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venerdì 11 maggio 2012

Annarosa Macrì, libertà di pensiero e professionalità nemici in RAI

In Italia, la RAI è la televisione di Stato! Una televisione generalista che si mantiene con l'abbonamento obbligatorio dei cittadini in possesso di un televisore e con la pubblicità. Di conseguenza, chi paga il canone è in parte “proprietario” del servizio e come tale dovrebbe essere tenuto in considerazione da chi sovrintende ai vertici aziendali. Di fatto, i partiti governano la televisione di Stato. Le poltrone sono suddivise secondo la volontà dei partiti politici mentre il governo in carica ha la maggioranza. Un tempo si diceva: RAI 1 è democristiana; RAI 2 socialista; RAI 3 comunista. Ciononostante i servizi tematici, complessivamente sono stati in grado di offrire un discreto modello di saperi e contribuito nell'alfabetizzazione di quanti sopravvissuti a fame e guerra. Chi non ricorda “non è mai troppo tardi”, “Angelo Lombardi, l'amico degli animali”, “Rin Ti Tin” “Lassie” “La nonna del Corsaro Nero” “Canzonissima”... e l'eccessiva attenzione censoria di quanto andava trasmesso.
Oggi si è passato da un eccesso all'altro!
Il servizio pubblico che la RAI offre, in quanto televisione di Stato, non sempre tiene nella giusta considerazione la libertà e la pluralità di pensiero di lavoratori Rai e cittadini utenti.

Senza farla troppo lunga, ha ragione Santoro, nell'azienda serve professionalità non servilismo di minzoliniana memoria.
Urge un'informazione libera, non soggetta a censure partitiche o personali. Un'informazione onesta!
Ma pare che questo non paghi i partiti e gli uomini che li governano malamente. Allora si defenestra un buon giornalista perchè ha osato approfondire un'inchiesta spinosa; ha documentato un giro di connivenze e mal vessazioni, affari sporchi fiancheggiati dai politici o semplicemente la superficialità di questi ultimi nello gestire la cosa pubblica, lo sperpero del denaro pubblico fiancheggiati da dirigenti compiacenti o, peggio, servili per gioco forza perché nominati dalla politica.

Bene, dopo le ben note vicende sul canale nazionale RAI 1, anche la testata giornalistica della Calabria pare abbia il suo Minzolini! Il taglio è quello inviso alla democrazie e al rispetto degli utenti. Basta vederne uno per capire omissioni e vacuità delle notizie spesso prive di riscontro ma complete di strafalcioni.
Forse è per questo motivo che non si vogliono concedere diversivi leciti come collaborare con quotidiani stampati che, per il solo fatto di scrivere un articolo, possano distogliere le giornaliste brave come Annarosa Macrì dal loro impegno principale di dipendenti RAI?

Chi è Annarosa Macrì?

Annarosa Macrì è una giornalista seria tutta di un pezzo. Professionista di valore, persona di cultura raffinata, scelta da Enzo Biagi (che sia proprio questo il suo peccato?) per le sue indimenticabili trasmissioni - vere e proprie lezioni di giornalismo - lei ha anche il dono di una straordinaria scrittura, limpida nella costruzione, densa nei contenuti e coinvolgente nel coraggio. Troppo brava e libera per essere tollerata in un mondo di nani e ballerine. Ebbene, poco dopo un cambio al vertice dell'informazione televisiva regionale, per caso coincidente con un cambio di quadro politico in Calabria, quattordici mesi fa parte un provvedimento disciplinare che obbliga Annarosa Macrì a sospendere la sua collaborazione con il Quotidiano di Calabria. Collaborazione che non interferiva affatto con la sua attività alla Rai tant'è vero che dopo qualche mese il provvedimento fu archiviato.

Dieci mesi fa lei chiese l'autorizzazione alla direzione della Rai di poter riprendere la collaborazione. Pochi giorni fa la lapidaria comunicazione: «Il Direttore Generale, con lettera riservata indirizzata al Direttore di Testata e ricevuta questo pomeriggio, ha riscontrato negativamente la richiesta di autorizzazione alla collaborazione con il "Quotidiano della Calabria"». Nessuna motivazione, un no secco, contrattualmente ineccepibile. Infatti, il contratto di lavoro giornalistico (articolo 8) lascia piena libertà al direttore, d'accordo con l'editore, di non rilasciare autorizzazioni a collaborazioni quando l'assunzione preveda la prestazione d'opera esclusiva. Naturalmente è raro che l'autorizzazione sia negata. Soprattutto di una grande azienda pubblica dal carattere ecumenico come la Rai.
Ma questa volta è andata così!

giovedì 10 maggio 2012

Caso Catanzaro tra tatticismi e realtà

Non è tempo di badare alla forma ma alla sostanza! Lo dicono le azioni e i fatti del gruppo dirigente regionale del PDL calabrese che continuano ostinatamente a volere lavare i panni sporchi in famiglia.
Caparbiamente Wanda Ferro sostiene che le dimissioni di Traversa dopo soli 7 mesi dalla carica di sindaco dipendono esclusivamente dal dissesto economico del comune. E questo fa incazzare tutti i catanzaresi specialmente quelli che hanno dato fiducia a Michele Traversa!
Perchè, si chiedono i cittadini di Catanzaro, Michele viveva nel paese delle meraviglie? Ma se è vero che ha trovato debiti perchè non lo ha denunciato immediatamente invece di mettersi a sperperare i soldi comunali in luminarie giochi e feste? E poi, un Amministratore politico di rispetto non fugge davanti ai problemi ma li risolve o quantomeno tenta di risolverli insieme a tutti i consiglieri e se necessario coinvolgendo anche la città.

