La Calabria è una terra a vocazione
agricola; Palermiti è, nel suo piccolo, un esempio.
Tolto il settore turistico che ancora
stenta a decollare nonostante le immense bellezze paesistiche, il
resto dell'economia calabrese si regge sulla produzione agricola
autoctona composta da maestosi castagneti, ulivi, agrumi, noccioli,
bergamotto e, non da meno, da nicchie di produzioni ricercate dai
cultori israeliti che monitorano attentamente i frutti per la festa
di “Sukkoth”: il cedro!
Bergamotto e cedro sono colture
limitate situate in zone geografiche ben definite: nella fascia
jonica della provincia di Reggio il primo e sulla riviera dei cedri
nella fascia tirrenica il secondo con la massima concentrazione nel
territorio di Santa Maria del Cedro.
Anche il kiwi si è ambientato bene
nella piana di Gioia Tauro. Coi suoi circa 2.500 ettari di coltura
garantisce reddito e occupazione.
L'agricoltura, quindi, è, a ben
vedere, la locomotiva trainante dell'economia calabrese. Tra
agricoltura stagionale e frutti boschivi, agrumeti,, noccioli,
castagni e prodotti del sottobosco quali funghi e bacche passando dal
lavoro incessante delle api che “creano ricchezza” salutistica da
offrire sulle bancarelle del mercato ai consumatori, si può ben dire che la Calabria
offre e trae ricchezza dalla natura.
Il lavoro dell'uomo, però, a volte
è insidiato dalla natura stessa.
Basta poco, un minuscolo
insignificante insetto, un patogeno, per pregiudicare la produzione, la produttività e il benessere della collettività.
In Calabria, come in altre parti
del mondo, si sono verificati eventi catastrofici, calamità
paragonabili all'invasione delle cavallette che polverizzano i
raccolti in un batter d'ali.
Da qualche anno i castagni di mezzo
mondo non hanno prodotto frutti per colpa di un insetto killer: il
cinipede galligeno detto anche vespa cinese.
Anche il comprensorio di
Palermiti è stato colpito.
Per salvare i castagneti e i derivati
delle castagne dall’aggressivo cinipide galligeno (o vespa cinese), si è dovuta combattere una guerra biologica e il Giappone trova e fornisce la soluzione biologica: il torymus sinensis: un
insetto antagonista dei killer che si ciba delle larve deposte dal
cinipide del castagno.
Azione fatta propria e messa in campo diligentemente
dall'amministrazione comunale palermitese, grazie alla quale, i maestosi castagni
hanno ripreso a fruttificare.
Ho potuto così apprezzare le qualità organolettiche delle castagne made in Palermiti nella loro corposa struttura che sazia al solo guardarle, degustarle ancora calde, in cucina, con la padella sul fornello e la stanza avvolta nell'inconfondibile odore tostato del pericarpo sorridente.
Anche quest'anno può riprendere l'antica consuetudine
di “liberare” i castagni a tutti nel giorno dei morti in Palermiti.
Usanza
carica di pietas popolare che tende una mano ai bisognosi. E Dio
solo sa quanto questa azione era attesa con trepidazione dai poveri
che s'ingegnavano a trasformare le castagne per superare i tempi di
grama trasformandole in farina, fare il pane e cuocerle, conservarle nella
sabbia o sotto la cenere, bollirle o fare ottime caldarroste per
accompagnare un buon bicchiere di rosso.
Palermiti, è un paese
dell'entroterra catanzarese situato a circa 500 s.l.m. Secondo le
notizie storiche più accreditate l'insediamento è datato intorno al
1500 ad opera di alcuni profughi in fuga da Palermo che decisero di
fermarsi tra gli ulivi e i castagni attratti dalla rigogliosità del luogo, da qui il nome.
Altre fonti, invece, attribuiscono il
toponimo ai pagliai, le prime abitazioni costruite nelle campagne e tra i boschi. Qui i fuggiaschi trovarono rifugio e si sottrassero alle leggi e all'inquisizione dei feudatari nascosti tra i pagliai ben camuffati
tra i castagni non censiti da alcuna autorità.
L'origine semantica del nome di un luogo
qualsiasi possiede storia e leggenda e la leggenda è ancor più
accentuata dalla fervida fantasia popolare quando narra di briganti
gentiluomini in lotta contro la tracotanza vessatoria dei signorotti
locali.
Palermiti,
in realtà è un antico sobborgo del più blasonato paese vicino: Squillace.
Senza dubbio è da inserire nella storia del golfo di Squillace,
quindi nell'hinterland dell'antica Skilletion.