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venerdì 27 gennaio 2023

Calabria terra di brava gente

 

Da qualche giorno la Calabria ritorna alla ribalta delle cronache.

Fatti di malaffare e ipotesi d'infedeltà di funzionari pubblici che si sono lasciati “convincere” da faccendieri privi di scrupoli a scrivere e riscrivere un bando regionale per attingere e dirottare milioni di euro nelle tasche di privati, tour operator e, guarda un po', anche in quelle della 'ndrangheta che non disdegna mai.

sabato 11 aprile 2020

Valanghe di denaro, malaffare e ...

Scorrendo le pagine del “rapporto” tra malaffare, colletti bianchi, politica e 'ndrangheta descritte da Gratteri e Nicaso in “Padrini e padroni” i numeri sono da paura.


Anno dopo anno una montagna di denaro accumulato disonestamente dalle organizzazioni malavitose contagia la società e la condiziona.
La corsa al guadagno facile e sicuro fa parte della filosofia di vita della gente priva di scrupoli. La manovalanza criminale tenta il grande salto e a volte ci riesce. Chi detiene il potere reale, però, sono le famiglie storiche della consorteria 'ndranghetista.

La 'ndrangheta condiziona gli affari. I rapporti istituzionali. Piccoli e grandi imprenditori. Amministratori locali e politica nazionale. Nessuno è fuori dal flusso di denaro sporco.

Riciclaggio e lavaggio dei proventi sporchi fanno gola a molti e arrivano anche in Germania checché ne dica “DIE WALT” la testata che ha teorizzato il NO alle nuove norme di aiuto comunitario all'Italia motivandole con l'infiltrazione della 'ndrangheta nei meccanismi dello Stato.

Gli autori della cronaca narrano di somme inimmaginabili che fanno ubriacare. Ma tracciano anche il sottobosco narrativo antropologico e mentale in cui avviene tutto ciò.
C'è degrado! Dovuto a mancanze e disattenzioni di vecchia data. Soprusi subiti laddove l'assenza dello Stato è motivata stando alla dichiarazione d'intenti delle parti sociali e istituzionali contaminati dal potere deviato. La colpa è degli altri, dicono facendo proseliti, di quelli che non si prendono cura delle esigenze primarie dei deboli. Vuoi mangiare? Vuoi farti una famiglia? Allora ti devi fidare di noi!
In questo clima cresce il malaffare. Povera gente presa per fame. Ricattata dalle necessità quotidiane. Gente che per campare, e non vuole essere una scusante, china la testa e fa finta di non vedere. Lascia che a gestire la cosa pubblica siano altri. Magari si vende il voto.
Comunque sono tutte teorie immotivate.

Immotivate perché prive, tutte le motivazioni, di fondamenta strutturali e logistica. Culturali! Ma dov'è la cultura in una comunità che è alla fame?
Intere aree geografiche lasciate sole, isolate dal contesto globale cognitivo, purtroppo piegano la testa. E qui necessita un gesto di riscatto. L'intervento dello Stato è necessario. Non con fiumi di interventi restrittivi o sovvenzioni a pioggia ma con la giusta attenzione verso la massa silenziosa e debole (lavoro, scuola, socialità creative e partecipata) e, nel contempo, con l'isolamento delle famiglie dedite al malaffare note agli organi investigativi dello Stato.

venerdì 10 aprile 2020

Nazionalismi e rancori in die welt verso gli italiani

Nell'ottobre del 2016, per i tipi di Mondadori libri, vedeva la luce “Padrini e padroni” di Gratteri e Nicaso.
Il libro è un documento storico e traccia, ad iniziare dal terremoto che devastò Calabria e Sicilia nel 1908, il lungo e incessante cammino delle organizzazioni malavitose interessate ai fondi statali e comunitari destinati alla ricostruzione dei Reggio Calabria e Messina.

Le altre tappe con medesime azioni della 'ndrangheta attraverso prestanome, collusi e personaggi delle istituzioni compiacenti, li riviviamo nel 2009 con il terremoto dell'Aquila, in Abruzzo.
Nel 2012 in Emilia Romagna.
Nella tratta della tav Torino- Chivasso.

Insomma il Bel Paese, da nord a sud, vive momenti oscuri.
Tra corruzione, infiltrazione criminale nelle istituzioni, legami coi poteri forti occulti, logge deviate segrete e non, la geografia criminale tracciata dal procuratore Gratteri e dallo storico Nicaso non dà un bel quadretto all'Italia e svilisce anche le persone perbene.

I lupi si avventano famelici sulle attività dove fiutano guadagni esorbitanti. Nello sport con partite truccate e scommesse clandestine. Nelle slot machine e negli appalti pubblici. E, ovviamente nella sanità! Ma, l'incompiuta per eccellenza è l'autostrada del sole. Da Salerno in giù i lavori non finiscono mai. L'opera iniziata nel 1966 non è mai ultimata.

Un quadro disarmante! non c'è che dire.

Sarà che anche il cronista di “Die welt”, autore delle pesanti accuse nei confronti dell'Italia, avrà letto il libro di Gratteri e Nicaso?

