lunedì 24 gennaio 2011

conoscere la Calabria


©archivio M:Iannino
il terzo guerriero (bozzetto)
Mettiamoci comodi. Immaginiamo di essere seduti davanti al camino, d'inverno. Fuori il buio avvolge la campagna, gli alti e robusti castagni sonnecchiano sfiorati dal vento fresco. Il pastore, vigile, con l'orecchio teso, pronto a prevenire l'assalto del lupo e scacciarlo con colpi caricati a sale, osserva il cielo stellato. pensa al lavoro impellente, alla mungitura e alla lavorazione del latte; al luogo dove portare la mandria al pascolo, mentre la moglie prega e rivolge la mente a Dio e ai suoi servi che ha voluto mandare nei luoghi sperduti della Calabria per alleviare ferite ataviche.

Come quando si è piccoli, con parole semplici ma cariche di affetto, raccontiamo episodi di cultura contadina, misticismo, folklore, cultura contemporanea, paesi.

Parliamo di persone che sono rimaste in Calabria, per scelta o necessità, comunque, convinte che serva l'improcrastinabile impegno di ciascuno di noi per risolvere problemi atavici legati alla durezza dei luoghi.

Parliamo  di noi calabresi e no, del rapporto col resto del mondo se vogliamo davvero contribuire alla crescita e contrastare quanti vogliono affossare la nostra bella terra sfruttando il giogo dell'ignoranza amplificato dai "sentito dire" arricchendo i loro discorsi con la delazione e i luoghi comuni, bandendo, però, piagnucolii e autocommiserazioni, per porgere e evidenziare con determinazione le positività presenti sul territorio regionale.

Parliamo, insomma, di quanto accade d'avanti a noi. Osserviamo i fatti a ore 12 e li esponiamo con estrema onestà intellettuale per testimoniare quanto di buono è stato fatto e pungolare per quanto ancora si può fare.

Parliamo di:
©archivio M.Iannino
"tempi" mario iannino
Cucina mediterranea e sapori di Calabria.  
Calabria mistica ,attraverso l'esempio di Natuzza Evolo e fratel Cosimo Fragomeni.
conosciamo Percorsi culturali, luoghi, paesi e artisti.
nonché Costumi e società. dalla Magna Graecia ai bretti, fino ai giorni nostri.

se questi sono uomini...

È ormai risaputo: l’Italia detiene il primato della classe politica più ballerina che possa esserci al mondo. E se negli altri stati basta una gaffe o una semplice scappatella per dimettersi da poltrone di potere qui da noi è l’opposto. Più punti si raccolgono con azioni riprovevoli e maggiore è la stabilità governativa.
Nulla di nuovo, quindi!
La cosa strana è che pare si siano stracciati alcuni articoli fondamentali della Carta Costituzionale e ancora si assiste ai balletti di palazzo: si deve dimettere, ha calpestato l’art. 54; no dimetti tu! No no lui no! È il più amato dagli italiani. Il popolo lo vuole, lo dicono i sondaggi! Nel transatlantico di pasoliniana memoria i balletti continuano a suon di valzer, appassionati tanghi e sberleffi che entrano dalle finestre semichiuse mentre l’ultima scialuppa di salvataggio affonda tra i mari tumultuosi delle disparità sociali col beneplacito delle opposizioni che per mascherare l’inettitudine fanno finta di litigare o impedire flebilmente il perpetrarsi dell’agonia berlusconiana.

domenica 23 gennaio 2011

Questione morale, da Stefania Craxi a Totò Cuffaro

È davvero deprimente una politica così! Sviluppata e asservita per magnificare gli uomini di potere. Quegli uomini o donne che avrebbero dovuto curare gli interessi della collettività ma hanno ritenuto opportuno curare i propri interessi piegando ai propri voleri o a quello dei partiti la dialettica politica in atto nelle democrazie.
Noi cittadini assistiamo a molteplici gesti di arroganza eseguiti da chi dovrebbe lavorare per migliorare i rapporti e la cultura dei cittadini e delle istituzioni.

A parte la bagarre politica incentrata tutta sui poteri del premier e della sua impunibilità per procedimenti che non hanno niente a che vedere col suo mandato ma che sono legati a espedienti di basso livello e che non voglio neanche accennare giacché riempiono le pagine di tutti i giornali nazionali e stranieri e fanno perdere la faccia a tutti gli italiani, l’ultima imposizione forzata da parte di una rappresentante della Repubblica Italiana consiste nella cerimonia della piazza di Lissone al padre defunto: Bettino Craxi.

C’è da chiedersi: a chi serve imporre o dedicare il nome di una strada a una persona che non raccoglie i consensi degli abitanti della zona e del paese?
Cittadini che hanno subito ribattezzato la piazza in onore di Sandro Pertini, indimenticabile uomo politico del partito socialista italiano, partigiano e Presidente degli italiani..

Non si meraviglino, questi signori se i cittadini si allontanano dalla politica e ritengono di non dovere concedere loro fiducia!

Altro avvenimento toccante, di tutt’altra natura, è risultato l’episodio odierno dell’ex governatore della Sicilia Cuffaro; il quale, sentita la condanna dei giudici si è consegnato nelle mani della giustizia dopo avere atteso, raccolto in preghiera insieme alla famiglia, il verdetto, confidando e affidandosi alla Madonna senza inveire contro i giudici o la magistratura ma dichiarandosi fiducioso.

sabato 22 gennaio 2011

la modestia dei grandi, qualità in disuso

©mario iannino
m.iannino, 2010; sottovuoto

Troppi artisti in giro ma l’arte dov’è?


Mi riprometto sempre di non dare peso a certe decorazioni dozzinali, definite con facilità da altri, arte, e trattare certa decorazione come puro hobby, d’altronde ho sempre asserito che l’attività creativa è principalmente una condizione ludica e, contemporaneamente, intellettuale; che rivisita il vissuto individuale e collettivo; ma sembra che tutto cospiri contro la mia volontà. Da ogni dove la mediocrità intellettuale salta il fosso della ragione critica: pittori della domenica, studenti liceali o dell’accademia, piuttosto che trovare gioia e sollievo dall’attività ludica, si sentono artisti consacrati non appena giocano con la figurazione, il gesto, i colori. Gente, questa che presta il fianco agli avventurieri del web ma anche ai vecchi mercanti della sottocultura iconica. Insomma cadono nella rete di un mondo mercantile pieno di persone disinvolte che definiscono con estrema facilità arte un bel dipinto lisciato, un bimbo con le guanciotte rosa e la lacrimona, la donnina stilizzata, le chiazze di colore che ricordano vagamente Mondrian o l’astrattismo in generale purché ricavino qualcosa.

Sia ben chiaro: non c’è nessuna intenzione di denigrare o demotivare chi si diletta in pittura, attività consigliabile a chiunque voglia ritrovare se stesso e intende conoscere i linguaggi dell’anima di tutti i tempi, anzi, tutt’altro! L’analisi vuole evidenziare che c’è una diffusione disordinata di quadretti decorativi immessi sul mercato con costi esorbitanti e c’è un altrettanto mercimonio esponenziale di pseudo artisti che cavalcano la disinformazione con l'aiuto di furbi mercanti per cavare sangue dalle rape e inventano percorsi culturali ad hoc anche per i neofiti in preda alla smania di comparire e essere presenti anche laddove necessita una sensibilità superiore. Sensibilità in antitesi alla cultura dominante contemporanea che aiuta a crescere; proporre e indirizzare quanti hanno lavorato, se hanno lavorato e osservato, sondato ogni aspetto semantico dei linguaggi dell'arte visiva, così da offrirli a coloro che ancora non hanno capito il vero senso e ruolo dell’Arte nella società.

venerdì 21 gennaio 2011

pregiudizi e ignoranza alla base dell'odio razziale o ideologico


Pregiudizi


Nell’immaginario collettivo e nel privato, l’idea che si forma nel tempo su un dato personaggio, un luogo, la storia stessa, è la summa dei vari messaggi verbali e visivi che implementano le esperienze dirette o indotte. Esperienze accumulate nella quotidianità, attraverso la pratica e il contatto umano se si tratta di persone attinenti le attività lavorative; oppure considerazioni superficiali se riferiti a conoscenti o personaggi pubblici.

