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mercoledì 17 marzo 2021

Birmania è Cristo in croce

Anche se viviamo in uno Stato laico c'è una religione che di fatto iniziamo a apprendere fin dalla tenera età. I nostri genitori fin dalla nostra venuta al mondo ci consacrano al Signore attraverso la cerimonia del S. Battesimo. E poi, nel periodo delle scuole elementari ci iniziano al catechismo per farci apprendere la vita secondo i Vangeli del Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo.

La storia è avvincente per i miracoli narrati e le liete novelle tramandate dagli apostoli quanto cruda per le violenze subite da Gesù negli ultimi istanti della sua vita terrena. Violenze che hanno superato la bestialità primordiale dell'uomo sul Figlio dell'Uomo.

Una cieca e stupida bestiale violenza inferta sadicamente su un uomo inerme fino a qualche ora prima osannato e seguito da una miriade di persone che vedevano in Lui il Salvatore.

La narrazione ci racconta di un uomo che parlava d'amore, pace e comprensione. Un uomo dalle parabole chiare. La sua allegoria si faceva capire anche dagli analfabeti e faceva breccia nei cuori semplici.

Cosa che ai dotti del tempo faceva paura.

Gesù era un sovversivo! Per i sacerdoti e i ricchi stolti che si attorniavano di servi e sfruttavano i deboli e gli ignoranti che si genuflettevano per un tozzo di pane e un posto per dormire persino nelle stalle in compagnia degli animali.

Gesù di Nazareth, sempre secondo le Sacre Scritture, predicò l'uguaglianza, la fraternità e l'amore.

Colpe imperdonabili, non punibili secondo le leggi dell'epoca.

Sacerdoti e poteri temporali precostituiti dovevano correre ai ripari. Fare in modo che qualcuno lo accusasse e risultare punibile per salvaguardare i privilegi delle caste dominanti.

Trenta denari, dicono le scritture. Giuda lo tradì con un bacio e per trenta denari lo indicò ai soldati in agguato.

Anche Pietro lo tradì rinnegandolo.

Gesù della stirpe di Davide fu messo alla berlina. Gli fu calzata una corona di spine sul capo e per scettro gli fu fatta impugnare una canna. Tra sputi urla frustate insulti lapidazioni e spintoni trascinò la croce fino a essere inchiodato.



Vi è un periodo dell'anno che le comunità cristiane ricordano la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo con delle rappresentazioni folkloristiche suggestive dalle radici pregne di religiosità e antiche credenze toccanti.

La violenza gratuita. La sopraffazione del potere precostituito sugli umili e indifesi è ancora una prerogativa dei potenti in armi e sovvertono con la forza e nel sangue le popolazioni. È cronaca di questi giorni il golpe in Myanmar, conosciuta anche come Birmania

La leader eletta democraticamente Aung San Suu Kyi è agli arresti. E le truppe del dittatore stanno facendo stragi tra i manifestanti.

È una guerra fratricida! Uno stato d'assedio violento e sanguinoso imposto da un bieco dittatore e generale dell'esercito nazionale Min Aung Hlaing. La violenza non si ferma con le parole e i buoni intenti, l'ONU deve intervenire immediatamente con ogni mezzo a disposizione per evitare la crocefissione del popolo birmano. Ché, in questo caso è il Cristo in croce; un popolo in lotta per la difesa della sacralità dei diritti civili!

sabato 15 agosto 2020

verso il referendum del taglio dei parlamentari

20 e 21 settembre siamo chiamati a decidere alcuni aspetti della democrazia. In alcune regioni e comuni si vota per eleggere le rappresentanze popolari e in tutta Italia si decide se ridimensionare il numero di deputati e senatori della Repubblica.



Le considerazioni da fare sarebbero lunghe e articolate, cosa impossibile da buttare su una pagina del blog.

L'analisi che dovremmo fare tutti è semplice:

a) serve delegare in ogni ordine e grado sociale persone che sono espressione di partiti e clan vari senza una adeguata e attenta presenza dei deleganti?

b) davvero la democrazia è in pericolo se si riducono i numeri degli onorevoli?

