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sabato 18 luglio 2020

vetrine a pagamento

La nano gloria offerta e venduta sul web, spese di spedizione incluse.

D'accordo, ognuno si procaccia da vivere come meglio può! 

Pittori. Scultori. Scrittori. Musici. Attori

Persone con un’elevata sensibilità sono spesso gabbati da uno stuolo di arraffoni privi di sensibilità e scrupoli. Eterni bambini danneggiati dai copioni che rubano le idee altrui e le millantano come proprie.

Persone che si fidano. Persone che vivono le loro favole come se fosse la realtà. Persone che sognano. Persone che costruiscono mondi incantati pieni di pathos. E che pensano, la maggior parte di loro, di non potere essere le vittime sacrificali del mercimonio che ruota attorno al mercato dell’arte.


Attenti al lupo. Il lupo esiste!

E la cronaca ce lo narra continuamente.
Spesso accade, ed a me è accaduto, di essere contattato, lusingato, paragonato e accostato indegnamente a qualche Maestro che ha fatto la storia dell’arte. E dopo le belle parole arriva il conto nudo e crudo: minimo 500€ per le spese di segreteria.

Ma può essere presa di mira impunemente la categoria “degli artisti” o presunti tali da una cerchia di pseudo "lavoratori culturali" che, millanta successi, se pur effimeri nelle more di un mercato lottizzato?
Insieme ai nomi di emeriti sconosciuti ecco spuntare quelli di personalità di una certa caratura che collaborano al progetto, a volte a loro insaputa. E che, per accalappiare sprovveduti e ingenui appassionati di poetica e arte, vendono speranze a tanto al rigo.

Parola scritta e pensieri tracciati sulle superficie attraggono artisti in erba e curatori d’assalto. Se poi si aggiunge un premio in denaro o l’esposizione dei migliori lavori a firma del critico del momento il gioco è fatto!

Va beh è una proposta, minimizza qualcuno, e come tale può essere accettata o declinata.

 Forse che il pittore intenzionato a esporre i propri lavori in una galleria qualsiasi non paga già una quota per il locale, una per il cocktail, una per gli inviti e, infine, chi è fortunato e vende qualche lavoro, ingoia la ciliegina con tutto il nocciolo della percentuale sulle vendite, che in altri contesti è definita “pizzo o mazzetta del tot% sul venduto. Senza contare le altre spese che il pittore deve affrontare per comprare il materiale necessario per dipingere, allestire e trasportare i lavori dallo studio alla galleria.

Detto ciò, è logico pensare che, chi tenta di vivere col frutto del proprio ingegno, artista o pittore che sia, neofita o no è il più vessato dei lavoratori e che, oltre alla fatica tecnica e concettuale, deve sopportare, se vuole campare, una serie di “parassiti della parola prezzolata”?

È un campo minato quello della pittura

domenica 12 luglio 2020

Santelli, Muccino e la Calabria

Partire in piena stagione per attivare la giostra mediatica e improntare una serie di spot pubblicitari per attrarre turisti in Calabria suscita qualche perplessità.

courtesy archivio iannino

E' di qualche giorno la notizia che la presidente della Calabria Jole Santelli ha dato incarico al regista Gabriele Muccino per girare degli spot così da magnificare, agli occhi di quanti ancora non avessero contezza delle bellezze naturali calabresi, alcuni aspetti attrattivi del territorio.

Le news regionali mostrano la troupe al lavoro nei luoghi simbolo: Tropea, con sullo sfondo l'ormai ben nota icona dell'isola.

Cartolina notissima e abusata! Questo non significa che debba essere estromessa dalla narrazione filmica del regista. C'è da considerare, però, che vi sono posti altrettanto suggestivi che ancora nessuno spot istituzionale ha preso e posto nella retorica visionaria attrattiva in evidenza.

"il regista Muccino e la presidente Santelli"

Che la pubblicità sia l'anima del commercio è risaputo! E che le polemiche sono benzina gettata sul fuoco che alimenta, pure. Non si conosce, perlomeno non tutti conosciamo il progetto di Muccino in merito, quindi sulla base delle poche notizie diramate dai media possiamo dire ben poco su come il regista svilupperà il suo pensiero in merito al mandato ricevuto e determinato dalla volontà unilaterale espressa dalla Santelli.

