mercoledì 14 giugno 2017

Calabria, Arte e politica del territorio

Tra manufatti archeologici e contemporanei a ben guardare, la Bellezza della Catanzaro colta e propositiva è in pericolo!

Mi spiego meglio.

Il parco della biodiversità prende il posto della selva che una volta era spazio didattico per gli studenti della scuola agraria catanzarese. Fino a quando, Michele Traversa, presidente della provincia di Catanzaro, non attuò un progetto studiato da un gruppo di giovani architetti catanzaresi, così ricordano alcuni.

Adesso è un giardino botanico, grazie a lui! Con ampi spazi curati in cui vi sono giochi per bambini e opere d'arte di noti artisti contemporanei.
E fin qui niente di cattivo, anzi.
Gli spazi si prestano ad accogliere prodotti dell'intelletto e altro.

Possiamo addivenire, in sintesi, che il luogo, data l'affluenza variegata dei visitatori, è un'ottima vetrina.
Chi fa jogging o passeggia coi bambini, il cane, oppure è lì da turista apprezza il paesaggio e l'arredo. L'affluenza giornaliera è considerevole!
Quindi, quale vetrina migliore per veicolare Bellezza e pensieri positivi?

Recentemente una barriera s'impone lungo il percorso. È un muro di sacchi che ospita “il giardino delle muse silenti”. Secondo le intenzioni degli organizzatori questa trincea dovrebbe indurre i visitatori a recarsi nelle altre aree interessate dall'evento artistico: marca, musmi e scolacium il parco archeologico di Roccelletta di Borgia, nei pressi di Catanzaro lido.



Non me ne vogliano gli organizzatori dell'evento.
Il suggerimento può andare bene per il musmi che si trova nella medesima area all'interno del parco cittadino, e forse anche per il marca situato giù all'imbocco del ponte Morandi, ma risulta improbabile, data la distanza e la poca entusiastica voglia di esplorare i resti della magna graecia degli abituali avventori, di una discesa scientificamente mirata a Scolacium.

Scolacium è un'area mitologica in antitesi con i modernismi forzati e fuorvianti d'improbabili installazioni pilotate e anche con le passeggiate di mamme e nonni con prole o cani al seguito.

Il parco della Roccelletta dovrebbe vivere di luce propria come accade per Pompei o Roma, con il turismo culturale che prende d'assalto i Fori Imperiali, e il Colosseo.

In Calabria c'è la stessa atmosfera che si vive nella Valle dei Templi ad Agrigento.
Nel parco archeologico la matrice è analoga; ci sono tracce della storia greca, bizantina e romana, tutte civiltà che invasero e imposero nuove conoscenze e stili di vita! C'è Pathos. C'è mitologia.

Antico e moderno sono mondi differenti che possono interagire culturalmente, e che, con le dovute cautele citazionistiche, simili a due rette parallele, potenziali binari della macchina definita 'accoglienza culturale' di un territorio storicamente ricco di mitologica bellezza, tempi storici che possono fare la differenza e creare anche quel benessere agognato e sbandierato dalla politica.
Progetti che non si possono improvvisare e nemmeno programmare a spizzichi e bottoni secondo personalissime convinzioni.

Detto ciò, si apprezza il tentativo e il coinvolgimento di quanti hanno preso parte alla realizzazione dell'attuale progetto.

lunedì 12 giugno 2017

Arte contemporanea open, installazioni interattive

Al marca, al musmi, nel parco della biodiversità in Catanzaro.

Arte in trincea.

Coprirsi e attaccare. Difendersi. Stare in trincea. Per paura o preservazione si erigono muri mentali e materiali per delimitare spazi
L'installazione posta nella piazzetta del parco della biodiversità in Catanzaro, già magnifico museo d'arte contemporanea, collega idealmente i percorsi esistenti nel museo storico militare “musmi” che fa da quinta al suggestivo muro fatto di sacchi.
Due gli accessi. O le uscite.
Dietro il muro fatto di sacchi si paventa l'imprevisto.
Inusuali strutture semoventi composte da Lingue di alluminio ricurve danzano attorno a nuclei traslucidi. Una sola struttura è bianca! Le altre, pur monocrome, scure, dalle superfici butterate, riportano alla mente le sinuose linee danzanti di Cezanne.
Danzatrici del tempo muovono passi estatici.
La materia si dissolve. Trasmigra.

