venerdì 22 giugno 2012

la Margherita muore davvero, ecco il testamento

La parte brutta della politica tra pinocchietti, pupi e pupari.


Da tanti anni non si sente parlare del partito della Margherita, inteso come associazione di uomini e idee per la politica.
Di certo conosciamo l'anno di nascita, il 2000, e la sua confluenza, nel 2007, nel partito dei DS, che raccoglie ex comunisti, qualche socialista, repubblicano e qualche democristiano.
Insomma, con l'avvento del nuovo simbolo che siede tutt'ora in parlamento, di questa fantomatica Margherita, noi del popolo non ne abbiamo più sentito parlare. E nonostante la Margherita risultasse morta come partito, non riusciamo a capire perché la struttura dirigenziale compreso il tesoriere continuasse ad esistere.
Oggi l'interrogativo è svelato grazie alle indagini della magistratura!

L'arresto del tesoriere Lusi e le gesta degli ultimi prosaici nibelunghi dalla chioma fluente adornata con ghirlande di margherite e euro hanno sancito la definitiva morte giuridica di un inesistente quanto dannoso partito politico.

Il collegio di liquidatori composto da tre persone definite 'indipendenti' hanno assunto il compito di occuparsi del patrimonio, che, a parte un finanziamento di circa 3 miliardi da destinare al quotidiano 'Europa', per quale motivo non è dato sapere, sarà, sempre secondo le intenzioni sbandierate dai purini, interamente "restituito allo stato".

"Un golpe", secondo Arturo Parisi, storico esponente dell'Ulivo nel partito fantasma ma non troppo viste le allegre finanze pubbliche risucchiate e spalmate in ogni dove- non ci hanno nemmeno fatto vedere i bilanci". "Nessun golpe - replica Franceso Rutelli - non ricordo una sola assemblea in cui Parisi non sia andato via prima, protestando. Il bilancio c'è nero su bianco, è il resoconto degli ultimi 11 anni, compreso le spese per le fotocopiatrici".

Se è così, come mai si è giunti a tanto?


giovedì 21 giugno 2012

lasciato morire nel catrame perché privo di microchip

Ieri le agenzie di stampa hanno diramato una notizia che senz'altro sarà passata inosservata perchè non tocca temi caldi quali il lavoro, l'occupazione, le tasse, il governo, l'euro, le pensioni e via dicendo. Ma se ci soffermiamo per un attimo e valutiamo l'episodio nella sua oggettiva drammaticità non possiamo che concludere con l'amara convinzione di aver toccato il fondo.

A chiedere lumi agli organi preposti è il presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti, il quale, dopo essere stato messo a conoscenza dell'accaduto, investe il dirigente generale del dipartimento tutela della salute Antonio Orlando.  

Ma vediamo cosa è successo:

Non si sa come sia potuto accadere ma un cane è stato trovato in un fusto di catrame a Reggio Calabria. Qualcuno dice che forse è caduto saltando da un muretto prospiciente ed è rimasto imprigionato nel bidone pieno di catrame che, rassodando, ha stretto in una morsa pastosa le zampe del povero cagnolino.
Non c'è bisogno di essere animalista o possedere un cane per immaginare le sofferenze e i guaiti d'aiuto di chi ferito e prigioniero attende la morte tra l'indolenza dei passanti e del veterinario che, ligio al dovere, lo lascia nel fusto di catrame perché non censito nell'anagrafe canina reggina.

Secondo quanto riportano le testate giornalistiche e denunciano le associazioni animaliste, il veterinario, chiamato da alcuni cittadini, non avrebbe operato alcun soccorso perché l'animale era privo di microchip.

eurozona, mercati, lavoro, sacralità profanate

La politica del grande calderone non ha dato i frutti sperati e l'unità europea non convince più neanche chi l'ha caldeggiata e sostenuta fino ad oggi.
Inutile ricordare che le sofferenze attuali sono spuntate all'indomani della cosiddetta “globalizzazione”e dalla teorizzazione che le grandi menti scientifiche elargivano a noi ignoranti.

La velocità condiziona e sprona il mondo intero comprese le attività sociali. Il lavoro, l'economia, l'arte, la cultura, i saperi.

Cosicché, dopo l'elogio alla lentezza e alla riflessione, la sacralità del lavoro a servizio dell'uomo, attività care ai filosofi, eccoci paracadutati nell'era della velocità globalizzante.