Questa è la prima mossa!

L'impegno economico della regione e lo sforzo creativo del regista è solo all'inizio! E una volta finito il lavoro dovrà essere immesso negli spazi pubblicitari dei canali che contano per avere una buona visibilità e sperare di ottenere un ritorno economico.

Al momento sappiamo che si spendono:

1,7 milioni per un microfilm di otto minuti che vedrà protagonista Raul Bova e la sua compagna Rocío Muñoz Morales. E altri attori di origine calabra.
Il tema dell’opera? Sembra essere: gli agrumi, le clementine, il bergamotto, le arance e i limoni

Jole Santelli ha spiegato che “non si tratta di un progetto sul turismo ma della promozione della Calabria attraverso un lavoro emozionale con i colori, i sapori e i profumi della nostra terra, perché il nostro lavoro è emozionale: per fare politica ci vuole cuore”.
Quindi per gli altri step c'è ancora tempo... e che amore(pragmatico) sia!

lunedì 22 giugno 2020

A scuola di pittura per empatia

Dopo anni di volantini fotocopiati e affissi sui portoni del quartiere ecco che arriva provvida e gratificante la sponsorizzazione mediata dall'indimenticabile Vassilis Vassilakakis padre di Pandelis e caro amico fraterno.
Paolo Ruggiu apre una fantasiosa e invitante “cartoregaleria” alla fine di via Daniele in Catanzaro. Lo vado a trovare su invito di Vassilis e lui. Paolo Ruggiu, si presta con entusiasmo. Stampa e sponsorizza la mostra degli allievi del 1990, tenutasi nel palazzo della provincia di Catanzaro dal titolo “Periferie”.


La presentazione, preparata da una cara amica che dovetti quasi stalkerare per convincerla a scrivere qualcosa, è a firma ARC (Angela Rotella Carlino), che ringrazio per avere impreziosito il primo “catalogo” dei ragazzi dello studio d'arte del quartiere corvo in Catanzaro.
Dovetti insistere molto con Angela non perché non fosse convinta ma per un estremo senso di pudore che la faceva desistere dall'apparire tant'è che dovetti inistere anche per farle mettere le iniziali a fondo pagina.

Venne allo studio insieme a Franco, suo marito. Interagì coi ragazzi. Chiese lumi. Volle sapere e comprendere il perché dell'impegno “sedentario e riflessivo” di ragazze e ragazzi nel pieno della turbolenza adrenalinica che li vorrebbe meglio sui campi di calcio, in palestra o a basket secondo un sentire comune teso al culto della personalità carnale. Ma all'epoca nel quartiere non c'era molto da scegliere. Non perciò loro scelsero di cimentarsi nella estrinsecazione poetica dell'essere. I ragazzi erano e sono mossi dalla sensibilità riflessiva che fa grande l'essere umano.

Ricordo l'incontro con Paola.
Una bambina delle elementari in compagnia del padre entrò nello studio mentre sistemavo alcuni lavori sulle pareti. Luigi mi chiese se potevo occuparmi di lei. Ci pensai un po' ma lei, Paola, me lo chiese con tanta veemenza che non seppi dirle di no.

Come ogni anno era un appuntamento imperdibile quello di organizzare una manifestazione ed esporre i lavori degli allievi.

Organizzammo la prima mostra nei locali condominiali della cooperativa copaca in via Bezzecca, con rinfresco preparato dalle amorevoli mamme dei ragazzi e inviti vergati a mano. fu un indimenticabile inizio...

sabato 30 maggio 2020

Pittura, che passione!

Chi non ha problemi economici deve aiutare gli artisti meno fortunati!


Questa considerazione mi è rimasta impressa e riaffiora spesso nelle mie riflessioni.
Ricordo che stavamo scendendo a fare due passi sul corso. E nei pressi del tribunale, sul marciapiede, un ragazzo abbozzava un'icona.

I gessetti sparsi nell'area delimitata e riquadrata erano stati scelti con cura. E la pezza che il madonnaro usava per sfumare i colori testimoniava una lunga esperienza.

L'amanuense copiava l'immagine sacra e la riproduceva maniacalmente ingrandita senza badare ai passanti e a quanti si fermavano ad osservarlo.
Anche noi ci fermammo. E pur conoscendo la tecnica osservammo, attratti da quel fare antico, l'autore della storica opera al lavoro.