La sensazione di chi vive la realtà di Catanzaro, raccontata dai cittadini, è di assistere ancora una volta alla farsa dei politici schierati e fiancheggiati dalla rai regionale che legge notiziari a favore del potere politico del momento. Sembra di rivivere le stesse verità di chi sosteneva a spada tratta che Ruby era la figlia di Mubarak.

La giunta Abramo qualora dovesse risultare valido il responso delle urne si porta dietro etichette ed epiteti irripetibili che dimostrano la distanza tra i cittadini e una classe politica parolaia e poco credibile .
Ma per loro (politici e portatori d'acqua) questo non è un problema.
Ecco spiegati i capitali investiti per le campagne elettorali e impegnati nella compravendita dei voti al vaglio della magistratura.
Non è questa la classe dirigente che la Calabria vuole.

lunedì 16 aprile 2012

Roberto Benigni show da Fazio a che tempo che fa

Ritengo Benigni uno dei più esilaranti e pungenti comici del momento e Fazio un esperto conduttore televisivo. Le dissertazioni satiriche di Roberto Benigni, come al solito, vanno a punzecchiare fatti e misfatti dei personaggi noti ma anche ad esaltarli quando questi sono carichi di positività.

Nel breve show Benigni ha attualizzato la Divina Commedia e evidenziato assonanze con gli atteggiamenti contemporanei di alcuni personaggi.

Esilarante la battuta sulla bandiera che accomuna i leghisti (verde, riferito al colore padano del partito, bianco per diplomi e le lauree comprate, rosso per i conti lasciati dal tesoriere per i fatti noti) con il Tricolore Nazionale, che potremmo estendere a quasi tutto l'arco costituzionale rappresentato in parlamento dai partiti.

Tutto come da copione consolidato! Però, non so, ho avuto la sensazione che nello studio ci fosse aria gelida. Fazio, mi è sembrato teso. La risata mi è sembrata un po' artificiosa, quasi forzata e non libera come nelle precedenti puntate con la Littizzetto e altri ospiti.
Non è che le battute di Roberto Benigni sul programma oscurato dai vertici RAI di “vieni via con me” condotto per pochissime ma seguitissime puntate da Fabio Fazio e Roberto Saviano si trasformano in messaggio sibillino per “che tempo che fa”?

lunedì 2 aprile 2012

lavoro e disoccupazione secondo Giuliano Ferrara

aore12blog
giuliano ferrara "radio londra"
Stamattina, in merito al problema lavoro dei giovani italiani, il notiziario della radio evidenziava che un ragazzo su tre è a spasso!
E gli altri due che fanno? Stanno seduti? Si girano i pollici? Lavorano perché meritevoli?

È tutto il giorno che me lo chiedo.
Finalmente Giuliano Ferrara ha tenuto la sua consueta lezioncina in prima serata RAI ed ha spiegato cosa sta succedendo in Italia. Parla di occupazioni consone, statistiche, numeri, lavori accettati o schifati dagli italiani, flusso delle immigrazioni.
Dice anche dei pochi “cervelli che emigrano” che lo fanno per continuare le ricerche e gli studi ma nel complesso c'è una sorta di apatia nei giovani che li tiene inchiodati alle famiglie perché protetti.
La sua esternazione ricorda le esternazioni gratuite dei “bamboccioni” politici, buoni solo a tirare la carretta dei propri affari salvo poi addormentarsi in Aula e svegliarsi per sbiascicare “no non c'è crisi. Nessun problema, noi non siamo la Grecia. Da noi i ristoranti sono pieni...”

Insomma, nel suo suadente monologo, il buon Giuliano afferma che il mercato del lavoro interno è statico; non c'è più quella migrazione interna di qualche tempo addietro nonostante al nord ci siano più possibilità di lavoro rispetto al sud, e bla bla bla.

E mentre il teorico Ferrara disquisiva su dati e motivazioni scorrevano immagini di raccoglitori di agrumi. Gli stessi che dopo 10, 12 ore di lavoro riescono a intascare 20, 25 miseri €.

Ma come? Si è gridato allo scandalo! No allo sfruttamento! No al risveglio dello sfruttamento latifondista e adesso si tenta di far passare il messaggio subliminale del lavoro a qualsiasi costo?

