sabato 4 ottobre 2014

Evocazioni ancestrali negli scatti di Rosanna Papaianni

GLI ULIVI DEL BOSCO FATATO DI ROSANNA PAPAIANNI


In nubibus. Non c'è niente di nebuloso o che rimane in sospeso negli scatti di Rosanna Papaianni. È tutto ben definito! Nonostante le molteplici visioni originate in chi guarda le atmosfere che generano le creature catturate dalla fotocamera in determinati giochi di luce.


Gli scatti evidenziano figure ancestrali occultate agli sguardi distratti dalla quotidianità dell'apparire piuttosto che dell'essere. Ma non sfuggono alla sensibilità creativa di Rosanna.

Rosanna Papaianni entra nel bosco degli ulivi secolari delle campagne cirotane. Osserva le origini e documenta le ambagi.

Draghi. Crocefissi. Figure mummificate. Figure mitologiche. La circondano benevoli e si lasciano catturare docilmente. Posano per lei!

È come trovarsi a guardare le nuvole mosse dal vento. Un vento lieve che suggerisce visioni oniriche proiettate nella corteccia cerebrale del tempo dai maestosi ulivi dai quali provengono.

Figure fiabesche sembrano svegliarsi e svegliare l'atmosfera ovattata per riaffondare le radici nella storia della magna graecia. Ulivi che hanno visto e vissuto. Lottato!, contro le intemperie della natura e la pratica volontà dell'uomo. Tronchi sopravvissuti al fuoco e alla siccità, ai tagli delle potature e a quelli inferti dalla violenza del vento, al peso della pioggia e della neve. Alberi maestosi lasciano intravedere attraverso le pazienti sofferenze, figurazioni ancestrali e moderne Trasfigurazioni! 

venerdì 3 ottobre 2014

Il Morzello, storia e ingredienti della cucina povera catanzarese

Di necessità virtù.

Quando si ha fame e non ci sono troppe possibilità per colmarla ogni cosa commestibile è ben accetta. Ed è così che nasce il piatto tipico della cucina povera catanzarese: il morzello!

Secondo la tradizione orale pare che durante uno dei tanti periodi di carestia che solitamente tocca i ceti poveri e indifesi, quando, per capirci, la carne era presente solo ed esclusivamente sulle tavole dei benestanti, un inserviente che lavava le vasche al macello si vide ripagare il lavoro con delle interiora di vacche appena macellate.

Il pover'uomo portò le interiora sporche e sanguinolenti alla moglie e le disse di recuperare qualcosa. La donna che doveva badare ad una prole numerosa non fece una piega. Svuotò la trippa al fiume e la grattò ben bene fino a farla diventare bianca. La mise nel secchio con del limone. Aggiunse milza e polmone ben lavati. Riempì una brocca d'acqua e fece ritorno a casa. Accese il fuoco. Poggiò sul treppiede in mezzo al focolare un calderone capiente e mise la trippa a bollire insieme agli altri ingredienti.
L'odore lievemente acre si sparse per casa ma fu subito coperto dalla cipolla che soffriggeva nella padella sulla cucina economica, lì affianco.

I figli erano fuori, in strada a giocare per non sentire il freddo dell'inverno.

La donna rimestava di tanto in tanto per valutare la cottura delle interiora nel calderone. Quando ritenne che la trippa, il cento pelli, il polmone e la milza avessero raggiunto la giusta consistenza buttò dentro anche il fegato, poi, prese due canovacci di canapone, afferrò il calderone per i manici laterali e lo tolse dal fuco. Aspettò che si stemperassero e tagliò il tutto a pezzettini.

Mise l'acqua della bollitura in un recipiente destinato al maiale. Sciacquò il calderone e lo riposizionò sul fornellone. Aggiunse del concentrato di pomodoro e un mestolo di grasso di maiale. Una manciata di origano. Qualche foglia di alloro, due o tre spicchi d'aglio e due peperoncini piccanti. Non appena il grasso iniziò a soffriggere versò dentro le interiora tagliuzzate. Aggiunse dell'acqua e aspettò. Dopo circa due ore di gorgoglii il profumo invogliava chiunque passasse dal vicoletto a fermarsi e chiedere cosa stesse cuocendo e la signora rispondeva serafica: “nenta, maritumma portau nu pocu e fragagghii e i stajiu facendi cu nu pocu e sarsa comu i vermituri, armenu ppe' oja mangiamu! (mio marito ha portato delle interiora e li sto cuocendo al sugo come le lumache, almeno per oggi mangiamo!).

