venerdì 18 marzo 2011

energie comuni per migliorare la società



Tutto è energia. Azione; pensiero; lavoro; ognuno dei concetti espressi racchiude e sprigiona energie.

La propagazione delle energie non è buona o cattiva. Buono o cattivo è l'uso che se ne fa. Sta alla buona volontà degli uomini che hanno il difficile compito di guidare altri a sapere discernere il bene dal male e dare le giuste linee guida sociali affinché tutto proceda per il meglio.

La storia insegna che non sempre le scelte operate dai dirigenti nazionali e dagli statisti sono risultate idonee a migliorare il benessere collettivo.
E, di volta in volta, i giovani, spinti dall'entusiasmo che alimenta i sogni e la bellezza delle idee, si mobilitano, contestano il sistema, ma, spesso, la reazione di chi dovrebbe ascoltare e mediare accordi con le parti sociali dissenzienti non è democraticamente aperta.

Le reazioni della politica nei confronti dei dissenzienti sono determinate da fattori sociali contingenti disconosciuti dalla massa oltre che dal pensiero culturale di chi governa.

La mancanza di dialogo e, quindi, l'assenza d'interlocuzione tra cittadini e rappresentanti dello Stato rispetto a un dato problema, determina incomprensioni e a volte, quando l'allarme sociale raggiunge livelli eccessivi, lo scontro.

Nulla di nuovo, quindi. È un assioma ineluttabile; che, stando ai fatti recenti si ripete a discapito della società mondiale intera, vedi il disastro nucleare in Giappone per quanto concerne l'arroganza decisionale del potere politico ed economico che ha imposto le centrali nucleari, nonostante Chernobyl;
le guerre in Africa, ultima quella scaturita dalla pazzia sanguinaria dei Gheddafi;
la distribuzione anomala della ricchezza che vede come conseguenza logica il proliferare di nuove povertà e flussi enormi d'immigrati che a loro volta risvegliano vecchie paure tra i ceti medi e nella piccola borghesia che ancora resiste.

giovedì 17 marzo 2011

art. 21, libertà di parola o pretestuosità editoriale?



Tematiche relative all'unità di o dei popoli, libertà, meritocrazia, incastonati tra spazi televisivi pubblicitari, piuttosto che chiarire e sviluppare concetti, vanificano quanto di interessante è stato detto e fatto contestualmente ai singoli temi. Ed è quello che è successo nella trasmissione odierna di “articolo 21! condotta e ideata dal bravo Lino Polimeni. Lui, Lino, senz'altro dirà che purtroppo è la dura legge delle tv commerciali, che hanno bisogno degli sponsor altrimenti non possono andare in onda. E siamo alle solite cantilene! Allora che facesse trasmissioni leggere, sketch, così da potere sfumare sui titoli di coda chiunque e non chiedere la conclusione a un ospite e lasciare il discorso appeso, in questo caso è successo al preside del liceo classico Galluppi di Catanzaro recatosi negli studi di telespaziocalabria con una rappresentanza di studenti dalle idee chiare; ragazzi preparati, che hanno esposto alcuni concetti sul risorgimento italiano in maniera chiara e convinta. Ma che sono stati soverchiati dalla mole enorme di pubblicità. Peccato, si sarebbe potuto apprezzare meglio questi ragazzi catanzaresi, attenti e documentati, che con intelligenza hanno saputo contestualizzare i fatti storici accennati, mentre in alcune zone italiane qualcuno rivendica l'indipendenza dall'Italia per puro egoismo.

Certo, è uno schiaffo alla preparazione di questi ragazzi ma anche di quanti come loro si documentano e si preparano ad affrontare la vita se pensiamo agli inserimenti nepotistici o amicali dei vari “trota” e veline selezionate per costruire la nuova classe dirigente politica italiana, basata, appunto, più sull'avvenenza fisica piuttosto che sulla preparazione e sulla sensibilità connaturata alla cosa pubblica, al bene comune dei popoli, se si pensa agli Stati Uniti d'Europa!