È facile pontificare seduti in una botte girevole specialmente se pagati profumatamente ed è semplicissimo analizzare disfunzioni sociali quando questi non riguardano gli analisti perché figli di qualche dio maggiore.

venerdì 10 febbraio 2012

TGR Calabria, strano modo di fare informazione

Catanzaro è un'isola felice! Un'isola esente dalle paure del maltempo che invece serpeggia nel resto della regione e dell'Italia intera.
Il TG della Calabria si dilunga col sindaco e il presidente della provincia di Cosenza sull'emergenza neve e chiede a quest'ultimo qualche storiella strappa lacrime che Oliverio narra prontamente con voce greve: il dottor tal dei tali, sindaco di un paesino sommerso dalla neve, si carica la bombola dell'ossigeno sulle spalle per soccorrere un asmatico.
Oliverio batte Alemanno 1 a 0!
e il sindaco di Cosenza può rimanere indietro? Certamente no! Tant'è che alla domanda del giornalista “sindaco la neve è arrivata prima del previsto su Cosenza: l'aspettavamo per stasera ed è arrivata in mattinata senza però trovarci impreparati” risponde con un compiaciuto "siamo stati all'erta!".

non c'è che dire! Davvero un'ottima informazione regionale, quella calabrese!

E intanto i lavoratori della Standa, senza stipendio da sette mesi rivendicano nel silenzio dei mass media gli stipendi arretrati, il lavoro e un po' di chiarezza sul futuro per decine di lavoratori davanti alla Prefettura di Catanzaro.

Che sia un'informazione asservita? Genuflessa ai poteri temporali della politica lo si è capito da tempo, da quando Catanzaro non ha patriarchi la città e i suoi cittadini sono diventati socialmente invisibili. Eppure, il canone lo pagano!
Ma forse è una semplice dimenticanza và. D'altronde cosa vuoi che sia la sofferenza causata dalla perdita del lavoro di qualche decina di dipendenti che provoca incertezza per qualche centinaia di familiari se confrontata ai problemi connaturati alle stagioni?
Sui social network c'è una vignetta carina che suona grosso modo così: ciò che altrove si chiama inverno da noi si chiama emergenza!


domenica 9 ottobre 2011

libertà e confronto democratico in rai

Per la pluralità di pensiero che deve esserci in un servizio definito pubblico, anche se lottizzato dai partiti, è importante che gli spazi della tivvù pubblica ospitino voci dissonanti e non solo quelle gradite al potere.

Per questo e non per Santoro o la Dandini ritengo interessante la campagna di sensibilizzazione per un nuovo progetto televisivo che sia estraneo alla logica di lottizzazione televisiva che sappia anteporsi alla RAI.

La RAI, non è nuova a epurazioni o defenestramenti tattici di personaggi invisi al potere gestionalpolitik di un dato periodo.

La rai è un’azienda mediatica che chiama annualmente al pagamento del canone tutti i cittadini in virtù di una legge apposita! Che però non disdegna la pubblicità cafona e la propina nelle fasce d’ascolto più alte (quando gli utenti sono a tavola) perché più redditizie per l’azienda e non importa se tra un boccone e l’altro fa capolino la signora con problemi di pipì, la ragazza che di punto in bianco scappa in bagno e lo sussurra alla collega, cambia l’assorbente slip o ha pruriti intimi, per non parlare dei prodotti per l’igiene del wc o della fossa biologica. Insomma, assorbenti, dentiere che ballano, sudorazioni e puzzette varie trovano la loro massima pubblicità, quando gli italiani sono a tavola! Ecco, questi alcuni dei tanti buoni motivi che dovrebbero indurre i vertici a rivedere i palinsesti, le fasce pubblicitarie con i relativi prodotti da mandare in onda, nonché i direttori schierati che mandano solo certe notizie e non altre.

Non è per Biagi, Guzzanti, Dario Fo, Santoro e gli altri censurati che si dissente, ma per il modo improprio di gestire un’azienda pubblica; non per proclamare nuovi martiri, quindi, ma in virtù di una pluralità che incoraggi tutte le proposte e le voci libere.

E mentre si parla della nuova avventura giornalistica di Santoro, la maggioranza di governo tenta di far passare la legge bavaglio per calmierare le intercettazioni ambientali in armonia con gli umori di chi governa così da censurare anzitempo le notizie  che svelano il vero volto di chi gestisce i poteri economici del paese.
Auguri Santoro! Per il tuo nuovo spazio mediatico che necessita di una sottoscrizione di dieci euro per andare in rete e far fronte alle prime spese.

sabato 17 settembre 2011

usi e abusi del sevizio televisivo pubblico

Teresa è una ragazza di 35 anni ha fatto la modella, l’hostess e l’imprenditrice di se stessa. A suo dire si è “conosciuta approfonditamente” con personaggi pubblici dietro compensi sborsati da Tarantini (500€).

Teresa, in arte Terry de Nicolò, optional della ditta Tarantini che la porta come gadget ai suoi potenziali clienti per invogliarli a comprare protesi mediche e materiale sanitario, è il prodotto bacato di una società malata, rozza, che educa alla supremazia personale e al benessere individuale le menti deboli che danno per oro colato le parole dette in televisione, che non sanno o vogliono distinguere il mondo della finzione con la realtà e si nutrono di telenovelas, sognano a occhi aperti un principe azzurro che le porti via dalla mediocrità.

