"energia per la vita" |
venerdì 1 maggio 2015
Expo 2015, contraddizioni in fiera
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eccellente apertura mentale. volo. osservo. medito. rido
martedì 28 aprile 2015
Bastava poco per essere felici
Dal cucuzzaro al giudice: così giocavamo
Chi ha più di cinquant'anni ricorderà
senz'altro i passatempi di una volta quando per divertirsi in
compagnia bastavano le parole per coinvolgere e allietare i presenti,
magari aiutandosi con oggetti improvvisati.
Ricordate il gioco del “cucuzzaro”?
C'era uno della compagnia, solitamente
il più grande d'età che assegnava i numeri ai presenti. Dalla
cucuzza numero uno fino ad arrivare alla totalità dei giocatori.
Fatto questo iniziava la cantilena: “ieri sera sono andato nel mio
orto e ho contato cinque cucuzze. Cinque? Rispondeva il giocatore che
aveva associato il numero 5. No erano tre! Perché tre? Interveniva
il tre chiamando in gioco un altro dei presenti. Erano sette! Perché
7? era tutto il cucuzzaro!” e così via fino a quando qualcuno
sbagliava e doveva pagare pegno o ci si stancava e si passava al
gioco successivo oppure si scioglieva la compagnia e si tornava a
casa.
C'erano, però, anche giochi da veri
maschiacci come la cavallina o la morra dove chi perdeva doveva
pagare pegno e subire dei colpi violenti, inferti, con un fazzoletto
teso e annodato, sulle mani aperte. E poi c'era il gioco del
“giudice”.
Antropologicamente, il gioco del
“giudice” riportava agli albori della civiltà contadina per lo
l'oggetto usato e per la fatalità assegnata all'azione stessa del
gioco.
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
lunedì 27 aprile 2015
Deludente Perfidia
La frase di Gianfranco Fini “che
fai mi cacci?” rivolta a Berlusconi è diventata il
tormentone della trasmissione televisiva “Perfidia” condotta da
Antonella Grippo.
È stato un po' come assistere alla
sagra dei “trombati”. Tra questi M.C. Lanzetta che ancora
non ha convinto con le sue motivazioni politiche. Wandiceddha
Ferro, così l'ha introdotta apostrofandola affettuosamente la Grippo e poi gli
altri, chiamati a reggere il talk che, a mio modestissimo parere è
risultato oggettivamente un tantino scarso come format e deprimente
dal punto di vista politico.
La telefonata introduttiva con
Gianfranco Fini è bastata per comprendere il verso della
puntata.
Ho resistito mezz'ora. Nulla di nuovo.
Unica mia personalissima
considerazione, diventata certezza nei circa trenta minuti persi
ascoltando le analisi della conduttrice e dei suoi collaboratori:
trasmissione partigiana schierata a
destra nel gioco delle parti. (e pensare che Lei dice di essere stata in passato una militante di lotta continua).
E non è di queste cose che la società
calabrese ha necessità e bisogno.
domenica 26 aprile 2015
Stasera in TV
Il ritorno di Perfidia.
Antonella Grippo alias Perfidia |
Dopo una lunga assenza dall'etere torna
in tv Perfidia, la trasmissione condotta dalla giornalista
Antonella Grippo, sospesa, a suo dire, per avere osato porre
domande birichine al presidente Mario Oliverio durante un talk per
le passate primarie del pd.
Mario Oliverio si difende
dichiarandosi estraneo ai fatti imputategli. Si dice rammaricato per
le accuse mossegli e auspica un ritorno in tv della brava e spigliata
giornalista Grippo.
Stasera alle 21 sul canale 90 riprende
ad annodare, tra un ancheggiamento, scrollatine di capelli e
tanti sorrisi a trentadue denti, il filo conduttore degli usi e dei costumi mentali della società calabrese.
Tra gli ospiti la Lanzetta. Alla quale chiederà lumi sulla sua decisione che tanto ha fatto discutere.
Mario Oliverio nel frattempo
insedia le truppe fedeli nei punti chiave e continua la cavalcata
solitaria in direzione di traguardi noti solo a lui.
Dice di scindere le questioni politiche
dalle amicizie personali come quella con Pino Galati
presidente dei “Calabresi nel mondo”. Ma nel frattempo,
toglie, elimina?, alcuni “ostacoli politici”, persone e enti, che
hanno contribuito molto a ingigantire la sfiducia dei calabresi e
fatto lievitare le clientele.
Che sia ancora breve il tempo
dell'attesa? I frutti si vedranno più in là? Staremo a vedere.
eccellente apertura mentale. volo. osservo. medito. rido
venerdì 24 aprile 2015
Calabria era meglio quando si stava peggio
Avrei potuto evitare e me lo sarei evitato volentieri scrivere quanto segue ma ritengo opportuno esporre in totale libertà il pensiero comune a quanti non hanno voce o possibilità di dialogare con le istituzioni regionali appena insediate. Il fare dei nuovi invasori è allucinante. Perennemente super impegnati a sbrigare problemi logistici, con fare cattedratico, guardano dall'alto in basso e forse anche con diffidenza chi rivolge loro quesiti dopo avere pazientemente fatto ore di anticamera davanti a porte sbarrate.
la nuova classe dirigente sembra abbia dimenticato un piccolo particolare e cioè che la Regione Calabria è per definizione, che tra l'altro hanno coniato loro stessi, "la casa dei calabresi".
ma andiamo nel merito:
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domenica 12 aprile 2015
Catanzaro tra disagio sociale e malavita
Il nostro disagio ha radici lontane e
profonde. E nelle periferie le discriminazioni sono figli di progetti
politici assurdi lasciati a se stessi o nelle buone intenzioni di qualche anima pia.
La colpa? Dei dirigenti nazionali e
locali, naturalmente! E non lo dico per partito preso. Lo dico
convintamente e con cognizioni di causa.
L'integrazione delle etnie voluta,
tanto per citarne qualcuna, da una sparuta ma influente corrente di
pensiero cittadino, si è dimostrata da subito un fallimento dacché
si è pensato solo di assegnare le case popolari agli zingari del
catanzarese senza riempire di contenitori aggregativi i quartieri
Pistoia, Corvo e Aranceto, con progetti culturali adeguati.
Catanzaro Lido, incendio al "Sunrise" |
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venerdì 10 aprile 2015
Incontri ravvicinati di un certo tipo
La natura chiama. Cosa c'è di più
accattivante di un pomodoro maturo, rosso, tagliato a due, un pizzico
di sale, un filo d'olio extravergine d'oliva e qualche foglia di
basilico sopra da consumare quando torni dal mare?
Ora non dico che il pomodoro lo debba
coltivare in terrazzo, anche se in ciotole come queste potresti anche
farlo, ma, conoscendoti, so per certo che dimenticheresti i
trattamenti e le concimazioni. L'acqua non mancherebbe. È garantita
dall'impianto automatico. Però potresti piantarci gli aromi. Che so,
della menta o del basilico. Dell'erba cipollina...
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