Calabresità.
Non è una nuova forma di malattia pandemica pericolosa.
Gghiombaru: gomitolo.
La prima volta che udì questa espressione scoppiai in una risata fragorosa: “para nu agghiombaru”. Cos'è? Chiesi. Nu gghjombaru è nu gghjiombaru! Tagliò corto il mio nuovo compagno di scuola dell'elementare. Era un bambino della borgata, direbbero a Roma ma essendo a Catanzaro diciamo pure che era un bambino del popolo, figlio del proletariato contadino e operaio che conosceva solo il dialetto.
Realisticamente il messaggio che ho ricevuto stamane dice una grande verità. E condensa in maniera cruda il cinismo che accompagna le azioni individuali e collettive educate alla tutela e alla sopravvivenza del proprio benessere.
Tutti tecnici, artisti, musicisti, moralisti, sperimentatori, conservatori, esegeti del niente quanti pendono dalle labbra di chi calca la scena.
C'è nell'aria una nube tossica che contamina i social. L'overdose della spettacolare illusione elettrizza e porta a conoscenza anche chi non ha visto il festival.
Il palco è l'esatta copia della condizione umana che, lasciata libera a smanettare sulle piattaforme web, s'indigna per una battuta o si esalta per una performance spesso male interpretata anche questa ma consona alle proprie esigenze. Lo spettacolo È una questione di simpatia. Vicinanza emotiva condizionata da ipotetiche tensioni culturali affini.
Volutamente non ho inteso assistere alla lunghissima kermesse. Molte altre situazioni molto ben più serie meriterebbero le attenzioni e le energie sprecate dietro la discriminante estetica, verbale, razziale, musicale sciorinate sul palco dell'Ariston.
Alcune tematiche, serie e importanti, non abitano lo show effimero di Sanremo per cultura. Eppure sono state toccate e gettate in pasto ai videoti acefali.
Tutto è show!
Secondo gli autori che lottano per raggiungere vette numeriche assolute e promettono agli sponsor visibilità e business la qualità del programma è secondaria. Non deve essere necessariamente funzionale e in sintonia con la qualità artistica della gara canora.
Il festival della musica italiana non è più una gara di qualità. Sanremo è tutto tranne questo.
Sanremo è show-business. Sanremo è provocazione fine a sé stessa.
Questa gara se proprio vogliamo seguirla guardiamola con leggerezza e ironia senza pregiudizi, campanilismi e aspettative che inesorabilmente son disattese; scendiamo dai piedistalli e osserviamo con curiosità e distacco le stranezze in tivvù.
Cammino a testa bassa, i ricordi di una vita affiorano lentamente. Prepotenti rievocano momenti lontani, giorni trascorsi spensieratamente. In quei giorni ogni progetto sembrava possibile. Eravamo ragazzi. Appassionati. Forti del nostro amore osavamo sfidare il mondo.
Nulla fermava la nostra fantasia! Sognavamo una famiglia, insieme. Tu facevi, seduti su una panchina dei giardini, un cerchio e lo trasformavi nel nostro bambino lentigginoso.
Oggi quei ragazzi sono diventati adulti e hanno realizzato parte dei progetti.
Immancabili, le pene che la vita riserva. Ma, complessivamente, a volere tirare le somme, possiamo dire che non è stato poi tanto male il comune cammino. Qualcuno parla di destino altri di karma.
Volendo dare per buone le teorie delle cause e degli effetti, cioè del karma, beh, per come ci è andata dobbiamo dedurre che ci siamo comportati bene nelle nostre vite passate visti gli effetti prodotti in questa.
Questo mi frulla in testa mentre cammino in tondo sul marciapiede dell'ospedale. Non so stare lontano da te. Anche se l'accesso non è ancora consentito, girovagando attorno al perimetro immagino di essere accanto a te.
Il telefono è un ottimo mezzo, ma adesso stai riposando sotto l'effetto della terapia del dolore ma ti mando mentalmente pensieri colmi d'amore, scusandomi per i momenti d'incomprensione. Mi manchi!
