Soffermarsi a meditare sulle piccole cose ormai dimenticate. Chiederci come mai il mondo animale e vegetale continua a vivere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione nonostante l'ingerenza pazzoide dell'uomo. mondi paralleli che si adattano alle circostanze imposte dall'umana follia e a volte ne subiscono le conseguenze.
Animali di terra e di mare sopravvivono alle forze della natura ma nulla possono contro la diabolica intelligenza dell'animale supremo: l'uomo! Quest'essere singolare che vuole penetrare i misteri dell'universo ma dimentica se stesso, intento com'è a progettare imprese epocali, accumulare ricchezze e andare più veloce della luce.
Noi tutti abbiamo dimenticato il piacere della scoperta. Non ci meravigliamo più davanti alla caparbietà delle formiche, alla loro tenacia nel trasportare pezzi di cibo più grandi di loro; non ci chiediamo come mai nelle comunità animali vige il mutuo soccorso, la solidarietà.
Elementi, questi, piegati ai voleri d'onnipotenza di alcuni grandi uomini e, in quanto tali, pieni di grandi condizionamenti costruiti dalla megalomania che li governa immolano affetti e concetti al sodalizio del potere.
Non sono e né mi posso definire un “buono”. questi pensieri sono emersi durante una traversata da Reggio a Messina, e man mano che il traghetto scivolava silenzioso sull'acqua diventavano sempre più chiari e distinti. Ho gioito. Dopo non so quanto tempo ho riassaporato la leggerezza di quando ero ragazzo. Ho ripercorso buona parte della fanciullezza; il sapore, l'odore dei primi viaggi. L'entusiasmo della scoperta, anzi, riscoperta è stato possibile perché ho dovuto smettere di guidare, lasciare la macchina nella stiva per attraversare il tratto di mare che separa la Calabria dalla Sicilia e salire sul ponte. Sul ponte della nave!, l'altro, quello di cemento e ferro che alcuni vorrebbero imporre con la forza, non serve a nessuno se non a loro stessi per macinare affari e nient'altro.
Anzi, deturperebbe l'anima dello stretto. Uno stretto già martoriato da eventi sismici e maremoti raccapriccianti, ma questo fa parte della natura e l'uomo dovrebbe tenerne conto quando decide di mettere mano a opere imponenti.
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