Al centro del labirinto l'installazione proietta verso l'alto forme danzanti in continuo movimento. Vestali. Spose del pensiero positivo avvolgono in sinuose forme sfere tirate a specchio.
E tu sei lì. Catturato/a. Parte di un attimo. La tua immagine, riflessa nel mondo onirico, danza. Le lame la avvolgono. L'abbracciano. Come a proteggerla.
Rapiscono la materia. Rimane il pensiero. L'astrazione. La concreta astrazione materica.
Il pensiero è teoria visiva. Manu-fatto di spazi vuoti delimitati e avvolti dalle lingue danzanti traslati in spazi altri. Guardiani del tempo. Materia de-strutturata. Sospesa.

All'interno del labirinto mentale il percorso è breve. Sogno e realtà. Nelle insenature del tracciato, protette dalla barriera di sacchi colmi di sabbia e incastrati uno sull'altro per attutire i colpi nemici, gli assemblaggi poliedrici interagiscono.
Posizionati su piedistalli bianchi. Le strutture cambiano aspetto.
Se spinte dolcemente. La danza ha inizio.

L'arte deve essere protetta? La bellezza  È sotto assedio?

domenica 11 giugno 2017

La borsa di una donna è pesante.

Testo e immagine: Manuela Iannino©

Ho portato con me un ombrello
Per ripararmi dalle parole
Ghiacciate o bollenti.
Ho portato con me qualche nota
Annodata con cura
Tra le corde del mio cuore.
Ho portato con me le mie radici
Come un perfetto abito da sposa
Cucito invisibilmente sulla pelle.
Ho portato con me un po’ d’abitudine
Dicendole di andare via
Quando il prato sarà interamente fiorito.
Ho portato sulle labbra un sorriso
Perché dentro è tutto vivo in me.

venerdì 9 giugno 2017

Tassa di proprietà: Auto vecchie pagheranno di più

Se passa il pensiero e la legge di Calenda.

Dopo i mulini a vento, i pannelli solari, il gas e tutte le altre energie alternative che, guarda caso sono appannaggio delle lobby economiche che pilotano le decisioni dei governi, un'altra tegola sta per cadere in testa agli automobilisti che sono costretti a tenere in vita macchine vecchiotte ma efficienti e in sintonia con gli standard ministeriali.

Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda spiega che la tassa di proprietà sarà definita «in rapporto a un rinnovamento del parco in maniera più accelerata». Notizie di simile fantasiosa creatività finanziaria lascia basiti!

In parole povere, secondo il concetto del ministro le auto vecchie pagano la tassa di circolazione, anzi di proprietà, di più rispetto alle nuove.
Il ministro, infatti, ha sottolineato che per svecchiare il parco circolante non è opportuno adottare "un meccanismo di rottamazione generalizzato e costosissimo", ma studiare un sistema "che lavori sul rapporto tra tassazione e rinnovamento del parco in maniera più accelerata".

In estrema sintesi, alle auto più anziane sarà applicata una tassa di circolazione più onerosa. A questo proposito, Calenda ha sottolineato che "ci sarà una proposta" al termine dell'iter per il compimento della Sen, la Strategia elettrica nazionale.

In buona sostanza, per aiutare le case automobilistiche, il ministro Calenda induce i cittadini, costretti a usare e mantenere efficienti auto datate per mancanza di soldi, tra l'altro, fino ad oggi, obbligati a revisionarle ogni due anni e pagare una tassa di circa 75€ allo Stato, con un ragionamento contorto e tutto suo, ad indebitarsi. Rottamare, quindi, le vecchie e comprarne di nuove, se non si vuole pagare una tassa di proprietà più esosa di quanto non lo sia già.

Il ministro si difende dicendo che è una direttiva dell'Unione Europea. Per cui è necessario “diffondere i punti di rifornimento di carburanti alternativi con neutralità tecnologica tra gas ed elettricità”. Perché lui dice di non essere iscritto né al partito dell'auto elettrica né a quello dell'auto a gas, la neutralità tecnologica ci è imposta dall'Ue”. Parole del ministro Carlo Calenda.

giovedì 8 giugno 2017

Catanzaro, atti di vandalismo

Vandalismo o microcriminalità? 

Corvo, stamane. Tra via Magenta e viale Isonzo.


Credevo fosse stato il vento a buttare giù la rete di recinzione che gli operai stanno erigendo in questi giorni nell'area in cui avrebbe dovuto esserci da tempo un centro polifunzionale sportivo medico dedicato all'handicap. Ma i paletti in ferro sradicati e contorti dicono che il vento, forte per quanto possa essere, qui a corvo, non centra nulla. 


