Italiani, Calabresi! E quanti versano in condizioni di disagio.
e.p.c:
Cari: Spirlì, presidente regione Calabria ff, commissario alla sanità e assessori tutti:
Per capire quanto possa bruciare il fuoco lo si deve toccare a mani nude.
La sanità in Calabria è qualcosa di assurdo!
Allucinante! È come entrare nell'inferno delle probabilità dei naufraghi di arrivare in un porto sicuro sotto la pioggia di fuoco della guardia costiera comandata a disperdere gli indesiderati ospiti.
Eppure i migranti ci provano e nonostante i pericoli che sanno di dovere affrontare salgono sulle carrette del mare. Tentano e sfidano la sorte.
Non è un paradosso! È una roulette russa anche per quanti nati in Italia e precisamente in Calabria sono costretti a ricorrere alle cure mediche specialistiche e tra burocrazie e cattiva gestione della sanità pubblica diventa un miracolo se non ci lasciano la pelle!
Gli ostacoli da superare tra uffici e visite specialistiche sono insormontabili per chi vive di pensione!
Una misera pensione da 400€ al mese, e ha, oltre alla necessità di cure mediche salvavita, anche l'esigenza degli ausili pensati e elargiti dalle strutture preposte affinché l'ammalato possa vivere dignitosamente lo stato di degenza post ricovero.
Tra tamponi covid da fare a proprie spese prima di accedere alle cure chemioterapiche, la chemio stessa e ipotetici pannoloni per gli incontinenti, se non si dispone di un conto-corrente ben fornito e qualche conoscente si può tranquillamente morire o, bene che vada, farsi i bisogni addosso vista la burocrazie e le tantissime pastoie del servizio pubblico nazionale che dovrebbe snellire le pratiche.
Un esempio?
Dopo la visita specialistica, designata e imposta dai dirigenti per avere diritto alla fornitura,
Lo specialista prescrive 120 pannoloni al mese e 30 traverse salvaletto? L'ASP dispensa metà pannoloni e zero traverse. Sì proprio così! (l'addetto dice che queste sono le direttive: 2 pannoloni al giorno e 0 traverse).
Chiedo:
Allora perché, tu burocrate preposto al servizio, hai preteso le visite e i certificati specialistici, l'invalidità, l'auto dichiarazione a corredo della richiesta per un trattamento previsto dal servizio sanitario pubblico nazionale istituito per tutelare la dignità dell'ammalato?
Cari assessori alla sanità della regione Calabria e cari politici, burocrati tutti che succede? Non ci sono soldi per i poveri?
A dire il vero anche chi ha qualche risparmio non può permettersi d'ammalarsi:
se per una emergenza qualsiasi le strutture private chiedono 300€ per il professionista e il resto dall'ammontare rimane incognito, così, sulla fiducia perché prima della visita non si conoscono i piani da attuare, serenamente meglio intraprendere il viale del tramonto in piena e consapevole dignità! Non per i soldi! Sia ben chiaro! Semplicemente perché Ippocrate è desueto.