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lunedì 16 novembre 2015

Lavoro Svago Arte Cultura giovano e scacciano il male

Trovarsi in mezzo, essere coinvolti fisicamente o moralmente, nell'efferatezza stragista della follia, la reazione umana sembra essere quella contrapposta agli insegnamenti cristiani del porgi l’altra guancia. E come potrebbe essere altrimenti?

dedicato a Parigi
bataclan, svago arte cultura


Vedere una mattanza studiata e eseguita con fredda determinazione in nome di un Dio,( dio?), ma quale Dio può volere il male degli uomini? Di sicuro non un Dio Amorevole ma un anti-dio che domina la materia e condiziona le menti rendendole succubi del dio denaro e quanto, con questo, si può produrre e assoggettare ai propri voleri,  un dio minore e cattivo che odia e fa odiare chi ha raggiunto un grado superiore, chi si è evoluto, anche se per poco, dalle turpi passioni e sa tenere in buon conto i dogmi imposti per soggiogare i deboli e gli incolti.

Anche gli sciacalli che tacciano di “buonismo” chi è contro la guerra e la violenza in generale sono servi del male.

martedì 8 ottobre 2013

si gode più sui social network che tra le lenzuola

courtesy Mario Iannino©
Se chi fa di tutto per rendersi simpatico e interessante per raccattare a man bassa like sapesse che l'eccesso di “mi piace” ricevuti sui social network rende svogliati tra le lenzuola, come reagirebbe?

Pare che, secondo uno studio, (ma i ricercatori non hanno qualcosa di più interessante da studiare?) un uso massiccio di tecnologia e di Internet, sottopone l’individuo a un forte stress e lo allontana da due nuclei fondamentali della propria esistenza: la sessualità e l’amore, perché la sua libido è gratificata dai tantissimi “mi piace” più che dallo stress dei bottoni.

Lo studio condotto dalla Net dipendenza Onlus, una società che si occupa di dipendenza da computer, web e cellulari, su centinaia di manager delle telecomunicazioni ha reso pubbliche le indagini fatte sui dirigenti che hanno confessato di non avere tempo per curare il rapporto di coppia.

Anche secondo uno studio Usa emerge che il 16 % degli uomini soffre di totale assenza di stimoli sessuali nei confronti della partner a causa del troppo tempo passato a postare e twittare.

Il tempo passato sui social network o a stretto contatto con le nuove tecnologie danneggia anche le fantasie sessuali di coppia portando crisi all’interno della relazione.

Come la mettiamo?

domenica 3 giugno 2012

La condizione degli anziani

Quando sarò vecchio.


Ho trovato questa lettera su fb e non nascondo che mentre la leggevo ho sentito qualcosa smuoversi dentro.Faccio copia e incolla, aggiungo qualche correzione, con la speranza che la legga anche la signora che stamattina ha inveito contro la suocera vecchia e inabile. La signora isterica che ha lasciato volare dalla finestra parole pesanti come pietre e hanno invaso il quartiere.Grida pesanti e indecorose per lei che li pronunciava e per il marito che non la zittiva.

“Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.

Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose non mi interrompere ascoltami; quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.

Ricorda la pazienza che ho avuto nell'insegnarti l’abc della vita e tienilo sempre a mente; ma non per questo, se ad un certo punto della mia esistenza non riuscirò più a ricordare o perderò il filo del discorso, devi compatirmi! ma per amore dammi il tempo necessario per ricordare, e se non ci riuscirò non ti innervosire; la cosa più importante per gli anziani genitori è stare con i figli, essere e sentirsi amati, sapere di essere ascoltati. Perciò, figlio mio, q
uando le mie gambe stanche non mi consentiranno di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i primi passi.
E non arrabbiarti se dovessi invocare la morte, un giorno comprenderai cosa spinge a dirlo. Cerca di capire che ad una certa età non si vive, si sopravvive.
E non serve a nessuno se un giorno, quando non ci sarò, scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te e che ho tentato di spianarti la strada, sempre. 
Dammi un po’ del tuo tempo, ora!, dammi un po’ della tua pazienza, e all'occorrenza una spalla su cui poggiare la testa, come ho fatto con te: la vita è una ruota che gira.

Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza, dignitosamente, in cambio, io posso darti un sorriso e l’immenso amore che continua a crescere per te.

Ti amo figlio mio  

domenica 4 marzo 2012

tav e gay, le mezze ore di Lucia Annunziata

Mezz'ora in più a disposizione della Annunziata su rai 3 per liberare cazzate inutili sui gay, anche se, ad essere sinceri la prima mezz'ora è stata proficua perché l'ospite è stato coraggioso ed ha detto come stanno davvero le cose sull'alta velocità. Non sto a ripetere quanto è stato detto, chi vuole può documentarsi sul web, ma una cosa è certa: se i politici che hanno trattato la questione alta velocità per le merci che parte da Lisbona e arriva a Kiev, quindi unisce l'Europa da una parte all'altra, avessero avuto lo stesso coraggio nel parlare e eliminareil politichese con la gente, magari incontrandola prima e sviscerare insieme le problematiche che la struttura avrebbe causato nell'impatto con l'ambiente, a quest'ora non saremmo di fronte a scontri ideologici, ambientali e politici per la tratta ferroviaria che tutto sommato interessa la Val Susa in minima parte.
Ma, ripeto non è di questo che voglio parlare!

Voglio gridare il mio dissenso su come sono strumentalizzati certi argomenti. Argomenti delicatissimi che toccano il privato, (si parla tanto di privacy, diritto alla vita, all'amore e poi pretendiamo che gli altri sbandierino ai 4 venti sentimenti, ritenuti dagli ignoranti, morbosi o contro-natura). Con quale diritto si pretende o si sussurra una confessione pubblica da chi non lo ha fatto quando era in vita.
Non si può iniziare un tema definendolo “il caso Dalla” nel giorno dei suoi funerali con due rappresentanti gay in collegamento da piazza Maggiore in Bologna sorvolando due ordini di motivi fondamentali:
  1. Lucio Dalla è stato un grande Poeta e un eccelso Musicista; una persona sensibile amata per la sua arte!
  2. Poco importa dove lo portasse la sua passione intima. Lui l'ha vissuta con dignità!
Non è facendo coming out che si risolvono i problemi sociali e culturali dell'essere gay. E neanche facendo leggi punitive per chi sfotte i gay. Solo la crescita culturale collettiva elimina i pregiudizi nei confronti dell'altro, il “diverso” ma poi diverso da chi?

martedì 17 gennaio 2012

yin e yang, la forza dell'amore

Nei pensieri degli uomini la figura femminile è una presenza costante fin dai primi attimi di vita. Probabilmente, l'uomo non ha mai reciso davvero il cordone ombelicale che lo ha nutrito nel grembo e da feto lo ha portato passo passo ad affacciarsi nel mondo. E anche lì, lo accompagna nelle prime esplorazioni sensoriali fino a farlo diventare adulto.

Tra la donna e l'uomo s'instaura un legame forte, inscindibile; rigenerante sotto ogni aspetto, non perché condizionati dalle funzioni vitali o umorali ma perché essendo yin e yang, l'inizio e la fine di ogni orizzonte; in sintesi, microcosmi che non possono vivere a sé stanti, essi si compendiano fino a diventare una cosa sola nella trasformazione ultima del macrocosmo.

Per questo è insensato parlare in termini manichei di pari opportunità, progetto donna, quote rosa e altre sciocchezze dettate dalle masturbazioni mentali di chi ha già tutto in casa perché vive in una società evoluta.
Piuttosto sembra una scorciatoia per arrivare a traguardi interdetti ad altri.


Stessa analisi per l'orgoglio gay. Ovvero quella cerchia di arrivisti che vuole trarre vantaggi personali e sedere a capo di una confraternita che ha accoliti in tutte le lobby di potere economico e commerciale percorrendo la corsia preferenziale del disagio psicologico sofferto da uomini e donne, etero o gay non fa differenza, per colpa di quanti non conoscono la forza dell'amore universale.

lunedì 24 ottobre 2011

ami davvero il tuo paese?

