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lunedì 27 agosto 2012

Calabria, il carattere di una regione

Svegliarsi ogni mattina con uno scenario simile davanti agli occhi non ha prezzo!


Ogni scarrafone è bello a mamma sojia.
Il bimbo è sempre bello agli occhi della madre. Quindi, perché stupirsi se i calabresi difendono coi denti la propria terra?
Una terra bellissima!
Descritta da Omero, Cassiodoro, Douglas e dai contemporanei che la visitano e rimangono incantati difronte a tanta bellezza.
Va beh, c'è qualche depuratore che non funzione; la raccolta differenziata inesistente e tantissimi soldi che girano attorno all'affare ecosistema. Quisquilie che navigano nel mare della politica al sud come al nord da sempre.
Se a questi problemi sommiamo i giochi sporchi di certi affaristi, l'affaire si trasforma in gestione disinvolta da imputare a ecomafie e affini. Ingredienti buoni per scoop giornalistici e antagonisti politici che fino all'altro ieri hanno governato e mantenuto gli stessi standard qualitativi ambientali perché preoccupati di assegnare incarichi a commissari incompetenti o comunque obbedienti alle direttive di chi tira le fila.
Il caso ilva o italsider, come si preferisce denominare o ricordare, ha inquinato per anni Taranto e ucciso lavoratori e cittadini che hanno vissuto sotto la cappa delle ciminiere dei grandi impianti siderurgici mal bonificati per via dell'enorme spesa che avrebbero dovuto affrontare i proprietari dell'azienda, è significativo.

In Calabria non ci sono grandi industrie da proteggere che consentono di trincerarsi dietro il metodo machiavellico del fine che giustifica i mezzi, cioè, il mantenimento del lavoro a scapito dell'ambiente (ma anche questa è una scusa), forse c'è qualche piccolo predatore che gioca a fare l'ammiraglio nel mare nostrum e questo non è ammissibile.

mercoledì 8 marzo 2023

Crotone, i familiari delle vittime contestano le decisioni del governo

 

“Rimpatriate i nostri morti nei luoghi d'origine ”. Questa la richiesta dei familiari dei naufraghi morti e allineati nelle bare adagiate nel palazzetto dello sport di Crotone trasformato per l'occasione in sala mortuaria.

La decisione delle istituzioni italiane di trasferire e tumulare nel cimitero musulmano bolognese le salme consegnate dal mare non trova consensi tra i parenti accorsi a Crotone per l'estremo saluto e il riconoscimento dei familiari vittime dell'immane tragedia.

venerdì 15 aprile 2016

Il 17 aprile voto

PER UNA AUSPICABILE NUOVA VISIONE DELLA POLITICA AL SERVIZIO DEI CITTADINI E DEGLI IMPRENDITORI SANI


Calabria, Le Castella, Isola Capo Rizzuto, KR, 
ph gentile concessione Valentina© Ianninio

Domenica 17 aprile andrò a votare! Andrò per dire a chi suggerisce di andare al mare o molto più esplicitamente di astenersi per non raggiungere il quorum e rendere inutile il referendum contro le trivelle in mare motivando l'astensione con un valore più alto quale la perdita del lavoro per migliaia di lavoratori qualora i sì vincessero il braccio di ferro tra petrolio e gas contro le rinnovabili.
Già, perché questo è il vero motivo! Alla fine vincerà comunque una lobby. Ed a noi cittadini elettori lasciano il cerino in mano acceso: chi fare vincere? Le trivelle, rinnovando loro le concessioni governative con tutto quello che ne consegue, oppure le cosiddette invadenti brutte e inutili, controproducenti per la collettività, fonti rinnovabili?

venerdì 29 agosto 2014

Mediterraneo, porta d'Europa e via di speranze

Caraibi? No, Calabria: Squillace!


mar jonio, golfo di squillace

L'estate sta finendo.
Tormentone di ogni fine agosto musicato dai Righeira che riporta ognuno di noi alla quotidiana routine. E, per dirla ancora in musica, durante le vacanze estive, chissà quanti hanno vissuto la spensierata “estate al mare” di Giuni Russo.
Mille e più canzoni, allegre o struggenti, rendono vivi i ricordi.
Nostalgiche visioni, mosse da soggettivi afflati rendono unici i giorni trascorsi insieme a vecchi e nuovi amici.

