domenica 15 febbraio 2015

Mattarella come Pertini

Dopo Sandro Pertini ecco un altro uomo, Sergio Mattarella,neo presidente della Repubblica Democratica Italiana che, pur rappresentando la più alta carica dello Stato, si comporta come una persona normale e prende un aereo di linea per recarsi sulla tomba della cara estinta.

Per certi aspetti dovrebbe considerarsi un fatto naturale quello di spostarsi con i mezzi pubblici data la crisi etica e, non da meno, economica che stiamo vivendo sulla nostra pelle da qualche decennio.

da "detto tra noi" 1980, vignette di Altan e corsivi di Fortebraccio


Ovviamente, i viaggi devono essere coperti e garantiti da misure adeguate e con tutte le precauzioni del caso vista la delicatezza istituzionale racchiusa nella funzione presidenziale rappresentata, che, in un momento critico come quello attuale, vuoi per la sfiducia che la classe dirigente ha saputo meritarsi per gli scandali, i nepotismi, l'arroganza e l'ignoranza malcelata che sfocia e si palesa dalla manipolazione strumentale del potere politico esercitato, il ritorno alla normalità diventa un segnale forte per i cittadini soggiogati da decenni di malgoverno.

Se poi pensiamo ai governi tecnici che si sono succeduti è facile cadere nella sfiducia. Questi signori chiamati a governare la crisi provocata dalle banche hanno praticato tagli orizzontali ma solo verso il basso. Cioè hanno frantumato lo stato sociale, il welfare, messo le mani in tasca e rubato i risparmi della povera gente ma hanno tutelato i grandi capitali, gli evasori e loro stessi mantenendo integri i privilegi.

Che ben venga una figura riservata. Un arbitro super partes che sappia riportare a miti consigli le beghe parlamentari e faccia rispettare l'uomo qualunque: il cittadino privato di tutele, in ossequio alla Carta Costituzionale prima che venga stravolta definitivamente dagli interessi lobbistici che si muovono nel sottobosco parlamentare.

sabato 14 febbraio 2015

Detto tra noi

San Valentino quando arriva arriva.



Altan, 1980, da ""Detto tra noi", corsivi di Fortebraccio

Come tutte le ricorrenze, puntualmente, una volta l'anno, festeggiamo, anzi, immoliamo sull'altare del consumismo fino a rasentarne l'immoralità se lo rapportiamo a quanto sta succedendo proprio in queste ore nel mediterraneo, nella zona dell'ex Jugoslavia e in Italia, il sentimento più alto di cui si fregia l'essere umano: l'amore per l'altro.

L'ipocrisia spinge a fare gesti plateali, vomitare parole inutili, fare leggi per tutelare animali e uomini così da tacitare le coscienze.
In certe circostanze, e San Valentino è uno di questi momenti, tiriamo fuori il vestito bello e lo indossiamo convinti che i buoni propositi bastino per migliorare o correggere errori storici.
Sospendiamo momentaneamente i rancori. Spostiamo l'attenzione sulle positività e consideriamo solo i pregi della persona amata fintantoché siamo giovani e innamorati. Ma la passione non è eterna. Arriva anche il momento del disincanto. Ti fermi. Guardi indietro e realizzi che:

Eravamo giovani. Sognavamo di cambiare il mondo e invece siamo cambiati noi.
In politica ci siamo lasciati governare dagli eventi. E nel privato la politica ha influito parecchio.

Ci siamo imbruttiti nel tempo, durante e a seguito della gestione del potere esercitato dagli altri. Abbiamo lasciato che il brutto che volevamo debellare, l'antipolitica, il qualunquismo prendesse piede e dominasse la ragione e l'idea di bellezza che ci ha accompagnati prima di entrare ed essere prigionieri della spirale dei bisogni.

Negli anni 70-80 non c'erano ancora i social network. La piazza, i circoli. Le sedi dei partiti. Questi i luoghi del confronto. Ma anche allora c'era chi approfittava della purezza intellettuale dei “compagni”. Attuava strategie per scalare il potere non per migliorarlo ma per farsene carico. Usarlo, consapevole che “il potere logora chi non ce l'ha”.


mercoledì 11 febbraio 2015

Sanremo, mah!

Carlo Conti e le famiglie in trasferta


Dalle mie parti quando si è testimoni di un episodio o di una qualsiasi cosa che non ci convince, dopo avere cercato e non trovato risposte convincenti agli interrogativi che questo qualcosa ha suscitato, si sbotta in un fatidico: mah!

la famiglia


E proprio quando Papa Francesco sembrava avesse dato una risposta chiara ad uno di questi interrogativi ecco che la fatidica famiglia numerosa, talmente numerosa da entrare negli albi dei primati, sale sul pullman familiare per fare scalo a Sanremo.