Solitamente il substrato emotivo è composto di poche ma solide convinzioni: gli affetti; gli amici, i nemici e gli indifferenti. Stato, strettamente correlato ai risultati ottenuti o negati in seno alla società.
Nei rapporti interpersonali le sfumature: simpatico, antipatico, amico, nemico, saccente, presuntuoso, buono, cattivo, preparato, lavoratore, serio, vagabondo o fannullone, dipende dallo stato d’animo di chi le pronuncia e dall’ipotetica conoscenza altrui.
Luoghi comuni, sentito dire, il perdurare di notizie vere o presunte giocano ruoli importanti nella costruzione di sovrastrutture mentali specie se mirate a destabilizzare concetti etici. Per intenderci meglio: per cavalcare l’odio razziale basta creare un nemico e appioppargli nefandezze e oscenità immorali: lo zingaro ruba; i comunisti si mangiano i bambini; il negro è sporco; i turchi puzzano e via cianciando. Ora, sappiamo bene che non tutti gli zingari rubano e nessun comunista si mangia i bambini anzi vorrebbe, in sintonia con la sua ideologia, un mondo più giusto, ugualitario che non lascia indietro i poveri e gl’indifesi, che ci fosse una ridistribuzione più equa delle ricchezze e che il lavoro servisse a realizzare la parte sublime dell’essere. Eppure, c’è chi usa l’appellativo “comunista” come un epiteto e i ragazzi che non conoscono la storia e la letteratura socialista si spaventano al solo pensiero di incontrarne uno o dare la propria fiducia politica. Come già detto, le brave persone sono distribuite da una parte e dall’altra. Esistono brave persone tra gli zingari, i marocchini, gli ebrei, gli afghanistani, palestinesi. Coreani, italiani, cinesi. Ma anche no! Sta a noi sapere discernere il bene dal male, il buono dal cattivo, e riconoscere il saggio dal millantatore. Per essere certi di non sbagliare o quantomeno ridurre al minimo le possibilità di errori c’è un piccolissimo segreto: sgombrare la mente dai pregiudizi!

il profumo del potere, il fetore della delazione

Denaro, ovvero lo sterco del diavolo trasformato in potere.


Vuoi sconfiggere un nemico? Semplice! Basta mettere in giro notizie morbose che eccitano la fantasia delle persone; che fanno storcere il muso ai bigotti. Oppure schernire apertamente un rivale più bravo, una persona evoluta che non dà peso alle cattive dicerie popolane.

Ricordo anni addietro un fatto di cronaca che lasciò di stucco l’opinione pubblica:
Una bimba di pochi anni muore all’ospedale. Tra lo sconcerto e la disperazione dei genitori, i medici dicono, secondo una prima analisi sommaria, che la bimba è deceduta a causa delle violenze sessuali subite. Inizia la caccia al mostro che si materializza nella figura paterna. Il padre, infangato dalle accuse dei sanitari e dalla delazione costante dei mass-media, finisce in carcere, per essere scagionato dall’autopsia che scopre la vera causa del decesso: tumore nell’apparato genitale!

Penso a questo episodio ogni qualvolta sento parlare male alle spalle di chiunque.
Ma quando i fatti sono circostanziati, meticolosamente documentati, bèh, allora, fa davvero senso vedere dei difensori ad oltranza di cause perse sbracciarsi e inveire contro chi racconta episodi basati su constatazioni incontrovertibili, suffragati da testimonianze, intercettazioni e movimenti di denaro.

Denaro… già; che sia questa la parolina magica che associata al potere intrinseco riesce a trasformare il nero in bianco e viceversa?

mercoledì 19 gennaio 2011

qualunquemente: reality show

Albanese mi piace; però, contrariamente a qualche giorno addietro, ascoltare ora la colonna sonora di “Qualunquemente”, “Onda Calabra” brano riveduto e corretto da Albanese, ma scritto e portato al successo nella versione originale dal gruppo calabrese “il parto delle nuvole pesanti”, mi dà tristezza.
Eppure lui è sempre simpatico; pungente; irriverente. però, un conto è lo spettacolo teatrale e un altro il film ambientato in parte in Calabria. Un film che avrebbe potuto essere un buon volano pubblicitario per valorizzare luoghi e persone. Persone normali, gente di cultura e dello spettacolo, e alcune hanno partecipato e rafforzato la satira di Albanese. Però, ripeto, qualcosa si è incrinato...
D'altronde il momento che stiamo vivendo non è dei migliori e costatare che la realtà supera la fantasia è davvero un duro colpo per l’intelligenza umana.

Il “Cetto Nazionale” spavaldo e sicuro della sua immunità o impunità come dir si voglia sta lì a guidare il crocchio; sornione, afferma che questa è realtà politica … bèh, se è realtà politica…
No! Non mi fa più ridere!

È giunta l’ora di assistere a trasmissioni reali più consone! In sintonia con le esigenze del Paese e della gente.

Ovviamente l’esternazione non è indirizzata al film!
Il film dopo un breve lasso di tempo finisce. Piaccia o meno, male che vada, se non incontra il gradimento di chi paga per assistere alla proiezione, al massimo ad andare in fumo sono solo i soldi del biglietto.

Luca Sanna, ultimo martire in Afghanistan

Afghanistan: un altro volontario muore

La notizia diramata dall’agenzia giornalistica è la seguente:

''Siamo lì nell'ambito di una missione internazionale e verremo via quando lo farà anche il resto della missione internazionale. Finora la nostra risposta è stata questa''. E' quanto ha affermato stamane il ministro della Difesa, Ignazio La russa rispondendo, nel corso della telefonata a Mattino 5, ad una domanda su una possibile exit strategy adombrata ieri dallo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

La Russa ha ricordato che ''non spetta al potere politico fare la strategia militare. Io posso solo dare indicazioni - ha aggiunto - e nel corso della riunione con i vertici militari di ieri ho detto che occorrono contromisure adeguate. Credo che ci s’interroghi, come ha detto anche Berlusconi, sulla missione, ma penso anche che non tocchi a noi, in questo momento, vanificare lo sforzo di chi sta lì da tanto tempo''.

È vero, non spetta alla politica studiare le strategie militari, ma chi ha imposto “la missione di pace?” non è stata la politica di destra, quella che mostra i muscoli piuttosto che dialogare con gli avversari, a fiancheggiare le deliranti paure di Bush e le bugie di Blair, ex primo ministro inglese? E non sapeva, la politica, che la conseguenza logica di una scelta simile portasse morte?

Oggi, in virtù di quelle scelte scellerate un’altra giovane vita si è spenta ed è inutile andare a trovare cause e colpevoli. Lui, purtroppo e con estremo rammarico, fa ritorno a casa in una bara, accolto dal dolore enorme dei suoi cari. E poco vale per loro apprendere che chi l’ha ucciso indossava la divisa dell’esercito afghano.
Luca Sanna, militare di Samugheo di 33 anni, ha concluso la sua vita nella zona di Bala Murghab, nell’Ovest del Paese.
Sposato da appena quattro mesi, il caporalmaggiore Luca Sanna, dell’VIII Reggimento alpini, era partito a poche settimane dal matrimonio alla guida del suo plotone fucilieri della Brigata Julia e alla moglie Daniela, aveva lasciato una promessa.
«Quando torno, a marzo, facciamo un viaggio di nozze splendido», le aveva detto prima di partire per la nuova missione, la sua seconda in Afghanistan.

Originario di Samugheo, in provincia di Oristano in Sardegna, Luca Sanna viveva a Lusevera in provincia di Udine, poco distante dalla caserma degli alpini. La sparatoria che si è portata via la sua giovane vita è avvenuta alle 12.05 (ora italiana) nell’avamposto Highlander, controllato all’interno dai militari italiani e all’esterno da quelli afghani, a una decina di chilometri dalla base italiana di Bala Murghab.

martedì 18 gennaio 2011

lettera aperta a Marco Travaglio e non solo

Caro Marco Travaglio,
Casualmente ti ho incontrato facendo zapping col telecomando e mi ha colpito molto il tuo modo di trattare argomenti seri come il governo italiano nel contesto storico contemporaneo.
Devo dire che il tuo è un modo particolare di argomentare. All’uomo non contesti solo le azioni che a tuo modo di intendere sono sbagliate, ma associ difetti fisici e caratteriali. Non che a me faccia simpatia Berlusconi, Bush o l’ex primo ministro inglese che ora veste i panni dell’intellettuale e va in giro per il mondo a promuovere il suo libro, però, mi sento di dirti che trovo alquanto volgare sentire gli apprezzamenti che esaltano la fisicità dei tuoi nemici. Sì, perché per te di questo si tratta di nemici, altrimenti le tue argomentazioni starebbero sul tema politico, economico o sociale piuttosto che ricordare le marachelle di Silvio, che, ripeto, nessuno ama quando esagera perché rappresenta l’Italia nel mondo e quindi vorremmo vedere affiorare il buon esempio in ogni occasione.
E che dire dell’assioma che hai fatto tra lui, Mussolini, Hitler, che, sì hanno tenuto in ostaggio i loro paesi, l’Europa e il mondo con la seconda guerra mondiale e che sono stati osannati dai rispettivi popoli salvo condannarli alla fine dei loro imperi. In quest’occasione hai detto che però Mussolini era coadiuvato nel governo da grandi nomi della cultura ecc ecc, ma, ti chiedo, se fossero stati davvero grandi esponenti della cultura, come mai è successo quello che ancora stiamo pagando tutti? Libia compresa? Dove erano i filosofi, gli storici, gli umanisti che ora rompono i coglioni dai libri di scuola agli studenti quando Mussolini tradì gli italiani? Non erano nel suo governo? Eppure si guardavano bene dal contestare il Duce!
Ciononostante, è facile che si avveri quanto tu hai detto. E cioè che alla caduta di Berlusconi molti lo tratteranno come hanno trattato gli altri despoti che lo hanno preceduto; ma credo, e di ciò sono fermamente convinto, che non si possa gioire delle sconfitte, anche se queste cambiano il corso della storia. Ma si deve lavorare per cambiare il corso degli eventi in maniera seria durante la vita politica dei partecipanti alla querelle sociale, evitando di demonizzare la controparte. Se ciò non avviene, la colpa è di tutti quelli che salgono in cattedra a sentenziare e inveire istericamente sui rappresentanti dei mali piuttosto che lavorare affinché la cultura faccia il suo corso ed emancipi le menti, senza dimenticare che l’uomo si siede a pensare e discernere il bene dal male dopo avere ottemperato alle esigenze corporali. in poche parole non deve essere sottoposto a ricatti di nessun genere!, invece, i giornalisti, salvo quando non sono schierati a darsi battaglia perché le direttive dell’editore lo impongono, inseguono solo le notizie che fanno scandalo e che grazie alla voracità collettiva sui fatti ricoperti di fango aiutano nella carriera nel palinsesto e nei conti in banca.

vizi e virtù dei grandi uomini: l'orgia del potere

L’orgia del potere.
©archivio M.Iannino
courtesy: M. Iannino, 2010, caos,
ovvero, l'orgia del potere

Solitamente i grandi uomini a capo di organizzazioni politiche, aziendali o altro, sono caduti e continuano a cadere appena scoperto il loro punto debole.

