Non serve molto per essere in sintonia con la bellezza. Gli spiriti liberi da sovrastrutture intellettuali devianti hanno una stanza del tempo ovattato in cui i sogni prendono forme e espletate con onestà mentale estrema formulano nuovi modelli linguistici aperti a possibili dicotomie oppure no.
Creare è una concezione dell'anima. Un'esigenza!
Realtà liberate dagli ismi del momento che vivono il tempo storico contemporaneo lontane dai condizionamenti della società dei consumi e dalle “mode” imposte dal mercato dialogano sulle potenzialità dei modelli linguistici conosciuti per avventurarsi in mondi nuovi sulle orme lasciate sapientemente dai Maestri.
Perdersi nello stato di quiete catartica significa chiudere i canali ricettivi, zittire il mondo esterno dopo averne fatto il pieno. E dopo avere raccolto messaggi e notizie: Meditare.
Meditare non sui virtuosismi necessari per eseguire narrazioni accademiche, di quelle esiste una letteratura infinita, ma per conferire, alla maniera degli eterni bambini, una intelaiatura duttile ai messaggi dell'anima.
Dare corpo e fare nascere qualcosa che non esisteva prima dell'intervento creativo in armonia a quanto accennato è un'attività propositiva che necessita di umiltà.
Denudarsi, quindi, davanti alla nascente “creazione” per amore della bellezza e donarsi onestamente.
Il fare creativo è un atto catartico! e prima di cimentarsi nella scrittura o mettersi davanti ad un supporto qualsiasi per assemblare, costruire forme plastiche. Pitturare o tracciare un semplice bozzetto è bene porsi qualche interrogativo, domande semplici che aiutano nell'autoanalisi e predispongono lo spirito al lavoro creativo e chiedersi: perché lo faccio?
Personalmente lo faccio da oltre 50 anni attingendo agli insegnamenti dei Maestri di Vita. E gioco ...
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