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giovedì 20 ottobre 2022

Calabria, un salto nella bellezza

 



"Parco archeo Scolacium,
Roccelletta di Borgia, cz"

La conoscenza aiuta a comprendere le esigenze degli altri.

L'esperienza diretta dei bisogni vitali è la pietra d'angolo di ogni edificazione sociale mirata alla soluzione empatica dei problemi che attanagliano gran parte dei popoli.

La bellezza si manifesta nella sua abbagliante totalità attraverso gli occhi ingenui dei bambini. Di tutti i bambini, anche di quelli che hanno superato anagraficamente l'età della pubertà.

"parco archeo scolacium
roccelletta di Borgia, cz

Osservare ciò che ci circonda, serenamente,  rigenerare membra e spirito affacciati sulle bellezze naturali di luoghi resi incantevoli dalle divinità che governano il territorio Calabrese è un privilegio.

"Panorama, promontorio di Montauro-Stalettì, Cz"


Privilegio non esclusivo o riservato a pochi intimi predatori, giacché madre natura non pone confini geografici ma barriere architettoniche superabili dell'intelligenza umana, ecco l'offerta paradisiaca che quotidianamente, noi itali, bretti, enotri o  come dire si voglia, condividiamo:

"Golfo di Squillace, Scogliera di Cassiodoro"


venerdì 6 marzo 2020

Incontri che valgono una vita

È stato un incontro fortuito quello con Michelangelo Pistoletto.


Lo vidi tra le macerie della “roccelletta” di Borgia, all'inizio credetti che fosse una replica dei totem disseminati lungo il percorso pedonabile delle sue installazioni posizionate tra i reperti storici del parco archeologico Scolacium”.  Cappello bianco. Camicia e pantaloni bianchi. Sguardo stanco.

Mi avvicinai ed era come vederlo allo specchio. Solo che il suo doppio non era riflesso ma stampato ad altezza naturale e poggiato al muro della vecchia abitazione baronale. E poi, il Maestro in carne e ossa!
Che ancora stava osservando i lavori disseminati per dare le ultime indicazioni, mi tese la mano e, dialogò con me affabilmente:

“Tutti gli specchi sono connessi, rotti o intatti che siano, così come gli umani hanno lo stesso Dna. (...) Vedo la società come uno specchio rotto. La distruzione dello specchio è l’interconnessione del mondo: ogni frammento conserva le medesime proprietà riflettenti dello specchio intero. (…) Quello che vediamo nello specchio non può essere falsificato.”

...tra gli opposti sta la virtù, credo sia questo il messaggio insito nel "terzo paradiso"...

mercoledì 14 giugno 2017

Calabria, Arte e politica del territorio

Tra manufatti archeologici e contemporanei a ben guardare, la Bellezza della Catanzaro colta e propositiva è in pericolo!

Mi spiego meglio.

Il parco della biodiversità prende il posto della selva che una volta era spazio didattico per gli studenti della scuola agraria catanzarese. Fino a quando, Michele Traversa, presidente della provincia di Catanzaro, non attuò un progetto studiato da un gruppo di giovani architetti catanzaresi, così ricordano alcuni.

Adesso è un giardino botanico, grazie a lui! Con ampi spazi curati in cui vi sono giochi per bambini e opere d'arte di noti artisti contemporanei.
E fin qui niente di cattivo, anzi.
Gli spazi si prestano ad accogliere prodotti dell'intelletto e altro.

Possiamo addivenire, in sintesi, che il luogo, data l'affluenza variegata dei visitatori, è un'ottima vetrina.
Chi fa jogging o passeggia coi bambini, il cane, oppure è lì da turista apprezza il paesaggio e l'arredo. L'affluenza giornaliera è considerevole!
Quindi, quale vetrina migliore per veicolare Bellezza e pensieri positivi?

Recentemente una barriera s'impone lungo il percorso. È un muro di sacchi che ospita “il giardino delle muse silenti”. Secondo le intenzioni degli organizzatori questa trincea dovrebbe indurre i visitatori a recarsi nelle altre aree interessate dall'evento artistico: marca, musmi e scolacium il parco archeologico di Roccelletta di Borgia, nei pressi di Catanzaro lido.



Non me ne vogliano gli organizzatori dell'evento.
Il suggerimento può andare bene per il musmi che si trova nella medesima area all'interno del parco cittadino, e forse anche per il marca situato giù all'imbocco del ponte Morandi, ma risulta improbabile, data la distanza e la poca entusiastica voglia di esplorare i resti della magna graecia degli abituali avventori, di una discesa scientificamente mirata a Scolacium.

Scolacium è un'area mitologica in antitesi con i modernismi forzati e fuorvianti d'improbabili installazioni pilotate e anche con le passeggiate di mamme e nonni con prole o cani al seguito.

Il parco della Roccelletta dovrebbe vivere di luce propria come accade per Pompei o Roma, con il turismo culturale che prende d'assalto i Fori Imperiali, e il Colosseo.

In Calabria c'è la stessa atmosfera che si vive nella Valle dei Templi ad Agrigento.
Nel parco archeologico la matrice è analoga; ci sono tracce della storia greca, bizantina e romana, tutte civiltà che invasero e imposero nuove conoscenze e stili di vita! C'è Pathos. C'è mitologia.

Antico e moderno sono mondi differenti che possono interagire culturalmente, e che, con le dovute cautele citazionistiche, simili a due rette parallele, potenziali binari della macchina definita 'accoglienza culturale' di un territorio storicamente ricco di mitologica bellezza, tempi storici che possono fare la differenza e creare anche quel benessere agognato e sbandierato dalla politica.
Progetti che non si possono improvvisare e nemmeno programmare a spizzichi e bottoni secondo personalissime convinzioni.

Detto ciò, si apprezza il tentativo e il coinvolgimento di quanti hanno preso parte alla realizzazione dell'attuale progetto.

sabato 6 settembre 2014

Se anche i bagnini fossero dei promotori culturali

Calabria. Ieri e oggi. Storia. Turismo. Luoghi

La ripresa economica in Italia non c'è. E, diciamo la verità, non c'è neanche nel resto d'Europa.