Nell'estate delle polemiche sui Bronzi di Riace, sulle esternazioni demenziali di certa politica o sulle teorizzazioni artistiche più o meno pilotate di questo o quell'artista si resta annichiliti davanti al quotidiano spettacolo della natura che si rinnova gratuitamente nonostante noi e le nostre tattiche utilitaristiche improntate sul guadagno economico condizionato dallo spread.

Il mare, i monti, l'entroterra e le coste dovrebbero essere lo spread delle stagioni umane che si beano e nutrono di odori, suoni, sapori, voci, speranze.

Gesti atavici si mescolano nello sciabordio ritmato e a volte irruento delle acque che si infrangono sulla battigia e formano strani disegni.
Lo Jonio, il Tirreno. Il Mediterraneo riporta alla luce la storia. Passato e presente sono lì, sotto gli sguardi dei bagnanti.
Nelle acque cristalline i tempi terreni si lasciano penetrare da quanti vogliono sondare, ricercare e proporre poetiche visioni sulle tracce degli storici invasori greci ma anche dai nuovi migranti carichi di ninnoli e mercanzie a basso costo che tingono coi colori della speranza persino i bagnanti insofferenti costretti a subire la miseria sbarcata sulle coste europee per mera sopravvivenza.

Guerre. Fame. Miseria mentale. Questi sono i sud. Le calabrie!
Le Calabrie non hanno confini geografiche. Le Calabrie siamo noi tutti. Vittime dei sentito dire, delle mafie mentali che riescono a muovere i pennivendoli in cerca di scoop. Capri espiatori, escamotage usati per offuscare le eccellenze vive e propositive che operano sul territorio.

Chi vive la Calabria e l'Italia nell'insieme globalizzante del mondo nell'armonia dei popoli non ha bisogno di spegnere alcuna sete voyueristica, personale o di gruppo. Chi ha mente e corpo,indipendentemente dalle apparenze, sa guardare oltre, penetrare l'ovvio, sminuzzare e ricomporre le apparenze, non per cercare paradisi artificiali ma per offrire visioni più consone alle esigenze corporee e intellettive.

Questa è la Calabria creativa.

martedì 26 aprile 2016

Ricezione, le cose buone della Calabria


Calabria: uno sguardo verso il mare jonio
 dalla presila catanzarese

Peccato non potere godere del panorama e degli odori della terra di questo lembo di Calabria che si affaccia sul mare jonio.
Piove e il vento è forte. Il maltempo ci impone un'entrata veloce nel casale
Dentro, nella struttura agrituristica, il caminetto è acceso. Nel piccolo salone due tavoli sono occupati da giovani coppie e dai loro figli. E, poco discosti dalle pareti, una sequela di tavolinetti, affiancati l'un l'altro, compongono una tavolata a forma di L.
Prendiamo posto. Inizia la girandola degli antipasti rigorosamente calabresi e prodotti in loco: frittelle di verdure, polpette di carne e di patate, capocollo, salsiccia affumicata, olive, pecorino, fagioli con verdura, fave condite con l'olio extravergine della casa e tante altre buonissime cibarie che degustate divinamente stroncano inevitabilmente l'appetito.
Impossibile, per me, continuare il pranzo e assaporare le altre portate: pasta al forno ripiena; risotto con speck e asparagi; pollo ripieno, tagliata con rucola e filetti di formaggio...


Questo è solo un assaggio, dell'agriturismo e delle sue peculiarità parleremo inseguito in un post ad hoc.

Per il momento diciamo che è a pochi minuti da Catanzaro e a due passi dalla ss 106, sulle colline che portano nella presila catanzarese e che, da quanto ho potuto constatare in questa prima visita, vale la pena scoprire, apprezzare e divulgare.

lunedì 12 luglio 2010

dal mare ai monti in 10 minuti tra i castagneti della Calabria

a ore 12: montagna!

aore12

Oggi abbiamo deciso di fare un’escursione ai monti. Lasciamo la costa e ci dirigiamo a est, nell’entroterra catanzarese, verso le serre calabresi. In macchina di buon mattino (è un eufemismo, si dice tanto per assumere un tono salutista, in realtà sono le 11 passate) scarpe da trekking zaini e borracce da riempire. Mi hanno detto che tra i boschi di castagni, tra Palermiti e Centrache, lungo la provinciale 162, direzione Chiaravalle Centrale, c’è una sorgente d’acqua pura, leggerissima e che stimola chi la beve a fare tanta plin plin, per cui, infiliamo nel cofano della macchina qualche bidoncino e via!

