Solitamente si dice: “ Catanzaro è
la mia città, Corvo è il mio quartiere... amo catanzaro...”;
molti personaggi della politica nonché partiti politici, nuovi e
vecchi, durante la campagna elettorale da poco conclusa hanno
promesso la luna. Sono stati nelle periferie. Hanno constatato le
realtà; hanno elargito ricette e soluzioni. Stessa minestra delle
attuali promesse pre elettorali nazionali che vede emeriti forestieri
imposti per un posto sicuro in parlamento dalle segreterie nazionali.
Tutti a promettere e giurare in nome del popolo.
Catanzaro non è la mia città: non me
l'ha regalata o data in gestione nessuno, anche perché è da sempre
governata da eminenze grigie da dietro le quinte, ciononostante le
teste d'ariete in lizza si sono cimentati nella singolare tenzone e
quindi non posso dire: Catanzaro o il quartiere tal dei tali è la
stessa cosa per due ordini di motivi: 1° i miei natali demografici
sono altrove; 2° nel quartiere in cui ho casa si bivacca, è un
enorme dormitorio privo di attrattori sociali e centri di
socializzazione pubblici.
A parte il palazzetto dello sport, che
magari non è un luogo d'attrazione per tutti e il parco giochi dei
bambini, di fatto non esiste altro.
Chi ha detto che la socialità deve
essere organizzata e sponsorizzata in centro e nei salotti buoni
cittadini come Marina?
Spiace elencare le negatività di una
città e di un luogo che dovrebbe ritenersi del cuore. Un luogo in
cui si vive, si cresce e si fa famiglia: comunità!
Qui regna l'individualismo. Uno stato
di cose dettato dalla diffidenza mai superata dai singoli residenti
nei confronti delle istituzioni, quasi sempre assenti.
La periferia non è solamente
geografica.
La lontananza dal centro cittadino è
un dato tangibile. E mentre in città si discute sul posizionamento
di arredi urbani, strisce blu, parcheggi per i consiglieri comunali e
quant'altro, nelle periferie si convive con la selva e la fauna
nascosta.
In altri luoghi d'Italia il maltempo ha
causato danni inimmaginabili.
Tempeste, bufere, trombe d'aria,
slavine, inondazioni si sono abbattute sui centri abitati. Condizioni
atmosferiche che possono abbattersi anche qui da noi. Se ciò avviene
siamo fottuti! A causa dell'abbandono dei canali di raccolta delle
acque reflue ostruiti dagli arbusti e dei tombini intasati dal fango.
Esiste un comitato di quartiere, si
dice. Esiste un assessorato alla gestione urbana? Un urbanistica che
non si cura solo di imporre divieti e multe ma di un ufficio tecnico
che sappia impiegare le maestranze per tempo affinché le naturali
precipitazioni invernali e quelle improvvise estive siano
adeguatamente manutenute?