lunedì 23 agosto 2010

l'ignoranza dei popoli preserva i potenti

I popoli ignoranti preservano i potentati.


La filosofia di vita divulgata coi tempi della comunicazione così come strutturata oggi dà come prototipo della realtà un oggetto di consumo culturale, religioso, politico o di semplice svago effimero.
L’irrealtà è diventata realtà a causa della pochezza di pensiero della stragrande maggioranza dei programmi televisivi e festeggiamenti dei vari campanili che imperversano e deturpano le menti 24 ore su 24. perché autori televisivi, registi, pseudo operatori culturali non indirizzano le platee a programmi di crescita, ma sembra che facciano a gara a chi narcotizza meglio le coscienze e mette in minoranza i pochi “pensanti”.

La realtà giornaliera si confonde coi sogni: inizia la sera e finisce al mattino; per riprendere il percorso funambolico tra le vie dei centri cittadini trasformati in enormi set cinematografici. Sogni ingarbugliati che assommano realtà differenti, giochi in tv, volgarissimi reality costruiti su ambigue storie di morbosità voyeuristiche. Ma qui, nelle metropoli, si muore davvero. Non cambi canale e salti in infinite storie, giochi, reality.

Nel rombo assordante delle città vivono persone vere condizionate dalle esigenze indotte dalle relative culture, dai loro dirigenti politici e religiosi. E se oggi assistiamo impotenti a stragi religiose, politiche, etniche; insomma a una pochezza di pensiero assoluto che condiziona e plagia le masse, la colpa è solo loro. Della classe dirigente che non ha saputo o voluto attuare piani culturali di crescita collettiva. Ma forse, non è un semplice caso d’impotenza o inettitudine politica… alla luce dei fatti è un chiaro disegno strategico attuato con scientifico cinismo!

domenica 22 agosto 2010

Quaresima e Ramadan: due mondi che avvicinano

aore12
Quaresima e Ramadan: momenti di religiosità alta che aiutano a riflettere sulla vita di tutti i giorni.

Fa caldo! Sorseggio la birra ghiacciata senza trovare sollievo alla calura. La spiaggia è rovente. Il mare sporco invita a non entrare in acqua. Osservo le macchie variegate di piccoli atolli composti da erba, legna, carte, bottiglie di plastica ondeggiare fino a una cinquantina di metri dalla riva.
I cubetti di ghiaccio si sciolgono presto. Bevo e sudo sotto l’ombrellone. Un venditore ambulante, simpatico, che parla un italiano stentato, mi si ferma davanti. Gli offro un po’ di birra. Lui ringrazia e rifiuta: ha iniziato il ramadan e per un mese, dall’alba al tramonto, non può ingerire niente.
Ecco, mi dico: io non potrei mai essere musulmano! E come me tanti che si reputano cristiani. Noi occidentali non sappiamo più affrontare i sacrifici corporali. Non riusciremmo mai a stare senza bere e mangiare per una giornata intera. Camminare sotto il sole carichi di mercanzie. Mangiare un po’ di verdura o della frutta, bere acqua e ringraziare la provvidenza per essere riusciti a vivere e concludere un'altra giornata della nostra vita terrena, dopo le 19,00. Eppure, loro, i musulmani, osservano, quest’anno dal 13 agosto al 13 settembre, la legge del ramadan, vale a dire “il Digiuno” dall’alba al tramonto, qualcosa di analogo alla nostra quaresima che suggerisce di ricordare il martirio di Gesù con 40 giorni di preghiere e come penitenza l’astensione dal mangiare carne almeno al venerdì.
Religione a parte, noi occidentali siamo troppo presi dalle comodità terrene e siamo terrorizzati dalle difficoltà economiche, della perdita del lavoro e della posizione sociale.

sabato 21 agosto 2010

ancora mare sporco a Montepaone, Calabria

aore12
aore12
aore12
Ancora macchie anomale sulle onde del mare di Montepaone.
Eppure sembra che ci sia un ottimo depuratore di recente costruzione! Allora? Come mai quasi tutti i giorni si vede a pelo d’acqua una macchia oleosa schifosa, erba, legni e carte di varia origine navigare nei mari del sud?
Che ci sia qualche grandissimo filibustiere che scarica direttamente a mare le sue scorie? Oppure è uno di quei signori che ama la natura a tal punto da dare in pasto ai pesciolini “roba” di prima qualità?
Gl’interrogativi sono tantissimi, inutile continuarne l’elencazione, però una domanda la porgo agli amministratori locali: ma dove siete? Non vedete che così lasciate morire quel poco di turismo che ancora, caparbiamente, viene a villeggiare a Montepaone lido? In Calabria.

ancora clandestini

Clandestini.


Sulle rotte della tratta umana le strategie cambiano, si evolvono. Adesso i clandestini sono fatti imbarcare dagli scafisti in barche di lusso per non dare nell’occhio e sfuggire ai controlli delle guardie costiere.
I viaggi delle speranze si ripetono immutati nel tempo. Gente disperata affronta incognite spaventose pur di sfuggire al destino ineluttabile della terra d’origine.
Ragazzi, ma con esperienze da grandi, insieme a bambini e ragazze, scendono dalla passerella con andamenti incerti. Corpi provati da stenti esultano alla visione delle coste italiche, ignari della loro precarissima quanto breve sosta sul territorio italiano, ormai sotto le leggi del “respingimento” adottati dal governo senza sconti a richiedenti politici o perseguitati di vario genere.

Questi i nuovi crocefissi! i deboli che tendono mani e lanciano grida di aiuto inascoltati. Queste le moderne icone da pubblicare!

venerdì 20 agosto 2010

il carisma di Natuzza Evolo

Sono stato spesso a Paravati quando mamma Natuzza era in vita, ma non ricordo il Cristo in croce col dente spezzato. Eppure sono entrato nella sua stanza, ho dialogato con lei. Le ho stretto le mani, l’ho baciata. Ha benedetto me e la mia famiglia, ha rassicurato i miei figli con voce tremula ma ferma e la sua figura benevola, il suo sorriso, la sua figura e gli insegnamenti di mamma mi accompagnano ancora nella permanenza terrena. Che dire la sua assenza fa rumore. Tanti aneddoti,courtesy M.Iannino suggerimenti, consigli di vita elargiti da Natuzza, sono punti nodali negli incontri tra le persone che l’hanno conosciuta e la visione del Martirio di Gesù ricorre spesso nelle testimonianze. Sapevo benissimo dei suoi dialoghi con gli angeli, i defunti e gli incontri con Gesù che avvenivano da quando era piccola ma i particolari della crocefissione, così come raccontati da alcuni amici comuni e figli spirituali di Natuzza, mi hanno letteralmente spiazzato.

Natuzza, vedeva Gesù maltrattato, picchiato, umiliato in vari modi durante il martirio della croce, nel periodo della Quaresima. Vedeva il romano sferrargli il pugno in bocca; il sangue scorrere e il dente spezzato. Vedeva il “casco di spine” che gli ponevano sul capo, la disperazione della Maddalena…
“casco di spine” o “elmo chiodato” poco importa. Entrambi sono da ritenersi dissertazioni speculari della medesima forma di rozzezza sanguinaria degli aguzzini che, ieri come oggi, infieriscono sui deboli.

vivere e rappresentare Cristo

©archivio M.Iannino
Attorno alle figure carismatiche, inevitabilmente, si stringono adepti, sorgono movimenti, fondazioni e filosofie di vita. In Calabria le figure carismatiche conosciute dalle grandi masse sono Natuzza Evolo di Paravati e Cosimo Fragomeni di Placanica.

Paravati e Placanica, paesi sperduti nell’entroterra calabrese, oggi, sono divenuti luoghi frequentatissimi da fedeli cristiani e semplici curiosi.
Tra il popolo di fedeli che vede in Natuzza e Cosimo Fragomeni l’estensione dell’amore di Gesù Salvatore, Crocefisso dalla cattiveria dell’uomo, e Maria, sua Madre, c’è chi è angosciato da drammi fisici o mentali di qualche congiunto e prega per la sua guarigione. A tal proposito c’è da dire che molti ex voto testimoniano miracolose guarigioni. Ciò non mette al riparo da cattiverie gratuite e da maldicenze i luoghi e la missione delle persone che vi operano. Malvagità che fa riaffiorare alla mente la stessa crudeltà incontrata sul calvario da Gesù Nazareno.
Una meschinità, quella perpetrata sui deboli, che riduce l’inerme a carne da macello, rinnega le leggi della ragione, del diritto alla vita, dell’amore! Un amore immenso che rinasce quotidianamente e rigenera quanti partecipano ai raduni di preghiera programmati a Placanica e Paravati. Ma, inesorabilmente, i mistici, sono oggetto di curiosità e discussioni tra quanti attratti dal Mistero Divino s’incontrano, pregano, dibattono e condividono esperienze dirette con Natuzza o fratel Cosimo. Alcune testimonianze sono attendibili, altre no. E tra le attendibili, quelle legate alla violenza bestiale scaricata su Gesù indifeso dai soldati romani e dal popolo inferocito, una massa eccitata dalle parole dei nemici, ha preso forma una figura martoriata che assurge a sintesi delle contemporanee ingiustizie sociali e delle estremizzazioni pilotate dai gruppi di potere: il Crocefisso!

a destra: bozzetto a matita

giovedì 19 agosto 2010

Irene Pivetti assessore a Reggio Calabria

La Pivetti a Reggio Calabria…
Non in vacanza o a presentare qualche spettacolo di chirurgia plastica ma per fare l’assessore. Gestire risorse e cittadini reggini.
Sia ben chiaro: non è la Pivetti attrice, quella simpatica del maresciallo Rocca, è l’ex presidente della Camera, Irene, quella che ha condotto una trasmissione sulla chirurgia estetica e faceva vedere come migliorare l’aspetto fisico e trasformare un brutto anatroccolo in cigno. Ma sì! Ecco! Ci siamo! Lei è stata chiamata con la speranza di trasformare il più bel chilometro di mare nella ancor più bellissima darsena da affiancare al ponte sullo stretto.