Nel luogo dell’appuntamento, nei pressi della stazione ferroviaria di Montauro, aspettiamo gli ultimi ritardatari e, composta la compagnia, imbocchiamo una stradina provinciale che gradatamente si arrampica sui fianchi della collina. La segnaletica indica Gasperina, Centrache, Palermiti, Olivadi, Cenadi. In linea d’aria i monti sono a pochi passi, sì e no 5, 10 km al massimo.

Prima delle porte di Gasperina, la strada forma delle curve mozzafiato e offre una visione altrettanto spettacolare, mai vista prima: l’ansa tra la Torre del Palombaro, ai piedi di Stalettì, e Soverato Marina è sotto di noi, la dominiamo con lo sguardo. Uno sguardo ebbro per tanta bellezza!

Si ha la sensazione di essere su un trampolino. I fondali marini sembrano coperti con una leggera pellicola cangiante di cristallo, azzurro, verde smeraldo… celeste… colori tenui, di una trasparenza unica che irradia e trasmette al nemico “pensante” visioni pacificate: l’uomo è niente al cospetto di così tanta bellezza!
Non c’è nulla di magico o di esagerato. I colori dell’acqua si modificano davvero, in sintonia con gli studi scolastici, solo che qui siamo al cospetto del creato, nel laboratorio naturale della perla dello Jonio, dove ogni cosa è magia!, e a nulla valgono le teorie del colore e della rifrazione della luce. L’angolo d’osservazione di ognuno, è determinato non solo dalla luce del sole che s’infrange nello specchio di mare, ma, principalmente, dalla predisposizione d’animo del singolo. E ciò determina soggettive visioni cromatiche. Insomma, una dolce illusione, un miraggio, una bugia visionaria purificatrice, che avvicina l’uomo alla natura.

Il sole picchia perpendicolarmente sopra le nostre teste: è mezzodì!
Riprendiamo la marcia.
Superate alcune curve, nel tratto tra Palermiti e San Vito, lungo la provinciale 162, un’area attrezzata offre la possibilità di rifocillarsi, assaggiare carni alla griglia e provviste caserecce accompagnate da un buon bicchiere di vino o birra fresca. Il circolo del cacciatore, così si chiama la griglieria, è situato in uno spiazzo tra i castagni al bordo della strada. All’ingresso, affianco al cancello, sulla sinistra, una statua di San Pio da Pietrelcina, riparata in una grotta di pietra, accoglie gli avventori e sulla destra, l’insegna del circolo.
Il silenzio è rotto dal lieve venticello che solletica le foglie degli alti castagni e dal cinguettio degli uccelli. Il nostro vociare rompe gli equilibri sonori del luogo: è quasi un insulto alla quiete del posto e noi, forse non educati alla sacralità silente di certi luoghi, presi, letteralmente, per la gola, tra uno schiamazzo e l’altro, assecondiamo la dittatura del palato.