La storia, ma anche la cronaca, ci insegna che basta trovare il tallone di Achille, vale a dire: la debolezza umana che tutti noi coltiviamo consciamente o inconsciamente e che può consistere in una distrazione o un eccesso dei vizi per cadere precipitevolissimevolmente dal piedistallo della gloria terrena.
Ai nemici basta osservare e sfruttare le cattive abitudini dei grandi condottieri per abbatterli e dissolvere come neve al sole i relativi imperi o organizzazioni.
Persino un boss come Al capone, noto gangster italo-americano, il cui vero nome è Alphonse Gabriel Capone che nasce nel quartiere di Brooklyn, a New York (USA) il giorno 17 gennaio del 1899, da genitori emigranti provenienti da Castellammare di Stabia a due passi da Napoli: la madre è Teresa Raiola, il padre, Gabriele Caponi, fa di professione barbiere (il cognome (Al Capone) è modificato presumibilmente per errore dall'anagrafe americana).
Al Capone, a modo suo aveva un certo carisma ed era amato dalla gente povera anche perché, nella storia di questo famigerato criminale c'è anche un gesto che appare caritatevole: durante la gravissima crisi economica del 1929, in cui milioni di americani soffrono la fame, Capone ordina alle sue aziende che operano nel campo della ristorazione e dell'abbigliamento di distribuire gratuitamente cibi e vestiti ai più bisognosi.
Tuttavia, Al continua nella sua attività malavitosa ma con idee innovative che lo portano verso traguardi sconosciuti alle altre famiglie.
L'idea innovativa e vincente di Al Capone è di investire parte dei ricavati delle attività illegali, in attività legali, separando la gestione contabile malavitosa da quella legale: questa mossa porta alla sua organizzazione rilevanti introiti leciti che coprono quelli provenienti dal commercio illecito dell’alcool e dalle altre attività correlate alla malavita organizzata. Sono gli anni del proibizionismo e Al Capone può tranquillamente controllare la distribuzione e il commercio degli alcolici, grazie alla corruzione degli ambienti politici.
E, nonostante la società e la giustizia americana dabbene, conoscessero le attività, fonti di ricchezza, di Al Capone, non poté operare azioni di contrasto definitive fino a quando alcuni magistrati composero una squadra speciale di super agenti:
Gli intoccabili, agenti super-esperti e incorruttibili funzionari, indagano sulle attività finanziarie di Capone. Spulciano e analizzano ogni più piccolo movimento finanziario sospetto senza arrivare però a nulla perché nulla è direttamente intestato a lui. Al Capone agisce sempre attraverso prestanome. Ma i super esperti sfruttano un piccolissimo errore, un minuscolo foglietto di carta nel quale compare il nome di Al Capone. Il foglio diventa la chiave di volta dell'intera indagine che permetterà di completare un vasto e corposo impianto accusatorio. Grazie al lavoro del pool, Al Capone è rinviato a giudizio per evasione fiscale, con ben ventitré capi d'accusa. è l’epilogo della sua irresistibile scalata al potere terreno.

Ora, ben lungi da associare un gangster a un capo di governo ma pare che anche il nostro Governatore sia rimasto catturato da un filo di lana. A sua discolpa c’è da dire che è caduto, o sta per cadere, nonostante il pdl faccia quadrato attorno a lui, per un vizietto che accomuna la quasi totalità dei maschietti: la passera! E ciò non sarebbe disdicevole se al suo desiderio di pilu (esaudito con discrezione e tralasciando le minorenni, ammesso che fosse a conoscenza dell’età delle ospiti) avesse affiancato le attività di governo e risolto i problemi che attanagliano l’Italia. D’altronde, col consenso che ha all’interno del governo, sarebbe stato semplice creare lavoro, tutelare lo stato sociale dei poveri, dei senza lavoro, dei giovani.
Che dire… dispiace assistere a un simile epilogo.

diceva il saggio:
Se hai la sfortuna di occupare nella società un posto di rilievo trova qualcuno, stai dietro alla sua ombra e opera per il bene di tutti. (cit.)

lunedì 17 gennaio 2011

non ci sono più i bambini di una volta

Bambini terribili.


Ho detto: sarà la figlia di Margherita Hack, la nipote di Piero Angela o di Licia Colò!
Invece niente di tutto questo! È una bimba napoletana di un anno e mezzo che sa tutte le capitali degli Stati del mondo.
Una voce fuori campo chiede alla bimba: la capitale dell’Italia? …voma. Della Francia? …vigi. e così via fino a fare il giro del mondo e arrivare a Papete e oltre.
È una bella bambina iperattiva che guarda da una parte all’altra della stanza, si tocca i capelli, il vestitino, mentre risponde automaticamente all’interrogatorio, suppongo, della madre.
Ecco una mamma che passa il tempo con la figlia a insegnarle la geografia. Quantomeno inizia a capire, forse, che vi sono altri luoghi, nazioni e città differenti dall’Italia e da Napoli. Magari, ancora non ha contezza della realtà che sta fuori alla propria casa, però sarà, in un futuro prossimo, bravissima in geografia.
Salvo, poi, scappare dalla scuola e fare ritorno a casa, come ha fatto quel bambino di cinque anni che, ignorato dalle maestre, esce dall’asilo di Borgotaro (PR), percorre sotto la pioggia circa i 600 metri che lo separano da casa e ritorna dalla mamma dopo avere attraversato due strade affollatissime da persone in giro tra le bancarelle del mercatino rionale.

Comunque, sempre meglio di quei geni a cavallo tra l’infanzia e la pubertà trattati come fenomeni da baraccone nei programmi televisivi da genitori e autori degli show.

venerdì 14 gennaio 2011

Perché la patatina fa paura? il 2011 di Oliviero Toscani

Come siamo strani noi umani. Fabbrichiamo armi, soggioghiamo e affamiamo i nostri simili, li torturiamo verbalmente e fisicamente, li uccidiamo. C’inventiamo ideologie e dottrine che enfatizzano e giustificano le peggiori nefandezze e poi ci scandalizziamo davanti ad una certa parte del corpo se esposta al pubblico. È ciò che è avvenuto alla presentazione del calendario di Oliviero Toscani, ieri a Pitti immagine.
aore12il calendario, commissionato dal consorzio vera pelle italiana conciata al vegetale, distribuito con la rivista Rolling Stone, è stato censurato dall’istituto di autodisciplina pubblicitaria, e contestato dalle commissioni pari opportunità e dalla Carfagna stessa. alla quale, il fotografo, durante la presentazione dei dodici scatti ha indirizzato il seguente commento: ''Il calendario della Carfagna era proprio volgare, non il mio”.
Al di là delle polemiche spicciole, l’interrogativo da porre è: come mai un pube femminile in primo piano, quasi decontestualizzato dal corpo, fa tanto scalpore?
È una trovata pubblicitaria per rilanciare merci e modelli in calo, o il classico uovo di colombo che nella sua pur semplice esposizione suscita discrepanze lessicali ed evidenzia ottusità abissali nella cultura dominante?
Roberto Benigni le chiamerebbe semplicemente passere e Cetto La Qualunque montagne di pilu. allora? Perché se menzionate o raffigurate dalla satira sono gradite e se immortalate realisticamente in fotografia o in pittura, fanno gridare allo scandalo?
aore12Non parlerei dunque di linguaggio colto o volgare, e neanche di arte. è semplice pubblicità come lo è stata nel passato la foto di Marina Ripa di Meana quando fece da testimonial a una campagna pubblicitaria animalista, nella quale mostrava il pube peloso associandolo metaforicamente all’unica pelliccia posseduta giacché fornita dalla sua natura di donna.

giovedì 13 gennaio 2011

chi ha paura dei giochi creativi?

Il kitsch contamina i linguaggi contemporanei, sovverte concetti e cultura delle arti. Ma il kitsch, forte della volgarità insita nella forma dozzinale riesce a trasmettere nell’immediatezza concetti e metafore altrimenti incomprensibili ai più.

