domenica 27 febbraio 2011

basta con le liti, persone serie alla guida dell'Italia!

È ora che ci si guardi in faccia senza raccontare fesserie. È il momento di dire basta alle parole inutili. È ora di buttare tutto il livore che coviamo e che alimentate voi mestieranti della politica urlata negli inceneritori della vergogna! È ora di smetterla!
BASTA BERLUSCONI! Abbi uno scatto di dignitoso orgoglio e smettila di trattare gli italiani come dei servi sciocchi. Se hai verità reali denunciale alla magistratura prima e all’opinione pubblica immediatamente dopo che gl’inquirenti hanno costatato la fondatezza delle tue accuse, altrimenti smettila. Siamo stanchi delle tue uscite folkloristiche. Stanchi delle accuse che lanci e che immediatamente ti rimangi. Non è di litigi che gli italiani hanno bisogno ma di una classe dirigente seria che li sappia traghettare su sentieri meno impervi. C’è bisogno di tranquillità mentale per continuare a vivere, nonostante manchino molte cose senza le quali la vita diventa difficile.
BASTA BERSANI! Non è inseguendo il rumore degli altri che aiuti l’Italia. Se ritieni davvero che in questi termini non si può più continuare a fare politica fai in modo che tutti i parlamentari dissenzienti si dimettano così da indurre il presidente Napolitano a prendere provvedimenti conformi alle leggi dello Stato.

O forse pensate che in Italia il vento della ribellione democratica contro il malcostume ingenerato da voi pavidi dirigenti politici sia ostacolato dall'indolenza o da altro?

se è questo che pensate, allora invito tutti i blogger a esternare il dissenso e inondare la rete con un BASTA!.

etica e morale, concetti retrò, meglio dire convenienza



Mi accorgo di essere fuori luogo ogni giorno di più. Non che abbia chissà quale educazione ma nella mia mente riaffiora spesso ciò che mi ha inculcato da piccolo la mia famiglia, la società contadina e i salesiani nel periodo degli studi in collegio. Negli anni della mia infanzia si parlava ancora di valori etici e morali; di altruismo, amicizia, amore riscontrabile in azioni e pensieri etici e morali, a volte, esaltati nella letteratura e nelle arti visive.

Oggi non è così! Le guide parlano di convenienza piuttosto che di etica o morale. anzi, alcuni antepongono al discorso che si accingono a fare queste semplici ma efficaci parole: “badate bene: dico convenienza! non etica o morale, è solo una questione di convenienza!”. per cui è facile incontrare il mercante subdolo che invoglia all’acquisto di un’opera d’arte non per il valore artistico e culturale intrinseco ma per l’investimento economico che accrescerà nel tempo il valore del gruzzolo speso. oppure il giurista o il politico impegnato contro la lotta ai mali sociali delle confraternite malavitose che imperniano il potere contrattuale su questioni economiche e lavorative per gli adepti.

Opportunismo! o, convenienza?

Quisquilie, direbbe la buon’anima di Totò de Curtis. i due concetti sono contigui. ma ciò che rimane lontano dal modello di vita dei saggi insegnamenti, i contemporanei lo cercano nell’effimera pragmaticità materialista.

Con ciò non si vuole postulare un elogio all’ipocrisia, giacché è luogo comune pensare che un tempo si predicasse bene ma si agiva malissimo, ma un conto è sapere discernere con cognizione di causa e quindi convintamente il bene dal male all’insegna dell’emancipazione collettiva e l’altro, perseverare negli errori e lasciare intendere che alcune scelte devono essere fatte sempre e comunque per egoismo personale e guadagnare qualcosa.
Si vuole richiamare l’attenzione degli organi preposti alla missione principale educativa dei cittadini, quindi, lo Stato attraverso le istituzioni e le strutture sociali nei diversi gradi educativi scolastici, scuole primarie e università, mestieri, associazioni private, senza dimenticare il ruolo importante della Chiesa e del mondo laico.

sabato 26 febbraio 2011

il Presidente Obama firma le sanzioni contro Gheddafi

FINALMENTE QUALCOSA DI CONCRETO!


OBAMA FIRMA LE SANZIONI. 
E CON UN COMUNICATO, LA CASA BIANCA DICHIARA CHE:
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato una serie di sanzioni contro la Libia, tra cui il congelamento dei beni di Muammar Gheddafi e dei suoi familiari.
 
L'ordine esecutivo è in vigore da subito e consiste essenzialmente nel blocco dei beni di Gheddafi e di almeno quattro suoi familiari: Ayesha, generale dell'esercito, nato nel 1976 o 1977; Khamis, nato nel 1980; Mutassim, consigliere per la sicurezza nazionale, nato intorno al 1975 e Saif Al-Islam, nato il 5 giugno del 1972.