mercoledì 1 agosto 2012

Catanzaro, comune svende imbarcazione mai usata

Alle ore 9,00 del 10 agosto del 2012 scade un bando di gara indetto dal comune di Catanzaro. 
Una gara singolare, visto che tratta la vendita di un'imbarcazione nuova nuova. Usata pochissimo, anzi mai usata. È un usato garantito. Un affare per chi ha i soldi per aggiudicarsi il natante che il comune vuole dismettere: un sessa marine che Michele Traversa, l'ex sindaco che si è dimesso dopo neanche 7 mesi di mandato, aveva comprato per la polizia municipale. Nell'idea politica di Michele c'era la volontà di creare un reparto speciale nei vigili urbani per mantenere pulita e monitorare costantemente la coste catanzaresi ed ha munito gli angeli del mare di nuove divise che li distinguessero dagli altri corpi “speciali”.
Istituire “corpi paramilitari” sembra un pallino culturale di Michele Traversa, quella cultura che si porta dietro dagli anni giovanili della sua militanza nel partito di Almirante e Fini. È grazie a Traversa se oggi Catanzaro ha un corpo di polizia provinciale con tanto di parco macchine e “gendarmi”. È sempre grazie a lui se all'interno del parco della biodiversità c'è il MUSMI, il museo delle armi e delle divise storiche militari.
Ma questa volta, il caro Michele, forse, non ha fatto i conti col resto del mondo istituzionale. Forse non ha messo in preventivo l'esistenza ben qualificata della marina e del servizio guarda costiero inclusi nel baget del governo nazionale.

Pazienza. Lui si è visto togliere di mano un inutile giocattolo che è costato circa 20mila euro ai contribuenti calabresi dei quali, forse una decina rientreranno in cassa sempreché qualche facoltoso appassionato del mare deciderà di accaparrarsi il natante. E le divise? Quelle potranno trovare posto nel musmi, o no?!

mercoledì 2 novembre 2022

Ostaggi in mare, con quale coscienza si blocca lo sbarco?

 “Abbiamo chiesto al governo italiano di dare velocemente soccorso!”

Così risponde il governo tedesco agli sproloqui che si sentono in giro in merito alle navi delle ong cariche di migranti ancorate al largo delle coste italiane.

Sui giochi di parole della politica spicciola si consumano i sogni di tanta povera gente costretta a intraprendere i viaggi della speranza.

Non si vogliono trovare colpevoli, si chiede solo di porre fine al viaggio di donne, uomini e bambini partiti dall'Africa in cerca di una vita migliore.

E se più di mille persone sono bloccate nelle 3 navi delle Ong molti di più si chiedono se “questo è un uomo... che vive o muore per un sì...”.

La cieca crudeltà di uno sparuto gruppo che dovrebbe guidare le sorti del proprio popolo e prendersene cura condiziona e determina azioni nefaste di intere nazioni.

Purtroppo i fatti recenti gridano forte e chiaro che non sono bastate le atrocità tramandate dalla storia per migliorare le menti e far sì che non si verificassero più delitti contro l'umanità.

giovedì 26 agosto 2010

l'imprevisto

Fa caldo! Dalla finestra spalancata arrivano folate di vento improvvise che sanno di mare.
Il mare... non lo amo eccessivamente ma m'immergerei volentieri.
Lo vedo, sta lì davanti a me; immobile, fa da specchio alle quiete luci del lungomare e riflette brillanti corone nelle ultime notti d'agosto.
Ho la gola secca.
La portafinestra della cucina, esposta a ovest, è illuminata da uno strano quanto inusuale bagliore. Apro il frigo. Verso un po' d'acqua fresca nel bicchierone e la stempero con quella a temperatura ambiente che sta sul tavolo. Lo strano bagliore che filtra dalla tapparella mi preoccupa.
Avrò dimenticato la luce del terrazzo accesa... no, l'interruttore è spento. Mah, forse qualche lampione? No! Non ci sono lampioni quaddietro... allora che sarà? Qualche ladro dai vicini?! -tiro sù la persiana e una splendida luna piena effonde un chiarore biancastro- Già, la luna! E chi l'avrebbe mai detto?
Una bella luna di panna illumina la terra, veglia sui sogni e li protegge.

venerdì 12 luglio 2019

Cenacolo in riva al mare

Deriva della ragione pura e nuove barbarie.

Alcune considerazioni a margine della presentazione del libro di Filippo Veltri dal titolo “Calabria silente”. Edito da Rubbettino.


Mentre i relatori parlano mi tornano alla mente gli anni giovanili della passione politica. Incontri, assemblee... analisi.
 Sì, era passione pura la nostra!, che spingeva al superamento delle diversità e al livellamento dei problemi sociali per quanto più possibile lo fosse, non solo per me ma per una miriade di ragazzi che credevano nel cambiamento epocale dell'alienazione dei privilegi dei pochi a favore della moltitudine che viveva ai margini della sottocultura dei potenti. Poveri e ignoranti che ringraziavano i “padroni” pure per le briciole ricevute come se fosse un dono inaspettato e immeritato, che lui, magnanimamente, donava ai meritevoli.

