venerdì 25 gennaio 2013

Monti in campagna, prima tappa Milano

mario monti proof dj
Monti, dalla cattedra in piazza! In tv e radio a caccia di voti.
Inizia il tour elettorale.
"Girerò per l'Italia con i limiti che derivano dal fatto che sto gestendo un governo ancora in carica. Domani sarò a Milano, anche nelle strade e nelle piazze". Dopo aver vestito i panni del più navigato dei politici nostrani ecco sfatato anche il pensiero di quanti lo paragonavano al rocker Mick Jagger per il suo impeccabile aplomb.
“Se penso che Monti ha la stessa età di Mick Jagger”... sempre compassato, mai trasgressivo. Attento nel misurare le parole. Vestiti, atteggiamenti e conferenze sempre dosate; diplomatico e dottorale nel suo loden un po' retrò.

Ecco, appunto! Ora inizia anche lui a girare per le strade, stringere mani (forse) e menare parole pesanti come pietre che, se pur rivestite di spugna, intontiscono quando arrivano in faccia agli avvversari, a destra e sinistra.
Adesso, con lo scandalo dei derivati in MPS è il turno di Bersani e del pd senese che, secondo Monti, dopo aver invitato a non mettere nelle discussioni elettorali il crollo in borsa dei titoli mps, ci ripensa e dice:
“la commistione tra banche e politica è una «brutta bestia» e «va sradicata». L'ha esternato questa mattina a «Radio Anch'io», Radio Rai 1. Nella vicenda Monte Paschi «c'entra quel grande partito che viene spesso citato, cioè il Pd che ha sempre avuto molta influenza attraverso la Fondazione su quella banca». «Io - ha aggiunto - non sono mica qui per attaccare Bersani ma per attaccare molto decisamente il fenomeno storico della commistione tra banche e politica che va ulteriormente sradicato. Poi lascio ai partiti puntare l'uno l'indice contro gli altri».
Però, che furbaccchione questo proof!

mercoledì 23 gennaio 2013

la commedia infinita dei politici senza vergogna

ballarò, floris, e la doppia, inclemente satira di crozza
Sfogliando i giornali mi convinco di aver fatto bene ieri sera a spegnere la tv e mandare tutti mentalmente a quel paese.
Ballarò riproponeva il solito format coi soliti ospiti. Destra sinistra e centro a volte schierati sui loro convincimenti e a volte no. Hanno litigato e ripetuto fino alla noia le solite stronzate. Si sono lanciate accuse. Hanno tirato slide (un tempo si chiamavano grafici) dalle borse portate dai portaborse ma nessuno, tranne Vendola e Camusso, ha ricordato i problemi veri della gente comune.

Leggo che Monti, intervistato da Floris, pare sia stato l'unico a toccare l'acqua bollente. Ha detto, sempre ché vincerà le elezioni, di impegnarsi per ridurre la spesa pubblica eliminando il 50% dei parlamentari e rivedere concretamente la legge sul finanziamento ai partiti.
Se ci riuscisse, lui o chiunque altro, per noi cittadini sarebbe una boccata d'ossigeno.

Ma ormai siamo, la maggior parte dei cittadini, diventati abulici e qualsiasi cosa dicano la lasciamo cadere a terra come acqua sporca. Ci hanno fatto perdere la fiducia! Perciò, anche il presidente della cei, cardinale Bagnasco, si inserisce nella disputa e da buon pastore esorta i fedeli a non disertare le urne.
Andare ai seggi per votare chi? Casini, l'udc e quello che rappresenta? Fini, fli e le strategie della destra? Bersani & C.? Oppure figli, parenti e portaborse guidati dai soliti burattinai che hanno sempre saputo farla franca?

In due parole: siamo difronte al solito modello politico elettorale. Siamo difronte al porcellum! Cose, queste, buone per la pletora politica e quanti orbitano attorno ad essa; ma che diventano cattivi esempi, agenti inquinanti che avvelenano il presente e il futuro del Paese.

Che fare, quindi, per evitare la deriva? Andare alle urne e votare secondo coscienza! Tenendo presente quanto è accaduto in Italia e in Europa. E se per qualcuno è un percorso difficile da seguire, basta che si concentri sugli avvenimenti pilotati nella propria terra, nella città e nei quartieri. Osservare il degrado ambientale, il cumulo dei rifiuti urbani, gl'incarichi politici privi assegnati agli ignoranti o servi sciocchi, come dir si voglia, e la mortificazione della tanto conclamata MERITOCRAZIA urlata nei convegni.

martedì 22 gennaio 2013

distanze abissali tra America e Italia

Ieri in America il Presidente Obama prestava giuramento davanti agli americani e al mondo intero. Ha usato parole rivoluzionarie nel suo discorso. Applaudito da tutti. Ha parlato dei diritti umani. Ha toccato temi intimi. Ha parlato dell'amore universale. Condiviso il diritto all'amore tra gay. Incoraggiato la classe media. Ha giurato sul presente per migliorare il futuro. Poi, dopo il pranzo di gala, Barack Obama e il vicepresidente Joe Biden si sono raccolti per alcuni minuti davanti al busto di Martin Luther King, in Campidoglio e, insieme alle rispettive mogli, hanno reso omaggio al difensore dei diritti civili dei neri, assassinato il 4 aprile 1968, a Memphis, nel Tennessee.
Una delle Bibbie usate ieri per il giuramento di Obama è appartenuta proprio a King, citato anche nel discorso dal Presidente quando sono stati chiesti pari diritti per donne e omosessuali e sollecitata la riforma della legge sull'immigrazione.

