Il consumo esponenziale dell'acqua minerale in bottiglia e l'insistente campagna commerciale delle case costruttrici di impianti
di depurazione invogliano all'acquisto del prodotto sponsorizzato dai brand.
Ma prima di capitolare è opportuno fare una
riflessione sul mercato che gira attorno all'oro blu del XXI secolo.
Continuare a usufruire dell'acqua "pubblica" così come erogata dall'acquedotto comunale che arriva al rubinetto di casa tale e quale o fare installare l'impianto per l'addolcitore dell'acqua? oppure comprare l'acqua minerale in bottiglia?
A volte alcune leggende metropolitane condizionano le nostre scelte. Quindi meglio sfatarle o quantomeno cercare di fare chiarezza- Al primo punto c'è la durezza dell'acqua. Quindi il calcare, il sapore e anche l'odore che accompagna il getto dell'acqua quando fuoriesce dal rubinetto di casa.
“Chi pensa che la durezza
dell’acqua, e quindi un'elevata presenza di sali minerali, sia
collegata alla formazione di calcoli renali è fuori strada. Si
tratta di una bufala metropolitana. Non esiste alcuna correlazione,
come ben spiegato anche nelle Linee guida per una sana alimentazione
italiana dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la
nutrizione (Inran). Neppure il calcio favorisce la formazione di
calcoli di ossalato di calcio, anzi la presenza di questo minerale ,
insieme a quella del magnesio, può rappresentare un fattore
protettivo rispetto al rischio di sviluppare malattie
cardio-vascolari”.
E' doveroso ricordare che l’acqua dei nostri acquedotti è rigorosamente controllata
dalle Asl metodicamente.
Mentre le acque minerali sono regolate da normative differenti. Per
questo motivo alcune acque in commercio, imbottigliate
alla fonte, contengono elementi (come ad esempio arsenico, manganese
o solfati) in quantità superiori rispetto ai parametri ammessi per
l’acqua da bere dal rubinetto.
Secondo uno studio dell’IRSA (Istituto di Ricerca Sulle Acque,
deputato al controllo della qualità dell’acqua), l’85%
dell’acqua trasportata dagli acquedotti italiani e che sgorga dai
nostri rubinetti domestici proviene da fonti sotterrane, cioè
sorgive. La restante percentuale è composta da acqua di falde
superficiali, ossia pozzi, fiumi, laghi.
La qualità dell’acqua del rubinetto, vale a dire, la sua composizione
minerale in alcuni casi è superiore a quella in commercio. E, a seconda della zona in cui è collocata l'abitazione, l’acqua potabile domestica risulta più o meno dura,
piacevole o sgradevole al palato.
L’acqua del rubinetto, com'è noto, contiene il cloro,
obbligatorio per legge.
Il cloro serve a sanificare gli acquedotti e
a garantire la sicurezza dell’acqua. Il cloro non fa male alla salute, ma in certe
quantità può determinare un gusto sgradevole. Per ovviare si
possono applicare dei filtri di carbone attivo ai rubinetti così da migliorarne i fattori organolettici e renderli gradevoli.
La disinformazione di certa pubblicità che invita all'acquisto e
al consumo dell'acqua in bottiglia ci induce a pensare che l’acqua
povera di sodio favorisca la diuresi e faccia bene alla salute.
In presenza di alcune patologie è in effetti raccomandata
un’assunzione ridotta di sodio. Ma la frazione di sodio assorbita
attraverso l’acqua ha un impatto trascurabile rispetto a quella
assunta attraverso gli alimenti, per esempio: 100 grammi di
prosciutto contengono 2,578 grammi di Sodio, mentre per assumerne
attraverso l’acqua un solo grammo, dovremmo bere in media circa 20
litri di acqua al giorno.
Si tende a pensare e a credere che l’acqua ad elevato contenuto
di calcio fa venire i calcoli. L’Istituto Superiore di Sanità
afferma che non vi è una diretta correlazione tra la concentrazione
di Calcio nell’acqua e l’insorgere di calcoli. La raccomandazione
medica è quella di bere tanto, perché quel che conta è la quantità
totale di liquidi che si assumono nella giornata.
Bere acqua rubinetto o bottiglia? Concludendo: non è detto che
l’acqua minerale sia migliore per la salute rispetto a quella del rubinetto.
Ci sono alcuni falsi miti sull'acqua in bottiglia, addolcita o tale e quale come erogata dall'acquedotto regionale e comunale. Un falso mito è quello che indica ad oltranza la salubrità dell’acqua
povera di sodio e che questa sia da preferire o che l’acqua calcarea faccia
venire i calcoli. Ma abbiamo già visto che non è documentata da alcuna letteratura scientificamente certa.
Il consiglio che appare più sensato per un acquisto e un consumo consapevole e per contribuire a diminuire l'impatto della plastica sull’ambiente è quello di informarsi. Scegliere consapevolmente se bere acqua del rubinetto, minerale imbottigliata o addolcita da uno dei tantissimi impianti in commercio:
Informarsi sulla composizione chimica dell’acqua che
raggiunge i nostri rubinetti.
Leggere con attenzione le etichette dell’acqua in
commercio, senza fidarsi della propaganda.
Confrontare la composizione chimica delle acque minerali e di
quella del nostro rubinetto.
Informarsi sulla presenza di amianto nelle tubature degli
acquedotti che raggiungono le nostre case.
Valutare l’eventualità di applicare un filtro a carbone
attivo se l’acqua potabile dal rubinetto ha un sapore sgradevole.
Scegliere acqua imbottigliata con PET riciclato nel caso in
cui preferiate bere acqua minerale. O ancora meglio scegliere acqua
imbottigliata in bottiglie di vetro riciclato.
Ulteriori consigli:
Per eliminare il sapore o l'odore del cloro, frequente in alcune
zone d'Italia, e Catanzaro, alcune zone periferiche del capoluogo, nonostante vi sia abbondanza ricchezza naturale che sgorga dai monti della Sila, è tra queste, per eliminare il saporo del cloro, dicevamo, è utile lasciare decantare l'acqua di rubinetto anche
solo pochi minuti prima di consumarla, oppure conservarla in frigo in
una bottiglia di vetro ben chiusa.
Attenzione! fare molta attenzione agli impianti domestici:
Se la manutenzione degli impianti di depurazione domestica non è
più che egregia, i filtri possono tramutarsi in un ricettacolo di
batteri, questi sì rischiosi per la salute.
In conclusione, gli acquedotti in Italia sono più sicuri dal
punto di vista microbiologico e garantiti degli impianti di
filtrazione domestica. In caso di problemi, l'Azienda sanitaria
locale o il gestore dell'acquedotto sono chiamati a intervenire: le
soluzioni casalinghe sono poco utili.