Beh, allo stato dei fatti e visto l'enorme pressapochismo dei rappresentati istituzionali che ci rappresentano nei vari gradi e uffici preposti dalla e per la democrazia, la risposta sarebbe univoca e assoluta. Ma voglio spezzare ancora una lancia nei confronti dei “rappresentanti” per rispetto dei ministeri in cui siedono e per rispetto della democrazia.

Non guardo nei loro cv per sapere se hanno lauree o onorificenze, queste possono essere regalate e comprate.

Non pretendo da loro freddi calcoli per risanare conti pubblici e casse previdenziali, anzi li escludo categoricamente!

Gradirei, piuttosto, che avessero un cuore collegato al cervello, che dicessero meno cazzate per accalappiare cani randagi del pensiero utilitaristico personale.

Vorrei non vedere più gente di merda che urla contro l'altro additandolo come il nemico e la peste sociale da debellare.

Mi farebbe piacere vedere un'assise di persone per bene che prima di badare alla propria pancia vedesse i bisogni degli altri. E non cercare sempre uno capro espiatorio per giustificare le proprie meschinità anche davanti all'inqualificabile azione arraffatrice di fondi pubblici destinati al welfare.

venerdì 29 maggio 2020

Aspetti dell'ovvio al tempo del covid19

Gli esperti dicono che il virus covid-19 ha perso carica, è mutato e si è indebolito. Non è micidiale come nella fase 1. Ancora non sanno darci spiegazioni in merito e perché abbia attenuato la carica mortale. Al momento sembra essersi ridotto il tasso di mortalità dei contaggiati e del contaggio a quasi un semplice raffreddore stagionale. Così dicono!

Suppongono, sempre gli esperti, che la mutazione sia dovuta al caldo e all'uso delle mascherine. Boh...
Non so a voi ma a me succede sempre, dopo avere indossato la mascherina intonsa nella confezione sanificata, altrimenti non mi è consentito usare alcune esigenze sociali per approvvigionamenti, che si irriti la gola. Il fastidioso effetto mi perseguita per un bel po' di tempo.

Intanto i dirigenti nazionali e locali pensano a come rilanciare l'economia e a mantenere alto l'allarme contro il nuovo flagello.

Le notizie si rincorrono. Da ogni angolo del mondo arrivano notiziari più o meno allarmanti. Quasi tutte le notizie hanno un minimo di catastrofismo, altrimenti non tengono desta l'attenzione degli utenti.
Dalla euforica versione trumpiana contro i nemici cinesi, associata alla misura che anticipa di voler adottare nei confronti della piattaforma social di twitter colpevole di avere censurato alcuni suoi messaggi, un po' eccessivi nella forma secondo i dettami sociali, questa la motivazione di twitter, e spostando l'attenzione qui da noi, in Europa, la strategia non si discosta affatto.
Per tenere desta l'attenzione del branco c'è bisogno di un nemico. Un nemico da dare in pasto all'opinione pubblica: virus o persone; razze e metodi di combattimento: terrorismi da riscaldare!, psicologici, inventati, manipolati!

Sembra che la pandemia e le relative disfunzioni create dagli eventi connessi, in cui, l'uomo, col suo pensiero alimentato dall'ego e la sua brama di possesso che lo rende in assoluto artefice di ogni sfacelo sociale, non sia bastato.
I gruppi d potere hanno cancellato le paure e le logiche spartitorie che hanno messo la sanità pubblica in ginocchio. Non parlano più di welfare. Di giustizia sociale. Di esigenze sociali che accomunano tutti.
Loro, i saggi, conoscono e comprendono i meccanismi del gregge; sanno come pilotarlo. Come rabbonirlo. Tenerlo caldo. Con la paura dell'uomo nero, del babbauh.

venerdì 24 aprile 2020

Siamo tutti nello stato borderline

Parole.

Vuote e inutili parole. Dannose e fuorvianti le parole scritte o sussurrate, persino urlate nei canali mediatici sui quali discutono e discutiamo. Anche i sentimenti sono scaduti a puro esercizio di retorica.

Ci si indigna per le esternazioni di uno sclerotico volutamente reazionario che non sa fare funzionare l'intelletto nel verso giusto però non perdoniamo a familiari e amici, conoscenti e vicini di casa le futili incomprensioni che possono nascere durante il cammino comune. E, cosa ancora più assurda e indecorosa: lasciarsi abbindolare dai mercenari della parola. Oratori e scrittori abili. Conoscitori delle trame e dei segreti delle fragilità umane. Venditori di fumo che sanno come toccare le corde degli idioti; dei frustrati.