La chiave di lettura dell'azione vandalica, per quanto cruenta, rimane al momento incerta.
Potrebbe essere inserita nella sfera della stupida goliardia o nell'azione ideologica di qualche gruppo verde che tende alla tutela del bene comune visto che:
Il fantomatico centro avrebbe dovuto essere operante già da molto tempo, ma da che ne so, questa non è terra di coltura per estremisti.

Escluderei altre matrici, tipo quelle mafiose o 'ndranghetiste, care alla stampa d'effetto.
Giacché, di fatto, l'intera area è stata abbandonata a se stessa per una decina di anni o giù di lì.
Cosa che ha dato sostentamento a molti. Il campo selvatico in questione ha offerto piante autoctone e lumache; alimenti ben graditi nella cucina mediterranea vista l'assidua raccolta che se ne è fatta durante le stagioni indicate alla proliferazione delle specie.
Tornando al tema:
Il progetto originario prevedeva una piscina riscaldata coperta con ausili medici per la cura e il superamento della disabilità. Progetto nobile e ambito dal quartiere che pur esistendo, a tutt'oggi, solo sulla carta, non decade. La mancata edificazione attuativa del progetto non è una pregiudiziale e neanche motivo di annullamento della concessione, visto che l'area è stata assegnata per la seconda volta dal comune, di recente, agli stessi imprenditori catanzaresi.

Nel bel mezzo del campo selvatico, attualmente c'è eretto uno scheletro in cemento flagellato dai venti e dalle intemperie... in sintesi del progetto iniziale rimangono in piedi solo un rudere e le intenzioni.
Dell'opera di pubblica utilità ancora neanche l'ombra.

Sarà questo uno dei tanti interrogativi da anteporre a discolpa dell'azione vandalica?

mercoledì 7 giugno 2017

Calabria, la rivolta degli agricoltori

La casa dei calabresi è sotto assedio!

 

 


È un ossimoro! I calabresi che lavorano contestano Oliverio, il presidente di sinistra della regione Calabria.
L'uomo cresciuto nella scuola politica ideologica del pci è sotto accusa dai coltivatori della Calabria. Cioè, di quella parte sociale che lui avrebbe dovuto tutelare: gli agricoltori!

L'accusa che muovono nei suoi riguardi è: troppa burocrazia e mancata erogazione dei premi previsti e programmati.

Questi alcuni temi anticipati dai manifestanti intenti a innalzare e fissare le bandiere gialle della per tutta l'area della cittadella regionale.

Domani si prevede l'invasione di 500lavoratori, 800 mezzi agricoli, trattori, camion e pullman. Qualche autocisterna del latte, alcuni prodotti agricoli e tanta delusione nei confronti di chi in questo momento rappresenta i calabresi.

Eppure, conoscendo la storia ideologica del partito in cui si è formato quest'uomo cresciuto a pane e politica e che ha detto, per far intendere che non è avvezzo a clientele: “gli amici al bar, qui gestiamo la cosa pubblica”, qualcosa non torna rispetto al passato fatto di lotte progressiste.

Era un'ideologia che guardava ai proletari, ai diseredati, ai lavoratori che si spaccavano la schiena nei campi e nelle officine che ha fatto la storia comunista nel sud. Un partito, il pci, che aveva nel logo e nel cuore la falce e il martello. E che ha avuto martiri tra dirigenti, tesserati e simpatizzanti. Convinti di lottare per la costruzione di un mondo sociale più giusto in cui sarebbero bandite le diseguaglianze sociali.

Le lotte proletarie di Melissa, nel crotonese, bruciano ancora sulla pelle di quanti hanno occupato le terre e sono riusciti ad ottenere l'esproprio delle terre incolte o date a mezzadria e assegnarle a chi le coltivava davvero, ai contadini!

martedì 6 giugno 2017

2 rose, 5 inverni.



La bellezza opaca
Di chi ha visto morire qualcosa dentro sé.
La bellezza ingombrante
Delle rose appassite,
tristi e vissute.
Di chi ha visto il tempo correre veloce
E gli ha chinato il capo in segno di riflessione.
La bellezza regina dell’imperfezione
Della natura morta che ci ricorda
Che il tempo passa e lascia costanti solo le spine.
La bellezza di chi appoggia la testa alla tua
E si abbandona al tempo che scorre.
La bellezza di chi prende il tempo
E se lo tiene e lo vive come viene.
La bellezza di chi da rosa appassita
E gelata è divenuta un girasole caldo e dritto
Che lascia le riflessioni agli specchi
E sorride.

(A me e mia sorella, e ai nostri quasi 25 anni pensierosi, più che spensierati.)

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