Diecimilalire scivolarono su un angolo del riquadro. mentre una voce sussurrava: chi è più fortunato deve aiutare l'arte e gli artisti in difficoltà e chi divulga il bello.

giovedì 14 maggio 2020

Guardando al passato progettiamo il futuro

 Un post per La presidente della Calabria Jole Santelli e Dario Franceschini Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo.

 Creatività e rinascite

Ci sono eventi che modificano attegiamenti e pensieri. Avvenimenti che rivoluzionano le quotidianità contro ogni logica e che a nulla valgono le ragioni umane.
Terremoti fisici. Pandemie. Eventi, apunto, scaturiti dalla forza della natura mettono a dura prova le convinzioni date dalla ragione agli ordinamenti sociali.

In certi casi l'azione dell'uomo ha influenzato e accentuato le catastrofi naturali altre volte no ma sempre l'uomo è chiamato a rispondere nella maniera più consona.

La dissennata cementificazione. Gli allevamenti intensivi. Le estrazioni minerarie. Le trivellazioni resi possibili dall'ingegno umano anche negli abissi degli oceani.
Tutte queste azioni hanno alterato l'ecosistema e innescato reazioni a catena.
Gli eventi drammatici si ripetono ciclicamente nei territori ad alto rischio sismico e decimano vittime.

I terremoti sono eventi che in un certo qual modo hanno segnato gli anni in Italia.
In Calabria si ricorda ancora il terribile terremoto che rase al suolo Reggio Calabria e Messina nel 1908.
E le risposte, in qualche caso strumentalizzate o suggerite da interessi emotivi legati ai luoghi, alla storia, alla geografia politica e culturale del territorio, sono divenuti interminabili lacci annodati dalle lungaggini burocratiche senza fine.

In qualche caso sembra che qualcuno vegli sulle azioni dell'uomo e che suggerisca soluzioni meno dolorose rispetto alla vanagloria tutta terrena che risiede nel pensiero accentratore e megalomane di certe cordate di potere. (piccola dissertazione)

C'è chi vuole ricostruire l'addove la natura ha detto no. Neppure con le dovute precauzioni dettate dalle regole antisismiche. Ingabbia case e palazzi. Negozi e chiese. Monumenti eretti dall'insipienza e dalla vanagloria effimera terrena! (e anche questa operazione potrebbe essere definita una “installazione”).
E chi razionalizzando gli eventi, spinto dalla passione creativa, per mantenere il ricordo delle storie di quanti sono passati di lì, quasi a monito, cerca altre strade. Altri luoghi per ricostruire percorsi di vita. Altri capitoli lasciati aperti per le generazioni future da riscrivere.

Luoghi in cui gli artisti sono chiamati a dare il meglio. Proporre, con la loro opera, possibili rivoli di pensieri che toccano e contaminano passato e presente, persino il futuro nell'attimo in cui riescono a realizzare l'intenzione creativa prefissata da offrire alla collettività.

Il grande cretto di Burri è una di queste.
"il grande cretto di Alberto Burri a Gibellina vecchia"

Idealmente Burri ha tombato. Protetto. Racchiusa in religioso silenzio la toponomastica moderna insieme alla cultura antica degli abitanti della valle del Belìce un luogo. A perenne memoria ha voluto racchiudere sotto un enorme loculo la morte. La furia distruttrice che ha sfarinato le costruzioni in calce e fango di un tempo passato ed ha messo a nudo tutti gli aspetti della morte! Per offrire immensi sguardi oltre il tramonto ai nuovi sopravvissuti. Anche quando l'azione dell'uomo non è tra le cause principali del disastro, rimane il monito suggerito dal binomio “tutela e rispetto” nell'accezione più ampia del termine.

Creatività e Ri-nascite. Non solo a Gibellina. Questo, da artista, mi sento di auspicare all'alba del nuovo regime dettato dall'emergenza "covid-19" denominato fase 2.
Dal 18 pv guarderemo il mondo con diffidenza oppure con pensieri propositivi? Riusciremo a mettere a disposizione creatività, passione per la cultura per fare decollare la Calabria, guardando oltre il confine delle nostre labili teorie? volare col pensiero laddove il sogno degli eterni bambini ha saputo ridare nuovi concetti e attrattive all'ambiente devastato dal terremoto del 1968?

