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mercoledì 17 febbraio 2021

Pd, leu, M5s insieme con Draghi x l'Europa

Il “fratello maggiore” ha risposto all'invito che Bersani fece qualche giorno addietro:

L’annuncio della nascita della nuova formazione è arrivato con una nota congiunta firmata dai capigruppo in Senato: Ettore Licheri (M5s), Andrea Marcucci (Pd), Loredana De Petris (Leu). “Alla vigilia del voto di fiducia al nuovo governo Draghi”, si legge, “abbiamo deciso, sollecitati da senatrici e senatori dei tre gruppi parlamentari, di intraprendere un’iniziativa comune: la costituzione di un intergruppo parlamentare che, a partire dall’esperienza positiva del governo Conte II, promuova iniziative comuni sulle grandi sfide del Paese, dalla emergenza sanitaria, economica e sociale fino alla transizione ecologica e alla innovazione digitale. Con questo spirito, da domani, saremo insieme per rilanciare e ricostruire il nostro Paese”.


Noi”, ha commentato nella trasmissione di Bianca Berlinguer il segretario dem Nicola Zingaretti, “dobbiamo porci il problema serio che non si possono solo declamare contenuti e valori, il problema nella vita concreta è quello di realizzarli: per questo si fanno “le alleanze anche parlamentari”. Ma soprattutto, ha aggiunto, “l’intergruppo è importante perché questa ampia maggioranza offre al presidente Draghi un’area omogenea per raggiungere gli obiettivi europeisti che altrimenti sarebbe, lui e non solo il progetto, stato più debole”.

Che dire? La politica è alchimia! È un continuo divenire. Gli umori si sommano alle idee personali e ideali. Anche con Monti ci si aspettava il famoso salto nel cambiamento culturale e sociale della classe politica. Avremmo dovuto assistere all'emancipazione della democrazia e della solidarietà che nel frattempo si erano arenate nei personalismi e nelle leggi ad personam, alle bugie dei detentori del potere istituzionale. Tant'è che lo scotto l'abbiamo subito noi dal basso con le riforme alla “Fornero” ritenute dolorose ma necessarie da Mario Monti.

Lo stato sociale in quegli anni ha subito una frenata demolitrice dai contraccolpi nefasti per i comuni cittadini ma non per le classi agiate in cui facevano salotto imprenditori e politici. Una per tutte la serrata dei “pensionati d'oro”! L'alzata di scudi degli intoccabili dorati contro le decisioni sacrosante del prof. Mario Monti ideate per dividere, anzi, condividere i sacrifici tra tutti gli italiani, ha sortito effetti devastanti: quello che molti osservatori definiscono “populismo e populisti o, peggio, malpancisti ignoranti” è il risultato del distacco dalla cosa pubblica e dalla politica attiva degli italiani che si son visti vessati e oggetto di macelleria sociale.

Tanto per ricordare.

venerdì 22 gennaio 2021

De Magistris? ce la può fare

Le reazioni dei personaggi che hanno fin ora guidato il maggior partito di sx in Calabria, il pd, dimostrano arrogante terrore mal celato dai proseliti contro l'ormai vituperato “populismo” che sembra abbia preso possesso delle menti e dei cuori, nonché dei malumori comuni.

Madame fifì tuona contro la candidatura di De Magistris. Ritiene che non ci sia bisogno di personaggi “trombati e cacciati” dalla Calabria. E questo sarebbe un punto da chiarire con estrema onestà di pensiero.

Senza però fare dietrologie e le pulci al già detto e fatto ma valutando pacatamente lo stato attuale in cui versa la Calabria si può tranquillamente affermare che chi ha gestito poteri e cosa pubblica ha fallito senza alcuna attenuante a sua discolpa. A destra quanto a sinistra! non c'è differenza.


Orecchio a terra! Suggerisce Bersani.

Ascoltiamo i bisogni, i malumori, i sentimenti della gente. Torniamo, semmai c'è stato questo momento d'attenzione, a confrontarci e ascoltare le istanze che vengono dal basso.


Con l'ultima retata definita “basso profilo” dall'antimafia di Catanzaro i malumori crescono. Non per un senso di vendetta nei confronti di chi guida l'autobus ma per i troppi incidenti di percorso che hanno recato danni ai passeggeri! Ovvio che i passeggeri scendano e cerchino altri conducenti più accorti. Conducenti che non danno in mano altri volanti a persone attenzionate dalla giustizia, amici e parenti.

Gli schieramenti istituzionalizzati assediati dalle correnti di potere personali hanno fallito! È più che naturale che qualcuno o più d uno dica basta! È ora di smetterla con questo teatrino, con questi attori, ciarlatani, nani e ballerini a tanto al chilo.

Questo il senso che muove i ragionamenti della gente comune ed è per queste semplici ragioni che De Magistris ha moltissime probabilità di farcela.

mercoledì 22 febbraio 2017

Sx, PD con le ali spezzate

UNA QUESTIONE DI LANA CAPRINA.


Dopo tanto girovagare attorno agli alti idelai della sinistra alcuni dirigenti del pd si sono accorti che Matteo Renzi governa il partito in modo personalistico non in linea coi criteri socialisti che dovrebbero ispirare ogni azione dell'enorme macchina politica rinata ciclicamente dalle ceneri marxiste che di volta in volta venivano sparse dai palchi sulle teste degli idealisti creduloni.

C'è un'enorme platea che ancora crede nei valori della sinistra! Valori solidi più della roccia che sono sinonimi di uguaglianza e solidarietà tra le persone. E forse solo a questa gente interessa conoscere l'esito dell'attuale guerriglia interna al partito.