Questa è la narrazione, la storia orale di come una casalinga s'inventò il morzello (morzeddhu) a Catanzaro adoperando parti poco nobili dei bovini che sarebbero andati perduti, gettati nella discarica o dati come cibo agli animali e che, invece, grazie alla creatività e alle esigenze congetturali, oggi è il piatto forte della cucina catanzarese. che, messo in pitta o nel piatto, accompagnato da un buon vino rosso, corposo, è ben accetto in qualsiasi ora del giorno. a pranzo come a cena o, come usavano gli operai fino a qualche decennio addietro, come spuntino di metà mattinata.

mercoledì 1 ottobre 2014

Spaghetti, broccoli e peperoncino

Un primo piatto veloce veloce e saporitissimo a (quasi) costo zero?



PASTA CON BROCCOLI E PEPERONCINO.

Ingredienti per 4 persone:

pasta (possibilmente spaghetti o bavette) q.b.
un cespo di broccoli
una testa d'aglio
un peperoncino piccante
sale e olio.

Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente.
Pulire e lavare i broccoletti divisi in piccoli cespi.
Adagiare tre spicchi d'aglio in una pentola insieme al peperoncino. Condire con due cucchiai d'olio extravergine d'oliva. Aggiungere i broccoletti. Coprire la pentola e lasciare cuocere a fuoco moderato per circa 10 minuti. Agitare la pentola senza sollevare il coperchio in modo che si cuocia il tutto col vapore prodotto dagli ingredienti.

Sgocciolare la pasta cotta. Versarla in una padella capiente e mantecare insieme ai broccoletti cotti.

Impiattate e buon appetito!

mercoledì 24 settembre 2014

Bocciato? Recupera al volo!

Non è per superstizione se i ragazzi che scendono dal pullman alla fermata dell'università fanno gli scongiuri, si toccano i gioielli e lanciano sonori “vaffanculo” all'indirizzo del cartello piazzato proprio all'ingresso del polifunzionale.

D'accordo. La pubblicità è l'anima del commercio. Ma parlare di corda nella casa dell'impiccato è un po' troppo!
È questo il modo di accogliere i ragazzi che stanno per affrontare un esame dopo avere trascorso numerose ore di studio chini sui libri?
Tralasciando il prezzo da pagare per "recuperare al volo l'esame", sarebbe come sottoscrivere una disfatta per quanti credono nell'impegno personale e nella qualità dell'insegnamento pubblico a favore degli istituti privati che garantiscono il superamento di scogli impervi grazie all'affiancamento personalizzato di uomini e mezzi agli studenti claudicanti.

Cosa pensa il Magnifico Rettore della pubblicità affissa all'interno dell'area universitaria? (va bene vige la libertà di pensiero e di stampa ma questa sembra pura e semplice propaganda ammiccante … o no?) che potrebbe, in linea di massima, mortificare l'alta professionalità di professori e assistenti di cattedra dell'Università di Catanzaro che mettono a disposizione degli studenti nelle lezioni frontali e durante i ricevimenti.
Buon senso vorrebbe che tale pubblicità non facesse bella mostra di sé proprio all'ingresso. O sbaglio?

lunedì 22 settembre 2014

antagonisti & complementari



courtesy M. Iannino "tra il rosso e il blu"

domenica 21 settembre 2014

Siamo tutti Artisti

(PITTORI SI DIVENTA)


È domenica. Giorno dedicato allo spirito, alla riflessione e all'ozio creativo. Approfitto, quindi, del tempo dell'ozio per suggerire e magari sfatare alcune fantasie metropolitane accresciute nel tempo attorno al fumoso mondo della “creatività”
matita, tecnica del chiaroscuro 


È vero, esistono metodi e mezzi moderni che aiutano tantissimo il lavoro di illustratori, pittori e creativi in genere, nonostante ciò ancora in molti si emozionano davanti ad un disegno o pittura eseguiti artigianalmente.
Le motivazioni sono molteplici, una potrebbe essere, e lo è, la soddisfazione di vedere nascere e prendere forma sotto gli occhi le figure che frullano in testa al solo passaggio della matita mossa dalla fantasia. Pescare nelle sensazioni, nei ricordi e abbozzare di getto un attimo d'intimità o sezionare parte di visione sedimentata rivisitata dall'io creativo.