Lì x lì, ho pensato: vuoi vedere che il buon genitore ha fatto imparare la musica e ha tirato su una band che ora gareggia sul palcoscenico del festival sanremese?

Invece no! Carlo Conti ha invitato la famiglia più numerosa d'Italia alla rassegna della musica italiana e l'ha mostrata al mondo intero come fosse una rarità assoluta.

Inutile dire che il web e le piazze reali si sono spaccate in due.
Oddio, che la Calabria non abbia qualcuno cresciuto a pane e musica da potere essere ospitato all'evento è certamente impossibile, questa, sarebbe stata la conseguenza più logica visto il luogo e non "la famiglia numerosa"  ma la bancarella mediatica popolare per eccellenza ha preferito il contrario. Ha voluto banalizzare e stupire nello stesso tempo.

Non è che dietro all'esposizione mediatica c'è dell'altro? Tipo, che so, “a France' noi siamo conservatori, ligi catecumeni, e, anche se a qualcuno possiamo sembrare conigli, facciamo l'amore e questo è il frutto, piaccia o meno ...” oppure, chessò, è un incitamento alla proliferazione italica visto che ormai gli unici nascituri che popolano gli asili e le scuole pubbliche sono figli di extracomunitari? Ma potrebbe essere anche una istigazione per credere nella fede compassionevole del Divino che non abbandona mai i suoi figli prediletti.

E che pensare della coppia scoppiata che si ricompatta solo per lo spettacolo e non ha la delicatezza di scambiarsi un segno d'affetto, una carezza o un bacio dopo avere formato una famiglia, procreato e cantato?
È un piano diabolico degli autori o tutta colpa della divina provvidenza che li ha illuminati?

Per quanto riguarda la musica, non so che dire, faccio parte di quella piccola percentuale che non ha visto il festival e non ha contribuito al gongolamento di Conti e dei dirigenti rai che lanciano programmi così demenziali a spese dei contribuenti.
Posso dire che la famiglia, comunque la si intenda, a Sanremo è stata ben rappresentata... dai vip (ex) e dal nutrito popolo unito sotto la stella della provvidenza.

Mah!!!

domenica 8 febbraio 2015

Tra pubblico e privato

La donna è mobile ma i politici italiani lo sono di più!


courtesy Mario Iannino "segrete stanze e pubbliche piazze"

A giudicare dagli spostamenti più o meno trasversali tra gli scranni della Camera, ad occhio e croce, circa 200 parlamentari hanno rivisto i concetti iniziali per i quali sono stati eletti dai cittadini nell'ultimo mandato.
FI. Ncd. Sc. M5s.Pd. Gruppo/i misto/i incomprensibili ai cittadini che, poveretti, i cittadini, sono tirati in ballo all'occorrenza dai tantissimi voltagabbana senza vergogna.

Unico dato certo è la direzione palese imposta dall'alta finanza ai Paesi ed ai cittadini del mondo.
Per ordine del profitto economico si scatenano guerre ben mascherate dai dogmi religiosi. Allevano bambini, addestrano uomini e donne pronti a farsi saltare in aria in nome di un fantomatico Dio che nulla ha a che fare con la violenza che anzi abiura. Le sigle, anche qui, nascono e muoiono a seconda delle opportunità territoriali.

Africa. Americhe. Nuovo o vecchio continente non c'è differenza. I gruppi di potere lottano ad armi impari per mantenere il predominio sulle fonti di ricchezze. Schiavizzano donne, uomini e bambini per estrarre minerali pregiati. Uccidono per gas, petrolio e diamanti non solo nel terzo mondo.
Nel civilissimo occidente c'è la tratta delle schiave del sesso ma c'è anche chi lo gestisce da sé e vanta con convinzione e arroganza lo status di escort o gigolò.
Alcuni parlano di civiltà e propongono assunti incredibili, tentano di scimmiottare le vecchie case di tolleranza chiuse dalla legge Merlin disconoscendo i principi evolutivi e culturali conquistati. Almeno lì sono controllate e pagano le tasse! Dicono rozzamente.

L'Europa, che avrebbe dovuto promuovere la pace e il benessere tra i Paesi Membri, non ha una politica sociale. Ha, invece una moneta unica che ha portato diseguaglianze e provocato macellerie sociali. Le attenzioni dei Capi di Governo sono concentrate sul profitto, sul PIL, unità di misura materialista ideata per quantificare la ricchezza presunta di una nazione, differentemente delle menti più evolute che guardano e prestano moltissima attenzione al benessere psicofisico degli esseri viventi anche al di là dei confini geografici nazionali.

