sabato 13 febbraio 2016

LA NAVE


Mario Iannino, opere contemporanee, anno 2016, cartone intelaiato mis.cm 56x80. tecnica mista, 
 titolo: la nave

venerdì 12 febbraio 2016

Oliverio, Scopelliti e la Calabria

C'è una sorta di calma apparente in Calabria. Non si parla più delle anomalie politiche del governo regionale composto da gattopardi pescati nelle università e dai tecnici messi alla guida di importanti settori che dovrebbero dare vigore e slancio alla regione.
Non si sa più niente della vertenza aperta da Wanda Ferro. e non si capisce quanto è successo a Cosenza.
Va bene, Mario Occhiuto è andato diritto per la sua strada. Ha tagliato teste. Ha imposto la vicenda "Alarico" con una serie di iniziative molto discutibili. L'apice sta tutto nel titolo "Alarico il re di tutti". Non per essere campanilisti ma come può pensare di creare un movimento economico attorno ad una figura così controversa e ad un suo ipotetico tesoro sepolto nell'area del Busento? Persino Sgarbi ha glissato sulla questione Alarico nonostante gli agganci locali che lo sostengono e invitano continuamente sostenendo che è meglio il sogno della realtà.
A parte tutto, polemiche o teorie basate sui fatti, la Calabria e i calabresi sono fermi al palo.
Si era partiti col botto e tutti davamo Oliverio per vincente dopo le disavventure di Scopelliti ma Oliverio stesso è riuscito a far rimpiangere il vecchio sistema. almeno prima esisteva il diritto alla salute e anche ad un po' di lavoro.
Il Lavoro! anche in questo settore si fece un gran parlare: lavoro giovanile, agenzie, incentivi, sviluppo. ma gli unici soggetti ad avere trovato lavoro e incassano i soldi della comunità e quindi guadagno sono le agenzie ch raccolgono i dati per le iscrizioni all'impiego che non c'è.
insomma, tutto tace. tutti tacciono, chissa perché.

mercoledì 3 febbraio 2016

Vittima di stupro?

Che la buona sorte ci tenga sempre lontani dalle certezze e che il dubbio ci accompagni nelle nostre affermazioni anche contro ogni ragionevole convincimento personale.

Alimentiamo il dubbio, sempre. Anche davanti a fatti o questioni che a prima vista accontentano la nostra mente e soddisfano il senso di ordinata quiete che vorremmo vivere.

Spesso dietro la verità singola, costruita per tacitare i demoni che ci assillano, o inventata per pudore o preservare uno status, si cela la realtà cruda e nuda che il tempo, sbriciolando i muri eretti sulle menzogne, sotterra le castellane vigliacche.

Oggi è diventato un tormentone il tema sul “femminicidio”, un ricco filone mediatico che fa vedere da una parte il brutto della miseria umana maschile e dall'altra la femmina indifesa preda dei più bassi e biechi istinti dell'uomo malato e insicuro.

martedì 2 febbraio 2016

L'altro, collegamenti e nuove circostanze

Non avrei voluto riprendere il tema degli immigrati che s'inventano lavori o degli scippatori che per guadagnare qualche euro non ci pensano due volte a delinquere ma le vicende degli ultimi giorni, accadute una a me e l'altra, più pesante, che ha visto vittima una anziana signora nei pressi della chiesa S. Pio X in Catanzaro, mi inducono a fare qualche considerazione:
anzitutto consideriamo, citando indegnamente Primo Levi, “se questo è un uomo” che vive davvero tra gli stenti e i bisogni primari oppure è un deficiente privo di spina dorsale che per qualche centesimo combina cazzate.

La mia esperienza col posteggiatore abusivo nei pressi dell'ospedale civile di Catanzaro è stata meno traumatica di quella che ha subito la signora accoltellata in via Broussard.
parcheggiatore abusivo al lavoro

Io stavo in macchina, quando il parcheggiatore nero che si è impossessato del territorio mi fa cenno di spostarmi. Io scuoto la testa in segno di diniego. Lui fa finta di niente e gira attorno. Lo seguo con gli occhi ma lo perdo di vista per qualche frazione di secondo. Avverto uno strano dondolio. Nient'altro.
Riparto dopo una manciata di minuti e sento che la macchina non reagisce come al solito.
Scendo per via Mario Greco, faccio viale Indipendenza e mi fermo in piazza Matteotti difronte al Cavatore. Un signore bussa al finestrino della macchina e mi dice: avete una ruota a terra!

Porc... questa non ci voleva! Scendo. La ruota anteriore destra è completamente a terra!
Il gommista nota la presenza di un buchetto laterale. Una strana foratura che danneggia irreparabilmente la gomma nuova.
Non si può riparare! Sentenzia il gommista. Però visto che il copertone è nuovo possiamo mettere una camera d'aria.
La dinamica dell'accaduto fa sorgere umani dubbi che alimentano funesti conseguenziali interrogativi e bandiscono ipotetiche congetture legate al caso.


venerdì 29 gennaio 2016

Calabria, Mattarella Inaugura la Cittadella regionale

Un'altra giornata volge al termine e niente è cambiato nelle nostre vite.