È ovvio che per fare ciò è necessario possedere la tecnica. Conoscere i metodi della costruzione grafica. Sapere impostare i soggetti sulla superficie e renderli fruibili; proiettare le proprie “visioni” in maniera accattivante avvalendosi della “finzione grafica della visione”. E per fare ciò, a livelli apprezzabili, serve tanto lavoro. Applicazione e costanza. 

Insomma, disegnare o dipingere è possibile per chiunque. Diffidate da chi dice il contrario. Non c'è nessun dono e la decantata ispirazione è una bufala inventata per alimentare l'alone romantico che accompagna “l'artista” e il suo lavoro sorretto da tanta artigianalità, conoscenza, abnegazione e moltissima cultura. E non è poco!, impegnarsi nel lavoro con creatività per essere al massimo ed espletare al meglio idee e elementi che sono le basi di ogni progetto personale.

Buona creatività a tutti.

venerdì 19 settembre 2014

Calabria sanità, commissari taumaturghi per la Stasi

Ci risiamo! dopo la notizia delle nomine dei nuovi commissari straordinari presso le Asl da parte della Regione, il Ministero della Salute è intervenuto chiedendo l'acquisizione delle delibere "in palese violazione" delle indicazioni fornite sia dall'Avvocatura dello Stato che dai dicasteri di Salute e Economia. Ma per la presidente Stasi il parere dell'Avvocatura dello Stato "non è vincolante" e le nomine erano necessarie per "evitare il caos nella sanità regionale".
matriosche e scatole cinesi della politica

Evitare il caos nella sanità regionale?! Saranno dei taumaturghi pieni di doti sovrumane i commissari nominati dalla solita sfacciata politichina localista?
Sortiranno gli stessi effetti delle fallimentari e fallite fondazioniTommaso Campanella” o la “Mediterranea Terina onlus”di Lamezia terme che vede i dipendenti senza stipendi da sei mesi?

I giochi e le finalità di certi pensieri raggiungono nebulosità talmente fosche che spesso rasentano intolleranza e rancore negli elementari concetti dei cittadini, specialmente in quei lavoratori toccati in prima persona dai giochi nefasti della spartizione dei poteri.

Poteri che si arrogano diritti assurdi come nominare ai massimi livelli persone mai conosciute prima degli incarichi pubblici. E in Calabria ne abbiamo a quintali!

La Stasi stessa!, che da nominata, senza avere ricevuto alcun suffragio elettorale, si trova a decidere di argomenti importanti per la regione. Magari le sue decisioni(?) fossero buone per tutti! Ma non è la sola. È in buona compagnia nell'eseguire ordini!
Basta spulciare tra gli assessori regionali per farsene un'idea precisa. ... e capire come funziona la macchina pubblica.

mercoledì 17 settembre 2014

Il mondo dei furbi

SCRITTURA CREATIVA.

Ogni riferimento a persone reali è pura coincidenza, o no?


A volte mi capita di vedere in giro lavori simili ai miei ma firmati da altri e sono contento. Mi dico: vedi, la creatività accomuna!, qualcun altro è interessato alla stessa ricerca poetica.

Poi, ricordo che quel pittore è stato nel mio studio. Ha visionato i miei lavori e se n'è portato via qualcuno per promuoverli tra i suoi amici galleristi.

A dire il vero quando mi riportò i lavori me li buttò giù. Disse che non c'era mercato né interesse culturale.
Trovò da ridire sui supporti poveri e sullo stile. Minimizzò sulla ricerca. E mi fece sentire quasi in colpa persino per il decentramento geografico in cui ho deciso di vivere. Lui, che fuggì dalla Calabria come se fosse una terra maledetta e cambiò anche nome. S'inventò una storia romantica sulla scia del “conte di Montecristo” e la diede in pasto ai suoi nuovi conoscenti.

Non gli serbo rancore. Millantare fa parte della vita ma non dell'arte. E anche se è riuscito a ritagliarsi un piccolo spazio nel mercato dell'arte con della farina non propriamente sua gli auguro ogni bene: sono sereno: molti palloni si sono sgonfiati nel tempo.

Ovviamente, un po' di umana delusione mista a livore c'è. Inutile negarlo! Non per la scorciatoia adottata dal “collega”ma per il fango buttato per mantenere il predominio del misero piedistallo costruito con legni altrui e che adesso si regge per inerzia.