Il boom economico è imploso con l'avvento della politica dell'euro che ha l'assurda, prepotente tendenza di rimettere i conti in ordine laddove la classe politica (che ha consentito ai meno abbienti di coltivare il miraggio dell'uguaglianza e dei diritti allo studio e al lavoro) ha elargito costantemente nel tempo risorse pubbliche in cambio di lavoro e voti.

Il tanto auspicato boom culturale non c'è mai stato. E chi ha ancora qualche soldo da spendere cerca su internet le offerte migliori per fare un fine settimana a prezzi da grandi saldi nei bed & breakfast, negli agriturismo e negli alberghi che, in funzione della crisi, abbattono i prezzi e anche i servizi.

In certi ambienti, gli operatori turistici sono talmente depressi da limitare consigli e suggerimenti ai villeggianti. Capita, quindi, non di rado, di sentire gigantesche corbellerie svolazzare tra gli ombrelloni che, ignoranza a parte, fanno sprofondare ulteriormente l'economia del territorio.

vasche di Cassiodoro. Scorcio, ph dai ruderi della chiesetta di S. Martino, Stalettì, Caminia

Nonostante la letteratura classica e turistica esistente sulle coste calabresi, per esempio, può capitare di sentire argomentare negativamente, con sufficiente apatia, il noleggio di un pedalò o la gita in barca nel golfo di Squillace perché, secondo la villeggiante “non c'è niente da vedere”.

“Non c'è una scogliera. Non ci sono cose da vedere. Non ci sono piattaforme con giochi in mare”.

È vero!, non ci sono giochi in mare ma la signora non sa, e forse non lo saprà mai, di avere fatto perdere al figlioletto un'escursione che, accompagnato da un operatore turistico ben documentato, gli avrebbe fatto vivere mille emozioni e lo avrebbe arricchito culturalmente.

E, rimanendo nella quotidianità del turismo di massa, la signora mamma ha negato al figlioletto la possibilità di stupirsi per i panorami a strapiombo sul mare, scialarsi nel fare il bagno nelle acque cristalline della scogliera dove Cassiodoro praticò il primo allevamento di acquacoltura per sfamare i monaci e gli studenti del Vivariense, prima università europea istituita proprio nella terra dei Bruzi.

Scogli contro i quali s'infransero le navi di Ulisse per risalire, in un secondo tempo, un po' più su, nella terra ferma, dove Ulisse e i suoi marinai costruirono un villaggio con i resti delle navi e vedere un sovrapporsi di popoli e storia nel parco archeologico Scolacium.

Ma non è mai troppo tardi. Confidiamo in un futuro prossimo migliore.

mercoledì 18 luglio 2012

Calabria e Sicilia, stesso destino?

Tra i temi caldi del Paese non può esserci attenzione verso una corretta collocazione di assemblaggi e installazioni coreografici anche se le operazioni in questione interessano un terreno definito “archeologico” perché esistono leggi precise a tutela dei reperti storici e archeologici nazionali che i dirigenti politici e i tecnici preposti al mantenimento e alla conservazione del vasto campo della “cultura tramandata” dovrebbero conoscere e attuare.

Purtroppo, in Calabria, per alcuni, la parola cultura è un fonema astratto da riempire, contaminare e surrogare linguisticamente con citazioni trofei e medaglie naif.

Le contaminazioni pacchiane, “caldamente appoggiate da qualcuno”, stando a quanto divulgato dai media, anche quest'anno andranno ad invadere l'area del Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia, col benestare della compiaciuta Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro e dei tecnici che gestiscono il MARCA.

E poiché il Bel Paese è un luogo di amici, (cosa che Vittorio Sgarbi ha capito benissimo tant'è che la sua biennale veneziana del 2011, dal titolo chiarificatore “l'arte non è cosa nostra”, che sommava alla artigianalità più o meno eccelsa e qualche sprazzo di creatività alla vanagloria dei raccomandati e dei loro padrini, è stata una mossa da ascrivere ad un grande artista DADA).

La raccomandazione in Italia è come l'ossigeno, chi non ce l'ha se la cerca! E non fa niente se ad emergere è una rapa, tanto meglio, si presterà senza remore a operazioni rampanti! Purché ci siano fama e denari!

Venghino siori e siore venghino:

“Dopo il successo ottenuto al Grand Palais di Parigi in occasione di Monumenta 2012 (oltre 300 mila spettatori), Daniel Buren approda al Parco Archeologico di Scolacium come protagonista di Intersezioni 2012. L'attesa rassegna, giunta alla settima edizione, tra gli appuntamenti culturali più importanti della stagione estiva, si caratterizza quest'anno per l'inedito progetto del maestro francese che ha voluto intervenire all'interno del Parco di Scolacium con cinque grandiose installazioni concepite specificatamente per il luogo consentendone una rinnovata lettura.”
E non finisce qui!
“Come nelle precedenti edizioni, il progetto continua al museo MARCA di Catanzaro sotto la cura di Alberto Fiz, Direttore Artistico del MARCA.”

martedì 30 agosto 2011

Archeologia, questo non è un aratro

Oltre lo steccato e le fazioni. 


Suggerimenti gratuiti per migliorare l’esistente.



aore12
QUESTO NON è UN ARATRO!

Qualcosa non ha funzionato nell’evoluzione della specie e la passività con la quale gli eventi sono messi in campo e accettati dalla massa, allorché investe i sensi in sintonia con una prassi ben consolidata, prende allo stomaco oppure suggerisce ipotetiche possibilità per accrescere gli averi personali, dimostra il declino culturale in cui versiamo.

aore12Certo, la politica, poiché espressione alta nella gestione del sociale, ha la sua dose di responsabilità in merito agli ordinamenti divulgati e acquisiti dalle giovani generazioni. In effetti, sembra che il sociale si divida in campi netti; società, rapporti interpersonali, filosofie di vita sono vissuti in funzione di progetti che ne identificano l’appartenenza: da una parte i guelfi e dall’altra i ghibellini.

Non sono ammesse varianti!, chi canta fuori dal coro è ritenuto nemico della fazione, anche se la sua voce critica suggerisce possibili scenari innovativi e magari vantaggiosi per entrambe le parti. Ciò dipende dal fatto che spesso ci s’innamora delle proprie idee ma anche perché, accettare pensieri altrui, significa per alcuni soccombere, non avere peso specifico in quel determinato campo, insomma, perdere credito e di conseguenza potere e denaro nel caso si tratti di gestione economica di eventi culturali o folkloristici.