AMI DAVVERO IL TUO PAESE?
Opporcocazzo!
Non ci avevo ancora pensato oggi và!

A dire il vero stavo pensando a come guadagnare qualche euro e come fare per tirare la giornata. Penso a come far vivere dignitosamente la mia famiglia, anche perché al mio Paese dovrebbero pensarci i grandi cervelloni che lo dirigono.

Quei cervelloni che allungano l'età pensionabile anche a chi non ha un lavoro; grandi capitani d'impresa prestati alla politica scesi in campo per coltivare interessi poco chiari agli italiani. Dirigenti che non vogliono aiutare chi sta male socialmente ma li prendono per il culo con manifesti inneggianti all'amore.

Oggi mi sono davvero incazzato davanti al manifesto 3x6 esposto sulla rotatoria di una strada d'accesso a Catanzaro. Ma poi ho pensato: o hanno un ufficio stampa all'estero che non sa cosa sta succedendo in Italia perché non vedono la tv non comprano giornali e non hanno connessioni internet oppure hanno una faccia talmente tosta che non gliene frega un cazzo della realtà del paese e continuano a raccontare una bella favola.

A questi individui dico: io amo davvero il mio Paese, perciò rispetto il territorio, le coste, i fiumi, i laghi, la gente che passa o approda, la storia, l'arte, la cultura e persino la gente che governa indegnamente ma non sopporto chi racconta balle e prende per il culo il popolo. … basta con la pubblicità ingannevole: Amare vuol dire condividere gioie e dolori, bene e male. Quindi, giro la domanda alla casta dirigenziale: amate davvero il nostro paese? se la risposta è sì, allora, facciamo sacrifici comuni, condividiamo tagli alle pensioni e ai vitalizi arraffati in politica, eliminiamo i privilegi e gratifichiamo le professionalità, i meriti: aiutiamo chi sta peggio di noi!

domenica 10 aprile 2011

l'albero della macedonia, insieme per cambiare



Ho visto qualcosa d’inaspettato in televisione. Ho visto gente di etnia diversa vivere insieme nella stessa cascina accudire i figli degli altri come propri. Ho visto musulmani, cristiani e indù pregare insieme. Ho visto sullo stesso legìo bibbia, torà e corano. Ho visto tutti i colori dell’uomo sotto lo stesso tetto. Ho visto la ragione prevalere sull’antiragione. Ho visto l’amore!

Non è un sogno e neanche la comune sessantottina dei figli dei fiori. È una realtà controcorrente rispetto a quanto si sente e si vede.
Ministri che dicono chiaramente “fora dai ball” in riferimento ai migranti che per sfuggire alla fame affrontano la morte nel mediterraneo.
Oggi, finalmente ho visto qualcosa di pregevole in televisione. E mentre le immagini di uomini, donne e bambini in fuga dai loro paesi, ammassati per strada segregati nei centri d’identificazione o peggio morti in mare, scorrono nei servizi televisivi, “Racconti di vita” ha messo in onda qualcosa di diverso in merito all’accoglienza e al dialogo tra i popoli:

In una cascina alle porte di Monticelli Pavese, in provincia di Pavia, esiste una comunità familiare interreligiosa composta da quattro famiglie con storie, cultura, esperienze e religioni diverse; vivono una accanto all’altra e sperimentano l’interrazialità attraverso l’affido di ragazzi e bambini italiani e stranieri.

“L’albero della macedonia”, è una metafora che suggerisce la possibilità di vedere sull’albero, e quindi in natura, i differenti frutti che compongono, per mano dell’uomo, la macedonia, boccone goloso di fine pasto dai sapori e colori ben azzeccati, ma, che in questo caso, rimanda attraverso l’esperienza di quattro famiglie, due italiane e due immigrate, a una realtà resa possibile dalla convivenza di etnie diverse.

giovedì 9 dicembre 2010

macchina mediatica tra l'apparire e l'essere

Parlare d’amore non basta mai…

Se mettiamo sul piatto della bilancia due o più questioni sociali, volendo proprio spaccare il capello in quattro e ragionare su chi è pericoloso per la società e verso chi si dovrebbero adottare provvedimenti di recupero relazionale, formativo e intellettivo, con molte probabilità ci troveremmo d’accordo, almeno nell’approccio iniziale inerente alla sacralità della vita, quindi delle libertà.