Ecco, a questo punto è opportuno ricordare che le linee guida della tv commerciale hanno influito parecchio sulla formazione delle coscienze di molti teledipendenti. ed è ricorrente la colpevolezza del modello mediatico in questione se oggi viviamo nell'imbarbarimento educativo e culturale. In sintesi: è sembrata una lunga fiera di prodotti commerciali dai risvolti economici piuttosto che l'esaltazione dell'articolo 21, proiettato nel tema principale del giorno, ovvero i 150 anni dell'unità d'Italia. Questione di tempi televisivi?

sicurezza del nucleare impossibile con le attuali tecniche



Numeri. Numeri uno dietro l'altro quantificano i morti e i dispersi nell'area giapponese del disastro atomico. Il popolo nipponico vive per la seconda volta il dramma delle radiazioni nucleari. La prima volta ad opera dell'America con la bomba su Hiroshima per piegare l'eroica resistenza dei giapponesi in guerra e adesso a causa degli eventi naturali e dalla poco appropriata manutenzione agli impianti vecchi di quarant'anni. Comunque la si ponga, il nucleare è una tecnica che non garantisce certezze per quanto concerne la salute pubblica e ambientale. Quando l'atomo trattato sfugge alla superbia dell'uomo causa danni inimmaginabili e alcuni si protraggono nel tempo, alterando geneticamente gli organismi viventi.
Il problema non è: “nucleare sì o no!” e neanche è pensabile schierarsi in campi contrari dove solitamente vince il più forte. Logica vorrebbe che si sviluppasse una strategia tecnologicamente sicura e che i ricercatori la garantiscano. Se ciò, ancora non è possibile, meglio soprassedere e impegnare le forze su sistemi di approvvigionamento energetico alternativo e sicuro che non contamini neanche in caso di calamità naturali o incidenti l'uomo e l'ambiente.

L'appello ai rappresentanti della politica è che si facciano garanti delle perplessità di quanti reagiscono emotivamente ma principalmente diano risposte serie alle certezze degli studiosi e di quanti seguono le vicende sull'energia nucleare con serietà. Anche perché le radiazioni non si fermano ai confini geografici ma invadono anche coloro che non hanno mai voluto gli impianti perché poco sicuri.

mercoledì 16 marzo 2011

notizie contraddittorie dalla Libia martoriata



(ANSA) - BENGASI, 16 MAR - Tutto sara' finito in 48 ore?
'Troppi bugiardi parlano in tv, la minaccia di Saif Al Islam e' solo propaganda', ha detto il rappresentante del consiglio transitorio libico di Bengasi. 'Le truppe lealiste non sono in grado di prendere la citta'', ha aggiunto. Anche oggi la citta' libica di Ajdabiya, a ovest di Bengasi, 'e' stata pesantemente bombardata dalle forze di Gheddafi, ma non ci sono stati scontri sul terreno'. Lo ha detto all'ANSA una fonte della 'Rivoluzione del 17 febbraio'.

stop al genocidio in Libia


Gheddafi padre e figlio si concedono alle telecamere per insultare gli insorti; rivolgono all'opinione pubblica libica e internazionale parole di fuoco.
Arroganti, sicuri, sentono e lasciano intendere di essere i padroni della Libia.
Non hanno remore, scherniscono coloro che ritengono nemici e lasciano trasparire tutta la loro rabbia.
Altezzosi, chiamano sorci, drogati e traditori i connazionali insorti. Non c'è bisogno di psicologi o strateghi per capire che i Gheddafi non avranno nessuna pietà nel caso dovessero riprendere il potere.

Sempre davanti alle telecamere, i Gheddafi lanciano accuse agli europei, e quasi con disprezzo dicono che se non ci fosse il petrolio le nazioni europee non si sarebbero interessati al problema.

Le notizie escono dal suolo libico e arrivano agli osservatori esterni frammentarie. Non si capisce bene se gli insorti resistono o se le forze di Gheddafi hanno riconquistato i pozzi di petrolio e le città che erano in mano ai rivoltosi. Una cosa è certa: la sanguinaria reazione del rais; i bombardamenti sulla popolazione armata di niente continuano. Il genocidio non cessa!