Correre! È diventato l'imperativo assoluto e “Tesaurizzare il tempo” il dogma contemporaneo. La disciplina del terzo millennio.

Tornare alla lira? Perché no? Se gli Stati, LO STATO ricco d'Europa continua a fare il bello e cattivo tempo nella politica dell'€zona e oltre, perché continuare a reggergli il moccolo!
… Già una volta l'oltranzismo blasfemo di un mentecatto ha generato disgrazie nel mondo ...

mercoledì 20 giugno 2012

Europa, Italia, Spagna, Grecia e lo spread

Stiamo dando i numeri!


400mila lavoratori «lasciati a terra» dalle nuove regole, il ministro parla di «dati fuorvianti che hanno impropriamente alimentato la polemica».
la tabella diramata dall'Inps «lasciava credere che fossero 400mila i lavoratori da salvaguardare, cosa che invece non è».
...ma anche i primi numeri dati dal governo sono inesatti e fino a ieri la versione ufficiale parlava di 65 mila unità danneggiate dalle nuove regole, ora a questa cifra si sono aggiunti altri 55 mila lavoratori. In tutto fanno 120 mila. ...

Numeri numeri numeri. L'errore di fondo sono proprio i numeri! L'errore macroscopico che stiamo facendo tutti è considerare le persone, i saperi, le coscienze, la politica come se fossero entità astratte: numeri! Numeri da far combaciare a esigenze economiche disumane e incivili. Conti in banca!
E la solidarietà!, il welfare!, l'intervento della politica che governa lo Stato e quindi i cittadini cosa ci sta a fare? Aspetta che il divario tra ricchezza e povertà si allarghi a dismisura fino a provocare azioni ben peggiori di quelle che si stanno presentando quotidianamente?

martedì 19 giugno 2012

Catanzaro cancella il suo passato

L'indolenza dei catanzaresi (la maggior parte dei catanzaresi) continua a produrre danni irreparabili alla città.

Come spiegare se no lo scempio che l'amministrazione comunale sta compiendo nel quasi silenzio della maggior parte dei cittadini?
Ma andiamo per ordine.

Dopo lo scandalo delle elezioni, con la ratifica del consiglio comunale appena uscito dalle discutibili consultazioni, la giunta Abramo, come promesso, mette in moto i lavori a Catanzaro Sala nei pressi di quel famoso e tormentato “centro commerciale romani” fermo da troppi anni a causa di cavilli burocratici, denunce e interventi della magistratura.

Ma i lavori in essere non riguardano il “centro commerciale romani” bensì un vecchio sito industriale dove per moltissimi anni si è prodotto cemento per l'edilizia dove, secondo i ben informati, pare ci siano anche tracce di amianto.

L'ex cementificio di Catanzaro Sala è una vasta area abbandonata compresa tra la ferrovia che congiunge Catanzaro Lido fino al centro abitato del quartiere Sala nei pressi di un'altra opera incompiuta che avrebbe dovuto collegare la stazione di Sala alla funicolare e quindi col famigerato “centro commerciale parco romani” sorto sulla sponda destra del torrente fiumarella nella passata giunta Abramo.

L'ex area industriale è imponente e, come auspicato anche da alcune associazioni, l'area sarebbe da collocare nella storia dell'economia catanzarese e dintorni perché trattasi di “archeologia industriale” ancora tutta da scoprire e valorizzare a favore della città.

Ma non la pensa così chi governa il comune. Anzi, alcuni suoi esponenti lanciano proclami assurdi e confondono distruzione con riqualificazione eludendo le molteplici voci della società civile che invocano la bonifica e la riconversione dell'intera area per adibirla a scopi culturali.

L'interrogativo più grande è rivolto ai tantissimi artisti, donne e uomini di cultura... chi sono, che dicono dove sono? e se ci sono, forse non sono a conoscenza, al pari dei loro amministratori catanzaresi, che in Germania e in tantissimi altri posti e persino in Italia governanti e cittadini hanno saputo trarre benefici economici e culturali dai siti industriali dismessi dopo una intelligente rivisitazione strutturale e ricollocazione tematica?

dal produttore al consumatore

In-coerenza. Colture biologiche.


mondo contadino
Sopravvivere è adattarsi alle molteplici esigenze temporanee.
Vivere è volare alto, non dare peso alle piccole fastidiose quotidianità. Non angosciarsi o angosciare perché il mondo non ruota intorno a sé o come si vorrebbe.

