venerdì 18 luglio 2014

Mediterraneo, dove s'infrangono i sogni

Rimanere vittime delle strategie politiche europee e nazionali. Soffrire per la povertà imposta dalle logiche bancarie e fiscali. Diventare cibo per avvoltoi nel deserto o i pesci del Mediterraneo che differenza fa?

Di storie di mercenari e macellai sono piene le cronache. E tutte le storie dei conflitti violenti o falsamente democratiche che dicono di perseguire fini socialmente belli e utili finiscono sempre col nascondere il male. La parte più oscura e indemoniata dell'animo umano.

Finire di vivere sotto i bombardamenti israelo-palestinesi.
Distruggere i sogni dei piccini e dei grandi all'ombra delle religioni e delle persecuzioni storiche che la maggior parte dei popoli hanno subito nei millenni passati e recenti è semplicemente demenziale!

Com'è demenziale accusare le industri d'armi ogni volta che scoppia una guerra … o forse qualcuno pensa che siano le holding belliche a foraggiare i capi di Stato come è avvenuto in alcuni casi denunciati nella sanità?

Comunque sia, mentre l'odore del sangue e della polvere si alza nel cielo di Gaza tra l'acre dei corpi straziati dai bombardamenti e il crepitio dei fuochi amici e nemici, altri profughi giungono stipati sulle carrette con la speranza di migliorare la propria vita e quella dei figli in Calabria e Sicilia.

Certo, avranno pensato, meglio continuare a non mangiare, saltare qualche pasto, camminare sotto il sole con la vana speranza di vendere qualcosa ai pochi bagnanti che occupano le spiagge piuttosto che rimanere in Africa essere sfruttati, schiavizzati fin dalla tenera età, rapiti e arruolati, segregati nelle miniere, nelle piantagioni, attività che fanno la ricchezza di narcotrafficanti e rispettabili, all'apparenza, uomini d'affari. Dunque, facendo due conti, piuttosto che rimanere a morire di morte certa nella loro terra, i migranti, hanno comprato o barattato il prezzo del biglietto di sola andata verso un futuro incerto ma colmo di speranza.

Niente di nuovo dunque sotto il cielo. Guerre e conflitti falsamente ideologici serpeggiano in terra e contaminano le intelligenze allo scopo di raggiungere il potere su solide fondamenta all'insegna del potente dio denaro.

Anche in Italia è la stessa menata. Un parlamento guidato da un segretario di partito che vuole imporre le sue visioni della politica ad una Nazione e ai cittadini. Un'assise che non ha i requisiti democratici per governare ma che vuole dettare le leggi (discutibili e migliorabili in una democrazia vera) in merito a elezioni, politiche sociali, lavoro. Insomma, l'impianto politico che dovrebbe tenere in piedi una Nazione e dare impulso alla ripresa europea.

domenica 13 luglio 2014

Catanzaro Matrimonio ultrà e reality

La signora sorride soddisfatta mentre fa qualche domanda allo sposo. Uno sposo particolare che oltre ad essere il capo ultrà dei giallorossi catanzaresi è anche consigliere comunale in quota forza italia nel comune di Catanzaro.

Non è la solita comare pettegola che va a vedere cosa bolle nelle pentole altrui. No! La signora è una giornalista che lavora per rai tre regione ed è visibilmente soddisfatta perché il capo ultrà e consigliere comunale risponde alle sue domande da vero condottiero. “Sono orgoglioso dei miei ragazzi...”. Il coro da stadio fa da colonna sonora ed è più sentito e caloroso delle solite “Ave Maria” che solitamente accompagnano gli sposi all'altare con tanto di striscioni e fumogeni.

Ma la notizia della quale andare fieri (secondo l'intervistatrice) consiste nell'essere stati notati da una emittente americana e quindi potere partecipare ad un reality a stelle e strisce col pericolo di vincerlo.

Certo, non è da tutti potere organizzare il catering del proprio matrimonio sul prato di un qualsiasi campo di calcio comunale. Neanche ai grandi campioni del calcio fino ad ora è venuto in mente.

Ed eccolo qui il genio che riesce a farsi dare dalla giunta comunale lo stadio intitolato al presidentissimo Nicola Ceravolo e disseminarlo di tavoli e relativi ospiti.

A questo punto, da catanzaresi, dobbiamo anche noi associarci alla giornalista e tifare perché il nostro vinca il reality targato america o piuttosto chiedere pacatamente se sia lecito occupare una struttura pubblica per fini privati in maniera così platealmente egocentrica (che, viste le scadenze elettorali, forse non è solo una questione di fede calcistica)?

mercoledì 9 luglio 2014

Alla locanda dei Nonni per non soffrire di recessione

Dopo 10 minuti abbondanti e una serie infinita di musichetta caraibica finalmente sento una voce priva d'inflessione: “Pronto mi dica sono Anna da Tirana in cosa posso esserle utile?”.

