mercoledì 30 maggio 2012

Enti, fondazioni, diritti d'autore, quale utilità per la cultura

m.i. prodotto c, tm, 2011

Per tutte le forme d'arte, ferma la teoria del giusto compenso da elargire agli artisti per i lavori d'intelletto prodotti, quando si parla di cultura i diritti d'autore dovrebbero essere eliminati perchè in antitesi con la missione creativa di chi fa arte.

In effetti i cavilli giuridici tessuti per ottenere compensi o agevolazioni ulteriori sono d'oltraggio alla cultura stessa specie se a esigerli sono le fondazioni. D'altro canto è ancora più disdicevole se il tavolo della cultura è assediato da famelici faccendieri che vestono o hanno vestito panni politici o clericali.

E mentre al nord Italia la terra trema, devastata dal terremoto e dall'ennesima emergenza, i capannoni cadono e provocano morti, al centro e al sud si riscopre la culturadell'omaggio a uomini e associazioni culturali che hanno fatto parte della storia dell'Italia.

In Calabria, è ritornato il “premio Sila”, storico premio letterario creato dagli uomini della cultura calabrese oltre sessant’anni fa. Siamo nel 49 quando Mauro Leporace, Raffaele Cundari e Giacomo Mancini annunciano la nascita del premio letterario.

A dare notizia della riesumazione del premio sono il presidente della Banca Carime, Andrea Pisani Massamormile, il vescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari e il preside della facoltà di Lettere dell'Unical Raffaele Perrelli, presidente della giuria del Premio letterario.
Enzo Paolini, uno dei promotori della nuova sfida intellettuale, ha sottolineato l'importanza del legame tra il passato e il presente: “...occorre che il patrimonio culturale rappresentato dalla storia del Premio Sila non vada perduto anche perché certe iniziative fanno crescere il Paese più dell'abbassamento dello spread”

La risposta di chi si crede detentore del potere egemone non tarda ad arrivare:

"Risulta oltremodo sgradevole il tentativo di appropriarsi della memoria del glorioso Premio Sila, senza preventivamente coinvolgere nè gli eredi né le istituzioni culturali, che conservano il patrimonio ideale delle personalità- Giacomo Mancini e gli stimati avvocati cosentini, Raffaele Cundari e Mauro Leporace- che, più di mezzo secolo, fa idearono una tra le più importanti manifestazioni culturali del nostro paese. Se, infatti, è più che legittimo che qualcuno possa dare vita ad una iniziativa letteraria e culturale, a Cosenza, appare oltremodo increscioso e sgradevole il tentativo di appropriarsi, indebitamente, di una memoria, che va rispettata. E di millantare collegamenti, inesistenti, con una storia e una tradizione non solo senza possederne i titoli, ma anche estromettendo quanti tali titoli e tale tradizione possono vantare. Ci auguriamo, pertanto, che ogni progetto, che riguardi il futuro, proceda, in maniera distinta e separata, da quanto fatto, riscuotendo unanimi e qualificati consensi, nel passato".
La "Fondazione Giacomo Mancini".

D'altro canto, perché riesumare un marchio sepolto da tempo? Il riscatto del meridione non può chiamarsi in altro modo? Comunque, la giuria è già al lavoro per individuare i premi delle due sezioni principali, quella di letteratura e quella di economia, oltre ai premi speciali, uno dei quali sarà assegnato a un lavoro sul meridione.


A Roma, altro evento messo in scena, questa volta, dalla fondazione Crepax che si è avvalsa di Vincenzo Mollica per allestire gli spazi di Palazzo Incontro e far rivivere la creatura di Crepax.
A quasi quarant'anni dalla prima mostra personale del fumettista milanese Guido Crepax ecco la nuova esposizione per gli estimatori dei fumetti, anzi del fumetto sensuale italiano nato nel 1965 che intraprende in 120 tavole originali un percorso accattivante titolato "Valentina movie".

L'esposizione, curata da Archivio Crepax e Vincenzo Mollica e promossa dalla Provincia di Roma nell'ambito del progetto “ABC - Arte Bellezza Cultura”, organizzata da Civita è aperta al pubblico dal 30 maggio al 30 settembre, si sviluppa in sale tematiche con un'atmosfera suggestiva, quasi in bilico, tra sogno e realtà popolata da sagome di Valentina a grandezza naturale e strisce originali.

Il percorso, racconta il mondo di Crepax e fornisce spunti che riportano la mente alle storie della saga rafforzate emozionalmente da ambientazioni e spettacolarizzazioni amplificate, riproduzioni gigantesche dei disegni del maestro, installazioni e contributi video per ricordare l'eros che Crepax ha saputo traslare nella figura di Valentina in oltre 2.600 disegni.

Giacomo, il figlio di Guido Crepax spiega che: il titolo "nasce dallo stretto rapporto del fumetto col cinema: Valentina fu creata ispirandosi all'attrice Louise Brooks e dal 1965 agli anni '90 ha sempre seguito le mode e i cambiamenti del cinema". Mentre la figlia, Caterina, definisce l'esposizione "anarchica" e spiega: "i testi sono stati scritti da mio fratello Antonio e da mia madre Luisa, ma servono solo a dare una linea per seguire la mostra. La chiave di lettura è quella che diede mio padre, vale a dire: puro divertimento dove la linea retta rappresenta una situazione reale mentre quella curva rappresenta il sogno, come nei fumetti".

Nella realtà, la linea sinuosa della creatività abbraccerà mai la razionale retta? Riuscirà a farle ripensare le condizioni mentali tese esclusivamente al profitto?


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