Se per certi aspetti è bene considerare positivamente la massiccia esposizione mediatica degli eventi inglobati in contenitori multimediali e lì suddivisi in tematiche come avviene nel web e nelle telecomunicazioni in senso lato, per evitare incomprensioni o errori di valutazione, è opportuno ricordare che quando si parla di arte vi è la necessità intellettuale di chiarire alcuni aspetti inerenti alle azioni umane e ai consequenziali prodotti realizzati dal lavoro creativo.

aore12
M.I. giochi creativi, 2011 t.m.
Il fare dell’uomo, compreso le frivolezze linguistiche, pilotate da certa stampa e da certe firme assurge a beni di consumo con una certa facilità e con altrettanta facilità cadono nell’oblio più profondo appena la campagna mediatica termina. E questo vale sia se la campagna è riferita a persone presentate come geni della musica o dello spettacolo in generale, ma anche ad artisti visivi quali pittori, scultori, performer. un esempio evidente è dato dagli eventi o dalle gare canore addomesticate da giurie compiacenti.
Perché avviene ciò? Semplice! Se il valore di un evento qualsiasi, quindi, lavoro artistico, creativo, o semplice lavoro di routine è reso importante dalla logica tesaurizzante protesa a implementare il dato materiale ed economico di chi sta dietro e dentro il mercato, l’ha prodotto e trasformato, piuttosto che enfatizzare, giustamente, il valore propositivo, intellettivo e la ricaduta culturale che l’azione può svolgere nella società, è normale che in un siffatto pensiero mercificante, il miraggio di un’ipotetica ricchezza renda ciechi e stolti.

La mercificazione, in tutte le ere, è riuscita a sovvertire la pericolosità che Platone assegnava agli artisti.
E Platone sapeva bene cos’è l’Arte, cosa l’immaginazione, il gioco creativo della finzione visiva e la temeva. Temeva il fuoco trasformatore dell’immaginazione. La forza delle idee sublimi che muovono gli uomini di qualsiasi età.
per questo, oggi come allora, l’Arte e gli Artisti, sono considerati pericolosi per il sistema. Una minaccia per l’ordine precostituito e quindi, censurati e estromessi dai luoghi istituzionali preposti alla divulgazione della cultura. … salvo che non servano a qualcuno o a qualcosa.

mercoledì 12 gennaio 2011

Ballarò, Gelmini contro tutti

Ballarò, alla ripresa del 2011 (considerazioni di un telespettatore)

A me sembra strano tutto questo rumore che fanno i giornalisti attorno alle figure politiche italiane e mi sembra strano anche l’atteggiamento della fiat e dei sindacati. C’è la sensazione che tutti vogliano nascondere qualcosa, che so, è come se usassero lo stratagemma dello specchietto per le allodole. Cioè, catturano la nostra attenzione su litigi che infiammano la curiosità spicciola, ci fanno infervorare attorno a qualche discorso, ci fanno schierare in una guerra tra poveri mentre loro sono intenti a sbrigare tutt’altre faccende che noi della plebe minimamente immaginiamo.

d'altronde non è cosa di tutti i giorni vedere la Gelmini aggredire verbalmente Rodotà, contestarlo mentre fa un’analisi della Carta Costituzionale per spiegare che la legge è uguale per tutti; eppure, lei, ha la presunzione di controbattere, in un discorso che anche i bambini reputano logico e serio, con parole di fuoco, tant’è che qualcuno dell’opposizione replica: “Lei tutela gl’interessi della ditta”.

A questo punto spengo la tv, li mando mentalmente a … e buona notte ai suonatori; tanto le loro discussioni, imbevute di falsi litigi e false verità non cambiano la vita dei telespettatori, né tantomeno si schiodano dai rispettivi convincimenti, semmai si avvinghiano maggiormente alle poltrone per migliorare la loro condizione di vita, ricordando sempre che sono lì perchè lo vogliono gli elettori.
Personalmente, avrei preferito assistere ad un incontro tra persone civili, pensanti, che sappiano accettare la logica dei discorsi, anche quelli contrari ai propri interessi immediati ma che diano respiro alle intelligenze propositive e spazi lavorativi adeguati ai giovani.
Invece tutto si avvita attorno a concetti lontanissimi dai voleri veri della gente comune.
O per lo meno, qualcuno tenta di farli, i discorsi concreti, ma è tacciato di comunista! dimenticando gli affari con Putin.

quando il cittadino chiama e l'amministrazione risponde

Ballarò, alla ripresa del 2011 (considerazioni di un telespettatore)

A me sembra strano tutto questo rumore che fanno i giornalisti attorno alle figure politiche italiane e mi sembra strano anche l’atteggiamento della fiat e dei sindacati. C’è la sensazione che tutti vogliano nascondere qualcosa, che so, è come se usassero lo stratagemma dello specchietto per le allodole. Cioè, catturano la nostra attenzione su litigi che infiammano la curiosità spicciola, ci fanno infervorare attorno a qualche discorso, ci fanno schierare in una guerra tra poveri mentre loro sono intenti a sbrigare tutt’altre faccende che noi della plebe minimamente immaginiamo.

d'altronde non è cosa di tutti i giorni vedere la Gelmini aggredire verbalmente Rodotà, contestarlo mentre fa un’analisi della Carta Costituzionale per spiegare che la legge è uguale per tutti; eppure, lei, ha la presunzione di controbattere, in un discorso che anche i bambini reputano logico e serio, con parole di fuoco, tant’è che qualcuno dell’opposizione replica: “Lei tutela gl’interessi della ditta”.

A questo punto spengo la tv, li mando mentalmente a … e buona notte ai suonatori; tanto le loro discussioni, imbevute di falsi litigi e false verità non cambiano la vita dei telespettatori, né tantomeno si schiodano dai rispettivi convincimenti, semmai si avvinghiano maggiormente alle poltrone per migliorare la loro condizione di vita, ricordando sempre che sono lì perchè lo vogliono gli elettori.
Personalmente, avrei preferito assistere ad un incontro tra persone civili, pensanti, che sappiano accettare la logica dei discorsi, anche quelli contrari ai propri interessi immediati ma che diano respiro alle intelligenze propositive e spazi lavorativi adeguati ai giovani.
Invece tutto si avvita attorno a concetti lontanissimi dai voleri veri della gente comune.
O per lo meno, qualcuno tenta di farli, i discorsi concreti, ma è tacciato di comunista! dimenticando gli affari con Putin.

martedì 11 gennaio 2011

ecco cosa nasconde il referendum di Marchionne

Dietro il referendum fiat recessione etica, più che economica.
Le falsità di Marchionne e dei dirigenti in generale, la cecità dei sindacati e delle associazioni che vestono i panni di paladini dei poveri. (segue sommaria analisi dei fatti)

È davvero riduttivo pensare che per la fiat sia una semplice questione di voti e promesse.
E per capirlo è sufficiente guardare alla povertà e alla mancata crescita economica e produttiva mondiale. Le fabbriche di qualsiasi natura sono in crisi e i lavoratori sono licenziati o in cassa integrazione. I prezzi dei consumi sono alle stelle. I pochi risparmi si assottigliano sempre di più.
alla luce di queste semplici osservazioni viene da dire: ma le eventuali macchine chi e quanti dovrebbero e potrebbero comprarle? Se poi aggiungiamo alla devastante crisi economica che fa lievitare i prezzi di pane, pasta, zucchero, ortaggi, anche quelli concernenti il petrolio, la benzina verde è arrivata a 1euro e 50centesimi, senza contare la spesa per l’assicurazione che mediamente tocca quota 1000 euro. Quante delle migliaia di macchine che vorrebbe produrre fiat, non Marchionne che fa finta di volere schiavizzare gli operai riportando la contrattazione a prima dello statuto dei lavoratori, troverebbero acquirenti con soldi disponibili anche a rate?
Per uscire dall’empasse morale, etica più che economica, visto che la ricchezza mondiale si sta distribuendo tra pochissimi eletti, si dovrebbe, noi tutti, avere il coraggio e l’onestà mentale di dare al prossimo dignità e fiducia nel futuro attraverso politiche sociali indirizzate ai più deboli, ai poveri, ai bisognosi che per dignità non chiedono, bussano e fanno file dietro le porte di chi gestisce la politica locale e nazionale.

lunedì 10 gennaio 2011

Bologna, muore neonato di venti giorni perché povero

Bologna: dramma della miseria. Neonato muore sotto i portici.

La morte per indigenza del neonato a Bologna è una notizia orribile!
Notizie come queste non le vorremmo sentire mai; a Bologna o altrove. In Italia o nei paesi depressi del terzo mondo non cambia nulla. È pur sempre una giovanissima vita che cessa di vivere per colpa della degenerazione sociale. Una degenerazione che spinge a essere opportunisti e avidi, giustificati dalla globalizzazione dei mercati e delle altre stronzate che, i pochi benestanti per continuare a esserlo, governano le risorse dei paesi a proprio favore.
Non saprei come altro spiegare la morte di un neonato che, appena uscito dal reparto neonatale dell’ospedale di Bologna, insieme alla madre e al fratello gemello, in compagnia del padre e di una sorellina di pochi anni, privi di una casa, sono costretti sotto i portici di piazza grande. E non c’è da stupirsi se la gente gli passa vicino senza preoccuparsi più di tanto perché di queste scene ce ne sono in abbondanza in qualsiasi angolo delle città. In casi simili non è la gente comune a dovere intervenire ma lo Stato, il comune, l’assistente sociale!
E non ci sono scuse quando una persona, peggio, un bambino muore perché nato in una famiglia povera!

sabato 8 gennaio 2011

facebook e la superficialità nel web

Ho letto una massima di Padre Pio.