Se si riesce a tenere in sé una piccolissima dose di sarcasmo e sorridere delle incoerenze proprie e altrui la vita sembrerà (sarà?) una passeggiata.

I consigli si sprecano come la frutta e la verdura macerata agli angoli delle bancarelle del mercato rionale tra moscerini e avventori per lo più anziani che prima di comprare chiedono i prezzi e fanno conteggi semplici ma necessari per arrivare a fine mese e portare del cibo a casa.
Il venditore grida come se fosse un battitore d'asta il prezzo della sua mercanzia. Le signore comparano i prezzi mentre si spostano da un banco all'altro per dirigersi infine laddove ritengono che i prezzi siano più convenienti.

Tutto a 1 euro! Fagiolini lattuga bietolina...

Il banchetto del contadino è deserto nonostante i prodotti siano coltivati biologicamente. Una signora chiede: a quanto i fagiolini? Tre euro! Tre euro??!! ma se là sta gridando a un euro...
E vada là signora! Ma lei lo sa cosa significa stare una giornata sotto il sole zappare togliere le erbacce pulire dagli infestanti concimare innaffiare...
Va be' va be' allora quello fa le magie? Quei prodotti non sono coltivati nello stesso modo? Eppure costano un terzo di quanto chiedete voi. Anzi dovrebbero costare di più i suoi visto che lui è un commerciante...


sabato 16 giugno 2012

Scalfari e Mauro interrogano Monti

Ascoltare Monti in diretta è positivo.

La sua pacata analisi chiarisce e elimina le frasi catastrofiste care a certo giornalismo che parla alla pancia dei lettori. Non c'è sensazionalismo nell'inflessione del professore. Le sue risposte pacate lasciano ben sperare anche se il suo arrivo a Bologna, protetto dalle forze dell'ordine, ha causato la reazione degli indignati che non accettano il suo modo di fare politica. Reazione subito contenuta dalle manganellate sedative della polizia calate sui manifestanti che volevano oltrepassare la linea rossa per contestare l'arrivo di Monti a Bologna.

Il professore ha risposto esaurientemente alle domande di due giornalisti d'eccezione: Eugenio Scalfari e Ezio Mauro, rispettivamente fondatore e direttore in carica del giornale “la Repubblica”.

Il presidente del consiglio Mario Monti è convinto di riuscire nell'impresa. Magari non in tempi stretti ma continuando su queste linee guida, senza farsi troppe illusioni come fatto fin ora, si riuscirà a superare la crisi nonostante il “cratere si sia ulteriormente allargato” attorno ai sacrifici imposti agli italiani.

Monti ha chiarito alcuni aspetti che in questi giorni hanno creato tensioni emotive nel paese e si è detto fiducioso nei confronti del decreto lavoro della Fornero perché anche lui è positivamente impegnato nel risolvere la questione dei lavoratori rimasti senza impiego e conseguentemente senza salario o pensione. Quindi, stando alle parole di Monti il decreto lavoro non riguarda solo gli esodati, parola che ha preferito non pronunciare, ma tutti quei lavoratori in sofferenza che sopravvivono nel limbo sociale dell'emarginazione.

Secondo il professore la Germania e la Merkel reagiscono al nostro modello di intendere il consumo fondato sul debito perché deleterio e non è approvato dalla mentalità tedesca. Concetto, tutto sommato, condiviso anche da Monti visti i risultati ottenuti dalla discrasia che ha generato il debito pubblico. I tedeschi sono convinti che il loro modello sia quello vincente, e tutto sommato hanno ragione. È importante accettare i ragionamenti altrui, d'altronde, sono passati tanti anni e siamo ancora alle prese con la questione meridonale mentre loro sono riusciti a riunificare le due germanie nonostante i problemi economici correlati al congiungimento delle due realtà. Senza dimenticare però l'impegno sostenuto dall'Italia.

Insomma, si è visto un Monti rasserenante che suggerisce di guardare con occhi benevoli il concetto tedesco e farne tesoro.
Quindi non più spese pazze nel pubblico per foraggiare azioni fallimentari di imprese statali e un taglio netto allo stuolo di manager inutili imposti dalla politica.


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