E poi ci sono i rumors mediatici che, nell'amplificare i messaggi negativi, gettano sconforto tra la gente.
Il caos regna sovrano nei luoghi di potere e i cambiamenti di casacca associati agli scandali della classe politica destabilizzano il già precario senso di appartenenza ad un ideale di bellezza e amore.
C'è, di fatto, uno scollamento incolmabile tra classe dirigente e gente comune.

Il tradimento ideologico induce i cittadini per bene a sfiduciare quanti lo praticano.
Purtroppo certi brutti individui fanno i giocolieri sociali di professione e sembrano essere nati col bollino doc del camaleontismo politico. Per questi soggetti non ci sono leggi o codicilli umani da applicare. L'unico antidoto è racchiuso nella cultura. Ma questa, si sa, è una medicina che non si compra. Difficile da cercare e farne cibo per certe menti.
La cultura, la sensibilità, la bellezza si conquista sulla scia dei grandi Maestri di Vita attraverso l'introspezione e l'analisi pacata degli eventi che sembrano ammantare di morte anche la ragione dei cosiddetti illuminati posti alla guida dei popoli.

sabato 7 febbraio 2015

Parole, numeri o fatti?

È tutto una questione di numeri?


Si può, in politica, parlare e agire solo in funzione dei numeri?


È giusto che, un premier, un presidente di regione o sindaco di un qualsiasi comune si attorni dei cosiddetti portatori di voti e, conseguenzialmente, emarginare i cittadini che lo hanno votato perché convinti dal suo programma elettorale sciorinato e enfatizzato in campagna elettorale?

Tsipras, per esempio, ha vinto sull'onda del malcontento che domina la maggior parte dei greci e ne determina l'attuale abnorme povertà cagionata dagli errori del passato.
Quindi, i numeri ci sono! Gli elettori hanno detto sì al cambiamento. E poco importa se le intenzioni della destra collimano con la sinistra. l'Importante è che avvenga!
I greci sono stanchi di subire tagli al sistema sociale mentre una piccola percentuale di benestanti continua a ritagliarsi privilegi e rimpinguare personali ricchezze.
Tsipras ha detto: guerra all'evasione; ridistribuzione del reddito e delle ricchezze; stop alle privatizzazioni barattate per ottenere il prestito europeo.

Insomma ha detto un sacco di cose belle. Chi non li avrebbe accolte con favore e votate, viste le difficoltà provocate dalla crisi economica?

In Calabria, usciamo da una storia politica poco edificante: un presidente indagato e condannato a lasciare l'incarico istituzionale e una, vicepresidente non eletta ma nominata, facente funzioni che ha lasciato promesse e debiti al nuovo esecutivo politico e quindi al Presidente, che in questo caso si chiama Oliverio.
E se Tsipras deve cozzare contro gli scogli della troika, Mario Oliverio certo non ride.

Gli ostacoli di Mario Oliverio sono per lo più interni e riportano a galla quella vecchia politichicchia da quattro soldi impastata di grettitudine che ancora governa quei "compagni" che pretendono assessorati o commissioni sol perché detengono pacchetti di voti.

Ma, Mario Oliverio ha parlato chiaro! Ha detto che non si lascerà tirare dalla giacca da nessuno e che vuole dare una svolta decisiva per il rilancio della Calabria!

Allora, perché la squadra di governo è ancora monca?
Sia ben chiaro, gli accorpamenti e lo stop alle cariche clientelari sono un ottimo segnale di cambiamento. Ma non bastano!
Mario Oliverio deve dimostrare ai calabresi che gli hanno dato fiducia di non essere prigioniero o ostaggio dei numeri.

giovedì 29 gennaio 2015

Sto con Oliverio perché ...

Alcuni giornalisti hanno fatto la loro fortuna cavalcando il malcontento, insistendo, spesso con un pizzico di morbosità, quel tanto che basta, per stimolare i lettori ad aprire link, comprare quotidiani e seguire litigiosi programmi in tv.

Titolare in prima pagina “la polizia lo voleva arrestare e Oliverio lo ha nominato assessore” diventa un invito irresistibile anche per chi conosce i fatti.
"sto con Oliverio"

Non sto a giudicare se è giusto o sbagliato. Mi preme chiarire che spesso risulta essere una bolla di sapone. Fumo. Aria fritta che fa male alle vittime prese di mira e mortifica nell'intimo anche chi sta vicino.

La vicenda di De Gaetano fa ridere! Se paragonata allo scempio sociale provocato dalle misure dei “tecnici” tenuti sottobastone dalle diverse forme di potere che operano dentro e fuori i confini nazionali.
Se De Gaetano deve essere interdetto dalla scena politica perché i suoi gadget elettorali sono stati rinvenuti in luoghi di 'ndrangheta o perché è stato in consiglio regionale per due volte consecutive quali misure dovremmo elaborare per quelli che hanno portato l'Italia nella situazione odierna?