“Considerando che chiamo dal sud Italia, lei mi risponde da dietro l'angolo!”. “come dice signore?”

“no, niente non ci faccia caso è una battuta...”

Tirana! Già in Italia alcuni lavori rasentano una forma di schiavitù figuriamoci là, in Albania quanto potranno prendere gli addetti ai call center?

Mentre faccio questa considerazione mi ritorna in mente quanto ho sentito di sfuggita l'altro giorno. Uno sfogo allucinante sul malessere che serpeggia anche tra noi in Italia e non lascia dubbi sugli effetti della recessione. Un dialogo, anzi dovrei dire una denuncia liberatoria, tra due donne giovani ma assai provate dalle difficoltà:

... che ne sai che devo firmare la busta paga e devo ritornare oltre la metà dei soldi al ragioniere!”
Come?! Perché?” “Questi sono gli accordi! Prendere o lasciare! E se lascio sai quanti ce ne sono in fila... pensa che non mi volevano dare neanche gli ottanta euro di Renzi” “Scusa ma chi te lo fa fare? Stai a casa. Rimani coi tuoi figli almeno te li godi! A proposito come fai con i figli li mandi all'asilo?” “No. Ci pensano i suoceri. Meno male che ci sono loro...”


E quando i nonni non ci sono?

domenica 6 luglio 2014

Tra recessione e statue che s'inchinano

Non è una giornata particolarmente calda. Il barometro segna appena 23°. sono le 11 ed è la prima domenica di luglio. Nonostante i buoni propositi del governo Renzi e nonostante le famigerate 80 euro in busta paga la gente sembra svanita in qualche universo parallelo.

Per strada le macchine sono distante l'un l'altra come i denti di chi non ha la possibilità di ricorrere alle cure del dentista: una ogni 5, 6, 10, 20, metri.

La ss 106 non è stata mai così tranquilla. Volendo fare un paragone, chi riesce a immaginare delle 600 o 750 o, ancora, delle 850 della fiat al posto delle renault, citroen, wolkswagen e le piccole giapponesi in circolazione sulle strade italiane, si trova proiettato negli anni sessanta. Con l'unica amara differenza che in quegli anni iniziava davvero il rilancio economico sostenuto dal miraggio industriale delle grandi città del nord.

L'austerità ci sta uccidendo. E quanti perseguono le politiche economiche delle banche sono assassini in doppiopetto. Non posseggono un cuore ma al suo posto hanno impiantato un calcolatore impostato per controllare profitti e poco importa il numero di quanti dovranno morire o soffrire per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Matteo Renzi dice che non serve una moneta unica europea se gli obiettivi dei popoli sono diversi.
Papa Francesco afferma evangelicamente che non può e non deve esistere la dottrina del dio denaro.

Intanto da quando Matteo Renzi è diventato segretario del pd e presidente del governo ha fatto solo chiacchiere e proclami. Riforme in 100 e poi mille giorni ma solo a parole.

E papa Francesco, tolta quella sua aria bonaria, spento l'audio e oscurato il video degli abbracci e baci, cos'altro potrebbe fare in concreto perché gli ultimi non rimangano tali (visti i lasciti, l'8xmille per la chiesa cattolica e i privilegi concessi dallo Stato Italiano)?


Non è blasfemia! E neanche mancanza di rispetto. È un'analisi. Una valutazione dei fatti! E quando la maggioranza della popolazione è costretta a fare sacrifici non si può cambiare l'esistente solo con le parole. Ci vogliono i fatti. Subito!

Urgono cambiamenti epocali. Se si vuole sconfiggere la 'ndrangheta e le mafie. Perché, come si è visto, chi cresce in un clima culturalmente deviato s'inchina e fa inchinare le statue nelle processioni davanti a chi dà loro un tozzo di pane e sembra difenderli nella guerriglia della quotidianità.

Chi vive in queste realtà di sottoculture non si ferma davanti alle scomuniche o agli anatemi solenni. Non ha paura del carcere perché, come dice Gratteri, sono cose messe in bilancio dagli 'ndranghetisti e e dai simpatizzanti.

L'indignazione non serve davanti ai fatti recenti di Oppido Mamertina. E non servono neanche le prese di posizione nelle piazze mediatiche del web.
È necessario costruire l'uomo nuovo...

sabato 5 luglio 2014

Facebook, furto d'identità?

Cose che succedono sui social net work.

io e Michelangelo Pistoletto
Che strano! Facebook mi segnala un ipotetico amico: Michelangelo Pistoletto! Non abbiamo mangiato nello stesso piatto, come diciamo in gergo a Catanzaro. Non siamo amici sul vero senso della parola. Però l'ho conosciuto davvero!

