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giovedì 8 settembre 2011
ecco la manovra licenziata dal senato
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
martedì 6 settembre 2011
manovra economica iniqua: roba da medio evo
L’ultima manovra finanziaria uscita da
palazzo Grazioli è la summa delle voci finora sentite e smentite nei vari
notiziari. Niente di nuovo quindi. Anche i mercati e la borsa, oltre a
lavoratori, sindacati e opposizioni, sembrano non dare molta fiducia ai
provvedimenti che dovrebbero pareggiare il debito nazionale come richiesto dall’Europa.
E in ciò gioca un ruolo importante l’aumento dell’iva dell’1%, l’innalzamento a
65 anni di età per il raggiungimento pensionistico delle donne e il ritorno del
contributo di solidarietà, però innalzato a 300mila euro di reddito annuo.
Nei fatti, il governo pare voglia
mettere la fiducia su una manovra che non mette in moto professionalità e
professioni, lavoro dipendente, artigianato, scuola, cultura ecc. ma che attua
solo tagli e rinnova balzelli che faranno lievitare la spesa delle famiglie.
L'aumento dell'aliquota al 21% farà
aumentare i costi di giocattoli, televisori, auto e moto, abbigliamento e
calzature, la fattura (per chi la fa) del parrucchiere e di quei lavoratori
autonomi che intervengono per riparare i quotidiani danni casalinghi; aumenteranno
caffè, vino e cioccolato con molte voci che riguardano la spesa per la casa; anche
i detersivi e persino gli stabilimenti balneari e i pacchetti vacanza. L’incremento
dell’iva porta l'Italia in testa alla classifica dei regimi delle aliquote
ordinarie praticate dai maggiori Paesi europei: la Germania è al 19,6%, la
Francia al 19,6%, la Spagna al 18% e la Gran Bretagna al 20%.
di contro, il governo spera in questo
modo di incassare 4 miliardi.
mentre l'equiparazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni porterà a regime risparmi per quasi 4 miliardi di euro l'anno.
mentre l'equiparazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni porterà a regime risparmi per quasi 4 miliardi di euro l'anno.
Dal 2014, anno che andrà a regime la
misura dovrebbe apportare un risparmio valutato in 3,9 miliardi e 334 mila
donne in più al lavoro rispetto alla normativa attuale. La manovra prevedeva un
incremento di un mese per accedere alla pensione nel 2016 per poi crescere
negli anni successivi: con l'anticipo alla misura deciso oggi l'aumento
dell'età necessaria per la pensione di vecchiaia partirà nel 2014 con la stessa
velocità.
Restano in vigore i tagli agli enti pubblici, a cominciare dalle province (con legge costituzionale), il dimezzamento dei parlamentari e l'articolo 8 sui licenziamenti.
Restano in vigore i tagli agli enti pubblici, a cominciare dalle province (con legge costituzionale), il dimezzamento dei parlamentari e l'articolo 8 sui licenziamenti.
il contributo di solidarietà per i deputati che oltre all'indennità percepiscono anche un reddito da lavoro dovrebbe essere il doppio di quello dei loro colleghi che svolgono solo il ruolo di parlamentari.
Il contributo di solidarietà del 3% sui
redditi oltre i 300mila euro l'anno, che dovrebbe riguardare 34mila persone, computa
il reddito complessivo fondiario (esclusi i redditi da prima casa), da lavoro
dipendente, d’impresa, autonomo, da capitale.
Insomma, solo tagli e nessun incentivo
al lavoro e all’occupazione per buona pace del Ministro al lavoro che s’impunta
nel mantenere fermo l’articolo 8 per dare mano libera ai predatori del mercato
globale così da poter terrorizzare i dipendenti e gestire la produttività
secondo criteri di archeologia del lavoro superata dagli accordi sociali che
hanno portato l’emancipazione della schiavitù nei luoghi di lavoro e dato
dignità al lavoro stesso.
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venerdì 2 settembre 2011
manovra economica gli italiani confidano in Napolitano
Manovra economica e quadro economico-sociale.
