Leggo reazioni spropositate, assurde. Comportamenti distruttivi di persone che si dicono essere “intellettuali” amanti del sud e della Calabria in particolare.
Commenti al veleno accompagnano l'uscita dello spot pubblicitario commissionato dalla Calabria al regista Gabriele Muccino.
Nelle intenzioni della presidente Santelli c'era la volontà di pilotare l'immagine della Calabria e quindi attrarre interesse nel variegato universo dei turisti e farli venire in quella che molti definiscono la California del sud per il clima e la varietà del territorio pregnante di storia.
È venuto fuori uno spot di pochi minuti. Un assaggino breve. Un antipasto goloso per chi ama i colori mediterranei.
La Santelli avrebbe potuto e dovuto coinvolgere le intelligenze locali? Certo che sì!
Come mai non si è urlato prima allo scandalo? E perché gli intellettuali calabresi non hanno alzato scudi, non sono intervenuti in tempo utile per imporre il pensiero libertario della conoscenza divulgativa che alligna nella verve creativa dei locali?
Si poteva fare di più e meglio?
Qualsiasi progetto è migliorabile. Ma le reazioni dei cosiddetti intellettuali sembrano puntare alla dissacrazione del “nemico” fino all'annullamento e al disprezzo del lavoro svolto. Lo straniero che si è aggiudicato il piatto dorato non sembra godere dei privilegi degli dei illuminati conoscitori dei più reconditi meandri archeologici disseminati nel territorio calabrese.
Non c'è, dicono i detrattori, la parte squisitamente culturale, i ruderi degli insediamenti magnogreci romani etc e neanche i monti della sila, e il centro e il nord della Calabria. Sembra che Il tutto si sia svolto in Sicilia e invece è nella piana del reggino (che per non metterseli contro parlano di paesaggi tipicamente siciliani dimenticando o sottacendo le peculiarità climatiche del meridione d'Italia)
Le ricchezze attrattive non sono i prodotti della terra, le clementine o il bergamotto; le coste e il mare; l'alba e i tramonti. Le colture e le tradizioni trasmessi amorevolmente alle nuove e future generazioni?
Tutto è relativo. E poi si deve tenere conto della platea a cui si rivolge lo spot di pochi minuti commissionato dalla Calabria e realizzato da Muccino.
È vero vi sono filmati di registi come De Seta che tracciano percorsi paesaggistici e culturali da mozzafiato, ma sono film, documenti granitici per la storia calabrese e non spot o corti attrattori per il grande pubblico. D'altronde chi ama la cultura e la coltiva con passione conosce già di suo la storia.
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