Satira a parte: cosa c’azzecca la Pivetti come assessore a Reggio Calabria? Di chi è stato il progetto fantapolitico che ha partorito il topolino? Possibile che non ci siano figli di Calabria degni di guidare un assessorato a Reggio Calabria?

ben arrivata Chiara

… ti sembra niente il sole la vita l’amore…

Così cantava Domenico Modugno alcuni decenni addietro in un contesto sociale dignitosamente povero. In Italia, spirava l'aria della rinascita economica. Le fabbriche assumevano maestranze specializzate e no. I contadini poveri abbandonavano le terre in affitto e si spostavano nelle metropoli, almeno lì potevano aspirare ad un salario sicuro e sfamare la prole numerosa.

In quegli anni la ricchezza non era ostentata, non si sfoggiavano oggetti per lasciare immaginare lo stato sociale e la volgare opulenza ottenuta col malaffare era camuffata e sottaciuta quando non si poteva giustificare l'origine mediante lavori o rendite legalmente riscontrabili.
Chi conservava un’etica religiosa nutriva un po’ di rispetto per chi stava messo male e doveva sfamare molte bocche. Ma forse … no! I soprusi sono sempre esistiti e sempre esisteranno! Come i malavitosi, i furbi, gli arroganti, i forti ei deboli, i buoni e i cattivi… mentre la vita continua e, ciclicamente, nascite e morti rinnovano il mondo. Questa la realtà nuda e cruda. ma ora, è il tempo delle favole, per te, piccola Chiara.

… tu dici: non ho niente! Ti sembra niente il sole la vita l’amoreee meraviglioso…

Ben arrivata Chiara!

mercoledì 18 agosto 2010

a cena con Natuzza


Seduti attorno al tavolo, nella terrazza sul mare, più che mangiare si parla. E non perché il cibo sia pessimo, anzi!, l’antipasto di mare, gli assaggini dei primi piatti, le specialità della casa, tutte a base di pesce sono deliziose! E che dire della location a ridosso del costone roccioso jonico? Semplicemente spettacolare! Ciononostante, piatti e locale, sono messi ai margini delle attenzioni perché i pensieri di noi commensali si concentrano su una persona speciale. una donna che seppe confortare gli afflitti che, disperati, si presentavano davanti alla sua casa: Mamma Natuzza.

Persino i giovanissimi presenti hanno qualcosa da raccontare. Ne parlano come se parlassero della nonna, mentre, noi adulti ricordiamo la sua dolcezza; la pazienza, l’umiltà!
A parte le peculiarità personali che ci hanno spinto e avvicinato a Lei, l’atmosfera che aleggia attorno al nostro tavolo è singolare perché colma di affetto e amore profuso dalle sue calme e rassicuranti parole che vivono in noi.

Certo, il motivo predominante, quello che principalmente ha spinto la gente a recarsi a Paravati, è l’angoscia provocata dai problemi materiali, quali malattie gravi, perdite di persone care, e persino beghe e ingiustizie lavorative. Ma anche chi si recava da Lei con l’intenzione di capire l’insondabile lasciava lì il suo scetticismo, se non la prima, la seconda, la terza quarta volta perché quella persona emanava amore puro. Un amore che solo il cuore delle mamme elargisce.

courtesy arch.M.Iannino
bozzetto del martirio di Gesù come lo vedeva Natuzza: 
contrariamente a quanto tramandato nelle iconografie, 
in testa i carnefici gli hanno messo un elmo romano
con dei chiodi e non una corona di spine. 
Il primo insulto gratuito di un soldato romano 
fu un pugno, diritto sulla bocca, che gli spezzò i denti.
Ecco Natuzza è contenta! Parliamo di Lei e Lei è qui con noi…
Chi mai si sarebbe aspettato che un incontro conviviale tra persone con percorsi di vita differenti si sarebbe trasformato in cenacolo nel ricordo di Mamma Natuzza?



martedì 17 agosto 2010

chiamami mamma

Chiamami mamma… disse nel momento dei saluti alla compagna del figlio. Lei le rispose con un sorriso indecifrabile. Non si capì se era felice per l’esortazione o se nascondesse nervosismo perché non avvezza alle smancerie. D’altronde si conoscevano da poco tempo! Come poteva, di punto in bianco, nascere e consolidarsi quel legame speciale tra congiunti che rende complici e partecipi d’infinite sfumature emotive, soprattutto tra madre e figlia?

Con certezza, era l’amore per il figlio a farla parlare così. A farle dire: chiamami mamma! ... in cuor suo era convinta di essere testimone della nascita di una nuova famiglia: stava per arrivare un nuovo bebè!

lunedì 16 agosto 2010

lettera alla nipotina che sta per nascere

"nascite" pittura a olio su tela, 1980,
courtesy arch. M Iannino
Lettera dalla nonna alla nipotina che sta per nascere.

Cara, piccola Greta,
quando ho saputo che il tuo cuoricino ha iniziato a battere ho provato solo tanto stupore. Troppo etichettato il mio modo di pensare, di fare, di rapportarmi agli altri! non avevo realizzato appieno l’importanza dell’evento, della tua esistenza, perché tu c’eri, eri lì e aspettavi da tutti le mille coccole trasmesse telepaticamente da pensieri colmi d’amore.
La novità della tua esistenza, subito dopo, mi ha però dirottato su un nuovo sentiero, un sentiero illuminato, agevole, percorrendo il quale, tutto si trasforma in un’atmosfera di gioia, di pace, di serenità.
Poi ti ho immaginato... e ti ho subito amata, ti ho guardata e ti ho vista bellissima, una sapiente miscela divina che il buon Dio ha indotto attraverso la tua mamma e il tuo papà: un amore di bimba, frutto dell’unione di due spiriti liberi che li catturerà per sempre e saprà unire la loro unione definitivamente.

ps.: Per due persone speciali, caro Massi, cara Maria, siamo con voi in attesa dell’evento speciale: senz’altro, la nascita della piccola Greta darà un nuovo slancio alla vostra e nostra vita e i suoi sorrisi illumineranno la quotidianità. E, per te piccolina mia, la certezza di un amore costante, presente in ogni momento della tua vita da parte di tutti noi.
Un bacio, nonna.

la politica del fare

La politica del fare… i propri interessi turlupinando gli altri.


La politica, in Italia, è lontana dai problemi reali dei cittadini. Destra, sinistra, centro, si contendono ruoli inesistenti ai fini pratici della gestione pubblica. Di fatto, una volta raggiunto il potere, il gruppo o i gruppi politici di governo rispondono a teorie incomprensibili al popolo e dimenticano i proclami enfatizzati durante le campagne elettorali, le promesse di nuovi posti di lavoro, qualcuno ebbe la sfacciataggine di prometterne qualche migliaio, promessa, ovviamente inapplicabile ma che fece il suo bell’effetto in termini di voti. Senza contare le altre promesse irrealizzate nel corso degli anni, a incominciare dalla nascita della Repubblica. Per esempio, lo Stato di diritto avrebbe dovuto far sì che tutti i cittadini, indistintamente, vivessero una vita dignitosa, avessero un lavoro, un’istruzione adeguata, assistenza medica, sociale; una casa…

Non credo di dire sciocchezze o falsità! Le cronache testimoniano abbondantemente lo stato delle cose, la realtà è in netta antitesi con quanto proclamato e scritto nella Carta Costituzionale alla caduta del regno d’Italia: uomini che si sono arricchiti coi fondi pubblici inventando progetti mai completati; eterni cantieri finanziati con i soldi pubblici per dare ossigeno alle famiglie e mantenere lo stato di precarietà servile nei confronti dei signorotti locali. Insomma una strategia piratesca di controllo che, all’occorrenza, diventa fonte di voti.
Ognuno si è visto i fatti propri! E chi comanda ha curato l’interesse di pochi anche quando si è deciso di togliere l’imposta sugli immobili perché nel calderone sono cadute grandi e ricche proprietà definite onlus, case di culto, fondazioni scientifiche, culturali, religiose che, invece, a spulciare i relativi registri economici traspare ricchezza e opulenza irriverente per le missioni che, secondo gli statuti, dicono di svolgere ma che, di fatto, non espletano.
E che dire dell’uso distorto del potere? Generalizzando, è chiaro che la faccia sorridente del cercatore di voti, finita la campagna elettorale, non è più a disposizione di chiunque. L’eletto è circondato da una cintura invalicabile: guardie del corpo, segretari, amici e consiglieri stretti hanno a cuore la sua privacy. Persino l’attività ginnica, a supporto e tutela del suo sacro lavoro, è inibita agli occhi indiscreti del pubblico. Il popolo lo deve vedere sempre in forma. Deve presentarsi sorridente ed essere protettivo, rassicurante anche quando le avversità causate dal malgoverno evidenziano il contrario.

sabato 14 agosto 2010

adolescenti, amore, rapporti con l'altro sesso

Piazza Maria Ausiliatrice è uno dei tanti luoghi di ritrovo estivi dei ragazzi dell’hinterland soveratese. La gente passeggia, compra un gelato, lo gusta, scambia quattro chiacchiere mentre i ragazzi, anzi, le ragazze sbirciano e commentano i ragazzotti più grandi che si trovano lì. I loro discorsi sono espliciti: quello è proprio bono! Ha un culo… ma stai zitta che ancora non l’hai fatto!