A parte il concetto della governabilità minata dai file divulgati da Wikileaks e le loro irrilevanti novità perché note a tutti, l’atteggiamento dei Paesi nei confronti di Julian Assange è spropositato.

Non si può privare della libertà una persona che pubblica notizie vere, e prestare il fianco ai tantissimi guerrafondai disseminati in ogni dove, che per arrivare al potere organizzano persino reality show, uccidono impunemente animali selvatici e fanno vedere la loro baldanza fisica e mentale. Persone che dovrebbero predicare ben altri sentimenti.

Divulgare sentimenti di collaborazione, se non altro, visto che vanno in giro con figli, padri e consorte a prendere dalla natura il peggio della brutalità animale. Ma se questa persona avesse osservato bene la cultura di mamma orsa avrebbe appreso che mamma orsa pesca per sfamarsi e sfamare i piccoli e non va a sparare per puro piacere o far vedere che è forte e potente.

No cara Sara Palin, non è uccidendo un caribù che si dimostra la supremazia e non è neanche chiedendo misure restrittive o pene di morte che si dimostra di essere un leader valido e affidabile.
Magari la prossima volta affronta ad armi pari la tua preda e se saprai fronteggiarla con intelligenza e pragmaticità utile alla società ti sarai guadagnata il peluche della vittoria.
Almeno, Julian Assange non uccide nessuno, anzi divulga le strategie, condivise o no, di persone preposte agli affari istituzionali internazionali e fintantoché vige la libertà, preferisco la libertà! E tanto peggio per quanti non sanno apprezzarla appieno.

sabato 4 dicembre 2010

l'amore delle mamme

L’amore delle mamme è infinito.

Nessun altro sentimento può essere paragonato alla forza che sprigiona un cuore di mamma.
E non c’è bisogno di fare elenchi per avvalorare la forza e la passione delle donne fin dalla gravidanza, anzi, se tentassimo una sorta di classifica, rischieremmo di essere sdolcinatamente banali.
Chiunque abbia avuto la fortuna di crescere in famiglia e vivere la presenza benevola di una donna e mamma custodisce dentro di sé episodi singolari di quotidiano amore, e quanti non hanno avuto questa possibilità, ma hanno conosciuto Natuzza, che ha incarnato tutto ciò, l’hanno compreso, perché lei ha saputo dissetare le anime in pena, dare conforto, accogliere e pregare insieme ai bisognosi; ha esortato genitori e educatori a comprendere e seguire i giovani, ha coccolato e spronato i giovani verso traguardi migliori spiritualmente e intellettualmente. Ha aiutato le anime a squarciare il velo d’isolamento che le imprigionava nelle tenebre. Ha ridato luce al mondo della spiritualità!
Natuzza è la mamma spirituale di quanti la cercano…

martedì 2 novembre 2010

preferisco i gay

Preferisco i gay alla stupidità dei seni rifatti e dei nasini all'insù.


Non sono gay e per fare l’amore preferisco le donne intelligenti e belle ma quest’ultima peculiarità può essere tranquillamente elusa specie se diventa merce di scambio o è posta sul piatto della bilancia per valorizzare ochette rifatte a discapito di menti eccelse.
Per me l’eros è una questione mentale. La donna deve suscitare qualcosa d’indefinito e inatteso e quel qualcosa prescinde dall’estetica corporea. Anzi, può essere proprio una piccola imperfezione, il timbro della voce o la meridionalità dei lineamenti a innescare la libido piuttosto che un corpo scolpito e imbottito di silicone o trattato al botulino.
Ovviamente non tutti la pensano come me, tant’è vero che la fabbrica dell’apparire è attivissima e la pratica della chirurgia plastica per seni rifatti, nasini all’insù, labbra gonfie e avvolgenti, zigomi scolpiti e parti intime rivedute e corrette secondo un immaginario boccaccesco, fa affari d’oro.