Gentaglia che intesse rapporti d'affari con chiunque. Indistintamente! Purché ne tragga profitto.

Non me la prendo con chi, sofferente per la miseria economica o intellettuale, si trova in stato di bisogno attanagliato dalla povertà vecchia e nuova scaturita fresca dalle abitudini ultime e dalle imposizioni adottate, gioco forza, dall'emergenza coronavirus.

Me la prendo con chi ha facoltà di intendere e poter fare qualcosa per arginare la deriva culturale a cui sembriamo essere destinati e non muove un dito. Non un cenno. Neanche un'alzata di sopracciglia! E lascia che soggetti immondi manovrino trasmissioni televisive dai grandi ascolti in funzione dello share.

La funzione socializzante educativa manca.


Abbiamo sotterrato sotto spesse croste di egoismo l'empatia, ove mai ce ne fosse stata in alcuni. Abbiamo corazzato le menti. Le abbiamo rese forti. Voliamo materialmente in poche ore da una parte all'altra del globo e ancor più con le immagini e le parole.
Per ottenere ciò abbiamo eliminato le zavorre. Abbiamo reciso i legami affettivi... e queste sono le conseguenze:
presidenti di nazioni importanti che si arrogano diritti impensabili per le democrazie evolute e “suggeriscono” oscenità agli scienziati...

ciarlatani che consegnano ai servi sciocchi del potere e alla propria vanagloria di megalomani i destini degli ultimi

mercoledì 22 aprile 2020

Privacy e coronavirus

C'è ancora chi crede alle favole?


Sembrerebbe di sì! Nonostante il marciume mediatico che catechizza gli ingenui. Eppure, volendo, le fonti serie non mancano. Anzi abbondano, persino nel web dove ogni click semina cookie, spie infettanti e traccianti delle nostre ricerche, virus invadenti che catalogano e mettono in pila i nostri interessi, le curiosità.
Le abitudini di naviganti internauti sono pane e linfa vitale per i siti che raccolgono, schedano i dati di chiunque passi a visionare un prodotto. Gli affari adesso si fanno nel negozio virtuale e la fonte di guadagno siamo noi e le nostre abitudini che pesano forse più dell'oro.

Tranquilli! Siamo tutti tracciati. Controllati fin dalla nascita dai canali istituzionali canonici, ed è giusto che sia così in una società organizzata.

L'anagrafe comunale è un servizio pubblico. In questo ufficio c'è la storia dei censiti. E poi ci sono i permessi che fanno capo ai servizi dell'ordine pubblico. I permessi di caccia e porto d'armi. Passaporto e ufficio immigrazione.

Tessera sanitaria. Stato di esistenza in vita. Certificati di famiglia, di residenza; patente; e la sequela delle carte di credito senza dimenticare quelle che davvero sono ritenute nei fatti “ricerca di mercato”, ovvero le card rilasciate dalle grandi catene di distribuzione al pubblico di prodotti alimentari e high tech.

Le tessere associative di ogni genere da quelle culturali alle palestre, beauty farm etc.

Non dimentichiamo le piattaforme sociali che, paparazzi a parte che lo fanno per campare e spesso col consenso dei paparazzati, stuzzicano i pruriti dei guardoni e dei perditempo ignoranti.
Insomma che dire? Il nostro cammino non passa inosservato.


Siamo perennemente tracciati.

Perché ci ritraiamo come ricci davanti a una proposta governativa di usare una applicazione per tracciare i casi del covid19?

Google sa tutto di noi! Quanto dormiamo e che cibi preferiamo. Con chi chattiamo. Dove ci troviamo etc etc.
D'accordo: la privacy è sacrosanta! Ma purtroppo è corrotta da tempo. È andata in crash. E noi lo abbiamo concesso con una certa leggerezza. 