Questo avveniva nell'altro capo del mondo! E da noi?
In Italia scoppiava il totodisonorevole inserimento nelle liste da deputato o senatore per le prossime elezioni.
Abbiamo la toscana Rosy Bindi nel collegio reggino in quota PD.

Abramo supera la soglia del 50% di 353 voti. A maggio 2012 ne aveva avuti 130. Il suo avversario, Salvatore Scalzo, del centrosinistra, come dato finale, ha ottenuto 24.219 preferenze pari al 42,51%.

Sergio Abramo ringrazia e promette rinnovato impegno a favore della città.
Salvatore Scalzo affida il suo pensiero al socialnet e sul suo contatto facebook scrive:
aore12
account facebook
"Grazie a tutti voi. Grazie con tutto il cuore. Riusciamo ancora una volta a incrementare il nostro dato e soprattutto, dico soprattutto, abbiamo combattuto per provare a costruire un’idea nuova di governo e di politica. Nella nostra terra combattere, spesso, è ancora più importante che vincere. Siamo cresciuti e la città è cresciuta. Certo, i miei 29 anni, mi facevano sperare in una prova di coraggio e d’orgoglio più forte da parte della nostra comunità. Siamo un patrimonio di 25000 cittadini sempre più orgogliosi dei propri valori e della propria dignità. Buon lavoro al nuovo sindaco perché anche sul suo lavoro continueremo a confrontarci esprimendo una nostra fiera e mai arrendevole diversità politica e culturale".


lunedì 21 gennaio 2013

Vasco, l'uomo più semplice

vasco rossi
L'ho sentita e mi piace! L'ultima canzone di Vasco è allegra orecchiabile, testo leggero, ripetitivo, sottolineato dalla ritmica pop/rock che personalizza e firma le sue ultime canzoni.
Sì, decisamente è meglio staccare occhi e orecchi dalle cazzate che inondano televisioni giornali e web e farsi una dose di musica leggera che tira su meglio di una canna.
Vasco non dice niente di nuovo ma quei quattro minuti di parole condite con qualche riff di chitarra da rock classico pongono l'animo in un'altra dimensione. E le parole ripetono uno stile di vita propenso a cogliere l'attimo di una botta e via. Quel manifesto messo sotto accusa dai benpensanti:

“Facciamo bene a stare insieme stasera, facciamo bene perché siamo vivi, domani chi lo sa, te la prendi te la responsabilità'”. Così, canta Vasco, ne “l'uomo più semplice”.
Sbaragliando, dopo l'abbandono repentino del tour e i ricoveri in clinica, il timore che si era diffuso tra i suoi fans di un ritiro forzato e non poterlo rivedere più nei concerti dal vivo.
Ma lui ha la pelle dura e presto riprenderà il tour.
Anche se ancora non ci sono date ufficiali si vocifera che l'organizzazione “Live Nation” ci sta lavorando, i concerti saranno almeno quattro e nei prossimi giorni saranno resi noti sulla sua pagina di Facebook.

Ben tornato Vasco!

Scilipoti senatore in Calabria per il PdL?

domenico scilipoti
Ahi ruviiinaa!!!
Se le indiscrezioni giornalistiche sono vere mi piacerebbe conoscere cosa pensano i dirigenti calabresi del PDL sulla candidatura blindata calata da palazzo grazioli che impone Scilipoti nel seggio del senato della Calabria.

E sì, dopo averci sorbito Gasparri ora ci tocca Scilipoti! di bene in meglio! e il prossimo, chi sarà pappagone?
Appartenenze e schieramenti escluse, se la nuova impronta del popolo delle libertà è questa, chiedo agli esponenti e ai militanti del pdl, se hanno ancora qualche rigurgito di buonsenso, quando rialzate la testa e dite basta?

In Abruzzo c'è la rivolta dei dirigenti del pdl perché, sempre secondo indiscrezioni giornalistiche, pare che Cosentino voglia candidarsi a tutti i costi per evitare la galera e Berlusconi lo ha blindato in un seggio sicuro al secondo posto. Sembra che anche Razzi stia contrattando un seggio blindato.
Insomma, questi signori, presentano il conto al cavaliere, altro che liste pulite!

A questo punto, se fossi del PdL griderei a gran voce: meglio Dell'Utri! Almeno, da garantista, nell'incertezza e per la presunzione d'innocenza, lui, è un fine bibliofilo... ma si sa, quando ci sono affari per lo mezzo la cultura non conta. Nella spartizione e nella conservazione del potere ogni mezzo è lecito! E vince chi ha molti assi nella manica.

domenica 20 gennaio 2013

politica antimafia in campagna elettorale

Il pensiero dominante dell'antipolitica si misura concretamente nelle candidature antimafia e nelle quota rosa di liste e listini dei partiti.

courtesy Mario Iannino©
"vasi comunicanti" courtesy archivio M. Iannino

Politica, quote antimafia, quote rosa in parlamento e senato sono davvero indici di buona gestione del governo? mi spiego meglio: avere nel proprio cv un parente morto per mano mafiosa, terrorismo e quant'altro sinonimo di delinquenza, fa del titolare un buon dirigente o serve dell'altro?