Una società surreale che inculca idee distorte e induce le ragazze a essere di facili costumi, a “vendere la propria madre” pur di arrivare nei pressi dell’olimpo dei ricchi e pascersi delle debolezze dei facoltosi uomini lussuriosi piuttosto che studiare per formarsi una mente personalizzante.

Sia ben chiaro, niente di personale contro le venditrici di sesso: sono sempre esistite!, ma spiattellare in televisione la filosofia di vita delle meretrici che dicono chiaramente: questa è la realtà, se vuoi arrivare devi vendere il tuo corpo agli uomini potenti e le casalinghe racchie devono starsene nascoste dentro casa” è deprimente!

La televisione pubblica farebbe bene ad essere più accorta e modificare piuttosto che censurare le interviste scioccanti di giovani giornalisti d’assalto che pur di fare presa sui telespettatori inscenano uno spot degno della più irriverente soap: salotto buono, luci soffuse, inquadratura sulle gambe, sul bacino, bracciolo della poltrona e mani affusolate che reggono un calice di prosecco, per soffermarsi, infine, sul volto mediocre reso un po’ appariscente dal lavoro di chirurgia plastica e da una estetista volgare che le ha spolverato addosso dei brillantini.

Questo è altro ha osato mandare in onda il programma “l’ultima parola” di Paragone, facendo rimpiangere la professionalità di giornalisti defenestrati che proponevano analoghe inchieste con tagli giornalistici positivi per la crescita dei telespettatori.

Certo i rozzi giornalisti, ospiti del programma, non hanno fatto di meglio! hanno solo saputo fare casino e provocare reazioni negative nei telespettatori che avrebbero voluto assistere ad un programma equilibrato privo di schieramenti ad oltranza.

giovedì 15 settembre 2011

si all'isola dei famosi no alla Dandini

Il cda della RAI elimina Serena Dandini e il suo programma satirico “parla con me” dal terzo canale pubblico ma conferma l'Isola dei famosi.

E che diamine! Vuoi mettere l'elevazione culturale e l'incitamento alla riflessione prodotti dalle parole scurrili e dalle liti tra i personaggi in disuso dello spettacolo buttati su un'isola che si muovono dietro i suggerimenti di una regia squallida e le risate liberatorie di un fine humour che trova nei fatti quotidiani nostrani l'ispirazione per le gag televisive?
Certo che no! Meglio annichilire il pubblico, farlo retrocedere e bene che vada addormentarlo culturalmente con programmi spazzatura piuttosto che tenerlo vispo e allegro davanti agli argomenti sciorinati sul divano rosso della Dandini.

venerdì 17 giugno 2011

ecco il suggeritore di Masi ex dg della rai

Inaudito! Ecco come racconta il neo sindaco di Napoli De Magistris la vicenda che vede implicato Luigi Bisignani, agli arresti domiciliari da mercoledì scorso perché considerato a capo di una rete che forniva notizie sulle indagini ai potenti sotto inchiesta e pilotava nomine negli enti pubblici riuscendo anche a condizionare i giornali, a scrivere la lettera di licenziamento di Michele Santoro, un tentativo sventato ma che svela il potere reale del lobbysta a capo della P4.
Questa notizia la da l'ex direttore generale della Rai durante un interrogatorio del febbraio scorso davanti ai magistrati di Napoli del quale, pare che il Fatto Quotidiano possa svelare il contenuto. I magistrati che indagano sulla P4 fanno ascoltare a Masi una telefonata con Bisignani dell’ottobre 2010. Santoro ha appena fatto infuriare Masi con l’ormai famoso “vaffan … bicchiere” in tv.

Durante la telefonata l’allora numero uno della Rai si fa dettare la lettera dal lobbysta. Messo di fronte all’evidenza, l’ex direttore della Rai ammette: “Mi si chiede perché mi sono fatto scrivere la lettera di licenziamento di Santoro da Bisignani e chi sia la persona dalla quale avrei dovuto fare prima un passaggio. Rispondo che mi sono rivolto a Bisignani perché addentro al mondo istituzionale in ragione delle sue conoscenze nel mondo politico”.

Ma torniamo alla dichiarazione di de Magistris:

"Nel 2007 l'inchiesta Why not è entrata nel vivo, facciamo visita, con la polizia giudiziaria, a Luigi Bisignani. Faccio la perquisizione e da quel momento è un cataclisma". A ricordarlo è Luigi De Magistris in una intervista pubblicata oggi su "L'Unità". "Quel sopralluogo imprime un'accelerazione folle, assolutamente inaspettata alla vicenda che mi porterà nel giro di pochissimo tempo a perdere le funzioni di pubblico ministero".

