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venerdì 17 giugno 2011

perché un blog?

2011, polimaterico su foglio di cellulosa
Perché un blog?

Le contaminazioni lessicali modificano aree mentali e materia nello stesso istante in cui si posano gli sguardi delle persone sensibili.

Picasso diceva: io non cerco, trovo!
Trovare la vita laddove la morte livella uomini e natura, avere il coraggio di riproporla attraverso il fare creativo non è cosa da poco conto.

E chi crede nella bellezza dei propri sogni li propone ad oltranza; eroicamente, anche se temporaneamente vanificati dai muri di gomma che la società sorniona erige attorno al libero pensiero e alla creatività tout court.

Fino a qualche tempo addietro le opzioni erano limitate alla galleria, quindi al gallerista, al mercante, al polo museale. Tutte condizionate da fattori facilmente intuibili. Allora, come fare per veicolare i messaggi scaturiti dalla riflessione creativa se gli spazi preposti per la divulgazione culturale sono assediati dalle lobby?
Semplice: internet; il web, un blog! E poco importa la commercializzazione o la visibilità fine a se stessa. Conta il dialogo con persone che mai avrei potuto incontrare se non nel web. Grazie a quanti, dotati di curiosità, si soffermano e interagiscono su http://marioiannino.blogspot.it/

domenica 15 novembre 2009

le contraddizioni dei social network


Le contraddizioni dei social network

Le persone che s’incontrano e dialogano in rete con un comune denominatore sembra si divertano a sollevare perplessità in chi entra per la prima volta nel circuito delle chat sociali. Tra gli utenti della stessa cerchia, forse perché conoscenti di vecchia data, s’instaura un rapporto di complicità incomprensibile agli estranei; a loro basta un cenno per aprire dialoghi infiniti pieni di doppi sensi, ilarità e a volte sarcasmo. Non si comprende quando una notizia è ritenuta spam, promozione personale o pubblicità. Alcuni espongono belle immagini di paesaggi, foto artistiche poetiche o di denuncia sociale; altri fanno mera promozione della propria immagine con un filino per niente velato di autocompiacimento per lo share ottenuto e altri ancora pensano di contribuire all’azione politica imminente fiancheggiando questo o quel personaggio.
Ora, è umanamente comprensibile che dopo una giornata di duro lavoro o quotidiana routine, in cui si è sottoposti a pressioni fisiche ed emotive, la maggior parte degli internettari preferisca la burla al pensiero indagatore dei problemi sociali, ma, considerato che internet è sinonimo di possibilità concreta per quanti vogliono esporre senza vanagloria e senza padroni i propri pensieri, non dovrebbe essere necessario agli altri utenti, quelli estranei alla cerchia degli amici reali, conoscere l’interlocutore del social net in cui chatta?, non come persona fisica, stato sociale e residenza geografica, ma come membro di una comunità che scopre problematiche sociali, culturali e politiche mirate ad approvare o disapprovare ciò che esprime così da essere parte veramente attiva del social network.
Nel decalogo di certi blogger c’è scritto: se un blogger ti sta antipatico non glielo dire: ignoralo!
E i più esperti, quelli che rilasciano interviste o hanno liste chilometriche di amici, a un certo punto della loro carriera decidono di ritirarsi nella torre d’avorio della loro vanagloriosa esistenza parallela, lucchettano blog e contatti, salvo, poi, aprirli all’occorrenza, al vezzo degli ammiratori. Amaro epilogo del mezzo democratico

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