Mai come adesso il transatlantico, così definito da Pasolini
il parlamento italiano, si trova a fronteggiare l’oceano in tempesta della cattiva
politica fatta di interessi partigiani che non tengono in nessuna
considerazione la cultura del già acquisito e il dramma delle nuove povertà
composte da larghi strati sociali di cinquantenni messi fuori dal sistema
lavoro dalla nuove regole imposte dal mercato globale. Mercato che vede
contrapposti culture differenti se consideriamo il lavoro come strumento per l’emancipazione
democratica e intellettiva; infatti, il sistema di lavoro imposto nei paesi
asiatici è in netta antitesi con la cultura sindacale e industriale occidentale,
lo dimostrano i traguardi raggiunti nelle trattative aziendali in cui vediamo
sempre al centro delle discussioni l’uomo e le sue necessità, più che
materiali, sociali.
Forse si è esagerato un po’ con le richieste, forse. Però, i
vertici nazionali oltre che tagliare le spese, devono pensare a rilanciare il
lavoro e lo stato sociale dei nuovi disoccupati e dei vecchi che nonostante i
contributi versati per più di venti anni si trovano a patire lo smacco della
povertà imposta dai cinesi allevati con filosofie di vita differenti rispetto
ai nostri.
Per semplificare ecco la scheda di un ultra cinquantenne
fuori dal mercato del lavoro:
ETA’: 57 anni SPOSATO CON FIGLI STUDENTI UNIVERSITARI A
CARICO.
Anni
contributivi versati all’INPS: 28 E, a parte, UNA MIRIADE DI LAVORI
ATIPICI SVOLTI con relative trattenute previdenziali
e fiscali.
con un quadro simile è ovvio che la persona in questione dipende
dagli umori del mercato e dall’esiguo stipendio della moglie; ma considerando
che le persone interessate al fenomeno sono un numero considerevole, come
risponderanno ai morsi della fame e alle necessità della carne una volta che
avranno esaurito i pochi risparmi e le esigue forze rimaste?
Chissà se i ministri e il governo tutto si pone questi
interrogativi mentre è preso dalla frenesia di sparare cazzate un giorno dopo l’altro
sulle pensioni, sull’iva e sulle aliquote locali pagate esclusivamente dai
soliti contribuenti.
A questo punto, l’unica ancora di salvezza è il Presidente
della Repubblica Napolitano! Coraggio Presidente, gli italiani confidano nella
tua saggezza.
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
sabato 27 agosto 2011
crisi economica: scivola il cetriolo
Patrimoniale ricca, reale e presunta
Se non ho capito male, sotto la voce “patrimoniale” si raccolgono tutti gli averi di ognuno di noi. Quindi, case, terreni e soldi in banca. Ricchezze a più livelli, che sono certamente differenti dalle modeste proprietà di chi ha lavorato onestamente negli anni del cosiddetto boom economico e che è riuscito a farsi la prima casa e la casetta per la villeggiatura accendendo più mutui con le banche confidando di poter trascorrere una vecchiaia serena all’ombra del fico o del pesco piantato nel giardino e, perché no, allietato dalle grida dei nipotini. Purtroppo, pare che il fato e la cattiva gestione politica della cosa pubblica abbiano remato contro e sgretolato i sogni di tantissimi pensionati. Persino quella volpe dalla mente eccelsa del ministro (sob!) mi pare si chiami Calderoli, lo stesso leghista che ha indossato la maglietta satirica contro l’Islam e ha rischiato lo scontro internazionale tra religioni, per capirci, si sempre lui! Quello che escogita genialate e le riversa in bermuda nelle adunanze padane, questa volta per scaldare gli animi di quelli che ce l'hanno duro rivede e teorizza il concetto di pensione di reversibilità alle vedove o ai figli del lavoratore morto anzitempo. Il suo concetto è semplice: il lavoratore è morto!, quindi gli altri sono dei sanguisuga nullafacenti e vagabondi… AAA cretino! (si può dire a uno che dovrebbe tutelare tutti e che è pagato profumatamente da tutti per non dire cretinate?) Ma se quel povero padre di famiglia potesse parlare, a parte che si rigira nella tomba a sentire 'ste cazzate, direbbe proprio così: a cretinoooo ma per chi ti pare che ho lavorato e pagato le tasse tutta la vita?... ma cosa dicono i pensionati in vita, ancora per poco, quelli che resistono alle continue spremiture di Maroni, con la M maiuscola viste le dimensioni raggiunte per la la pazienza verso questa classe dirigente iniqua e che grazie sempre alla casta di mentecatti si vedono volatilizzare minuto dopo minuto il potere d’acquisto della pensione? Pensionati di tutte le categorie, nonni e nonne, padri e mamme che devono decidere se pagare il condominio della casa acquistata con i sacrifici di una vita o fare la spesa, che ancora hanno a carico figli e nipoti disoccupati costretti a tirare la cinghia mentre assistono, assistiamo tutti con disgusto, al balletto del taglio verticale o orizzontale. Chi deve pagare e chi no. Se i calciatori devono pagare e contribuire in prima persona al risanamento oppure devono pagare le società. Se ridurre il numero dei parlamentari e senatori e quel che ne consegue per raggiungere quanto richiesto dall'Europa.