Problemi, questi, che non centrano con l’agenda politica e quando un alto esponente politico cade in tentazione o è sessuofobo non è più degno di rappresentare una nazione perché la nazione è composta di tantissime anime con innumerevoli storie; e la storia recente, la cronaca, ha documentato come le incompatibilità oggettive debbano essere rimosse dal sistema sociale in maniera democratica in un batter d’occhio. Se poi alle incongruenze di tipo morale si associano esternazioni estranee ai protocolli istituzionali, come le gestioni allegre delle finanze pubbliche, le morti in carcere, la perdita occupazionale di intere generazioni, per intenderci: nessun popolo che goda una discreta salute mentale lascia alla guida di una ferrari lo sfasciacarrozze ubriaco che ammazza i gay, gli operai i pensionati e quanti gli attraversano la strada e interrompono la folle corsa.

Insomma, chi determina le sorti dei popoli non può permettersi certe licenze.
E, per dirla tutta preferisco l’amicizia di un omosessuale alla stupidità, all’arroganza, all’egoismo e alla pochezza di pensiero che uniforma e appiattisce uomini e donne e li riduce a cloni. ma poi, cosa avranno mai di tanto irritante o irriverente gli omosessuali? è forse peccato amare? perché di questo si tratta: di amore verso un'altra persona! e alle guerre intestine preferisco l'amore senza se e senza ma.

sabato 14 agosto 2010

adolescenti, amore, rapporti con l'altro sesso

Piazza Maria Ausiliatrice è uno dei tanti luoghi di ritrovo estivi dei ragazzi dell’hinterland soveratese. La gente passeggia, compra un gelato, lo gusta, scambia quattro chiacchiere mentre i ragazzi, anzi, le ragazze sbirciano e commentano i ragazzotti più grandi che si trovano lì. I loro discorsi sono espliciti: quello è proprio bono! Ha un culo… ma stai zitta che ancora non l’hai fatto!

Si sono invertiti i ruoli! Un tempo erano i maschietti a fare commenti sanguigni sulle donne, oggi, sono le ragazzine di 13 anni a prendere iniziative. Amoreggiano alla pari delle donne vissute. Stringono i loro compagni, li avvinghiano e li stordiscono con baci mozzafiato. Esternano la passione amorosa senza porsi problemi. E lui, poverino, va in crisi d’identità. Si depila. Fa la lampada. Si fa aggiustare le orecchie, il naso, la bocca… non che una volta fossimo meno attenti alla cura del corpo ma si pensava di esternare la mascolinità con metodi affini all’essere maschio: la barba, i basettoni, i baffi, la camicia sbottonata a mostrare il petto villoso…

Sì! Decisamente i tempi sono cambiati!
Eppure, mi ritengo una persona aperta alle pari opportunità, alla parità dei sessi, alla libertà di espressione all’emancipazione… ma, ripeto, un tempo era impensabile questa evoluzione di costumi. Noi maschietti scappavamo dalle ragazze “facili” che la davano o si prestavano a giochi erotici con facilità. Ovviamente dopo aver consumato.
Nella maggior parte dei casi, arrivare a baciare una ragazza significava essere fidanzati. Rodare un percorso di vita in comune. Formare una famiglia! e raramente la ragazza si concedeva prima del matrimonio!

Senza parlare delle uscite. Quelle erano il risultato strategico di compiti a casa delle compagne, l’acquisto di quaderni o appunti da prendere in biblioteca, rigorosamente accompagnate dal fratellino più piccolo o dalla sorella.

Oggi le smancerie si perdono. Baci e abbracci dovunque. Vacanze insieme. Foto su internet a testimoniare la passione amorosa o la sua morte come se niente fosse.