Parla delle distese dorate sconfinate di enormi campi di grano maturo lucenti al sole. descrive le spighe civettuole che s’innalzano allegre sopra le sorelle curve, appesantite dal carico dei semi, curve, appunto, perché produttive.
E mi sono saltate alla mente le facce spaccone della vanagloria degli ultimi tempi. Gente arrogante; infida; sorridente; falsamente accomodante o accondiscendente. Gente ignorante e gente scolarizzata imbevuta di nozioni e di tecnica più che di cultura vera; quella cultura, per intenderci, praticata dai vecchi saggi o da quanti hanno sudato in fucina.

Spighe civettuole che ballano al vento. Civettuole e pettegole come la gente che fa della delazione l’arma preferita per annientare i rivali incuranti se con le loro cattiverie liberate al vento uccidono le libertà e il lavoro altrui e provoca regressione sociale.
Per questa gente non conta la verità ma la vittoria.
Peccato.
Peccato perché fino a quando la saggezza non sarà ascoltata e condivisa dai più, la fabbrica del fango non smetterà di insudiciare la bellezza dei puri; specie dei bambini, verso i quali, noi tutti, abbiamo responsabilità etiche ben definite.

Allo stato attuale la melma contamina e sommerge ogni cosa. Specie laddove c’è la necessità di apparire e primeggiare; e, Facebook è uno di questi luoghi. Face book è una piazza mediatica assurda dove ognuno balla da solo, propone la propria mercanzia, si affilia e pensa di interagire con gli amici veri o virtuali, per accorgersi, infine, di essere usato e soggiogato dal sistema che lui stesso ha contribuito a gonfiare.
Allora, che fare, come concludere l'analisi?
Vi sono varie possibilità di conclusione ma quella che al momento sembra la più appropriata consiste nel ritornare a coltivare i contatti umani reali, stringersi in abbracci corporali veri, sentire il profumo, il calore di chi ti sta davanti! litigare, sorridere e guardarsi negli occhi... anche se, con parametri e approcci culturali differenti, il social network può trasformarsi ed essere un luogo d'incontro importante. propositivo.

Artisti in calabria cercasi

L’animo dei calabresi è insondabile.

Generalmente, il calabrese, è per sua natura espansivo con chi conosce da qualche tempo, ma, nonostante a volte soffra di un’esasperata, oserei dire, pudica riservatezza, sa essere ospitale con gli sconosciuti, specie se forestieri in cerca di ristoro fisico e culturale.
È altruista; cocciuto; e quando intraprende un cammino, lo porta a termine perché è nel suo dna forgiato dalla durezza dei luoghi, dagli usi e dalla cultura degli avi.

Perché elenco sinteticamente alcune peculiarità caratteriali nostrane?
Semplice!, perché la componente poetica del pensiero è espressa appieno nei giochi creativi dei tantissimi conterranei che si cimentano in pittura, nelle arti plastiche, ma anche con la poesia, la letteratura, il teatro, cinema!, insomma, quelle attività sinonimo di sensibilità eccelsa e, perciò, definite artistiche.

Lo spazio “artisti in Calabria” accoglie chiunque senta la necessità di dire al mondo: Io ci sono! Sono qui in Calabria, oppure sono un Calabrese costretto fuori regione ma, impegnato a proporre la mia sensibilità culturale, emotiva, logica e razionale attraverso il mio lavoro!
Niente altro!

L'invito è rivolto disinteressatamente a chiunque operi nel campo della sensibilità poetica dei giochi creativi. Gli artisti, per essere presenti negli spazi riservati alla cultura attiva in Calabria devono inviare foto di opere, file di c.v., testi critici all'amministratore del blog aore12 al seguente indirizzo: arteesocietà@gmail.com

venerdì 7 gennaio 2011

e se insieme ai colibrì Berlusconi salvasse l'Italia?

E se oltre i colibrì Berlusconi salvasse gli italiani?

L’ansa del 6 gennaio ma ancora meglio un dialogo tra il giornalista del tempo e Vittorio Sgarbi, evidenzia la sensibilità d’animo del premier e questo non può fare che piacere. Ciò che lascia allibiti, è l’enorme impotenza del premier nei confronti delle esigenze personali e sociali degli italiani.

È risaputo, anche perché esplicitamente affermato dal ministro Giulio Tremonti, che la crisi è reale e che taglia posti di lavoro, congela pensioni, stringe i cordoni degli enti pubblici e della cultura, scuola e istruzione, rivede, per risanare, i conti della sanità pubblica, elimina sprechi(?), e dulcis in fundo, in Calabria, con l’esattezza a Catanzaro, una realtà d’assistenza sanitaria onlus come Fondazione Betania versa in gravissime sofferenze finanziarie perché la regione non eroga i fondi e i dipendenti non percepiscono la retribuzione da diversi mesi. Nonostante le sofferenze, il servizio continua a garantire dignità ai ricoverati, ma fino a quando?

Certo, ripeto, fa piacere apprendere notizie come la seguente:

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi salverà il Centro colibrì di Miramare (Trieste). L’ha reso noto Stefano Rimoli, responsabile del centro, che ha detto di aver ricevuto una telefonata in tal senso del Premier.

Nella telefonata - ha riferito Rimoli - Berlusconi ha detto di conoscere bene i colibrì ''che sono importantissimi per l'impollinazione. E ha garantito il suo personale interessamento''.

Il Centro di Miramare era entrato in crisi a causa dei mancati finanziamenti pubblici. Del caso si era interessato anche Vittorio Sgarbi il quale in una sua visita in Regione aveva annunciato un suo intervento sul presidente del Consiglio.

Sempreché la stessa sensibilità sia rivolta anche agli umani.

giovedì 6 gennaio 2011

mentre inizia un 2011 nero, soldi pubblici in ...fumo?

L’epifania tutte le feste porta via.


Catanzaro, una folla immensa ha gremito, la notte dell’epifania, Piazza Prefettura e Corso Mazzini per assistere allo spettacolo "Pazza Piazza 2011: La Befana, le Fate e la Neve".

Lo spettacolo, giunto alla quarta edizione dell'Epifania in piazza, promosso e prodotto dall'amministrazione provinciale di Catanzaro per espressa volontà del suo presidente, Wanda Ferro e organizzato dal promoter Ruggero Pegna in collaborazione con la Compagnia Teatrale dell'Atmo, ha visto impegnati in un turbinio di effetti speciali arte teatrale urbana, giochi pirotecnici, numeri acrobatici, musiche e immagini singolari di altissimo livello tecnico, il tutto costruito sul racconto di una fiaba inedita scritta per l’occasione da Ruggero Pegna e Alessio Papini.

Nulla d a eccepire sull’evento in sé, per chi ha lavorato e per quanti si sono impegnati affinché la festa popolare riuscisse nel migliore dei modi, ma, è bene ricordare che ci sono momenti in cui è d’obbligo l’austerità. E questo è uno di quei momenti storici che imporrebbero tale decisione, in virtù degli aumenti causati dalla finanziaria che impoverisce ulteriormente i meno abbienti, per rispetto verso i disoccupati, i precari e per quanti, costretti dalle politiche restrittive, hanno perso la speranza nel presente e nel futuro, non perché ignavi, codardi, sognatori; oppure perché vagabondi come dicono gli spocchiosi, ma perché coscienti dell’assedio che i mediocri attuano nelle stanze del potere.

Eleanor Roosevelt diceva: Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni!

Ma questa classe dirigente è maestra nell’ammazzare i sogni, anteponendo realtà effimere nel momento opportuno.

San Pietro e i titoli altisonanti

La religione dice che siamo tutti fratelli e che le malefatte degli uni sugli altri, prima o poi saranno addebitate e pagate. Ci dice pure che siamo fatti a immagine di Dio e che non esistono, nell'immensa Bontà del Creatore, classi, caste, ceti, subalterni o dominanti. E neanche singole entità superiori ad altre e che i titoli inventati dagli uomini non valgono nulla al Suo Cospetto.
Va bene! Diamo per scontato tutte queste belle indicazioni Divine, però qualcuno deve spiegare perché sono sempre i più arroganti a gestire il "potere temporale", i più scaltri, quelli che predicano bene e razzolano male. Che promettono benessere e solidarietà; comprano i bisognosi per un tozzo di pane piuttosto che sfamarli amorevolmente; che approfittano dell'ignoranza delle masse.
A proposito di masse accomunate da ideologie sane, ma anche nelle comunità morigerate un tempo per focalizzare le persone, i termini erano "Ciccio, l'artigiano; Totò u scarparu; u figghiu do cutureri, il barbiere, e via citando". Il titolo distintivo consisteva nel mestiere dei padri o della famiglia in senso lato e serviva esclusivamente per chiarire subito di chi si parlava.
I nobili e i dotti facevano testo a sé e pretendevano ossequiosa referenza: l'onorevole; il barone; il dottore; don Giovanni…
A un certo punto della storia, l'evoluzione culturale e sociale sancisce l'uguaglianza e l'abolizione delle caste, nonostante ciò i titoli si sprecano e continuano a essere anteposti ai nomi persino sui manifesti dell'estremo saluto.
Ma non si era detto che siamo tutti uguali? O forse anche lassù varrà qualcosa la presentazione anticipata dai titoli; il curriculum vitae, suffragato dagli epitaffi dei congiunti rimasti a indossare maschere terrene, condizioneranno S. Pietro?

mercoledì 5 gennaio 2011

classe dirigente seria cercasi

A quando la politica in mano a persone serie?