È ora di porre un punto fermo e agire seriamente per il bene di tutti. Basta con i proclami. Basta con gli ortolani furbi che lasciano scivolare con finta pietà il cetriolo nei deretani altrui, (che tra l'altro non posseggono un orto ma un misero vaso di gerani alla finestra perché tengono lontane le zanzare).
Se non ho capito male, sotto la voce “patrimoniale” si raccolgono tutti gli averi di ognuno di noi. Quindi, case, terreni e soldi in banca. Ricchezze a più livelli, che sono certamente differenti dalle modeste proprietà di chi ha lavorato onestamente negli anni del cosiddetto boom economico e che è riuscito a farsi la prima casa e la casetta per la villeggiatura accendendo più mutui con le banche confidando di poter trascorrere una vecchiaia serena all’ombra del fico o del pesco piantato nel giardino e, perché no, allietato dalle grida dei nipotini. Purtroppo, pare che il fato e la cattiva gestione politica della cosa pubblica abbiano remato contro e sgretolato i sogni di tantissimi pensionati. Persino quella volpe dalla mente eccelsa del ministro (sob!) mi pare si chiami Calderoli, lo stesso leghista che ha indossato la maglietta satirica contro l’Islam e ha rischiato lo scontro internazionale tra religioni, per capirci, si sempre lui! Quello che escogita genialate e le riversa in bermuda nelle adunanze padane, questa volta per scaldare gli animi di quelli che ce l'hanno duro rivede e teorizza il concetto di pensione di reversibilità alle vedove o ai figli del lavoratore morto anzitempo. Il suo concetto è semplice: il lavoratore è morto!, quindi gli altri sono dei sanguisuga nullafacenti e vagabondi… AAA cretino! (si può dire a uno che dovrebbe tutelare tutti e che è pagato profumatamente da tutti per non dire cretinate?) Ma se quel povero padre di famiglia potesse parlare, a parte che si rigira nella tomba a sentire 'ste cazzate, direbbe proprio così: a cretinoooo ma per chi ti pare che ho lavorato e pagato le tasse tutta la vita?... ma cosa dicono i pensionati in vita, ancora per poco, quelli che resistono alle continue spremiture di Maroni, con la M maiuscola viste le dimensioni raggiunte per la la pazienza verso questa classe dirigente iniqua e che grazie sempre alla casta di mentecatti si vedono volatilizzare minuto dopo minuto il potere d’acquisto della pensione? Pensionati di tutte le categorie, nonni e nonne, padri e mamme che devono decidere se pagare il condominio della casa acquistata con i sacrifici di una vita o fare la spesa, che ancora hanno a carico figli e nipoti disoccupati costretti a tirare la cinghia mentre assistono, assistiamo tutti con disgusto, al balletto del taglio verticale o orizzontale. Chi deve pagare e chi no. Se i calciatori devono pagare e contribuire in prima persona al risanamento oppure devono pagare le società. Se ridurre il numero dei parlamentari e senatori e quel che ne consegue per raggiungere quanto richiesto dall'Europa.
È ora di porre un punto fermo e agire seriamente per il bene di tutti. Basta con i proclami. Basta con gli ortolani furbi che lasciano scivolare con finta pietà il cetriolo nei deretani altrui, (che tra l'altro non posseggono un orto ma un misero vaso di gerani alla finestra perché tengono lontane le zanzare).