Con questo, non dico che era meglio prima. Ma che la platealità ha invaso e modificato la sfera sentimentale. Il tempio, lo spazio intimo, l’atto privato, da nascondere agli occhi estranei è dissacrato dalla mania di protagonismo. E gli adolescenti sono i più esposti alle lusinghe della diffusione massiva d’immagini e sentimenti.

martedì 3 agosto 2010

fallo di reazione e affetti

Il fallo di reazione negli affetti familiari


In parole povere, si definisce fallo di reazione il comportamento volgare e ineducato del giocatore che “giustifica” in maniera scorretta e sconvenevole il richiamo dell’arbitro.
La reazione è punita dal codice calcistico con l’ammonizione e l’espulsione, a seconda, se reiterata o pericolosa per l’incolumità dei giocatori o dell’arbitro.
E nella vita comune? Nel menage familiare e nel rapporto amicale, tra colleghi e conoscenti? Vale a dire in quegli ambienti dove a rimanere mortificati, sono gli affetti, i rapporti interpersonali piuttosto che l’inibizione al gioco di squadra e la conseguente possibilità di schieramenti forti e l’ipotetica posizione in classifica?

Si sa, negli ambiti familiari l’amore supera tutti gli ostacoli: le sgarberie del coniuge, dei figli e dei congiunti acquisiti. Ignora persino quelle sgarberie che a volte dimostrano una durezza di cuore spaventosa e indurrebbero persino i fautori montessoriani a punire con ammonizioni ed espulsioni dal campo protettivo domestico i violenti. Ma i genitori hanno cuori grandi e, superata la delusione iniziale, l’attimo cocente scaturito dall’incredula azione mortificante dei figli, riaprono le braccia e accolgono per l’ennesima volta, fino a quando avranno vita, il cuore dei genitori trasformerà in amore l’errore, anche se a volte la tentazione di lasciarli cozzare con la dura realtà e fare esperienze di vita reale al di fuori del mondo dorato costruito da mamma e papà è forte.

sabato 3 aprile 2010

Eros, amore, impulso primordiale e procreazione


Eros, amore, impulso primordiale e procreazione.

La fusione tra due esseri è un mix intenso di emotività psichica e ormonale definito dai romantici “atto d’amore”, donazione incondizionata, coinvolgimento che sfocia nella procreazione di un nuovo essere.

La sublimazione romantica eleva l’amplesso a osmosi mentale, disancorandolo dall’impurità della materia.
I corpi, quindi, come strumento d’unione osmotica nella cultura occidentale; strumento procreativo più che di piacere erotico per i puritani.
Ma alcuni soggetti, pur mantenendo tali presupposti, includono sofismi erotici al fine di raggiungere piaceri intensi e spaziano dalla lingerie alle letture erotiche, dai film d’autore a quelli hard fetish violenti, ecc.; condizionati comunque dalla formazione culturale d’origine, si lasciano catturare dai sensi di colpa postumi e alla fine, dopo avere tacitato l’impulso animale, piangono le classiche lacrime di coccodrillo.

Differentemente, le culture non contaminate da tali condizionamenti intellettuali mantengono intatto l’antico impulso animale; per questi ultimi l’accoppiamento sessuale è un’esigenza corporea priva di tabù al pari del cibo. Procreano e soddisfano impulsi umani.

mercoledì 31 marzo 2010

amore e creatività


Amore come creazione



La creazione è strettamente correlata alla nascita di qualcosa di nuovo; qualcosa che prima non esisteva; qualcosa che migliora la vita dal punto di vista emotivo e qualitativo.
La figura creativa per antonomasia è la donna fertile che, come madre terra, dà vita a un nuovo essere, lo fa germogliare e lo segue sempre finché ha forza e vita per prendersene cura. Fino a quando non dovrà, lui stesso, il nuovo, essere fruttifico per gli altri. Ma spesso si dimentica il vero senso della vita e qualcuno crea falsi miti, false ideologie e false operazioni culturali che sortiscono in politiche dannose per la crescita intellettuale della comunità.
Infatti, non arrivano buoni esempi dalla società che si riflette nei mass media. Le notizie, ma anche gli spettacolini leggeri evidenziano un solo punto: la supremazia individuale dell’uomo amplificata da chi gestisce il palinsesto. Persino i risultati delle recenti competizioni politiche sono sbandierate ad uso e consumo delle parti: hanno vinto tutti! Tutti hanno ragione!