Alcune notizie dovrebbero essere ignorate perché denotano caponaggine acuta dettata dall'ignoranza, completa assenza di sensibilità istituzionale e sociale. tralasciando di ricordare la volontà di istigazione alla disobbedienza alle leggi dello Stato Repubblicano insita nelle azioni e nelle parole dei dirigenti politici leghisti.

Ma come si fa a stare zitti di fronte a notizie simili?
“Un calendario 2011 con le ricorrenze venete al posto di quelle nazionali. È il gadget ideato dall’assessore all’identità veneta, Leandro Comacchio, del Comune di Solesino, in provincia di Padova, che ha sostituito, tanto per fare un esempio, la festa della Liberazione con la festa di San Marco.

Vero è che il 25 aprile si festeggia il patrono di Venezia ma è vero anche che in tutta Italia le celebrazioni sono tutte rivolte alla Liberazione, festa nazionale. E poi c’è la nuova ricorrenza: il 25 marzo si celebra la Terza Edizione della Festa del Popolo Veneto; mentre risulta abolita, nel Nordest lavoratore, la festa del Primo maggio.
Sul tema naturalmente sono salite sulle barricate le opposizioni. Dal canto suo l’assessore si è limitato a difendere il suo operato e a invitare alla restituzione del calendario fatto dalla Provincia, governata dal Pdl, inutile e costoso.”
Eppure, basterebbe ricordare loro la gestione delle quote latte che hanno immiserito i pastori sardi e tutelato i veneti. I ministri e i politici leghisti che bivaccano a Roma a spese dei contribuenti italiani. Ma sarebbe scendere allo stesso livello di qualunquismo e ignoranza. Perciò, chiedo ai politici seri, in special modo a quelli militanti nella lega e che occupano spazi istituzionali impegnativi di fare in modo che questi fatti non si ripetano più e, per evitarlo, istituire scuole politiche serie aperte ai simpatizzanti e ai rappresentanti dl loro partito. Quantomeno non scadiamo, tutti, nella merda, tanto per adoperare un termine forte e farsi comprendere con certezza assoluta da chi questi termini usa di continuo, specialmente in campagna elettorale con azioni deprimenti, privi di onestà intellettuale e politica.

p.s. il virgolettato è estrapolato dal giornale il secolo XIX.it

martedì 4 gennaio 2011

spazio Artisti in Calabria, Giuseppe Celi

aore12
giuseppe celi

Erano gli anni ’70. e animati dalla passione giovanile per l’arte, ma anche per la politica, ci s’incontrava spesso in centro, su Corso Mazzini, a Catanzaro, per dirigere, poi, nella bottega dei fratelli Verduci, corniciai e galleristi. Lì, si parlava di arte, ci si confrontava e ci si prendeva in giro, spesso scompaginando i piani commerciali dei fratelli corniciai. All’epoca, i Verduci gestivano la galleria d'arte “il pozzo” un locale situato su Corso Mazzini, di fronte la galleria “Mattia Preti” di palazzo Fazzari e lì esponevamo i nostri lavori.
Giuseppe Celi, Pino per gli amici, era e rimane un simpatico burlone, sempre allegro e con la battuta pronta riusciva a mettere allegria ovunque. E, nel ’78, entrando a visitare la mia personale nella galleria “il pozzo”, dopo avere goduto della visione dei lavori esclamò: “Va beh, sei bravo!, ma quando la smetti cu ‘sti dijiuneddhi?”. Erano una serie di olii stilizzati. Lavori di ricerca segnica più che cromatica, nei quali padroneggiava il verde e il blu.

enzo toraldo
Nel ’79 Gigi Verduci convola a nozze con Maria e la bomboniera consiste in una cartellina con dentro due litografie dei pittori Enzo Toraldo e Giuseppe Celi.
Enzo, esegue il tema del tempo: per lui era il periodo delle carrozze e dei cappelli, dei lampioni e delle donnine solitarie, in attesa davanti a un bicchiere al bar. quasi a sottolineare la sua di solitudine, placata da qualche whisky. il suo modo d’essere indusse la gente ad appellarlo col nomignolo de “il pittore triste” perché, esteriormente così si mostrava agli estranei ma con gli amici, anche Enzo era un burlone, buono e simpatico.
Pino Celi, era attratto formalmente dalle baracche del porto di Catanzaro Lido, dalle barche a riposo e dai pescatori intenti a rammendare reti o trasportare il pescato.
Pino aveva una buona mano ed eccelleva nel disegno. Il suo lavoro artistico rispecchia appieno la sua personalità. Preciso e curato nella persona; meticoloso nella costruzione dei piani visivi, lascia riaffiorare lieve la figura fino a intersecarsi con la materia e il colore. Immagini evanescenti, narrano momenti quasi esoterici di mondi personalizzati e personalizzanti che inducono all’oblio, alla poetica del sogno narrante di chi ha viaggiato a lungo nella terra della visione onirica e dei tempi. Pino Celi narra con la figurazione di terre lontane e le rende tangibili con cromie che sprigionano odori d’oriente in territorio familiare. Numeri. Segni. Figure. Volti. Timbri. Trasformano le tele 100x100 in fotogrammi da leggere in sequenza che, se miniaturizzate, possono affrancare epistole, lettere colme di poetiche narranti.



G. Celi, 2010, Pro-Fili - Tecnica mista - 
tela allacciata su telaio-cm 100x100 



(dal sito ufficiale di G. Celi)

GIUSEPPE CELI, nato a Catanzaro, inizia i suoi studi presso il Liceo Artistico di Reggio Calabria e li conclude a Catanzaro dove frequenterà successivamente la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. La sua formazione si è via via arricchita di nuove esperienze frequentando i Corsi Internazionali di Litografia presso l’Istituto di Belle Arti di Urbino e i Corsi di Calcografia Sperimentale “Goetz” presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. È in quegli anni che inizia il sodalizio con Renzo Biasion, maestro che lo influenzerà più in senso etico che stilistico, trasmettendogli il proprio modo di concepire l’arte nel suo rapporto con la vita. Dal 1974 al 1982 ha insegnato al liceo artistico di Catanzaro e Cosenza e dal 1982 insegna Arte e Immagine nelle Scuole Inferiori di Primo Grado. Agli inizi del 2000 abbandona il figurativo tradizionale a favore dei linguaggi contemporanei dell’arte, esprimendosi in una pittura di tendenza postmoderna. Artista poliedrico, spinge le sue ricerche oltre che nel settore delle arti figurative (pittura, scultura e grafica), anche nel campo della fotografia digitale e del design. Particolarmente attento ai linguaggi dei mezzi di comunicazione di massa.
Effettua pregevoli irruzioni in diverse espressioni d’arte (Pop Art, Espressionismo Astratto, Arte Povera, Informale materico). Significative, originali e innovative sono state fin qui le intuizioni che hanno connotato il suo lavoro; così come ostinata è la sua determinazione nel perseguire un’indipendenza all’interno del contesto artistico italiano. Irrequieto rispetto ai ritmi canonici dell’attività artistica (vernissage, scadenze, ecc.), cerca rifugio nei suoi sempre più frequenti viaggi all’estero. Non partecipa alla vita mondana e ama essere un invisibile che coerentemente e intenzionalmente risulti assente anche dalle pubbliche manifestazioni.

tradizioni, fantasie e verità


I maestri della disinformazione sono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione.

Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai personaggi delle favole e al suo mondo magico?

È vero! alcune associazioni malavitose pescano nelle tradizioni per rendere inscindibili giuramenti e affiliazioni ma da questo ad accomunare le tradizioni sane alla malavita organizzata ce ne vuole davvero di scaltrezza. chi è in malafede non si preoccupa per niente; per lui è importante mungere la mammella gonfia di latte (altra espressione popolare che indica una fonte opulenta di guadagno) fin tanto che è possibile.

E, se da un lato, teoricamente, la possibilità d’espressione, rende più forte la democrazia, dall’altro, se non autodisciplinata dal rispetto per l’altro, il disinformato o l’ignorante, regredisce e s’imbarbarisce nelle menzogne delle persone che lui ritiene sagge in virtù di una propaganda strutturata all’accrescimento dell’ego e del benessere dei cosiddetti “dotti” o dottori della comunicazione faziosa.

domenica 2 gennaio 2011

Catanzaro, la fontana di corvo

aore12

Iniziamo dalle piccole cose.


I maestri della disinformazione sono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione. Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai personaggi delle favole e al suo mondo magico?

