La casa delle favole.
C'è un posticino dentro ognuno di noi dedicato agli affetti e ai luoghi dell'anima. Noi che abbiamo avuto la “fortuna” di nascere in questa terra dai paesaggi e dal clima stupendi facciamo fatica a pensare di vivere altrove. La calabria e le città, i paesi, i rioni e le località sperdute tra le campagne detengono poteri magnetici atavici potenziati dai singoli avvenimenti che si ripetono nelle stagioni.
Impossibile pensare di andare via! Lasciarsi alle spalle gli odori e il calore delle case, delle ginestre, della salsedine, dell'erba appena tagliata e dell'acqua che bagna la terra.
Tutto ciò è poesia! Poesia che si fa concreta nelle persone. Ma si può vivere di poesia?
La bellezza della nostra terra non basta. È necessario il lavoro per vivere e potere assaporare i luoghi dell'anima.
Leggo che molti sublimano i rispettivi angoli di terra e cielo. Vi è in essi tantissimo pathos. I post invadono le piazze mediatiche dei social e i like di chi poggia lo sguardo sono spontanei perché mossi dalla bellezza. Giunge però il tempo dei resoconti: vivere costa. Campare costa! E se non c'è da lavorare non c'è neppure la possibilità di scegliere.
Avremmo un territorio vocato all'accoglienza eppure il turismo scarseggia e le strutture ricettive lamentano carenze molteplici. E tra queste la difficoltà di tirare avanti serenamente.
Sarà per questo motivo che accettano solo stagisti che prestano la loro opera in forma gratuita e chi ha esperienza è costretto a spostarsi negli alberghi del nord?
Strutture ricettive di un certo livello formano le nuove maestranze avvalendosi dei contratti nazionali collettivi dei vari settori. Applicano i contratti e assicurano contro gli infortuni gli stagisti in formazione e li pagano! Questo è difficile che avvenga in Calabria. La nostra amata Calabria!
Allora basta! Basta raccontarci favole.
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