La stanza dei giochi, dello svago e dello studio è stata trasformata in nursery. Sally, la bellissima femmina di Bullmastiff deve partorire.
Kimi, compagno e padre della cucciolata è di guardia fuori. Nel giardino. Kimi è attento. Sente arrivare. Alza la testa e punta fermo il cancello. Quattro salti. La sua mole imponente copre l'intera area del cancelletto. Alzato. Con le zampe anteriori appoggiate alla fascia alta del cancello, scodinzola quieto. Sporge il muso in cerca di carezze. Infilo la mano. E passa la lingua in segno d'affetto. Entro. E per poco non mi fa cadere. È da qualche giorno che non mi vede. La sua dimostrazione d'affetto è robusta. Mi salta attorno. E in un attimo le sue zampe sono appoggiate alle mie spalle. I comandi verbali sono inutili. Lui pretende attenzione e coccole. Io sono impaziente di vedere Sally e i cuccioli.
La stanza è riscaldata. Sally adagiata sul fianco allatta. I cuccioli ancora con gli occhi chiusi non capiscono perché la mamma interrompe la loro pappa e annaspano in cerca delle mammelle gonfie di buon latte.
Sally mi viene incontro. Alza la zampa sinistra. Mi tocca. Vuole le coccole anche lei. L'accarezzo. I cuccioli vagano sulla coperta protetti dal piccolo recinto in cerca della pappa.
Sally vai. Vai dai cuccioli. Finisci di dare loro la pappa. E mentre le dico così entro nella nursery. La spingo dolcemente sulla coperta in modo che i cuccioli trovino ristoro. Lei si adagia. Aspetta. E osserva. Qualche cucciolo fa fatica. Barcolla sulle gambine incerte. Hanno ancora gli occhietti chiusi e devono affidarsi all'olfatto. È l'odore del latte materno che li guida verso la madre.
Ha molta pazienza Sally. Come tutte le femmine bada amorevolmente alla prole. La sua natura protettiva è colma di attenzioni versi i piccoli e con gli umani che fanno parte del branco.
L'ora della pappa è finita. Sally dedica il giusto tempo per la toilettatura dei piccoli. La sua lingua accarezza e lava i piccoli. Per il momento il suo compito è finito. I cuccioli sono al sicuro nell'angolo adibito al sonno e lei è libera. Si accuccia ai miei piedi. Alza la zampa delicatamente. La poggia sul mio ginocchio e mi fissa. Sì, Sally, non ci vediamo da un po'. Le dico mentre le passo la mano sulla testa e sotto il mento.