È anche vero che la grande industria del business, le multinazionali, le banche hanno indotto i popoli ad economia avanzata a consumare sempre di più inventando nuovi prodotti e nuove forme di crediti personalizzati per acquisirli. Anche l’oggetto artistico entra nel mercato economico e si trasforma in bene rifugio al pari dei gioielli o dell’oro prescindendo dal suo reale valore poetico e intellettuale.

Oggi chiunque può essere innalzato a grande artista da qualche potente lobby che vuole speculare sulle debolezze umane.

E' sufficiente un poco di maestria e un pizzico di talento guidate da un suggeritore attento agli umori contemporanei e alle propensioni di chi governa i territori.
Un signore con staff a seguito che prepara pacchetti e li propina in tutte le salse, sicuro di non essere contestato o incoraggiato a fare meglio perché l’ignoranza impera ovunque. La superficialità con la quale sono sviluppati e paracadutati determinati eventi danneggia l’evoluzione culturale delle generazioni non avvezze alla riflessione perché figli del tempo veloce e del fast food.

aore12A tal proposito, già ci siamo espressi ma poiché le risposte sono state evasive e a volte impertinenti, repetita iuvant, chiediamo a chi gestisce gli eventi culturali denominati “intersezioni” nel parco archeologico di Scolacium e il “marca”, sovrintendenza ai beni culturali e archeologici della Calabria, teorici dell’arte, amministratori locali, fondazioni che sponsorizzano le contaminazioni del sito archeologico di Roccelletta di Borgia durante le vacanze estive con opere prevaricanti per la cui stabilità si deve necessariamente intervenire sull’esistente,

perché installare le pur pregevoli monumentali concretizzazioni contemporanee sui resti inibiti per antonomasia al leggero calpestìo dei visitatori e non porli, invece di fianco alla storia così da sviluppare un percorso che interagisce ma non compromette il foro romano, l’anfiteatro, il teatro e la basilica di santa Maria della Roccella?

domenica 7 agosto 2011

Santa Maria della Roccella, fonti storiche


In merito alle tante dissertazioni sui resti di Santa Maria della Roccella, le tesi, per assumere credibilità devono essere suffragate da notizie certe.

Sulla base dei pochi documenti rintracciati, è comunque possibile sviluppare una ricostruzione esplicativa.

Il più antico documento che menziona l’impianto sacro risale al 1094; si tratta di un privilegio del 22 giugno col quale il conte Ruggero concede alcuni beni fondiari all'abate del monastero Hieronimo “Beatae Mariae de Rokella apud Palaepolim”.  E, l’esistenza di resti archeologici nelle vicinanze del tempio rendono verosimili i luoghi citati con l’area romana di Scolacium.
©archivio M.Iannino
In un documento successivo, datato 1096, Ruggero nomina vescovo Giovanni di Niceforo, che cita tra i beni destinati alla diocesi una “abatia Sanctae Mariae de Roccella" e avvalora quello precedente.
Solo nell’atto notarile del 17 febbraio 1469 si apprende che l’edificio è privo di copertura.
Precedentemente, la copertura dell’edificio, in riferimento a quelle costantinopolitane del X secolo, era costituita sui cori da volte a botte terminanti nei semicatini absidali; da volte a crociera senza nervature sul presbitero e sul transetto, mentre sulla navata, un tetto ligneo a vista.

In un’incisione di Chatelet che correda il Voyage pittoresque di Saint-Non vi è la testimonianza visiva dell’insieme della chiesa prima del crollo a seguito del terremoto del 1783.
Nel 1867 l’edificio passa allo Stato; nel 1869 ai privati e oggi è dichiarato monumento storico nel Parco Nazionale Archeologico dello Stato.

Un restauro brutale, a cura di Abatino e Galli, consolidò con muratura gli incassi angolari dei piloni inglobando le colonne marmoree, in corrispondenza dell’arco di accesso all'ultima campata del coro, visibili in una fotografia pubblicata da Bottari. Inoltre, sempre gli architetti in questione crearono in facciata un’apertura ellittica che non esisteva prima del restauro; i tecnici intervennero anche sul basamento absidale, il portale settentrionale e ripresero in più punti la muratura delle cortine.



Parco archeologico Scolacium, sulle orme dei padri

visione divulgazione e analisi dei saperi

La basilica bizantina dedicata a Santa Maria della Roccella ha mai avuto un tetto?
Considerando la natura architettonica dell’impianto monumentale della basilica di Santa Maria della Roccella edificata presumibilmente nel X, XI secolo nell’area del parco archeologico di Roccelletta di Borgia, il devastante terremoto del 1783, le ruberie e i prelievi operati nel tempo per realizzare nuove costruzioni dagli abitanti locali, con molte probabilità, contrariamente a quanto scritto in alcune guide turistiche o detto da eminenti professori e tra questi Prosperetti che ha sollevato dei dubbi in seno alla presentazione di "intersezioni 6" che quest'anno ospita Mauro Staccioli, a mio modesto parere, la basilica è stata teatro e luogo di culto prima del disfacimento.
L’abside da sola è la risultante di una tecnica costruttiva evoluta che assomma all’architettura bizantina lo studio della propagazione dei suoni. Infatti, l’acustica della basilica è eccezionale grazie alla struttura in mattoni rossi che, chiudendo a cupola, trasforma l’abside in una gigantesca e sofisticata cassa armonica.
aore12blogAltro elemento da contestualizzare nel tentativo di una pur minima analisi in virtù dell’esistente riguarda il tetto della basilica, che secondo alcuni pare non sia mai stato completato a dispetto di quanto si evidenzia dalla lettura delle particolari attenzioni usate nelle rifiniture dei cornicioni, delle pareti e dei resti a testimonianza di una manifattura povera ma ingegnosa.
Il tetto, seguendo la morfologia strutturale potrebbe essere stato costruito con capriate di legno e coperto con tegole di terracotta reperibili in loco, piuttosto che con cupolette simili a quelle della Cattolica di Stilo, edificata anch’essa nello stesso periodo storico ma con misure modestissime rispetto alla basilica di Roccelletta di Borgia.

