martedì 24 giugno 2014

Tim, quando a dettare legge è il gestore telefonico

Dal 21 luglio tim cambia le carte in tavola e quello che fino ad ora è sembrata una “cortesia” diverrà servizio. Il chiama ora e la disponibilità in linea per gli utenti avrà un costo! Ma c'è la possibilità di disattivare gratis il “servizio”, dice in calce il messaggino. Chi non lo disattiva dovrà pagare 1,90€ ogni 4 mesi.

Cosa dicono le associazioni dei consumatori?

Personalmente non vedo la necessità di pagare un balzello, se pur esiguo, per fare sapere che si è contattabili. Senza contare le zone d'ombra, la mancanza di campo, le pecche tecniche che dipendono dai ripetitori, insomma, l'utente deve anche farsi carico delle discrasie esclusive dei gestori telefonici?
Mi sembra davvero un assurdo. Una forzatura. Una inutile e fastidiosa “richiesta”. Che porterà molti soldini nelle casse della Tim.

lunedì 16 giugno 2014

L'Arte e le Scienze sono libere?

Lettera a Matteo Renzi. 

Carissimo Matteo, hai detto “se qualcosa non va scrivetemi”.
L'hai detto ai ragazzi della scuola di Treviso ma credo che l'invito sia rivolto a chiunque data la tua carica istituzionale. Perciò ti prendo alla lettera e ti scrivo quello che secondo il mio modesto parere dovrebbe essere modificato nei meccanismi farraginosi della filiera culturale italiana.

Forte dell'esperienza maturata nel mondo del lavoro, nel campo dell'arte e della cultura, tra incarichi e collaborazioni con enti pubblici e privati; nel mondo del no profit, nell'università della Calabria nel ruolo di docente e nella quotidiana costante ricerca tematica sulle gestualità creative dei popoli, logica vorrebbe che una risorsa così strutturata venisse spesa con congruità. Ma non è così. e non è neanche questo l'argomento che intendo trattare.

Nonostante gli effetti prodotti dal venticello sussurrato e poi urlato dalle malelingue, che agiscono nell'ombra per mantenere piccole fette di potere.


Produrre e stimolare bellezza nell'arte e con l'arte mantenendo profili alti sembra faccia male a qualcuno in Calabria e anche altrove.
L'arte, quando la cultura è dominata dalle lobby, diventa un'astrazione lontana e chi è inviso ai centri di potere locali è tagliato fuori dalle logiche spartitorie che uniscono senza battere ciglio cavalli di razza, scalpitanti puledri, somari, buoi e vacche.

Il lavoro della persona osteggiata, se pur pregevole, non è mai presente in un museo, nelle biennali e persino nelle sagre di paese, appannaggi di vanagloriosi signorotti che forti dei titoli accademici pensano di determinare chi è artista, chi fa arte e chi è un mezzo deficiente esaltato.

E pensare che “l'arte e le scienze sono libere e libero ne è l'insegnamento...”

Nonostante tutto sogno e spero fortemente in un futuro migliore. Un futuro in cui, al centro dei sogni e della Politica, ci sia come interesse primario il valore sacro della vita. Bellezza e cultura della vita e, per dirla con Seneca, un luogo dove formare il cittadino all'arte del vivere.

Per questo auspico interventi mirati nella scelta di quanti dovranno in futuro promuovere l'arte e la cultura in Italia. Quindi tecnici, curatori, critici d'arte e procuratori dinamici che sappiano investigare e cogliere la creatività laddove c'è. 

venerdì 13 giugno 2014

Mineo. Ultima vittima di Renzi?

Matteo Renzi è stato allevato bene! Sa come gestire i media e come mettere fuori gioco chi non la pensa come lui. È come quel bambino che porta il pallone e siccome il pallone è suo decide chi gioca e chi no.

Renzi ignora che siamo in una democrazia e che il Paese non è suo ma anche e principalmente di quei cittadini che non si sono lasciati abbagliare dalle sue promesse e non assecondano le folate del nuovo vento fiorentino.

Dopo Mauro ecco arrivare, puntuale come il fato, l'epurazione di Mineo.


Non metto sullo stesso piano l'ex ministro di Monti e Corradino Mineo. Non si può. Anche perché Mineo è un senatore del PD.

L'Italia smetta di dividersi! Dice Renzi dalla Cina. E poi aggiunge un altro spot ad effetto: basta parlare di delocalizzazioni. La parola giusta da adoperare è internalizzazione delle imprese.