"I miei ex colleghi Greco, Woodcock e Curcio hanno riscontrato quasi le stesse cose che stavo riscontrando io: un governo occulto della cosa pubblica, parallelo a quello legale e interagente con esso, che orienta il comportamento di organi costituzionali entrando nei processi di approvazione delle leggi e di adozione di provvedimenti amministrativi che incidono pesantemente sulla collettività". "Tecnicamente siamo di fronte a un tentativo di eversione dell'ordine costituzionale".

venerdì 10 giugno 2011

Lei e i 15milioni di Santoro con Annozero

In tutta tranquillità devo dire che Ballarò, Annozero, Report, Presa diretta, non sono programmi faziosi e come la Gabanelli, il compianto e saggio Enzo Biaggi, Montanelli e tutti i grandi giornalisti che hanno a cuore il proprio lavoro, hanno diffuso e diffondono notizie scaturite da inchieste, scottanti per alcuni, riguardanti la collettività.
Pensare di oscurare queste voci insieme a quelle dei comici, di quanti fanno satira e degli intellettuali, è cosa assai ardua! Immorale! Ma l'immoralità è impalpabile, anzi aiuta e certa gente se la ride.
Annozero porta nelle casse della rai 15milioni di euro! Lo ha dichiarato Santoro. Eppure i dirigenti vogliono mandarlo via, perchè, da quanto si è capito nel corso degli anni, non piace a un certo pubblico. Devo dire che in alcuni momenti neanche a me piace, specie quando induge su certi aspetti, ma questo fa parte dello spettacolo e lui, da buon conduttore qual è, comprende bene quando è il momento di sfruttare l'attimo televisivo. Fa parte del gioco. D'altronde è da lì che arrivano gli sponsor e quindi i soldi che servono anche per sollevare le allegre gestioni e i flop. Ma i soldi non bastano a chi non accetta intromissioni nella propria vita e affari e quindi si sente offeso dalle critiche e dalle inchieste. Una vita pubblica, tra l'altro. E questo non è positivo. Ecco che allora arrivano le nomine catechizzate nei punti strategici. Ma no! è solo un brutto pensiero.

Però,fa pensare tantissimo il modello politico assunto da certi personaggi, la loro arroganza, l'accusa e il disprezzo per le leggi e l'ovvio non scritto ma sancito dalla vita stessa. Sarebbe ovvio poter conoscere serenamente chi e come gestisce i soldi pubblici, comprendere se un appalto è stato affidato davvero all'impresario giusto, se i fondi vanno investiti nella direzione del lavoro per tutti o quantomeno la maggior parte dei cittadini senza se e senza ma e tessere d'appartenenza.

Fa estremamente pena leggere la disapprovazione, ostile a prescindere, nelle facce dei contendenti la supremazia nazionale. Indigna la bugia gettata a mo' di offesa sugli avversari. Offende la presunzione dei piccoli “so tutto io”.

Fa rabbia essere presi in giro!

giovedì 9 giugno 2011

1 euro per Michele Santoro

Un euro a puntata! Questa è l’offerta che Santoro fa alla rai per l’anno prossimo. Un’offerta che non si può rifiutare visti i guadagni che entrano dagli sponsor grazie al lavoro di Santoro e del suo staff in rai.
Che farà Garimberti? Come risponderà il direttore generale della rai all'offerta dell'anchorman?

In un consiglio d’amministrazione composto da nominati dei partiti politici che fanno gl’interessi dei partiti tutto può accadere! Anche sovvertire le notizie, la verità e stilare le scalette dei palinsesti. Ogni spostamento, ogni assunzione, ogni programma dipende dalla volontà dei reggenti e non degli abbonati che pagano il canone.
Ma ritornando al caso Santoro, anzi al suo defenestramento, qualsiasi chiusa sarà in sintonia coi voleri della vecchia logica spartitoria, della quale, Bersani e Di Pietro si dicono fuori e non parteciperanno all’imminente nomina del nuovo cda rai giacché questo in vigore che ha provocato guai al servizio pubblico e ha mortificato l’intelligenza dei telespettatori è al termine del mandato.

Urge quindi una legge che escluda dai posti di comando quanti hanno interessi a vario titolo nell’azienda pubblica della comunicazione se si vuole mantenere la pluralità democratica e la salvaguardia delle minoranze che usufruiscono del mezzo pubblico.

venerdì 20 maggio 2011

il flop ben remunerato del professor Sgarbi

Lo spot del programma "culturale" cancellato dal palinsesto rai fa vedere uno Sgarbi legato e imbavagliato in uno scantinato della sede televisiva ma nonostante il bavaglio, il nostro eroe dell’anti cultura, riesce a urlare improperi nei confronti di chissà chi… “grrhh capra grrhh vulva capra grrhh” e poi, quando zittisce e china la testa spossato, appare una scritta che sembra una minaccia “lo liberiamo stasera alle 21”.
Dico subito che non ho visto il programma, e di ciò me ne dispiaccio perché sono uno dei tantissimi abbonati rai che ha decretato l’insuccesso di una trasmissione pedagogicamente educata e corretta.
Peccato; e comunque chi ci va di sotto sono i telespettatori perchè, secondo i giornali di oggi, il raffinato critico d’arte che tanto fa per tenere alto il nome dell’Italia nonché della biennale veneziana di quest’anno percepisce ugualmente un milione di euro mentre gli abbonati pagano il canone senza poter godere delle perle di saggezza copiosamente elargite dal dottor sgarbi.
Peccato!
Parafrasando lo spot: "Ci sarebbe toccato anche Sgarbi".
Menomale che l’hanno riacciuffato legato e imbavagliato dopo il flop della prima puntata. Le vie del Signore e della misericordia Divina sono infinite

martedì 10 maggio 2011

giornalisti: oscurate i cattivi maestri

Per i giornalisti della televisione e della carta stampata: oscurate i cattivi maestri! pericolosi demagoghi e populisti che infiammano gli animi e stravolgono la realtà!