La storia si ripete.
Ci s'interrogava, ieri come oggi, sul perché di certi atteggiamenti sociali e sulle distrazioni di massa studiate scientificamente dagli strateghi della politica per dare in pasto alle masse un nemico e iniziare una di quelle battaglie fratricide tra poveri.

Il fermento sociale di ieri non esiste più. Non esistono i grandi movimenti di massa. I movimenti studenteschi e dei lavoratori. Non esistono i maestri di vita che fungevano da faro dei partiti che si ritenevano vicini al popolo. Non esiste più il salario garantito nelle grandi industrie. Non c'è più il turnover perché non ci sono le grandi aziende pubbliche o private bisognose di forza lavoro.

Esistono nuove povertà: intellettuali e materiali. Cercare i colpevoli è superfluo.
Il depistaggio mediatico ha nuovi maestri e nuovi allievi da scolarizzare.
La massa ha bisogni impellenti da soddisfare; la gente non ha la testa e neanche la voglia di stare ad ascoltare e intervenire su questioni ritenute di lana caprina, inconcludenti e ripetitivi.

L'apatia o la distanza dai centri di potere politico e decisionale diventano vanto degli stolti che fanno il paio con l'arrogante grido: “fuori i migranti! Affondiamoli a mare.”
Con molte probabilità la delusione si è accumulata nel tempo. La rabbia fa pronunciare qualsiasi nefandezza.

Che ne è stato del lavoro dei Padri costituzionalisti, che ne è stato dello statuto dei lavoratori? Del diritto allo studio, al lavoro? E all'accoglienza?...
Gli uomini e le donne, quelli che un tempo erano i riferimenti sociali non hanno saputo mantenere il legame fiduciario col popolo?

La cultura, quella dai principi sani, quella che induce alla ragione, alla meditazione pacate dei fenomeni sociali sembra seppellita, annullata nella vita di tutti i giorni.

Per queste cose c'è la piazza mediatica. Sui social, nell'area virtuale, forse trincerati dietro l'anonimato e nascosti dal nik name, i freni inibitori cadono, ci si lascia andare. Lo sfogo liberatorio è terapeutico per le frustrazioni subite dall'assurdo ordine imposto dai poteri economici e sociali.

Sulle piattaforme l'individuo esiste se ha dei seguaci; è potente quanto più like collezione. E se per raggiungere ciò deve urlare cazzate lo fa. Poco importa chi ferisce o ammazza. Dietro al computer, l'influencer, si sente potente, invincibile. È un divo! Il nuovo cesare, declinato anche al femminile, esalta o abbatte i suoi cortigiani.
I rumori mediatici si amplificano e alimentano like dopo like i post. Rimbalzano con le condivisioni degli ignoranti. E dopo tanto parlare le energie calano. E sì, è una fatica enorme stare dietro ai numerosi follower s, dare loro soddisfazione, condividerne gli umori... alimentare le fobie...

Ecco, forse è questo il motivo del silenzio nella vita reale di tutti i giorni, caro Filippo.
Io auguro, per i nostri figli e per i giovani, che la storia non finisca come tu concludi citando i titoli dei tuoi libri: dopo la Calabria dolente la Calabria silente: poi resta poco.

Quel poco suona sinistro.
Spero, invece, che a vincere sia ancora una volta la ragione pura. E che la volontà di quanti credono nella bontà culturale sappia rompere i muri di silenzio che fanno bene solo a chi li ha eretti narcotizzando le menti coi selfie e i proclami d'altri tempi.

giovedì 28 luglio 2016

Quanto costa una casa al mare

Tempo di vacanze.
Estate in Calabria
golfo di squillace, scogliera di cassiodoro

Anche quest'anno si ripete il tradizionale rito della vacanza. La maggior parte degli italiani guarda al mare come meta ideale per rigenerarsi dopo un lungo periodo di stress lavorativo e non solo. Nonstante la crisi ancora alcune famiglie riescono a organizzare viaggi e soggiorni a medio termine in case private prese in fitto. Ma quanto costa una casetta di piccole dimensioni?