Peccato che tutte quelle persone rimaste senza lavoro perché gl'imprenditori hanno deciso di internazionalizzare le aziende nei Paesi dove la mano d'opera e le tasse d'impresa costano meno non l'hanno capito. Peccato che l'internazionalizzazione tutela solo i capitali e le aziende ma non i lavoratori.

Peccato che molti di noi abbiano la memoria corta e tantissimi altri aspettano il condottiero salvifico.

Personalmente diffido dei metodi autoritari e delle persone che non accettano il confronto dialettico e democratico e Renzi è uno di questi.

martedì 10 giugno 2014

Rifiuti urbani? la soluzione di Pugliano

Bravo Pugliano. Ottima strategia! Basta pagare di più e la questione si risolve.
Questa in sintesi l'azione dell'assessore all'ambiente della regione Calabria Francesco Pugliano!


lui sì che sa come risolvere i problemi!
Finita la fase commissariale per evitare buchi di bilancio (così dice lui) la soluzione ai rifiuti consiste nell'aumentarle tariffe che passano, per effetto della sua lungimirante e strategica decisione, dai 91 a 148 euro per tonnellata.

Ancora una volta non abbiamo a che fare con amministratori della cosa pubblica ma con ragionieri. Alzare i costi piuttosto che trovare soluzioni serie che possano trasformare in ricchezza i rifiuti è più facile.
Eppure basterebbe che guardassero fuori dalla porta per vedere come
alcuni amministratori sono in grado di trattare e produrre dai rifiuti urbani ricchezza  e offrirla ai cittadini. 

Per il resto ritengo inutile ripetere cose già pubblicate su questo blog.

martedì 3 giugno 2014

Manager incompetenti o scaltri fotti compagni?

Milena Gabanelli e il suo staff senz'altro avrebbero saputo far ripartire l'Italia. Quelli di Report avrebbero saputo dove mettere le mani per recuperare soldi evaporati dagli incompetenti, ma sono davvero incompetenti questi signori che stanno seduti sulle poltrone che contano?


Il “reportage” di ieri sera ha puntualmente smascherato una sequela infinita di abusi perpetrati dalla politica e dalla classe dirigente in generale nei confronti dei contribuenti.
Questa volta le indagini sono state eseguite sui fondi pensione dei professionisti.

Medici. Agenti di commercio. Psicologi. Ragionieri e persino giornalisti sono a rischio pensione.

L'inchiesta ha spulciato tra le pieghe di quello che rappresenta una grossa grassa luculliana torta dal valore di oltre 61 miliardi di euro. Ed è venuto fuori la solita gestione allegra dei soldi altrui in mano a personaggi nominati dalla politica al potere.

Presidenti di fondi che dicono di non sapere nulla e di non capire niente di movimenti e soldi ma che se ne beccano a vagonate, di soldi dei contribuenti, solo per stare sulle poltrone e dare incarichi a “tecnici” che tutto fanno tranne curare gli interessi di chi i soldi li deposita per assicurarsi la vecchiaia.

Comunque, niente di nuovo!
Questa è la società. Laddove c'è odore di soldi ci sono anche guerre sotterranee tra quanti rincorrono poltrone, incarichi e la gestione delle ricchezze di ignari contribuenti che fiduciosi depositano nelle mani di sporchi individui i propri soldi.

Occhio gente. Questa inchiesta insieme alle precedenti ci suggeriscono una cosa semplice e cioè di porre attenzione sempre quando c'è da pagare una cifra dovuta. Controllare e non delegare mai, anche nelle piccole insignificanti cifre versate per i servizi locali. Perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Almeno fino a quando non cambia questa mentalità dei fotticompagni.

giovedì 29 maggio 2014

Vasco rock show tour estate 2014

Tribute band: valore aggiunto all'indirizzo dell'artista-idolo del rock italiano Vasco Rossi.




Che Vasco Rossi sia un fenomeno è ormai un dato certo. Questo può bastare per giustificare la proliferazione di numerose band a suo nome? Se lo immaginava il ragazzo di Zocca tutto 'sto po' po' di successo?

