venerdì 13 settembre 2013

Caro Compagno Giorgio, ti scrivo

Molto si è detto sulle recenti nomine del Presidente. La più chiacchierata è quella di Giuliano Amato a giudice della corte costituzionale. Le chiacchiere sono circostanziate a tal punto da diventare termometro del malcontento popolare non perché pilotato dai giornalai partigiani ma dai fatti regressi del signor sottile.

Moltissimo si sta dicendo (non però sulla rottura di gabasisi di quanti hanno problemi più seri che stare ad ascoltare le cazzate politiche dell'affaire B&C, come direbbe Montalbano), con Vespa in prima serata, Porro e altri nuovi traghettati sulle reti televisive a dar man forte sulle questioni giudiziarie di uno a discapito dell'interesse di tutti gli italiani.

i deputati m5s sulla terrazza in difesa della Costituzione
Poco, si è detto sulla sospensione dei deputati grillini per aver manifestato e srotolato striscioni dalla terrazza di Montecitorio a sostegno della Costituzione. (ma questi, sono reazionari, lo fanno apposta (?) per creare casini e inzupparci il pane del malcontento popolare).

Chissà quanti non c'hanno capito una cippa di tutto 'sto casino!

E, io, tra questi, gradirei un po' di chiarimenti dal mio Presidente Giorgio.
Se potessi, gli chiederei come mai ha firmato un incarico così importante e prestigioso a Giuliano Amato e non ad un altra figura meno invisa agli italiani non certamente per ideologia ma per il suo passato alla guida delle sorti nazionali dai risultati, ahi noi, catastrofici.

Ma, al caro Comp. Giorgio, chiederei anche conto del governo Monti per aver tagliato il diritto alla dignità dei cittadini, alla protervia dei suoi tecnici che hanno operato tagli degni della più bieca macelleria sociale di tutti i tempi.

Tante altre cose vorrei chiedere a Napolitano, ma mi astengo.
Voglio credere che presto, le strategie, che sfuggono ai più, possano dare i frutti sperati e che le decisioni prese da re Giorgio, unico uomo al secondo mandato presidenziale, (chissà se il compianto Sandro Pertini avrebbe approvato o mandato a cag...re pd pdl e quanti stanno giocando sulla pelle degli italiani incolti e indifesi) siano quelle giuste.

mercoledì 11 settembre 2013

PD peggio del PdL, l'offensiva del m5s

Affermare che il pd è peggio del pdl è un'offesa?

Sembrerebbe di sì, perlomeno secondo come riportato dal tg1 delle 21 della rai. Che, sinceramente, mi stava facendo strozzare dal ridere.

Roma, 10.09.13, Camera dei deputati:

Alessandro Di Battista (m5s): ''Pd peggio del Pdl'' Boldrini: ''Non offenda''

Usi un linguaggio consono senza offendere per favore!

E siccome il pentastellato grillino continua imperterrito nella sua esternazione la Presidente Boldrini sospende i lavori.

A onor del vero, non è stata una gaffe completa, quella della Boldrini:

Alessandro di Battista urla: "Il Pd è peggio del Pdl. Puniteci ma prima sbattete fuori i ladri". E fa il gesto delle manette, che scatena ira a destra e a sinistra. Boldrini lo redarguisce. "Non offenda, usi un linguaggio consono", gli dice la presidente della Camera.

Il grillino Simone Baldelli la attacca: "Qui non è un asilo infantile. Quest'Aula va presieduta con fermezza e serietà".
"Io non mi tiro indietro. A Di Battista non sarà consentito di nuovo di offendere", dice la presidente. Ma la tensione sale.

Angelo Cera dell'Udc va in escandescenze, arrivano i commessi per impedirgli di andare verso i banchi M5S. A quel punto, Boldrini sospende la seduta e convoca i capigruppo.

sabato 7 settembre 2013

Catanzaro, dal pieno al vuoto, restyling di Franco Zagari

aore12
Chi conosce Catanzaro e le sue piazze capisce immediatamente di cosa parlo.
Tempo addietro persino alcuni noti esponenti dello spettacolo e della cultura si interessarono all'arredo urbano di piazza Matteotti; alla sua scala in cemento e ferro con la punta rivolta ad oriente e alle palle disseminate attorno.

La struttura avrebbe dovuto rappresentare una sorta di aspirazione al bello, insomma, una meridiana posta a segnare la strada per l'arte e l'evoluzione spirituale del pensiero. Ma, gettata lì, in un contesto urbano contaminato e deturpato dall'ignoranza delle mode e dei bisogni, non ebbe un buon riscontro. I catanzaresi non la sentirono parte della loro storia.