Perché date spazio alle cazzate paranormali dei soliti mentecatti che, nostro malgrado, siamo costretti a foraggiare comunque con assegni parlamentari e altri vitalizi che non si meritano, specie per come si comportano nei nostri confronti? Se il “popolo” che tanto nominano, è davvero sovrano, come mai non è ascoltato ma vilipeso dai loro comportamenti e dalle loro parole?
È inammissibile! non si può stare zitti davanti a esternazioni oltraggiose come quelle vomitate dalla Santanchè; come non si possono accettare passivamente le cazzate dei politici populisti che cavalcano gli umori e alimentano le paure degli ignoranti.
Sarebbe opportuno che questi individui fossero oscurati per rispetto delle persone serie; per rispetto delle persone che hanno perso la vita per uno Stato di Diritto Democratico; ma anche, perché no, per rispetto della loro stessa…intelligenza?!

Noi cittadini siamo incolpevoli spettatori di una decadenza sbandierata dall’alto. Una decadenza contagiosa proprio perché continuamente sciorinata in tutte le salse, che abitua, fino ad essere accettata e diventare, paradossalmente, nonostante le nostre continue denunce di disapprovazione, normale modello di vita.

ps: ovviamente l'appello è rivolto ai giornalisti seri.

giovedì 28 aprile 2011

Masi, dopo la RAI la Consap

Dopo avere lavorato bene in Rai e dato prova della sua altissima professionalità, Masi è stato promosso! Lascia la televisione di Stato per sedersi sulla poltrona d’amministratore delegato in Consap.

(ANSA) - ROMA, 28 APR - L'assemblea della Consap ha nominato amministratore delegato Mauro Masi. Resta presidente Andrea Monorchio, che già ricopriva l'incarico. Alla presidenza della concessionaria dei servizi pubblici assicurativi non è arrivata quindi la parlamentare di Iniziativa responsabile Maria Grazia Siliquini, data in pole position fino a ieri.
Masi lascia l'incarico di direttore generale della Rai, che ricopriva dal 2 aprile 2009. E' possibile che formalizzi le sue dimissioni nel Cda del 4 maggio.


Alla faccia della meritocrazia! Potrebbe urlare qualcuno, che ancora ricorda quanto è successo in Rai grazie alle azioni unilaterali del lungimirante uomo aziendale prese nei confronti di programmi e giornalisti difformi al pensiero del sire.

Ancora una volta il potere politico, infischiandosene del comune senso del pudore, gestisce i posti di comando in ossequio alla propria filosofia esistenziale e assegna i ricchi feudi ai fedeli feudatari, leali con i potenti ma non con gli interessi della collettività.
Anche la Siliquini, per non smentire il teorema, sarà cooptata in qualche ente di prestigio, semprechè continui ad essere “responsabilmente” attiva nel gruppo parlamentare che ha salvato l’italietta.

giovedì 3 marzo 2011

rosa russo jervolino secondo il tg1 di minzolini

Paragonare Rosa Russo Jervolino a Gheddafi è un assioma assurdo che ha potuto permettersi solo un giornalista ignorante per accontentare qualcuno e incancrenire i rapporti politici nei maggiori schieramenti che rappresentano l’Italia.
Si rimane esterrefatti a sentire sconcezze simili mentre si pranza dalla voce della bionda giornalista televisiva del tg1. Quel tg1 di Minzioni apertamente schierato e asservito.
Si rimane sbigottiti al solo pensiero che ogni notizia è buona per buttare fango e discreditare gli avversari o quanti non la pensano allo stesso modo del padrone.
Eppure, la giornalista ha detto dell’auto scioglimento del comune di Napoli guidato dalla Jervolino e ha detto anche che la sindaca invita la magistratura a “mettere il naso” nella gestione amministrativa del comune di Napoli. Però aggiunge essere "arroccata nel palazzo del comune allo stesso modo di Gheddafi"

Ma ve la immaginate la passionaria Rosa armata fino ai denti che lancia i suoi mercenari contro i cittadini che ama e governa?

Sarebbe ora che Minzolini guidasse con un po’ di decoro il suo tg e facesse bene il mestiere di giornalista, almeno per rispetto degli abbonati rai che pagano il canone e anche lui, nonostante gli strafalcioni.