Si sono invertiti i ruoli! Un tempo erano i maschietti a fare commenti sanguigni sulle donne, oggi, sono le ragazzine di 13 anni a prendere iniziative. Amoreggiano alla pari delle donne vissute. Stringono i loro compagni, li avvinghiano e li stordiscono con baci mozzafiato. Esternano la passione amorosa senza porsi problemi. E lui, poverino, va in crisi d’identità. Si depila. Fa la lampada. Si fa aggiustare le orecchie, il naso, la bocca… non che una volta fossimo meno attenti alla cura del corpo ma si pensava di esternare la mascolinità con metodi affini all’essere maschio: la barba, i basettoni, i baffi, la camicia sbottonata a mostrare il petto villoso…

Sì! Decisamente i tempi sono cambiati!
Eppure, mi ritengo una persona aperta alle pari opportunità, alla parità dei sessi, alla libertà di espressione all’emancipazione… ma, ripeto, un tempo era impensabile questa evoluzione di costumi. Noi maschietti scappavamo dalle ragazze “facili” che la davano o si prestavano a giochi erotici con facilità. Ovviamente dopo aver consumato.
Nella maggior parte dei casi, arrivare a baciare una ragazza significava essere fidanzati. Rodare un percorso di vita in comune. Formare una famiglia! e raramente la ragazza si concedeva prima del matrimonio!

Senza parlare delle uscite. Quelle erano il risultato strategico di compiti a casa delle compagne, l’acquisto di quaderni o appunti da prendere in biblioteca, rigorosamente accompagnate dal fratellino più piccolo o dalla sorella.

Oggi le smancerie si perdono. Baci e abbracci dovunque. Vacanze insieme. Foto su internet a testimoniare la passione amorosa o la sua morte come se niente fosse.

Con questo, non dico che era meglio prima. Ma che la platealità ha invaso e modificato la sfera sentimentale. Il tempio, lo spazio intimo, l’atto privato, da nascondere agli occhi estranei è dissacrato dalla mania di protagonismo. E gli adolescenti sono i più esposti alle lusinghe della diffusione massiva d’immagini e sentimenti.

venerdì 13 agosto 2010

ho visto gli ufo

aore12
Ho visto gli ufo!

Strofino gli occhi. Assumo una posizione migliore e guardo in faccia il sole che sorge.
Non credo ai miei occhi! Alzo di più la persiana. Mi siedo sul davanzale e fisso l’orizzonte: tre bolle fluttuano attorno all’anello rossiccio emanato dal sole. No! Non può essere vero! Gli ufo non esistono…

Ehi che hai? Te l’avevo detto di non esagerare a tavola ieri sera! Adesso hai gl’incubi! Su su girati dall’altra parte e lasciami dormire…

Buon giorno amore! Ecco il caffè… ma che avevi stanotte? Farfugliavi…

Niente. Ho fatto un bel sogno: ho visto... gli ufo!

elaborazione digitale delle immagini, m. iannino

Insicurezza ed egoismo nelle frasi poetiche di A. Camus



“Non camminare davanti a me, potrei non seguirti; non camminare dietro di me potrei non esserti di guida. Cammina al mio fianco e fatti mio compagno di viaggio per sempre!”.

Esempio poetico d’insicurezza e di egoismo...

Questo ho pensato stamane nel leggere la frase di Camus sul cartoncino poggiato sul tavolo. Un cartoncino personalizzato dall’unione di due persone che, tra alti e bassi, come tutte le coppie del mondo, naturalmente, hanno condiviso un quarto di vita in comune.

Perché insicurezza? Perché se il partner, per un motivo qualsiasi accelera o rallenta il passo, sortisce che, l’altro, il postulante sia preda di un attacco di agorafobia, si senta spaesato, perso nel mondo brulicante d’insidie. Preda inerme delle bramosie mondane; pronta a cedere alle debolezze della carne.
E l’autostima? Lo scambio di esperienze, lecite, quelle che fanno crescere intellettualmente. E bla bla bla…
Insomma l’unione tra due persone è una prigione condizionante o un viaggio comune puntellato da esperienze vissute che si alimentano l’un l’altro con le rispettive, mutevoli ricchezze intellettive?

giovedì 12 agosto 2010

cultura del pensiero propositivo

aore12

Ovvero: nei meandri dell'arte e della cultura


Concettualmente, qualsiasi forma pensiero realizzata dall'artista, è, di per sé, un’azione positiva.
Nella fucina dell’arte il gesto "ricreativo" si fa dialogo; linguaggio universale!, e da operazione culturale propositiva, relegata nella nicchia dei saperi di una sparuta cerchia elitaria, se ben instradata dai media, può  assurgere a spinta propulsiva preponderante nella crescita sociale e quindi della conoscenza!

La positività concettuale del gioco creativo è riscontrabile anche nelle provocazioni estreme che, chiunque, addetti ai lavori o profani, esso (gioco creativo) può sviluppare.

È ovvio, le provocazioni culturali, intese come strumento di crescita collettiva, sono lontanissime dalle mere espansioni egocentriche dell’incolto.
Anche se le cronache dell’arte testimoniano, e a volte enfatizzano per necessità di mercato atteggiamenti, pensieri e avvenimenti teatrali estranei al fine culturale dell’azione propositiva che l'operatore si era prefissato a dispetto dei divulgatori di etichette romanzate quali "artista maledetto, geniale bohemien, anarchico, pacifista, mistico".

Chi opera a certi livelli, nel campo della cultura, non necessariamente deve essere condizionato dalla mercificazione surrogata dalla parola dissacrante o eccessivamente ammiccante. Che diamine, siamo o no esseri pensanti!

Insomma, è vero, si creano cliché da commercializzare nell'enorme calderone sociale dell’apparire grazie a critici e giornalisti coscienti che senza uno scossone di gossip non si riesce a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su tematiche alte.
Ma, ciò, ripeto, non ha nulla a che vedere con l’azione culturale che vorrebbe chi opera nel rispetto e per l’emancipazione sociale.
D’altro canto, non va sottaciuta la parte deleteria che ruota attorno al concetto di opera d’arte; vale a dire le quotazioni di mercato, la diffusione e la commercializzazione del fare creativo che assommata alla disinformazione e all'ignoranza collettiva, lasciata fermentare dai mercanti senza scrupoli e dagli arraffoni, pone l’enorme mercanzia artigianale, parificata alle opere d’arte e alle azioni formative sublimi di cui sopra, all'attenzione di quanti confondono la poetica creativa con la tesaurizzazione della materia.
Per questi semplici motivi, a volte, chiunque ha il "vizio" della curiosità intellettiva può essere trasformato in personaggio da una lobby. Ovvero: nella gallina dalle uova d’oro!
La massa si avvicina a lui per morbosità e, poi, il voyeurismo pilotato con destrezza, fa il resto.

Ecco, il mio interesse per gli artisti è differente. Mi avvicino al loro lavoro con curiosità.

Voglio capire le proposte intellettuali insite e contestualizzare il pensiero dell’artista con il territorio, la società! E, divulgare attraverso l’analisi delle opere quello che, secondo le mie modeste conoscenze e il sentire intimo trasmettono, a prescindere dalle tecniche usate per realizzare il gioco creativo della finzione visiva.

martedì 10 agosto 2010

Berlusconi divide!

Berlusconi divide gli italiani.


Il governo Berlusconi, come d’altronde tutti i governi che l’hanno preceduto, si trova ad affrontare sfide non indifferenti in un contesto mondiale tragicamente provato da recessioni economiche e morali. Sviluppo economico. Fisco. Cultura. Lavoro. Previdenza sociale. Questi alcuni storici e spinosi argomenti sui quali si è chiamati a rispondere e sui quali si è lavorato nel corso degli anni senza mai riuscire a porre fine alle problematiche in continua evoluzione dei rispettivi ministeri.
Ora, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, chiama a raccolta elettori e simpatizzanti. Li sprona a fare opera di proselitismo, divulgare quanto è stato fatto e quanto farà!