Il dato reale consiste nell’implosione della politica, del pensiero politico svincolato dalla morale comune e dalla visione ideologica della politica stessa. Una politica che sappia gestire i cambiamenti sociali, le implementazioni tecniche/scientifiche, insomma una classe politica intellettualmente pura al servizio della gente.

sabato 20 febbraio 2010

Acqua, no alla privatizzazione!


“Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari”.
Così Padre Alex Zanotelli commenta le recenti modifiche alla legge 133/2008 che rafforzano la privatizzazione dell’acqua. E con altrettanta forza invita tutti a inviare mail a beni_comuni@libero.it e scrivere: aderisco, affinché venga abrogata l’ennesima iniquità di un governo che sta solo dalla parte delle lobby.

Ecco di seguito una lettera che vale la pena di divulgare.
“MALEDETTI VOI….!”
Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua, che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :” Maledetti voi ricchi….!”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua .
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.
E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stravittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:
AI CITTADINI di
-protestare contro il decreto Ronchi, inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.
AI COMUNI di
-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.
LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .
AGLI ATO
-ai 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
ALLE REGIONI di
-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.
AI SINDACATI di
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
AI VESCOVI ITALIANI di
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .
ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di
-informare i propri fedeli sulla questione acqua;
- organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di
- esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’acqua;
-farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili- sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”
Alex Zanotelli

sabato 2 gennaio 2010

tempo, materia, spirito



Sovrastrutture e verità

Se non fosse perché eliminiamo l’ultimo foglio del calendario, se non fosse perché la luce del giorno si alterna al buio della notte, se non fosse perché i capelli imbiancano, se non fosse perché il corpo decade non ci accorgeremmo del tempo che passa.

Non festeggeremmo i compleanni, gli onomastici, le ricorrenze liturgiche e laiche.
Vivremmo un eterno presente!

Ma, il trascorrere del tempo è una condizione ineluttabile che prescinde dai voleri mentali umani, dalle bugie individuali e sociali cucite addosso dalla chirurgia estetica o semplicemente da uno stato psichico volutamente illusorio.

L’esorcismo estetico non è in grado d’ingannare il Grande Vecchio; Lui, continua diligentemente ad espletare il paziente lavoro: modifica cellule vitali, indebolisce le immunità corporee … Il Tempo livella modifica cancella ripristina le incongruenze costruite dalla stoltezza umana.

Unico elemento cui il Tempo si arrende e nulla può: l’amore. L’amore non ha età. L’amore non segue le mode.

L’amore universale alimenta il tempo e le coscienze. L’amore è la forza vitale che alimenta ogni cosa.

L’amore è!


mercoledì 23 dicembre 2009

amore e psiche nell'era di internet



Rapporti interpersonali nell’era di internet: amori passionali o intellettuali?



Nell’immaginario collettivo, luoghi e persone acquistano valenze differenti. Le variabili sono in netta relazione con le sensibilità e le conoscenze individuali.

È sorprendente la facilità con cui si riesce a trovare intelligenze affini. Gente che ha i tuoi stessi entusiasmi che crede nella solidarietà e nell’amore universale. Quell’amore che non si traduce in amplesso fisico ma in comunione d’intenti.

Certo, sarebbe il massimo della vita se si riuscisse a trovare la tanto decantata anima gemella, ma quella esiste solo nei romanzi.
Nella realtà, superato il primo periodo dell’infatuazione, convissuto e avuto figli, insomma nel giro di pochissimo tempo la poesia della coppia è costretta in uno spesso e coriaceo bozzolo di assurda e fredda routine.

Nel 99% dei casi questa è la fotografia degli amori passionali, (lo dicono le statistiche e gli studi dei sociologi).
Ecco perché, le poche volte che assisto alla visione di un film mieloso, davanti a certe scene scatta automatico un “ma come cazzo fanno i registi ad essere così superficiali”.