Per quello che conta, visti i fatti, mi trovo d'accordo con la decisione di Oliverio. E auspico anche un ripensamento per il bene della Calabria della signora Lanzetta. Troppi soloni, meglio dire fuochi fatui, hanno palesato il rilancio culturale della Calabria. Che ovviamente non è ancora avvenuto.

Sto con Oliverio perché spero nel cambiamento che non dà spazio alle malelingue e a chi manipola gli eventi per un personale tornaconto. ... e perché sono garantista davvero! 

mercoledì 28 gennaio 2015

M.C Lanzetta rifiuta la proposta di Oliverio

Maria Carmela Lanzetta ha carattere. È una donna con le palle!

Maria Carmela Lanzetta


Quando sembrava che le bocce si fossero fermate ecco che la decisione della signora Lanzetta riapre il gioco.

Con determinazione espone il suo punto di vista sulle nomine e sulla mancanza di chiarezza su una vicenda che tutti vorremmo fosse definita e chiarita al più presto.

Lanzetta spiega così la sua decisione: "non ci sono le condizioni di chiarezza sulla posizione dell'assessore Nino De Gaetano". Proprio su De Gaetano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, aveva rivolto un messaggio al presidente Oliverio sostenendo che le vicende di voto di scambio di cui al centro lo stesso De Gaetano, anche se quest'ultimo non è indagato, non sono sufficientemente chiarite.
"Io presenterò formalmente le dimissioni da ministro - ha chiarito Maria Carmela Lanzetta nella sua dichiarazione- venerdì mattina dopo aver presieduto l'osservatorio sulle Regioni e la conferenza Stato-Regioni. Dopo avere parlato con Matteo Renzi e dopo aver approfondito la questione con Graziano Delrio riguardo all'accettazione della mia presenza nella Giunta regionale della Calabria, ringraziando fortemente Mario Oliverio, ho deciso di non fare parte dell'Esecutivo. Non c'è chiarezza sulla posizione di Nino De Gaetano, pur avendolo conosciuto come assessore regionale impegnato nella difesa dei lavoratori precari".

È una bella risposta a quanti parlano di retrocessione e di regalia politica. La Calabria e l'Italia necessitano di esempi simili. La società civile deve riaffacciarsi alla politica con fiducia. E questi atteggiamenti sono il collante giusto per ripristinare le numerose incrinature fatte dalla cattiva gestione di una classe arraffona che protesa nel suo pressapochismo ha manipolato le leggi del consiglio regionale ed ha fatto sì che un'altra donna, Wanda Ferro, rimanesse fuori dai giochi nonostante i suffragi ricevuti nella scorsa tornata elettorale.

martedì 27 gennaio 2015

Appunti ritrovati

Da una lezione frontale ad Arcavacata tra gli allievi del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Università della Calabria.

Il ruolo dell’arte nella formazione culturale dei popoli

correva l'anno



lunedì 26 gennaio 2015

Nuovo corso politico in Grecia e Calabria

Tsipras vince in Grecia e Mario Oliverio presenta la mini giunta in Calabria.


Maria Carmela Lanzetta, neo assessore alla cultura

Syriza, il partito di Tsipras, per poco non raggiunge il massimo dei consensi e per governare il cambiamento,
Alexis Tsipras vedrà il capo del partito Greci Indipendenti, considerato il più probabile partner di Syriza per il nuovo esecutivo.

in sintesi:
Nei piani di Tsipras c'è il ripristino dello stato sociale dei greci, quindi, tredicesima mensilità, pensioni, lavoro e rinegoziazione del debito che la Grecia ha contratto con l'Europa.

Che l'austerità sia un cancro è cosa certa. Ma con quali argomenti e quali forze Tsipras farà retrocedere o ragionare la troika? Andrà via dalla zona euro? Chiederà dilazioni a più lungo termine?

Per adesso ha vinto le elezioni. Ora c'è solo da aspettare per capire meglio la sua strategia e vedere se riuscirà a non rispettare gli accordi fatti dai suoi connazionali o più verosimilmente farne di nuovi e a miglior favore per la tenuta sociale della Grecia.

In Calabria Mario Oliverio ha spiazzato tutti col suo mini esecutivo: Lanzetta, Guccione, Ciconte, DeGaetano.

Le polemiche non mancano tra le pagine dei quotidiani che rimbalzano sui social network.

Si dice che per Lanzetta sia una retrocessione, come se giocassimo in un campionato di calcio virtuale e non fossimo chiamati a prestare, ognuno per quel che ci compete, la passione, le esperienze e la cultura al servizio della comunità.