Ciò può essere favorevole al governo nell’immediato, vista la totale ubriacatura sociale e l’assenza di politiche gestionali e organizzative degli altri esponenti politici in campo, ma non riuscirà certamente a ridare fiducia alle famiglie prive di reddito, ai lavoratori mortificati, ai senza lavoro, agli emarginati che sono una significativa fetta del mercato statistico italiano. È proprio di questi giorni la querelle statistica su quanti italiani riescono ad andare in ferie. Ebbene, alcuni dati statistici danno il 4%, altri, vicini alla linea del governo enfatizzano il 7%, altri il 5,6%. Sta di fatto che la crisi è drammaticamente reale nei ceti medi e si tocca con mano alla pompa di benzina, ai supermercati, nei ristoranti; insomma laddove la massa si reca a consumare!

Per concludere, la strategia politica berlusconiana, improntata sulla divulgazione massmediatica, per quanto risulta dai fatti è tesa a gestire il malcontento comune, tacitare i dissensi e deviare su falsi problemi le attenzioni dell’opinione pubblica come nella questione “Fini”. A questo punto, vorrei che qualcuno dei paladini della morale dicesse da quanto tempo sono avvenuti i fatti, come mai non sono stati denunciati prima all’opinione pubblica e perché si spendono tante energie per sciocchezze private quando sono stati gestiti malissimo i fondi comunitari europei e nessuno fino ad ora si è preoccupato di rimediare.
Ecco, egregio presidente Berlusconi, gradirei poter dire: il governo ha lavorato bene; è stato attento e posto correttivi giusti laddove il buon senso lo richiedeva; vale a dire, nella tutela del lavoro e della dignità degli uomini deboli, degli emarginati e di quanti hanno chiesto asilo. E non assistere all’ennesima bagarre.
In Calabria si dice: i ciucci s’mbriganu e i varrili si sdoganu! “Gli asini litigano e le mercanzie che trasportano si deteriorano”.
O forse c’è dell’altro?

lunedì 9 agosto 2010

per uscire dalle incertezze e dare fiducia agli italiani

Le radici elitarie della politica italiana continuano a far germogliare ceppi d’idee ancorate nell’ideologia della destra aristocratica che da sempre ha governato l’Italia.

La classe dirigente, formatasi dopo la caduta della monarchia, assume l’eredità strategica dei governi succedutesi nel regno d’Italia e, ancora oggi, nonostante i notevoli progressi democratici, non si discosta molto dai fini dello stato liberale governato dai voti provenienti dal patriziato e dalla borghesia che, fino al 1880 non superò il 5% della popolazione. Infatti, fino a quel tempo, l’elettorato attivo era composto dai maschi con più di 25 anni con un reddito che consentiva loro di pagare almeno 40 lire d’imposte dirette e che sapessero leggere e scrivere. Vincoli abbassati col governo Depretis che rivede i criteri e abbassa l’età per gli aventi diritto al voto da 25 a 21 anni e riduce a 19 lire il censo, ma tutti gli elettori devono possedere la licenza della seconda elementare.
La riduzione generalizzata di età, reddito e istruzione, secondo alcuni e tra questi il calabrese Bruno Chimirri, nel rendere “massiva” l’affluenza alle urne e consentire a un largo ceto, presumibilmente poco acculturato, di essere parte attiva nella gestione dei suffragi, significa abbassare il livello culturale del governo.
L’atteggiamento aristocratico della gestione governativa cambia con la trasformazione del lavoro e della società, anche se per una svolta radicale si deve attendere la proclamazione dello Stato Repubblicano e il diritto al voto delle donne.

Agli inizi del ‘900 crescono gli insediamenti industriali, le fabbriche e, conseguentemente, anche le coscienze evolvono in armonia con i progressi economici, morali e politici del popolo italiano.
Ma, nonostante le lotte sindacali democratiche, le rivendicazioni salariali e la stesura dello statuto dei lavoratori in Italia non vi fu mai una vera politica o un programma governativo di sinistra. Al massimo ci s’imbatte in un liberalismo moderato vicino alla tradizione conservatrice illuminata della destra storica.
Un liberalismo capitalista contrario al protezionismo di Stato, e le scelte dei governi che si sono succeduti, compresi quelli repubblicani contemporanei, lo dimostrano.

Oggi siamo a una svolta storica! Le classi dirigenti sono chiamate a osare, progettare qualcosa di “intellettualmente alto” per la comunità: devono sapere ridistribuire le ricchezze; dare fiducia ai giovani; tranquillità a quanti versano in disagiate condizioni economiche; essere lungimiranti, propositivi nei fatti e non nei proclami autoreferenziali perché la realtà è spietatamente cruda nel mostrare incertezze e ricordare drammi individuali e collettivi, frutti di scelte sbagliate che antepongono il profitto aziendale o individuale piuttosto che porre l'uomo al centro delle politiche sociali.

domenica 8 agosto 2010

l'acqua dei miracoli a S. Domenica di Placanica, RC

aore12
L’acqua dei miracoli, Madonna dello Scoglio, Placanica.

Pare che qualche anno addietro la Madonna abbia detto a fratel Cosimo di scavare in un certo punto del terreno nella contrada Santa Domenica di Placanica dove gli apparve quando, ancora giovinetto, curava le greggi. E così fece! Fratel Cosimo Fragomeni scavò nel punto indicatogli, ma non vide subito l’acqua. Da quanto si dice, sentì il rumore e vide l’acqua scorrere lungo le gradinate del santuario in costruzione in un secondo momento. Anzi, sembra che glielo abbia riferito un operaio che stava lavorando antistante al sagrato. La costruzione, un’opera iniziata molti anni addietro con l’aiuto dei pellegrini devoti, ora sta prendendo corpo. Le brulle colline hanno cambiato il loro aspetto originario, e là, dove un tempo sorgeva una piccolissima cappella piena di ex voto lasciati dai miracolati della Madonna dello Scoglio, sta sorgendo un’opera importante per la fede cristiana.
Le cannule delle fontane erogano un’acqua molle, dal sapore indefinito ma che, secondo le testimonianze raccolte, pare abbia sollevato molte persone dalla psoriasi e altri mali. I fedeli si avvicinano speranzosi alle fontane allineate nello spiazzo. Qualcuno beve, sciacqua le parti interessate, riempie bottiglie da portare a casa per dare l'acqua miracolosa a familiari e conoscenti bisognosi, dimenticando, forse, che la maggiore forza taumaturgica risiede nella mente umana: nella volontà reattiva che si contrappone al male fisico e mentale. Senza quest’ultima condizione a nulla vale bere, bagnarsi e pregare. È un atto di fede che si concretizza attraverso la materia!

sabato 7 agosto 2010

estate 2010

arch.M.Iannino
Estate 2010.

Fino a qualche anno addietro l’interrogativo ricorrente era: mare o montagna? Nella maggior parte delle famiglie italiane si facevano progetti, si studiavano itinerari per accontentare figli e genitori.
Nella settimana di ferragosto l’atmosfera diventava friccicarella; ci si organizzava con gli amici per un barbecue tra i pini oppure una gozzovigliata sulla spiaggia con falò finale e bagno verso la mezzanotte. Erano gli anni della ripresa. Una ripresa economica e sociale che invogliava a essere positivi; sviluppare progetti, fare proseliti; seguire ideologie e perseguirle col solo intento di migliorare lo stato sociale dei più deboli. Insomma porre l’uomo al centro delle attenzioni ideologiche perché entità sensibile! L’uomo, che, liberato dalle macchine nel lavoro manuale, finalmente, avrebbe potuto estrinsecare appieno le doti intellettive e dedicarsi ai concetti alti dell’arte. E quando i più facinorosi riuscirono a prendere e occupare posizioni di comando il sogno svanì. La demagogia prese piede nei luoghi di lavoro, intorpidì le menti, ammansì e spense gli ultimi focolai di libertà, cacciò le utopie, distrusse la cultura! E aprì le porte del mondo fantozziano.

L’estate 2010 vede un esercito di cloni ripetere parole imparate a memoria. Tutti ben vestiti, curati nell’aspetto. Stirati dall’estetista e in guerra con l’età perché nessuno ama invecchiare. Non si vuole accettare il tempo, i cambiamenti temporali dovuti all’età, per cui si vedono mezze copie di uomini e donne; zombi privi di carattere che pur di apparire vendono l’anima al diavolo. Sono imbonitori. Persuasori di masse. False guide che conducono i cittadini resi, prima sudditi e poi, schiavi a lavorare nelle latrine mentali delle ambiguità surrogate da mezze verità.
…però, in tutto questo marasma, il diavolo, è di destra o di sinistra?

L’unica cosa certa, in quest’estate 2010, è l’assenza della speranza. E quando la speranza muore, significa che l’umanità è alla frutta!
A noi miseri mortali inermi, privi di poteri decisionali ma liberi nel pensiero, non rimane che ostacolare con onestà intellettuale quanti, uomini politici, sindacali, dirigenti, esponenti della in/cultura hanno assassinato i sogni e piegato il mondo dei giovani ai loro beceri interessi.