Tra le motivazioni citate da Obama per giustificare le sanzioni c'e il fatto che Gheddafi, il suo governo e i suoi stretti collaboratori hanno «preso misure estreme contro il popolo libico, tra cui l'uso di armi da guerra, mercenari» per commettere «violenza contro civili inermi».

In una dichiarazione diffusa dal suo portavoce, Obama scrive che «il governo di Gheddafi ha violato le norme internazionali, la decenza comune e deve essere considerato responsabile. Per tali ragioni queste sanzioni colpiscono il governo Gheddafi, mentre proteggono gli asset che appartengono al popolo libico». Obama ha infine inviato una lettera di spiegazioni al presidente del Senato e della Camera dei Rappresentanti.


per la par condicio Giuliano Ferrara su Rai 1 nello spazio che fu di Enzo BIagi


Ognuno usa le armi che ha a disposizione per raggiungere la vetta desiderata. Il dittatore Gheddafi per mantenere il potere e le delizie che ne derivano usa mercenari che uccidono per soldi e quindi zittire definitivamente i dissenzienti; Berlusconi, ma questa è una prassi consolidata nella civile democrazia, anziché spargere sangue umano e tingere le piazze di rosso sangue allinea i maestri della comunicazione in tv, nei teatri e nelle piazze. Perché lui sa bene che, a furia di bombardare assiduamente con parole anche se omette alcune verità, alla fine, il consenso dei distratti, che sono molti, lo cattura e lo spende a suo piacere.
È di questi giorni la notizia per niente edificante che lo spazio televisivo, riempito un tempo dal compianto e saggio Enzo Biaggi con “il fatto” tra qualche giorno sarà di nuovo riempito ma questa volta da un opinionista schierato dalla parte di Berlusconi, Masi, Minzolini, insomma uno alla Fede che ha come visione idilliaca la luce mistica che sprigiona il cavaliere.
Giuliano Ferrara, di fatto in questo periodo, è il propagandista più allineato con il presidente del Consiglio e lo dimostra l'intervista rilasciata proprio al Tg di Minzolini pochi giorni fa, la manifestazione pro-premier al Teatro Dal Verme di Milano e le sue opinioni sul foglio.
Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, dopo il fallito intervento telefonico per "moderare" Santoro ad Annozero, con facilità è accondisceso a soddisfare un diktat sulla Rai a favore di Berlusconi.
Giuliano Ferrara conferma: Ho avuto l'offerta di rifare la mia vecchia rubrica Radio Londra e l'ho accettata.

Gheddafi, il macellaio folle



In momenti simili gridare il proprio sdegno diventa non solo un’azione di solidarietà verso chi soffre ma è un dovere sociale, è un atto concreto di civiltà e di denuncia. Un no! contro i crimini; il no deciso contro la mattanza perpetrata da milizie al soldo di un pazzo!

Il popolo libico sta vivendo ore drammatiche.

Secondo alcune notizie pare che i mercenari di Gheddafi entrino persino nelle case per uccidere oltre decimare chiunque si trovi per strada.

Gheddafi non è degno di essere alla guida di una nazione! Gheddafi è un macellaio! Un pazzo che usa la forza per tutelare interessi personali! e non ci sono scuse! perché se amasse davvero il suo popolo si sarebbe comportato come Mubarak o semplicemente avrebbe cercato di convincere con modi non violenti i dissidenti.

A prescindere da come stanno le cose, perchè nei suoi deliranti proclami alla tv di stato, gheddafi, accusa i fondamentalisti e gli occidentali, l'Italia e l'America di aiutare gl'insorti; am, ammesso che fossero giochi di potere opposti a sollevare le masse, le Nazioni occidentali, l’Europa, l’America, ma anche l’Australia e persino la Russia, che aspettano a fare cessare un simile genocidio?

La civiltà raggiunta fa indignare chiunque si trovi davanti a crimini efferati e induce a porsi dalla parte degl’indifesi a tutela dei diritti elementari della vita come soccorrere un ferito, una persona in difficoltà ma anche un animale sul quale s’imbatte la violenza cieca di uno squilibrato!

E mentre noi tracciamo iter diplomatici la gente inerme continua a morire in Libia per volontà di un pazzo!

venerdì 25 febbraio 2011

eh già... siamo ancora qua!



Eh già, sono ancora qua! Canta Vasco. E chissà perché mi scorre davanti agli occhi la vita contemporanea italiana. “sembrava accadesse la fine del mondo e invece sono ancora qua!” e poi, “al diavolo non si vende. Si regala!”... "la notte ha da passà".

