DALL’ITALIA A NEW YORK.
Tantissimi, tra amici e parenti, hanno lasciato l’Italia negli anni dell’industrializzazione. L’esodo, avvenuto tra gli anni ‘50 e ’60 si è protratto anche dopo, ma la maggior parte della gente si è spostata a ridosso di quella che è stata definita l’era industriale. In quegli anni ovunque arrivava l’eco del benessere e la voglia di cambiare vita contagiava chiunque. Specialmente nelle classi meno abbienti si coltivò la determinazione di cambiare vita e poter possedere un vestito senza toppe da indossare alla domenica e durante gli eventi belli in famiglia e nel paese. Contadini, braccianti e artigiani che vivevano alla giornata, non avendo altro da perdere e semmai qualcosa da guadagnare, decisero di intraprendere il viaggio della speranza. Chiesero aiuto e sostegno ai parenti e ai paesani che li avevano preceduti facendosi chiamare. Sì, funzionava così. Per potere avere il visto d’accesso all'estero si dovevano avere delle credenziali e la chiamata di un familiare o un conoscente che garantisse la bontà del lavoratore era un buon viatico per il lasciapassare.