(in alto a destra, courtesy archivio iannino, 1980, olio su tela 50x60; rinascite)

venerdì 6 agosto 2010

metodo Boffo per annientare Fini

La strategia per annientare Fini? La stessa di Boffo!


La strategia usata contro Dino Boffo ha funzionato! La delazione ha annientato un uomo. Le accuse, inesistenti ma insistenti, basate su falsità e invenzioni giornalaie hanno sortito l’effetto desiderato e Boffo ha dovuto lasciare l’incarico di direttore all' ”Avvenire”: troppo infamanti le accuse costruite dai suoi nemici per stare tranquilli e continuare a lavorare come se niente fosse!

Da persona dabbene qual è Boffo ha operato la scelta giusta; ha collaborato con gl’inquirenti e lasciato che le indagini facessero il loro corso.
Ebbene, ne è uscito pulito! Le infamanti accuse sono crollate ma nessuno ha pagato per il vile e insano linciaggio morale. Chi l’ha accusato continua a dirigere giornali e scrivere o fare scrivere menzogne per annientare concorrenti e nemici politici; sì, nemici!, perché per certa forma di pensiero autoritario non ci può essere divergenza alcuna al proprio intendimento programmatico.

Oggi, gli stessi attori stanno adoperando la medesima strategia con Fini e finiani colpevoli, secondo i portavoce del governo della polverizzazione politica del pdl. Il partito dell’amore, che ama secondo canoni particolari e decaloghi egocentrici impiantati su rapporti sadomaso…
Fai attenzione Gianfranco!
Altro che partito dell’amore! O Partito delle libertà formato da garantisti e liberali…

mercoledì 4 agosto 2010

l'italia ha bisogno di una classe dirigente corretta!

È vero: l’Italia ha bisogno di uomini retti!

Da tantissimi anni in Italia c’è un problema insormontabile. Un problema che sembra non si voglia risolvere nonostante le indignazioni e le esortazioni di uomini, associazioni e giornalisti corretti.
Il problema in questione si chiama “morale”. Etica!
Secondo “famiglia cristiana”, settimanale cattolico diretto da don Sciortino:

"il disastro etico è ormai sotto gli occhi di tutti. Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici a 'servitori', semplici esecutori dei voleri del capo" e "poco importa che il Paese va allo sfascio: non si ammettono repliche al pensiero unico. Guai a chi osa sfidare il 'dominus' assoluto".

"La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l'evasione fiscale sottrae all'erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più". Scrive il direttore. E ancora:

"Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l'intera società". E conclude dicendo che oggi "prevale la 'morale fai da tè: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il 'bene comune' è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza".

Concordo!, tranne che nell’ultima affermazione. A mio parere, non è vero che la gente comune non s’indigna. Anzi, è incazzata nera! Purtroppo, il cosiddetto “bisogno”, la necessità di portare il pane quotidiano a casa rende schiavi. L’impotenza, il costante terrore psicologico diffuso dai massmedia "amici", l’uso delle forze democratiche lottizate in modo unilaterale e selvaggio per annichilire l'opinione pubblica induce la gente ad ammiccare, aspettare il momento propizio e l’arrivo del Messia giusto… dell’uomo, degli uomini che servono davvero con umiltà i fratelli e spendono le energie a favore del bene comune!

martedì 3 agosto 2010

fallo di reazione e affetti

Il fallo di reazione negli affetti familiari


In parole povere, si definisce fallo di reazione il comportamento volgare e ineducato del giocatore che “giustifica” in maniera scorretta e sconvenevole il richiamo dell’arbitro.
La reazione è punita dal codice calcistico con l’ammonizione e l’espulsione, a seconda, se reiterata o pericolosa per l’incolumità dei giocatori o dell’arbitro.
E nella vita comune? Nel menage familiare e nel rapporto amicale, tra colleghi e conoscenti? Vale a dire in quegli ambienti dove a rimanere mortificati, sono gli affetti, i rapporti interpersonali piuttosto che l’inibizione al gioco di squadra e la conseguente possibilità di schieramenti forti e l’ipotetica posizione in classifica?

Si sa, negli ambiti familiari l’amore supera tutti gli ostacoli: le sgarberie del coniuge, dei figli e dei congiunti acquisiti. Ignora persino quelle sgarberie che a volte dimostrano una durezza di cuore spaventosa e indurrebbero persino i fautori montessoriani a punire con ammonizioni ed espulsioni dal campo protettivo domestico i violenti. Ma i genitori hanno cuori grandi e, superata la delusione iniziale, l’attimo cocente scaturito dall’incredula azione mortificante dei figli, riaprono le braccia e accolgono per l’ennesima volta, fino a quando avranno vita, il cuore dei genitori trasformerà in amore l’errore, anche se a volte la tentazione di lasciarli cozzare con la dura realtà e fare esperienze di vita reale al di fuori del mondo dorato costruito da mamma e papà è forte.

domenica 1 agosto 2010

come in un film neorealista

Neorealismo!


Una vecchia foto. Una foto dai toni sfumati; a tratti cancellati. Una foto che riporta indietro nel tempo a quando famiglie intere trasferivano speranze e affetti oltreoceano. Le immagini impresse nel piccolo cartoncino ingiallito dai contorni dentati come un francobollo testimoniano povertà e orgoglio, voglia di cambiare vita, riscattare il proprio destino.
Vincere i poteri costituiti, le schiavitù imposte. Emancipare ed emanciparsi! Perché cambiare il corso degli eventi nella terra d’origine è più difficile che altrove.

sabato 31 luglio 2010

premio letterario, parole nel vento a Squillace

aore12
Estate, tempo di sagre e premi slow.

Solitamente le prime edizioni di un qualsiasi avvenimento, folkloristico o culturale, hanno tempi lenti nonostante l’alta professionalità della macchina organizzativa che cura il service, gli ospiti e i risultati strategici desiderati.

Questo si diceva l’altra sera con alcuni amici alla prima edizione del concorso letterario “parole nel vento” dedicato alla memoria di Bruno Chimirri,(Serra S. Bruno, 1845/ Amato, 1917) politico calabrese vicino all'area; definita da Croce; "aristocrazia spirituale" del regno d'Italia,  per mitigare i disagi organizzativi che abbiamo dovuto superare.
Pazienza! Ci siamo detti un po’ tutti mentre il tempo scorreva inesorabile e il vento freddo bussava alle spalle poco coperte data la calura del giorno. D’altronde chi mai avrebbe pensato che l’inizio di un avvenimento programmato per le 20,30 slittasse alle 22,00 e che la location diventasse una caccia al tesoro? Infatti, giunti al castello di Squillace, luogo designato per l’appuntamento culturale, ci siamo guardati attorno: Troppo silenzio, pochissime macchine e nessun via vai di gente. Il castello, opportunamente recintato per lavori in corso e quindi chiuso, ospitava tutt’al più qualche fantasma ma del premio letterario nessuna traccia.
Chiediamo informazioni a degli indigeni e, gambe in spalla, ripercorriamo a ritroso metà del tragitto. La passeggiata fuori programma ci ha dato modo di apprezzare le attività artigiane, le ceramiche tipiche e le stradine lastricate di sampietrini. Giunti in piazza duomo, abbiamo osservato a lungo le maestranze regolare le luci del palco, posizionare i leggii per gli spartiti, i musicisti accordare violini e arpe finché si sono fatte le 22,00. …e finalmente! Una coppia di attori locali, molto bravi, Pino Michiensi e la moglie, Annamaria Deluca, interpretano alcuni stralci dei libri in concorso.

Tra gli ospiti, Luciano Regolo, autore del libro "Natuzza Evolo: il miracolo di una vita", già alla quarta ristampa, Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro e promotrice dell’evento culturale, l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, il sindaco di Squillace Guido Rhodio, e la giuria al completo che ha selezionato i dieci finalisti tra i quali, Luigi Fregola con “il sole sorge a nord” primo romanzo breve ambientato nella Catanzaro anni ‘60, poeta, che ha al suo attivo pubblicazioni di poesie quali “provincialmente ancora spero” e “momenti”.

venerdì 30 luglio 2010

nel ricordo di mamma Natuzza: le apparizioni

È passato un anno dalla scomparsa terrena di Mamma Natuzza e sembra ieri. La sua presenza è costante. La si invoca o ne parli con quanti l’hanno conosciuta e sono divenuti figli spirituali e la si sente vicina. Il suo umile insegnamento è più che mai attuale! Ed è per questo che propongo e pubblico il documento dell’apparizione dell’Assunta dell’agosto 2008. Non c’è nulla di miracoloso, il dialogo tra Natuzza e la Mdonna mi è comparso stamane mentre riordinavo i file del mio pc e mi è sembrato un “segno”, un segnale da inviare a quanti avranno voglia di “perdere" qualche importante minuto della loro importante attività terrena protesa a tessere strategie di dominio…