Il grande fratello ha vinto! basti guardare all'uso indiscriminato che facciamo dell'appendice telematica personale: il telefonino.

lunedì 20 aprile 2020

Pubblicità e potere mediatico

Strategie vincenti?
Messaggi espliciti. Subliminali. Fuorvianti. Consigli per gli acquisti. Pubblicità ingannevole. Convincente. Intrigante. Vi sono vari e illimitati aggettivi per definire la qualità dei messaggi pubblicitari.
Le correnti di pensiero sono divise.
Nei fatti la pubblicità è un mezzo per veicolare interessi e prodotti di largo consumo e tanto più serve allo scopo se centra l'obiettivo ed è condizionante nella scelta e nello smercio dei prodotti pubblicizzati.

Ritenuta, quindi, un mezzo per pilotare un prodotto e invogliare gli utenti ricettori all'acquisto, il dato squisitamente etico e colloquiale evidenziato nel messaggio pubblicitario è di secondo piano, spesso volutamente.  La scelta è obbligata dalla strategia di mercato!

La pubblicità, esclusa quella prettamente sociale che tende a svegliare le coscienze, non mira univocamente al ruolo “etico” ma, principalmente, a “piazzare” il prodotto ai primi posti nella classifica delle vendite. Viene da sé che, questa forma di linguaggio collettivo seguendo regole commerciali e utilitaristiche ben tracciate deve obbedire alla dura legge del mercato e di chi se ne per interesse.
Il gioco delle ambiguità; il detto e non detto; le promesse e la possibilità di vincere un premio sono alcuni dei presupposti costruttivi del prodotto che dovrà e deve circolale negli occhi e nella bocca di più quante persone possibili. L'importante è che se ne parli! Solo così il bene di consumo è virale: vincente!


Ammiccamenti. Strategie e loghi.


Vince chi ammicca con convinzione. Nella società. In politica. E nel campo della cultura, in ogni campo, vince sempre chi sa circuire glia astanti. Chi sa intuirne sentimenti e provocazioni. Chi dice ciò che i ricettori dei messaggi parlati o mimati, scopiazzati con abilità e riproposti come pensieri propri, vogliono sentire.
Il logo riconduce all'origine del pensiero il prodotto enfatizzato. Il logo è lo sponsor ufficiale, il padrino ideale!
I cenni d'intesa hanno poteri immensi in società. Ammaliano e mietono consensi fanno proselitismi e vittime.

I messaggi pubblicitari sono la quintessenza della comunicazione persuasiva contemporanea.
La Pubblicità attraverso i vecchi e nuovi media inquina i canali sensoriali di ognuno di noi e ci cattura.
Le nostre ricerche, gli interessi culturali o di mercato che facciamo su internet tracciano abitudini e seminano cookie nel nostro computer.

La comunicazione massiva affissa sui muri delle città e lungo le carreggiate, quella postale, quella dei coupon della grande distribuzione che enfatizza prodotti hi tec, abbigliamento, sport, elettronici, alimentari lasciano in noi dei messaggi subliminali che all'occorrenza riaffiorano e ci convincono all'acquisto di un determinato prodotto piuttosto che un altro.

La pubblicità è l'anima del commercio! Recitava una una clip di qualche decennio addietro.

La traccia è indelebile. E riaffiora nel momento della scelta. Più è granitica e più è vincente.


martedì 14 aprile 2020

Virus e ecosistema, contaminazioni e alimenti

“Non ho fatto le scuole esagerate” Ciro lo diceva in napoletano e, com'è noto, la cadenza napoletana rende l'espressione simpatica. “I' nun aggiu fatt'e scole esagerate..”.

Questo era l'intercalare di un ex collega quando si trovava davanti a una questione leggermente superiore alle sue conoscenze. Aveva fatto le scuole medie arrancando come quelle macchine che, sfruttate al massimo, si trovano ai piedi di una salita ripida e la devono scalare. Non era impossibilitato dal punto di vista intellettivo, anzi, in alcuni argomenti pratici era abbastanza ferrato. Il suo limite era la teoria. L'elettronica non era il suo forte neanche a imboccargliela col cucchiaio.

Non ci vuole un'arca di scienza, come si suol dire, per ricordare lo schema elementare che forma la catena alimentare del nostro pianeta e rispettarlo.

L'ecosistema. Questo in/visibile miracolo che permette agli esseri viventi di potere continuare a sopravvivere è corrotto dalla vorace azione dell'uomo.