Sergio Rizzo scrive sul Corriere della sera la nota dolente sulla “casa dei calabresi” inaugurata oggi dal Presidente Mattarella e la paragona alla reggia di Versailles per costi e sprechi.
Il giornalista mette in fila numeri, metri quadrati, dipendenti, costi e fatti della politica che ha governato fino ad oggi la Calabria.
Catanzaro, cerimonia inaugurale della Cittadella regionale calabrese
alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella

Il mostro, mi perdoni l'architetto Portoghesi che lo ha progettato, pomposamente definito la “casa dei calabresi” altro non è che l'ennesima cattedrale semi deserta costruita sull'argilla della campagna di Germaneto a circa dieci chilometri dal centro cittadino.
La sede della giunta regionale rimane un contenitore semivuoto di contenuti e dipendenti giacché la sede del Consiglio regionale coi suoi dipendenti rimane ubicata saldamente a Reggio Calabria, e sempre legata alla sede regina, sempre Rizzo, ricorda lo spreco per le spese rimborsate ai dipendenti ed ai politici che usavano la loro macchina privata per usi istituzionali.

Interventi di rito, parole e temi legati con le ragnatele dell'ormai irritante politichese come “lotta alla 'ndrangheta”, legalità, lavoro per i giovani e bla bla bla sono scesi a fiumi dai fogli scritti e hanno accarezzato le teste presenzialiste ma non quelle dei cittadini comuni (si dirà che il pubblico è stato tenuto lontano per questioni di sicurezza).
Peccato, avrebbe potuto essere una grande festa popolare dei calabresi onesti che vogliono sentire vicino lo Stato attraverso la figura del presidente Sergio Mattarella come avvenne con la visita di Sandro Pertini, Giulio Andreotti, Scalfaro e altri leader della politica sana.

E Oliverio? Beh, lui si è commosso!

mercoledì 27 gennaio 2016

Censura di Stato, il braghettone è tornato

Credevo fosse una bufala costruita da qualche buontempone per scherzare sulla falsa morale che fa da corazza a tutti noi. Impossibile, mi dicevo: non siamo più nel 1500 quando fu decisa la censura del “Giudizio Universale”, l'affresco che Michelangelo fece per abbellire la Cappella Sistina. E invece si è dimostrata una assurda quanto stupida verità. Il braghettone è risorto! E per non urtare la “sensibilità” del presidente iraniano in visita a Roma, uno o più?, zelanti ignorantoni, han fatto inscatolare le statue nude dei Musei capitolini.

"Bronzi di Riace" guerrieri, bronzi del IV-V sec. a.c.

Eppure nasciamo nudi! D'altronde, le antiche scuole artigiane greche davano il meglio del bello artistico nella raffigurazione plastica di magnifici corpi, maschili e femminili. Policleto il vecchio impresse il bello e lo diffuse assommando parti scultoree nella sua fucina e pare che i bronzi di Riace, i guerrieri custoditi nel museo di Reggio Calabria, siano usciti da lì.

Noi siamo il risultato storico della cultura magno-greca, latina, etrusca e autoctona. Va bene dimostrare ospitalità e rispetto per gli ospiti ma nascondere e annullare la propria cultura anziché sorreggerla convintamente dimostra tutt'altro!

Dimostra che ci vergogniamo dei nostri risultati estetici e culturali se, davanti alla rappresentazione plastica della sensualità erotica o meno dei soggetti scolpiti dagli artigiani o dagli artisti scevri da tabù e dogmi religiosi, poniamo schermi per occultare la storia e non offendere chi ha radici diverse.

Consideriamo, piuttosto, che se un ipotetico quanto improbabile “Creatore” avesse, nel suo pensiero onnisciente, ritenuto oscena la nudità, con la sua onnipotenza ci avrebbe dotato di braghe e camicie fin dalla nascita e non avrebbe permesso che fossimo il frutto di qualche copula amorosa (anche queste azioni, per alcuni, sono ritenute peccaminose e punibili).

Stando alle cronache, sappiamo indignarci più per un nudo che per i genocidi, le guerre politiche o di religione, gli omicidi di Stato; le impiccagioni e le pene di morte contemplate e inflitte in alcuni Stati, compreso quello retto dall'illustre ospite in questione.

sabato 23 gennaio 2016

Oliverio e la Calabria promessa

L'avevano atteso tanto, l'uomo del cambiamento.
In campagna elettorale aveva promesso che si sarebbe impegnato fortemente per combattere il malaffare, il clientelismo e avrebbe messo in atto la tanto discussa “questione morale”, della quale parlò ampiamente per primo Enrico Berlinguer, per dare un volto nuovo alla politica calabrese e ridare fiducia ai cittadini, ai giovani e alle donne, ai vecchi, ai pensionati, ai senza lavoro, agli esodati e a quelli che hanno perso il lavoro ed a quelli che il lavoro ce l'hanno e per mantenerlo devono adattarsi al mestruo giornaliero di chi comanda.

Le elezioni le ha vinte. Adesso comanda lui! E forte della sua posizione ha cambiato alcune leggi che, secondo lui, erano dei freni al suo programma. Ma queste sono questioni che non tutti mastichiamo e comprendiamo bene.
Quello che però sappiamo, dopo un anno e mezzo di governo niente è cambiato. no. Anzi qualcosa è cambiato.
È cambiata la sede (ma solo per alcuni). Adesso la casa dei calabresi è abitata da oltre 1300 dipendenti che per parcheggiare, bere un caffè, mangiare un boccone si affidano alla divina provvidenza, pregano in aramaico da quando varcano la porta di casa fino a quando devono timbrare l'entrata e le uscite (ma non tutti).

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