L'astrazione geometrica, per molti, non si sposava con la plasticità figurativamente descrittiva del monumento bronzeo dedicato ai Caduti per la Patria di Michele Guerrisi posto a pochi passi. Fu inteso come:
Il triangolo della discordia.
Oggi, una grande vasca triangolare in vetro bianco dovrebbe soppiantare la scala di piazza Matteotti e prenderne il posto. Dal pieno al vuoto, dunque, ma con le medesime allusioni esoteriche.
A fare il restyling urbano, ancora una volta è il prof. Zagari, architetto, che negli anni '80 progettò e fece installare la scala in cemento e ferro con la punta rivolta a oriente.
Questa in sintesi la presentazione alla cittadinanza del nuovo volto di piazza Matteotti. E già si levano i primi mugugni.
Qualcuno azzarda assiomi con la distruzione dei giganteschi Buddha dell'Afghanistan, situati nella valle di Bamiyan e risalenti, con ogni probabilità, al 3° e al 5° secolo d.C.
Ma, ribadisco, è un azzardo! Perché, storia molto differente e agli antipodi sotto tutti i punti di vista, Pare, sempre secondo indiscrezioni, che la scala verso il cielo di Piazza Matteotti sarà ricollocata nel parco della biodiversità cittadino che vanta numerose opere d'arte contemporanea. Ciononostante una domanda sorge spontanea: è proprio necessario farlo?, forse che arricchisce la città e i cittadini l'intervento di restyling voluto dalla giunta Abramo? tutto sommato, ci siamo assuefatti, abbiamo metabolizzato il "mostro". 
La scala verso il cielo è storia contemporanea per Catanzaro. Che rimanga al suo posto!



venerdì 6 settembre 2013

Cos'è bene e cosa male?

"Parole taglienti, 2008"
Oltrepassata la porta della fanciullezza lentamente ci si spoglia anche della visione semplificata della realtà. Ci si accorge che il mondo non è più circoscritto dagli affetti familiari e neanche riducibile alla formuletta bene/male.

Fatta un po' d'esperienza si capisce che la distanza tra ciò che si considera bene e ciò che è ritenuto male è dilatata dagli eventi. E, fatta eccezione per la sacralità della vita, quindi abiurando la frase di romana memoria “mors tua vita mea” si riconsidera positivamente persino il machiavellico “fine giustifica i mezzi”.

Senza addentrarci sulle necessità dei singoli interessi, c'è, a mio avviso, un solo grande, importante, liberatorio interesse che dovrebbe accomunare tutti i popoli: la cultura nell'accezione ampia del termine, perché, sola arma che rende liberi da egoismi e preconcetti strumentali.

Sei d'accordo?

giovedì 5 settembre 2013

Fiat, Marchionne e il suv scaccia crisi

Sarà un caso? Dopo i reportage di Riccardo Jacona in tv, che hanno fatto vedere una Torino impoverita
aore12
dalla strategia aziendale di Machionne, arriva la notizia bomba:

La Fiat investirà circa 1 miliardo di euro per la costruzione del nuovo Suv Maserati nello stabilimento di Mirafiori. Il lancio della nuova vettura è previsto per il 2015, quindi i lavori per la preparazione dello stabilimento torinese iniziano da subito. La conferma è arrivata ieri dai sindacati, tutti tranne Fiom-Cgil, al termine della riunione con i vertici del Lingotto guidati dall’ad Sergio Marchionne. «Abbiamo fatto un accordo che ribadisce che il contratto con la Fiat è lo strumento che garantisce gli investimenti», ha spiegato Luigi Angeletti (Uil). «A Mirafiori nelle prossime settimane cominceranno i lavori tecnici per la produzione di un Suv della Maserati. È un ottimo risultato. Poi toccherà a Cassino».”

Un SUV? Cioè, quando tutte le case automobilistiche puntano sulle nuove tecnologie (la benzina è a quota 2 euro, senza parlare dell'inquinamento e sfruttamento ambientale) e offrire un parco macchine al passo coi tempi, la fiat, propone un macchinario che bene che vada è indirizzato a chi ha tantissimi soldi da spendere!

Forse è opportuno ricordare che la ricchezza di Torino e zone limitrofe è derivata dalla possibilità di spesa di tutti gli italiani, da quando, cioè, tutti potevano permettersi una utilitaria.

Al momento, l'unico dato certo,a seguito del presente accordo, consiste nella richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria per gli operai fiat

martedì 3 settembre 2013

Club prive per distinguersi dalla massa

courtesy archivio Iannino, dgtArt "bisogni"

ROMA 30mila€ per incominciare a distinguersi dalla massa! Solo Trentamila! Questa è la somma che ieri sera, durante il programma di Riccardo Jacona, svolazzava sulle bocche dei ricchi soci presenti tra i tavoli, il verde e ai bordi delle piscine del club privato romano. "qua le polveri sottili non arrivano" diceva gongolante il presidente del club. "qua abbiamo la classe dirigente, presidenti e primi ministri..."