È vero! alcune associazioni malavitose pescano nelle tradizioni per rendere inscindibili giuramenti e affiliazioni ma da questo ad accomunare le tradizioni sane alla malavita organizzata ce ne vuole davvero di scaltrezza. chi è in malafede non si preoccupa per niente; per lui è importante mungere la mammella gonfia di latte (altra espressione popolare che indica una fonte opulenta di guadagno) fin tanto che è possibile.

E, se da un lato, teoricamente, la possibilità d’espressione, rende più forte la democrazia, dall’altro, se non autodisciplinata dal rispetto per l’altro, il disinformato o l’ignorante, regredisce e s’imbarbarisce nelle menzogne delle persone che lui ritiene sagge in virtù di una propaganda strutturata all’accrescimento dell’ego e del benessere dei cosiddetti “dotti” o dottori della comunicazione faziosa.

spazio Artisti in Calabria, Cosimo Allera


 Lo scultore Cosimo Allera ha aderito alla nostra iniziativa "artisti in calabria". Riceviamo e pubblichiamo.



L’eleganza sottile della forma (di Paolo Levi,Torino 4 febbraio 2008,)

Senza forzature critiche, la ricerca espressiva di Cosimo Allera rientra assai bene nel filone della ricerca plastica che ha fatto grande il secolo scorso. Egli affronta le problematiche dell’esistenza in una ricerca figurativa, dove forma e contenuto non vanno disgiunti. Manipolatore sapiente del ferro e dell’ottone, crea figure umane che trasmettono un senso drammatico e solitario della vita. L’universo portato alla ribalta da questo scultore è sempre giocato in chiave verticale: le sue alte sagome sottilmente ritagliate esprimono un’incomparabile eleganza, pari a quella di un Giacometti o di un Ceroli. Si tratta di un mondo arcano dove ogni evento si svolge con tutta naturalezza, malgrado la difficoltà di svelarne il mistero, attraverso un processo di rielaborazione della forma - L’urlo del guerriero quanto La leggerezza dell’essere ne sono preziosa testimonianza - che ha caratteristiche, a mio avviso, notturne e misteriche. La sua maturità di artista si esprime attraverso altri lavori assai significativi, come le composizioni di taglio totemico, come La sofferenza, due profili  in bronzo di forte espressività, o come i tre eseguiti Per Angela, in bronzo in ferro e in legno, dove la straordinaria autorevolezza della visione si moltiplica e si esalta nella diversificazione della materia e nelle sottili varianti che le distinguono. Pizzingolo e Anelito fanno pensare a una citazione letteraria, o alla rivisitazione di un mito, ma certamente non a un freddo gioco intellettualistico. Sotto l’apparente disgregazione della forma, i significati di queste narrazioni si svolgono, e vanno letti, nella ricercatezza  dei tagli e degli assemblaggi che conferiscono valori cromatici alle superfici e alle masse.
La scultura di Cosimo Allera ha una sua coerenza etica e stilistica, animando in chiave surreale gli elementi che potrebbero anche essere ricondotti agli stilemi della ricerca informale. Ben discosto quindi, dalle velleità di certa arte contemporanea, che nasconde sotto l’astruseria il vuoto dei contenuti.


(curriculum artistico)
Nato a Gioia tauro il 22/05/1962, svolge l’attività di imprenditore nonché di artista scultore e fondatore di associazioni no profit.
Soggetti: Composizioni astratte.
Tecniche: Tecnica mista bronzo – ferro.
Esposizioni
1984  4° Mostra in Gioia Tauro (RC);
1° Expo Natale – Gioia Tauro (RC);
Mostra Nazionale delle Regioni, Expo Tevere – Roma.
1985  Mostra Mercato Arte e Cultura Strenna  ’85 – Reggio Calabria;
1986  Fortezza da basso, 50° Mostra Internazionale dell’artigianato – Firenze;
1° Arte Estate – Gioia tauro;
Mostra Nazionale delle regioni d’Italia – Roma;
2° Rassegna dell’artigianato – Ventimiglia;
Esposizione all’Eremo – Reggio Clabria;
8° Trofeo Acciarello – Villa San Giovanni (RC).
1988  Esposizioni collettive – Gioia tauro (RC);
Esposizioni collettive – Taurianova (RC);
Esposizioni collettive – Varapodio (RC).
1990  Gjoia da Vivere – Gioia Turo (RC);
1992  Personale – Gioia Tauro (RC).
1996  Etruria Arte – Veturina (LI).
1997  Mostra di scultura contemporanea – Romentino ( TO);
Mostra di Scultura Contemporanea – Strambino ( TO);
Ivrea Scultura – Ivrea.
1998  Ivrea Scultura – Ivrea.
1999  Zaragoza Escultura – Saragozza (Spagna);
Esposizione di scultura internazionale – Gioia Tauro (RC).
2000 Pittura e scultura – Bellinzago (NO);
Personale – Taurianova (RC);
Museo Santa Barbara – Mammola ( RC);
2004  Calitri por amor al art – Fraga (Spagna).
2005  Museo storico della fanteria  “ le vie dell’astrazione ” - Roma;
Galleria gard –  “ Astrazione ” Roma;
Vivi Agrigento arte – Agrigento;
Via della rocca “ Mastio circolare ” – Marcia della pace 2005  Perugia – Assissi;
XI Feria del libro Aragones. Recinto Ferial de Monzòn (Spagna);
2006  Borsa Internazionale del Turismo   Milano;
The International  Propeller Club Uliveto Principessa Park Hotel – Cittanova-
Concorso Regionale di scultura Città di Taurianova  - Taurianova
Bon tajer Azienda Agrituristica Bon Tajer - Lentiai (BL)
Mostra di scultura Palazzo Baldarri Gioia Tauro
2007
Esposizione Associazione Arte Pozzo Montaldeo  (AL).
Esposizione strada delle cave Carrara.
Arte in the city Jesolo.
Sculture & sculture Jesolo.
Nuovi  scenari creativi Genova.
Paesaggi  Metropolitani Firenze.
Immagininecolore San Remo (IM).
Cart 2007 Carmagnola (TO).
2008
Altrove Omaggio a Joan Mirò (Ferrara).
Galleria Immaginecolore.com  San Remo (IM).
La Galleria Arte G - Rua Miguel Bombarda – Viseu  (Portogallo).
La Galleria Atlântica - Vilamoura - Algarve (Portogallo).
La Galleria del Lugar do Vinho - Rua di Belomonte – Porto (Portogallo).
Ferie Medievali - Museo D’Andrade -Pavone Canadese (TO).
Festina Lente – Bassiano (LT).
Esposizione Pellegrini Gallery- Civitanova (Marche).
Ventiperventi LineaDarte dal 20/6 al 10/7(Napoli)
Museu de Lamego Largo de Camões Lamego dal 4/7 al 4/8 (Portogallo)
Galeria Atlântica  Morgadinhos  Vilamoura dal 28/8 al8/10 (Portogallo)
L'Agenzia di Arte in the 14ª International Exhibition of Vendas Novas  dal 25/10 al 23/11 (Portogallo).
Salon Art Shopping - Carrousel Du Louvre  24-26 Ottobre 2008 Parigi (Francia).
Plasmiamo insieme un mondo diverso Galleria Hesperia dal 14/12 al30/12 (Pomezia)
Gradinate d’Autore dal 6/12 al 8/12 (Cosenza)
Angeli Castello Ducale Bovino dal 14/12 al 30/12 (Foggia).
2009 Galeria do Auditório Vila do Conde dal 9 al 25/2 (Portogallo)
         Grão Vasco Museum. Viseu  dal 4/4 al 3/5 (Portogallo)
         Kekasa  (Roma)
         Chroma Gallery. Vigo dal 5/6 al 2/7 (Spagna)
         Taormina Gallery dal 20/6 al 8/7 (Messina)
         Galleria Modiglioni dal 27/6 al 9/7 (Milano)
         Galleria Hesperia dal 1/8 al 10/8 (Castello Ruffo di Calabria a Scilla)
         Galleria Celentano dal 16/8 al 23/8 (Sorrento)
         Proponendo dal 20/8 al 24/8 (Forte dei Marmi)
        Galleria Gaudi Madrid  dal 1/9 al 1/11
2010 Esposizione Gioia nell’arte Gioia Tauro dal 18 al 24 luglio  Gioia Tauro.
         Villa comunale Gioia Tauro dal12 al 22 agosto 2010 Gioia Tauro.
         Museo Magma Roccamonfina Caserta.
Performaces
1990  Esibizione personale - Centro storico Gioia Tauro (RC);
1999 Esibizione gruppo Pertica – Saragozza ( Spagna).
2003 Simposio Calitri  (AV)
2010 Performance sculptur  art Scina di Palmi (RC)
Opera a premi
1987  Premio Miglior Vetrina Associazioni Commercianti – Sculture in lamiera trattata Gioia Tauro (RC);
1988  Premio Poesia Dott. Vincenzo Gentile – Bassorlievo in ferro Gioia Tauro (RC);
1993 Premio Danza Classica Associazione commercianti – Ballerine stilizzate in ferro Gioia Tauro (RC);
2001 Open house – Premio in ferro scarnito Napoli.
2008 Riconoscimento a Mimmo Mercuri in occasione della pubblicazione “Tutti figli di don Mimmo”
2008 Trofeo I° class. Torneo FIT di 4 cat. Citta di Gioia Tauro
2008 Omaggio in ricordo dei caduti nella missione di pace nel mondo (TO)
2009 Omaggio Memorial “Paolo Musolino” Roccella Jonica (RC)
2009 Trofeo I° class. Torneo FIT di 4 cat. Citta di Gioia Tauro
2009 Premio logo dell’ ADIC  Citta di Gioia Tauro
2010 Trofeo I° class. Torneo FIT di 4 cat. Citta di Gioia Tauro
2010 Omaggio (Opera ricostruiamo insieme) al Procuratore Nicola Gratteri  Gioia Tauro.
Opere monumentali
1988  L’ Umanità e la croce  h 4,00 x 1,50 x 1,50 mt. – Largo Colombo Gioia tauro (Rc);
1989  Ala ai caduti di Vittori Veneto  h 13,00 x 2,50 x 0,80 mt. – Piazza Valarioti Rosarno (RC);
1991  Rosa dei venti  h 1,50 x 1,20x 0,50 mt. – Centro sportivo Gioia Tauro (RC);
1992  Cinghiali  h 2,50 x 3,00x 0,40 mt. – Museo Santa Barbara – Mammola (RC);
1994  Elica  h 2,00 x 2,00 mt. – Piazzale Medcenter Container Terminal Gioia Tauro (RC);
1999  Braciere ai caduti  h 1,80 x 1,20 x 1,20 mt. – Piazza Municipio Gioia tauro (RC);
2000  Pace 2000  h 3,50 x 1,50 x 0,80 mt. – Monte Trepitò Molochio (RC);
2001 50° Polizia di Stato  h 0,80 x 0,50 x 0,10 mt. – Gioia Tauro (RC);
2003  Ascensione  h 4,00 x 1,50 x 0.50 mt. – Calitri (AV);
2003  Resurrezione  h 3,80 x 2,50 x 3,00 mt. – S. Ferdinando (RC);
2005  Atena  h 4,00 x 2,00 x 1,00 mt. – Villaggio Mosè (Agrigento);
2006 L’ombra della sera h15,00x0,70x3,00 mt. “Nik Spatari , Cosimo Allera ”MUSABA   Mammola (RC);
2007  Procreazione  h 3,20 x 0,50 mt.- Brno (Repubblica Ceca);
2007  Procreazione 2  h 2,00 x 0,15 mt.- Gioia Tauro (RC);
2008  Il grande Campione  h 3,00 x 1,30 mt.- Gioia Tauro (RC);
2009 La Famiglia  h 4.50 x 2.40 mt. – Gioia Tauro (RC);
Il 24 febbraio 2007 premiato come scultore alla Bit di Milano con il Premio Turismo in Calabria Magazine “Personaggi, testimonianze, e protagonisti della Calabria”.
Luglio-2007
Selezionato al 5° Premio internazionale SEETAL 2007 - sezione scultura - ed inserito in catalogo.
Organizzazione a cura del Kunst Forum International con il patrocinio del Comune di Meisterschwanden (CH), della rivista d'arte internazionale FUTURO e della SERET.
Nel mese di Novembre 2007 finalista del premio Harley Davidson  del concorso “883 modi di dire Harley” Milano.
Il 7 Giugno 2008 dopo essere stato selezionato su 1400 scultori entra insieme ad altri sei scultori
a far parte della Pellegrini Gallery. L’ufficializzazione della galleria viene fatta sulla rivista AD di  Giugno.
8/11/2009 A.D.I.C. Associazione Donne Insegnanti Calabresi  Riconoscimento sala Fallara Incontro con l’arte (parola della poesia e della materia).
23/08/2010 Cristo  h 6.00 x 2.00 mt. – Presentato per essere messo sulla cupola centrale.  Paravati (VV);
Critici: Antonio Orso, Luigi Mammone, Angela Ibez, Vincenzo Toscano, Gioacchino saccà, Caterina Provenzano,Vittoria Piria, Andrea Diprè, Carlo Sala, Sabrina Falzone, Riccardo Forfori, Paolo Levi, Pasquale Fameli. Piero Roberto.
Bibliografia: Da Cimabue al ’900 ( Ist. d’Arte Contemporanea – Milano), Enciclopedia dei pittori e scultori italiani del ’900 (Casa Ed. II Quadrato – Milano), Dizionario Enciclopedico internazionale d’Arte contemporanea (Casa Ed. Alba – Ferrara), Cosimo Allera artista del ferro (Antonio Orso), Zaragoza Escultura (Spazio Libertà), Gioia Arte (The International Propeller club Port of Gioia tauro), Costa viola (Turismo, arte e cultura), Calitri por amor al arte (Comune di Fraga – Spagna ), Vivi Agrigento arte (Centro studi Erato) LIBERO feria del libro Aragones (Monzòn- Spagna). Costa Viola (edizione speciale BIT Milano 2006). Turismo in Sicilia (agosto settembre 2007). Albo d’oro F.I.A.F.T. edizione 2007-2008 . Art in the city 2007. Seetal 2007 Kunst Forum International (Svizzera). Catalogo 883 modi di dire Harley . Catalogo Paesaggi Metropolitani.
Catalogo Altrove omaggio a Joan Mirò. Catalogo degli Scultori Italiani Giorgio Mondadori 2009-2010. AD Architectural Digest. Arte Mondatori Ottobre 2008. Arte Mondatori Novembre 2008. Pocketvignaclara maggio 2009. Catalogo dell’arte moderna N° 45 Giorgio Mondatori 2010. Catalogo internazionale di arte moderna n° 11 (Editrice Cida). Fashion Vip giugno luglio agosto 2010. Catalogo internazionale di arte moderna n° 12 (Editrice Cida).  Fashion Vip Novembre 2010.