Se è così sono giustificati in parte dalla loro ignoranza funzionale giacché non conoscono fino in fondo gli italiani onesti che sono una grandissima maggioranza.

Oppure, potrebbe trattarsi di becero livore nazionalista?
Comunque stiano le cose alla base della notizia c'è tanta superficialità e disinformazione che in momenti come questi fanno male all'Europa intera. E dimostrano di non avere fiducia nelle istituzioni sane del Paese.

Europa che per restare unita e lavorare per il bene comune di tutte le bandiere aderenti al concetto di unità europea deve necessariamente dimostrare solidarietà e magnanimità verso i popoli più esposti alla pandemia e alle lobby di mercato economico.

La giustizia, nei vari gradi e corpi, farà il resto! Vigilerà, insieme alla politica sana, affinché i fondi vadano nelle direzioni giuste.

martedì 25 febbraio 2020

Tarantella con l'indagato

Non so se è peggio il virus che sta mandando in tilt il sistema economico e politico di mezzo mondo o le notizie che arrivano con sfregio delle istituzioni e dei calabresi tutti.

I giornali titolano: arrestato e posto ai domiciliari neo eletto consigliere regionale nelle liste di fratelli d'italia coi voti della 'ndrangheta.


Quello che rammarica è che non si tratta dell’unico politico finito in manette. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbe stata chiesta un’autorizzazione a procedere anche per un parlamentare eletto nella zona aspromontana reggina.

Coinvolti nell’operazione coordinata dal pm Stefano Musolino, dall’aggiunto Gabriele Paci e dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, anche diversi componenti del Consiglio comunale di Sant'Eufemia d’Aspromonte complessivamente 65 persone, di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari.

Si tratta di capi storici, elementi di vertice e affiliati di una pericolosa locale di ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte (Reggio Calabria).

Domenico Creazzo, eletto al Consiglio regionale della Calabria con una vera e propria valanga di voti. Ben 8.033 le preferenze raggiunte dal sindaco di S. Eufemia d’Aspromonte, appartenente alla Guardia di Finanza ed è stato, fino a poco tempo fa, a capo dell’Ente parco nazionale dell’Aspromonte.
L’accusa nei suoi confronti è di scambio elettorale politico mafioso. Pare che, nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del gennaio 2020, si fosse rivolto alla ‘ndrangheta dapprima attraverso il fratello Antonino Creazzo in grado di procacciare voti, in cambio di favori e utilità, grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca Alvaro e poi direttamente, in prima persona al fine di sbaragliare gli avversari politici.
Queste le accuse degli inquirenti.
Nell'augurargli l'innocenza e di poterla provare, chiedo ai giuristi e ai politici, se fosse vero non dovrebbe anche decadere l'intero consiglio regionale appena eletto per infiltrazione mafiosa come avviene per i comuni? Al pari dei beni confiscati, anzi peggio! qui ci sono in ballo la democrazia e le sorti della Calabria, può un partito sedersi in seno al consiglio regionale ed essere appendice del malaffare?

giovedì 9 novembre 2017

Aiuto

Le tante facce della Calabria.


Tra le tante vicende che si snocciolano in Calabria, tra 'ndrangheta e malaffare, la politica autoreferenziale e ossequiosa è la più odiosa.

Le notizie cattive, quelle che fanno salire magoni in gola e rabbia, non sono poche. E quasi tutte determinate dalla cattivissima gestione della cosa pubblica, cioè dalla regione calabria.
Molti puntano il dito accusatore contro dirigenti politici e amministrativi. Li accusano di lassismo e incapacità.

L'accusa più cruda e senza giri di parole la lancia Grazioso Manno presidente delle bonifiche catanzaresi che chiede alla politica da diverso tempo la ripresa dei lavori della diga del Melito. Un'altra, ancora più drammatica corredata da immagini shock è legata alle case residenziali per anziani e disabili: dipendenti senza stipendio da diversi mesi privati dalla dignità di lavoratori e genitori senza soldi che non possono comprare il pane e mandare i figli a scuola.

E poi c'è la Calabria che inaugura nuove sedi di fondazioni e dona diplomi ad ambasciatori a uomini e donne illustri per divulgare oltre confini le eccellenze.

Dicotomie irriverenti. Benessere e povertà!
I dirigenti calabresi hanno perso di vista la realtà. Non conoscono la guerra quotidiana di mamme e padri costretti alla fame da scelte scellerate.

La dirigente di una casa di cura per anziani accusa la gestione Scopelliti e denuncia la mancata erogazione da parte regionale di diversi anni di contributi economici dovuti ma mai ricevuti dalla struttura. Sofferenza economica che ha indotto i vertici aziendali a non pagare i dipendenti per mantenere gli ospiti- inutile entrare nei particolari. In linea di massima è evidente che in Calabria si cammina a due velocità

martedì 17 ottobre 2017

Donne e uomini tra abusi di potere e stragi

Non ne farei una questione di genere maschile o femminile ma una questione di cultura e pulizia mentale che governa la libido e il fare umano in ogni aspetto.