Tra saltimbanchi e mimi, giocolieri e illusionisti, si è aperto il sipario.
Renzi è partito alla volta dell'America. È andato nella Silicon Valley per carpire qualche segreto. Capire e portare in Italia idee innovative che hanno fatto di questa regione sperduta la capitale del web.
Renzi fisicamente non è al dibattito. Bersani non si capisce che vuole fare, anzi no!, non rinnova la tessera e afferma che se la sinistra soccombe va a prendere personalmente uno per uno i colpevoli del fallimento.
D'alema si è detto fuori. Prodi è allarmato. Emiliano si candida perché vuole contare e muovere dall'interno le sue battaglie. Cuperlo e gli altri fanno l'occhiolino e sbirciano nel “campo” a sinistra di Pisapia.
Mentre Napolitano esprime un concetto chiaro: l'importante che non si tocchi il governo!
Gentiloni deve continuare l'azione programmata affinché l'Italia abbia credibilità nei mercati.

Il vaso di Pandora sta per rompersi. Cosa apparirà agli occhi dei miseri mortali?

venerdì 7 ottobre 2016

Una speranza taggata Oliverio

 Oliverio, consigli non richiesti


… e poi voglio vedere chi sono i firmatari e chi ha avuto benefici negli ultimi cinque anni. Perché io non ho scheletri nell'armadio e nessuno dei destinatari dei fondi per il teatro è vicino a me, in nessun grado, come parenti o altro.
Nemmeno come consulenti? -chiede il giornalista al presidente della Calabria, Mario Oliverio.
Non ho consulenti nella mia giunta. Ho abolito questa prassi che sperpera i soldi pubblici per le clientele politiche.

Mario Oliverio parla con gli occhi abbassati sul foglio che ha sul tavolo. Scarabocchia, fa dei cerchi e li riempie con la penna.

Non credo stia passando un buon momento. Certo, governare una regione come la Calabria non deve essere cosa facile. Anche se, lui, Oliverio, ha apportato modifiche allo statuto regionale per poter governare il predicato e sospirato cambiamento, resta comunque un'impresa difficile da portare a termine se non c'è un afflato corale. un sostegno concreto da parte di quanti ancora credono nel futuro.

sabato 21 maggio 2016

Unicz il premio Franco Politano è al 4° anno

Catanzaro, università magna graecia
premiazione migliore tesi "premio F.Politano"
È il quarto anno consecutivo che si svolge il “premio Politano” all'Università Magna Graecia di Catanzaro.

Livello uno aula “A”: il preside, prof. Luigi Ventura, della facoltà di giurisprudenza introduce l'evento voluto dalla famiglia di Franco Politano, prematuramente deceduto dopo una lunga malattia in questi termini: "è un episodio fuori dall'ordinario, privo di interesse personale o altro, quello che sta avvenendo oggi e per la quarta volta nella nostra facoltà. La famiglia Politano, nelle persone della signora Rosalba, i figli Maria Giovanna e Antonio, entrambi avvocati, elargiscono una borsa di studio al nostro miglior studente per il lavoro di ricerca svolto per la stesura della tesi di laurea.

Franco Politano è stato il simbolo delle politiche di un partito che non c'è più. Un partito che ascoltava i lavoratori, le classi povere e, con Berlinguer prima, Natta, Occhetto e Bersani guardava alla media borghesia e ai moderati dell'Italia onesta.
Catanzaro, sede Regione Calabria: Franco Politano, vice presidente reg,Calabria,
Guido Rhodio, presidente reg. Calabria e Giulio Andreotti, presidente del Consiglio

La sua carriera politica, se la vogliamo definire così, ebbe inizio nella fabbrica della Pirelli a Torino. Giovane, appena uscito da un istituto retto dai gesuiti, Franco partì da Conflenti alla volta della città operaia per antonomasia. Lì conobbe Occhetto che lo mandò giù in Calabria. Ma la sua biografia è ben nota. Inutile dilungarci. Oggi, a distanza di sette anni dalla sua morte, i figli e la moglie lo ricordano così, istituendo un premio alla migliore laurea in giurisprudenza, lavoro di ricerca menzionato e proposto dai docenti della facoltà catanzarese.

Catanzaro, visita istituzionale di Giulio Andreotti,
da sinistra: Franco Politano e Guido Rhodio
Perché proprio un premio alla migliore tesi svolta da un laureato/a in legge? Perché Franco Politano era un uomo dello Stato, una persona onesta, un parlamentare che si è dimesso per ordine di Berlinguer dal suo incarico di deputato del pci per scendere in Calabria e risanare le sorti del partito e della gente di Calabria! Un uomo al servizio della gente che lavorò ardentemente per il Paese e ogni sua decisione era suffragata dalla segreteria nazionale del suo partito. Anche per acconsentire alla nascita della prima giunta di sinistra in Calabria nel 1985 con Principe e successivamente con Rosario Olivo. E poi, nel 1990, il "compromesso storico" che vide Guido Rhodio presidente e lui vicepresidente della regione Calabria, s'interfacciò con l'allora segretario del partito comunista Enrico Berlinguer per chiedere il benestare politico.

sabato 12 aprile 2014

Renzi, il rottamatore da revisionare

E poi, quasi per caso, basta ascoltare Bersani per fare una ricarica di fiducia nella Politica.
pierluigi bersani

Ieri sera su la 7, dopo “Crozza nel paese delle meraviglie”, “Bersaglio mobile” di Mentana ha ospitato Pierluigi Bersani.
Si è capito, almeno io ho capito, viste le vicende che scuotono il pd, il valore aggiunto che possono avere e dare gli uomini e le donne cresciute a pane e politica. Sia ben chiaro, su alcune posizioni di Bersani non sono d'accordo ma è sempre meglio che stare a guardare le manovre da venditore di Matteo e le fuorvianti televendite dirette a chi sta sotto i 25000 euro lordi l'anno da dipendenti ma taglia fuori molte altre persone rese invisibili dai media e “sconosciuti” agli organismi sociali.