Saltando piè pari le polemiche su Ciconte e guccione, l'interrogativo maggiore lo pone la nomina di De Gaetano. Stando a quanto scrivono i giornalisti, pare che Oliverio stesso non l'abbia voluto nella competizione politica regionale perché presente in seno al consiglio regionale per ben due volte e questo non giovava al cambiamento innovativo che si vuole apportare in regione. (ma spesso l'esperienza fa la differenza,  questo è il motivo che spinge Oliverio a investirlo assessore?)

Ma c'è anche chi cala il carico pesante sul tavolo da gioco e rispolvera il caso dei santini, moltissimi, con l'effige di De Gaetano trovati dagli inquirenti nella casa di uno 'ndranghetista del reggino alle elezioni regionali del 2010. Lasciando intendere il voto di scambio.

Ma, non potrebbe essere il contrario? Cioè una mossa per tagliarlo fuori dai giochi?

E poi, sulla retrocessione da Ministro ad Assessore regionale della Cultura della dottoressa Carmela Lanzetta non sono per niente d'accordo!
Maria Carmela Lanzetta ha dimostrato sensibilità e amore per la sua terra! È stata, per ultimo in ordine di tempo, presente e attenta nella questione cementificazione a Capo Colonna, senza dimenticare il suo impegno civico puntuale di quando, sindaco di Monasterace e per il quale fu presa di mira dalla 'ndrangheta, si procurò l'appellativo di sindachessa antimafia (per altro, lasciata sola ad affrontare il dramma politico e familiare capitatole nell'espletare le sue funzioni di donna impegnata nella gestione di un territorio difficile).


giovedì 22 gennaio 2015

26 Biennale di Venezia occorre nuovo alito

Cari Matteo Renzi e Dario Franceschini,

Dario Franceschini e Matteo Renzi
potrei motivare questo mio messaggio con un'infinità di osservazioni politiche, sociologiche, culturali circa le emarginazioni cui sono costrette le periferie. Ma non lo faccio perché lo ritengo un esercizio inutile. Perciò vengo subito al sodo:

da noi si dice che il sole scalda chi vede! Ebbene, io personalmente faccio ricerca nel campo delle arti visive da oltre quaranta anni. Questo non significa che quello che faccio in arte raccolga consensi popolari eclatanti, si sa i grandi numeri li fa la decorazione melensa.
La mia è pura e semplice passione. È confronto dialettico con la materia, il colore e i vari medium.
La mercificazione dell'arte non mi interessa. Men che meno il successo espositivo mediatico.

La domanda è questa: come fare per interloquire col mondo della cultura e far sì che il lavoro serio e onesto possa diventare vicolo per le nuove generazioni ( ma anche per le vecchie non avvezze a determinate rivisitazioni linguistiche) fin tanto che vige il monopolio, azzarderei, lobbistico, viste le scelte che si fanno per le manifestazioni nazionali importanti?

Possibile che una vetrina importante qual è la Biennale di Venezia non possa accogliere e confrontare nuove poetiche scaturite in Calabria o nelle altre regioni italiane sconosciute ai media e a quanti gestiscono l'affare cultura?

Forse che la biennale di Venezia scarseggia in “esploratori” coraggiosi (non dico stacanovisti, basta scorrere le pagine web e ci si imbatte spesso in qualche blog) che ricercano, moto proprio, per amore dell'arte, autori indipendenti, solitari e privi di sponsor?

In sintesi, la vita mi ha fatto svegliare di brutto. Ho capito che la realtà è totalmente diversa dai sogni giovanili e che il colpo di fortuna non esiste. Non esiste neanche il cosiddetto mecenate puro.

Credo, però, che esistano, invece, le segnalazioni poste con onestà intellettuale; accolte e visionate con lungimiranza da quanti preposti dalla politica per determinate funzioni.

p.s.
Casualmente ho appreso della presenza in Catanzaro di Vincenzo Trione, curatore del padiglione Italia per la 26ma biennale di Venezia, designato da te Dario.
Ecco, secondo le notizie, lo hai designato in base ad un curriculum, quindi al suo impegno culturale e al suo lavoro. L'ho visionato anch'io e non fa una piega … ma chi guarderà il mio lavoro e quello di tantissimi altri artisti che ben potrebbero rappresentare i fermenti culturali vivi nelle regioni italiane?

mercoledì 21 gennaio 2015

Capo Colonna e le certezze dei tecnici

La Bonomi lascia? Bene!

reperto (simbolo) del tempio di Capo Colonna dedicato ad Hera Lacinia


Finalmente, il maldestro tentativo di cementificare l'area di Capo Colonna pone fine allo scempio fin ora perpetrato da quanti preposti alla tutela e alla valorizzazione archeologica della Calabria.