E nel frattempo una miriade di profughi nordafricani approdano sulle coste italiane su barconi che galleggiano per scommessa.
Arrivano disidratati, alcuni muoiono durante la traversata; filmano coi telefonini il viaggio della speranza e urlano di gioia quando toccano terra.

I centri d'accoglienza ospitano numeri imponenti in spazi non idonei e Stefania Craxi, sottosegretario agli affari esteri, pensa di utilizzare un'area militare in disuso per allestire una tendopoli fino a quando non cessa l'emergenza profughi.

Non sappiamo se i Gheddafi riusciranno a mantenere il controllo della Libia e neanche se gli oppositori saranno democraticamente migliori.
Auspichiamo, piuttosto, la fine immediata di una guerra fratricida assurda e non ammissibile per quanti credono nei sacri valori della vita.

energia nucleare, lavoro, ambiente, famiglia, disoccupazione, cultura, problemi da risolvere



L'eccessivo frastuono mediatico altera le percezioni e diseduca ulteriormente le masse incolte.
In Italia, benché si pensi di avere debellato l'ignoranza con la scolarizzazione obbligatoria, di fatto vi è una larga fetta sociale di sottobosco incolto che si ciba dei sentito dire, dei pettegolezzi e dalle liti in TV.

I professionisti delle notizie, condizionati dagli ascolti e dagli editori, inseguono e costruiscono eventi mediatici; imboccano i teleutenti con idiozie. Sono pochissimi i giornalisti che impegnano forze intellettive in reportage costruttivi. Comunque la si pensi c'è sempre qualcuno che si sente offeso o toccato personalmente dalle indagini che inducono a migliorare la società civile. Destra o sinistra non fa differenza.

Gli schieramenti politici nascono contro qualcuno o qualcosa, difficilmente, allo stato attuale, se non modificano gli assetti mentali, si può ipotizzare un'unità d'intenti per uscire dalle crisi istituzionali, sociali, economici, produttive.
Il gioco delle parti incita gli animi; fomenta lo scontro sociale. E mentre la classe dirigente che pensa solo ai profitti stringe alleanze forti laddove c'è da guadagnare, rottama i lavoratori diventati ormai una palla al piede, un peso morto da eliminare.

Non si spiega altrimenti la follia del governo italiano e dei suoi interlocutori più accreditati di volere continuare nel programma sul nucleare senza avere trovato soluzioni adeguate ai tanti problemi di sicurezza che condizionano quanti sono contrari all'energia nucleare, rafforzati nel contrastare la metodica atomica, purtroppo, dai tantissimi danni che il sistema ha provocato.

E non si spiega neanche come mai in una situazione contingente, che vede la disoccupazione salire a livelli numerici sempre più esponenziali, ci possa essere una fabbrica che assume(?) o crea indotto per circa 200 operai nel segmento automobilistico per macchine lussuose. … Pardon, questo si capisce e si spiega col fatto che la ricchezza è stata ridistribuita in maniera elitaria: da una parte i furbi, i ricchi che diventano sempre più ricchi affamando e diseducando le masse, buttando loro qualche briciola e continuando a dividerle ideologicamente; a proposito in merito, il professore Giuliano Ferrara è salito in cattedra e sulla piattaforma rotante, prima di scomparire nella penombra ha tuonato contro quei bigotti che hanno contestato Ruy davanti la discoteca pugliese che, tra l'altro, non ha venduto neanche un biglietto e non ha pagato i 5000 euro alla Ruby. Il buon Giuliano ha persino citato passi del vangelo inerenti l'episodio di “scagli la prima pietra”. Insomma ha tuonato contro quanti, spinti da moralismi o incazzature varie scaturite dall'insopportabile odore di fogna che svolazza nell'area italica, non vogliono più sottostare alla sottocultura imperante dei tromboni che assediano i mezzi di comunicazione di massa, giornali, televisioni e in alcuni spazi internet.