Bersani ride alla battute di Grillo che gli ripropone Mentana. Analizza i fatti come si faceva un tempo. Valuta rischi e pericoli sociali; tenuta della democrazia; populismi; impegno; organismi e realtà.
Lo so, non è più tempo degli incubatori politici, la globalizzazione velocizza ogni cosa ma un conto è perseverare nell'errore nonostante le differenti analisi provenienti dagli addetti ai lavori e dai cittadini comuni che vivono sulla propria pelle gli errori della politica e altro è aprirsi all'ascolto.

Su questo blog periodicamente sono state esposte numerose, se pur sintetiche, motivazioni sulla sfiducia politica ingenerata dalle azioni del rampante “rottamatore”, e non solo da lui.
In questo preciso momento il suo arrogante decisionismo sventolato e cinguettato sui media irride le delicate questioni che vincolano la tutela della democrazia e la partecipazione dei cittadini alla vita sociale dello Stato traduce in un atto di terrorismo autoritario unilaterale le modifiche prese in esame dal suo esecutivo come se fosse proprietà esclusiva di una qualsiasi lobby. Roba da personaggi oscurantisti. Altro che riformisti!

Questi ragazzotti al potere fanno paura. La loro arroganza fa paura. Gli ottanta euro in busta paga, come di ce qualcuno, hanno un sapore populista che nulla ha a che fare con il Governo di un Paese democraticamente evoluto. Si tenta di accaparrare consensi. Acchiappare una grossa fetta di voti... con una riforma elettorale farlocca che elimina le pluralità e impone i limiti del bipolarismo, ma come sarà il futuro del resto della popolazione che non gode degli ottanta euro, che è senza lavoro e priva di un sussidio minimo e che politicamente diversamente pensante?

Si dice che il pensiero è libero e non si può imbrigliare. Il confronto è la sintesi sono, così mi è stato detto, il sale e la forza che tiene in vita la democrazia.

giovedì 5 dicembre 2013

Primarie Pd, raccolta fondi e trasparenza.

Civati. Cuperlo. Renzi. Domenica uno dei tre sarà alla guida della segreteria politica del pd. Allora, mi chiedo, perché il più esposto mediaticamente è uno solo: Renzi?

Matteo Renzi lo si dà già per vincitore. Giornalai e giornalisti gli danno spazi e importanza da leader. Eppure, non gode delle stime di buona parte dei “reggenti”del partito. Lui personalizza molto la politica e per certi aspetti sembra che calchi orme lasciate da certi padroni di partiti. (metterà anche lui il nome sul simbolo in caso di vittoria?).

Gianni Cuperlo è l'intellettuale cresciuto dietro le quinte ma nei primi banchi della scuola del partito. Calmo, ponderato, contestualizza e espone concetti a vasto raggio. Gode dell'appoggio di Dalema, Bersani e della maggior parte dei probiviri.

Pippo Civati è più diretto. Naviga nei post dei cibernauti. È sostenuto dai giovani e dalle persone di sinistra che non hanno apprezzato il guazzabuglio delle intese extralarge. E chissà che...

Ma andiamo al conquibus che serve per le primarie. (ormai si parla solo di soldi. Persino per esprimere il voto pare che siano necessarie all'incirca 4 euro a persona).

I numeri sono importanti:

Ottomila gazebo. Una media di 100mila volontari che si prenderanno cura dei seggi, nonché dei permessi comunali per piantare i gazebo, gestire le sezioni. Poi ci sono le spese vive per il materiale propagandistico, manifesti, locandine e altro. E c'è da mettere in conto anche il sostentamento dei 100mila volontari ( un tempo ogni volontario pensava a non pesare sulle risorse del partito, anzi, era il primo/a a procurare fondi specialmente se ricopriva incarichi istituzionali. I parlamentari, lasciavano il 5o% circa della diaria al partito e la prima azione che facevano in via delle botteghe oscure consisteva nel firmare la dichiarazione di donazione, senza tener conto dei fondi segreti sovietici. va beh che oggi ci sono quelli trasparenti degli industriali (Riva & altri)).

Com'è cambiato tutto! Oggi dobbiamo sbirciare nei siti dei candidati per sapere le donazioni che ricevono dai sostenitori.

Al momento Renzi raggiunge circa quota 88mila€. Civati 89, quasi 90,000€. e Cuperlo non pervenuto. In compenso sul sito di Cuperlo ci sono le coordinate bancarie.

Ad occhio e croce se domenica 8 dicembre i votanti versassero una media di 4/5 euro e fossero sopra la soglia del milione e mezzo nelle casse del pd entrerebbe un tesoretto ragguardevole. Moltiplichiamo 4€x1.500.000= seimilioni di € in una giornata. però...

domenica 29 settembre 2013

Ministri pdl dimissionari davvero?

ITALIA, CRISI DI GOVERNO? MA MI FACCIA IL PIACERE!


Sembra parlare di preistoria. Eppure sta accadendo quanto molti di noi abbiamo scritto e detto nei giorni e mesi addietro dopo aver assistito all'ennesima deplorevole macchietta nelle alte istituzioni per l'elezione del Capo dello Stato che, come sappiamo, si è conclusa con la rielezione di Giorgio Napolitano.

Eccezionalità! Si era detto. E anche Giorgio, il compagno Giorgio, si è dovuto adeguare. Ha accettato l'investitura per la seconda volta, questo s', caso eccezionale per una Repubblica come l'Italia, che gli è valso il soprannome di re Giorgio.

Ebbene, Giorgio Napolitano, dopo vari tentativi di formare un nuovo esecutivo a guida Bersani, tira il coniglio dal suo cilindro pieno di strategie e gli dà nome Letta con mandato dalle larghe maggioranze.