venerdì 5 agosto 2011

kiteserfing nel golfo sulle tracce di Ulisse

Kiteserfing nel golfo sulle tracce di Ulisse.
La punta di Stalettì è una scogliera affascinante ricca di storie e leggende. Alcune di queste narrano di amori, altre di monachesimo e misticismo, luogo di preghiera e lavoro amanuense, quindi trascrizioni e traduzione di testi antichi ad opera dei seguaci di Cassiodoro, il quale, ritiratosi dalla vita politica che lo vide impegnato nella difficilissima trattativa tra la cultura romana che aveva governato le terre bruzie ormai sottomessa ai goti vincitori con Teodorico e dominatori del nuovo impero e del popolo calabrese intorno al 580.
Ancora oggi si possono ammirare le grotte scavate nel costone roccioso dai monaci e usate per i ritiri spirituali; le vasche, progettate da Cassiodoro per i primi allevamenti di acquacultura marina; la grotta paleolitica di S. Gregorio, nome mutuato dal santo patrono di Stalettì.

Le vasche di Cassiodoro sono la dimostrazione concreta dell'ingegno umano, oggi diremmo, ecocompatibile perché usa le forze della natura per trarre sostentamento in maniera indolore; difatti, i pesci trasportati dall'alta marea  intrappolati tra gli scogli appena modificati dalla mano dell'uomo, servivano non solo per sfamare i monaci del monastero Vivariensis ma anche per studi e ricerche ittiche così da miglirare la qualità della vita.

La scogliera di Stalettì è situata nel bel mezzo golfo di Squillace tra Isola Capo Rizzuto e Punta Stilo.
La leggenda vuole che qui Ulisse naufraga rovinosamente a causa degli scogli semisommmersi e trascinato dalle correnti approda con le navi semidistrutte sulla spiaggia dell'odierna Roccelletta. A pochi metri dalla spiaggia, Ulisse, con i resti delle navi costruisce le prime baracche dove si rifuggia insieme ai suoi uomini. Ben presto le baracche sono soppiantate dagli edifici e danno corpo alla prima Skilletion, poi Scolacium. Nel parco archeologico di Roccelletta di Borgia sono visibili: il foro romano, l'anfiteatro, il teatro di epoca romana ed i resti della basilica bizantina di Santa Maria della Roccella.

Insomma, in pochi kmquadrati la storia di più civiltà apre i suoi tesori al turista contemporaneo.

Per visitare i luoghi descritti brevemente come promemoria per i lettori, lo staff “Porto Rhoca” mette a disposizione professionalità d'eccellenza, ragazzi sempre pronti ad assistere gli ospiti del villaggio residence situato nel comune di Squillace a pochissima distanza dai luoghi citati.
Oltre alle escursioni culturali sono consigliate quelle in windsurf, kiteserf, wakeboard, sci nautico, barca a vela per sostare tra gli scogli e dedicarsi al relax della pesca amatoriale con canna o subacquea.
Gli assistenti del “porto rhoca beach” porteranno quanti interessati a seguire da vicino le tracce di Ulisse tra le calle e gli scogli che ne hanno decretato il soggiorno, passando per le vasche di Copanello dal sapore storico cassiodoreo.

©arch.M.Iannino
© by mario iannino, riproduzione vietata.

mercoledì 20 luglio 2011

incontri estivi tra Catanzaro e Soverato

Appuntamenti estivi tra Catanzaro e Soverato

aore12È trascorso un anno e la storia si ripete: sotto gli occhi dei pochissimi visitatori attenti perché appassionati di storia antica una regia composta da dotti studiosi ha posto una serie di “colti ostacoli” lungo il percorso della storia riportata alla luce e disseminata tra i ciottoli del parco archeologico Scolacium con l'intenzione di sottolinearne la creatività dei gesti attraverso la commistione dei saperi e far convivere l'esistenza dell'uomo sviluppatasi nel corso dei secoli.

Sempre gli studiosi e in special modo gli archeologi hanno fatto proseliti e imbastito convegni per dimostrare al mondo intero l'importanza dei ritrovamenti avvenuti nell'ex tenuta Mazza situata in località Roccelletta di Borgia. 
Tant'è che la sovrintendenza per tutelarne la sacralità ha preso possesso del sito nella sua interezza e adibito l'antico caseggiato baronale con annessi corte pertinenze frantoio e cantine in spazi museali e uffici pubblici.

Dall'entrata in vigore della normativa che eleva l'agro in territorio protetto dall'istituzione sono trascorsi circa 40 anni ed a parte queste ultime “innovazioni” denominate “intersezioni” dallo staff tecnico composto da illustri critici e politici niente è stato fatto per rinvenire ulteriori testimonianze storiche.

Intanto a ridosso delle mura della Basilica bizantina di Santa Maria della Roccella, sempre nell'area del parco Scolacium, si perpetua nel periodo estivo con cadenza annuale una sorta di teatro di nicchia e musica colte.

Queste le attrazioni culturali più importanti nella provincia di Catanzaro.
Una pagina a parte riempie l'appuntamento estivo del premio Film festival di Soverato che mediante il prodotto cinematografico e quanto ruota attorno ad esso valorizza la città jonica calabrese lontano dalle azioni inquinanti di cui è pieno il baraccone che tutti gli anni approda sulle antiche terre cantate da Omero e accolsero Ulisse e i suoi compagni naufraghi.

domenica 17 luglio 2011

intersezioni 6 e le dissacrazioni della memoria

Parco Scolacium, effimere contaminazioni postmoderne dissacrano i luoghi della memoria.

L'interesse privato opprime e annulla quello pubblico. Lo si evince dalla vita vissuta nella quotidianità; dalle scelte operate per la comunità ma che di fatto mettono in primo piano interessi di quartiere e personali.

