Sull'onda emotiva, drammaticamente
emotiva di questi giorni, si sono sentite tantissime esternazioni,
legittime, forse. Si è sentito parlare di educazione, rispetto e
sradicamento del concetto maschilista che domina la cultura e il
modello di diverse nazioni.
Si è puntato il dito sulla scuola e la
famiglia. In buona sostanza sulle prime istituzioni che compongono la
società.
Cortei. Assemblee. Hanno dominato i
giorni dalla notizia del tragico omicidio di una giovane donna
ammazzata da un ragazzo che diceva di amarla.
Ma l'amore non è un sentimento da
romanzo rosa al quale ci si può abbandonare senza avere raggiunto un
alto grado di maturità.
Amare significa educazione all'altro e
alle sue esigenze. Stare insieme con umiltà, fede e coraggio. Virtù
indispensabili senza le quali è impossibile amare veramente perché
l'amore è un'arte! Che richiede saggezza. Invece, la diseducazione
corrente porta a pensare che l'incontro con l'amore, la persona della
vita sia una questione di fortuna. Essere amati, quindi. Anziché
amare.
Per raggiungere lo stato d'innamorati
si seguono molte strade quali la ricerca del successo, soprattutto i
maschietti, essere nella possibilità di poter offrire una posizione
sociale invidiabile e, le donne, rendersi attraenti coltivando la
bellezza esteriore (questo passaggio sarà criticatissimo e censurato
dalle agguerrite femministe che vedono nel macho il nemico malefico
padrone assoluto del loro destino). Un'altra via, seguita da entrambi
i sessi (ma non ritengo sia minimizzando il concetto all'essere nati
uomini o donne che si sradica l'ignoranza), è quella
dell'affabilità, essere in grado di sostenere conversazioni
interessanti, essere utili, modesti, inoffensivi e affidabili sempre.
Insomma, condensare in sé un insieme
di qualità socialmente utili per conquistare amici e gente
importante.
Amare non è una attività semplice!
Amare è un'arte e come tale richiede dedizione all'apprendimento.