Eppure la scena assurdamente mielosa s’insinua nella mente delle casalinghe frustrate e le fa sognare. Sognano d’incontrare un nuovo amore, non di riaccendere la fiammella che loro stesse hanno contribuito a spegnere. Il loro atteggiamento casalingo è sciatto nell’abbigliamento e nei modi. Accolgono il compagno in pigiama discinte ma non attraenti.
Mentre i giovani seguono le mode letterarie o cinematografiche del momento e incidono sui muri a caratteri cubitali 3MSC o agganciano lucchetti ai lampioni.

Alcune scritture sono talmente struggenti che incutono paura e lasciano intravedere l’instabilità psichica dell’autore. “Principessa non so vivere senza di te la mia vita non ha senso”.

Cretino! Ma hai capito che la tua principessa, se ti ha lasciato vuol dire che tu, o non la trattavi da principessa oppure ha trovato qualcuno migliore di te. E, se invece nonostante tu la trattassi come una principessa lei ha voluto conoscere qualche altro pisello, fattene una ragione e vai avanti. La vita continua!
Le esperienze servono a fortificare il carattere. A migliorare la qualità della vita attraverso una presa di coscienza consapevole e matura, altrimenti, rannicchiato nell'autocommiserazione, ingigantisci l'episodio fino a trasformarlo in dramma, e, ciò accade quando il rapporto è morbosamente limitativo.
Purtroppo, la cronaca è piena di episodi assurdi cosparsi di violenza gratuita.
Le scene di gelosia sono all’ordine del giorno e l’insicurezza domina la mente.
Il rapporto interpersonale intellettuale è differente, anche se l’attrazione fisica è sempre un ottimo primo approccio, la crescita interiore prende il sopravvento e va oltre il dato estetico.

venerdì 11 dicembre 2009

Concetto di pace secondo alcune menti illuminate



Alex Zanotelli, Karol Wojtyla, Noam Chomsky e il concetto di pace


La non violenza attiva non è pacifismo, è ben altra cosa.
Ho cominciato leggendo Gandhi, Martin Luther King, Milani e loro mi hanno aiutato a capire che Gesù era stato il primo a praticare la non violenza in quella Galilea schiacciata dall'imperialismo romano.

Vorrei pregare tutti di essere coraggiosi e fare una scelta radicale di non violenza. Il sistema sociale attuale è violento per natura. Noi dobbiamo avere il coraggio di costruire un sistema non violento, una civiltà della tenerezza. Così, parla padre Alex Zanotelli e afferma:

Non è forse questa parola, "bombardare", che caratterizza il modo della vita umana su questo pianeta nel Ventesimo secolo? Forse altri secoli sono stati altrettanto violenti come il nostro, ma noi che viviamo in questo siamo responsabili del suo presente e del suo futuro.

E Papa Karol Wojtyla, così esprime il concetto di “pace”:
Pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti e universali valori della vita: verità, giustizia, libertà e amore.

Mentre Noam Chomsky, teorico della comunicazione statunitense, ne “La fabbrica del consenso” asserisce che i sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa.

Lo Stato non è in grado di garantire l'obbedienza con la forza, il pensiero può portare all'azione, perciò la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte.

È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i principi della fede di Stato. E ancora: “Certamente tutti dicono di essere a favore della pace. Hitler diceva di essere per la pace. Tutti sono per la pace.

La domanda è: quale tipo di pace? Una società, capace di produrre concetti come «antiamericano» e «peacenik», trasformare, cioè, la parola pace in una parolaccia, si è spinta molto avanti sulla strada dell'immunizzazione degli individui da qualsiasi richiamo umano.
La società americana ha raggiunto uno stadio d’immersione pressoché totale nell'ideologia. L'impegno è sparito dalla coscienza: in quali valori può credere una persona sensata? Gli americani sono semplicemente «pragmatici» e sono convinti di dover condurre gli altri a questa felice condizione.


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