio a uomini e associazioni culturali che hanno fatto parte della storia dell'Italia.

In Calabria, è ritornato il “premio Sila”, storico premio letterario creato dagli uomini della cultura calabrese oltre sessant’anni fa. Siamo nel 49 quando Mauro Leporace, Raffaele Cundari e Giacomo Mancini annunciano la nascita del premio letterario.

A dare notizia della riesumazione del premio sono il presidente della Banca Carime, Andrea Pisani Massamormile, il vescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari e il preside della facoltà di Lettere dell'Unical Raffaele Perrelli, presidente della giuria del Premio letterario.
Enzo Paolini, uno dei promotori della nuova sfida intellettuale, ha sottolineato l'importanza del legame tra il passato e il presente: “...occorre che il patrimonio culturale rappresentato dalla storia del Premio Sila non vada perduto anche perché certe iniziative fanno crescere il Paese più dell'abbassamento dello spread”

La risposta di chi si crede detentore del potere egemone non tarda ad arrivare:

"Risulta oltremodo sgradevole il tentativo di appropriarsi della memoria del glorioso Premio Sila, senza preventivamente coinvolgere nè gli eredi né le istituzioni culturali, che conservano il patrimonio ideale delle personalità- Giacomo Mancini e gli stimati avvocati cosentini, Raffaele Cundari e Mauro Leporace- che, più di mezzo secolo, fa idearono una tra le più importanti manifestazioni culturali del nostro paese. Se, infatti, è più che legittimo che qualcuno possa dare vita ad una iniziativa letteraria e culturale, a Cosenza, appare oltremodo increscioso e sgradevole il tentativo di appropriarsi, indebitamente, di una memoria, che va rispettata. E di millantare collegamenti, inesistenti, con una storia e una tradizione non solo senza possederne i titoli, ma anche estromettendo quanti tali titoli e tale tradizione possono vantare. Ci auguriamo, pertanto, che ogni progetto, che riguardi il futuro, proceda, in maniera distinta e separata, da quanto fatto, riscuotendo unanimi e qualificati consensi, nel passato".
La "Fondazione Giacomo Mancini".

D'altro canto, perché riesumare un marchio sepolto da tempo? Il riscatto del meridione non può chiamarsi in altro modo? Comunque, la giuria è già al lavoro per individuare i premi delle due sezioni principali, quella di letteratura e quella di economia, oltre ai premi speciali, uno dei quali sarà assegnato a un lavoro sul meridione.

mercoledì 19 maggio 2021

La bellezza non muore mai

Ecco, si sono ricordati di lui. Del suo misticismo. Del suo modo di essere sopra le righe.

Franco Battiato ha lasciato in silenzio questo mondo. In armonia col suo modo d'essere ha valicato il leggero velo esistenziale ed è entrato a fare parte del Tutt'Uno. È una goccia che si è ricongiunta all'Oceano Eterno.

Il suo essere si è donato attraverso la musica.

A volte incompreso. Visionario. Secondo i criteri materialistici che legano gli uomini alla materia indissolubilmente,

Battiato il sognatore, era un personaggio scomodo. E la sua realtà era oltre le misere faccende terrene.

È stato un grande pensatore che ha portato nei linguaggi della bellezza artistica la sua visione. Il suo modo d'essere ha contaminato una parte di territorio e lo ha fatto evolvere.

Adesso, come accade nel teatrino mediatico, c'è la corsa alla poesia dell'anima del suo essere artista.

La sua visione poetica poneva l'uomo al centro. Lo mondava dalla sporcizia e dalla cattiveria al di là delle mode e dei momenti.

Franco rompeva stilemi. Mescolava sapientemente suoni e testi poetici. Ricercava un centro di creatività permanente. Pur sapendo che di permanente non vi è nulla. L'uomo, l'esistenza è un divenire perpetuo.

Ciao Franco. Ora sei spirito non più materia che ingabbia volontà. Chissà se davvero lassù, c'è una realtà altra. E chissà se domani riusciremo a comprenderla e farla nostra per sempre.  Intanto per noi sopravvissuti:

Sul ponte sventola bandiera bianca




lunedì 30 aprile 2012

Saperi e fortuna

studi sulla terza dimensione, biro, 1999, m. iannino

Si può cavare sangue dalle rape?

