giovedì 23 agosto 2012

Sky, abbonarsi è facile disdire no

Fare l'abbonamento sky è facile, disdirlo è difficile! In barba ai diritti del consumatore.

Seguendo le modalità, come da contratto, compilo la lettera di disdetta dell'abbonamento SKY e la spedisco con raccomandata con ricevuta di ritorno.
A questo punto, logica vuole che sky risponda con le stesse modalità e mi faccia sapere, come da me evidenziato nella lettera di disdetta, eventuali costi rimanenti e dove consegnare il decoder con relativa scheda e telecomando. Niente di quanto razionalmente io mi aspetti accade!
sono subissato da telefonate per conto di sky che tentano di farmi desistere con proposte di “offerte convenienti” per i primi sei mesi e da alcune lettere che non fanno altro che esasperare l'attesa dello scioglimento di un abbonamento che non intendo mantenere. Le missive hanno il sapore della dissuasione per sfiancamento con l'aggiunta vessatoria visto che ormai sono trascorsi quasi due mesi dalla mia missiva.
L'ultima comunicazione di sky, giunta per posta basic dopo quasi due mesi dalla mia R.A.R suona così:

Gentile signor ….. in riferimento alla sua richiesta di disdetta del suo abbonamento sky, abbiamo la necessità di fornirle importanti informazioni amministrative relative alle modalità e ai tempi di chiusura del servizio, di restituzione dei materiali e gli eventuali costi di uscita.
La invitiamo pertanto a telefonare entro il 31.8.2012 al numero verde 800 922 336, gratuito e attivo tutti i giorni dalle ore 8,30 alle 22,30. firmato servizio clienti sky.

Ora, voglio chiedere a questi scienziati della dissuasione sottile:
cosa vi ho chiesto nella raccomandata con ricevuta di ritorno? E perché dovrei telefonarvi, forse non sono stato chiaro?
NON VOGLIO PIÙ' ESSERE ABBONATO SKY! Qualora mi tornasse la voglia mi farò vivo io!
Cordiali saluti.

una serata con gli amici a Soverato

Aveva ragione Berlusconi: i ristoranti sono pieni! (scappa da dire).
A vista, l'ampia area cosparsa di tavoli e disseminata di anfore, ha il tutto esaurito.
La musica soft stile anni sessanta non disturba l'ambiente e neanche il vicinato anche se privo di pareti. È una struttura in legno adagiata sulla sabbia del lungomare di Soverato, frequentata da turisti e gente del posto, compostamente.
Io entro per la prima volta in compagnia di amici che, appassionati di balli latinoamericani, una delle tante offerte della nutrita programmazione del locale, lo frequentano metodicamente e in virtù della familiarità mi suggeriscono alcune specialità.
Lascio fare a loro:
antipasti vari, patatine e... calzone della casa.
La serata è fresca. Il buio della notte forma un muro nero oltre le otto fila di ombrelloni bianchi e blu. La schiuma biancha della risacca s'intravede appena e al di qua, tra la terrazza del ristorante e l'area balneare attrezzata, alcuni ragazzi passeggiano sulla spiaggia. Mano nella mano, con le scarpe che penzolano dalla mano libera, si godono gli ultimi giorni di agosto prima di tornare agli impegni abituali.

Gli stuzzichini sono invitanti, oltre che abbondanti. Le patatine fritte, poi, sono un classico della goduria gastronomica che accomuna grandi e piccini.
Una bimbetta di neanche due anni li mangia di gusto mentre gioca diligentemente con il tablet del padre. Le sue manine vanno dal piatto con le patatine al display. Il ditino paffuto sfiora le icone, preme, sfiora, allarga le immagini e gioca col suo giochino preferito. È uno spasso! Qualche tavolo più in là, una comitiva brinda a qualcuno o qualcosa e sullo sfondo le luci delle giostre attraggono genitori nonni e bambini.