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giovedì 25 agosto 2011
i tagli della politica in Calabria
L’estate del 2011 sarà ricordata per le eccessive
altalenanti vicende sociali e politiche scoppiate nel mondo; le rivoluzioni dei
popoli africani avvenute grazie al passa parola sul web; la caduta dei regimi
totalitari; la disfatta della finanza e la bolla economica che partita dal
mercato USA ha contaminato il mondo intero decretando la morte delle divise
deboli; gli scandali, che hanno infangato uomini pubblici.
Gente illustre e arrampicatori sociali non sono rimasti
indenni da attenzioni mediatiche specie laddove il tarlo della perfidia
collettiva tormenta le singole ossessioni. Gruppi di potere che nonostante gli
enormi danni causati al territorio e alle popolazioni con le loro decisioni
affaristiche continuano imperterriti a decidere sulla pelle degli innocenti
dove installare mostruose pale eoliche, catastrofiche centrali nucleari,
costruire tunnel e strade, abolire parte del welfare, legiferare a favore delle
caste tartassando la massa ignorante e asservita per necessità e spirito di
sopravvivenza.
In questo clima la classe politica calabrese sembra abbia
fatto un salto di qualità: consiglio regionale e giunta hanno deciso i tagli al
costo della politica riducendo le commissioni e gli assessori esterni, le
strutture speciali e quant’altro fa lievitare inusitatamente la spesa pubblica
regionale.
Il tutto sarà ratificato ufficialmente il 19 settembre dal
consiglio regionale, dove si deciderà anche la riduzione del numero dei
consiglieri delle future assise regionali.
Ma, fino a prova contraria, la storia della politica lascia
perplessi, d’altronde la Calabria ha visto aumentare i consiglieri e i relativi
compensi in maniera esponenziale rispetto alle altre regioni d’Italia. Speriamo
che nel frattempo qualcosa di rilevante inerente a: assessori esterni;
commissioni; esperti; strutture speciali… non sia stravolto da interessi di
parte e rimanga una semplice mozione d’intenti tanto per tacitare gli oppressi dalla
crisi economica dal caldo e dalle stronzate rovesciate sotto il sole all’alba di
un desiderato e non ancora realizzato nuovo giorno di fraterna solidarietà.
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sabato 13 agosto 2011
il cuore degli italiani gronda sangue
Ci risiamo! Che dire dell’infinita telenovelas insipiente
della politica italiana? Davanti all’ennesima manovra economica per aggiustare
i conti dello Stato, le “guide” litigano, fanno becera demagogia, cercano di
mettere pezze a colore con l’intenzione di rabbonire chi già paga molto perché costretto
dal sistema retributivo nazionale e nulla fanno per snidare i grandi evasori
fiscali o far contribuire chi più ha, vista l’emergenza economica e sociale non
certamente apparsa per magia ma accresciuta nel tempo grazie all’immobilismo di
chi avrebbe dovuto decidere e non lo ha fatto.
D’altro canto cosa ci si poteva aspettare da una classe
politica arraffona attentissima a tutelare i propri diritti acquisiti ma
distratta dal far rispettare quelli dei cittadini e dei lavoratori dipendenti,
si pensi allo statuto dei lavoratori, al diritto alla malattia e allo sciopero quale
momento pacifico di contestazione nella tensione contrattuale dei subalterni e
alla libertà dell’imprenditore privato di licenziare dopo avere ottenuto tutte
le agevolazioni da parte dello Stato e quindi di tutti i cittadini, lavoratori
compresi visto che dalle loro buste paga, quando sono davvero reali e il dare
corrisponde a quanto scritto, esce fuori il bilancio nazionale.