È uno strano modo di intendere come “conservare la storia” e i beni archeologici della Calabria quello inteso dalla scuola capeggiata dalla sovraintendente ai beni culturali Bonomi.

Negli anni addietro abbiamo scritto e documentato come i tecnici usassero i siti archeologici.
Dire che la gestione fosse pregiudizievole per la conservazione dei beni, nonché una scommessa improbabile per improbabili sviluppi turistici è un eufemismo.
Ma veniamo ad oggi: sempre i tecnici di cui sopra dicono che su Capo Colonna, vista l'esiguità dei reperti portati alla luce, cagionati da interventi erosivi di varia natura, è necessario coprire l'antica piazza con uno strato variabile di inerti, quindi livellare e cementificare così da preparare il fondo per una seconda fase ricostruttiva per ricreare una copia simile o vicina all'antico foro romano.
E qui nasce l'incomprensione.
Perché non hanno pensato e studiato un progetto ricostruttivo dell'esistente, molto più snello e accattivante anche dal punto di vista emotivo per chi si reca sui luoghi storici, piuttosto che appesantirlo con inerti e cementi invasivi?

A noi del volgo, incolti e ignoranti, non ci è dato sapere! come non ci è dato sapere delle operazioni culturali precedenti avallati dallo stesso ufficio, sempre, beninteso, dopo ore e ore di studi.
Comunque, qualche interrogativo lo poniamo a tecnici e politici:

Cosa è rimasto o si è consolidato da quando abbiamo postato le considerazioni sulle operazioni nel Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia?

Le opere installate nella ex Scuola Agraria di Catanzaro?! Risponderà piccato qualcuno.
Ovviamente non è poco! Però ... la volontà politica e forse un pizzico di compiaciuto narcisismo di qualche dirigente nell'allestire e imporre gli eventi, prima nell'area archeologica di Roccelletta e successivamente nel parco della biodiversità, non ha dato i frutti voluti.
Poco male se, per almeno una volta, la mancanza di fondi(?) ha decretato la fine delle invasive intersezioni.

La cultura non è un effetto di scoppiettanti giochi pirotecnici men che meno una questione privata; il suo mantenimento e la relativa divulgazione è puro amore della storia dei padri e delle genti che hanno calpestato e contaminato i luoghi bruzi.

Confidiamo nel nuovo corso politico calabrese e l'impegno di quanti saranno chiamati a contribuire alla rinascita della Calabria e in special modo nel comparto della Cultura, del territorio e del turismo.




domenica 18 gennaio 2015

Domenica: gnocchi!

In cucina con amore. 


domenica, gnocchi
preparazione degli gnocchi


E sì c'è ancora chi tiene alta la tradizione e la domenica fa sentire in casa l'atmosfera delle feste. Sembra lontano il tempo in cui al settimo giorno ci si riposava e si volgeva l'animo alla preghiera.

“Il lavoro è preghiera. Una buona mamma prega dando il buon esempio ai figli. Non facendogli mancare il suo calore... incoraggiandoli”. Queste, alcune parole ripetute spesso da mamma Natuzza quando andavo a trovarla e le chiedevo come facesse a fare tutto quello che faceva in casa e con la fila delle persone alla porta.

Lei diceva di non avere fatto mai mancare niente ai figli e al marito. Nonostante i suoi incessanti impegni coi fedeli riusciva a cucinare e badare alla casa. E a chi, come me, le chiedeva come facesse, se usava il suo dono dell'ubiquità, rispondeva con un semplice sorriso dicendo: mi alzo alle cinque, preparo il mangiare e faccio le cose che ci sono da fare in una casa.

A distanza di tempo, sentendo e leggendo quanto si narra di Lei, mi sorge un dubbio. Penso di non avere saputo apprezzare appieno la sua disponibilità e l'enorme privilegio che mi è stato concesso di parlarle e apprendere le piccole gioie della vita.

A Lei dedico questo giorno e il religioso impegno del lavoro domenicale nell'accudire la famiglia.

La ricetta è semplice e empirica è la misurazione degli ingredienti, proprio come si fa nella tradizione della cucina mediterranea. La farina e le patate bollite e passate al setaccio si impastano in quantità uguali usando come termine di misura *le mani congiunte, concave a forma di coppa.

Ingredienti per 4 persone:
1kg di patate.
Farina di grano q.b.

Impastare con acqua quattro più quattro misure* di patate e farina, una misura, per ogni persona, di farina e una di patate bollite passate al setaccio, fino a quando la pasta diventa corposa e morbida e non si attacca al talgiere e alle mani.