La Calabria è terra antica! Accogliente. Ricca di storia. Implementiamo la ripartenza delle attività territoriali con la creatività e sommiamo alle bellezze delle spiagge, dei boschi e dei monti la storia e la ricerca del bello attraverso gli interventi degli artisti.


domenica 3 maggio 2020

Oltre il falso storico

Pensare di riproporre il passato sulla scia dei ricordi personali non sempre significa ridare il giusto peso agli avvenimenti. L’emotività, se pur contestualizzata attraverso gli avvenimenti avvalorati dalle cronache, gioca ruoli importanti e condiziona la misura qualitativa personale e storica di personaggi e fatti. 

Conquiste sociali, sindacali, politiche e culturali si prestano anche per redigere clamorosi falsi storici. Malafede? Non sempre, ma spesso, le persone e i fatti citati, distorti dall'eccessivo amore partigiano presentano fotografie sfuocate ben lontane dalla realtà e persino dall'intenzione progettuale iniziale.

È importante quindi non citare la storia, i pensieri, gli uomini e le ideologie come mero esercizio mnemonico ma adoperarsi affinché gli ideali di riferimento si fortifichino e diventino concreti atti d’amore sociale. Emancipazione. Empatia costruttiva!

Commemorare eventi, donne uomini a vario titolo tiene sì alto e vivido il ricordo, mobilita le masse ma innesca in loro la volontà di migliorare l’ambiente, le relazioni sociali e culturali presi ad esempio?

mercoledì 15 aprile 2020

Al riparo dai virus dell'ignoranza

Letture al tempo del covid-19.


Per chi ama leggere questo fermo imposto per decreto è una manna scesa inaspettata dall'alto.
All'esterno il rumore verboso avvelena quanto c'è di buono negli sforzi che il governo sta facendo per arginare il danno alla salute pubblica.
La squadra di governo si trova a fronteggiare, oltre che il virus, gli azzardi verbali dell'opposizione.

Se al parlamento europeo le forze di governo ottengono 80, l'opposizione chiede 160. i parametri non coincidono mai. Le forze di destra oppongono resistenze a ogni tipo di trattativa, calano sipari catastrofici e malumori tra i cittadini gettando fango su qualsiasi fronte.

Sarà pure il gioco delle parti ma è ora di smetterla con questi giochetti da saltimbanchi. Pericolosi per la salute e il bene dei cittadini italiani e anche europei.

Saltimbanchi che riescono a squarciare, lacerare il tessuto sociale e fare breccia nelle teste bacate che li seguono e nei poveri mentalmente che come primo e, forse, unico interesse da tutelare è la propria pancia.

La pancia piena!

Sarà un caso che questi signori non abbiano mai, o forse pochissime volte nella loro vita, aperto un libro? Un libro qualsiasi di saggistica, narrativa, storia?


E se approfittassero anche loro del fermo? Si mettessero belli comodi, anche sul cesso, là, in quel posto, nella stanza da bagno la concentrazione è sicura e si fanno ottime letture. Leggere, che so, anche una biografia degna di essere conosciuta purché non sia scritta da un “simpatizzante a oltranza”?
E allora, buona lettura a chiunque ama la vita nei suoi innumerevoli aspetti.

Tempo di primi bilanci

Non ho contato i giorni che sono trascorsi dall'inizio della quarantena. Ho pensato, invece, molto alle persone che non hanno i mezzi necessari per sopravvivere.

Il mio pensiero è andato in mare tra i flutti agitati dalle eliche dei gommoni dei venditori di uomini. Organizzazioni malavitose prive di umanità e di dignità.
Ho visto le acque calme divenire turbolente, sferzate dai profughi, gettati nel mediterraneo e terrorizzati dall'ultima violenza subita che, con la morte negli occhi sbarrati, annaspano sperando in un aiuto solidale.

Ho pensato ai conoscenti, amici e parenti che hanno perso il lavoro che se pur precario consentiva una vita dignitosa.
Penso a quanti sofferenti nel corpo e nell'anima muoiono nell'indifferenza che scaturisce dall'ignoranza. Penso agli stupidi che nonostante le sofferenze sociali vanno dietro alla stronzate degli agitatori per mestiere e profitto proprio.
Penso a quanti non hanno più le garanzie sociali del welfare.