Le notizie corrono. Si accavallano ma rimangono nei pensieri solo le più scottanti. Ovviamente, secondo i costumi e la cultura corrente le situazioni morbose acchiappano maggiormente e catalizzano le attenzioni della quasi totalità degli utenti anche inconsapevolmente.

E mentre si riaccendono i riflettori sugli “abusi sessuali” del produttore americano, che pare abbia fatto incette e goduto delle grazie delle più belle e attraenti giovani attrici che gli sono capitate a tiro e che pare, sempre secondo quanto si narra in questi giorni sui media, abbiano ceduto alle voglie dell'orco, una donna impegnata sul fronte morale è stata fatta fuori alla maniera dei boss di 'ndrangheta e malaffare: uccisa! Saltata in aria con la propria macchina dopo pochi metri.
L'esplosione ha fatto volare l'auto e l'ha scaraventata fuori strada in una campagna dell'isola di Malta.

Daphne Caruana Galizia, questo il nome della giornalista e blogger assassinata, da qualche tempo conduceva un'inchiesta investigativa che ha imbarazzato il governo maltese. Ha puntato il dito sul governo Muscat e sui legami col regime azero.

daphnecaruana galizia

L'ultimo post scritto sul suo blog conclude così: “ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata”.
Poi, alle tre, il boato. Gli agenti di polizia hanno riferito che il cadavere è irriconoscibile.

Abbiamo diverse finestre d'osservazione:
Da un lato, donne che esasperano la loro femminilità e forse la mettono in conto pur di fare carriera, dall'altro, Donne che pensano. Pensano a come mettere in campo la conoscenza per migliorare l'esistente e la vita alle nuove generazioni. Donne che denunciano, consapevoli di esporsi alla diabolica cattiveria umana. Donne come Ilaria Alpi, uccisa per le sue inchieste in medio oriente insieme all'operatore Miran Hrovatin.
Sono passati 23 anni dall'omicidio di Ilaria e Miran e le indagini sono ad un punto morto, ancora non ci sono colpevoli! Ma è forse trovando i colpevoli che si migliora la società?
Mi spiego meglio. Anzi pongo un quesito:
se ci fossimo preoccupati più del pensiero filosofico, cioè sull'essere e nello stare insieme nel momento storico attuale, piuttosto che sulle lusinghe estetiche del corpo e sulla voluttà che questo dona; sulle insidie del potere maschile e femminile esercitato nelle forme più varie da entrambi i sessi, (perché, è indiscutibile, una bella donna esercita poteri irrefrenabili quando vuole e domina l'uomo in qualsiasi momento) sarebbe comunque successo tutto ciò?

Mi piace concludere e ricordare tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato e continuano a farlo in silenzio. In sintesi, le persone sane che hanno dato conforto alla società coi loro studi e l'impegno adeguato per una corretta causa nelle istituzioni e nelle famiglie. Donne e uomini che si sono realizzati nell'anonimato.
Gente che non vedremo mai in tv o sui giornali ma non per questo meno importanti e incisivi per la formazione dei cervelli.

martedì 9 agosto 2016

Il branco è mafioso

Leggo solo il titolo: "Gratteri: la 'ndrangheta a Cosenza è acculturata ma mafiosa nei fatti" e mi fermo.
Non vado oltre perché stanca leggere il solito ritornello imperniato sui comparaggi e le agevolazioni del branco. Acculturato o no. Poco importa.
Lascia molto amaro in bocca a quanti credono e lavorano affinché cambi qualcosa. Ma qui pare che nulla possa essere modificato nonostante i Gratteri o Oliverio di turno tuonanti.
A parte l'esclusione, l'isolamento coercitivo degli "estranei" dal branco, cosa assai negletta ma conservatrice della specie, quello che fa retrocedere la Calabria davvero è l'assordante silenzio delle Istituzioni vincolati alla parata di facciata.
Le alte cariche istituzionali della politica sono messe lì dal popolo sovrano e se quando governano le masse continuano nell'errore nascondendosi dietro le parole rituali "il popolo dice, il popolo vuole" oppure mantenendo le posizioni da branco elettorale allora significa che siamo tutti divisi in branco e quindi strenui conservatori di posizioni acquisiti. Ergo: abbiamo tutti la mentalità 'ndranghetista.

venerdì 15 luglio 2016

Dirigenti pa infedeli, e lo spoil system?

Parlare dei problemi locali senza soffermarsi su quanto accade nel mondo in generale e nel particolare sulla strage di Nizza potrebbe sembrare un piangersi addosso di qualcuno che guarda solo ed esclusivamente al proprio ombelico. Potrebbe ma non è così!

Ritengo che le rivoluzioni debbano partire principalmente dal proprio ombelico, dalle necessità. Anzi, prima ancora dalla propria testa. Dai bisogni primari quale la cultura che amplia la conoscenza e i saperi.
Qualcuno ha detto che per cambiare in meglio la società e renderla attenta ai bisogni comuni non c'è bisogno di andare in guerra, uccidere chi la pensa diversamente dai “buoni”. Per cambiare il modello di vita sociale attuale che si è dimostrato inadatto si deve fare un'azione purificatrice ed eliminare le scorie tossiche ancorate all'ego, all'accumulo forsennato di beni che ci portiamo dentro forse perché posseduti da fame atavica.

lunedì 11 luglio 2016

Politica e depistaggi mentali

“dicci ca sì e futtatinda, tantu non cangia nenta...”. Dì di sì e non ti preoccupare, tanto non cambia niente. (dice un adagio catanzarese).

ma come fai a non dire qualcosina in merito a quello che i media definiscono "l'asse"

“Gratteri-Oliverio-Magorno”.