Beh, a prescindere dalla fantasia, se ce l'ha vuol dire che se lo è sudato e meritato tutto tutto il successo. Lui è il frontman. Quello che ci mette la faccia insieme ai testi. Un po' ermetici, ma aperti a mille interpretazioni, parole che si lasciano modellare e indossare a piacimento assecondando gli umori del momento dei fans.
Vasco sa bene che i successi di una o più canzoni sono cosa corale. Non a caso Vasco ricerca sempre nuovi stimoli e collaborazioni eccellenti anche oltreoceano.

È giusto che sia così! Il mondo è cambiato. La musica è cambiata. Noi ci siamo trasformati! E, di conseguenza, per salire sul palco ed essere convincenti è necessario cercare i migliori. Perché non si vola in alto perché si è simpatici o belli ma perché si è bravi a comunicare stati d'animo e combinare fisicità alchemiche. Instaurare tensioni emotive che lasciano capire a chi ascolta di non essere solo o unica ad annaspare nell'oceano della vita. a struggersi per un amore o una donna o uomo sbagliati.
L'idolo rock è sacerdote laico della musica ribelle. Comunica il bene e il male. La quotidianità. Le ansie. Gli amori. Le delusioni e le aspettative.
Questo è rock! il vero linguaggio evergreen.

Il rock è contagioso. Contamina chiunque, gente comune, sognatori e poeti. E le tribute band compiono un ruolo importante nel celebrare l'artista, reinterpretare i testi e le musiche.

I nostri poeti rock vasconiani si sono uniti in una band:
 La Vasco rock show. Una tribute band seguitissima che fa delle cover spettacolari e spesso si avvale della presenza dei componenti storici che accompagnano il kom  nei suoi concerti. Musicisti della caratura di Alberto Rocchetti, Claudio Golinelli, Ricki Portera, tanto per citarne alcuni, suonano al loro fianco e si divertono insieme alle calde rocchettare platee, nelle location calabresi.

La tribute band Vasco rock Show continua a raccogliere i frutti del lavoro artistico di Vasco ma anche e principalmente della loro passione per la musica rock. Dalle date in continuo aggiornamento sulla locandina in bacheca facebook si prevede una estate movimentatissima. Intensa e entusiasmante.
Seguiteli! Sono appuntamenti da non perdere.
ecco alcune date:

martedì 27 maggio 2014

Uno sguardo al passato: Dario Scorza e Fedhan Omar, artisti

Se mi volto indietro, il ricordo torna vivo. E le persone che hanno avuto un peso continuano ad essere positivamente presenti:

1978, Catanzaro. Galleria d'arte “il pozzo”.

Gli interrogativi dei visitatori si differenziano di poco: Dove vive? Lei non ha studiato a Catanzaro.

Anche Dario Scorza mi pose le stesse domande. Eppure non era niente di ché. Figure stilizzate affini al mio modo di sentire d'allora che si discostavano dalla solita pittura vista fino a quel momento nei luoghi espositivi catanzaresi.

Ancora non ci conoscevamo e lui, Dario, si presentò dicendo di essere un sociologo amante dell'arte. In seguito, dopo numerose frequentazioni, appresi della sua passione politica (socialista) e dell'impegno assiduo che dirottava coinvolgendo tutti, amici e conoscenti, in operazioni a favore dell'associazionismo senza scopi di lucro.

Dario era un'anima sensibile. Osservatore attento della poetica visiva, non si poneva limiti o recinzioni mentali. Lui andava oltre e nella mostra dell'88 allestita nei locali dell'amministrazione provinciale di Catanzaro insieme al pittore Fedhan Omar lo dimostrò egregiamente.
Non si lasciava andare o catturare dagli sterili quanto inutili contrasti formali che ingabbiavano molti manieristi. Spaziava dalla pittura al decollage. Prendeva spunti da Fedhan Omar in pittura e Mimmo Rotella per i linguaggi metropolitani e andava oltre
La sua libertà intellettuale in arte gli concedeva ampiezze di vedute a 360°. analizzava, per come l'ho conosciuto, dapprima da spettatore e in seguito praticava la comunicazione poetica in pittura avvalendosi di medium poveri ma che gli consentivano piena libertà d'espressione.

Fedhan Omar lo ricordo perennemente pacato. Catanzarese d'adozione. La sua tranquilla meditazione ammantava le superfici delle sue tele, persino le più apparentemente caotiche. Costruiva dialoganti pannelli informali anche laddove spuntava la figura. E poi mi parlò della pittura frattale e del movimento che avrebbe voluto sviluppare. Poi le strade si sono divise. È la vita!