giovedì 23 febbraio 2012

Bossi Fini, legge ad capocchiam

Italia condannata a risarcire alcuni migranti profughi della guerra in Libia respinti in mare nel 2009 in ottemperanza alla legge sull'emigrazione Bossi-Fini.
E sì i nostri ministri scienziati del governo Berlusconi partorirono una bella porcata che fecero diventare legge. Questo in sintesi la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani. Ma la Corte di Strasburgo, giustamente, non fa distinzione tra chi era favorevole alla legge e chi la avversava, cosicché, anche quanti erano, e sono moltissimi i cittadini, contrari agli atti barbarici di ministri e parlamentari dementi devono pagare l'onta del disonore per essere stati governati da persone affette da turbe psichiche e che hanno partorito leggi assurde. E quello che è peggio: hanno mandato a morte sicura i migranti respinti in mare e costretti a far ritorno in Libia


...chi l'ha detto che la colpa dei padrigni deve essere pagata da tutti?

martedì 23 marzo 2010

il volo: nella filmografia di Wenders e negli atti solidali di Loiero e dei calabresi



Sì!, tra chi respinge in mare zattere cariche di bambini, donne, anziani e uomini disperati alla ricerca di un po’ di normalità, preferisco decisamente le braccia aperte di chi accoglie, memore dell’ambage dei padri costretti a lasciare le famiglie per cercare fortuna e accettare lavori umili pur di mandare pochi spiccioli a casa.

Chi ama veramente non getta in bocca ai pesci persone disperate. Persone costrette alla morte certa se costretti a tornare nei luoghi d’origine.
Ecco, questo ha fatto il cosiddetto partito dell’amore che governa oggi l’Italia. Un partito composto di gente crudele che veste panni d’agnello per imbrogliare gli elettori incerti. Promette e smentisce quanto proclamato nelle campagne pubblicitarie di bassa politica.
Il loro concetto di democrazia è limitatissimo: o sei con me e ti tutelo oppure sei nemico e ti annullo!
Per ultimo, inveiscono contro chi smentisce, giustamente visto la metratura della piazza, il milione di manifestanti enfatizzato dall’organizzatore della festa dell’amore; lo stesso incappato nelle attenzioni della giustizia inerenti alle indagini sui lavori di estrema urgenza gestiti da Bertolaso: Verdini.

Ma lasciamo da parte questi soggetti e concentriamo l’attenzione su qualcosa di serio: il messaggio dell’accoglienza che diventa dato di fatto reale in Calabria e breve film, appena mezz’ora di visione. Un film sull’integrazione che Wim Wenders gira in Calabria nei paesi ripopolati da rifugiati africani, curdi, afgani, palestinesi accolti a Badolato fin dai primi anni '90, un piccolo centro in provincia di Catanzaro, che anni addietro, provocatoriamente fu messo in vendita dagli amministratori comunali per mancanza di cittadini.

Badolato, Riace, Caulonia, la Calabria tutta è luogo adottivo per quanti arrivano dal mare per lenire le ansie e trovare pace; e nel film in 3D di Wenders si evidenzia un mondo naturale e umano tutto ciò, grazie anche alla maestria di Ben Gazzara, Luca Zingaretti, al bravissimo Giancarlo Giannini che ha prestato la voce a Ben Gazzara nel ruolo di primo cittadino; ai neofiti Salvatore Fiore e Ramadullah Ahmadzai, il bambino cittadino di Riace, nel film e nella realtà che durante le riprese ha detto a Wim Wenders:

“È molto bello quello che stai facendo. Ma io sono venuto qui per te. Adesso, se sei una persona seria, devi venire tu a Riace, al mio paese”. Queste parole, dette a Wenders sulla spiaggia di Scilla dal ragazzo afgano impegnato nel film, hanno toccato la coscienza del regista e l’hanno indotto a cambiare la sceneggiatura, trasformare una fiction di pochissimi minuti, 4 iniziali, in testimonianza artistica, destinata a levare il marchio di clandestinità e conferire loro una cittadinanza.