Sila - 14 agosto 2008 (circa le ore 2)
Stavo molto male e pensavo di non farcela, quando mi appare la Madonna:
Natuzza: Madonna mia, un giorno prima?
Madonna: E’ sempre il momento giusto. Stai soffrendo?
Natuzza: Sì, non ce la faccio più, non ho la forza.
Madonna: La sofferenza è un dono di Dio. Chi la offre, acquista meriti e grazie. Non ti
preoccupare! Gesù te l’ha data sempre la forza e te la da anche ora, finché sei
sulla terra, perché questo fa parte del progetto di Dio.
Ed è scomparsa
Sila - 15 Agosto 2008 –
Solennità della Vergine Maria Assunta in Cielo
(circa le ore 2)
Madonna: (con le lacrime) Figlia mia, lo so che stai soffrendo terribilmente per i
peccati del mondo. Le anime cadono nel peccato come le foglie dall’albero in autunno,
perché i malvagi, suggeriti sempre dal diavolo, le portano al peccato. Non soffri solo
tu, ma più di tutti soffre Gesù ed Io, insieme a voi anime buone. A te ti ha scelto in
modo particolare.
Natuzza: Io mi lamento, Madonna mia, perdonatemi! Vorrei avere la forza per
sopportare le sofferenze.
Madonna: Hai ragione di lamentarti, anche Gesù sulla Croce si è lamentato. Tu, figlia
mia, sei clinicamente morta, sei sopra una foglia che da un momento all'altro si
spezza. E' l'amore di Gesù che ti tiene in piedi.
Natuzza: Di più mi dispiace, perché vi vedo con queste lacrime.
Madonna: Una mamma, che perde un figlio, piange sempre. Figurati Gesù che non
vuole perdere nessuno dei suoi figli. Con la tua sofferenza aiuti molto Gesù e
Lui soffre più di te perché vede i figli che cadono nel peccato.
Anche Gesù si addolora perché ti vede soffrire, però ha bisogno del tuo
sostegno nel suo dolore. Ogni tanto sceglie qualcuno che non si ribella e che
dice: “Gesù dammi la forza, e io con tutto il cuore ti accompagno nella tua
sofferenza per la salvezza degli uomini che cadono nel precipizio”. Cadono
mediante i grandi che si sentono “grandi” e li corrompono. Dicono bugie per il
denaro, ma non sentono l’Amore e la Misericordia di Dio.
Gesù vi vuole tutti salvi e si serve di chi è generoso nell’offrire. A te ti ha scelto
nel ventre di tua madre.
(poi, con molta dolcezza e con le lacrime)
Gesù si dispiace per tutto il mondo, particolarmente per i giovani. E’ pieno di
amarezza perché la generazione di oggi, se continua così, si perde.
(ai giovani) Figli miei, voi stessi createvi un mondo nuovo, perché già la metà
di voi è persa, altrimenti vi perderete tutti. Non perdete solo il corpo ma anche
l’anima. Sapete solo fantasticare sulle cose della terra, sulle cose moderne, ma
non pensate alle cose dello spirito. Figli cari, andate da Gesù e non usate
violenza verso i vostri genitori, ma usate amore e carità.
Hai ragione, figlia mia, quando dici ai genitori: “Trattate i vostri figli con amore,
dolcezza e parlate loro che Dio esiste”.
(ai genitori) Pregate molto, date il buon esempio ai vostri figli. Fate carità e
preghiere per la salvezza vostra e loro.
Figlia mia, sei piena di amarezza anche per la realizzazione della chiesa, ma io
mantengo le mie promesse perché la vuole anche Gesù.
(a quelli che stanno collaborando per la chiesa) Figli, grazie. La chiesa non
la volete per vostro vantaggio, ma perché la gente si ripari, preghi e aumenti la
fede. Gesù vi segue e vi accompagna nei vostri passi. Bussate sempre ai cuori
delle persone! La chiesa si fa presto se c’è la provvidenza, ma ricordati che io
mantengo sempre le promesse.
La chiesa la vogliono tutti: anche gli alberi sussurrano e le piante parlano fra
loro.
Natuzza: Benedite tutti gli oggetti che ci sono in questa casa.
Madonna: Benedico tutto il mondo, particolarmente questa casa. Ti amo pazzamente
come ti ama Gesù. Ti benedico.
ed è scomparsa

giovedì 29 luglio 2010

a spasso nella movida, paradiso artificiale effimero

A spasso nella movida, paradiso artificiale dell’effimero.

La natura umana è di per sé incontentabile! Non si è mai contenti di niente e di nessuno. E ciò che per pochi attimi soddisfa e gratifica, superato il momento iniziale dell’innamoramento, cade nella noia mortale. È così per qualsiasi cosa, oggetto e persone vicine all'uomo contemporaneo. L’assenza d’ideali annulla quanto professato dai padri. Sacralità della persona, del lavoro e dignità intellettuale sono confuse e soppiantate da feticci hi tec.
L’alta tecnologia raggiunta non serve ad affrancare l’uomo da lavoro e renderlo libero. Il profitto individuale avvelena i rapporti e la vita è una continua corsa al consumo. Si consumano gli affetti, si giura eterno amore per lasciarsi dopo pochissimi mesi dal matrimonio.

Lo status symbol è determinato nel far vedere agli altri di possedere stabilità economica, acquisire prodotti tecnologici di ultima generazione, sfoggiare il cayenne, il rolex d’oro, un paio di scarpe da mezzo milione di euro, che, superato l’attimo vanesio, lascia un senso di vuoto immediatamente soppresso dalla smania d’onnipotenza trasmessa dal conto in banca. Conto dai profitti decuplicati se investiti in termini ricattatori nei mercati poveri.

Il super uomo si concede una sniffata nelle vetrine delle vite altrui, contratta e mercanteggia, conquista un’altra novità da esibire. E nel tempo libero s’improvvisa intenditore d’arte, estasiato, rimane sinceramente commosso davanti a volgari imitazioni del reale che non apprezza dal vivo. Il guizzo del guitto spinge alla platealità, dimostra agli altri di conoscere questo e quel pittore, spende qualche citazione e torna a casa contento. Certo di avere dato il suo apporto concreto nell’era del terzo paradiso frammisto di tecnologia e pensieri effimeri.

martedì 27 luglio 2010

contaminazioni e devianze del pensiero creativo

aore12

Ambiguità lessicali, contaminazioni e devianze concettuali retoriche della parola nel campo dei linguaggi non verbali.


Gli idiomi, nel consentire il dialogo tra soggetti differenti e affrancare l’esposizione del pensiero, nel permettere di confrontare percorsi di vita, esperienze, studi, ricerche e tutto ciò che la mente umana riesce a elaborare in chiave astratta, consentono la libertà ai grandi oratori di incanalare i concetti verso false verità o ideali.
Il duello tra tesi e antitesi è combattuto laddove gravitano interessi economici, d’immagine politica, culturale e religiosa. Ma la duttilità dei vocaboli, a volte lascia qualche margine interpretativo; la trasformazione fonetica o l’atonia consente aperture, analisi, proposte, provocazioni che l’interlocutore raccoglie e sviluppa, le fa proprie automaticamente e le rimette in discussione.

Scrittura e ars oratoria ampliano concetti, spiegano, modellano e pilotano il grande pubblico specie se suffragate da gadget mentali cari alle masse. Le masse incolte sono facili prede per i fabulatori ruffiani che lasciano intravedere il paradiso artificiale o terrestre voluto da quanti educati dagli spot pubblicitari. I maestri della parola innalzano, enfatizzano, minimizzano o annullano, a seconda dei casi, i fatti della vita come la morale, le leggi, i comportamenti e persino i linguaggi colti dell’arte.

Ma, davanti ai linguaggi alti dell’anima la sospensione del pensiero verbale è d’obbligo allorché si è alle prese col gioco creativo degli eterni bambini. Qui lo spazio mentale assume connotati differenti; non esiste la rigidità, il diniego imposto da ferree discipline di pensiero scolastico.
Gli eterni bambini giocano, inventano, ripensano luoghi e fatti; ripropongono ogni azione, cosa, colore, gesto secondo un fluire interiore unico che non lascia spazi ad ambiguità oratorie perché i linguaggi artistici, quando surrogati da parole, cessano di esistere, la loro unicità è contaminata da fonemi che non riusciranno mai a formulare le frequenze giuste giacché quelle sono già state usate dall’artista nell’atto giocoso della creazione. Eppure, molti, condizionati dalla formazione culturale, cadono nell’errore. Vogliano razionalizzare e concettualizzare un gioco mentale insondabile dal punto di vista concettuale e umanamente artistico.

Antonello Trombadori, stimato intellettuale e critico d’arte, quando, durante un nostro incontro degli anni ottanta, accennai a un chiarimento verbale davanti a un mio lavoro m’interruppe immediatamente e in tono perentorio affermò: tu pensa a dipingere che a inventare parole, suggerire poetiche e nella peggiore delle ipotesi dire cazzate bastiamo noi critici dell’arte: siamo pagati per questo. Concluse con un sorriso.

Come può un estraneo, se pur coltissimo, “spiegare uno stato d’animo altro” una condizione pro positivamente ludica concepita da un microcosmo sconosciuto? Sensazioni, pensieri e cultura non possono essere mai identici. Può, semmai, tracciare un’analisi sulla falsa riga dei movimenti artistici e degli artisti conosciuti, raffrontare la costruzione, il lirismo… ma mai penetrare la verità. Quella deve venir fuori dal muto dialogo tra opera e fruitore! Dissi risentito.