A quel punto, chi osava dire, alla luce di quanto è accaduto negli ultimi 20 anni, che la cosa non poteva reggere e che, praticamente, impossibile fintantoché si metteva ancora il “partito azienda” alla guida di uno sgangherato Paese per lo più ad appoggiare riforme che andavano nel verso opposto al loro modello di vita sociale e politica, chi affermava e sosteneva queste elementarissime argomentazioni era tartassato dai media e oscurato.

Oggi, il capo dell'azienda ha deciso di fare un colpo di mano. Proprio come il pifferaio magico, si mette a suonare il flauto e tutti i topini che fin ora hanno infestato le istituzioni gli vanno dietro. Lo seguono in mare aperto e ubriacati dalla musica suadente del potere carismatico(?) del pifferaio affogano... ma questa è una storia a lieto fine. La realtà è ben diversa!

Strategia dopo strategia rivolteranno la frittata e a farne le spese, come sempre, saremo noi, cittadini divenuti sudditi di un sistema affaristico ripugnante e pagarne il conto.

sabato 27 aprile 2013

Letta fa il Governo e Grillo s'incazza

Senz’altro, quanto sto per scrivere farà incazzare ancora di più Grillo e i grillini. Ma la mia intenzione non è questa. Bensì ripetere che quanto accaduto è la conseguenza dei ripetuti no alle proposte fatte da Bersani e Letta ai rappresentanti a cinque stelle.

Certo non fa una piega e non si può contestare chi dice di sentirsi tradito dal PD per aver fatto un governo con il PdL.
 All'interno del nuovo esecutivo ci sono giovani esponenti dei vecchi partiti politici con qualche vecchio nome tipo Alfano, Lupi, Cancellieri e altri nomi non tanto nuovi.
questo governo è quasi la riedizione dei 10 saggi di Napolitano che di saggio non hanno portato niente se non le solite prese di posizione degli schieramenti politici.



Che abbiano l'accortezza di guardare attentamente nelle basse sfere sociali e adottino un poco di buon senso nel distribuire il debito nazionale.

Adesso Grillo grida allo scandalo per essere stato messo alla porta. Ma perché ci voleva un veggente per capire che la sua linea lo avrebbe portato fuori dai giochi?

Caro Beppe, in democrazia il sistema si cambia dall'interno Ora è inutile che scrivi e urli che hanno trattato gli elettori e il M5S come dei coglioni.

lunedì 22 aprile 2013

Rodotà, illuminante!, replica a Scalfari

Questa la lettera di Stefano Rodotà indirizzata a Eugenio Scalfari che lo aveva pesantemente attaccato per la sua scelta di offrire il fianco al Movimento 5 Stelle. È, più che una lettera, un'analisi puntuale e seria del momento attuale. Un flash che merita di essere divulgato.
Prof. Stefano Rodotà

Caro direttore,
non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti.
E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. 

Quando si determinano conflitti personali o politici all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice «non c'è problema », non gira la testa dall'altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a finire.

La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. 
È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l'esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. 
Nella drammatica giornata seguita all'assassinio di Giovanni Falcone, l'esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l'immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d'uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato "imposto da Pannella". Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l'infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese.

Incostituzionale il Movimento 5Stelle? Ma, se vogliamo fare l'esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell'imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica nel corso di tanti anni sull'intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell'agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? 

Le dichiarazioni di appartenenti al Movimento 5 Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo.

Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell'iter che l'ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all'area della sinistra italiana siano state snobbate dall'ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l'attenzione del Movimento 5Stelle. L'analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi.

Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l'immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l'alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.

Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull'intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica.
Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.

sabato 20 aprile 2013

ITALIA ASSEDIATA

Inaudito: il pd non appoggia Rodotà perché ex comunista? 

(lo ha detto Leone, pdl)


Bersani, dopo il "tradimento" ha deciso di dimettersi immediate dopo l'elezione del Presidente della Repubblica, è al Quirinale, a colloquio con Napolitano. E mentre scrivo, apprendo che anche Berlusconi, dopo Bersani è a colloquio col Presidente Giorgio Napolitano.

Gli incontri si prestano a più letture ma ognuna può essere smentita dall'altra. Quindi inutile addentrarci.
aula di Montecitorio


Stando ai fatti, nel cortile interno di Monte Citorio, i capannelli dei politici impegnati a cucire alleanze sembrano ghiaccio al sole.

Secondo Antonio Leone, pdl, la candidatura di Stefano Rodotà al Quirinale è sentita dal PD come una forzatura nei confronti di Berlusconi. Per questo motivo PD, PdL, Scelta Civica votano scheda bianca, differentemente da SEL e M5S che vedono nella figura del professore Rodotà il garante super partes.

E mentre i politici cercano di fottersi l'un l'altro il Paese muore. Si suicidano pensionati, disoccupati e imprenditori.

È di poche ore addietro che un uomo di 70 anni si è dato fuoco davanti a un supermercato di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, sembra, per motivi economici strettamente collegati alla sopravvivenza.

Anche Pordenone ha la sua vittima. È un imprenditore tormentato dal problema dei licenziamenti dei suoi compagni di lavoro e di vita che lo hanno accompagnato nella costruzione della sua azienda. Si tratta del mobiliere

Fermo Santarossa, 73 anni, fondatore e amministratore delegato dell'omonimo gruppo industriale che da lavoro a 500 addetti con un fatturato di circa 200 milioni annui, trovato annegato nello stagno della propria villa di Prata di Pordenone.

venerdì 19 aprile 2013

SIGNORI, L'INCIUCIO E' SERVITO!

Prodi acerrimo nemico di Berlusconi?