Parlare di loro oggi, ricordarli a quanti li hanno conosciuti e non, non so quanto sia rilevante viste le piaghe quotidiane che abbiamo creato nella società.
Consola, comunque, sapere che le loro opere pittoriche, simili a guardiani sulla soglia del tempo, rimangono a ricordare la loro sobrietà e l'onestà mentale che li ha contraddistinti.

lunedì 26 maggio 2014

Europee, la moderata paura degli italiani

L'astensionismo è alto in Italia e dagli elettori che si sono recati alle urne esce una volontà di moderato ottimismo. Vogliono credere nelle promesse di Renzi e del nuovo volto che ha dato al PD. Anche se sarebbe riduttivo dire che le 80 euro in busta paga dell'impiegato medio che non supera i 26mila euro annui abbiano influito nella scelta non ci si può esimere dal pensarlo.

Forse avrà influito l'ottimismo e il nuovo linguaggio del fare a tarpare le ali ai gufi. Oppure è stata la tracotanza di Grillo a terrorizzare l'elettore medio e non fare prendere quei voti al m5s necessari per attuare la rivoluzione a Bruxelles e la caduta di Napolitano in Italia? E quanto avrà influito la paura di una sconfitta tra i dipendenti del pd tra cooperative e indotto (stessa cosa vale per FI)?

Il Pd prende il 40% dei votanti e M5S, pur risultando il secondo partito, non supera la rosea previsione sperata da Grillo. Il distacco è enorme! 20 punti a favore di Renzi. E terzo, non l'enfatico Alfano ma il partito di Berlusconi mentre restano al palo gli altri.

Il NcD supera appena la soglia del 4%. anche Tsipras è lì lì per non farcela. Mentre Salvini con le sue idee contro l'euro si ritaglia un bel risultato: il 6%

ad ora superano la soglia di sbarramento per l'assegnazione dei seggi al Parlamento europeo il Nuovo centrodestra, 4,36%, alleato di governo del Pd, e la sinistra riunita nell'Altra Europa con Tsipras al 4,03%.
Tiene la Lega Nord con il 6,2%, mentre i montiani di Scelta europea scivolano allo 0,7%.
Ma è la sfida di testa che dà la dimensione del successo Pd. I Democratici, a risultati quasi definitivi, prendono il 40,89%, mentre il partito di Beppe Grillo si deve accontentare del 21,11%.
Il selfie è servito. L'italiano medio ha moderatamente paura.

sabato 24 maggio 2014

Spazio artisti in Calabria, Vincenzo Trapasso

Bello! Sintesi perfetta! Armonia ed equilibrio allo stato puro...

le parole mi escono spontanee davanti al lavoro appeso alla parete. L'odore acre dello smalto nero punzecchia il naso. “Scusa ma devo finire sennò sgocciola!” dice Enzo.


E mentre lui continua a spennellare parliamo delle sensazioni intime che le poetiche della visione ci trasmettono e della gratificazione finale provata davanti all'opera finita.

Vincenzo Trapasso è un artista catanzarese. Uomo sensibile e provato dalla vita, trova, da vero artista, energia dalla e con la pittura in quanto momento catartico dell'esistente.
I suoi lavori, soggettivizzati dal suo personalissimo percorso artistico, sono la testimonianza di una volontà ferrea che lo induce ad osare e andare oltre il dato visibile della figurazione.
Detto ciò, non intendo tessere le lodi qui, oggi, semmai scriverò in un secondo momento su questo blog del percorso artistico di Enzo e della nostra amicizia nata agli inizi degli anni '70. Adesso non è il caso. D'altronde la sua biografia è ben nota agli addetti ai lavori.


Adesso ritengo costruttivo accennare per sommi capi alla pertinente importanza dell'Arte in Calabria e nel mondo; alla sua valorizzazione e alla potenza innovatrice che sprigiona specialmente in tutte le persone sensibili che conferiscono ai linguaggi poetici della visione quel ruolo preventivamente catartico relegato in spazi onirici in cui allocare elettivamente anime dalle differenti cromie.

Purtroppo, la Calabria è una realtà poliedrica. Difficile. Misteriosamente accattivante, simile alle energie creative racchiuse nelle gestualità propositive condensanti, rafforzative dei linguaggi verbali del popolo mediterraneo che, concretizzatesi in opere, anziché trovare spazi idonei alla loro valorizzazione cozzano contro muri di gomma eretti dell'establishment. Una sorta di trincea che non lascia passare gli “estranei” e quanti potrebbero minare il potere acquisito dopo estenuanti servili attese e relativi sacrifici intellettualmente discutibili.