La crisi, per loro, è un'astrazione! La crisi non esiste!

Mentre, a onor del vero, un altro signore ricco spiegava a Jacona la sua visione sulla cedolare secca sul patrimonio, ovvero la tassa sulle liquidità che lui personalmente suggerì ai vari governi, Monti compreso, indispensabile se si vuole uscire dalla crisi.

E poi si è vista Torino, capitale dell'auto made in Italy, stravolta dalle nuove povertà dopo l'abbandono della FIAT.


lunedì 2 settembre 2013

La mia Africa

LA MIA AFRICA HA NOME CREAZIONE!


La letteratura e la filmografia sovente toccano temi inerenti il mal d'Africa.
Gli spunti arrivano dai viaggiatori, che, in Africa, pare abbiano subito un mutamento.

In quei luoghi, una sorta di misticismo poetico si è fatto breccia nei loro cervelli. Ha penetrato i pertugi dell'anima approfittando della momentanea vacanza degli attenti guardiani posti alle porte maestre dell'ego in difesa dei traguardi raggiunti. Ha squinternato i sensi e conferito nuove valenze alla vita.

La natura, finalmente, è il caso di dirlo, compie il miracolo! Una sorta di magone nostalgico impone l'immediato ritorno nei luoghi dorati dal sole tra le oasi incontaminate dalla memoria.

I luoghi romanzati da poeti, parolieri e pittori nazional-popolari attenti a donare visioni melense, per alcuni, sono importanti perché, secondo alcune letture, aiutano a sognare e sperare senza impegni.

Per altri, la natura è Maestra! Suggerisce senza mai coartare. E da essa traggono sostanza creativa le menti contemplative.

Tutto questo e altro ancora esiste in Calabria. Nelle regioni italiane. Nell'Europa. Nel Mondo! Insomma, laddove arde la più piccola fiammella alimentata dal sacro senso della creazione che, nei fatti, è un condensato di denuncia, in quanto analisi, e inno alla Vita


martedì 27 agosto 2013

Oltre l'estetica delle umane visioni

Macchia, in attesa

AI CANI NON SFUGGE NULLA!

Gli animali sentono! Avvertono cose che a noi umani, abituati o educati alle apparenze, sfuggono.

Per distrazione o superficialità, spesso, guardiamo senza osservare ciò che accade davanti a noi.

Sovente ci lasciamo catturare dall'esteriorità.

Nel campo dell'arte, per esempio, c'è ancora chi fa confusione tra le alchimie della figurazione melensa e la ricerca linguistica di forme/pensiero arcaiche proiettate nel contemporaneo; ritenendo la prima buona e la seconda il frutto di uno scherzo.

Ma non è di questo che voglio parlare. Né tanto meno perorare cause a favore di certo modo di esprimersi in arte. Personalmente, ritengo valida qualsiasi espressione! E di ciò parleremo in altri momenti.

Non intendo parlare neanche dei rapporti interpersonali e del ruolo preminente dell'aspetto fisico, giacché irrilevante nel mondo canino.

Veniamo ai fatti:

Macchia e Vasco
Vasco si è fermato e a nulla valgono le mie esortazioni. Gonfia il pelo sul dorso e ringhia minaccioso. Anche il molosso nero della villa affianco si fa sentire.
In fondo alla strada prende forma la figura di un ragazzo: torso nudo, maglietta gettata sulla spalla, jeans calati sotto il livello della mutanda: è lui “il nemico”!

Faccio fatica a tenere Vasco mentre il ragazzo chiede: “posso passare?”. Certo, passa pure, ma perché i cani ti abbaiano contro? Il ragazzo passa oltre senza dare risposta. Vasco, come al solito, quando mi sente dialogare con le persone si calma, gli do una pacca sul sedere e gli dico: dai monello andiamo a casa, lui mi guarda con occhi che sorridono, scodinzola e mi precede verso casa.

domenica 25 agosto 2013

Voglio guardare il mondo con occhi di cane


Anche stamattina Macchia avverte il nostro arrivo. Leggera e veloce copre la distanza che ci separa, infila la testolina tra il muretto e l'inferriata della villa, poi caccia fuori anche una zampa, esile com'è sembra essere in equilibrio precario, e aspetta.

Vasco, baldanzoso, le si avvicina. Fermo come una statua, acconsente che lei lo lecchi sul muso. I bacini non durano più di qualche nano secondo, poi, quasi un po' sulle sue, così, tanto per darsi un tono, assume la posizione del dominante, gira attorno al muro di cinta della villa e marca il perimetro.