Ma è una corbelleria bella e buona! Possibile che i giornalai nazionali non sanno cos'altro inventare per fare notizia?

Se non ricordo male, quando Prodi vinse e fece il governo, non si scostò di una virgola dal programma avviato dal suo predecessore Berlusconi, e lo testimonino le politiche europee sull'alta velocità, sugli accordi aziendali e sulle grandi opere. Nonché tutte le aspettative che ci si aspettava da un governo di sinistra ma che non hanno visto luce. Anzi, la tassazione e il lavoro sono le scottature che ancora bruciano sulla pelle dei sudditi.
Ed è per questi semplici motivi che allora cadde.

Insomma Prodi proseguiva nelle azioni imposte dal governo di destra infischiandosene delle aspettative degli elettori di sinistra.

Ma quest'aspetto è secondario se si considera l'interesse nazionale che a volte sovrasta l'unità degli intenti politici di destra o sinistra. Tant'è che anche oggi Fassina chiarisce che “essere classe dirigente significa dirigere e non lasciarsi guidare dalla base”.

aore12
Stefano Rodotà
Giusto! Ma Fassina o chi per lui dovrebbe anche spiegare agli elettori, al popolo della sinistra e a quanti hanno dato loro fiducia col voto e che avrebbero voluto Rodotà al Colle, figura limpida caldeggiata anche dal M5S, perché non è piaciuta a Bersani e alla classe dirigente del PD.

Forse la classe dirigente conosce qualcosa che noi sudditi privi di raziocinio non possiamo immaginare?

Se davvero Prodi avrà la meglio su Rodotà, non so se noi, cittadini non rappresentati da questa classe dirigente, avremo ancora il “diritto di avere diritti”.

Comunque, basta dire stronzate!
È ininfluente fare l'analisi dei voti, dei dissidenti e dei franchi tiratori o tentare voli pindarici per carpire i segreti di Monti che intima la Cancellieri al Colle quale sua espressione per Scelta Civica pena il suo ritiro dal partito.

Se il Pd fosse davvero un partito di sinistra che guarda ai deboli e ne tutela i diritti avrebbe accettato e sostenuto la candidatura del professore Stefano Rodotà.

Domani alle 10 sapremo cosa i dirigenti avranno partorito in nottata e chi sarà il Presidente della Repubblica per i prossimi sette anni, capiremo così il futuro dell'Italia e cosa ci aspetta subito dopo il passaggio di consegne del Presidente uscente Napolitano.

domenica 14 aprile 2013

Vendola, custode della pace e garante del lavoro al Colle

È sufficiente una leggera pressione per entrare in mondi e culture differenti. Per fare questo non bisogna
aore12
Nichi allo specchio
conoscere i misteri della prestidigitazione, essere maghi o capitani nella stanza dei bottoni.

Basta possedere una scatolina magica conosciuta come tv, televisione o pc, personal computer, tablet o android, quindi, uno stipendio per poter pagare un canone e avere accesso alle notizie che i mass media diramano.

E per quanto concerne la qualità delle notizie?
Beh, per quanto concerne la qualità devi affidarti alle tue conoscenze, alla tua sensibilità, alla tua cultura e a come intendi il rapporto con gli altri.

Oggi, dopo aver assistito a un discreto giornalismo e apprezzato il pensiero politico schietto di Nichi Vendola, ospite in “mezz'ora” di Lucia Annunziata, e al suo parlare forbito, nonostante l'insistenza della conduttrice sulla metafora di Enea che fugge da Troia portandosi il padre Anchise sulle spalle, adottata dal leader di SEL per spiegare il cambiamento politico-sociale, la distruzione degli steccati ideologici e la volontà culturale che deve sorreggere il nuovo corso della politica e i dirigenti dei gruppi parlamentari nell'andare incontro alle nuove esigenze che tutti noi abbiamo, ma intesa dall'Annunziata come un'alleanza viscerale tra Vendola/Enea che lascia sel per ritornare in casa PD e traghettare e il segretario, Bersani/Anchise, verso nuove sponde così da formare un governo nuovo ma non di larghe intese, non certo con Berlusconi e il PDL che hanno saputo dividere parlando alla pancia del popolo e fregandolo.

Per Vendola, quindi, niente larghe intese con chi ha portato l'Italia alla rovina e nessun accordo per designare la massima carica della Repubblica! E dopo aver ricordato le urgenze e i conflitti, così risponde a Lucia Annunziata che lo incalza per farsi dire un nome per il Colle:

“Serve un custode della pace che ridia dignità al tema del lavoro Specie in questo momento dove torna il rischio di "una guerra nucleare", serve una figura in grado di far tornare in campo la vocazione pacifista del nostro Paese sancita dall'articolo 11 della Costituzione. Altra caratteristica del nuovo inquilino del Colle deve essere quella di ridare dignità al tema del lavoro togliendolo dalla condizione di vassallaggio nel quale è precipitato in questi anni.”

lunedì 8 aprile 2013

il PD marcia su Roma contro la povertà

Ecco un esempio lampante di demagogia che sa di presa per il culo:

pier luigi bersani, segretario pd
Il partito Democratico è vicino a tutti i cittadini che in questo momento stanno vivendo momenti difficili. Per questo i circoli territoriali del Pd di Scampia, San Salvario, Corviale, Torbellamonaca, San Basilio e Laurentino hanno promosso per sabato 13 aprile a Roma una manifestazione 'Contro la povertà, per un governo di cambiamento.' La manifestazione si svolgerà in un quartiere della periferia romana e sarà conclusa dal Segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani".”

Proprio mentre l'ennesimo sondaggio pubblica le percentuali altissime di disoccupati e di aziende che chiudono nell'ordine di un migliaio al giorno e ci si accorge persino dell'esistenza degli sfiduciati che neanche tentano più di cercare lavoro, cosa ti s'inventa il PD? Una bella manifestazione liberatoria dei poveri con o senza lavoro da fare sabato prossimo in una periferia romana.