L'ho incontrato durante l'allestimento delle sue installazioni nel Parco archeologico di Roccelletta di Borgia. Un sito pieno di fascino e storia ubicato a due passi da Catanzaro Lido. E poi, Pistoletto è un grande! È un creativo degno di rispetto! Quindi quale migliore occasione per stare idealmente vicino ad un uomo saggio e propositivo come lui?

Senza pensarci troppo clicco e invio la richiesta d'amicizia. Cosa che arriva quasi immediatamente. Dopo qualche ora giunge una notifica: Michelangelo Pistoletto invita a cliccare “mi piace” sulla pagina di un altro artista per poi scomparire definitivamente dall'elenco dei miei amici.

Sarà stato il vero Michelangelo Pistoletto ad aprire un account su facebook?  

A ben pensarci, anche Maurizio Cattelan ha fatto un'operazione analoga tempo addietro sempre su facebook. Ma Maurizio è imprevedibile. Uno che si prende gioco di tutto... ci può anche stare.

No, nel caso di M. Pistoletto sarà stato senz'altro qualche burlone. uno dei tanti... che giocano con l'ego di quanti affolliamo, curiosiamo, interagiamo nelle piazze virtuali con l'intima speranza di ampliare le nostre conoscenze e, in definitiva, migliorare la percezione fluida della realtà.

martedì 24 giugno 2014

Tim, quando a dettare legge è il gestore telefonico

Dal 21 luglio tim cambia le carte in tavola e quello che fino ad ora è sembrata una “cortesia” diverrà servizio. Il chiama ora e la disponibilità in linea per gli utenti avrà un costo! Ma c'è la possibilità di disattivare gratis il “servizio”, dice in calce il messaggino. Chi non lo disattiva dovrà pagare 1,90€ ogni 4 mesi.

Cosa dicono le associazioni dei consumatori?

Personalmente non vedo la necessità di pagare un balzello, se pur esiguo, per fare sapere che si è contattabili. Senza contare le zone d'ombra, la mancanza di campo, le pecche tecniche che dipendono dai ripetitori, insomma, l'utente deve anche farsi carico delle discrasie esclusive dei gestori telefonici?
Mi sembra davvero un assurdo. Una forzatura. Una inutile e fastidiosa “richiesta”. Che porterà molti soldini nelle casse della Tim.

lunedì 16 giugno 2014

L'Arte e le Scienze sono libere?

Lettera a Matteo Renzi. 

Carissimo Matteo, hai detto “se qualcosa non va scrivetemi”.
L'hai detto ai ragazzi della scuola di Treviso ma credo che l'invito sia rivolto a chiunque data la tua carica istituzionale. Perciò ti prendo alla lettera e ti scrivo quello che secondo il mio modesto parere dovrebbe essere modificato nei meccanismi farraginosi della filiera culturale italiana.

Forte dell'esperienza maturata nel mondo del lavoro, nel campo dell'arte e della cultura, tra incarichi e collaborazioni con enti pubblici e privati; nel mondo del no profit, nell'università della Calabria nel ruolo di docente e nella quotidiana costante ricerca tematica sulle gestualità creative dei popoli, logica vorrebbe che una risorsa così strutturata venisse spesa con congruità. Ma non è così. e non è neanche questo l'argomento che intendo trattare.

Nonostante gli effetti prodotti dal venticello sussurrato e poi urlato dalle malelingue, che agiscono nell'ombra per mantenere piccole fette di potere.


Produrre e stimolare bellezza nell'arte e con l'arte mantenendo profili alti sembra faccia male a qualcuno in Calabria e anche altrove.
L'arte, quando la cultura è dominata dalle lobby, diventa un'astrazione lontana e chi è inviso ai centri di potere locali è tagliato fuori dalle logiche spartitorie che uniscono senza battere ciglio cavalli di razza, scalpitanti puledri, somari, buoi e vacche.

Il lavoro della persona osteggiata, se pur pregevole, non è mai presente in un museo, nelle biennali e persino nelle sagre di paese, appannaggi di vanagloriosi signorotti che forti dei titoli accademici pensano di determinare chi è artista, chi fa arte e chi è un mezzo deficiente esaltato.

E pensare che “l'arte e le scienze sono libere e libero ne è l'insegnamento...”

Nonostante tutto sogno e spero fortemente in un futuro migliore. Un futuro in cui, al centro dei sogni e della Politica, ci sia come interesse primario il valore sacro della vita. Bellezza e cultura della vita e, per dirla con Seneca, un luogo dove formare il cittadino all'arte del vivere.