Questi tre uomini delle istituzioni a vario titolo e sentimento parlano delle “nefandezze” che alcuni dirigenti regionali attuano da tempi immemorabili a danno dei calabresi onesti e, sempre secondo Gratteri, Oliverio e Magorno, pare che tutti i mali della Calabria li abbiano provocati loro. Può darsi che sia così. D'altronde Gratteri è credibile! È un uomo dello Stato che conosce benissimo l'animo e la cultura di una certa frangia umana che risiede in Calabria e anche fuori regione che ha le mani in pasta nei diversi settori economici e finanziari. Gente che fa favori e pretende favori dentro e fuori le istituzioni. La cosiddetta mafia dei colletti bianchi.
Questo fa paura! Ma andiamo per ordine.

venerdì 29 gennaio 2016

Calabria, Mattarella Inaugura la Cittadella regionale

Un'altra giornata volge al termine e niente è cambiato nelle nostre vite.

Sergio Rizzo scrive sul Corriere della sera la nota dolente sulla “casa dei calabresi” inaugurata oggi dal Presidente Mattarella e la paragona alla reggia di Versailles per costi e sprechi.
Il giornalista mette in fila numeri, metri quadrati, dipendenti, costi e fatti della politica che ha governato fino ad oggi la Calabria.
Catanzaro, cerimonia inaugurale della Cittadella regionale calabrese
alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella

Il mostro, mi perdoni l'architetto Portoghesi che lo ha progettato, pomposamente definito la “casa dei calabresi” altro non è che l'ennesima cattedrale semi deserta costruita sull'argilla della campagna di Germaneto a circa dieci chilometri dal centro cittadino.
La sede della giunta regionale rimane un contenitore semivuoto di contenuti e dipendenti giacché la sede del Consiglio regionale coi suoi dipendenti rimane ubicata saldamente a Reggio Calabria, e sempre legata alla sede regina, sempre Rizzo, ricorda lo spreco per le spese rimborsate ai dipendenti ed ai politici che usavano la loro macchina privata per usi istituzionali.

Interventi di rito, parole e temi legati con le ragnatele dell'ormai irritante politichese come “lotta alla 'ndrangheta”, legalità, lavoro per i giovani e bla bla bla sono scesi a fiumi dai fogli scritti e hanno accarezzato le teste presenzialiste ma non quelle dei cittadini comuni (si dirà che il pubblico è stato tenuto lontano per questioni di sicurezza).
Peccato, avrebbe potuto essere una grande festa popolare dei calabresi onesti che vogliono sentire vicino lo Stato attraverso la figura del presidente Sergio Mattarella come avvenne con la visita di Sandro Pertini, Giulio Andreotti, Scalfaro e altri leader della politica sana.

E Oliverio? Beh, lui si è commosso!

giovedì 19 marzo 2015

A sud di Catanzaro tra teorie e bisogni reali

periferia
Non che a Milano si stia bene o si viva meglio che a Catanzaro ma quando la città si espanse a sud, tra i quartieri di Santa Maria e Catanzaro lido, gli amministratori di allora presero ad esempio l'edificazione di Milano 2, quella costruita da Berlusconi, tanto per capirci.

Si parlava di piscine, scuole, banche, ufficio postale, parco giochi, un centro commerciale e tantissimo verde.

A distanza di 35 anni, salvo l'edilizia popolare e lo spazio verde naturale, niente di quanto enfatizzato progettualmente è stato realizzato. No no, ora che ci penso negli ultimi anni è stato realizzato il parco giochi, è stata fatta persino pulizia laddove dovrebbe essere un luogo sociale d'incontri e riposo: il giardino pubblico!, e tagliato le canne che infestano i marciapiedi senza però togliere la terra che la pioggia accumula ai bordi, sui marciapiedi e nelle strade.

lunedì 16 marzo 2015

Il valore della vita

Un uomo, solo, ma in compagnia di un dolore interiore enorme, ha scritto la parola fine.
Il dramma, maturato lentamente nella sua testa, si è consumato l'altro ieri in un paese jonico catanzarese: Montepaone.
Tra le mura di casa, ha teso una corda e … giù.
Stanco di una situazione personale creatasi nell'apatia generale di quanti dovrebbero tutelare e gstire la società civile ma seguita con attenzione morbosa e punzecchiata dal piacere voyeristico dei media ha ceduto alla umana debolezza: la depressione.

venerdì 27 febbraio 2015

De Gaetano, Lanzetta e l'antimafia

Dalla vicenda sul caso “de Gaetano” sollevato dalla Lanzetta l'ex ministra ne esce con qualche “ammaccatura”.
Scorrendo un articolo apparso sul Corriere della Calabria del 26 febbraio "caso Lanzetta, è scontro in antimafia" appare chiaro l'intento, un po' macchinoso, non si capisce ancora da parte di chi, di avere sollevato un polverone inutile e dannoso per il rilancio politico e culturale della Calabria.
Nino de Gaetano


Zero fatti concreti e tantissime “supposizioni” che lasciate andare sulle ali del vento popolare e mediatico si gonfiano all'inverosimile di umori e personalismi.