A Pier Luì' non è questo che vogliamo!
Da un partito che dice di guardare al sociale ci si aspetta qualcosa di meglio che una scarpinata a Roma. 
Non è facendo casino su un problema così grave, conosciuto e "studiato", che è diventato l'origine di ogni malessere e suicidi per quanti hanno vergogna a manifestarlo, che si risolve la piaga della povertà.

Pensate a lavorare davvero come poter dare dignità alle persone emarginate da questo sistema economico. Solo così si potranno evitare i suicidi degli ultimi tempi e non proponendo inutili e dispendiose stronzate come la marcia su Roma contro la povertà.

domenica 7 aprile 2013

Serietà e lungimiranza per salvare l'Italia

Grillo Bersani Berlusconi basta proclami e strategie sfasciste o aleatorie!


Se non ci fosse tanta miseria e non ci fossero i morti si potrebbe anche azzardare l'improbabile, grottesca ipotesi di un Grillo dadaista. Un grillo catastrofista ma creativo che tenta di far rinascere dalla distruzione dei sistemi consolidati dal mal costume una società migliore.

Se l'operazione intellettuale dadaista rimane circoscritta nella piccola cerchia elitaria di chi la ama e quindi la fa sua, ci gioca e la condivide propositivamente, può diventare, nel tempo, alimento culturale rivoluzionario. Cibo fenomenologico esponenziale col quale gli spiriti liberi amano confrontarsi perché di fatto aiuta, attraverso la rivisitazione di schemi mentali atrofizzati da eccessiva inerzia, ad attivare la crescita sociale armoniosa dei “cittadini”, di contro, per quanto fin ora elaborato dal vertice del M5S, quella di Grillo si è dimostrata nichilista.

L'azione di Grillo &C. sembra essere condita dalla bianca polvere delle crociate contro il male oscuro che invece di purificare e illuminare le ombre dell'oscurità malefica offusca i cervelli di quanti si sentono esclusi dal sistema politico e sociale scolpito con caratteri fermi nella Carta Costituzionale laddove recita di diritti e doveri dei cittadini e dello Stato in merito a lavoro, istruzione, cultura, arte e scienze.


D'altro canto. (Questo pensiero è rivolto ai seguaci lobotomizzati delle varie ideologie.) È inutile ricordare la tanto decantata democrazia liquida del web quando poi ci si nasconde dal resto della popolazione nei momenti di maggior bisogno sociale salvo divulgare in streaming, coi media o nei talk show solo le cose che piacciono e fanno tanto folklore.

Tutti i cittadini che vivono nel bel Paese ridotto allo sbando dalla vecchia cattiva gestione politica e dei nuovi look folkloristici si aspettano soluzioni e non fughe strategiche dai problemi.
In sintesi:
Se fino a ieri il movimento di Grillo aveva dato buone speranze di cambiamento, oggi le speranze si sono trasformate in certezza: gli sberleffi pubblici di Beppe Grillo e dei suoi indottrinati seguaci vogliono portare l'Italia all'ingovernabilità.
E poco importa se nel frattempo i nuovi poveri aumenteranno o ci sarà l'imbruttimento sociale piuttosto che la soluzione dei noti e insormontabili problemi.

Alla luce di fatti riassunti in poche battute questa la fotografia allucinante dello stato sociale in cui versa la nazione.

Riusciranno le persone di buona volontà a raddrizzare la rotta? Il compito è arduo ma confidiamo nella sensibile lungimiranza degli uomini di cultura. 

venerdì 5 aprile 2013

Caro Beppe la pluralità è sale per la democrazia

Due considerazioni per Grillo.

aore12
suggestiva foto propagandistica del m5s

Stamattina la mia attenzione è stata attratta dall'articolo del Corriere della Sera che tra una battuta e l'altra degli stessi eletti a marchio cinque stelle dovrebbero radunarsi e imbarcarsi sui pullman verso una destinazione ignota alla stampa e agli stessi grillini.

Allora, siccome qualcuno vicino al m5s ha detto di diffidare dei giornalisti italiani perché sono schierati (come dargli torto!), ho sbirciato nel blog di Beppe Grillo, visto che lì si trova la voce ufficiale del guru a 5 stelle.

E sul sito di Grillo oltre a essere violentati dalla pubblicità che tracima da ogni angolo, tra copertine di libri, pannelli solari, energia alternativa e post contro gli ogm, tutti argomenti importanti che necessiterebbero approfondite anailisi in una pluralità di intenti dove vige la sacralità del pensiero democratico, m'imbatto nel decalogo del grillo parlante: “Perché hai votato per il M5S?” ma dell'adunata romana in piazza nessuna traccia. Top Secret, luogo e ora in cui si svolgerà il faccia a faccia con il leader del M5S Beppe Grillo.