Le organizzazioni no profit, culturali, sociali, politiche, fioriscono di giorno in giorno.
Ognuna lotta per tutelare il consumatore finale, i soggetti svantaggiati, i luoghi della memoria, quindi, la storia e le origini del fare creativo. Una vera guerra! Che vede coinvolti cittadini più o meno coscienti, fiduciosi, comunque, in ciò che dicono i leader dei movimenti d'appartenenza più qualificati e presenti nei mass media. Inutile ricordare l'effetto convincente che ha il buon oratore sulle masse; corre l'obbligo, però, rammentare il peccato d'omissione perpetrato dai colti oratori specie nei campi dei linguaggi ostici ai più prima di accennare brevemente a quello che sembra essere un evento indolore:

Nel parco archeologico della Roccelletta di Borgia, a due passi da Catanzaro, da anni si susseguono operazioni che lasciano non poche perplessità.

Sconcerti e dubbi che nascono dalla considerazione spontanea dei visitatori allorché si trovano dinnanzi a una commistione storicamente rabberciata tra il sacro e il profano, tra il manufatto antico, classico e contemporaneo, ma forse è meglio dire tra due differenti sacralità che hanno tempi e concezioni intellettuali differenti.

La sacralità del luogo storico non ancora portato alla luce del tutto è contagiata, anzi oppressa dalla conflittualità linguistica contemporanea di valenti artisti che non propongono ma impongono, pilotati dai curatori, i rispettivi giganteschi giochi creativi.

Le ciclopiche misure annichiliscono le anime pulsanti dei siti archeologici e sembrano volere sottomettere quella che fu l'origine della cultura e le conseguenziali fasi della crescita sociale che pone le origini nella civiltà bretta, greca, romanica, bizantina.

In simili circostanze, deturpamento a parte, non c'è confronto dialettico, c'è solo indignazione per la profanazione.
Per intenderci: proviamo a pensare la stessa operazione in luoghi come il Colosseo, gli scavi di Pompei o tra i templi di Agrigento dove ogni pietra narra una storia interrotta materialmente dalle intromissioni barbariche caricate d'inutili quanto dannosi concettualismi elaborati ad hoc.  

martedì 12 luglio 2011

dolorose penetrazioni nel parco archeologico

Mauro Staccioli ha un curriculum di tutto rispetto. Basta navigare e aprire il suo sito per avere contezza della sua attività. Nasce nel 1937 a Volterra e si diploma all’Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna e insegna nella provincia di Cagliari; qui fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Tre anni dopo si trasferisce prima a Lodi e successivamente a Milano dove assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e successivamente del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante.
Nel 1972 matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella sua città natale, Volterra. Sempre dal suo sito apprendiamo che: Staccioli ricerca e genera una “scultura-segno” che nasce dall’attenta osservazione di uno spazio  fisico specifico. L'osservatore si pone davanti ai luoghi come il neofita che intende scoprire nuove frontiere sacrali. Osserva in religioso silenzio sottolineandone le caratteristiche alterandone la consueta percezione così da suscitare domande e  invogliare se stesso e gli altri a trovare possibili risposte. 
Dalla mostra del 1972 prende corpo la manifestazione Volterra ’73 curata da Enrico Crispolti e sancisce l’inizio di un nuovo modo di intendere la scultura che trova completa espressione nella mostra Lettura di un ambiente - realizzata a Vigevano nel 1977 - e, nel titolo stesso, ne formula il principio.

Dopo una serie di mostre, organizzate in gallerie e spazi milanesi (Studio Sant’Andrea, Studio Marconi, Galleria Bocchi) arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia ponendosi quale segno critico e provocatorio. 
L’artista sviluppa un linguaggio immediato, caratterizzato da una geometria essenziale e dall'uso di materiali semplici come il cemento e il ferro.
Non male come percorso artistico sviluppato e collocato in luoghi consoni.

Quello che lascia un po' perplessi è il metodo con il quale sono state fissate le gigantesche
aore12
composizioni in ferro e cemento in un luogo che porta addosso i segni delle intemperie e degli anni. Tanto per capirci: le mura, anzi quel che resta della basilica di Santa Maria, presentano lesioni trasversali importanti; ciononostante un enorme trave triangolare penetra l'ovale della finestra e va a posarsi nel bel mezzo della cattedrale. 
Osceno!, quasi quanto la violenza usata sugli indifesi. Struttura che diventa Fallo profanatore nella sua staticità pavida piuttosto che ago di meridiana posto a misurare il tempo che scorre. 

Ovviamente, la sola colpa dell'artista (se proprio dobbiamo appioppargliene una) consiste nell'avere installato le sue creazioni in siti che necessitano di cure particolari per essere preservate dalle intemperie e dall'incuria dei vandali.

Per il resto invito quanti amano la storia dei popoli e le loro origini di recarsi nel parco archeologico Scolacium, in Roccelletta di Borgia, per avere contezza della valenza artistica di Staccioli e l'insipienza di quanti hanno pensato e organizzato gli eventi etichettati “Intersezioni”.
Questa è la sesta edizione di “Intersezioni”; che tradotta in soldoni significa una fiumara di denaro pubblico erogato per il territorio ma che, purtroppo, vista la scarsa affluenza e l'esiguo giro di soldi per l'economia locale sembra essere stato speso invano. Solitamente, dopo il primo flop, la gente normale tituba un po' prima di fare il secondo, ma qui siamo ormai al numero 6.
A quale numero intersecante dobbiamo arrivare per non vedere oltraggiato fino all'inverosimile un sito archeologico con radici magnogreche, bizantine, romane, che necessita di interventi seri e mirati come scavi e consolidamenti per poter continuare a testimoniare le origini della cultura

martedì 1 marzo 2011

verità contemporanee e sprono nell'azione degli artisti


©archivio iannino
installazione di Michelangelo Pistoletto al parco archeologico "Scolacium" roccelletta di borgia, catanzaro

Nelle anime sensibili arde il fuoco sacro della donazione. La donazione dispensatrice di gesti formali e informali tesi ad accomunare gli esseri. Inutile buttare la cenere dell’oblio sulle sensibilità con l’intento di sopire le forze vitali della creazione propositiva perché se pur sommerse le fiammelle silenti dell’amore continuano a produrre pensieri azione che gli artisti sono testimoni e guardiani assidui, divulgano. L’azione artistica rimane indelebile e sopravvive alla distruzione materiale dell’opera stessa.
Michelangelo Pistoletto, nell’ambito della biennale di Venezia del 2003 presenta “love difference” amare le differenze. Pensiero semplice in sé ma complesso se rapportato agli egoismi contemporanei e no. L’uomo se preso singolarmente forse riesce a esprimere bontà, altruismo e amore. Concetti inariditi dalla condotta consumistica di una società contemporanea drogata dai mercati e dalle banche. Ciononostante, Pistoletto si sofferma su certi aspetti fondamentali dell’essere umano e li propone sottoforma di un grande tavolo specchiante che riproduce, nella forma, il bacino del mare mediterraneo e quindi le coste dell’Africa e dell’Europa e, attorno, le sedie provenienti dai paesi bagnati dal mare nostrum. nelle intenzioni dell’artista, è chiaro il concetto della comunione e la comprensione delle culture differenti tra terre lontane impregnate di religioni, lingue e visioni diverse.