Nel frattempo gli antipasti sono svaniti. Arriva il piatto forte. Sembra la plancia di una nave avvolta nel prosciutto sotto una pioggia di scaglie di parmigiano che naviga in un mare di rucola mozzarella e pomodorini. Piatto unico da mangiare a puntate. Ed è quello che ho fatto!
Dopo alcuni bocconi, pur gradendo immensamente la sapiente ricetta, lo stomaco ha detto basta. Alt ad ulteriori immissioni nocive. Che fare? lasciare finire una simile leccornia nella spazzatura o... ho scelto la seconda opzione.

martedì 21 agosto 2012

Pussy riot, sesso, impegno sociale e politica

Certo, se i partigiani avessero pensato di scopare piuttosto che sparare e tendere imboscate ai nemici della patria, di sicuro, sarebbe stata tutta un'altra storia per la resistenza e per l'umanità!
Che so, tipo, fate l'amore e non la guerra, slogan urlatissimo negli anni della rivoluzione studentesca ma mai messo in atto così platealmente come hanno fatto le pussy riot in Russia.
Un gruppo di ragazzi rivoluzionari sui generis che per contestare il nemico politico vanno a scopare nei luoghi pubblici, inscenano flash mob e performance sempre a base di sano sesso (sano perché pare che le coppie siano fisse). Finalmente, dopo l'ultima performance fatta in una chiesa (che ha offeso la coscienza dei fedeli e li vede in tribunale per vilipendio alla nazione) la popolarità cresce in maniera esponenziale specie per la leader del gruppo: Nadia Tolokonnikova. A lei hanno proposto di posare per la copertina di Playboy Ucraina e in poche settimane i suoi amici su Facebook sono schizzati a 5.000.
mentre il video della sua dichiarazione di difesa definito «una classico nell'antologia della dissidenza» perchè cita Pitagora, Solženicyn e Dostoevskij ha fatto il giro del mondo.

Capelli a caschetto, sorriso dolce, Nadezhda Tolokonnikova, giovane mamma di 22 anni, considerata dall'accusa la «mente diabolica» delle 3 Pussy Riot, che fanno parte del gruppo punk femminista, tra cui la stessa Nadia, hanno buscato due anni al processo di Mosca per «teppismo e incitamento all'odio religioso».
In questa storia i giornali ci sono andati a nozze. E non solo quelli patinati del gossip. Anche quelli politici, seriosi hanno seguito le pussy. La più gettonata? Nadia! Giovane bella, dolce mamma di una bambina che rischia di perdere perché i servizi sociali potrebbero affidarla ad altri a causa della condanna a due anni di carcere dopo l'ultima bravata.

Le sue foto, quelle più rappresentative del processo che ha spaccato l'opinione pubblica russa e portato a schierarsi anche il jet set internazionale, fanno il giro del mondo. La più significativa? quella dell'otto agosto che immortala Nadia con il pugno alzato, manette e t-shirt blu con scritto «No Pasaran», in poche ore invade siti web, social network e, ovviamente, giornali.
Con il giovane marito Piotr Verzilov, Nadia ha una storia di attivismo politico, iniziato nelle piazze con le manifestazioni per la parità dei diritti dei gay e nel collettivo artistico pietrobughese Voina (Guerra).

I due, come ricorda il Guardian, si erano conquistati i riflettori già nel 2008: alla vigilia dell'elezione del presidente Dmitri Medvedev, hanno partecipato a un'orgia pubblica al museo di Biologia Timiryazev di Mosca, in una performance chiamata 'Scopa per il successore - l'orsacchiotto!' giocando sul cognome del presidente che deriva dalla parola russa medved (orso). Lei, incinta e prossima al parto, non aveva esitato a fare sesso con il suo compagno davanti a fotografi e telecamere.

ma se non avessero fatto queste performance s chi se li sarebbe cagati? va be che passata la curiosità iniziale tutto torna come prima se non peggio, ma, dobbiamo dargliene atto, loro ci hanno provato.

domenica 19 agosto 2012

uccisi dalla teoria dei profitti

Un'altra vita si è spenta. Dopo otto giorni di agonia, Angelo, 54 anni e nessuna prospettiva davanti, se si esclude qualche sporadica chiamata a progetto, Angelo, l'operaio disoccupato che si è dato fuoco davanti a Monte Citorio è morto.