Per carità, tutti punti ineccepibili per chi accetta passivamente dogmi o ha la vocazione del soldatino servile. E giù un elenco di cose delle quali ci siamo lamentati tutti:

Perché hai votato il MoVimento 5 Stelle?
Per fare un governo con i vecchi partiti?
Per votare in Parlamento i meno peggio?
Per discutere con il pdmenoelle di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario?
Per spartire poltrone e posti di comando a partire dalle presidenze di Camera e Senato?
Per autorizzare l'esproprio del Parlamento che, dopo un mese, non ha ancora nominato le commissioni?
Per fare la Tav, la Gronda e gli inceneritori di Bersani?
Per legittimare una classe dirigente che ha fatto fallire il Paese?
Per seppellire MPS sotto il tappeto pdimenoellnno, il più grosso scandalo finanziario della Repubblica?
Per delegare qualcuno a tuo posto e stare alla finestra e vedere l'effetto che fa?
Per mantenere i finanziamenti elettorali ai partiti?
Per erogare i contributi diretti e indiretti ai giornali di propaganda che infettano il Paese?
Per mantenere il segreto su chi ha usufruito dello Scudo Fiscale?
Per non fare nessuna legge anti corruzione?
Per non fare nessuna legge contro il conflitto di interessi?
Per partecipare a riunioni extra parlamentari di 10 saggi che sono parte del problema?
Per non mandarli tutti a casa?
Per mantenere una televisione pubblica indecente e mantenuta dalle tasse degli italiani, controllata dai partiti e in perdita di 250 milioni di euro?
Per permettere l'ingresso nel Tribunale della Repubblica di Milano dei parlamentari del Pdl a difesa di Berlusconi, un atto inaudito non sanzionato dalle Istituzioni?
Per vedere ogni giorno le solite facce degli esponenti dei partiti che hanno rovinato il Paese?
Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace.
La prossima volta vota per un partito.

Dopo aver letto queste domande con relativo invito finale, mi sovviene spontanea una frase di Seneca: “ è l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi” perché, è ovvio che se crei cultura ogni cosa contraria perisce. .. se è proprio vero che “nessuno deve rimanere indietro” devi lavorare per migliorare le coscienze senza demonizzare le brutture ma contrapporre a d esse la visione del bello possibile da raggiungere.

domenica 31 marzo 2013

che ci riservano i dieci saggi di Napolitano?

In molti ci siamo chiesti chi sono i dieci saggi che formano i due gruppi di lavoro voluti dal Presidente Giorgio Napolitano dopo l'impasse di Bersani quale Presidente designato per formare il Governo. E come al solito siamo andati dietro l'onda emotiva creata ad arte dai mass media e dai vari personaggi che affollano la politica dentro e fuori le istituzioni, distogliendo l'attenzione dal problema reale che assilla ognuno di noi e che può essere riassunto nella cultura della legalità portatrice di istruzione, ricerca, lavoro e stabilità sociale.

Punti, questi appena accennati, stravolti e poi dimenticati dagli stessi che occupano gli spazi della democrazia repubblicana. Per estrema sintesi basta ricordare la legge elettorale, il porcellum, da tutti odiato e da tutti lasciato a legiferare sul porcilaio attuale.

Ma torniamo ai fatti in questione:

I due gruppi di lavoro voluti dal Presidente della Repubblica, che si riuniranno nel corso della prossima settimana per stabilire contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari in modo da raccogliere proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea, sono composti da:
Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante;
il secondo gruppo è formato da:
Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d'Italia, Giancarlo Giorgietti e Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, nonché dal ministro Enzo Moavero Milanesi.

Quindi, nella prossima settimana i dottori della politica economica e sociale dovranno trovare la medicina più appropriata e imporla agli italiani. Noi, sperando che non optino per la via più facile e si risolvano a prescrivere enormi clisteri per i cittadini come avvenuto fin ora, rimaniamo in trepidante attesa.

sabato 30 marzo 2013

la vera foglia di fico è il M5S

Fico, il portavoce del M5S alla Camera, scrive che dal 27 marzo la camera e quindi noi cittadini dobbiamo affrontare un carico in più di 400mila euro per il nuovo gruppo della Meloni e di La Russafratelli d'italia”. E fin qui niente di sconcertante. La cosa che fa rabbrividire consiste nel numero dei parlamentari, 9 in tutto, molto al di sotto, quindi, dei 20 che sono necessari per formare un gruppo.

Come si è addivenuti a questa decisione? Semplice! Hanno votato tutti i presenti, pd e pdl compresi, tranne il m5s. Ma questo non sarebbe stato sufficiente se non ci fosse stato il parere favorevole espresso col voto dell'ufficio di presidenza.

400.mila euro, specie di questi tempi non sono noccioline!

Allora mi scappa da chiedere al M5S e al suo capitano Grillo: perché state ancora lì?
Perché non avete dato dei nomi e consentito a Bersani di fare un governo conforme alle vostre richieste di cambiamento?

No, cari amici. Così non và! Voi del movimento ricordate tanto le grancasse di risonanza che portavano a sfilare nei cortei i lavoratori scoglionati dai vecchi sistemi di potere. Anche voi, come loro, li portate in piazza a scaricare le tensioni senza però esigere il cambiamento culturale che ci si aspettava.

D'altronde, che aspettarsi da uno che ha fatto i soldi sparando puttanate, che, anche se vere, rimangono tali, vista la conclusione. 

Rigor Mortis, come lo chiama il Grillo urlante, il Professor Monti, rimane a dettare le sue convinzioni che guardano da tutt'altra parte rispetto alle esigenze dei cittadini e specialmente dei giovani che, ancora una volta, grazie alle inventive urlate nelle piazze e sul suo blog, rimangono legati al palo dell'ignoranza; catturati dall'elegante eloquenza del paladino dei poveri: Beppe Grillo!
aore12
l'immagine che gira in rete su Casaleggio.

E che dire del suo socio Casaleggio?, che stando a quanto circola in rete, pare sia stato,  candidandosi in una lista civica che appoggiava il sindaco del suo paese in quota pdl, fiancheggiatore di forza italia nelle elezioni del 2004.

ps: ma si sono resi conto Beppe e Gianroberto che grazie alla loro lungimiranza politica siamo stati "commissariati" (nel senso che stiamo appesi ad un filo fino a quando non si troverà una comoda quadratura del cerchio) dai " due gruppi di lavoro"  voluti da re Giorgio?
Gruppi di lavoro che, a leggere i nomi la dicono tutta
(neanche fossimo alle prese con una riforma istituzionale impellente, C'è solo da formare un governo serio. e non inventare formule magiche per giustificare l'assedio dei nominati).

domenica 24 marzo 2013

Grillo e i signorno in parlamento

aore12
i signornò del movimento 5 stelle
E no!,caro Beppe. Non puoi continuare a gettare merda sulle scelte degli altri mantenendoti a debita distanza. Criticare gli altri è sempre un gioco facile. Un gioco che porta le tifoserie allo scontro sicuro specialmente se si cavalca il malcontento sociale e in questo momento di scontenti col maldipancia ce ne sono in tutti i settori.