martedì 15 marzo 2011

gli studenti trevigiani bacchettano i rappresentanti dello stato indegni

In questi giorni siamo di fronte a problemi sociali rilevanti:
1) il nucleare
2) la guerra in Libia e lo sterminio del popolo libanese ad opera del dittatore
3) il terremoto in Giappone (l'ho scisso dal nucleare come punto d'analisi per sottolineare che quanto si è creduto di risparmiare attraverso l'uso dell'energia prodotta negli impianti atomici si è dimostrato un danno immane, un boomerang catastrofico per il Giappone e gli stati limitrofi, se rapportato alle spese da affrontare per la ricostruzione e la bonifica dei territori, nonché alla perdita degli affetti familiari).
4) La festa dell'unità d'Italia.
5) Le riforme della giustizia e le leggi ad personam nonché le bagarre per tentare di ripristinare l'immunità parlamentare cancellata dal referendum popolare dopo il terremoto “mani pulite” e le ruberie dei politici che hanno governato la prima repubblica.
6) La disoccupazione
7) i tagli alla cultura, alla scuola e alla ricerca; alla sanità e al welfare! Per economicità mi fermo qui e tentiamo un minimo di analisi:

Non si capisce perché alcuni esponenti della classe dirigente italiana anziché ascoltare le perplessità della gente in merito ai fatti recenti continuino a parlare di onda emotiva e inducono i cittadini ad appoggiare le scelte del governo e degli industriali dimenticando che in relazione al nucleare i cittadini si sono già espressi e hanno detto no attraverso il referendum!

Altro punto dolente: la gestione del lavoro e dei contributi pubblici alle imprese per mantenere lo stato sociale dei lavoratori e sviluppare la ricerca. Contributi che tutte le grandi aziende e quindi gli imprenditori che ora fanno la voce grossa hanno preso a piene mani negli anni belli del boom economico e che ora, simili ai topi che scappano quando la nave affonda, lasciano nella miseria la nazione e vanno dove guadagnano di più.

Ma la cosa che maggiormente rattrista è la faccia tosta dei leghisti che pur rappresentando l'Italia e gli Italiani dopo avere giurato fedeltà alla Repubblica sulla Costituzione nelle mani del Presidente Napolitano, offendono il tricolore disertando la sede all'apertura dei lavori del consiglio regionale della Lombardia non appena si alzano le note dell'Inno di Mameli.


Anche se questi indegni rappresentanti dello Stato una lezione l'hanno ricevuta dagli studenti del liceo scientifico "da vinci" di Treviso che si sono autotassati per comprare bandiere tricolore e appenderle nelle classi e coccarde da offrire agli immigrati; è da ribadire fermamente che quanti la pensano come i leghisti secessionisti che sono usciti dalla sala del consiglio per non sentire l'Inno di Mameli non possano ricoprire cariche ministeriali perché in netta antitesi con i principi d'unità nazionale.

italia in controtendenza su tutti i fronti


domande che rimarranno prive di risdpste:
quali sono i motivi, perchè il governo non intende rivedere le posizioni sull'energia nucleare?


non bastano le prove sull'ingestibilità delle catastrofi prodotte dal malfunzionamento delle centrali causato da eventi tellurici o dal fato  in barba ai proclami delle lobby che impongono l'affare nucleare? 

da una tragedia umanitaria all'altra, per non smentirsi, il governo italiano esprime prudenza... e sta alla finestra ad osservare mentre la gente muore

lunedì 14 marzo 2011

poesia del tempo lento tra Reggio e Messina



Non so chi ma qualcuno nascosto ai nostri occhi fisici di certo ci vuole bene davvero e per capirlo, per esserne certi, basta fermarsi un attimo e osservare il paesaggio circostante, le persone, la natura, il mare e la linea lieve che lo congiunge al cielo.