Lo scoramento dei cittadini nasce dalla sfiducia verso tutta
la classe dirigente. La destra difende i capitali e la sinistra non sa o forse
non vuole opporsi se non a parole mentre quelli che si pongono al centro danno
un colpo alla botte e uno al cerchio, non che gli altri non lo facciano ma i
centristi sono legittimati dalla posizione ambigua dettata dalla dissolvenza
della memoria collettiva. E intanto IL CUORE DEGLI ITALIANI specie dei meno
abbienti che non sanno come arrivare a sera GRONDA SANGUE! Perché, balletti a
parte tra destra centro e sinistra, finita la chermesse, saremo sempre i soliti
noti al sistema finanziario a pagare le colpe nostre e degli altri intese come
costi della politica o finanziamenti illeciti al sottobosco della corruttela.
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venerdì 15 luglio 2011
la manovra econimica la paga solo il popolo
Dopo l'approvazione della manovra
economica dettata dall'emergenza e dal pericolo di default per
l'Italia, sarebbe gradito sentire tutti quei tromboni che fin'ora
hanno denigrato e offeso i cittadini con epiteti grossolani come
“bamboccioni” “scansafatica” “terun” ecc., spiegare come
mai dopo aver tartassato a parole e nei fatti con imposizioni
legislative che hanno implementato ticket, tasse, innalzato l'età
pensionabile, tagliato i fondi per la ricerca, la sicurezza e
l'istruzione, è gradito sapere, dicevamo, come mai loro, i signori
onorevoli non hanno dimostrato nei fatti di essere come noi, vale a
dire cittadini che prendono a cuore le sorti del paese e rinunciano a
qualche privilegio. È inutile che si trincerino dietro alle leggi
del già consacrato dai diritti parlamentari perché anche i
cittadini, dopo anni di rivendicazioni avevano ottenuto risultati
eccellenti nelle contrattazioni e nella tutela dei diritti in quanto
lavoratori.
È duro, per un padre o una madre di famiglia che campa con 800€ al mese mantenere anche i figli e sentirsi dire che è necessario ancora qualche sacrificio mentre un onorevole che si porta a casa più di 10.000€ escluso ammennicoli vari non è toccato dalla “crisi”. A cosa dobbiamo questa disparità? Che sia vero che chi viaggia in prima classe trova sempre una scialuppa di salvataggio pronta ad accoglierlo? (citazione!)
È duro, per un padre o una madre di famiglia che campa con 800€ al mese mantenere anche i figli e sentirsi dire che è necessario ancora qualche sacrificio mentre un onorevole che si porta a casa più di 10.000€ escluso ammennicoli vari non è toccato dalla “crisi”. A cosa dobbiamo questa disparità? Che sia vero che chi viaggia in prima classe trova sempre una scialuppa di salvataggio pronta ad accoglierlo? (citazione!)
Come al solito la classe politica
italiana ha perso un'altra buona occasione per dimostrare la bontà e
l'onestà che la contraddistingue.
Caro Giorgio hai dimenticato le lotte
dl proletariato?
L'equità, l'emancipazione delle classi meno abbienti dal giogo dei padroni?
Oggi pare che ci sia un solo padrone che s'identifica nella casta!
L'equità, l'emancipazione delle classi meno abbienti dal giogo dei padroni?
Oggi pare che ci sia un solo padrone che s'identifica nella casta!
Inutile che i vecchi pc, ds, e bla bla
bla concludano con: dopo di questa manovra Berlusconi deve
dimettersi! Suona come una presa per i fondelli e un insulto
all'intelligenza degli italiani!
A volte il buon esempio vale più di
mille idiozie dette in tv... è lampante: durante la manovra si sono
sfasciate tutte le scialuppe tranne quelle riservate alla prima
classe, tanto per rispondere alla citazione di Tremonti sullo storico
inabissamento del Titanic, e di questo il Capitano deve tenerne
conto! anche perché sono finiti i tempi delle fughe in America
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giovedì 7 luglio 2011
Tremonti il tosatore
Dopo i correttivi chiesti e ottenuti, il Presidente Giorgio Napolitano ha firmato il decreto legge sulla manovra economica di Tremonti. Come al solito i sacrifici sono distribuiti equamente tra la popolazione e esclude la casta dei privilegiati come i parlamentari e i furbetti dell’alta finanza, le banche. Insomma quelli che hanno il dovere di governare l’economia e il rilancio della produttività nazionale. In sintesi, dopo avere ricevuto i pareri contrari degli amministratori locali, perché,come si evince anche dallo specchietto riportato in basso, la manovra economica pesa tutta sui cittadini. Senza contare le manovre per innalzare l’età pensionabile, vista l’arsura stagnante nelle casse dell’Inps, e senza ricordare i privilegi dei politici in parlamento e i loro bonus elettorali che non vengono intaccati dalla manovra in questione, ecco a voi i tagli a regime per i prossimi mesi a carico dei soliti noti, dipendenti, pensionati e qualche imprenditore onesto:
Nel 2014 le Regioni ordinarie dovranno contribuire a ridurre il deficit per 1,6 miliardi mentre quelle a statuto speciale per 2 miliardi. Nel 2013 le prime dovranno assicurare 800 milioni e le seconde 1 miliardo.