Oggi, gli do ragione; adesso comprendo il significato sottile delle sue parole, ma allora mi sembrarono blasfeme.

sabato 24 luglio 2010

l'ellisse di Michelangelo Pistoletto anima Scolacium

aore12

L’ellisse di Michelangelo Pistoletto:

Energie Vitali nella gestualità minimalista di Pistoletto al parco archeologico Scolacium, in Calabria.

L’ellisse è la linea portante del lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto. Il gesto sinuoso oltrepassa il dato materico e conduce la mente degli interlocutori in luoghi noti, familiari, popolati da nenie. Filastrocche e ninnananne nostrane spesso dimenticate; sotterrate dal frastuono mediatico della modernità e dai falsi ideali, riaffiorano dal profondo e riconducono gli uomini al gioco creativo: alla procreazione! Ma anche ai nove mesi formativi; alla gestazione, alla vita indotta, dipendente. Dove vivere aore12o morire sono variabili indipendenti dalla volontà del nascituro.

Gli attori del mondo, davanti al movimento ondulatorio ancestrale dei corpi plastici, plasmati dal fare propositivo dell’artista, proseguono idealmente le linee e i movimenti che Pistoletto ha imposto alla materia e s’immedesimano nell’avvitamento catartico, penetrano la materia consunta dal tempo e rinascono, questa la speranza, a nuova vita. Benché tronche, le sculture installate nell’anfiteatro, irradiano forza. La spirale dinamica sprigiona energie vitali. Energie permeanti che attraversano i corpi li unificano e indicano la via per il terzo paradiso: il gioco della procreazione, la catarsi, il pensiero propositivo: l’arte!aore12
Il gioco creativo è di per sé catarsi; stato mentale superiore.

L’azione catartica dell’artista feconda menti e materia, invoglia all’osservazione riflessiva. Invita all’accoglienza, all’apertura mentale. A farsi opera degna di tale concetto a trasformarsi; a trasformare gli eventi, i cattivi maestri e i loro falsi, velenosi concetti ideologici che, digeriti e fatti propri dalle masse, avvelenano i rapporti interpersonali, generano odio, morte e distruzione.

Insomma, in sintonia con quanto suggerito dai Maestri di Vita, l’invito dell’artista consiste nel modificare il proprio dna e quello sociale, estirpare gli “ismi”, isolarsi dal frastuono del mondo, concentrarsi sul terzo occhio e camminare lungo la via maestra che conduce all’introspezione e, chissà, forse al terzo paradiso!

(mario iannino)

venerdì 23 luglio 2010

Incontro

aore12

Michelangelo Pistoletto nell'area archeologica scolacium in Calabria




“siamo tutti locali”

Michelangelo Pistoletto è in Calabria. Cura gli ultimi particolari delle sue installazioni nel parco archeologico Scolacium, alle porte di Catanzaro lido, lungo la ss 106 per l’inaugurazione del 25 luglio 2010.

aore12
mario iannino e michelangelo pistoletto
L’area archeologica che ospita le opere minimaliste del maestro è situata nel territorio di Roccelletta di Borgia, un antico borgo baronale coltivato a uliveti e nei caseggiati, ex sedi abitative e di antichi mestieri, sono ubicati uffici pubblici e spazi espositivi.
Ma, gli allestimenti importanti sono disseminati tra le rovine storiche; tra gli ulivi i reperti archeologici e le mura della cattedrale normanna dedicata a Santa Maria.

aore12Le opere, collocate sui resti di antichità greco normanne romane che stanno rivedendo la luce lentamente grazie anche al connubio tra arte contemporanea e manufatti antichi, e gli artisti contemporanei animano i luoghi, annullano le distanze epocali grazie, appunto, ai linguaggi dell’arte che rende attuali e contestualizza i percorsi storici di antichissime civiltà. Ed è qui, tra gli ulivi, all’ombra del pensiero magno greco, che ho incontrato il maestro Michelangelo Pistoletto, artista attento, sensibile e propositivo. Attento alle problematiche contemporanee, alle esigenze culturali dei popoli e al continuum ideale tra “vecchio e nuovo pensiero” traslato egregiamente nelle sue opere.

Le installazioni di Pistoletto s’inseriscono bene, non sono invasive: dialogano col territorio, con la gente! Propongono percorsi linguistici più che strutturali. Invitano al dialogo e alla comprensione.
aore12
Siamo tutti locali… mi dice il maestro Michelangelo. I luoghi non hanno padroni, aggiungo io, sono di chiunque passa e lascia qualcosa di sé. Qualcosa di buono o cattivo, non ha importanza ai fini del “passaggio epocale”. La contaminazione è immediata! Sta ai successori analizzare e trasformare, proporre affinché gli avvenimenti umani non rimangano mera “traccia” folkloristica ma identità culturale, orma primordiale che si fa impronta concreta per un divenire evoluto.

aore12Linfa vitale antica e moderna nello stesso tempo e quest’anno, a proporre il suo pensiero, ospite eccellente, è Michelangelo Pistoletto, artista minimalista contemporaneo, che indica e suggerisce vie alternative al respingimento in chiave artistica, sì, ma possibile! La sua opera disseminata tra gli ulivi, composta da cubi che indicano il mediterraneo, non come forma geografica ma come bacino di popoli che ci vivono. Popoli che dialogano con la natura; che entrano in osmosi. Catene, grovigli giganteschi che riportano alla mente la struttura scientifica delle molecole primordiali: il dna del cosmo!

Pistoletto vuole pacificare uomo e natura e con gli scarti delle macchine domestiche, i cestelli delle lavatrici, costruisce il “tempio” sacrale del contemporaneo e lo “innesta” nel ventre della cattedrale normanna, mentre statue in bronzo di vario colore, che puntualizzano i colori delle razze umane, dialogano con la natura e infine, nell’anfiteatro, imponenti blocchi marmorei, che ricordano la venere coi cassetti di Dalì, compongono i giganti della mitologia e della contemporaneità. Sta a noi saperli assemblare nel modo giusto e consono alla nuova era: al terzo millennio!
aore12
(mario iannino)

giovedì 22 luglio 2010

auguri, è sufficiente

Non servono parole per esternare ammirazione affetto e amore ma a volte per qualche persona molto "distratta" ci vogliono proprio le parole per ricordarle una storia iniziata tanti e tanti anni fa. Una storia di vita che ebbe inizio il 22 luglio del …
Un giorno caldo ma non eccessivamente opprimente; anzi, tutt’altro!
Ecco, a questa persona speciale, voglio ricordare che nonostante il tempo, le vicissitudini, le incomprensioni… ancora c’è qualcosa da costruire !insieme!… vivi la vita con serenità e un pizzico di allegria (dicono che il sorriso faccia buon sangue). E… tanti auguri per ogni singolo giorno che ci rimane da vivere insieme.

mercoledì 21 luglio 2010

religioni e culture a confronto sotto lo stesso cielo

Sotto lo stesso cielo.

È decisamente inammissibile, per una mente normalmente evoluta, pensare di dirottare un aereo e andare a schiantarsi contro il simbolo del potere economico americano solo perché secondo qualcuno rappresenta il male, il diavolo. Eppure, in quel drammatico 11 settembre, due aerei caduti sotto il controllo dei terroristi hanno perforato le sommità dei due grattacieli americani e hanno provocato scompiglio e morti tra gente ignara.
L’attentato terroristico, anche se rivendicato dai fondamentalisti islamici, si presta a una duplice lettura e da spazio a motivazioni meno “nobili” di quelle divulgate dalla propaganda religiosa dei mullah. È difficile accettare una motivazione così palesemente blasfema. L’Islam è storicamente sinonimo di cultura e il Corano di pace e amore. I Mussulmani praticano una religione sentita, pregano e osservano le Sacre Leggi del Corano. Ecco perché, l’attentato, anzi, la strage non può essere il frutto di un concetto religioso, ma la conseguenza del delirio di un singolo che ha inculcato, per motivi personali, l’odio razziale, l’ha fatto germogliare e crescere e infine l’ha sparso come cenere al vento. Ha plagiato giovani menti, li ha addestrati, allevati e spediti in una missione che ha come premio finale 100 giovani vergini. Ma questo signore ha dimenticato di dire ai kamikaze che le 100 giovani vergini sono destinate solo a chi ha l’anima pura, non contaminata dall’odio e insozzata di sangue umano.

Di fatto, il delirio di chi ha organizzato l’attentato e continua a spargere sangue innocente, ha amplificato il clima d’incomprensione e gonfiato l’odio interetnico tra religioni e popoli che da sempre si osteggiano vicendevolmente, non per difendere alti e nobili concetti ma per tutelare miseri interessi privati che, in pratica, fanno moltiplicare gli zeri nei conti correnti bancari dei burattinai.

11 settembre

Dopo l’11 settembre.