Ecco, tra le due correnti di pensiero preferisco, con assoluta convinzione l’accoglienza! Esternazione di amore solidale per i più deboli attuata concretamente dalla giunta regionale calabrese guidata da Agazio Loiero che, tra l'altro, ha coprodotto, insieme alla fondazione calabria film commission e Technos produzioni cinematografiche, con il contributo del comune di Badolato, il film di Wim Wenders, il volo; da un'idea di Eugenio Melloni.

domenica 26 febbraio 2023

Destinazione morte certa

 



Frenare. Arginare. Bloccare. Impedire le partenze. Questi i principi recitati come un mantra dai politici in merito al dramma umano dei disperati partiti dalla Turchia naufragati e morti davanti alla costa calabrese.

giovedì 1 luglio 2010

itinerari turistici consigliati in Calabria


racconti di vita in Calabria 1

itinerari turistici.

©archivio M.Iannino

È il primo giorno di luglio, secondo il calendario dovremmo essere in estate: aria calda, molto sole e bagni a mare! Invece l’inverno sembra non voler cedere il passo alla bella stagione: l’aria è fresca, pioviggina e c’è molto vento, va bèh che il vento a Catanzaro non manca mai però questo è un vento fresco, autunnale, che non invoglia le persone a spostarsi sulla spiaggia per cercare refrigerio nelle acque cristalline dei mari calabresi o nei boschi dell’entroterra silano e aspro montano delle serre.
Si rimane in città! A dire il vero, a me non dispiace. Non mi pesa per niente, anzi preferisco il fresco al caldo afoso. Quando fa caldo, ma veramente caldo, anche l’acqua del mare è un brodo e l’unico modo per stare bene è rimanere a casa con le imposte chiuse e il climatizzatore acceso ma non sempre è possibile! Se ci sono ospiti non puoi stare in canotta o torso nudo e bighellonare tra quattro mura: non tutti amano le cose che ami tu! Magari a un buon libro o un bel film preferiscono le escursioni naturalistiche, le immersioni o anche, perché no, una passeggiata in pieno giorno nei luoghi caratteristici della Calabria. Visitare parchi e musei, scavi archeologici e gallerie d’arte…

(segue)

sabato 11 marzo 2023

Chi si nasconde dietro la tratta dei migranti?

Scafisti e/o governi accondiscendenti? 

 Sulla rotta dei flussi migratori. Africa-Europa: cinica strategia?

Il problema della migrazione sta tutto nei mercenari che li traghettano? c'è una regia occulta?

La sensazione che ci sia dell'altro dietro al fenomeno delle flotte di migranti che dall'Africa cerca casa in Europa è da non sottovalutare. Forse siamo in guerra e non ce ne rendiamo conto.  Una guerra fatta non con le bombe ma con armi ancora più esplosive e subdole. Proiettili di carne umana e ossa. Teneri  corpi di bambini e mamme sole caricate in massa su bagnarole dalle organizzazioni criminose col benestare dei governi africani privi di morale comune invadono i Paesi dell'opulenza. Noi Occidentali "infedeli" ma con la fortuna di non soffrire la fame e la miseria imposta dai despoti che trattano la donna come se fosse una merce, una cosa propria: roba priva di personalità e anima da possedere!

giovedì 19 ottobre 2023

Veduta sul parco

 


L'accoglienza è stata ottima. Quasi familiare. Assistenti e operatori si sono dimostrati empatici però

ancora non so se hanno assunto atteggiamenti di facciata dettati dalla professionalità che richiede il sito d'accoglienza oppure sono connaturati al loro modo di essere.

lunedì 6 agosto 2012

la casa sul mare

Stalettì, Pietragrande, scogliera
In effetti la signora in prima fila ha un'aria triste. E anche se qualche ruga segnala il suo dolore, il suo portamento elegante avvalora la possibilità di un passato da modella. Non è loquace sulla spiaggia le altre pare conoscano il suo passato.

Certo deve avere sofferto molto per la scomparsa improvvisa del marito. Una scomparsa misteriosa, secondo la versione del “gazzettino della spiaggia”: hanno ritrovato solo le ciabatte e il costume. Nient'altro! Di lui non si è saputo più niente. Si sa solo che è uscito con la barca e dopo il nulla!
Era un benestante, molto ricco e lei una modella ma dopo sposata si è dedicata all'alta moda per volontà del marito che possedeva una catena di negozi ben avviati nelle località più in.
Lei, dopo la scomparsa del suo uomo, si è fatta costruire una casa fronte mare... pare che passi giornate intere a scrutare l'orizzonte.

La casa se l'è fatta costruire davvero ma il resto è meno “romantico”. Me lo ha confidato lei durante un dialogo informale. In uno di quei discorsi estivi che nascono così, per caso, tra vicini d'ombrellone. Qualcosina rimane nell'impianto fabulatorio delle pettegole ma il resto è pura fantasia che la “solita amica ben informata” ha condito e servito alle vicine d'ombrellone per impegnare il tempo e non pensare alla calura estiva.

Sai, Margot, Marco è morto dopo soli tre giorni. Un tumore fulminante se l'è portato via dalla vita lasciando tutti sbigottiti.
Le sue parole sono ferme ma cariche di dolore mentre mi racconta della sua solitudine:
Una vita piena di vuoti impegni in parte riempita da un frugoletto biondo che ha gli stessi occhi e il nome del nonno.

mercoledì 18 agosto 2010

a cena con Natuzza


Seduti attorno al tavolo, nella terrazza sul mare, più che mangiare si parla. E non perché il cibo sia pessimo, anzi!, l’antipasto di mare, gli assaggini dei primi piatti, le specialità della casa, tutte a base di pesce sono deliziose! E che dire della location a ridosso del costone roccioso jonico? Semplicemente spettacolare! Ciononostante, piatti e locale, sono messi ai margini delle attenzioni perché i pensieri di noi commensali si concentrano su una persona speciale. una donna che seppe confortare gli afflitti che, disperati, si presentavano davanti alla sua casa: Mamma Natuzza.

Persino i giovanissimi presenti hanno qualcosa da raccontare. Ne parlano come se parlassero della nonna, mentre, noi adulti ricordiamo la sua dolcezza; la pazienza, l’umiltà!
A parte le peculiarità personali che ci hanno spinto e avvicinato a Lei, l’atmosfera che aleggia attorno al nostro tavolo è singolare perché colma di affetto e amore profuso dalle sue calme e rassicuranti parole che vivono in noi.

Certo, il motivo predominante, quello che principalmente ha spinto la gente a recarsi a Paravati, è l’angoscia provocata dai problemi materiali, quali malattie gravi, perdite di persone care, e persino beghe e ingiustizie lavorative. Ma anche chi si recava da Lei con l’intenzione di capire l’insondabile lasciava lì il suo scetticismo, se non la prima, la seconda, la terza quarta volta perché quella persona emanava amore puro. Un amore che solo il cuore delle mamme elargisce.

courtesy arch.M.Iannino
bozzetto del martirio di Gesù come lo vedeva Natuzza: 
contrariamente a quanto tramandato nelle iconografie, 
in testa i carnefici gli hanno messo un elmo romano
con dei chiodi e non una corona di spine. 
Il primo insulto gratuito di un soldato romano 
fu un pugno, diritto sulla bocca, che gli spezzò i denti.
Ecco Natuzza è contenta! Parliamo di Lei e Lei è qui con noi…
Chi mai si sarebbe aspettato che un incontro conviviale tra persone con percorsi di vita differenti si sarebbe trasformato in cenacolo nel ricordo di Mamma Natuzza?



venerdì 1 luglio 2016

EU, fantasmi, egoismi e paure

Le bugie della politica. E le nostre inconfessate colpe

 

"Anano, specchio della falsa inclusione sociale"

 


A memoria d'uomo chi governa, per necessità o per opportunismi di vario genere, ha sempre tentato di nascondere la verità ai popoli.
E, Le mezze verità si trasformano in mancata credibilità e fiducia nei confronti dei leader.

Da voci indipendenti si sente dire che le crisi attuali dipendono dagli egoismi individuali e collettive amplificati dalle paure che le nuove povertà assommate alle vecchie e storiche povertà dei popoli affamati in nome del progresso.
Contrariamente alle notizie diffuse dagli organi manovrati dal sistema che enfatizzano le piccole vittorie dei piccoli uomini allorché la spuntano su qualche straccio di decreto o piccola prebenda concessa dalla Merkel.

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