Per questo auspico interventi mirati nella scelta di quanti dovranno in futuro promuovere l'arte e la cultura in Italia. Quindi tecnici, curatori, critici d'arte e procuratori dinamici che sappiano investigare e cogliere la creatività laddove c'è. 

venerdì 13 giugno 2014

Mineo. Ultima vittima di Renzi?

Matteo Renzi è stato allevato bene! Sa come gestire i media e come mettere fuori gioco chi non la pensa come lui. È come quel bambino che porta il pallone e siccome il pallone è suo decide chi gioca e chi no.

Renzi ignora che siamo in una democrazia e che il Paese non è suo ma anche e principalmente di quei cittadini che non si sono lasciati abbagliare dalle sue promesse e non assecondano le folate del nuovo vento fiorentino.

Dopo Mauro ecco arrivare, puntuale come il fato, l'epurazione di Mineo.


Non metto sullo stesso piano l'ex ministro di Monti e Corradino Mineo. Non si può. Anche perché Mineo è un senatore del PD.

L'Italia smetta di dividersi! Dice Renzi dalla Cina. E poi aggiunge un altro spot ad effetto: basta parlare di delocalizzazioni. La parola giusta da adoperare è internalizzazione delle imprese.

Peccato che tutte quelle persone rimaste senza lavoro perché gl'imprenditori hanno deciso di internazionalizzare le aziende nei Paesi dove la mano d'opera e le tasse d'impresa costano meno non l'hanno capito. Peccato che l'internazionalizzazione tutela solo i capitali e le aziende ma non i lavoratori.

Peccato che molti di noi abbiano la memoria corta e tantissimi altri aspettano il condottiero salvifico.

Personalmente diffido dei metodi autoritari e delle persone che non accettano il confronto dialettico e democratico e Renzi è uno di questi.

martedì 10 giugno 2014

Rifiuti urbani? la soluzione di Pugliano

Bravo Pugliano. Ottima strategia! Basta pagare di più e la questione si risolve.
Questa in sintesi l'azione dell'assessore all'ambiente della regione Calabria Francesco Pugliano!


lui sì che sa come risolvere i problemi!
Finita la fase commissariale per evitare buchi di bilancio (così dice lui) la soluzione ai rifiuti consiste nell'aumentarle tariffe che passano, per effetto della sua lungimirante e strategica decisione, dai 91 a 148 euro per tonnellata.

Ancora una volta non abbiamo a che fare con amministratori della cosa pubblica ma con ragionieri. Alzare i costi piuttosto che trovare soluzioni serie che possano trasformare in ricchezza i rifiuti è più facile.
Eppure basterebbe che guardassero fuori dalla porta per vedere come
alcuni amministratori sono in grado di trattare e produrre dai rifiuti urbani ricchezza  e offrirla ai cittadini. 

Per il resto ritengo inutile ripetere cose già pubblicate su questo blog.

martedì 3 giugno 2014

Manager incompetenti o scaltri fotti compagni?

Milena Gabanelli e il suo staff senz'altro avrebbero saputo far ripartire l'Italia. Quelli di Report avrebbero saputo dove mettere le mani per recuperare soldi evaporati dagli incompetenti, ma sono davvero incompetenti questi signori che stanno seduti sulle poltrone che contano?


Il “reportage” di ieri sera ha puntualmente smascherato una sequela infinita di abusi perpetrati dalla politica e dalla classe dirigente in generale nei confronti dei contribuenti.
Questa volta le indagini sono state eseguite sui fondi pensione dei professionisti.

Medici. Agenti di commercio. Psicologi. Ragionieri e persino giornalisti sono a rischio pensione.

L'inchiesta ha spulciato tra le pieghe di quello che rappresenta una grossa grassa luculliana torta dal valore di oltre 61 miliardi di euro. Ed è venuto fuori la solita gestione allegra dei soldi altrui in mano a personaggi nominati dalla politica al potere.

Presidenti di fondi che dicono di non sapere nulla e di non capire niente di movimenti e soldi ma che se ne beccano a vagonate, di soldi dei contribuenti, solo per stare sulle poltrone e dare incarichi a “tecnici” che tutto fanno tranne curare gli interessi di chi i soldi li deposita per assicurarsi la vecchiaia.

Comunque, niente di nuovo!
Questa è la società. Laddove c'è odore di soldi ci sono anche guerre sotterranee tra quanti rincorrono poltrone, incarichi e la gestione delle ricchezze di ignari contribuenti che fiduciosi depositano nelle mani di sporchi individui i propri soldi.

Occhio gente. Questa inchiesta insieme alle precedenti ci suggeriscono una cosa semplice e cioè di porre attenzione sempre quando c'è da pagare una cifra dovuta. Controllare e non delegare mai, anche nelle piccole insignificanti cifre versate per i servizi locali. Perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Almeno fino a quando non cambia questa mentalità dei fotticompagni.

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