Niente di nuovo! Dappertutto è così. Nell'industria e in politica è così. E persino nelle religioni, poco ci manca che corrano a depositare il marchio del copyright per non vedersi rubate idee e progetti.

Nell'immaginario collettivo il mondo è dei furbi... sì, ma per quanto tempo?
Il vecchio saggio dice: siediti sulla sponda del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere (metaforicamente) del tuo nemico, e io qualche cadavere l'ho visto passare piangendo e imprecando.  

lunedì 15 settembre 2014

Arte 2.2

Chi si sente fuori luogo; démodé; insomma, superato dalla commistione di stili nelle arti?


Quanti amano vedere una bella pittura che odora di pigmenti oleosi? È importante il supporto, la tecnica o l'estro dell'artista?

In letteratura è difficile imbattersi in scrittori all'altezza dei grandi classici. E sarebbe riduttivo per i contemporanei sforzarsi di esserlo.
Anche in pittura è anacronistico “perdere tempo” per lisciare una tela con colori e pennelli con setole morbide per tirare fuori figure che, al massimo del godimento visivo, fanno esclamare: è fedele come una fotografia!

Oggi, gli artisti, si avvaglono di elementi strutturali globalizzanti. Pittura, stampa, fotografia, video, installazioni, scrittura, segni, gesti, riti arcaici incontrano il contemporaneo. Si sovrappongono. Sedimentano. Propongono immediate visioni. Non per questo prive di messaggi culturali alti.

L'arte 2.2 è infinita, versatile. Si presta alla narrazione epica e quotidiana. È facilmente adattabile per le nature morte, i ritratti e la paesaggistica tradizionale. Consente commistioni tra antico e moderno in un battibaleno. Sovrappone trasparenze. Inserisce testi, numeri, immagini sequenziali. Insomma i nuovi mezzi, se pur costosi, per la verità, alleviano e accorciano i tempi di lavorazione creativa nulla togliendo alla valenza artistica dell'artista.

Ovviamente, alla base del lavoro e della ricerca artistica deve esserci la cultura segnica come scelta, perseguita e scandagliata da quanti intendono esprimersi con i linguaggi della contemporaneità.

sabato 13 settembre 2014

Riparare o buttare gli oggetti introvabili?

A volte sembra di stare ai confini del mondo!
l'angolo del fai da te: come cambiare il filo di nylon del tagliabordi

Quando cerchi qualcosa di semplice e non la trovi neanche nei negozi dedicati al giardinaggio o ad altre attività specifiche, due sono le alternative, o  butti il prodotto anche se perfettamente funzionante, oppure, e qui subentra l'imprenditorialità personale e la voglia di mettersi in gioco, passi alla fase creativa e tenti  di ripristinare con i mezzi a disposizione sul mercato locale quello che si è rotto o consumato come è successo a me col taglia erba:

Ho comprato il filo di nylon di ricambio e l'ho inserito nella testina del tagliabordi elettrico.

Detta così sembra facile. Ma, vi assicuro che non lo è stato perché, essendo la prima volta, come tutte le prime esperienze, sono affiorati problemi di ogni sorta anche perché il raccoglitore si mostra sigillato da una corona di plastica.

Ma andiamo per ordine. Dopo avere fatto visite infruttuose ai vari negozi specializzati ed ai brico center, decido di spulciare nel web. Qui trovo di tutto, persino la bobina originale caricata col filo ed a prezzi convenienti che oscillano dai 5€ ai 14€ escluso spese di spedizione.
Trovo per giunta dei video girati da ragazzi alle prese con molle e lame per taglia erba professionali. Ma il mio rocchetto è un misero raccoglitore per taglia erba da dilettanti coperto da un anello in plastica.

Tentare non nuoce! Mi dico. Compro una ricarica da 15 metri e provo a smontare il tutto. ... ci riesco! Avvolgo il nylon nelle due scanalature del rocchetto nel verso indicato dalla freccia e rimonto il tutto. Meraviglia delle meraviglie. Funziona!
Con la modica spesa di 1€ e 05 centesimi e un pizzico d'ingegno il mio tagliabordi torna a funzionare come nuovo.

Dimenticavo: l'anello di plastica biancastra l'ho tolto facendo leva con un cacciavite medio alla maniera dei gommisti alle prese con le gomme delle biciclette.

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