e-mail:alleraarte@cosimoallera.it                            

sabato 1 gennaio 2011

Artisti in Calabria

©M.Iannino
Mario Iannino, omaggio a Mattia Preti, il Cavaliere Calabrese
Artisti in Calabria

È uno spazio in allestimento, pensato per divulgare le positività e il lavoro dei calabresi, gratuitamente, parola alquanto in disuso nel lessico corrente vista la cupidigia che c’è in giro e pervade la quasi totalità delle persone che spendono tempo e saperi nelle umane attività quotidiane. E se qualcuno spende il proprio tempo a fare qualcosa gratuitamente per il prossimo o la propria terra, il tarlo del dubbio penetra le teste bacate e sviluppa mille interrogativi contagiosi: possibile che non ci sia nessun guadagno? Se lo fa, è perché sotto sotto c’è un tornaconto personale!

È vero! C’è qualcosa! E questo qualcosa si chiama gratificazione per avere speso energie in progetti culturali, oserei definirli ideologici, vista la cultura imperante, mirati a migliorare i rapporti interpersonali senza l’assillo del primato assoluto o del guadagno facile.

I collaboratori del blog, lontani dalla volontà di creare l’ennesimo inutile contenitore artistico o dare spazio ai mostri sacri dell’arte ma determinati a dialogare e porgere al grande pubblico in maniera semplice e diretta le poetiche creative presenti in Calabria a testimonianza delle tensioni culturali, quali esempi concreti di volontà di riscatto dai fatidici luoghi comuni che l'immaginario collettivo appioppa indifferentemente alla Calabria e ai Calabresi ogni qualvolta capiti l'occasione, diamo voce a quanti vogliono usare il blog per esternare le diverse poetiche presenti sul territorio.

Pertanto, l’invito, rivolto a quanti intendono essere presenti in detto spazio attraverso notizie personali, curriculum vitae e fotografie di opere da inserire negli spazi del blog, è di allegare la documentazione necessaria e fare richiesta all'amministratore di aore12 all'indirizzo di posta elettronica: arteesocieta@gmail.com

Quanto pervenuto sarà pubblicato integralmente, ovviamente, in caso di inesattezze le responsabilità saranno da ascrivere esclusivamente ai relativi mittenti dei file spediti.

Artisti menzionati nel blog:

Stephan Balkenhol (scultore)
Raffaele Basso (pittore)
Giuseppe Celi (creativo)
Anthony Cragg (scultore)
Wim Delvoye (creativo)
Jan Fabre (scultore)
Luigi Fregola (poeta)
Anthony Gormley (creativo)
Mario Iannino (creativo)
Mario Parentela
Aniceto Mamone (pittore)
Angiolina Oliveti (scrittrice)
Dennis Oppenheim (creativo)
Mimmo Palladino (creativo)
Michelangelo Pistoletto (creativo)
Mattia Preti (pittore)
Marc Quinn (scultore)
Mimmo Rotella (creativo)
Enzo Toraldo (pittore)
e altri

Per leggere i post corrispondenti agli artisti digitare il nome nel motore di ricerca del blog oppure cliccare sull'etichetta arte, per avere un quadro completo di nomi, tendenze e correnti artistiche trattate e principalmente per conoscere la Calabria e avere un quadri d'insieme si rimanda alla pagina "parliamo di ..."

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