Gratta e vinci enalotto totocalcio slot machine sono giochi inventati dall'uomo e destinati a chi ama il brivido!, sfidare la fortuna e vincere, forse, di sicuro rarissimamente, grosse somme di denaro col minimo sforzo fisico e nessuno intellettuale.

Nel coinvolgimento corporeo, dove la prestanza fisica e lo spunto intuitivo fanno la differenza, l'odore del sudore, misto alla polvere dei campi di tennis calcio pallavolo basket o sulle pedane olimpiche, si confonde con quello dei broker e dei procacciatori d'affari, ma anche qui la fortuna gioca un ruolo rilevante, salvo non sia determinata aprioristicamente dai burattinai clandestini che tirano i fili del gioco fuorilegge.

Per eliminare l'alta percentuale della casistica fortunosa, l'uomo colto, ha incluso altre forme di giochi ai quali affidare con maggiore certezza i propri capitali e vi ha apposto un'etichetta suggestiva, che incute soggezione nella stragrande maggioranza delle popolazioni educate al consumo veloce dei prodotti.

Sotto l'etichetta “opere d'arte” pullula la disinformazione o bene che vada le disquisizioni cervellotiche di chi vuole pilotare a suo piacimento “l'affaire arte”.
Un esercito ben equipaggiato osserva attentamente il mercato dell'arte. Lo cura e lo ravviva nella dialettica cara ai meccanismi della comunicazione di massa. Inventa tendenze e artisti di sana pianta, confonde ruoli e lemmi. Valuta secondo interessi risibili se raffrontati al peso specifico della creatività giocosa che differisce dall'artigianalità tangibile nei manufatti derivanti dalle tecnologie e ripetute all'infinito.
Attenzione! Non si tratta di arte popolare! Bene che vada può essere rapportata ad un'operazione strumentale tendente alla dialettica del “bell'e fatto”; all'azione del ready made cara ai DADA. Oppure agli effetti speciali della cinematografia. Che, sia ben chiaro, è e rimane un buon risultato del lavoro dell'uomo. Niente di più!


lunedì 22 febbraio 2021

buoni maestri e buone letture

Il libro, i libri sono momenti personali. Oserei dire intimi.

Leggere è questione mentale. È fonte educazionale strettamente correlata al proprio modo di essere.

Leggere un buon scritto è acquisizione, conquista, conoscenza! Fattori che formano con nuovo e accresciuto humus la parte incolta del terreno intellettivo predisposto, per natura, ad accogliere negli avidi spazi mentali infiniti mondi. 


I tecnici, e quanti necessitano di schemi logici, amano costruire i saperi scientificamente e supportano con dovizia matematica teorie e analisi enunciate. Loro conferiscono alla parte sinistra del cervello umano la funzione logica; l'analisi certa, nozionistica dello scibile umano. E demandano le funzioni creative alla parte destra del cervello.

La creatività, il lampo geniale è un fattore inatteso che prescinde dai calcoli matematici e forse anche dalle disquisizioni filosofiche e filologiche.

Per questo l'acquisto, basato sui propri gusti letterari e, quindi, la lettura, non sono sempre consigliabili da demandare ad altri.

Spesso chi regala un libro si lascia trasportare dalla propria condizione cognitiva, dai gusti letterari propri e contemporanei e, atteggiamento da non sottovalutare, dal presupporre la personalità e la cultura del destinatario.

Alla brevissima analisi va aggiunto l'aspetto editoriale, il nome dell'autore e, determinantissima, la propaganda, i testimonial.

Ergo: … regalare un libro è quasi sempre un grande e grosso interrogativo dalle incognite impreviste.

Comunque buona lettura sempre. Leggiamo. Leggete.