A proposito di personalismi, dal punto di vista personale dico subito che non conosco De Gaetano e non nutro simpatie o antipatie nei suoi confronti. Esprimo solo un'analisi della vicenda da calabrese che vive nella sua terra d'origine.

Da calabrese, come dice spesso Nicola Gratteri, conosco un po' flora e fauna e so per certo che spesso gli amici, i conoscenti e i parenti non te li scegli. Sei nato/a qui! E a volte capita, in certe realtà, che è naturale abitare, vivere o conoscere gente di differente estrazione culturale e antropologica rispetto alla tua, o a quella che avresti voluto, realtà interiore.
Persone che saluti e ti salutano. Che votano anche. Visto che hanno personalità giuridica, diritti e doveri quali l'esercizio del voto.

Ma veniamo all'articolo in questione che invito a leggere integralmente anche se lo stralcio che segue lascia presupporre con chiarezza il clima dell'incontro tra la Lanzetta e i commissari dell'antimafia:

"caso De Gaetano". Per Maria Carmela Lanzetta la presenza in giunta di Nino De Gaetano - per le note vicende che lo collegano a un'indagine su ipotesi di voto di scambio avendo goduto, su intercessione del suo defunto suocero, del presunto appoggio politico del clan Tegano - toglie credibilità al Pd davanti ai calabresi. Ben per questo lei non ha accettato la nomina ad assessore regionale fattale da Mario Oliverio.
E si va allo scontro con Enza Bruno Bossio: «Sai che ti sono stata personalmente vicina ma esistono in questo Paese tre distinti poteri e non penso che il potere politico possa essere condizionato da un'informativa di reato, ben altro sarebbe, ovviamente, una sentenza dell'autorità giudiziaria e comunque stai dicendo cose per le quali immagino che Nino De Gaetano intenderà querelarti...».
Energica difesa di Maria Carmela Lanzetta: «Non vedo come dovrebbe querelarmi... io non lo accuso di nulla, né sostengo che lui si sia rivolto alla 'ndrangheta per essere eletto. Faccio una valutazione politica». Magorno sbotta nuovamente: «Ma che c'entrano le valutazioni politiche... La Commissione ha tutto l'interesse ad acquisire qualsiasi elemento sulla vicenda ma che siano elementi, fatti, non valutazioni ...».
E qui cala il sipario su una vicenda che pare essere nata solo per dare ragione a Ennio Flaiano quando commentava: « ...La situazione è grave ma non è seria».



Che dire? Se non che la Calabria non ha bisogno di queste sceneggiate?

giovedì 29 gennaio 2015

Sto con Oliverio perché ...

Alcuni giornalisti hanno fatto la loro fortuna cavalcando il malcontento, insistendo, spesso con un pizzico di morbosità, quel tanto che basta, per stimolare i lettori ad aprire link, comprare quotidiani e seguire litigiosi programmi in tv.

Titolare in prima pagina “la polizia lo voleva arrestare e Oliverio lo ha nominato assessore” diventa un invito irresistibile anche per chi conosce i fatti.
"sto con Oliverio"

Non sto a giudicare se è giusto o sbagliato. Mi preme chiarire che spesso risulta essere una bolla di sapone. Fumo. Aria fritta che fa male alle vittime prese di mira e mortifica nell'intimo anche chi sta vicino.

La vicenda di De Gaetano fa ridere! Se paragonata allo scempio sociale provocato dalle misure dei “tecnici” tenuti sottobastone dalle diverse forme di potere che operano dentro e fuori i confini nazionali.
Se De Gaetano deve essere interdetto dalla scena politica perché i suoi gadget elettorali sono stati rinvenuti in luoghi di 'ndrangheta o perché è stato in consiglio regionale per due volte consecutive quali misure dovremmo elaborare per quelli che hanno portato l'Italia nella situazione odierna?

Per quello che conta, visti i fatti, mi trovo d'accordo con la decisione di Oliverio. E auspico anche un ripensamento per il bene della Calabria della signora Lanzetta. Troppi soloni, meglio dire fuochi fatui, hanno palesato il rilancio culturale della Calabria. Che ovviamente non è ancora avvenuto.

Sto con Oliverio perché spero nel cambiamento che non dà spazio alle malelingue e a chi manipola gli eventi per un personale tornaconto. ... e perché sono garantista davvero! 

lunedì 26 gennaio 2015

Nuovo corso politico in Grecia e Calabria

Tsipras vince in Grecia e Mario Oliverio presenta la mini giunta in Calabria.