Non si tratta di dialettica o confronto alla pari. Quando si parla di arte visiva si ha la sensazione di parlare al vento. Sembra di essere in un campo di battaglia, perennemente in guerra. E' qualcosa simile all'ostracismo. sentimento nefasto che, non solo in Calabria, domina il campo della cultura al pari se non peggio di biechi affari. D'altronde si è visto come la cultura è trasformata in mangiatoia dagli operatori scaltri. E pensare che, appunto, in quei remoti anni '70 l'arte, la cultura la immaginavamo al riparo dalle meschinità. Per noi rappresentava l'area in cui ogni azione doveva essere valutata e finalizzata in funzione dell'emancipazione collettiva. Azione sinergica, quest'ultima, che potrebbe apportare nella collettività profitti inimmaginabili, quantificabili in immensi tesori economico-culturali. Insomma, una vecchia storia di  fantastica frontiera fatta di beni immateriali e profitti economici, se surrogata da sincere personalità esperte e imparziali, lontane dalle logiche dei poteri o sottomesse alle leggi delle cricche infestanti, lobby nocive per la Cultura.

martedì 20 maggio 2014

Italia > Europa 2014, che aria tira?

"come pietre" gent.le conc.ne M. Iannino

Parole come pietre. Tra stracci che volano, ruberie e denunce si corre per l'Europa. Sono queste le persone giuste? Si sacrificano per noi o c'è dell'altro?


È difficile, se non impossibile, lasciarsi prendere dal clima elettorale e parteggiare. Il clima è incandescente e i leader delle tre forze maggiori, pd, pdl e m5s, si lanciano accuse al vetriolo. Volano stracci sporchi, molto sporchi! E non è necessario avere la puzza sotto il naso per dissentire da certe affermazioni velenose e cattive.
Ma cerchiamo di stare ai fatti!

Ieri sera, con molta professionalità la giornalista Milena Gabanelli, insieme al suo team, ha fatto il punto della situazione sull'eredità immobiliare della DC. Tra intrallazzi e giri di parole è venuto fuori un quadro allarmante. Da nord a sud sembra che tutti abbiano escogitato qualche stratagemma per appropriarsi delle sedi dell'ex partito democristiano.

Qualcuno degli ex dirigenti è sembrato cadere dalle nuvole e qualcun altro ha parlato di “sacrificio” personale nell'intestarsi l'immobile che un tempo era sede di partito comprata e manutenuta coi soldi dei tesserati e dello Stato vedi alla voce finanziamento pubblico ai partiti.
La tresca, come ha affermato uno dei dirigenti intervistati, è stata necessaria per non pagare i creditori. NON PAGARE I CREDITORI?!

La Gabanelli, ha sì aperto una scatola con tantissimi doppifondi. Una di quelle scatole cinesi che lasciano intendere, a chi vuole intendere, di che stoffa sono fatti i vari dirigenti politici italiani e quindi il naturale, conseguenziale, epilogo a cui è destinata la Nazione diretta da simili soggetti.
Cioè, qua, comunque la si possa pensare, il giornalismo è notizia, apertura mentale che fa crescere!

Altra cosa sono i talk show giornalistici che non intendono guastarsela con l'ospite allorché è un leader pesante e gli si affiancano, a latere, seduti, per via della spending review(così dice Myrta), su due poltrone rosse e scomode, dei giornalisti timorosi.

Come altro definire dei giornalisti loquaci e critici, agguerriti e determinati nei confronti di Grillo o Renzi ma muti e ossequiosi al cospetto del Nonno che racconta le prodezze del nipotino seduttore?

Però, in un impeto di giornalismo puro, qualcuno ha osato ricordare i lunghi anni di governo e le delusioni per le promesse non mantenute agli elettori ma non le cazzate fatte ad personam.

Questo secondo modo d'intendere il confronto politico potrebbe essere nell'ordine delle cose se fossimo nel bar del quartiere a discutere di calcio e politica....

A proposito, chi consiglia Berlusconi di portarsi dietro quei fogli bianchi e sventolarli in faccia a chicchessia? È forse una nuova strategia mediatica gestuale?

Nel frattempo, mentre i ciuchi litigano le otri si squassano

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