sabato 26 febbraio 2011

per la par condicio Giuliano Ferrara su Rai 1 nello spazio che fu di Enzo BIagi


Ognuno usa le armi che ha a disposizione per raggiungere la vetta desiderata. Il dittatore Gheddafi per mantenere il potere e le delizie che ne derivano usa mercenari che uccidono per soldi e quindi zittire definitivamente i dissenzienti; Berlusconi, ma questa è una prassi consolidata nella civile democrazia, anziché spargere sangue umano e tingere le piazze di rosso sangue allinea i maestri della comunicazione in tv, nei teatri e nelle piazze. Perché lui sa bene che, a furia di bombardare assiduamente con parole anche se omette alcune verità, alla fine, il consenso dei distratti, che sono molti, lo cattura e lo spende a suo piacere.
È di questi giorni la notizia per niente edificante che lo spazio televisivo, riempito un tempo dal compianto e saggio Enzo Biaggi con “il fatto” tra qualche giorno sarà di nuovo riempito ma questa volta da un opinionista schierato dalla parte di Berlusconi, Masi, Minzolini, insomma uno alla Fede che ha come visione idilliaca la luce mistica che sprigiona il cavaliere.
Giuliano Ferrara, di fatto in questo periodo, è il propagandista più allineato con il presidente del Consiglio e lo dimostra l'intervista rilasciata proprio al Tg di Minzolini pochi giorni fa, la manifestazione pro-premier al Teatro Dal Verme di Milano e le sue opinioni sul foglio.
Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, dopo il fallito intervento telefonico per "moderare" Santoro ad Annozero, con facilità è accondisceso a soddisfare un diktat sulla Rai a favore di Berlusconi.
Giuliano Ferrara conferma: Ho avuto l'offerta di rifare la mia vecchia rubrica Radio Londra e l'ho accettata.

mercoledì 2 febbraio 2011

tv e nuovi media attenzione ai comportamenti volgari

I pericoli del cattivo esempio

Inciviltà, mediocrità e volgarità la fanno da padroni, spopolano sui mass media, diseducano e inducono le masse a intraprendere percorsi di vita pericolosi.

Una cosa è certa: la guerriglia in atto in Italia nasconde e nello stesso tempo evidenzia interessi privati nella gestione pubblica della politica nazionale.
Troppi interessi ruotano attorno a fondazioni, commissariamenti, società controllate dallo Stato anzi da chi vince le elezioni in ambito locale e nazionale.
Personaggi scaltri pilotano il pensiero della gente comune mentre succhiano loro il sangue e si cibano come i vampiri delle energie dei deboli.
Balletti deprimenti portati in scena dai mezzi di comunicazione di massa lasciano intendere che ai potenti e ai belli tutto è concesso. Persino un signore che pubblicizza in malo modo un suo romanzo pensa di lanciarlo meglio facendo intervenire la Ruby rubacuori. Così la supposta nipote di Mubarak invaderà la nostra privacy anche negli spot pubblicitari su rai3 giusto all’ora di pranzo quando le famiglie sono riunite e vorrebbero vedere ben altro. Già il modello pubblicitario lanciato finora dallo scrittore non ha dimostrato molta efficacia anche perché dalla presentazione stessa e dalle parole della figlia prima e di Manuela Arcuri dopo, ma anche il taglio dato dall’autore stesso, ha dato la giusta valenza del lavoro e a quanti amano leggere non è sfuggito. E questo episodio, tutto sommato potrebbe essere mitigato dal fatto che lo scrittore paghi per la pubblicità richiesta, ma come la mettiamo quando anche gli utenti del servizio pubblico rivendicano il diritto di un modello mediatico più austero del tipo: evitiamo di mandare in onda le volgarità, la pubblicità stomachevole di assorbenti, perdite di urina e quant’altro durante le ore dei pasti? Oppure chiedono di allontanare la faziosità dei direttori generali ma anche dei politici che si auto flagellano con telefonate in diretta? Per non parlare poi dei soliti presenzialisti pagati dal servizio pubblico, la rai, per difendere vergognosamente chi è nell’errore madornale e che mortificano l’intelligenza degli italiani?
Dopo il periodo dello Sgarbi pensiero oggi è il turno del Porro pensiero, Feltri pensiero Bel Pietro pensiero ecc.
Riusciranno questi signori ad avere stima di sé stessi e di quanti sopportano la loro visione? Quantomeno dicessero cose apprezzabili, analisi degne della cultura che spacciano di possedere.
Stessa cosa per i politici rivolta con forza dialettica ai diretti rappresentanti del governo, ministri e sottosegretari.

venerdì 12 novembre 2010

RAI: quando a decidere sono i nominati

Bersani e Fini, invitati da Fazio a leggere alcuni elenchi di priorità per la destra e la sinistra in Italia, come hanno fatto Abbado e Niki Vendola nella prima puntata, secondo i vertici rai non possono partecipare alla trasmissione perché esponenti politici.

Le vicende RAI non possono lasciare in silenzio i cittadini perché si evidenzia, giorno dopo giorno e episodio dopo episodio, la volontà di giocare al massacro. Un massacro della democrazia e della pluralità. Non che il programma di Fazio e Saviano “vieni via con me” abbia rivoluzionato i crismi della comunicazione o abbia apportato chissà quali novità editoriali, né tantomeno può ritenersi sovversivo o rivoluzionario, cionondimeno la scaletta ha provocato reazioni inspiegabili nella dirigenza aziendale rai. Ha portato, ancora una volta, allo scoperto la volontà persecutoria dei nominati di turno.
Infatti, non si capisce la reazione censoria del direttore Masi e del suo vice Antonio Marano nei confronti della partecipazione di Fini e Bersani alla trasmissione. E neppure si comprende lo stillicidio che la dirigenza rai sta attuando nei confronti de certi conduttori. È risaputo che le nomine rai sono decise dalla classe politica e che i nominati, volenti o nolenti, sono tenuti a rispondere a certe interrogazioni, e ciò è in netto disaccordo con i criteri delle democrazie avanzate quale l’Italia si pregia di essere, la lottizzazione, di fatto, pone l’ente pubblico a totale servizio di chi comanda e non degli abbonati; viene da sé pensare che non si tratta di una gestione liberale, bensì, dispotica, del mezzo di comunicazione di massa.
la risposta degli autori non si è fatta attendere. E Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre responsabile di Vieni via con me, ha risposto così alla lettera del vicedirettore Marano:

Fini e Bersani ci saranno!
''Il 15 novembre porteremo il presidente Fini e il segretario Bersani in trasmissione, perché il nostro è un programma di approfondimento culturale e non un varietà, esattamente come Che tempo che fa. Dunque non andiamo assolutamente contro i regolamenti aziendali né contro quelli definiti dalla commissione di Vigilanza''.
Mazzetti ha sottolineato che la presenza dei politici all'interno del programma era stata segnalata all'azienda: ''Esiste una lettera richiesta dai vertici aziendali e firmata da Ruffini in cui si specifica che sarebbero stati ospiti della trasmissione rappresentanti della cultura, dello spettacolo e della politica. Dunque non abbiamo bluffato in nessun modo''. ''In più - ha proseguito Mazzetti - Bersani e Fini non vengono a fare propaganda politica, ma a parlare dei valori della destra e della sinistra. Dunque siamo convinti di fare esattamente il nostro dovere. E siamo certi che l'Osservatorio di Pavia rileverà un perfetto equilibrio in termini di par condicio. Se poi qualcuno non considera più Fini un rappresentante del centrodestra o del governo, è un problema suo''.

mercoledì 13 ottobre 2010

quanto perde la rai senza Annozero?

Che vi sia un braccio di ferro in atto tra il dg della rai Masi e Santoro non vi sono dubbi. Ora non voglio sindacare chi ha torto o ragione ma la decisione disciplinare applicata da Masi poiché alto dirigente dell’azienda televisiva pubblica italiana che si regge con i soldi degli abbonati e con la pubblicità ha un sapore di stampo autoritario.
Io sono il capo e decido chi va in onda e chi no. Chi sanzionare e chi no!

Tutte le aziende, le grandi aziende serie degne di questo nome, hanno un contratto aziendale e in tutti gli accordi esiste sempre la possibilità d’impugnare la sanzione disciplinare da parte del dipendente prima ancora che parti la punizione. Qua, invece rasenta la dittatura dei gerarchi e a nulla valgono le prese di posizione degli utenti e del resto dei componenti il cda. Che dire? È paradossale! È un comportamento insensato che, tra le altre possibilità procura aggravi economici alla rai se dovesse far saltare ben due puntate di “Annozero”.

Questo episodio la dice lunga sulla gestione, tutt’altro che aziendalistica, di dirigenti e personaggi designati dai partiti o da lobby. Di certo, la loro presenza non serve a gestire al meglio il bene e le ricchezze comuni.

Santoro: tanto va la gatta al lardo...

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

E sì, Michele Santoro ha prestato il fianco e ha dato l’opportunità ai dirigenti rai di "punirlo" con dieci giorni di sospensione e relativa mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Il provvedimento scaturisce in seguito alla puntata d'apertura di “Annovero” per avere fatto allegorie e mandato a quel paese il direttore Mauro Masi con l’aggravio, sempre secondo Masi, di avere usato il mezzo pubblico per scopi personali. La rai, così solerte nell’infliggere sanzioni disciplinari tralascia di spiegare come mai non ha rinnovato i contratti di Travaglio e Vauro, ma si dilunga a spiegare il motivo aziendale che ha provocato l’azione e Masi afferma che:
“Il provvedimento disciplinare adottato nei confronti di Michele Santoro non può essere in alcun modo considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà d’espressione o il diritto di critica. Santoro si è reso responsabile di due violazioni disciplinari ben precise.
Le violazioni, sono:
1.l'uso del mezzo televisivo a fini personali;
2.un attacco diretto e gratuitamente offensivo al Direttore Generale, per una circolare a garanzia dell'equilibrio all'interno dei programmi d’approfondimento informativo, che è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione.
Quindi, secondo il direttore generale non c’è nessuna censura, e nessun attentato alla libertà d'informazione. “Le responsabilità di Michele Santoro sono esclusivamente di ordine disciplinare nell'ambito di precise disposizioni aziendali che tutti, all'interno della Rai, sono tenuti ad osservare. Non esistono dipendenti differenti dagli altri o zone franche all'interno delle quali è possibile garantirsi il diritto all'impunità, tanto più quando si arriva ad insultare il Capo azienda in diretta televisiva con modi, contenuti e espressioni che creano un caso senza precedenti al mondo” conclude Masi.

sì, va beh e la tanto decantata libertà d'espressione? dove la mettiamo? visto che tra l'altro stiamo parlando di una trasmissione che parla agli abbonati rai di fatti e personaggi italiani.

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