Mai come adesso l’azione culturale di Michelangelo Pistoletto è attuale nel rispecchiare i problemi dell’universalità dell’arte che anticipa e denuncia conflitti terribili come quelli tra il tiranno Gheddafi e il popolo libanese e il ritardo politico delle nazioni democratiche trattenute da interessi economici ed energetici.

Per maggiori informazioni su Love Difference si rimanda a www.lovedifference.org
“Love Difference è un nome, uno slogan, un annuncio programmatico. Il movimento unisce l'universalità dell'arte all'idea di transnazionalità politica e focalizza la sua attività nell'area mediterranea in quanto in essa si rispecchiano i problemi della società globale. Da una parte la differenza tra etnie, religioni e culture è, oggi, causa di terribili conflitti; dall'altra vi è una drammatica situazione prodotta dalla supremazia dei poteri che producono l'uniformità e il livellamento delle differenze”.

sabato 24 luglio 2010

l'ellisse di Michelangelo Pistoletto anima Scolacium

aore12

L’ellisse di Michelangelo Pistoletto:

Energie Vitali nella gestualità minimalista di Pistoletto al parco archeologico Scolacium, in Calabria.

L’ellisse è la linea portante del lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto. Il gesto sinuoso oltrepassa il dato materico e conduce la mente degli interlocutori in luoghi noti, familiari, popolati da nenie. Filastrocche e ninnananne nostrane spesso dimenticate; sotterrate dal frastuono mediatico della modernità e dai falsi ideali, riaffiorano dal profondo e riconducono gli uomini al gioco creativo: alla procreazione! Ma anche ai nove mesi formativi; alla gestazione, alla vita indotta, dipendente. Dove vivere aore12o morire sono variabili indipendenti dalla volontà del nascituro.

Gli attori del mondo, davanti al movimento ondulatorio ancestrale dei corpi plastici, plasmati dal fare propositivo dell’artista, proseguono idealmente le linee e i movimenti che Pistoletto ha imposto alla materia e s’immedesimano nell’avvitamento catartico, penetrano la materia consunta dal tempo e rinascono, questa la speranza, a nuova vita. Benché tronche, le sculture installate nell’anfiteatro, irradiano forza. La spirale dinamica sprigiona energie vitali. Energie permeanti che attraversano i corpi li unificano e indicano la via per il terzo paradiso: il gioco della procreazione, la catarsi, il pensiero propositivo: l’arte!aore12
Il gioco creativo è di per sé catarsi; stato mentale superiore.

L’azione catartica dell’artista feconda menti e materia, invoglia all’osservazione riflessiva. Invita all’accoglienza, all’apertura mentale. A farsi opera degna di tale concetto a trasformarsi; a trasformare gli eventi, i cattivi maestri e i loro falsi, velenosi concetti ideologici che, digeriti e fatti propri dalle masse, avvelenano i rapporti interpersonali, generano odio, morte e distruzione.

Insomma, in sintonia con quanto suggerito dai Maestri di Vita, l’invito dell’artista consiste nel modificare il proprio dna e quello sociale, estirpare gli “ismi”, isolarsi dal frastuono del mondo, concentrarsi sul terzo occhio e camminare lungo la via maestra che conduce all’introspezione e, chissà, forse al terzo paradiso!

(mario iannino)

venerdì 23 luglio 2010

Incontro

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Michelangelo Pistoletto nell'area archeologica scolacium in Calabria




“siamo tutti locali”

Michelangelo Pistoletto è in Calabria. Cura gli ultimi particolari delle sue installazioni nel parco archeologico Scolacium, alle porte di Catanzaro lido, lungo la ss 106 per l’inaugurazione del 25 luglio 2010.

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mario iannino e michelangelo pistoletto
L’area archeologica che ospita le opere minimaliste del maestro è situata nel territorio di Roccelletta di Borgia, un antico borgo baronale coltivato a uliveti e nei caseggiati, ex sedi abitative e di antichi mestieri, sono ubicati uffici pubblici e spazi espositivi.
Ma, gli allestimenti importanti sono disseminati tra le rovine storiche; tra gli ulivi i reperti archeologici e le mura della cattedrale normanna dedicata a Santa Maria.

aore12Le opere, collocate sui resti di antichità greco normanne romane che stanno rivedendo la luce lentamente grazie anche al connubio tra arte contemporanea e manufatti antichi, e gli artisti contemporanei animano i luoghi, annullano le distanze epocali grazie, appunto, ai linguaggi dell’arte che rende attuali e contestualizza i percorsi storici di antichissime civiltà. Ed è qui, tra gli ulivi, all’ombra del pensiero magno greco, che ho incontrato il maestro Michelangelo Pistoletto, artista attento, sensibile e propositivo. Attento alle problematiche contemporanee, alle esigenze culturali dei popoli e al continuum ideale tra “vecchio e nuovo pensiero” traslato egregiamente nelle sue opere.