Maria Carmela Lanzetta, neo assessore alla cultura

Syriza, il partito di Tsipras, per poco non raggiunge il massimo dei consensi e per governare il cambiamento,
Alexis Tsipras vedrà il capo del partito Greci Indipendenti, considerato il più probabile partner di Syriza per il nuovo esecutivo.

in sintesi:
Nei piani di Tsipras c'è il ripristino dello stato sociale dei greci, quindi, tredicesima mensilità, pensioni, lavoro e rinegoziazione del debito che la Grecia ha contratto con l'Europa.

Che l'austerità sia un cancro è cosa certa. Ma con quali argomenti e quali forze Tsipras farà retrocedere o ragionare la troika? Andrà via dalla zona euro? Chiederà dilazioni a più lungo termine?

Per adesso ha vinto le elezioni. Ora c'è solo da aspettare per capire meglio la sua strategia e vedere se riuscirà a non rispettare gli accordi fatti dai suoi connazionali o più verosimilmente farne di nuovi e a miglior favore per la tenuta sociale della Grecia.

In Calabria Mario Oliverio ha spiazzato tutti col suo mini esecutivo: Lanzetta, Guccione, Ciconte, DeGaetano.

Le polemiche non mancano tra le pagine dei quotidiani che rimbalzano sui social network.

Si dice che per Lanzetta sia una retrocessione, come se giocassimo in un campionato di calcio virtuale e non fossimo chiamati a prestare, ognuno per quel che ci compete, la passione, le esperienze e la cultura al servizio della comunità.

Saltando piè pari le polemiche su Ciconte e guccione, l'interrogativo maggiore lo pone la nomina di De Gaetano. Stando a quanto scrivono i giornalisti, pare che Oliverio stesso non l'abbia voluto nella competizione politica regionale perché presente in seno al consiglio regionale per ben due volte e questo non giovava al cambiamento innovativo che si vuole apportare in regione. (ma spesso l'esperienza fa la differenza,  questo è il motivo che spinge Oliverio a investirlo assessore?)

Ma c'è anche chi cala il carico pesante sul tavolo da gioco e rispolvera il caso dei santini, moltissimi, con l'effige di De Gaetano trovati dagli inquirenti nella casa di uno 'ndranghetista del reggino alle elezioni regionali del 2010. Lasciando intendere il voto di scambio.

Ma, non potrebbe essere il contrario? Cioè una mossa per tagliarlo fuori dai giochi?

E poi, sulla retrocessione da Ministro ad Assessore regionale della Cultura della dottoressa Carmela Lanzetta non sono per niente d'accordo!
Maria Carmela Lanzetta ha dimostrato sensibilità e amore per la sua terra! È stata, per ultimo in ordine di tempo, presente e attenta nella questione cementificazione a Capo Colonna, senza dimenticare il suo impegno civico puntuale di quando, sindaco di Monasterace e per il quale fu presa di mira dalla 'ndrangheta, si procurò l'appellativo di sindachessa antimafia (per altro, lasciata sola ad affrontare il dramma politico e familiare capitatole nell'espletare le sue funzioni di donna impegnata nella gestione di un territorio difficile).


lunedì 1 settembre 2014

Inciviltà e ignoranza alimentano le mafie

Pagare qualcuno per potere lavorare e stare tranquilli è l'azione più schifosa che possa esistere nei rapporti umani. Non fa nessuna differenza se a pagare il cosiddetto pizzo è un piccolo imprenditore o un personaggio ricco e famoso che per stare sereno è costretto a pagare o assumere qualcuno suggerito dalla criminalità organizzata.

Lo sdegno sale al pari della solidarietà per chi è vessato dalle forze non tanto oscure che si coniugano in mafia, 'ndrangheta e simili.

Stando a quanto pubblica “Repubblica”, in seguito alle intercettazioni ambientali registrate nel carcere milanese Opera, dove è detenuto Totò Riina, viene fuori che Berlusoni è stato costretto a pagare il pizzo per non vedersi bruciati i grandi magazzini “standa” siciliani.

Notizia che il boss mafioso pare abbia confidato al suo compagno di aria.

Insomma, detta in soldoni, la mafia imponeva a Silvio Berlusconi l'assunzione dello stalliere Mangano e il versamento di 250milioni di euro ogni sei mesi, trattative andate in porto con il coinvolgimento di alcuni politici siciliani tra cui Dell'Utri.

Dire che lo Stato è in ritardo o inefficiente non serve. Lo Stato dovremmo essere noi. Malavitosi compresi. Dirigenti politici e semplici cittadini.

È più giusto e onesto prendersela con noi stessi, con la nostra paura imbastardita da ignoranza e egoismo che pur di pararci il culo ci fa chiudere gli occhi, la bocca e il naso. Ci tappa il cervello.
Tarpa le ali e immobilizza i sogni di bellezza suggeriti dalla vita stessa

domenica 6 luglio 2014

Tra recessione e statue che s'inchinano

Non è una giornata particolarmente calda. Il barometro segna appena 23°. sono le 11 ed è la prima domenica di luglio. Nonostante i buoni propositi del governo Renzi e nonostante le famigerate 80 euro in busta paga la gente sembra svanita in qualche universo parallelo.

Per strada le macchine sono distante l'un l'altra come i denti di chi non ha la possibilità di ricorrere alle cure del dentista: una ogni 5, 6, 10, 20, metri.