Soffermarsi a meditare sulle piccole cose ormai dimenticate. Chiederci come mai il mondo animale e vegetale continua a vivere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione nonostante l'ingerenza pazzoide dell'uomo. mondi paralleli che si adattano alle circostanze imposte dall'umana follia e a volte ne subiscono le conseguenze.
Animali di terra e di mare sopravvivono alle forze della natura ma nulla possono contro la diabolica intelligenza dell'animale supremo: l'uomo! Quest'essere singolare che vuole penetrare i misteri dell'universo ma dimentica se stesso, intento com'è a progettare imprese epocali, accumulare ricchezze e andare più veloce della luce.
Noi tutti abbiamo dimenticato il piacere della scoperta. Non ci meravigliamo più davanti alla caparbietà delle formiche, alla loro tenacia nel trasportare pezzi di cibo più grandi di loro; non ci chiediamo come mai nelle comunità animali vige il mutuo soccorso, la solidarietà.
Elementi, questi, piegati ai voleri d'onnipotenza di alcuni grandi uomini e, in quanto tali, pieni di grandi condizionamenti costruiti dalla megalomania che li governa immolano affetti e concetti al sodalizio del potere.
Non sono e né mi posso definire un “buono”. questi pensieri sono emersi durante una traversata da Reggio a Messina, e man mano che il traghetto scivolava silenzioso sull'acqua diventavano sempre più chiari e distinti. Ho gioito. Dopo non so quanto tempo ho riassaporato la leggerezza di quando ero ragazzo. Ho ripercorso buona parte della fanciullezza; il sapore, l'odore dei primi viaggi. L'entusiasmo della scoperta, anzi, riscoperta è stato possibile perché ho dovuto smettere di guidare, lasciare la macchina nella stiva per attraversare il tratto di mare che separa la Calabria dalla Sicilia e salire sul ponte. Sul ponte della nave!, l'altro, quello di cemento e ferro che alcuni vorrebbero imporre con la forza, non serve a nessuno se non a loro stessi per macinare affari e nient'altro.
Anzi, deturperebbe l'anima dello stretto. Uno stretto già martoriato da eventi sismici e maremoti raccapriccianti, ma questo fa parte della natura e l'uomo dovrebbe tenerne conto quando decide di mettere mano a opere imponenti.

©by arteesocieta riproduzione vietata

contro il nucleare per conoscenza non per emotività



I drammatici episodi accaduti in Giappone piuttosto che unificare dividono. Gli eventi naturali sono imprevedibili e altrettanto imprevedibile è la forza della natura che si abbatte sulle cose costruite dall'uomo. Non si possono prevedere i danni ma prevenirli sì!
In Giappone si sono verificati due calamità, una conseguenziale all'altra. Lo tsunami ha stravolto completamente il suolo nipponico, ha mischiato nel mare di fango e acqua elementi marini e terrestri, navi e automezzi, pesci e uomini, alghe e alberi. È un evento catastrofico più terribile della bomba scaricata dagli americani su Hiroshima nel 1945 per quanto concerne i danni materiali anche perché ora, dopo il collasso di alcuni reattori si teme che la radioattività viaggi nel vento e cada sulla popolazione sotto forma di pioggia acida.
Il governo giapponese tende a minimizzare per non creare inutili allarmismi nella popolazione e nel contempo misura la radioattività presente nelle aree interessate al problema. E mentre tutto ciò accade, in Italia, come al solito, ci si divide in fazioni. Da una parte i favorevoli al nucleare e dall'altra i contrari. Le analisi pro nucleare vertono sull'economicità del costo dell'energia elettrica ricavata dagli impianti, una questione di “finanza”!

Se non fosse per la drammaticità contingente ci sarebbe da ridere o indignarsi, dipende dallo stato d'animo di chi ascolta. Possibile che di fronte a problemi così importanti c'è gente che pensa al guadagno? Sarebbe come avvalorare le intercettazioni di quei due sciacalli che durante la notte ridevano al telefono e si eccitavano pensando ai lauti affari che avrebbero fatto col terremoto dell'Aquila per la sua ricostruzione. Anche se gli impianti giapponesi sono vecchi di cinquanta anni e quelli che dovrebbero fare in Italia sono più moderni, ancora nessuno degli scienziati può dare garanzia certa dell'innocuità tecnica adottata nelle centrali nucleari. E poi, ricordiamo che le radioattività attuali sono la conseguenza di rotture delle turbine causate da fattori ambientali come il terremoto o lo tsunami e comunque non è stata ancora trovata una tecnica indolore per l'ambiente e tutti gli esseri viventi che sappia eliminare le scorie prodotte dal nucleare.
Questa non è emotività o onda emotiva come vogliono far pensare i politici per il nucleare. È semplice conoscenza!

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