E più leggo. Più sto a contatto coi miei amici preferiti che donano perle di pensiero solidale e più mi convinco di quale diabolica e meschina macchinazione mentale possano alcuni individui gioire e farsi promotori pur di ricavarne vantaggi personali.

Non è retorica!

Questo tempo di lentezza imposta per decreto è salutare. Panacea per la mente vogliosa di migliorare e migliorarsi. Andare oltre le parole. Saperle distinguere, le parole, e farne tesoro.

Abolire il superfluo è salutare. Spegnere i focolai della politica cialtrona. Cercare la sintesi!
Nella vita e nell'arte è un obbligo. La sintesi è tutto; racchiude in sé la poetica essenziale e esplicativa per antonomasia di ogni messaggio.

E la più alta espressione umana, dell'arte in ogni sua accezione, è crescita interiore. Dono.

mercoledì 25 marzo 2020

A te che ami

Angeli o demoni?

In ognuno di noi c'è, in qualche istante dell'esistenza, voglia di mettersi in gioco.
Vanità? Megalomania? Sfida? Passione?

No saprei al momento dare una definizione certa. Quello che mi sento di dire è che per combattere le solitudini e la voglia di sentirsi vivi, in una parola, donarsi al mondo, c'imbarchiamo su sentieri creativi. E non importa se conosciamo i tranelli che si celano lungo la strada intrapresa. Intendiamo superare ostacoli e sfide che si presentano di volta in volta.

"dietro le quinte" polimaterico, anno 2019


Accade in pittura, recitazione, nel campo della musica, insomma in ogni azione dedita all'arte e alla cultura che racchiude bellezza e voglia di donare un pezzo di sé al resto del mondo.

C'è chi scrive per narrare passioni, raccontare storie realmente accadute in chiave poetica. Chi scrive per lasciare testimonianza storica del suo passaggio o di quello altrui. Chi intona versi dedicati all'amore. Chi invoca preghiere o odi a entità astratte. Chi dedica studi e ricerche o cita personaggi realmente esistiti ma sublimati dalla valutazione partigiana e messi, appunto, nella nicchia degli eroi.

E ci sono gli attori che amano far rivivere personaggi e storie; fatti realmente accaduti o poemi epici tramandati nel tempo di bocca in bocca. Episodi visionari che cavalcano le ere scivolando sulle coscienze risiedendovi a volte. Ed è qui che li ritroviamo. Vitali! Saggi Episodi millenari emendati dalla barbarie del “pensiero critico” svincolati dal profitto e dal pragmatismo dell'incoscienza umana. Da Esopo a Omero. Ai contemporanei. Ai narratori di ogni tempo. A quelli che hanno dovuto nascondere per necessità la loro vera natura. A quelli che hanno trasformato la realtà in poesia creativa. A quelli che... angeli o demoni hanno tenuto vivo il fuoco della passione per la creatività fine a sé stessa.

venerdì 6 marzo 2020

Incontri che valgono una vita

È stato un incontro fortuito quello con Michelangelo Pistoletto.


Lo vidi tra le macerie della “roccelletta” di Borgia, all'inizio credetti che fosse una replica dei totem disseminati lungo il percorso pedonabile delle sue installazioni posizionate tra i reperti storici del parco archeologico Scolacium”.  Cappello bianco. Camicia e pantaloni bianchi. Sguardo stanco.

Mi avvicinai ed era come vederlo allo specchio. Solo che il suo doppio non era riflesso ma stampato ad altezza naturale e poggiato al muro della vecchia abitazione baronale. E poi, il Maestro in carne e ossa!
Che ancora stava osservando i lavori disseminati per dare le ultime indicazioni, mi tese la mano e, dialogò con me affabilmente:

“Tutti gli specchi sono connessi, rotti o intatti che siano, così come gli umani hanno lo stesso Dna. (...) Vedo la società come uno specchio rotto. La distruzione dello specchio è l’interconnessione del mondo: ogni frammento conserva le medesime proprietà riflettenti dello specchio intero. (…) Quello che vediamo nello specchio non può essere falsificato.”

...tra gli opposti sta la virtù, credo sia questo il messaggio insito nel "terzo paradiso"...

sabato 29 febbraio 2020

Matrimoni e alleanze durevoli

Ipocondrie e costumi sociali.