E se in Italia c'è chi si lascia prendere dal panico e si da fuoco per contestare la negazione della dignità sociale dei cittadini rimasti vittime della speculazione dei mercanti di carne umana, in sud Africa gli operai che rivendicano salari migliori cadono decimati dalla pioggia di fuoco erogata copiosamente dalla polizia asservita al potere economico della società inglese proprietaria delle miniere che agita lo spauracchio dei licenziamenti.

Sal Nisticò e Claude Colasaz, omaggio alla vita


Sal Nisticò occupa uno spazio marginale nella copertina del cd dedicato a Benedetta, una bimba bellissima con gli occhi di cielo spalancati alla vita da poco e ad una donna che ha fatto della sua lunga e intensa vita una fucina dedicata incessantemente agli studi scientifici: Rita Levi Montalcini.

12 love songs eseguite al pianoforte da due musicisti che, per la loro struttura culturale correlata alla vita vissuta quindi allo studio e alla pratica necessari per la buona conduzione, potremmo definire “in crescendo”, emozionano e predispongono al dialogo.
L'alfa e l'omega, il giorno e la notte ma anche l'alba di un nuovo giorno, rappresentata metaforicamente dalla neonata Benedetta che avrà la vita appianata dagli studi, dall'esperienza di quanti l'hanno preceduta e, nello specifico, da una mente eccelsa che ha raggiunto la venerabile età di 103 anni è in sintesi il messaggio visivo e musicale del volume 2 eseguito a quattro mani dal giovanissimo Sal Nisticò e dal maestro Claude Colasaz.

venerdì 17 agosto 2012

contestato dai promoter il bando eventi della Calabria

Si accontenta qualcuno e inevitabilmente si scontenta qualcun altro!
Questo accade quando ci sono in ballo soldi pubblici da spendere per movimentare attività sociali definiti culturali o assimilati. Ed è quanto successo nell'ultimo bando a firma di Mario Caligiuri, assessore alla cultura della regione Calabria, ad opera di tre noti “imprenditori” del campo dello spettacolo.
Di certo non intendo prendere le difese di Caligiuri ma qualche domanda sorge spontanea, come direbbe qualche altro personaggio dello spettacolo,
  1. a) per quale motivo questi tre personaggi se la prendono così tanto? (per i soldi o per la bocciatura che ha messo in crisi d'identità l'amor proprio e la supremazia delle rispettive aziende?)
  2. b) visto che si tratta di fondi regionali mirati allo sviluppo “culturale” della regione che c'è di male se vanno a sostenere qualche giovane “associazione” in crescita?
  3. D'altronde i vecchi promoter non possono certo lamentarsi visti i sodalizi regressi ottenuti che hanno concesso loro di arrivare fin dove sono arrivati. Va beh, qualcuno dirà, la Calabria è quella che è e se si toglie l'opportunità di concorrere a bandi simili... E la sana competizione dove la mettiamo? Non è più gratificante controbattere con professionalità e confrontarsi attraverso programmazioni impeccabili e non asserviti?

giovedì 16 agosto 2012

Ambiente, volano di ricchezza per la Calabria

Cozzare contro la realtà fa male!
Specie se a pagare i conti è una regione abituata a farlo, che si porta dietro un bagaglio pesante di buoni propositi e tantissimi soldi pubblici spesi male nonostante i proclami dei dirigenti locali e nazionali.
Soldi pubblici per le infrastrutture viarie erogati a fiume ma con le strade che sembrano bersagli di guerra; soldi per mantenere efficiente il demanio, quindi foreste, spiagge, acque e aria arrivati in Calabria a cascata nella ex cassa per il Mezzogiorno anche per sollevare la “questione meridionale”, lo scippo storico del nord nei confronti del sud.

Eppure, nessuno di questi “progetti sociali”, stando all'evidenza, è stato attuato. Sia ben chiaro la colpa, se proprio dobbiamo cercare un colpevole, è prima di tutto nostra, dei calabresi! Perché non abbiamo saputo interagire con i tecnici e politici impegnati nelle imprese di “restauro” in regione; anzi abbiamo delegato con indolenza; abbiamo abdicato per un tozzo di pane e dato la possibilità agli scaltri di gozzovigliare.