Canzoni a parte, dopo le liti, i balletti, le sbugiardate reciproche, i saltafossi scaltri privi di pudore ci riportano all’amara realtà fatta di piccoli espedienti consumati da piccoli insignificanti dirigenti politici che non osano guardare i problemi reali perché non sono in grado di risolverli. E per pararsi il culo avvisano scandalizzati che l’Europa non è solidale con l’Italia sull’emergenza profughi ma dimentica di dire che ancora prima dell’esodo voleva e vuole la secessione che significa ognuno a casa propria comanda e gestisce il welfare insieme ai soldi dei contribuenti fregandosene degli immigrati, meridionali compresi. Un altro dice che il parlamento non legifera però tace sul blocco imposto nei fatti dall’uso privato del potere istituzionale del governo.
E mentre alcune alte cariche si lanciano vicendevolmente amorevoli accuse la plebe è lasciata al proprio destino ubriacati dal gossip di giornalai sciocchi e nessuno degli impellenti quesiti, anzi delle promesse fatte e scritte nel programma sono state realizzate dal governo Berlusconi.
Ma non è che la tattica del nemico serva a entrambi per distrarre l’opinione pubblica? Certo è più facile, quando c’è una lite in atto, depistare le attenzioni e scaricare sul nemico le colpe.

Eppure, basterebbe poco! solo un po' di buona educazione e rispetto per gli atri.

giovedì 24 febbraio 2011

la supponenza dei colti e la dittatura delle lobby



La dittatura delle lobby.


Le lobby o più comunemente gruppi di potere economico che interagiscono con la classe politica per tutelare interessi e mantenere il predominio sul già acquisito e ampliare i campi d’interesse ostacolano con ogni mezzo concorrenti e nemici.
L’arma migliore sembra essere la delazione e l’oscuramento mediatico dell’avversario e anche se vige la legge del libero mercato, per tutelare i propri interessi economici, politici, commerciali, non disdegnano l’uso della gogna mediatica.

Perché faccio simili considerazioni? Da qualche giorno mi frulla in testa uno spot pubblicitario che ha come testimonial la Ruby rubacuori dello scandalo col premier Berlusconi. In effetti, è bastata una sola uscita pubblicitaria per scatenare l’indignazione dei benpensanti e dei giornalisti, sguinzagliati dai direttori alle calcagna dell’autore del libro, che chiedono quasi a tono di sfottò “che significa signoraggio primario”.
È bastato poco per far ripetere a mezzo mondo “signoraggio bancario primario e secondario” sulla scia d’infinite polemiche.
non ho letto il libro, e non so se valga la pena comprarlo e leggerlo ma una cosa è certa:
Se questa non è morbosità! E pensare che Marra, autore del libro, ha speso un bel po’ di soldi per pubblicizzare l’uscita del suo lavoro e tra testimonial come Manuela Arcuri e gli spazi comprati in rai, a parte i soldi spesi, fino ad ora è stato completamente snobbato dalla critica colta e dagli editori monopolisti. E se il libro contenesse davvero un messaggio serio e importante?
Com’è vero che a volte ci vuole uno scossone per far riflettere l’opinione pubblica e rompere i muri eretti dalle lobby a tutela di interessi privati.


©RIPRODUZIONE VIETATA

quello che la pubblicità non dice

©mario iannino

©RIPRODUZIONE VIETATA by mario iannino 2006 "fragile vanità"

Alcuni temi diventano, a furia di discuterli, una questione di lana caprina, che danno ulteriori infinite versioni determinate dai credo individuali. Uno dei temi maggiormente trattati è:
Nudo sì, nudo no! In funzione del fatto che qualsiasi prodotto, anche quando non centra, è associato alla lussuria e quindi al corpo femminile, ai rimandi che un bel seno, culo o labbra visualizzano nell’immaginario maschile, e non fa differenza se il messaggio pubblicitario è trattato da uomini o donne. In pubblicità le icone da utilizzare sono ben chiare!
Non è altrettanto chiaro fino a quanto il messaggio intriso di verità espresse o lasciate alla singola immaginazione penetra nella testa degli utenti e le eventuali disfunzioni che produce allorché la metafora è considerata onesta da alcuni.
Le persone smaliziate non si lasciano contagiare dagli spot pubblicitari, loro osservano attentamente i prodotti, li analizzano anche se indirizzati in un primo momento dal messaggio e dalla curiosità intesa come conoscenza di un ulteriore prodotto da utilizzare. La comparazione è esercitazione mnemonica per le intelligenze aperte al nuovo. D'altronde, si comprende bene come la pubblicità esplosa negli anni del boom economico abbia influito e condizionato le culture dei singoli cittadini. Probabilmente il linguaggio adottato dal creativo per stimolare il consumatore “italiano”, è inteso diversamente dal libanese o dal tunisino, bosniaco, bielorusso, slavo, tedesco e così via, per un motivo semplicissimo strettamente collegato al modello di vita tutto italiano.