Dalla peste di manzoniana memoria ai giorni nostri le psicosi rimangono intatte. Il raziocinio è l'antidoto ai mali oscuri che attaccano le membra e possono condurre alla morte.
D'altronde lo spirito di sopravvivenza acuisce l'ingegno; crea alleanze politiche e sociali. E il matrimonio è un ufficio che, nonostante i repentini cambiamenti sociali, mantiene vivo il mutuo soccorso tra donne e uomini.
Le tradizioni popolari e la storia c'insegnano strategie e comportamenti sociali adeguati:

Non è trascorso moltissimo tempo da quando si organizzavano i matrimoni per procura.

Le trattative iniziavano tra le famiglie già dalla nascita dei figli. I genitori che, per lignaggio, cultura e conoscenze, intendevano mantenere e, a volte, accrescere i propri beni economici e allargare laddove possibile la cerchia amicale, davano la parola e impegnavano la prole reciprocamente.

E l'amore? Si chiederà qualcuno. L'amore dove lo mettiamo?
Beh, quello veniva col tempo.
In una società pragmatica e maschilista nell'aspetto esteriore del termine giacché difatti a comandare era ed è sempre la donna si pensava principalmente al benessere materiale così da garantire ai figli e nipoti serenità economica e vita priva di ambagi.

Il contratto:

La donna aveva degli obblighi ben definiti: la buona salute, la dote; quindi il corredo, la casa ed eventuali terreni nonché la cura dei figli e la conduzione della casa.
L'uomo: il casato, le proprietà, il lavoro e le relative conoscenze sociali, gli “agganci” che non guastano mai per implementare scambi di beni materiali e immateriali quali la cultura e gli accessi nella società che conta.

Il tutto era basato sulla parola d'onore.
"Van Eyck, i coniugi Arnolfini"

Viene da sé che la “sapienza” di una figlia femmina, la sua la cultura cognitiva era imperniata sull'economia familiare. L'economia domestica insegnata nei collegi privati e nella scuola pubblica delle classi elementari doveva dare i primi rudimenti.
Quindi cucina, cucito e riciclo delle risorse. E chi non poteva permettersi le discipline scolastiche le apprendeva dalla “maestra” dalla comare sarta. Ma la dote più importante per le donne era il corredo genetico, la buona salute!

Certamente non era oggetto di vanto propagandare uno stato di salute cagionevole per la figlia in età da marito e neanche prima visto che le trattative e gli impegni “contrattuali” erano promesse da mantenere da entrambe le famiglie già in fasce fin dalla culla e a volte anche prima.

Riservatezza e saggezza erano, dunque, all'origine dei rapporti umani. Donne e uomini di ogni ceto ricorrevano con pudore alle cure mediche e proprio quando non potevano farne a meno ricorrevano a esperti dottori di città ma anche ai decotti di persone sagge che avevano acquisito dalla cultura popolare le giuste dosi per lenire le infreddature stagionali e i malanni di stagione.

U tempu de' mali vestuti”.
Nel gergo popolare quando iniziava l'inverno era definito “il tempo dei poveri, cioè di quelli che non avendo da coprirsi, e che inevitabilmente si ammalavano facilmente.

Polmoniti e semplici raffreddori decimarono, e continuano a farlo, molte persone dagli anticorpi deboli. Oggi non più! O perlomeno con maggiore difficoltà visti i traguardi scientifici raggiunti.

Buonsenso, quindi! E non lasciamo che il panico si impadronisca di noi.  

lunedì 24 febbraio 2020

Catanzaro, al marca il vento della parola antica


Una sera a teatro.


La comunione d'intenti tra il teatro di Calabria Aroldo Tieri e la fondazione Rocco Guglielmo è diventata, per la città di Catanzaro, un'opportunità unica per chi ama l'arte della parola personalizzata che si fa emozione e scoperta della classicità declamata nonché l'arte e gli artefici della visione materica connaturata alla gestualità plastica e o pittorica.

Ieri sera nella cornice del "marca" la compagnia teatrale ha messo in scena alcuni aspetti della divina commedia dantesca.

Dante: la sconfitta e il dolore nella divina commedia.