Risultato?
Anche se non c'era bisogno di Goletta verde o analisi particolarmente mirate visti gli stronzi che galleggiano nel mare della Calabria, l'amara realtà è puntualmente segnata nel rapporto che Legambiente ha diramato in questi giorni:

Centoventi punti inquinati, uno ogni 62 km di costa: sul podio del mare meno pulito salgono, nell'ordine, Calabria, Liguria e Campania mentre le acque più incontaminate sono quelle di Sardegna e Toscana.

Questa la fotografia del laboratorio mobile della Goletta Verde di Legambiente di quest'estate che ha condotto 205 analisi microbiologiche scoprendo ben 100 prelievi fortemente inquinati, con concentrazioni di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio dei limiti di legge.

L'86% dei campioni "positivi" sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti e canali, ma anche nei pressi di scarichi di depuratori mal funzionanti. E anche quest'anno, come nel 2011 nella top del mare meno pulito ecco la Calabria con 19 punti (uno ogni 38 km di costa) su un totale di 24 campioni prelevati.

Al terzo posto la Campania con 14 prelievi fuori norma su 20 (uno ogni 34 km di costa): la regione campana quest'anno cede il secondo posto alla Liguria che guadagna in negativo ben 3 posizioni rispetto allo scorso anno, con 15 punti inquinati su un totale di 18 e una media di un campione inquinato ogni 23 km di litorale. Il Lazio conferma la quarta posizione dello scorso anno con 13 punti inquinati su 15, uno ogni 28 km di costa.

Meglio Sardegna e Toscana, seguite dall'Emilia Romagna: l'isola con un solo punto critico ogni 433 km di costa precede la Toscana, che ne conta uno ogni 200 km, e l'Emilia Romagna, dove i biologi di Goletta Verde hanno registrato solo un valore fuori norma in tutta la costa.

Insomma, la mancata o inadeguata depurazione dei reflui fognari sta diventando un serio e preoccupante problema ambientale e sanitario ma anche economico, vista la condanna dell'Italia da parte della Corte di giustizia europea e relativa multa milionaria arrivata a fine luglio perché 109 agglomerati urbani medio grandi, distribuiti in 8 regioni, non si sono ancora adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue.

Sicilia e Calabria ospitano il maggior numero di comuni fuori legge: 59 comuni siciliani (pari al 54% del totale dei comuni oggetto nella sentenza) e 18 calabresi (pari al 17% del totale). A seguire Campania (con 10 comuni) e Liguria (9).






lunedì 13 agosto 2012

l'orgia del potere, i privilegi della politica

La guerra tra le parti continua senza esclusioni di colpi.
Tiri mancini, mezze verità, fango e ogni altra notizia che smuove la curiosità dei lettori è servita sui giornali dai lacchè travestiti da moralisti o morigeratori di un sistema talmente famelico destinato ad autoestinguersi per troppa fame.

Questa volta la polemica del solito giornale del centrodestra riguarda i costi della scorta incaricata di garantire la sicurezza di fini durante le sue vacanze a Orbetello.

Secondo il quotidiano, sarebbero state prenotate nove stanze per tutta la stagione estiva (due mesi e mezzo) per il prezzo record di 80mila euro. Fini si difende sostenendo di non avere niente a che fare con la gestione della sua scorta che, sottolinea, ricade unicamente sul Viminale.

Non c'è alcun dubbio, 80.000€ è una bella cifra! (che non sto a sindacare anche perchè non si conoscono i particolari, per esempio, può anche darsi che ad Orbetello sia un prezzo equo rispetto al mercato locale). Comunque, visto che siamo in clima di risparmi e stringimenti di cinghia nella spesa pubblica e, cosa ancor più dolorosa, in famiglia e nel privato, come mai i media non “impongono” riflessioni e “marcano stretti”, tanto per usare un vecchio termine calcistico, “a uomo”, quanti sono in politica per annullare lo scandalo dei rimborsi elettorali?