800 milioni, è il contributo delle Province, articolato nel biennio 2013/2014. Nel 2013 gli enti di area vasta dovranno rinunciare a 400 milioni che nel 2014 diventeranno 800.
Mentre il contributo dei comuni è di 3 miliardi, uno miliardo nel 2013 e 2 miliardi nel 2014.
E gl’investimenti per il rilancio produttivo inerente al lavoro per far ripartire industrie, fabbriche, piccole imprese, scuola, funzione pubblica, energie rinnovabili, ricerca, cultura, il welfare stesso, dove sono?
Certo, è semplice andare dal parrucchiere e tosare a zero i capelli, per fare questo non c’è bisogno di nessuna maestria. E neanche sperperare i soldi pubblici per pagare qualcuno che studi come praticare il taglio.
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venerdì 31 dicembre 2010
Il calore della famiglia nell'Italia delle crisi
Il calore della famiglia, punto fermo nella tempesta mediatica e nell'instabilità economica contingente.
Le proiezioni per il 2011, basate sulle manovre economiche del governo, non lasciano presagire niente di buono.
Anzi si sentenzia un aggravio familiare di circa 1000 e passa euro tra aumenti vari per non incappare nella stessa situazione della Grecia;
a farla breve aumentano i carburanti, la bolletta della luce, l’acqua, il gas, l’irpef e via discorrendo.
La benzina tocca un euro e cinquanta; e considerando il vecchio conio equivalgono a circa tremila lire, non possiamo fare a meno di confrontare l'euro alla lira visto che le buste paga (chi ce l’ha!) sono ferme alla lira in quanto a potere d’acquisto, viene da sé che la stretta economica induce la maggior parte degli italiani a stare in casa per non spendere.
Ma non finisce qui!
Siamo nell'impossibilità di comprare macchine nuove; vestiti nuovi; pagare mutui ecc. insomma siamo messi male! Eppure, lo spirito di sopravvivenza c’induce a guardare avanti. Brindare al nuovo anno e augurare i migliori auspici, aiutati dalle tradizioni e dal vero calore familiare che funge da collante nei rapporti interpersonali tra consanguinei, conoscenti e estranei.
Il calore della famiglia trasforma gli affetti in legami profondi, inscindibili malgrado le immancabili incomprensioni, gelosie e mugugni.
Possa, quindi, il 2011, essere l’anno della rinascita. Una rinascita che contempla i criteri sacri della vita nei fatti e attua, quindi, uno stato di fratellanza corale reale, insomma uno sconvolgimento della teoria dei bisogni così come concepita fino ad oggi nelle società consumistiche, rinnovata e attenta nel considerare e risolvere i problemi dei bisognosi dal punto di vista materiale (*panza chjina canta e no cammisa janca!). Secondo un vecchio adagio calabrese:
*Con la pancia piena si ragiona meglio e si è più propensi a rivolgere la mente a concetti più alti. Auguriamoci, perciò, un tranquillo anno nuovo per il bene di tutte le famiglie e della collettività.
buon 2011!!
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mercoledì 30 giugno 2010
dalla lira all'euro, chi ci guadagna
L’euro, forse avrà pure salvato l’Italia, ma ha di certo rovinato gli italiani con il mancato adeguamento della lira all'euro.