Le installazioni di Pistoletto s’inseriscono bene, non sono invasive: dialogano col territorio, con la gente! Propongono percorsi linguistici più che strutturali. Invitano al dialogo e alla comprensione.
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Siamo tutti locali… mi dice il maestro Michelangelo. I luoghi non hanno padroni, aggiungo io, sono di chiunque passa e lascia qualcosa di sé. Qualcosa di buono o cattivo, non ha importanza ai fini del “passaggio epocale”. La contaminazione è immediata! Sta ai successori analizzare e trasformare, proporre affinché gli avvenimenti umani non rimangano mera “traccia” folkloristica ma identità culturale, orma primordiale che si fa impronta concreta per un divenire evoluto.

aore12Linfa vitale antica e moderna nello stesso tempo e quest’anno, a proporre il suo pensiero, ospite eccellente, è Michelangelo Pistoletto, artista minimalista contemporaneo, che indica e suggerisce vie alternative al respingimento in chiave artistica, sì, ma possibile! La sua opera disseminata tra gli ulivi, composta da cubi che indicano il mediterraneo, non come forma geografica ma come bacino di popoli che ci vivono. Popoli che dialogano con la natura; che entrano in osmosi. Catene, grovigli giganteschi che riportano alla mente la struttura scientifica delle molecole primordiali: il dna del cosmo!

Pistoletto vuole pacificare uomo e natura e con gli scarti delle macchine domestiche, i cestelli delle lavatrici, costruisce il “tempio” sacrale del contemporaneo e lo “innesta” nel ventre della cattedrale normanna, mentre statue in bronzo di vario colore, che puntualizzano i colori delle razze umane, dialogano con la natura e infine, nell’anfiteatro, imponenti blocchi marmorei, che ricordano la venere coi cassetti di Dalì, compongono i giganti della mitologia e della contemporaneità. Sta a noi saperli assemblare nel modo giusto e consono alla nuova era: al terzo millennio!
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(mario iannino)

martedì 18 maggio 2010

Calabria

Calabria:
sole, mare, cultura.

Impronte greche,
normanne, bizantine,
romane, spagnole,
turche
marocchine senegalesi
hanno
colonizzato, depredato
arricchito.


Manufatti, saperi.
Ulisse, Pitagora, Cassiodoro, Filottete…

I Bronzi di Riace
Il tempio di Hera Lacinia
Kroton, Scolacium, Lametia, Sibari, Locri, Mileto …

Leggi
esperienze,
violenza, assedi e rivolte
lotte.

Calabria!
Forziere di saperi, storia
energie!

Cultura da divulgare

(m. iannino)

giovedì 19 novembre 2009

Dirigenti, ammalati di esterofilia culturale, mortificano le menti locali




Corre l’obbligo chiarire a quanti non hanno potuto visitare le grandi mostre realizzate nel parco archeologico Scolacium, perché oberati da altri problemi o perché all'oscuro degli eventi, qual è stato il concetto propulsore degli appuntamenti annuali in base ai quali gli artisti sono stati invitati a “rivitalizzare culturalmente un territorio marginale come la Calabria”.

Allo scopo di valorizzare il territorio e la cultura sommersa di cui la Calabria è ricca, organi preposti, dopo ampi studi e riflessioni, hanno conferito incarichi a studiosi e tecnici della materia in questione per escogitare progetti mirati alla riqualificazione turistica e culturale.
Considerando le attenuanti generiche relative a questo tipo di operazioni e coscienti che gli effetti della cultura possono tramutarsi in spinte propulsive che daranno, senza ombra di dubbio, risultati positivi nel lungo termine, sempreché gestiti con intelligente lungimiranza dalla classe politica dirigente e dai tecnici che la affiancano; anche se qualcuno storcerà il naso in senso di disapprovazione per il dispendio di denaro pubblico investito in operazioni che per loro natura non hanno grandi consensi popolari, (è naturale che chi è pressato da problemi reali che minano la tranquillità familiare come la precarietà del lavoro, un sussidio sociale da fame, è poco accorto e pacato per valutare la possibilità di ricchezza futura che potrebbe provenire dal flusso del turismo culturale, vale a dire dal movimento economico generato dalle persone attratte dagli scavi archeologici, dalla storia e dal paesaggio; la cui presenza apporta ricchezza al territorio e quindi al cittadino; ma fino a quando ciò non accade, dovrebbe subentrare l’azione intelligente della politica a mitigare le esigenze dei bisogni sociali immediati. Tranquillizzare gli animi e far intendere che la cultura è un bene di tutti.) sempre rimanendo per un attimo nel campo delle esigenze territoriali, è opportuno capire quali sono state le linee guida dei progetti culturali, e le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori a eludere gli artisti calabresi. Eppure, non mancano gli operatori, gli Artisti! Persone, di grande esperienza culturale, che operano nel campo della ricerca delle tecniche pittoriche tradizionali e nei linguaggi artistici contemporanei. Che proseguono l’attività creativa in Calabria, nonostante l’ostracismo o l’indolenza di taluni che si spacciano per operatori culturali. Agli artisti Calabresi non è stata data l’opportunità di vivere e far vivere d’arte! Questo il vero danno arrecato alla Calabria da dirigenti distratti; salvo, poi ravvedersi, come nel caso di Mimmo Rotella, e programmare eventi postumi. ma ormai il danno è stato consumato...

(mario iannino)

mercoledì 18 novembre 2009

arte contemporanea in Calabria, spazio open al parco

©archivio M.Iannino


Tra le opere d’arte disseminate nel parco della biodiversità, dopo “l’uomo che misurava le nuvole” lavoro in bronzo e silicone di Mimmo Paladino, alcuni esemplari dei cento ferrosi dissacratori replicanti nudi di Anthony Gormley che per fargli segnare una fantomatica linea d’orizzonte è stato necessario interrarli in entrambi i luoghi espositivi e nel sito archeologico alcuni pezzi sono stati tumulati fino al collo; le sculture di Cragg, i giochi meccanici di Delvoye, e, le altre opere acquistate che ben s’inseriscono nel parco catanzarese, ora è la volta dei “baci caduti” di Oppenheim: due enormi ampolle composte di tubi fluorescenti che rimandano la mente all’architettura delle cupole arabe. Installazioni da vivere che, munite di varco d’accesso, sembrano invitare gli osservatori a entrare, esplorare dall’interno le gocce di luce e aria, seguirne le sinuose verticali fino all’apice, punto di unione di forze esoteriche catalizzatrici di energie creative.


Decisamente è un bel vedere! Specie di notte.