Allevamenti intensivi e colture pompate con organismi geneticamente modificati fatti crescere in modo abnorme somministrando prodotti industriali e farmaceutici discutibili e, comunque, tutti disapprovati dalla ricerca scientifica etica, sono all'origine delle maggiori malattie che aggrediscono gli organismi viventi.

La sperimentazione avviene nel tempo.

Buono o non buono. Salutare. Provvidenziale, in base alle mode del momento oppure nocivo nel medio e lungo termine, non ha importanza. Conta il progetto economico mirato all'esigenza del mercato alimentare e al soddisfacimento della richiesta anche questa pilotata dalla pubblicità martellante o subdola dei messaggi subliminali.

Alcuni studi dimostrano da tempo che gli allevamenti intensivi producono più danni che benefici. Non a caso l'inquinamento maggiore ammanta le aree contaminate dalla presenza eccessiva di mega-capannoni industriali dove sono ammassati animali di piccola, media e grande taglia.
In queste zone la produzione di gas, percolato e ammoniaca, è sopra i livelli di guardia.

Antibiotici.
Il problema della resistenza ai farmaci è stato da tempo segnalato dalla medicina. Più vengono usati, più gli agenti patogeni si evolvono per resistergli, più diventa difficile per i ricercatori crearne di efficaci. Sono state lanciate molte campagne di comunicazione per limitare l’uso degli antibiotici, ma il problema è che la maggior parte viene utilizzata negli allevamenti intensivi per evitare malattie e perdite in termini economici.
Solo in Italia si calcola il 70% sul totale venduto. E proprio dagli animali si trasmettono agli umani molti dei virus letali che hanno riempito le pagine di cronaca degli ultimi anni e giorni.
L’antibiotico resistenza è diventata una vera e propria priorità di sanità pubblica a livello mondiale.
E il covid-19 è l'ultimo esemplare di virus con cui dobbiamo fare i conti.
Conti salati e penosi.
Il conteggio dei morti è ormai una cantilena che si ripete in tutti i notiziari.

sabato 11 aprile 2020

Valanghe di denaro, malaffare e ...

Scorrendo le pagine del “rapporto” tra malaffare, colletti bianchi, politica e 'ndrangheta descritte da Gratteri e Nicaso in “Padrini e padroni” i numeri sono da paura.


Anno dopo anno una montagna di denaro accumulato disonestamente dalle organizzazioni malavitose contagia la società e la condiziona.
La corsa al guadagno facile e sicuro fa parte della filosofia di vita della gente priva di scrupoli. La manovalanza criminale tenta il grande salto e a volte ci riesce. Chi detiene il potere reale, però, sono le famiglie storiche della consorteria 'ndranghetista.

La 'ndrangheta condiziona gli affari. I rapporti istituzionali. Piccoli e grandi imprenditori. Amministratori locali e politica nazionale. Nessuno è fuori dal flusso di denaro sporco.

Riciclaggio e lavaggio dei proventi sporchi fanno gola a molti e arrivano anche in Germania checché ne dica “DIE WALT” la testata che ha teorizzato il NO alle nuove norme di aiuto comunitario all'Italia motivandole con l'infiltrazione della 'ndrangheta nei meccanismi dello Stato.

Gli autori della cronaca narrano di somme inimmaginabili che fanno ubriacare. Ma tracciano anche il sottobosco narrativo antropologico e mentale in cui avviene tutto ciò.
C'è degrado! Dovuto a mancanze e disattenzioni di vecchia data. Soprusi subiti laddove l'assenza dello Stato è motivata stando alla dichiarazione d'intenti delle parti sociali e istituzionali contaminati dal potere deviato. La colpa è degli altri, dicono facendo proseliti, di quelli che non si prendono cura delle esigenze primarie dei deboli. Vuoi mangiare? Vuoi farti una famiglia? Allora ti devi fidare di noi!
In questo clima cresce il malaffare. Povera gente presa per fame. Ricattata dalle necessità quotidiane. Gente che per campare, e non vuole essere una scusante, china la testa e fa finta di non vedere. Lascia che a gestire la cosa pubblica siano altri. Magari si vende il voto.
Comunque sono tutte teorie immotivate.