Macchia è una cagnetta di taglia piccola dal carattere giocoso; bianca con quattro macchie nere grandi distribuite armoniosamente sul corpo e sulla testa. Dolce, talmente socievole che quando dico a Vasco: “su dai torniamo a casa”, emette dei guaiti impercettibili che tradotti avranno senz'altro questo senso: “perché non restate ancora un pochino?”. Ma i cani sono ubbidienti e pazienti. Capiscono quando è il momento di smettere.
Smette di seguirci e prende posizione dal solito spazio. Uno spazio talmente piccolo nel quale Vasco e altri cani di taglia grande riescono ad infilare appena il muso ma per lei è sufficientemente largo da poter osservare il mondo esterno e tessere relazioni.

giovedì 22 agosto 2013

Calabria, sulle tracce dei padri

"l'isola" Tropea
Quando si immette nel mercato degli affari un prodotto targato cultura il risultato può essere rischioso, di sicuro incerto.
Le crisi economiche e la sete di guadagni intaccano le coscienze, le minano e, quindi, piuttosto che pensare al profitto intellettuale dello spirito e alla ricaduta in termini di crescita interiore per tutti, le menti pragmatiche valutano il risultato economico immediato. Come biasimarle!

Non è un mistero, d'altronde, il giro di denaro pubblico e privato investito in sagre, mostre, riscoperte di numi storici consacrati nell'olimpo dell'arte, ma, raramente, purtroppo, per divulgare il lavoro dei nostri artisti contemporanei.

In Calabria le garanzie e le occasioni per spendersi e incentivare i progetti culturali non mancano! Esse sono parte integrante del territorio.
Le radici sono forti. E la cultura è tutt'uno, anzi conservata e protetta nel territorio e nel mare solcato da Greci, Spagnoli, Turchi.
Un territorio tormentato da fenomeni sismici e da invasioni storicizzate.
Quanto oggi appare non è altro che il risultato delle secolari vicende naturali e umane sopportate dall'antica terra dei Bretti.

E se da un lato i terremoti, gli alluvioni hanno spianato o inghiottito montagne e civiltà, dall'altro il vento incessante ha affinato le residue strutture architettoniche edificate nei secoli dagli invasori e rimaste in piedi.
Fantasmi architettonici di duemila anni e oltre narrano del passaggio di popoli, quindi, culture e civiltà che hanno insediato colonie e invaso il territorio calabrese dalle coste all'entroterra.

Da costa a costa, dal mar Jonio al Tirreno è tutto un pullulare di “ricordi storici”, alcuni scoperti e altri in paziente attesa dormono nelle acque e nelle campagne o, peggio, lasciate all'incuria.

Non sempre, purtroppo, siamo stati attenti costruttori di storia; accorti ricercatori del passaggio degli avi e conservatori di civiltà.

Gli anni tra il 1950 e 1970 sono stati i peggiori. I borghi contadini, abbandonati dalle popolazioni abbagliate da miraggio industriale, subirono un significativo calo demografico.
L'effetto migratorio da sud a nord spopolò interi paesi.

E, poi il ritorno dei nuovi migranti, con negli occhi l'opulenza di schemi abitativi più consoni allo status raggiunto, diede il colpo di grazia a tradizioni e cultura.
Orde pronte a investire in frenetiche costruzioni hanno contaminato e eroso territori ubertosi, coste suggestive e siti archeologici.

In quegli anni, impreparati a gestire una improvvisa ricchezza materiale, i silenzi assensi e le concessioni fecero scempio del passato.

Ma, da qualche anno, la cultura della memoria pare abbia fatto breccia e tentato di recuperare il passato attraverso mostre, divulgazioni di archeologie umane e territoriali, quali mestieri, percorsi, siti; alcuni sostengono che sia per curiosità o orgoglio d'appartenenza. Personalmente mi piace e voglio pensare che sia il frutto di una sorta di sincero amore per la natura unica e selvaggia della Calabria, la storia dei singoli, l'antidoto al consumismo, alla nevrosi che induce al possesso, all'accumulo di beni, spesso sono sottratti alla collettività.

Perché, è risaputo, la memoria, nell'evocare sentimenti d'appartenenza ad un territorio e alla sua storia rende migliori.

Anche se si tratta di un lavorio discontinuo e faticoso, a volte persino impercettibile, non solo in Calabria ma in tutta Italia, il viaggio intrapreso, se pur lento, lascia lezioni indelebili specie nelle giovani menti che, con spensierata allegria, si gettano fiduciosi nella ricerca delle proprie origini. Assaporano e godono di antiche nenie; canzoni folk accompagnate dal suono della lira calabrese, delle zampogne e delle ciaramelle. Le tarantelle sembrano rivivere gli antichi fasti delle feste patronali e degli avvenimenti familiari importanti come le promesse di matrimonio, le nascite e i battesimi.


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