Stai, caro Beppe, iniziando a scadere nel calderone dei cialtroni (nel senso buono del termine) che parlano parlano e non collaborano affinché migliorino i problemi denunciati.

Il movimento cinque stelle ha raggiunto un ottimo risultato elettorale. Lì, delusi e scontenti della politica hanno trovato casa. E anch'io penso che ci voleva uno scossone. Ma ora basta! Lo scossone c'è stato e continua ad essere presente nei meccanismi istituzionali, però datevi una regolata altrimenti iniziate a scivolare lungo la china della vecchia politica extraparlamentare che no porta a niente salvo allo sfascio.

Per tornare alle continue esplosioni tue e di quanti sono all'interno delle camere, ricordate che siete, appunto espressione di gente esasperata e che comunque siete stati chiamati a confrontarvi con gli altri, in questo caso Bersani, quindi, proponete costruttivamente e smettetela di rompere i coglioni.

Cosa mi fa scrivere queste cose? Presto detto, anzi riportato dal tuo blog, caro Grillo:

Laura Boldrini e Piero Grasso sono celebrati dai giornaloni e dai partiti come le effigi del cambiamento, il segno del rinnovamento, l'espressione della società civile (dando così implicitamente per scontato la società civile non sia mai stata rappresentata). In realtà sono la più moderna manifestazione della partitocrazia. Foglie di fico: brave persone accuratamente selezionate per coprire personaggi che sanno benissimo di essere impresentabili, ma che in questo modo continuano a sopravvivere.”

e, per finire, basta con la farsa della democrazia liquida, come in tutte le cose e a maggior ragione quando si tratta dei destini di un Paese intero che convive nella realtà, ormai globalizzata, la guida non può essere affidata a gente inesperta.

Va bene, ci sono stati errori ma sono dell'avviso che si deve lavorare insieme per risolverli e non per disfare quel poco di buono che c'è!

venerdì 22 marzo 2013

Grasso non ci sta e sfida Travaglio carte alla mano in tv

Grillo capra, Bersani capra, Maroni capra ignorante, tutti ignoranti privi di laurea fanno i ministri o governano le regioni. Mentre lui, Vittorio Sgarbi, laureato critico d'arte, occupato a visitar musei, si trova da solo immerso nelle bellezze, a differenza dagli altri italiani che sono capre ignoranti in attesa di Grillo fuori dal Quirinale.
Il critico d'arte ne ha pure per Civati ma è subito bloccato dal conduttore della trasmissione “servizio pubblico” Michele Santoro. 


Il punto più alto, la trasmissione lo vive dopo le parole di Marco Travaglio:

aore12
Santoro mentre "riprende" Sgarbi
“È chiaro a tutti che Grasso non è Schifani e Schifani non è Grasso. Il problema è che Grasso non è quello che molti grillini credono.
Prima di essere magistrato, è un italiano, è molto furbo, è un uomo di mondo, ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un'indagine. Si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini sulla mafia e la politica, si è addirittura liberato quando era procuratore di Palermo di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica, si è reso protagonista di alcuni gesti poco nobili, come rifiutarsi di firmare l'atto di appello contro l'assoluzione in primo grado di Andreotti, lasciando soli i sostituti procuratori che avevano presentato questo appello”.
Marco Travaglio ha fatto anche alcuni esempi:
 “Grasso ha fatto dichiarazioni in cui prendeva le distanze da Caselli, ha ottenuto applausi dal centrodestra. Ancora l'altro giorno Berlusconi ha detto che Grasso è tutt'altro che un brutto candidato alla presidenza del Senato, ha ottenuto addirittura dal centrodestra tre leggi per fare fuori Caselli e far passare Grasso alla procura nazionale antimafia. Leggi anticostituzionali che però Grasso ha utilizzato per diventare procuratore nazionale antimafia, mentre il governo faceva fuori il suo unico rivale. Quindi io mi sono semplicemente ribellato a questa baggianata oleografica, a questa rappresentazione teatrale dei buoni contro i cattivi”.
Inoltre, dice Travaglio, ho dimenticato di dire che “Grasso ha proposto Berlusconi per la medaglia antimafia” poco prima di essere eletto”.

Apriti cielo!
Immediata la telefonata del neo presidente del senato Pietro Grasso.

“Voglio al più presto un confronto televisivo carte alla mano con Travaglio - ha detto l'ex procuratore nazionale antimafia - perché è brutto sentirsi accusare senza poter rispondere".

Santoro ha colto l'occasione per invitare Grasso a “Servizio pubblico”, ma Grasso ha replicato:
“Non posso aspettare una settimana per replicare, soprattutto per quanto riguarda la mia nomina a Procuratore Antimafia: inviterò io Travaglio in un luogo televisivo prima che passino sette giorni, certe cose vanno fatte subito. Il contraddittorio è una regola di civiltà: Travaglio si abitui al confronto”.

Nel primo pomeriggio via twitter Corrado Formigli conduttore di “Piazza Pulita” ed ex collaboratore di Michele Santoro annuncia: “il presidente del Senato @Grasso_P accetta il nostro invito lunedì a #Piazzapulita La7 per un confronto aperto e leale con @marcotravaglio».  

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