Di fatto, il potere d’acquisto degli italiani è dimezzato: gli stipendi sono rimasti invariati se non bloccati del tutto, mentre i costi di merci e servizi sono schizzati alle stelle. Insomma entrano pochi soldi in valuta non pregiata, equiparabili alla lira come potere d'acquisto e escono grossi e grassi euro di spese in tasse e alimenti! Chi non ricorda quanto costava un pieno per una media cilindrata? 40, 50 mila lire, non di più! e oggi, rapportando le vecchie 40 mila lire alla moneta corrente, con 20 euro non si mettono più di 15, 16 litri scarsi di carburante nel serbatoio, contro i 40 litri di quando costava circa 1000 lire a litro, vale a dire prima dell'introduzione della nuova divisa adottata dalla zona euro.
Come se ciò non bastasse, c’è, nelle intenzioni del governo nazionale, la volontà di inserire tra le varie tasse e tagli della manovra economica, un pedaggio per la A3 e alcune strade a scorrimento veloce.
La manovra economica, all’esame della Commissione Bilancio del Senato, promette vacanze all’insegna di rincari per automobilisti e non. Ma vediamo nel dettaglio cosa ci prospetta la manovra economica in esame: dal primo luglio potrebbero scattare aumenti fino al 5%; nuovi pedaggi di 1 euro per le auto e di 2 euro per Tir e veicoli pesanti. Si pagherà, su 22 tratte (11 autostrade e 11 raccordi stradali) gestite dall’Anas che finora erano percorribili gratuitamente. Nella carta topografica, dovrebbero rientrare il raccordo anulare di Roma, l’autostrada Roma-Fiumicino, la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania, il raccordo Torino-aeroporto di Caselle e la superstrada Firenze-Siena perché scatterà dal 1 luglio una fase transitoria in cui l’Anas potrà applicare un pedaggio da intendersi “come maggiorazione al biglietto autostradale nelle stazioni di adduzione delle concessionarie autostradali”. La manovra prevede l’aumento dei canoni corrisposti all’Anas dai concessionari autostradali calcolati sulla percorrenza chilometrica in base alle classi di pedaggio. Tali rincari colpiranno anche gli utenti in base a una clausola di protezione contenuta nella convenzione del 2008 tra Anas spa e Autostrade per l’Italia che autorizza le concessionarie a rivalersi sugli utenti. Gli aumenti delle tariffe andranno da un minimo dell’1,5-2% fino a un massimo del 5%. Nel dettaglio l’aumento sarà di un millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a di 3 millesimi di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3,4 e 5. Ulteriori rincari scatteranno invece dal primo gennaio 2011. Dal primo luglio comincerà la fase transitoria in cui l’Anas è autorizzata ad applicare un pedaggio di 1 euro sui veicoli leggeri e di 2 euro sui veicoli pesanti per le autostrade collegate con i tratti autostradali o i raccordi. Il pedaggio, all’inizio, sarà introdotto utilizzando i caselli delle concessionarie e in seguito con un sistema di esazione di tipo free flow (a flusso libero). Le maggiorazioni tariffarie non potranno comunque comportare un aumento superiore al 25% del pedaggio altrimenti dovuto. I criteri saranno definiti mediante un decreto del presidente del consiglio dei ministri, da emanare entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto, quindi entro il 15 luglio.
Buone vacanze!
Di fatto, il potere d’acquisto degli italiani è dimezzato: gli stipendi sono rimasti invariati se non bloccati del tutto, mentre i costi di merci e servizi sono schizzati alle stelle. Insomma entrano pochi soldi in valuta non pregiata, equiparabili alla lira come potere d'acquisto e escono grossi e grassi euro di spese in tasse e alimenti! Chi non ricorda quanto costava un pieno per una media cilindrata? 40, 50 mila lire, non di più! e oggi, rapportando le vecchie 40 mila lire alla moneta corrente, con 20 euro non si mettono più di 15, 16 litri scarsi di carburante nel serbatoio, contro i 40 litri di quando costava circa 1000 lire a litro, vale a dire prima dell'introduzione della nuova divisa adottata dalla zona euro.
Come se ciò non bastasse, c’è, nelle intenzioni del governo nazionale, la volontà di inserire tra le varie tasse e tagli della manovra economica, un pedaggio per la A3 e alcune strade a scorrimento veloce.