La ss 106 non è stata mai così tranquilla. Volendo fare un paragone, chi riesce a immaginare delle 600 o 750 o, ancora, delle 850 della fiat al posto delle renault, citroen, wolkswagen e le piccole giapponesi in circolazione sulle strade italiane, si trova proiettato negli anni sessanta. Con l'unica amara differenza che in quegli anni iniziava davvero il rilancio economico sostenuto dal miraggio industriale delle grandi città del nord.

L'austerità ci sta uccidendo. E quanti perseguono le politiche economiche delle banche sono assassini in doppiopetto. Non posseggono un cuore ma al suo posto hanno impiantato un calcolatore impostato per controllare profitti e poco importa il numero di quanti dovranno morire o soffrire per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Matteo Renzi dice che non serve una moneta unica europea se gli obiettivi dei popoli sono diversi.
Papa Francesco afferma evangelicamente che non può e non deve esistere la dottrina del dio denaro.

Intanto da quando Matteo Renzi è diventato segretario del pd e presidente del governo ha fatto solo chiacchiere e proclami. Riforme in 100 e poi mille giorni ma solo a parole.

E papa Francesco, tolta quella sua aria bonaria, spento l'audio e oscurato il video degli abbracci e baci, cos'altro potrebbe fare in concreto perché gli ultimi non rimangano tali (visti i lasciti, l'8xmille per la chiesa cattolica e i privilegi concessi dallo Stato Italiano)?


Non è blasfemia! E neanche mancanza di rispetto. È un'analisi. Una valutazione dei fatti! E quando la maggioranza della popolazione è costretta a fare sacrifici non si può cambiare l'esistente solo con le parole. Ci vogliono i fatti. Subito!

Urgono cambiamenti epocali. Se si vuole sconfiggere la 'ndrangheta e le mafie. Perché, come si è visto, chi cresce in un clima culturalmente deviato s'inchina e fa inchinare le statue nelle processioni davanti a chi dà loro un tozzo di pane e sembra difenderli nella guerriglia della quotidianità.

Chi vive in queste realtà di sottoculture non si ferma davanti alle scomuniche o agli anatemi solenni. Non ha paura del carcere perché, come dice Gratteri, sono cose messe in bilancio dagli 'ndranghetisti e e dai simpatizzanti.

L'indignazione non serve davanti ai fatti recenti di Oppido Mamertina. E non servono neanche le prese di posizione nelle piazze mediatiche del web.
È necessario costruire l'uomo nuovo...

venerdì 9 maggio 2014

Dalla parte dei brutti

Don Memè prete mafioso?



Carmelo Ascone, parroco di Rosarno da trent'anni, dopo l'incursione delle jene è stato bollato come il “prete della 'ndrangheta”. Perlomeno questo è il sentimento che circola tra i curiosi e quanti inzuppano il pane nella brodaglia mediatica.

Ora, prendendo per buono il taglio televisivo delle iene, che non si sono viste in altre occasioni meritorie nella piana di Gioia Tauro e Rosarno come quando la provincia ha donato degli attrezzi agricoli alla scuola di Rosarno ed anche lì don Memè è intervenuto nella funzione della sua missione sacerdotale, è necessario ragionare sulle parole estrapolate dal servizio per comprendere davvero la realtà del reggino, della Calabria e la spettacolarizzazione dei media. Per questo rimando al servizio televisivo e chi vuole intendere intenda.

Su questa pagina buttiamo il seme del dubbio, prescindendo, se vogliamo, laicamente, dalle parole del Vangelo di Gesù che preferiva fermarsi e mangiare nelle case dei peccatori, a noi sembra che le parole che hanno fatto scandalizzare i benpensanti, e alcuni si sono persino indignati fino a pretendere la rimozione e la spretatura del parroco, le parole incriminate, dicevamo, sono quelle di “vicinanza e amicizia” nei confronti degli ultimi; la denuncia nei confronti di uno Stato assente che non produce e dà lavoro e l'accusa alla magistratura schierata ed ha osato toccare l'icona dell'antimafia don Ciotti.

Dico subito che non è compito mio vestire i panni dell'avvocato difensore. Basterebbe che tutti quelli che si sono sentiti offesi leggessero, se Cristiani, il Vangelo e s'interessassero davvero di socialità e politica allo stato puro e guardassero più in là del loro naso.!
Forse, così facendo sarebbero più inclini alla comprensione e non mi si venga a dire che la 'ndrangheta è brutta sporca e cattiva. Lo so! Ma è anche vero che la 'ndrangheta e la fame non si combattono solo a parole nei seminari, con slogan e marce, e neanche con le targhe attaccate sulle porte dei comuni. Tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica è importante ma non determinante.

Per sconfiggere le piaghe sociali serve cultura, tanta cultura! Cultura verso gli ultimi, comprensione e vicinanza a chi soffre. Solidarietà!
L'indignazione è un sentimento riprovevole quanto inutile!

mercoledì 7 maggio 2014

Sotto il cielo, in Calabria

Altro che 'ndrangheta, sono le lobby, i potentati economici e politici con sedi dentro e fuori regione, che mortificano le intelligenze dell'Italia.