Immotivate perché prive, tutte le motivazioni, di fondamenta strutturali e logistica. Culturali! Ma dov'è la cultura in una comunità che è alla fame?
Intere aree geografiche lasciate sole, isolate dal contesto globale cognitivo, purtroppo piegano la testa. E qui necessita un gesto di riscatto. L'intervento dello Stato è necessario. Non con fiumi di interventi restrittivi o sovvenzioni a pioggia ma con la giusta attenzione verso la massa silenziosa e debole (lavoro, scuola, socialità creative e partecipata) e, nel contempo, con l'isolamento delle famiglie dedite al malaffare note agli organi investigativi dello Stato.

mercoledì 8 aprile 2020

Operatori del s.s.n. lavoratori o eroi?

Lavoratori abbandonati a sé stessi non eroi! Questa è la dizione giusta. 

Non sono eroi i lavoratori del comparto sanità. Eroi si è per altre azioni. Azioni in cui si rischia la vita per empatia e non per esigenze contigue createsi per inadempienza o dabbenaggine. E qui siamo davanti alla punta nascosta dell'iceberg formatasi egli anni dalle decisioni sbagliate della politica manovrata dalle lobby di potere.

Che poi i lavoratori attuano, deontologicamente, con rigore e serietà le giuste prassi per portare a termine nel modo più congruo le ore di lavoro in sintonia alle mansioni di ognuno, questo è gioco forza. Lo dimostrano le immagini della oss della casa di cura colpita dal virus e dalle sue parole rotte dal pianto.

Assurdo. Inumano chiedere di più al personale medico sanitario di tutta Italia. Mancano gli ausili? Che questo episodio rimanga tale! Appunto, un episodi sporadico.

 I dirigenti politici e amministrativi devono farne ammenda e programmare misure idonee affinché non accada mai più. Perché è vomitevole vedere mascherine fai da te assemblate coi salva-slip delle donne. O ipotetici e improbabili caschi dal riciclo di bidoni di plastica . Va bene che siamo un popolo di creativi ma quando necessita un ausilio serio specialmente in ambito sanitario che salva la vita non si può e non si deve delegare alla creatività dei singoli operatori sanitari.

Non eroi ma lavoratori costretti a espletare le proprie mansioni con ausili improvvisati. E per questo è da premiare l'appassionata propensione al lavoro svolto cui sono chiamati a espletare nonostante tutto.


martedì 7 aprile 2020

In bocca al lupo Boris Johnson

Boris Johnson non è l'uomo forte che si credeva. Lui con una propagazione più severa e senza le accortezze riservategli l'immunità di gregge lo avrebbe fatto secco come quegli ultimi, anziani, immunodepressi, barboni e poveri del mondo rimasti stecchiti per strada e seppelliti in fosse comuni.

Ha fatto clamore La foto dei poveri senza una fissa dimora messi tra gli spazi a strisce bianche di un parcheggio in USA. Giusto lo spazio che occupa una automobile per i barboni! Questo il concetto di solidarietà liberista di Trump. Che all'inizio non credeva fosse una bomba sociale il virus covid-19.

Poi, come sa fare lui, davanti alla catastrofe se l'è presa con i cinesi. Ma non è il caso di rivangare! Trump è così. Vanesio e tuttologo. L'uomo forte che non deve chiedere mai! come si diceva in una vecchia pubblicità.

E boris Johnson? Anche lui invitava a mettersi l'animo in pace e aspettare l'onda alta del virus così da infettare quante più persone possibile e innescare quello che in natura si chiama “immunità di gregge”. Vale a dire che i deboli scompaiono e restano i più forti geneticamente. E poi. È toccato proprio a lui fare parte di quella metà del cielo debole. Ma lasciamo perdere. Auguriamogli una pronta guarigione e un presto ritorno sulla scena politica. Chissà che la brutta esperienza non gli abbia migliorato qualche neurone e magari diventi più accorto e sensibile nei confronti di quanti hanno bisogno di solidarietà e attenzioni sociali particolari.

In bocca al lupo!

Mascherine protettive e file cosa c'è da sapere

Sul piede di guerra.

Le forze dell'ordine, polizia, carabinieri e polizia municipale presidiano la città. La pandemia ha indotto i sindaci e le istituzioni a reprimere “i furbetti” che non riescono a stare a casa e le provano tutte pur di uscire e fare quattro passi.
Può capitare, per questo motivo, che anche chi è costretto ad uscire per improrogabili esigenze di salute incappare in uno degli innumerevoli posti di blocco disseminati lungo le vie della città.