I neri hanno una marcia in più!
Su di loro i segni del tempo non sono immediatamente visibili. Per capire la loro età o gli stati d’animo li devi osservare attentamente. Non arrossiscono quando sono impacciati! E se sono tesi o nervosi, non lo capisci mica subito; devi fare attenzione al timbro della voce, al tremolio, ai tratti facciali e alle mani. La voce, l’espressione facciale e il gesticolìo tradiscono, sia nei bianchi che nei colorati, tensioni emotive, anche nei più scaltri.
A un acuto osservatore non sfuggono i particolari; anche quelli più insignificanti assumono e trasmettono valenze imprescindibili dallo stato di autodisciplina che s’impone l’interlocutore.

Il mio interlocutore tradisce il suo stato d’animo nel tremolio delle parole e nella contrazione delle labbra, nonostante il sorriso che precede e accompagna le parole.
Lui è nero. Un uomo negro snello. Ben curato, e dimostra una discreta cultura. Ha proprietà di linguaggio, senz’altro frutto di frequentazioni assidue col pubblico.

In effetti, dice di essere un dj e di avere lavorato nelle discoteche della costiera romagnola, tra Rimini e Riccione, ma che, dopo l’11 settembre, essendo, lui, musulmano, non ha più trovato lavoro. Da quel tragico giorno, che ha sconvolto il mondo intero e ha mostrato come la lucida pazzia di pochi possa provocare morti e terrore in larghissimi strati sociali, anche gli innocenti contrari alla violenza, se pur perpetrata in nome e per conto di assurdi teoremi, che non hanno nulla di religioso ma che cavalcano l’ignoranza delle masse, pagano uno scotto enorme e immeritato.

Oggi, Lui, il negro fa il ragazzo tutto fare. È l’uomo dai mille lavori: falegname, imbianchino, meccanico, inserviente…
E proprio in virtù della sua duttilità e padronanza manuale che l’anziana donna, stesa sul bagnasciuga, dichiara che “è un uomo da sposare!”… un uomo come pochi!
Conclude convinta l’anziana zitella.

lunedì 12 luglio 2010

e se avesse governato la sinistra?

Ancora tagli nelle aziende.

Fiat, Telecom, Siemens, Enel, Olivetti, telefoni di Stato, ferrovie dello Stato…

Ok, la certezza del “posto fisso” non c’è più! Le aziende forti dello Stato e del parastato, quelle che un tempo fungevano da approdo sociale per le nuove generazioni e davano l’opportunità di formare una famiglia, conferivano certezze alle persone che, forti dell’opportunità lavorativa, guardavano al futuro con speranza e fiducia non esistono più.
Negli anni 80, dopo la lunga agonia degli incentivi economici e delle mobilità orizzontali e verticali tra le maestranze, grazie alla coogestione sindacato/azienda per le politiche aziendali e sindacali, fase aperta e consolidata da Marisa Bellisario in qualità di amministratore della sit Siemens italiana, i grandi agglomerati produttivi sono morti per sempre. Non esistono più le grandi fabbriche metalmeccaniche, le compagnie pubbliche, le private, sovvenzionate con i soldi dello Stato.

Nell’era del mercato globale l’assistenzialismo di Stato non può esistere come sistema di aiuto alle aziende e, conseguenzialmente, ai lavoratori, alle famiglie, alla società! La globalizzazione è un’era geozoologica particolare che riporta indietro nel tempo le lancette della civiltà acquisita attraverso l’emancipazione culturale e racchiude in singolari gabbie collettive illusorie gli uomini. Ergo: o sei un colosso, economicamente forte, con una struttura aziendale snella, che va a sfruttare la fame degli altri per guadagnare di più oppure sei risucchiato nella mediocrità e annullato dalla bontà per essere stato eticamente corretto.
Questo in sintesi il pensiero concreto che affama le popolazioni.
Di fatto la globalizzazione annulla i concetti etici e religiosi della condivisione e della cooperazione.

“g l o b a l i z z a z i o n e” è l’ultimo crimine storico ideato dall’uomo. È la messa in atto di una teoria blasfema che induce gli uomini alla guerra per la sopravvivenza e vanifica, come già detto, la cultura della condivisione e della fratellanza tra i popoli.

Fino a quando le persone possono essere considerate numeri o rami secchi da tagliare solo per far quadrare i conti e rilanciare in borsa le aziende?

È chiaro che qualcosa non ha funzionato. Qualcosa continua a non funzionare!

dal mare ai monti in 10 minuti tra i castagneti della Calabria

a ore 12: montagna!

aore12

Oggi abbiamo deciso di fare un’escursione ai monti. Lasciamo la costa e ci dirigiamo a est, nell’entroterra catanzarese, verso le serre calabresi. In macchina di buon mattino (è un eufemismo, si dice tanto per assumere un tono salutista, in realtà sono le 11 passate) scarpe da trekking zaini e borracce da riempire. Mi hanno detto che tra i boschi di castagni, tra Palermiti e Centrache, lungo la provinciale 162, direzione Chiaravalle Centrale, c’è una sorgente d’acqua pura, leggerissima e che stimola chi la beve a fare tanta plin plin, per cui, infiliamo nel cofano della macchina qualche bidoncino e via!

Nel luogo dell’appuntamento, nei pressi della stazione ferroviaria di Montauro, aspettiamo gli ultimi ritardatari e, composta la compagnia, imbocchiamo una stradina provinciale che gradatamente si arrampica sui fianchi della collina. La segnaletica indica Gasperina, Centrache, Palermiti, Olivadi, Cenadi. In linea d’aria i monti sono a pochi passi, sì e no 5, 10 km al massimo.

Prima delle porte di Gasperina, la strada forma delle curve mozzafiato e offre una visione altrettanto spettacolare, mai vista prima: l’ansa tra la Torre del Palombaro, ai piedi di Stalettì, e Soverato Marina è sotto di noi, la dominiamo con lo sguardo. Uno sguardo ebbro per tanta bellezza!

Si ha la sensazione di essere su un trampolino. I fondali marini sembrano coperti con una leggera pellicola cangiante di cristallo, azzurro, verde smeraldo… celeste… colori tenui, di una trasparenza unica che irradia e trasmette al nemico “pensante” visioni pacificate: l’uomo è niente al cospetto di così tanta bellezza!
Non c’è nulla di magico o di esagerato. I colori dell’acqua si modificano davvero, in sintonia con gli studi scolastici, solo che qui siamo al cospetto del creato, nel laboratorio naturale della perla dello Jonio, dove ogni cosa è magia!, e a nulla valgono le teorie del colore e della rifrazione della luce. L’angolo d’osservazione di ognuno, è determinato non solo dalla luce del sole che s’infrange nello specchio di mare, ma, principalmente, dalla predisposizione d’animo del singolo. E ciò determina soggettive visioni cromatiche. Insomma, una dolce illusione, un miraggio, una bugia visionaria purificatrice, che avvicina l’uomo alla natura.

Il sole picchia perpendicolarmente sopra le nostre teste: è mezzodì!
Riprendiamo la marcia.
Superate alcune curve, nel tratto tra Palermiti e San Vito, lungo la provinciale 162, un’area attrezzata offre la possibilità di rifocillarsi, assaggiare carni alla griglia e provviste caserecce accompagnate da un buon bicchiere di vino o birra fresca. Il circolo del cacciatore, così si chiama la griglieria, è situato in uno spiazzo tra i castagni al bordo della strada. All’ingresso, affianco al cancello, sulla sinistra, una statua di San Pio da Pietrelcina, riparata in una grotta di pietra, accoglie gli avventori e sulla destra, l’insegna del circolo.
Il silenzio è rotto dal lieve venticello che solletica le foglie degli alti castagni e dal cinguettio degli uccelli. Il nostro vociare rompe gli equilibri sonori del luogo: è quasi un insulto alla quiete del posto e noi, forse non educati alla sacralità silente di certi luoghi, presi, letteralmente, per la gola, tra uno schiamazzo e l’altro, assecondiamo la dittatura del palato.

sabato 10 luglio 2010

mare nostrum: tutto come prima

aore12



Gli appunti del pifferaio.

Mare nostrum.

Il tempo passa. Gli uomini passano. Le idee passano. I proclami passano. Ma i problemi rimangono!
aore12

Sono trascorsi tre giorni da quando ci siamo trasferiti sul litorale Jonico, con precisione nel tratto di mare tra Montepaone e Soverato, in Calabria, e ancora non siamo riusciti a bagnarci. È impossibile entrare in acqua. Il timore di insozzarsi o prendere qualche fungo infettivo non è fobia collettiva ma realtà. Una realtà comune nei bagnanti costretti sotto gli ombrelloni dalla schiuma densa e oleosa che galleggia a pelo d’acqua davanti a noi.


Certamente, non è bello sentire dire “preghiamo che il vento e le correnti cambino, altrimenti avremo un’altra estate di mare sporco…”.

Il comune buon senso indirizza tutti, imprenditori, uomini di cultura, amministratori non a pregare ma, a impegnarsi in azioni mirate, forse coraggiose, farsi promotori e guardiani delle bellezze paesaggistiche calabresi così da stimolare tecnici e politici a eliminare il problema “acque sporche” alla radice, una volta per sempre.


Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto