martedì 17 luglio 2012

NOTTE

E poi, davanti a una giovane vita spezzata ti accorgi che nulla ha più valore. 

L'arte la cultura la politica lo studio il lavoro e ogni attività espletata dal genere umano cessa di colpo nello stesso attimo in cui la morte sopraggiunge alla vita.

Che sarà mai lo spread i conti bancari gli imperi costruiti ad ogni costo al cospetto della dea livellatrice?

Secondo i tarocchi, la morte, non è solo fine di un ciclo vitale, la signora con la falce è anche il simbolo del livellamento e della rinascita fisica e spirituale.
Basta osservare la natura per comprendere appieno il concetto di rinascita. E in natura solo quando il seme muore germoglia e produce nuova vita.

donna oggetto o determinata dispensatrice di affetti?

Eros e chirurgia plastica al mercato della vanità.


I rigonfiamenti laterali del labbro superiore lasciano uno spazio civettuolo impercettibile che calamita lo sguardo su quella apertura morbida, decisamente sensuale nella sua struttura decisamente innaturale. No, non può essere una bocca al naturale. E non è neanche un caso di labbro leporino aggiustato. È, piuttosto, un intervento di alta scuola di chirurgia plastica. Ne sono convinto! Vedi i rigonfiamenti sui lati? Troppo morbidi per essere carne naturale.
La donna sa di essere osservata. Lo si capisce da come atteggia a cuoricino il regalo del suo ultimo amante: la bocca! Che di carnoso ha ben poco. Come, del resto i seni. Quelli, invece, sono un regalo cumulativo. Costano molto di più.

Osservo la donna e ascolto i commenti dei convitati alla festa di compleanno della padrona di casa. La mia curiosità è attratta da quella donna. Non è eccessivamente bella! Ma m'incuriosisce sapere quale parte del corpo non è stato ancora trattato dal chirurgo plastico.
“non hai mai visto una donna?” mi sussurra sornione un amico. Guarda che quella, basta che tu gli faccia capire che hai soldi e che ti piace e il gioco è fatto...

lunedì 16 luglio 2012

Montepaone Lido, guida ubriaco e uccide passante

Morire d'estate a 17 anni.


Uno dei grandi interrogativi dell'uomo riguarda la fine della vita conosciuta. Che siano giovani, anziani, donne, uomini o altro poco importa. Se poi la morte avviene improvvisa gli interrogativi aumentano o si annullano in relazione allo strazio dei congiunti e lo sbigottimento dei conoscenti.

A sentire le brutte notizie di cronaca estive che fanno il paio con i bollettini di guerra per i morti ammazzati, i feriti e gli automezzi disintegrati sulle strade specie di notte, la prima raccomandazione che i genitori fanno ai figli è: mi raccomando sì prudente, non bere e stai attento a chi guida dei tuoi amici! E fin qui tutto ok. Dipende da te e quindi, con molte probabilità, metti in pratica i suggerimenti dei genitori.
E se un cretino senza cervello semi ubriaco e forse anche mezzo fatto (dai riscontri della polizia è certo lo stato di ebbrezza del conducente) piomba come un siluro con la sua bella bmw su due ignari ragazzi fermi davanti a una gelateria e per giunta sul marciapiede, quale interrogativo ci si deve porre? Che giustificazione dare ad un simile drammaticissimo evento?
Si può definire fato? Destino? Si può!, ma solo per tacitare gli umori e i rumori dell'opinione pubblica! nessuna giustificazione postuma, invece, per chi vive il dramma in prima persona, è ammissibile! La perdita di un figlio causata dall'avventatezza di uno stolto è un dramma difficile da mitigare. Specie in questi termini.

È quanto accaduto a Montepaone Lido nella notte di ieri alle 23,00 circa. Due cugini, fermi sul marciapiede contiguo alla gelateria sono stati travolti da un automobilista che guidava in stato di ebrezza a velocità sostenuta nel centro urbano della nota località estiva. Raffaele è morto sul colpo mentre il cugino è in prognosi riservata all'ospedale civile di Catanzaro. I cugini Musolino sono originari di Catanzaro.

sabato 14 luglio 2012

diamo una mano a chi soffre

I parenti li ho visitati tutti. Qualcuno mi ha dato una mano economicamente, per come ha potuto, altri mi hanno dato solidarietà e affetto sinceri. Non avevano altro!