Catanzaro non fa eccezione.

Stamane le file davanti ai supermercati si sono fatte lunghe e pur nel rispetto delle distanze prescritte dal dpcm emanato dal governo formavano un serpentone fatto di carrelli vuoti e persone mascherate in attesa del proprio turno d'ingresso. Ma quanti conoscono il modo corretto per non contaminare o essere contaminati anche indossando le mascherine?
Ecco un esempio delle caratteristiche tecniche e scientifiche della famose mascherine:


a prescindere dagli ausili protettivi è buona opzione non uscire, stare a casa in ambienti protetti e igienizzati perché ovunque c'è gente in fila.

L'azienda sanitaria locale e la farmacia, quale presidio medico sanitario, non fanno eccezioni. In fila nel piazzale dell'ASP di Catanzaro lido coi numeri attaccati con lo scotch al portone d'ingresso. E in fila davanti alla farmacia. Cosa già nota anche prima della pandemia e delle restrizioni governative.

Insomma il covid19 o sars2 come la si vuole identificare ha condizionato e stravolto le nostre attività. … ma la guerra è bella anche se fa male e torneremo ancora a cantare, a far l'amore con le infermiere la la là Generale dietro la collina ci sta la notte buia e assassina...

Siamo in guerra contro un nemico invisibile quindi stiamo in trincea. a casa! ascoltiamo musica, leggiamo, disegniamo, coloriamo, raccontiamo storie ai bambini, impastiamo aspettando tempi migliori

mercoledì 18 marzo 2020

Perché un nickname

Pseudonimo. In italiano si dice pseudonimo mentre nel web dove sono in auge i termini in inglese si dice nickname.

Lo pseudonimo si è sempre utilizzato, si è impiegato in letteratura per nascondersi dalla censura ma anche per modestia oppure, semplicemente, per mantenere una certa riservatezza, o privacy, per restare in tema e al passo coi tempi.

Personalmente lo uso perché mi è stato insegnato che mantenere un profilo basso è indicato per evitare distrazioni in chi legge. Per e negli interlocutori è meglio spronare l'immaginazione durante la lettura specialmente in un momento come quello presente in cui tutti sperano di avere visibilità interstellari, per evitare distrazioni e potersi confrontare sul piano intellettuale senza pregiudizi.

Il chiasso mediatico che spesso si sviluppa sui social, specie il pettegolezzo che si alimenta alle spalle dell'ignaro bersaglio, verte a delegittimare i pseudo avversari. Sì, per le menti meschine non c'è arma migliore che attaccare alle spalle. Per loro è l'unico modo per aprire varchi e farsi strada in qualsiasi campo.

L'onestà intellettuale invocata è uno scudo alla loro meschinità. Alla loro pochezza di uomini e-o donne. Alla loro miserevole esistenza di “persone che si sono fatte da sole”.

Self-made person's.

Quanta cattiveria e quanto male hanno disseminato per raggiungere il posto in cui si trovano?

Certamente le persone che si son fatte da sole non hanno usato pseudonimi. Loro hanno messo in primo piano il proprio cognome e nome e anche il casato, gli amici influenti reali o presunti.

Come? Sono pochi?
Noo! Non sono pochi! Io ne ho incrociati moltissimi sulla mia strada. Nessuno ha avuto “l'onestà intellettuale” di controbattere analisi che, nel mio piccolo, ho azzardato per amore culturale e passione sociale. Tutti hanno sorriso. Ammiccato. Stretto mano e abbracciato. Ho dialogato e scritto senza alcun ritorno personale e economico. L'ho fatto perché attratto dal momento. Ho contestualizzato intime sensazioni suscitatemi da eventi culturali, esposizioni d'arte. Musica e spettacolo, arte, bellezze naturali. Davanti ai quali la commozione mi ha tolto il fiato.

Ho esternato e lo rifarei anche per coloro i quali non hano saputo apprezzare la spontaneità... la vita è una lotta. E questo tipo di lotta la lascio volentieri agli altri.