"sotto il cielo di calabria"

Riusciremo mai a scrollarci da dosso la morsa mortale degli invasori?
Il sud, e principalmente la Calabria, è ostaggio del nord dall'unificazione d'Italia. Non dico queste cose per una forma di campanilismo. Tutt'altro! E chi conosce bene la storia non fa fatica a convenirne e darmene atto.
Dapprima conquistato e poi depredato delle sue ricchezze culturali, industriali e economiche, il sud, continua ad essere sotto scacco di una perfetta banda di cinici affaristi.

La politica culturale non esiste e quella dello stato sociale è strumentalizzata e brutalizzata dai grandi centri di potere politico che affidano a piccoli individui le ramificazioni terminali. Mancano forse donne e uomini illuminati? No! Non c'è nessuna carenza intellettuale. Purtroppo le menti libere sono tenute scientificamente nell'ombra; oscurate dai mass-media o vilipese metodicamente dalle malelingue corrose dal tarlo dell'ignoranza che domina e alimenta le basse azioni dei delatori.

Nel campo della cultura, e prima ancora in politica, ai padroni del nord e del sud sono utili i servi sciocchi. Sottomessi e ubbidienti!, anche se intelligenti e pensanti. 

Qualcuno pensa che in guerra tutto sia lecito, ogni arma è ammessa pur di arrivare alla vittoria.
Ma per quale motivo si deve essere in guerra tutti i giorni e in qualsiasi campo?

È così difficile immaginare e pretendere una realtà solidale. Una società evoluta degna di questo nome che sappia fare convivere armonicamente le differenze?

Si sente spesso parlare di meritocrazia e di logica valorizzazione dei talenti. Mancano forse i contenitori o le piattaforme sociali eterogenee per i differenti ipotetici talenti?

Secondo gli studi statistici sembrerebbe di no! Per quanto concerne le arti visive persino i centri rurali sono dotati di loculi espositivi con relative fondazioni, musei pubblici e gallerie private mascherate da associazioni culturali che sembrano pendere dalla penna di pseudo intenditori. Che, proprio come si diceva qualche riga dietro, sono monopolio dei vassalli nominati dal potentato di turno.

Anche negli altri settori della cultura vigono le medesime relazioni. Sta a noi avvalerci del libero arbitrio e decidere di cambiare rotta; annullare le amicizie interessate e le mortificanti clientele.

Rompiamo le catene dell'egoismo e confrontiamoci nello spazio libero del web. FACCIAMO RETE!

Questa è un'analisi della realtà culturale, sociale e politica del sud in generale e della Calabria in particolare. Dopo decenni di pseudo gestione democratica, al saldo delle vanterie mediatiche dei sudditi della politica, il sud non ha fatto passi avanti.
Purtroppo questa è l'amara realtà!, chi intende proseguire nel cammino degli emancipatori deve cancellare dalla mente ogni pregiudizio e confrontare lealmente la sommaria analisi appena esposta con le personali nozioni cognitive predisponendosi al superamento delle logiche del branco e favorire confronti dialettici così da migliorare l'esistente. 

venerdì 2 maggio 2014

Piero Pelù le canta a Renzi


"Vi chiedo un minuto di silenzio da dedicare a chi è morto sul lavoro - ha esordito il rocker toscano Piero Pelù sul palco del San Giovanni- a chi è ricattato per il lavoro, ai lavoratori della cultura, che solo in Italia non dà da mangiare, ai disoccupati, ai lavoratori di Piombino, di Porto Marghera, dell'Ilva di Taranto, del Sulcis. Un minuto per Mancini, il poliziotto morto per fare veramente il suo dovere e per scoprire nella Terra dei Fuochi i veleni che venivano interrati. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo il lavoro".

Piero Pelù


Piero Pelù ha criticato anche le spese della Difesa:

"Gli F35 rubano soldi alla scuola e agli ospedali. Io gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Giovanardi". E poi su Renzi: è "il non eletto, ovvero il boy scout di Licio Gelli: deve capire che in Italia abbiamo un nemico interno, la disoccupazione, la corruzione, il voto di scambio, la mafia, la 'ndrangheta, la camorra. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi stessi".

Un messaggio forte, schietto, lanciato dal palco in piazza S.Giovanni in Roma davanti ad una platea di oltre settecentomila persone che ha raggiunto picchi di un milione secondo gli organizzatori della festa del primo maggio, che, come sempre, passata l'euforia della baldoria festaiola, cadono nel vuoto, ritornano ad essere parole, purtroppo, perché Renzi e chi l'ha messo lì, continuerà a sviluppare il progetto politico che tutela chi sta bene e benone, promettendo, nel frattempo paradisi a quanti stiamo male per tenerci buoni.

A qualcuno potrà venire in mente che Pelù lo abbia fatto per marketing o per tenere calda la piazza e chissà per quanti altri motivi. L'unica cosa certa è che l'ha detto! Ha dato voce alla disperazione della gente comune che da tantissimo tempo chiede cambiamenti veri ma che si è sempre vista presa per il culo dalle facce di bronzo che assediano le istituzioni, eletti e non eletti dal popolo.

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