Chi mai si sarebbe immaginato di finire così? D'altronde l'attività di mio marito andava discretamente bene e io, con lo stipendio da insegnante non mi potevo lamentare e infatti abbiamo mandato una figlia all'università che adesso fa la ricercatrice precaria e per potere continuare a farlo le paghiamo la casa a Roma. L'altra figlia è sposata. Fa la casalinga. Ha una bellissima bambina e vive in una casa in affitto insieme al marito.

Fino a qualche anno fa, dicevo, vivevamo una vita tranquilla e l'estate, vista la mia professione, stavamo al mare in una casa in affitto. Chiamarla casa, forse è un eufemismo. La dimora somiglia di più ad uno di quei bungalow di campeggio. Ma per l'uso che ne facevamo e per il prezzo andava benissimo.

Purtroppo questi sono solo ricordi del passato da tenere a riparo nel cuore, coccolarli così da trarre nuove energie e rinverdirli nei momenti di scoramento alla fiammella del tempo trascorso sulla spiaggia a far castelli di sabbia con i figli piccoli, al bagnetto coi braccioli o il salvagente “Titti” alle pappine e ai frullati che a volte diventavano vere sfide di resistenza che impegnavano persino le zie vere e quelle acquisite sulla spiaggia, nel vicinato e tra gli amici più cari. Ed ora, a proposito di parenti acquisiti, finito il giro dei consanguinei, con una buona dose di coraggio e col cuore in lacrime è a questi ultimi che mi rivolgo spinta dalle imminenti vicissitudini, vale a dire: la presa in carico della famiglia di mia figlia dopo che il datore di lavoro di mio genero ha comunicato il ridimensionamento, pena la chiusura dell'azienda, per mancanza di commesse.
Sfortunatamente per entrambi, gli amici e i conoscenti, non navigano in buone acque. All'incirca hanno tutti i miei stessi problemi: figli e nipoti a carico con relativi mutui accesi nei tempi buoni, quando ancora si poteva pensare di formare una famiglia.

Che fare?

Questo non è un post di fantasia e neanche letteratura spicciola. È la storia vera di una famiglia che vorremmo aiutare senza creare casi patetici da mettere in vetrina.  

venerdì 13 luglio 2012

la crisi economica è salutare

Occupazione, lavoro, consumismo e socialità ai tempi della crisi.


Dal mio punto di vista (che è, per certi aspetti e secondo alcuni, privilegiato) vedo un mondo a colori. Colori dai toni forti, decisi, liberatori che ben si coniugano con lo stato d'animo dei ribelli e di quanti non accettano passivamente gli eventi.
Anime rock!, direbbe qualcuno. Poeti o artisti; direbbe qualcun altro. Sta di fatto che la realtà è, concettualmente, una continua sfida catartica.

Tra le sfide reali:
Il governo mette in atto strategie politiche sociali che accontentano alcuni e fanno torcere il muso ad altri.
Iniziano le trattative tra le parti sociali, governo, imprenditori, sindacati, indignati e gente che non vuole più essere strumentalizzata da nessuna delle parti: salari no, grandi patrimoni sì, no, perché, può darsi, potrebbe, ma...

E intanto, in questi giorni, in Spagna la rabbia popolare invade le strade per rispondere con sdegno ai rimedi del governo spagnolo contro la crisi (ricordiamo la sospensione della tredicesima mensilità, la riduzione delle ferie e dei permessi sindacali), mentre in Francia la Peugeot taglia migliaia di posti di lavoro.
Senza andare in giro per il mondo, rimanendo in Italia, è sufficiente osservare le strade e i supermercati semivuoti per avere contezza della povertà nella quale versano le famiglie degli italiani che campano con stipendi da dipendenti pubblici o privati ridotti ormai all'osso dalle manovre economiche dei vari governi che si sono succeduti.

Tra le grandi cazzate internazionali, che hanno contribuito ad arguire la crisi attuale, a parte la voracità del sistema bancario, il progetto sull'alta velocità, la TAV, che avrebbe dovuto prendere piede da Lione, bucare le Alpi, giungere a Torino, arrivare a Kiev e mettere sui mercati a velocità supersonica le materie che servono all'economia, pare non si faccia più per colpa della crisi economica che stiamo subendo, perché, giustamente, (finalmente!) la Francia indebitata ha capito che non serve a nessuno.

Si potrebbe concludere che la crisi economica riesce a correggere in parte la demenzialità umana che si abbatte sull'ambiente ma anche quella domestica allorché induce a rivedere le spese superflue e a non esagerare nell'accumulazione nevrotica dei prodotti, a usare la macchina con parsimonia e comprare roba utile. Insomma: non essere macchine voraci di ogni bene di consumo.

martedì 10 luglio 2012

giovane laureato e disoccupato

Un anno fuori corso. Ma, alla fine, comunque laureato! Sottopagato e in fila per un posto da centralinista.

Lo so me la sono presa comoda con gli studi ma ce l'ho fatta. E adesso sto qui, in attesa, davanti alla segretaria della “phoneservice” per lasciare il curriculum. Un amico di famiglia mi ha detto che cercano ragazzi per il call center. ! “Se conosci qualcuno ti pigliano come avviamento al lavoro, all'inizio ti danno pochi euro l'ora per l'apprendistato, una borsa lavoro, e poi ti fanno un contratto di 600 euro al mese”; me lo ha detto anche un amico di mio padre.
Mio padre. Poveretto, mio padre! Mi ha tenuto all'università tutto questo tempo... certo, lui avrebbe sperato in un posto adeguato agli studi fatti e anche io! ma con una figlia di pochi mesi da crescere che devo fare? Magari, volesse Iddio che mi pigliassero! Con seicento euro mi caccio qualche debito e sono certo di potere comprare il latte alla piccola. Certo chi sta ai vertici non ha di questi problemi e non sa cosa significhi sperare che i pannolini non finiscano presto.
Che poi, a volerla dire tutta, chi sta facendo la selezione per 'sto centralino sono i soliti, quelli che sanno come fare per prendere i soldi della comunità europea e quelli regionali. Sì, insomma, gente che non rischia niente di suo e se ti prende gli devi pure un favore per lo stipendio di fame che ti sudi.
Loro camminano in bmw, mercedes, hanno i suv e le barche, barche? chiamale barche quei mostri d'alto bordo che solo per un pieno ci vogliono sui ventimilaeuro.
A saperlo, altro che studi. Sarebbe stato meglio imparare qualche mestiere... “No... molto meglio fare il portaborse a qualche politico che là più scemo sei e più ti mettono in posti buoni, altro che rincoglionirti quattro ore al giorno inbound o autbound!” Mi risponde incazzato un ragazzo, anche lui in fila per la *terza volta, come me, per un posto al centralino.

*(nelle puttanate precedenti c'erano moltissimi raccomandati, (ergo?). Lo chiarisco per fugare dubbi e evitare che si pensi che oltre a sfigati siamo anche dei coglioni incapaci di rispondere al telefono)

lunedì 9 luglio 2012

buoni sui social e spietati nella realtà

La cosa che più odio? Il buonismo di facciata che dilaga sul web! Non c'è volta che apri un socialnet qualsiasi o visiti qualche blog che, puntuale come la morte, non ti appare una frase zuccherosa tipo “non abbandonarli, loro non lo farebbero...”. Oppure, “copia e incolla sulla tua bacheca se ami la mamma, se sei una persona onesta, se sei contro ...”. E ancora, “manda un sms dal valore di un euro per i bambini del terzo mondo, o 1€ per i terremotati, le vaccinazioni, una scodella di riso...”; “firma la petizione contro la casta e gli stipendi d'oro”... senza contare poi le immagini ad effetto pietà. Fotografie, pitture, filmati in cerca di conforto e stima. Talenti mancati che scimmiottano le star dei media e vorrebbero diventare, almeno nel mondo virtuale, dei capibranco. Alcuni ci riescono!
E questo spiega perché, nonostante tutti questi fiumi virtuosi di miele che scorrono nel web, si sta così male nel mondo reale.


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