Quattro momenti salienti formano il percorso esaminato, seguito e presentato dal contemporaneo “Virgilio” prof Luigi La Rosa, curatore attento e fabulatore eccelso che accompagna per mano tra i meandri danteschi (odiati ai tempi della scuola perché imposti) gli spettatori.

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate...” Sussurravamo mestamente noi giovani scapestrati allorché si fibrillava nascosti negli ultimi banchi dietro i compagni secchioni.
Sarà una palla! Mi son detto. E invece no. Meraviglia delle meraviglie: ieri sera alcuni versi vennero su dal buio, superarono la cortina della corteccia grigia che li teneva imprigionati dai tempi immemori della scuola, scivolarono all'esterno mescolandosi alla narrazione teatrale e sulla traccia melodica narrativa del novello Caronte navigarono su acque sublimi, vestirono inediti panni e sorprendenti ambientazioni mentali dimenticati guardarono al passato con occhi nuovi.

domenica 16 febbraio 2020

tensioni sociali, oggi come negli anni '70

Cambiano i tempi ma le tensioni sociali permangono.


Si pensava: “l'evoluzione tecnologica darà spazio alla socializzazione. I lavoratori godranno di più tempo libero. Potranno dedicarsi alle ragioni dell'intelletto e alle passioni culturali. Teatro. Lettura. Scrittura. Poesia. Pittura. Musica. E meditazione!

Crescerà ogni cosa insieme all'evoluzione scientifica e tecnica giacché il lavoro sarà a misura d'uomo e lo sgraverà dalla fatica fisica donandogli tempo libero da dedicare alla famiglia e alle passioni dell'anima.”.

Questo si diceva quando si parlava di riduzione dell'orario di lavoro nelle fabbriche e nei posti di lavoro in genere.
All'epoca tra gli operai vigevano le 40 ore settimanali mentre alcune categorie impiegatizie del pubblico impiego faceva già le 36 ore.

Erano tempi d'impegno sociale e di passione politica.

Si sperava... ma la realtà odierna è ben più amara e desolante di quanto ci aspettavamo viste le conquiste sociali ottenute con scioperi e assemblee che miravano alla sensibilizzazione sociale. Non a caso le ore di sciopero fatte per solidarietà nei confronti di altri lavoratori meno sindacalizzati che faceva fatica a rivendicare diritti acquisiti nelle grandi realtà lavorative.

Il caporalato sembrava essere destinato a scomparire. La tirannia, i soprusi di bassa lega e la tracotanza tra poveri sembrava avessero i giorni contati.

Invece, osservando storici lavori artistici che documentavano i fermenti sociali e culturali degli anni '70, con rammarico, si leggono storie mai tramontate e sconfitte, anzi...


giovedì 30 gennaio 2020

Perché faccio arte?

Le testimonianze che costellano la storia dell'arte denunciano spesso scontri tra chi fa arte e chi detiene il potere mercantile della stessa.

(ph Valentina Iannino, 2020)

Gli artisti innovativi, impegnati seriamente in percorsi analitici che assommano oltre al dato tecnico e cromatico l'alfabeto strutturale delle opere, lasciano trasparire la possente azione del loro essere donne e uomini che vivono il tempo.

Le rotture accademiche o di mercato sono dinamiche involontarie, a volte, ma spesso nascono dalle personalità attente a quanto accade nella società, nelle azioni, nell'anima!

Decorazione, design, e quanto suscita reazioni epidermiche, che non a caso, lasciano il tempo che trovano, nelle coscienze per essere sostituite con altre nell'immediatezza, sono lontane dall'essere Arte.

Decorazione e design, se pur discipline apprezzabili nel contesto della comunicazione di base creativa, possono essere sì dei prodotti d'élite commerciale ma, per loro natura, lontani dal pensiero catartico riflessivo insito nella creazione artistica.

Personalmente quando gioco con la materia non pongo limiti alla libertà creativa. Assemblo. Coloro. Lacero. Ricompongo e quando la superficie suggerisce ulteriori inserzioni cromatiche e o segniche le aggiungo.

Il pathos finale determina il lavoro sorretto dal lavorìo interiore stratificato nella mente dagli accadimenti vissuti e dalle notizie accumulate dai restanti sensi. Quando la visione d'insieme gratifica la mia sensibilità il lavoro è ultimato!