Prendere un pezzetto di amalgama e sfilare l'impasto fino ad ottenere bastoncini lunghi circa 40, 50 centimetri e grossi quanto un dito. Tagliarli a tocchetti e pressarli su una forchetta o sull'apposito arricciatore per gnocchi (un tempo si usava “u crivu” un piccolo cesto in vimini).

Tempo di cottura 5 minuti. Condire con sugo di pomodoro o qualsivoglia altro condimento casareccio.
... e buon appetito

giovedì 15 gennaio 2015

Caro Matteo non fare come Berlusconi

courtesy Mario Iannino - il venditore di cravatte-
C'è una frase di Matteo Renzi che rimbalza e crea sconcerto nel web e tra le genti per strada: “le famiglie italiane sono più ricche...”. Poi, corregge il tiro e chiarisce.
Il riferimento è rivolto a quei pochi che ancora possono mettere qualche soldo da parte per fronteggiare i tempi bui.
Si riferisce alla paura che abbiamo tutti e che ci spinge a risparmiare fin tanto che è possibile.

Avrà voluto tranquillizzare l'Europa, ma ha fatto ricordare il Berlusconi “dei ristoranti pieni e dei posti in aereo esauriti”.

«Paradossalmente gli italiani si sono arricchiti» ha detto il premier durante il suo intervento a Strasburgo che tracciava un bilancio sul semestre Ue a guida italiana. Nel discorso il premier ha sottolineato come venga ampiamente citato il fatto che il debito pubblico italiano è il terzo più alto del mondo, ma ci si dimentichi di ricordare come il risparmio privato sia ancora più alto del debito pubblico. In tempi di crisi, è stato il ragionamento del premier, «le famiglie italiane hanno visto crescere i loro risparmi a 3,9 trilioni» perché «l’economia italiana vive una fase di terrore» e le «famiglie si arricchiscono perché hanno preoccupazione e paura».

Renzi se la gioca? Sarà per questo che tassa i risparmi? È con questa filosofia economica che ha escogitato insieme a Giuliano e Carlo il nuovo brillante piano reddituale degli italiani? L'ISEE!
Una certificazione che ancora non è possibile avere e presentare per il diritto allo studio in quanto l'Inps, l'agenzia dell'entrate e i caaf non possono compilare perché privi di codici e maschere normative.

Il ricchezzometro, attraverso riscontri incrociati, considera i conti correnti, i depositi, gli immobili e mobili di proprietà dei contribuenti. E non sarebbe male sempre ché i furbi, gli evasori seri che hanno società e prestanome in patria e nei paradisi fiscali, fossero davvero debellati. Ma qui la faccenda si fa seria e di difficile soluzione per il buon Matteo.

Ed ecco che è più semplice mettere le mani in tasca a chi paga già tutto e qualcosa di più!

Nella mia famiglia, tanto per fare un esempio, in questo mese escono mille euro solo di tasse tra bolli auto, canone rai e assicurazione di una vecchia macchina. Che dici, Matteo, è questa ricchezza? E se non avessimo risparmiato come avremmo potuto onorare i debiti di Stato?

Potrei continuare ulteriormente nell'analisi ma è tempo perso perciò la finisco qui lasciandoti un buon anno con un occhio attento nei confronti di quelle famiglie che stentano a pagare le tasse e due occhi per chi sopravvive appena.
Ciao Matteo e buon anno ancora a tutti.

venerdì 9 gennaio 2015

Fuoco incrociato su Mario Oliverio

Oliverio, piccione o lupo della Sila?

Lo sport preferito della maggior parte di noi italiani è di sicuro il tiro al piccione e in questi giorni è di turno il piccione della Sila, Oliverio, da altri ribattezzato “lupo della Sila” per le sue origini.

Mario Oliverio, presidente della regione Calabria

Ogni sua mossa è scandagliata al microscopio. Persino la definizione del “consiglio regionale” è motivo di mugugni e critiche da fantapolitica, secondo l'analisi di un giornale locale.: “il patto dell'astronave (la sede del consiglio regionale di reggio calabria) vede Pino Gentile alla vicepresidenza e Tonino Scalzo alla presidenza perché finalizzato alla conquista di Cosenza da parte di Adamo...???

Può darsi che sia così, e che il sogno nel cassetto (da quanto si evince dall'articolo in questione) di Nicola Adamo di diventare sindaco di Cosenza si avveri in seguito a mirate strategie politiche, ma il commentatore dimentica che a livello nazionale, nel governo Renzi, ci sono due ministri dello stesso partito di Gentile! perché scandalizzarsi se in Calabria la vicepresidenza del consiglio va all'opposizione?
Personalmente mi piace pensare, piuttosto, alla storia di Gentile, alle sue origini socialiste e all'attenzione che ha sempre dimostrato verso le genti di Calabria, specialmente per gli ultimi e non alla fantapolitica.
Avrà anche fatto degli sbagli. Ma quando si lavora, ci si sporca le mani è inevitabile!