Di sicuro rimanere vittime di mafia non è cosa piacevole. E chi resta in vita lotta contro il malaffare. Fa proseliti. Conferenze. Pone il suo tempo a disposizione della collettività affinché non si ripetano mai più crimini analoghi. Lo fa per se, per ricordare le vittime e per le nuove generazioni. certamente non per vedersi cooptato nell'arena politica nazionale o regionale. 
I marpioni dell'antipolitica conoscono benissimo gli umori del popolo e sono certi che il nome di una vittima, che sia di mafia o di guerra, meglio ancora se reduce di fatti freschi della malagiustizia, porta molti voti emotivi.

Negli ultimi decenni quanti sono state le vittime della mafia?
Oltre ai magistrati Falcone e Borsellino, Della Chiesa, Scopelliti, nomi eccellentissimi che sono diventati il simbolo del martirio civile; ma chi ricorda quelli delle scorte o dei tanti cittadini comuni taglieggiati quotidianamente?
Probabilmente pochi! Pochissime persone ricordano i nomi o conoscono gli imprenditori che lottano tutti i giorni o rimangono vittime ignote. Invisibili alla società perché non interessano ai media. Ma quelli diventati icone dell'antimafia sono ricercati dalle forze politiche.
Borsellino ha detto di no! Ha detto no con chiarezza a Ingroia e ha rifiutato il posto sicuro nella lista civica del magistrato motivando la sua risposta con argomentazioni che hanno fatto onore al suo reale impegno nella lotta contro le mafie. Mafie palesi che i giornalisti assegnano nomi luoghi e casati. Delinquenza comune, manovalanza e capibastone. E tutto si ferma lì. Al caso folkloristico delle lupare e dei ladri di polli che si ammazzano per la supremazia territoriale.

È confacente far diventare i drammatici fatti personali dei biglietti da visita da spendere continuamente nei talk show e aprire le porte ai giochetti della politica?

Stesso discorso vale per le quote rosa, tirate in ballo dagli strateghi per indorare la pillola e far sembrare equo e democratico il pensiero che guida le lobby presenti nei partiti per non farli sembrare tali e poter gridare inventive a quanti hanno gli occhi aperti e guardano alla gestione della cosa pubblica in maniera pragmatica.

Concludendo, i problemi attuali non sono le liste e le rappresentanze ma il pensiero che guida i partiti e le coalizioni. Le disuguaglianze create dal capitalismo e dalle ideologie antiumane attuate in nome dello spread da Monti e i partiti che lo hanno appoggiato e continuano a osannare la famigerata agenda Monti.


sabato 19 gennaio 2013

le ingenuità di Ingroia, sinonimo di buona politica

Ho seguito un po' la nuova trasmissione di Lucia Annunziata: “leader” e, a dire il vero, mi è sembrata un po' incasinata. A mio avviso, l'eccessivo permissivismo ha messo in crisi la conduttrice, mentre il furbo Sallusti, da navigato provocatore, ha tentato di giocare la carta del casinaro, ha agitato le acque per screditare Ingroia su un vizio di forma circa l'eleggibilità dell'ex magistrato nella città di Palermo e, a tratti, si è sfiorata la bagarre verbale.

Complessivamente, per quel poco che ho potuto vedere, lo spaccato televisivo ha messo in luce alcuni aspetti del movimento capeggiato da Antonio Ingroia e confermato l'assenza di amor proprio di alcuni soggetti che pur di fare il gioco del padrone hanno liberato cazzate a profusione.

Ingroia è stato chiaro e il suo impegno in politica può essere riassunto così: i partiti politici non sono affidabili! Non fanno una buona politica. E da magistrato l'ha costatato in prima persona specialmente nell'espletamento del suo incarico.
La sua formazione non è un nuovo partito politico ma una lista composta da persone della società impegnati in battaglie civili contro il malgoverno e le malversazioni degli organi dello Stato.
Tra queste Ilaria Cucchi, che ha lottato da sola contro la parte marcia della legge. Quella legge che tortura fino alla morte quanti cadono vittime della bieca violenza di poliziotti, carabinieri e secondini, coperti dall'omertà di alcuni pezzi operanti nelle strutture parallele al mondo carcerario.

Il movimento ha dimostrato una certa ingenuità, e i nemici ne hanno abusato nell'immediatezza. Nonostante la passione impiegata nell'impegno sociale di alcune battaglie dei presenti, ancora molti di loro non sono avvezzi alle strategie del confronto politico privo di fair play e all'attacco prevaricatore dei giornalai di parte. Ma i cittadini attenti che non ne possono più dei tatticismi politici hanno capito e apprezzato la buona fede di Ingroia e compagni.

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