Leggere apre la mente e rende liberi

martedì 17 novembre 2009

Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea




Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea nel parco delle biodiversità
©arch.M.Iannino


Il parco delle biodiversità, realizzato dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, ha stravolto positivamente 114.200mq di campagna urbana annessa all’istituto della scuola agraria per le attività pratiche e sperimentali di docenti e studenti. Dal 21 marzo del 2004, giorno dell’inaugurazione, il sito è diventato un bellissimo polmone verde che contiene piante da siepe, tappezzanti, di alto fusto e arboree; due laghetti popolati da cigni, anatre, papere e piante acquatiche precedute da allegre e sinuose panchine in stile Gaudì, il tutto sottolineato dal percorso Jogging che invita a continuare la passeggiata fino alla valle dei mulini; e ancora, piste ciclabili e da pattinaggio; aree giochi, anfiteatro, area ristoro, servizi igienici; enormi voliere che ospitano pennuti autoctoni e migratori; gabbie con rapaci e prati recintati per inibire la fuga agli scoiattoli che popolano i centenari pini mediterranei. Strutture in legno a forma di castello, gazebo, vecchi tronchi incisi da artigiani locali. La clinica per gli animali selvatici o abbandonati; il museo delle armi e, dulcis in fundo, tra tanto tripudio alla natura e al fare dell’uomo è visibile l’elogio alla creatività degli artisti ospiti nelle edizioni culturali estivi attuati nel Parco Nazionale Archeologico Scolacium denominate “Intersezioni”:
ben inseriti nel contesto paesaggistico del giardino botanico mediterraneo, le opere di Cragg, Paladino, Fabre, Balkenhol, Delvoye, Quinn, Gormley e Hoppenheim conferiscono quel tono culturale importante, necessario all’inserimento del sito nei canali culturali mondiali.

lunedì 22 aprile 2013

Napolitano Giura, e che non siano lacrime per il popolo

L'uomo oculato non aspetta che sia lo spirito di conservazione a dare input per la sopravvivenza della specie ma lo anticipa preparandone i presupposti.

aore12


Gli animali marcano il loro territorio con i loro odori per segnalare ai potenziali rivali che quello è territorio di caccia riservato. E gli uomini, tornando all'animale più intelligente del creato, non potendo pisciare attorno ai loro, chiamiamoli genericamente, “interessi”, s'inventano le caste, gli albi, le professioni, i club, i partiti.

Ma non tutti rientrano nei sistemi associativi appena enunciati. Vuoi per motivi di natura personale o perché indesiderati dal sistema associativo in quanto ritenuti pericolosi per il sistema.

L'uomo non si limita a progettare forme associative più o meno solidali nei confronti del resto dell'umanità. Espande la sua creatività e la mette in pratica per alleviare tensioni e fatiche.
Inventa la ruota. Conserva il fuoco. Inventa motori. Perfeziona leggi. Istruisce discipline.

Inventa tante piccole cose che lo aiutano a stare meglio e comprende che i particolari sono importanti per qualsiasi “invenzione” come la valvola di sfiato.

Nelle pentole a pressione, nelle macchinette per il caffè come in tutte le macchine che lavorano a vapore, se si ottura o funziona male la valvola di sfiato e non si arresta subito il lavoro la macchina scoppia.

Su per giù come succede nella società civile.

Quando il popolo è eccessivamente “incazzato” se non trova rimedi al malessere esplode.

Il compito della politica e delle associazioni dovrebbe evitare che ciò accadesse. Dovrebbe saper governare e ascoltare il popolo. Farlo evolvere culturalmente e non trattarlo in funzione del PIL, dello SPREAD, e di ogni altra invenzione economica finanziaria che crea disuguaglianze mortali.

Negli ultimi decenni la politica non ha saputo governare gli eventi. Inutile stracciarsi le vesti adesso. Gridare al populismo e qualunquismo.
La demagogia è arma di tutti. Sta dentro e fuori le istituzioni.

Grillo è la valvola di sfogo della gente che non ce la fa più a sopportare le disparità sociali costruite dalle confraternite di cui sopra.

Il fenomeno Grillo è la conseguenza dei cattivi governi.

Governanti sordi alle grida di chi ha fame e chiede pane ma ben attenti e glorificare con cavalierati al merito del lavoro chi in nome del lavoro ha fatto scempio di diritti e doveri e mortificato donne uomini e ambiente.

Lo tenga ben in mente questo Napolitano all'atto della costituzione dell'imminente Governo.
Da un ex comunista ci si aspetta equità sociale! E non la nascita di una nuova valvola di sfogo per salvare quel che resta dalle macerie prodotte da una classe dirigente che si è dimostrata inadeguata.

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