Il neo presidente Oliverio, anche lui, se pur diversamente, ha una storia importante alle spalle.
Ma, sia ben chiaro: non intendo ergermi a difensore di nessuno. Aspetto i fatti! E per questo, ritengo prematuro parlarne.

Ciononostante voglio spendere una parola di speranza e aspetto che qualcosa di positivo accada.
 mentre ricordo che governare la politica è un'impegno gravoso, in continua evoluzione.
Le strategie cambiano. Gli amici diventano nemici in un batter d'occhio e chi non ha le spalle fortificate dall'esperienza diventa un boccone prelibato tra le fauci dei detrattori che aspettano pazienti ai bordi delle trappole disseminate lungo il cammino di chi deve fronteggiare gli eventi sociali. E nella terra martoriata di Calabria l'impresa è ancora più difficile. Fronteggiare i problemi lasciati in eredità dalle gestioni precedenti, al solo pensiero viene il mal di testa, e questo sembra essere il primo impegno di Mario Oliverio.
certo, se riuscisse nel suo intento, in quello che è stato il programma pre-elettorale, la Calabria e quindi noi tutti trarremmo enormi benefici.
Aspettiamo, quindi, non sulla sponda del fiume per vedere passare i cadaveri dei buoni propositi per menare su Oliverio in un clima sadomaso ma per gioire delle concretizzazioni di quanto è stato detto e ribadito nel suo programma di governo dal nuovo Presidente della Calabria.

Altrimenti dobbiamo dare ragione a Renzi quando parla di "gufi".

martedì 6 gennaio 2015

BOLLO AUTO 2015, la sorpresa


Nel sacco della befana del 2015 pochi cioccolatini e molti soldini da sborsare per tasse e balzelli. Tra queste il bollo auto.
Niente di nuovo, se ignoriamo il regalo da 20 milioni di euro che, secondo “il corriere della calabria”, il governo di Peppe Scopelliti ha fatto all'ACI calabrese a spese nostre e lasciato in eredità a quanti devono pagare il bollo di circolazione. La proprietà è un lusso anche quando non se ne può fare a meno. E, come tutte le proprietà ottenute a fronte di sacrifici e restrizioni quantificabili in anni di cambiali per acquistare la macchina e di mutui per “farsi la casa”, in Italia comportano solo e soltanto aggravi economici e grattacapi a fronte di futili benefici.

Il nuovo anno, che quasi tutti abbiamo salutato e accolto con speranze, porta nella gerla sorprese amarognole tipo questa:

C'è un "regalo" da 20 milioni per il governatore Mario Oliverio. (fonte Corriere della Calabria)

È il lascito (l'ennesimo, per il quale non c'è da stare molto allegri) della giunta regionale di centrodestra e riguarda la convenzione sottoscritta lo scorso 10 settembre (mediante trattativa privata) con l'Aci che dovrebbe servire per gestire l'emissione degli accertamenti tasse auto negli anni 2011 e 2012, curarne le memorie in autotutela degli utenti e le relative riscossioni. In pratica il dipartimento Bilancio, per la postalizzazione degli avvisi di accertamento, ha sostituito Poste Italiane con l'Aci. E fin qui nulla di particolarmente rilevante, se non fosse che la Regione aveva interrotto nel 2008 una collaborazione con Aci iniziata quasi dieci anni prima per divergenze sulla gestione del sistema di riscossione della tasse automobilistiche...” il resto lo trovate qui: http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/politics/item/28848-una-%E2%80%9Cgrana%E2%80%9D-da-20-milioni-per-oliverio che consiglio di leggerlo fino in fondo.

Tra l'altro, forse, se pagassimo direttamente alla fonte il bollo auto si potrebbero eliminare intermediari inutili, cosa semplicissima, basta cliccare sul seguente link per non pagare le commissioni che ACI e altri aggiungono al bollo auto:

E se tra le tante rivoluzioni enunciate dal nuovo presidente della Calabria, Mario Oliverio, ci fosse anche la libertà di accedere ad internet gratis? Chissà, la butto lì, non si sa mai, potrebbe essere un'idea; un'ipotesi. Al momento l'unica certezza pare sia la manifesta egoistica famelicità di certe lobby.

domenica 4 gennaio 2015

Gli Angeli cullano i sogni





... i neonati vedono gli angeli, sorridono e dialogano con loro. Gli Angeli rendono dolci i sogni e pregano affinché si realizzino...

BUON 2015




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