La manovra economica, all’esame della Commissione Bilancio del Senato, promette vacanze all’insegna di rincari per automobilisti e non. Ma vediamo nel dettaglio cosa ci prospetta la manovra economica in esame: dal primo luglio potrebbero scattare aumenti fino al 5%; nuovi pedaggi di 1 euro per le auto e di 2 euro per Tir e veicoli pesanti. Si pagherà, su 22 tratte (11 autostrade e 11 raccordi stradali) gestite dall’Anas che finora erano percorribili gratuitamente. Nella carta topografica, dovrebbero rientrare il raccordo anulare di Roma, l’autostrada Roma-Fiumicino, la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania, il raccordo Torino-aeroporto di Caselle e la superstrada Firenze-Siena perché scatterà dal 1 luglio una fase transitoria in cui l’Anas potrà applicare un pedaggio da intendersi “come maggiorazione al biglietto autostradale nelle stazioni di adduzione delle concessionarie autostradali”. La manovra prevede l’aumento dei canoni corrisposti all’Anas dai concessionari autostradali calcolati sulla percorrenza chilometrica in base alle classi di pedaggio. Tali rincari colpiranno anche gli utenti in base a una clausola di protezione contenuta nella convenzione del 2008 tra Anas spa e Autostrade per l’Italia che autorizza le concessionarie a rivalersi sugli utenti. Gli aumenti delle tariffe andranno da un minimo dell’1,5-2% fino a un massimo del 5%. Nel dettaglio l’aumento sarà di un millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a di 3 millesimi di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3,4 e 5. Ulteriori rincari scatteranno invece dal primo gennaio 2011. Dal primo luglio comincerà la fase transitoria in cui l’Anas è autorizzata ad applicare un pedaggio di 1 euro sui veicoli leggeri e di 2 euro sui veicoli pesanti per le autostrade collegate con i tratti autostradali o i raccordi. Il pedaggio, all’inizio, sarà introdotto utilizzando i caselli delle concessionarie e in seguito con un sistema di esazione di tipo free flow (a flusso libero). Le maggiorazioni tariffarie non potranno comunque comportare un aumento superiore al 25% del pedaggio altrimenti dovuto. I criteri saranno definiti mediante un decreto del presidente del consiglio dei ministri, da emanare entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto, quindi entro il 15 luglio.
Buone vacanze!
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
domenica 6 giugno 2010
A proposito della manovra economica
Ci sono momenti nella vita che bisogna mettere da parte le buone maniere e dire chiaramente cosa si pensa di determinate azioni governative e questo attuale è uno di quei momenti!
Il fair play politico non serve, anzi è controproducente perché disorienta le persone semplici, quelle che ancora credono che ci sia una parte sociale buona e una cattiva, quelli che dividono, appunto, il genere umano in buoni e cattivi, vale a dire quelli che lavorano e si spendono per il bene di tutti indistintamente e quelli che invece si fanno i cazzi propri.
Unico dato certo è che i signori che dovrebbero governare non hanno convinto nessuno se non loro stessi. Difatti hanno operato tagli e misure restrittive solo nei settori popolari e hanno lasciato intatta l’isola della casta o cricca che dir si voglia!
Tanto per fare un esempio: dove sono i tagli alla politica e al suo apparato? Per avere contezza del reale risparmio basta fare un confronto immediato tra quanti affollano le camere istituzionali italiane e quelle degli altri stati a iniziare dall’America.
E ancora: dov’è scritta qualche misura per incrementare l’occupazione e la difesa dello stato sociale? E dove si ottempera alla legge esistente, come tutte le leggi d’altronde che governano la Repubblica Italiana dal ’45 in poi, che fa obbligo ai cittadini di pagare le tasse in base ai redditi reali?
Alla lotta all’evasione fiscale e alle cricche che si combinano attorno alla finanza pubblica?
Come se non bastasse, nessuno dei delegati alla politica ha mosso un dito, se non solo a parole, per proteggere la Carta Costituzionale, riveduta e corretta da una lobby di potere.
Ecco in sintesi l’opinione che si è formata il cittadino medio da tutte le azioni litigiose, demagogiche e autoritarie della politica italiana. E se sbaglio, correggetemi!
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