Comunque, corre l'obbligo ricordare ai dirigenti locali che i progetti denominati “Intersezioni” e allestiti nel parco archeologico di Roccelleta sembra non abbiano contribuito a rilanciare quel turismo culturale pronosticato dai dirigenti politici, ciò dovrebbe far riflettere ed eventualmente escogitare nuove strategie, mirate a far decollare appieno l’area Scolacium di Roccelletta di Borgia alla periferia sud di Catanzaro e la costa jonica compreso l'imminente entroterra presilano che vide i natali di Mattia e Gregorio Preti .

martedì 17 novembre 2009

Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea




Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea nel parco delle biodiversità
©arch.M.Iannino


Il parco delle biodiversità, realizzato dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, ha stravolto positivamente 114.200mq di campagna urbana annessa all’istituto della scuola agraria per le attività pratiche e sperimentali di docenti e studenti. Dal 21 marzo del 2004, giorno dell’inaugurazione, il sito è diventato un bellissimo polmone verde che contiene piante da siepe, tappezzanti, di alto fusto e arboree; due laghetti popolati da cigni, anatre, papere e piante acquatiche precedute da allegre e sinuose panchine in stile Gaudì, il tutto sottolineato dal percorso Jogging che invita a continuare la passeggiata fino alla valle dei mulini; e ancora, piste ciclabili e da pattinaggio; aree giochi, anfiteatro, area ristoro, servizi igienici; enormi voliere che ospitano pennuti autoctoni e migratori; gabbie con rapaci e prati recintati per inibire la fuga agli scoiattoli che popolano i centenari pini mediterranei. Strutture in legno a forma di castello, gazebo, vecchi tronchi incisi da artigiani locali. La clinica per gli animali selvatici o abbandonati; il museo delle armi e, dulcis in fundo, tra tanto tripudio alla natura e al fare dell’uomo è visibile l’elogio alla creatività degli artisti ospiti nelle edizioni culturali estivi attuati nel Parco Nazionale Archeologico Scolacium denominate “Intersezioni”:
ben inseriti nel contesto paesaggistico del giardino botanico mediterraneo, le opere di Cragg, Paladino, Fabre, Balkenhol, Delvoye, Quinn, Gormley e Hoppenheim conferiscono quel tono culturale importante, necessario all’inserimento del sito nei canali culturali mondiali.

martedì 11 agosto 2009

installazioni di Oppenheim nel parco archeologico della Calabria



Dennis Oppenheim (Electric City, USA, 1938) fa parte di quella generazione di artisti americani che ha contribuito in modo determinante a rinnovare l’idea e i linguaggi dell’arte contemporanea.
Nel 1968, in riferimento ai suoi primi “earth-works”, Lucy Lippard conia il termine “dematerializzazione”sottolineando una caratteristica dominante e originale nel lavoro di Oppenheim, vale a dire la trasmigrazione di una forma da un materiale o un oggetto all’altro, divenendo simbolo del fare, comunque segno fisico di un divenire che non ha fine.
Le sue opere, dalla fine degli anni sessanta a quelle più recenti, testimoniano il piacere corporale del fare in cui sono coinvolti il tatto, l’idea epidermica della forma, l’oggetto, il gusto della rivisitazione giocosa, goliardica delle cose. Il trasferimento di una forma da un contesto all’altro (idea non manipolatoria) si intreccia con quella di impronta che richiama pur sempre la mano e il toccare. Nel 2004 struttura l' Oggetto allargato per illuminare tra le dita dei piedi, opera dotata di una forte carica ironica, come è nello stile dell’artista, opera fuori scala, pantagruelica e assolutamente visionaria, nella quale il tatto si concentra sulla sensibilità dei piedi.
Ma la sua goliardia creativa non si esaurisce, è il filo conduttore di tutta la sua produzione artistica. La dimensione tattile viene esperita in diverse situazioni: Oppenheim traccia un segno sulla schiena del figlio che ripete sul muro e viceversa; ricopre di pietre la propria mano o, ancora, affila la propria unghia, dipinge di un unico colore denti e unghie, registra i movimenti trasmessi alla pelle della mano da un getto di aria compressa, varia con le mani il suono emesso da una donna, trasferisce l’impronta del pollice destro a quello sinistro e al palmo della mano. L’aspetto ludico è evidente!, però, in questo caso compone una sorta di teoria applicata che rivela quanto e come la visionarietà dell’artista sia legata a un aspetto “somatico”. E, la sequenza fotografica di "Reading Position for Second Degree Burn" realizzata nel 1970 alla Jones Beach di New York, che testimonia il tempo d'esposizione di Oppenhei steso al sole a torso nudo per cinque ore con un trattato ottocentesco di artiglieria a cavallo aperto sul petto, lo conferma. La somatizzazione del fare si manifesta attraverso l'assurdo calco epidermico (la parte del corpo coperta dal libro) impresso dal tempo di esposizione alla luce.
Nella Body Art il corpo si sottopone alle forze fisiche dell’aria o della natura, come in “Parallel Stress” del 1970, dove Oppenheim si sdraia nel punto di incontro di due dune di terra e prende la forma ad U delle pendenze, riproponendola poi artificialmente appendendosi a due muri in cemento ai quali si sorregge alle due estremità con mani e piedi. Sono opere in cui l’esperienza corporea della forma scultorea è centrale: il contesto storico-artistico post minimalista spinge gli artisti verso la dematerializzazione dell’oggetto, in favore dell’oggettivizzazione del fare arte, dove il concetto e il corpo dell’artista rimangono le uniche armi utilizzate. L’immaginazione di Oppenheim rielabora il mondo fino a darne una visione allucinata e ironica, inaspettata anche per lui stesso, infatti afferma di intravedere a poco a poco gli scenari che sta per rivelare con le sue opere, a priori non avrebbe mai pensato di raggiungerli, ma è il suo concreto fare arte che lo porta verso terre sconosciute, dopo aver percorso quelle reali negli anni della Land Art. La natura di Dennis Oppenheim, di scultore e costruttore di elementi simbolici nello spazio, riaffiora in queste costruzioni bizzarre, dove l’estetica dell’oggetto,alterato nelle proporzioni o capovolto e irriverente, ritorna con prepotenza.
le installazioni sono visibili nel Parco Nazionale Archeologico di Scolacium, a Roccelletta di Borgia, subito alle porte sud di Catanzaro lido, fino al 3 novembre 2009.
mario iannino

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