Mercato. Vendite. Esposizioni altisonanti. Organizzazioni di eventi mediatici dedicati al culto della personalità non sono contemplate nella mia operazione d'artista e uomo. Vivo le contraddizioni del tempo e le trasformo poeticamente! Questo è!

domenica 12 gennaio 2020

Domenica 19 gennaio 2020 al via i festeggiamenti per il decennale del Teatro Di Calabria.

Il Teatro di Calabria compie dieci anni di vita. L’Associazione culturale, nasce a
Catanzaro nel Gennaio del 2010, grazie al fruttuoso incontro creativo tra Aldo Conforto e Luigi La Rosa,
rispettivamente regista e autore dei testi della Compagnia.

Un incontro, mediato dalla presenza del presidente onorario Francesco Brescia e
Dell’attuale presidente, Anna Melania Corrado, che porterà il Teatro di Calabria e i suoi
componenti a mirare subito ad obiettivi ambiziosi e, fin dal debutto sulle scene, dichiarerà
il suo “modus operandi”: “Fare cose difficili”.

Dal primo spettacolo (“Malavoglia”, testo originale di Luigi La Rosa liberamente ispirato
all’opera di Verga), per il Teatro di Calabria inizia un percorso fatto di piccoli e grandi
successi e di una lenta, ma costante evoluzione. L’impegno divulgativo tra i giovani, la
nascita del progetto GRAECALIS, la creazione della rassegna POIESIS al MARCA, il
patrocinio della regione Calabria e del Ministero dei Beni Culturali sono solo alcuni dei
“traguardi” raggiunti dal TdC in un tempo tutto sommato breve, ma che è bastato per
conquistare la stima e l’affetto di migliaia di spettatori da tutta la Calabria.

Per i suoi “primi” dieci anni di vita, il TdC vuole dedicare l’intero 2020 a celebrare questa
importantissima mèta, con eventi e novità importantissime che riguarderanno tutta la
produzione artistica del Teatro di Calabria e i suoi spettatori.

Tutto partirà  domenica 19 Gennaio alle 18:00 presso il museo MARCA di Catanzaro:  la

Compagnia del Teatro di Calabria porterà in scena “PROMETEO – Le catene della
libertà”, uno spettacolo con inserti esplicativi a cura del prof. La Rosa con scene tratte dal
“Prometeo incatenato” di Eschilo e “TITAN -I fuochi di Prometeo”, opera inedita a cura di Luigi La Rosa. 

Lo spirito di Prometeo, vincente sconfitto, incatenato alla sua sfrenata
voglia di libertà, rivivrà sulla scena non solo nell’opera Eschilea Prometeo Incatenato, ma
anche in un insospettabile Francesco d’Assisi e nell’uomo novecentesco.

Uno spettacolo che è emblematico delle scelte artistiche e dei percorsi filosofici intrapresi

dal TdC in dieci anni di vita, fatti di passione, Arte e impegno. 

Nota stampa: Mariarita Albanese.



“TITAN -I fuochi di Prometeo” Credit Francesco Mazza ©




mercoledì 18 dicembre 2019

Provocazioni culturali clima banane e ambiente

Le provocazioni mentali non sempre sortiscono le reazioni desiderate da chi “provoca”.


Le reazioni sono correlate alla cultura e alla sensibilità di chi osserva e recepisce l’azione, l’atto provocatorio inibisce annichilisce o esalta e invoglia al dialogo.

Sarcasmo, derisione, superficialità oppure profonda considerazione per il gesto ostentato con sagacia?

Le reazioni più comuni che si sono succedute sui media alla satirica quanto astuta azione di mercato che ha “valutato” e imposto il prezzo altissimo di 12milaeuro alla banana di Cattelan scocciata sulla parete di una galleria hanno dimostrato per lo più pochezza di pensiero riflessivo.
Cosa inversa, suffragata da ammiccamenti e sorrisini, invece, alla “patatina” di Rocco. Anche se entrambi sono simboli del machismo, la prima, la banana, ha infranto il muro della superficialità ed è andata a sbattere contro le comune e elementari ottusità per il valore dato ad un prodotto della natura facilmente reperibile tra i banchi dei mercati ortofrutticoli.
… E se tra non molto tempo sarebbe un’impresa ardua trovare il frutto esotico ma anche il comunissimo tubero a buon mercato?

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