l'amore soggettivizzato: ecco come il politichese stravolge l'italiano
Quando il politichese si appropria di simboli esistenziali, è d’obbligo essere guardinghi.
I significati cambiano, mutano in senso lessicale il concetto; le parole adottate assumono valenze opposte a quelle che di solito siamo avvezzi a conferire. In effetti, non è tanto chiaro il concetto d’amore urlato da Alemanno, il sindaco di Roma, dal palco al popolo in delirio. Cito testualmente: siamo il partito dell’amore che ha abbandonato il buonismo del passato, abbiamo eliminato il più grande campo nomadi dell’Italia: quello del Casilino…
Ma c’è da chiedersi: chi viveva in quel campo? Animali, persone, bambini, anziani? E se erano persone, perché la politica non ha fatto in modo di integrare questa gente? Integrarli con progetti culturali oltre che di pratica vita giornaliera. D’altronde, chi ha predicato davvero il vangelo dell’amore non faceva distinzioni di ceto, razza o cultura; anzi andava laddove c’era la sofferenza, mangiava insieme ai miseri, i diseredati! E condivideva sofferenze, cibo e intelletto.
Oggi, nell’era dell’idolatria gnomica si enfatizza il successo dell’uomo sull’uomo; si proclama, a parole, la meritocrazia e nei fatti si cercano i più servili, meglio se ignoranti, per far ricoprire loro importanti cariche pubbliche; metterli a capo di mass media e commissioni gestite dai partiti al potere.
Siamo in recessione, la povertà si tocca con mano e mentre una gran fetta di cittadini è sotto la soglia della sopravvivenza, guarda caso, c’è qualcuno che riesce a guadagnare 9milioni di euro in più rispetto all’anno precedente… ma come avrà fatto? Se è così bravo a guadagnare una cifra che sfamerebbe una cittadina intera pur essendo oppresso dai problemi che gli conferisce l’alta carica istituzionale come mai non riesce a traghettare gli italiani fuori dalla crisi economica e morale?
Bèh, senz’altro si giustificherà dicendo che nell’altra parte di tempo libero deve difendersi dai malefici che tramano contro la libertà…sua
Per concludere: è la prima volta che nella storia della Repubblica Italiana un intero governo scende in piazza per contarsi, vedere quanti ancora sono drogati dal mito dell’uomo e lo sostengono.
In uno Stato Democratico Serio i bagni di folla non servono perché non risolvono i problemi dei deboli. Per uscire dalla crisi servono fatti veri e non proclami, accuse e falsità. Né tantomeno bavagli ai cantautori dissenzienti.
La diversità è il sale della vita: aiuta a vincere le difficoltà
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.
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