È ovvio che se una persona ha quotidianamente problemi di sussistenza primaria come sfamarsi e sfamare la famiglia, se assiste a spot inerenti alla salute degli animali o le lotte giuste degli animalisti occidentali, in lui scatta una sola certezza: se trattano così bene gli animali significa che hanno raggiunto un grado di benessere assoluto. Quindi, c’è posto anche per me in quel paradiso terrestre. Forti di queste facili considerazioni tentano il tutto per tutto; impegnano le poche misere cose e intraprendono il viaggio della speranza; rischiano la vita per arrivare nel fantasioso territorio italiano e, una volta giunti, ironia della sorte, vedere i sogni infrangersi contro l’amara realtà fatta di lavoro nero, sfruttamento, miseria e qualche pasto nelle mense dei poveri se tutto va bene perché l'Italia non è il paradiso sublimato dalle trasmissioni televisive e tanto meno dagli spot pubblicitari.
Ecco quello che la pubblicità non dice!

vietato vietare


Le crociate hanno sempre difeso qualcuno o qualcosa a discapito di altre. Concezioni congetturali, delle quali la storia delle civiltà è piena, spingono gli uni contro gli altri. Indistintamente, tutti a difendere la propria incolumità fisica, in primis, e salvaguardare i benefici raggiunti.

Nella società dei consumi il pensiero economico condiziona i mercati. E i linguaggi della visione confezionati dai creativi sono in continua evoluzione. L’ambiguità delle immagini e o delle parole, decontestualizzate dallo spot pubblicitario, provoca, in alcuni, sgomento, mentre altri conferiscono il giusto valore al messaggio compresso in poche ma allettanti riferimenti connessi al benessere emotivo e corporale del prodotto reclamizzato.

Il creativo conosce bene le frustrazioni, le fobie e le assonanze di certe sfumature lessicali e le affinità che scaturiscono certi scatti ambigui. È un gioco! E se inteso come tale si capisce che non vi è nessuna necessità di gridare allo scandalo salvo quando non ve ne sia pericolo reale come potrebbe accadere con la visione di metafore che inducono alla sopraffazione e alla schiavitù.
Detto ciò, nelle democrazie l’arma della dialettica è sempre pronta a difendere le rispettive tesi.
Pro o contro, e i talk show commerciali con le risse hanno creato un nuovo format e trasformato i disvalori in valori con consequenziali entrate economiche, oggi sono immediatamente contestabili e chiunque ha la possibilità di connettersi in internet può esprimere la sua opinione, giusta o sbagliata che sia, in assoluta libertà. E quando a muovere le coscienze, sarà uno stato mentale illuminato oltre alle partigianerie, anche le oppressioni non esisteranno più.

Gheddafi, Criminale!

Giorni di terrore in Libia e a scatenare la carneficina è un pazzo, uno che ha tenuto uniti col terrore le tribù e che per mantenere il potere ha messo i suoi familiari a capo d’importanti ministeri così da controllare da vicino i meccanismi e la gestione della nazione. Gli squilibri di questo signore si sono manifestati in più occasioni e qualcuno ha riso oppure ritenuto di assecondare la sua ipocondria ed ha stipulato accordi. L’Italia stessa dipende per una buona percentuale energetica dagli umori gheddaffiani.


©RIPRODUZIONE VIETATA
Un pazzo che ordina rabbiose incursioni militaresche; schiera i mercenari contro il popolo libico in rivolta per la democrazia; fa bombardare Tripoli. al momento le notizie riportano cifre drammatiche: oltre 10mila morti tumulati in fosse comuni sulla spiaggia di Tripoli per evitare pestilenze e 50mila feriti.

Chi riesce a fuggire dalla Libia e arriva nel centro di accoglienza siciliano, racconta di un Paese nel caos, preda di una violenza inarrestabile. Il regime di Gheddafi cadrà in questi giorni o non cadrà più. Cadaveri nelle strade, ammutinamenti, città assediate; è l’ora del tutto per tutto.

Insomma, siamo spettatori di una guerra civile per la democrazia e ancora nessuna delle grandi potenze s’indigna e manda forze di pace. Eppure Bush, Berlusconi e Blair non sono rimasti a girarsi i pollici neanche un minuto quando si è trattato di assediare l’Afghanistan… senza contare l’assedio pacifico dei profughi sulle coste italiane e del mediterraneo tutto che se non sarà accolto con piani europei mirati avrà un effetto devastante per le vite umane costrette alla peregrinazione e per le economie degli Stati interessati dalla migrazione.
È anche il momento di pensare al dopo! Alla convivenza pacifica e alla collaborazione tra i popoli.

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