Buona vita!

venerdì 13 marzo 2020

Io resto a casa e sono sereno

#iorestoacasa

L’ultimo dpcm del governo invita tutti a restare in casa così da fronteggiare meglio il virus influenzale che sfocia in una broncopolmonite mortale nelle persone immunodepresse.

Allerta rossa! In Italia non si può uscire di casa se non per motivi validi e necessari quali recarsi dal medico, in farmacia, fare la spesa, portare il cane a fare i bisogni e … basta!

Da quanto si apprende dai social pare che la maggior parte delle persone sia entrata in crisi.

Rimanere forzatamente a casa per molti è risultato un danno emotivo da tenere sotto osservazione.

C’è tanto lavoro per psicologi e psichiatri.
Se si pensa a quella moltitudine di senzatetto. A quanti non riescono a mettere insieme il pranzo e la cena. A tutte quelle persone che devono fare scelte drammatiche quali comprare le medicine o pagare le bollette. Ecco se si pensasse alle costrizioni imposte dal sistema socio-economico che lascia indietro una fascia sociale debole tutte 'ste menate non le faremmo!

Ecco, per esempio, proviamo a pensare a chi sta peggio davvero. E non menarcela come se dovessimo andare in un campo minato, costretti dalla forza bruta e sminare il percorso perché deve passare il padrone del mondo.

Personalmente ritengo che sia un piacere poter stare a casa. 
Dedicare tempo agli affetti. Cucinare per loro. Dialogare. Leggere un libro. Ascoltare musica. Vedere un film o giocare. Insomma dedicare un po’ di tempo a sé stessi e agli altri componenti che formano la famiglia.
Il momento esige cautela nei rapporti interpersonali. Si raccomanda l’uso della mascherina per proteggere le prime vie respiratorie; la distanza tra le persone di almeno un metro. Evitare gli assembramenti e i posti affollati. Ma è consentita una passeggiata.

E allora godiamocela ‘sta imposizione! Prendiamola come una opportunità. Un regalo per conoscerci meglio. Un invito all'introspezione. Un’opportunità per riappropriarci dei valori reali, quelli che contano e che fanno dell’essere umano un soggetto pensante degno del suo stato. Essere solidali davvero. E non “sfruttare” il momento “coronavirus” come un’opportunità per mettersi in mostra. Stare sotto i riflettori mediatici per avere distribuito mascherine o mantenuto i prezzi delle medicine secondo la prassi commerciale imposta dal ssn.
Non ci sono eroi! Le persone veramente di cuore compiono azioni e gesta clamorosi per alcuni ma normalissimi per l’educazione ricevuta che le spinge a spendersi per il prossimo e fare ciò che fanno nel silenzio.
Io resto a casa!, e sono serenamente fiducioso che questa prova serva a migliorarci.

giovedì 2 gennaio 2020

monopattini elettrici, Rienzi contro

 

 

Paragonare e assimilare i monopattini elettrici alle biciclette per Rienzi è pari ad una catastrofe per la viabilità e la sicurezza stradale.


E sì! Il nuovo terrorizza. Ma pare che Rienzi non abbia valutato, a causa del panico che l’induce a dire il contrario e trovare cavilli alla legge in questione?, quanto bene farebbe una mobilità intelligente specie nelle grandi città laddove si impone il fermo o la circolazione a giorni alterni delle automobili per limitare i danni da smog.

Partendo dal presupposto e date per buone le notizie scientifiche sulle condizioni climatiche impazzite a causa dell’eccessiva emissione di gas serra, incentivare la circolazione dei monopattini elettrici è una mossa intelligente! E certamente non si incentiva nessuno se si iniziano a mettere lacci e lacciuoli ai potenziali utenti che guardano con positività ad un mezzo di locomozione snello, poco impegnativo nel trovare un parcheggio e tutto sommato veloce per coprire piccole distanze urbane.

Odiosi balzelli a parte come le assicurazioni e le altre imposizioni economiche connesse all’uso dei locomotori privati che spesso risultano infondate nella gestione della sicurezza e nella tutela della propria e altrui incolumità, il codacons e quindi, Rienzi farebbe bene a tutelare davvero i consumatori, dimostrando fiducia sulla corretta e responsabile condotta di guida in generale e nello specifico invogliare il governo a trovare meccanismi economici incentivanti.

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