Secondo l'ultima relazione della Corte dei Conti ben 46 formazioni politiche hanno presentato il consuntivo per accedere al finanziamento oltre i 45 previsti e 51 partiti inadempienti.
Non solo. In sede di controllo dei consuntivi, il collegio della Corte dei Conti, ha rilevato diverse "fattispecie di omessa o insufficiente trasmissione della documentazione relativa alle erogazioni da parte di persone giuridiche, formulando richieste istruttorie di acquisizione di quanto richiesto dalla normativa". Ovvero non si sa da dove i partiti prendano i soldi, che vanno ad aggiungersi ai rimborsi elettorali. In un caso, nonostante il lungo arco temporale trascorso dalla presentazione dei consuntivi, la formazione politica non era in grado di produrre quanto richiesto.

sabato 11 agosto 2012

25 lire per una favola

Semplici e poeticamente patetici. Questa la definizione più appropriata per rappresentare l'atmosfera degli anni sessanta e settanta quando si iniziavano a vedere dappertutto le prime copie dei fotoromanzi. All'inizio fu il bianco e nero a narrare gli amori ingenui conditi con un pizzico di maliziosa morbosità consentita dalla censura del tempo.
Gli “attori” sembravano statuine posizionate in atteggiamenti plastici inverosimili, impensabili nella realtà.
E i testi? Elementari, sintetici, efficaci!
Era la realtà virtuale dei primi anni settanta venduta per poche lire nelle edicole.
Non c'era luogo frequentato da donne, ma anche dai maschietti, esente di almeno una copia fotoromanzosa. Quasi in tutte le case come dal parrucchiere, dal dentista e persino dal meccanico si poteva trovare una copia di “Grand Hotel, Sogno” e sfogliare un amore a fumetti.
Anche i cantanti non disdegnavano il racconto per immagini e trasbordavano volentieri dal mondo della musica in quello del racconto fotografico. Per loro era una mossa astuta di marketing. Regalavano storie d'amore ai fans e promuovevano l'ultima canzone.

giovedì 9 agosto 2012

personaggi degli anni 70 sotto l'ombrellone

confidenze attorno al fantastico mondo degli anni 70.

Il caldo ammoscia. Neanche la reazione di un tuffo improvviso ritempra dalla calura e dall'apatia di questa estate micidiale. Troppe incertezze all'orizzonte...

Ehi ragà c'è Franco Califano alla rotonda io ci vado sapete l'ho conosciuto... era un corpo stupendo un … sapete ho lavorato con lui nei foto romanzi. Ma voi non li conoscete, non sapete neanche che sono i fotoromanzi. No io li conosco. Nina ma i baci com'erano? Ah ahah ahhhh bella lei va subito al sodo. No ma sai io ero piccola e quando mi dicevano ci baciamo come nei fotoromanzi noi ci davamo un bacio allo stampo. Ah ah ah... dipende da chi e con chi facevi lo scatto. C'era un fotografo che ci diceva fatemi du ova al tegamino...
ho conosciuto anche Franco Gasparri: un uomo dalla bellezza perfetta! Sembrava una donna tanto era bello. E poi c'era anche un frocio che andava tanto di moda, un francese... no, no ricordo il suo nome. Ma con Franco era diverso. Lui ha avuto un giro di donne e soldi da fare invidia a mezzo mondo. Quando andava in giro per i locali di Roma aveva un codazzo dietro che non lo abbandonava mai. Franco ha visto girare un sacco di grana e ne ha spesa tantissima. Era uno generoso che aiutava gli amici senza farsi tanti scrupoli. Poi c'è stato l'arresto, il declino. E come sempre gli amici sono scomparsi! E po c'è stato Fiorello che l'ha rimesso in pista. Ricordate la sua gag “me magno l'abbacchio ale 6 no ale cinque dela matina”. Si ma quella sua partecipazione a quel reality... russava, era ingrassato, vecchio, cadeva dal letto mentre dormiva... una pena veramente.
E pensare che una notte, mentre giravamo un fotoromanzo, mi sono messa una camicia da notte che ho comprato per l'occasione, ho bussato alla sua porta con una scusa. Lui mi disse: avanti, è aperta. Entrai e lui era steso sul letto con quel suo fisico da paura. Fumava. Gli ho chiesto un parere sulla camicia da notte e lui mi parlò tutta la notte di Cristina. Che rabbia! E tu perchè non gli sei saltata addosso? Avevo appena 18 anni. Ero ancora molto giovane e inesperta... Ma stasera vado alla rotonda. Lo voglio salutare. Chissà se si ricorda ancora di me...

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