Una lacrima scende. E d'improvviso un'ombra anomala testimonia che siamo in sintonia: il sole proietta l'ombra sul marciapiede di una pianta rampicante sganciata dall'inferriata e disegna un cuore.
È un segno! Sì, è decisamente un segno benevolo del dio sole che assicura tanta strada da fare ancora. Ti amo mia capricciosa e insopportabile metà. Torna presto. Forza! guarisci!
T'aspetto; mi prenderò cura di te
La fucina della vita è sempre coi fuochi dei saperi accesi, alimentati dalla passione fine a sé stessa e anche dall'ambizione e temprano la materia, il corpo e la mente.
E grazie a internet e ai devices venduti a prezzi stracciati gli influencer abbondano sulle piazze mediatiche. Alcuni preparati, a ragion veduta, elargiscono vere pillole di generosa saggezza. Altri s'improvvisano esperti in ogni campo dello scibile umano.
Tra questi ultimi la gara a chi urla di più e meglio non conosce soste e confini. Ogni strategia è consentita!, tra i nuovi mercanti vige il motto del tanto peggio tanto meglio. E più si alimentano le paure, le incertezze e ancor meglio sono remunerati dai click.
I tuttologi, qualificatisi nel recentissimo corso di laurea in massmediologia del web, hanno una risposta a ogni tipologia di problemi. Dalla soluzione politica a quella scientifica non disdegnando suggerimenti passando per i fornelli e i consigli della cucina convincono e attraggono quanti più lobotomizzati possibile nuotano nell'etere.
L'arruolamento è volontario ma non indolore. E solo dopo avere preso visione e accettato le clausole sulla privacy qualcuno si accorge dell'errore nel medio termine se gli va bene e, se è un tantino lucido, tenta di staccarsi dalla scia e dal carisma dell'ape regina.
Le insidie veleggiano velocissimamente; la potenzialità della flottiglia dei seguaci attratti dalla probabilità di ottenere qualche se pur minimo beneficio è tenacemente forte e determinante il carisma del leader dal lasciarsi soggiogare e restare devoti all'influencer che domina le piazze.
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"courtesy AssIannino" |
E quanto è più numerosa e reattiva alle sollecitazioni la cordata di follower tanto più guadagna in notorietà.
I consigli variano. Non c'è un articolo specifico che l'attrae. L'importante è che qualsiasi intervento sia ben remunerato. Cripto-valute, bitcoin, pagati in merce o contanti nelle varie divise non fa differenza, importante che l'attenzione mediatica si alzi e rimpingui il portafoglio. Ma c'è anche chi raccatta follower per una sorta di goduria personale: l'edonista egocentrico, soggetto estremamente narcisista che gode nel sentirsi ammirato, adulato, seguito, considerato oltre i reali meriti cognitivi posseduti (rivolto a donne, uomini, ragazze e ragazzi).
Il web rende liberi per davvero?
Il caffè? Un rito.
Ricordate le zuccheriere sul bancone dei bar?C'erano quelle oblunghe in acciaio e quelle in vetro col dosatore; e quelle col bilancino. Da qualche tempo non ci sono più. In nome dell'igiene sono diventate fuorilegge, al più roba da nostalgico collezionista.
Le nuove misure igieniche hanno imposto le bustine monodose; quindi, sui banconi dei bar ci sono i contenitori colmi di bustine con le diverse qualità di zucchero; ma quello che amo vedere, a prescindere dai granuli che cadono nella tazza scelti, è la durata dello zucchero sulla schiuma. Mi sono fatta una concezione in merito e cioè che più a lungo galleggia lo zucchero sulla schiuma del caffè e più denso e cremoso è il gusto che andrà a inondare le papille gustative.
Il caffè è un rito. Vedersi con gli amici al bar è quasi una cerimonia. Si parla di tutto. Dallo sport alla politica fino a trascendere nelle più biechi e futili pettegolezzi. Il bar è simbolo del tempo in cui viviamo. E penso al bar come posto di ristoro in cui stare pochi minuti. Il tempo di godere di un buon caffè e poi via verso mete più consone.
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teglia di lasagne casarecce |
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mario parentela, alberto fiz, wanda ferro |
courtesy M. Iannino |
La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...