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venerdì 15 maggio 2015

Noi che non crediamo negli eroi

Inizia a stancare il tormentone “dite a nuora perché suocera intenda” usato da Pollichieni e di quanti lo adoperano non per fare satira costruttiva o strumento di sprono per le istituzioni regionali affinché lavorino per dare il meglio ai calabresi, ma che, anzi, in alcuni casi sembra trasformarsi in una sorta di sfottò polemico/politico fine a sé.

courtesy M.Iannino "STA-R"

domenica 26 aprile 2015

Stasera in TV

Il ritorno di Perfidia.

Antonella Grippo alias Perfidia

Dopo una lunga assenza dall'etere torna in tv Perfidia, la trasmissione condotta dalla giornalista Antonella Grippo, sospesa, a suo dire, per avere osato porre domande birichine al presidente Mario Oliverio durante un talk per le passate primarie del pd.

Mario Oliverio si difende dichiarandosi estraneo ai fatti imputategli. Si dice rammaricato per le accuse mossegli e auspica un ritorno in tv della brava e spigliata giornalista Grippo.

Stasera alle 21 sul canale 90 riprende ad annodare, tra un ancheggiamento, scrollatine di capelli e tanti sorrisi a trentadue denti, il filo conduttore degli usi e dei costumi mentali della società calabrese.


Mario Oliverio nel frattempo insedia le truppe fedeli nei punti chiave e continua la cavalcata solitaria in direzione di traguardi noti solo a lui.
Dice di scindere le questioni politiche dalle amicizie personali come quella con Pino Galati presidente dei “Calabresi nel mondo”. Ma nel frattempo, toglie, elimina?, alcuni “ostacoli politici”, persone e enti, che hanno contribuito molto a ingigantire la sfiducia dei calabresi e fatto lievitare le clientele.

Che sia ancora breve il tempo dell'attesa? I frutti si vedranno più in là? Staremo a vedere.

venerdì 27 marzo 2015

Il Jobs act è una bufala

Questa è una divagazione superficiale se guardata con gli occhi dei politici che apostrofano con leggerezza di populismo gli uomini e le donne che badano alle cose concrete e che non accettano di buon grado le scelte fatte da Renzi con lo scopo di “aiutare” le imprese, vedi jobs act che tradotto significa piano per il lavoro.

Cos'è in sostanza il piano per il lavoro? È una sorta di bonus, uno sgravio fiscale per le imprese che assumono lavoratori. E come avvengono gli sgravi fiscali, chi paga e chi soffre per il mancato introito delle somme non versate dalle imprese nelle casse dello Stato?
Tranquilli. Ancora una volta paga il sud!
Quel geniaccio di Renzi, la sua squadra di governo ha fatto una cosa semplice. Ha dirottato i fondi europei destinati al sud alle imprese che assumono lavoratori per i primi tre anni.

lunedì 23 marzo 2015

Legge elettorale Calabria rischio incostituzionalità

 Oliverio decade? Si torna a votare?


Come si sa, in base alle modifiche operate in sede consiliare, Wanda Ferro è rimasta fuori dal consiglio regionale della CALABRIA. 


Il tribunale amministrativo regionale in risposta al ricorso della Ferro invia le carte alla Corte Costituzionale per chiarire alcuni aspetti della legge elettorale calabrese modificata all'ultimo minuto da un consiglio esautorato da tale funzione per le note vicende legate all'allora presidente Scopelliti.

Che significa per il neo presidente Oliverio e la sua minisquadra?

domenica 15 marzo 2015

Oliverio, dalle parole ai fatti

Dopo lo sfacelo targato Scopelliti che, con la geniale modifica apportata alla legge regionale, è riuscito persino a fare rimanere fuori dal consiglio regionale la candidata di FI alla presidenza Wanda Ferro surclassata di misura da Mario Oliverio, siamo in zona rossa, o, forse, è più opportuno dire rosata visto l'annacquamento dei valori che contraddistinguono la sinistra al governo.

Come ben si sa, Oliverio si è insediato da qualche mese. Ha voluto fermamente le dimissioni dei dirigenti regionali (che sono rimasti comunque a comandare e prendere decisioni sui destini dei calabresi) e ha nominato una sofferta quanto minuscola giunta.

mercoledì 4 marzo 2015

Calabria, Mario Oliverio alla riscossa

Oliverio dice: non mi interessa assumere l'incarico di commissario ma esigo che il commissario risponda a me sulle problematiche della sanità calabrese che sono stato eletto con oltre il 6o% dei voti dai calabresi per fare il presidente della Calabria e tutelare il territorio.

E fin qui non fa una piega. Quindi, volendo prendere per buone le sue motivazioni che ha ampiamente spiegato in conferenza stampa, affiancato dai sub commissari Pezzi e Urbani nominati dal governo Renzi che hanno appogiato la sua richiesta di aprire il concorso nella sanità per evitare di trovarsi davanti a casi drammatici come è già successo in altre regioni, s'intuisce che c'è in atto una guerra interna al PD. E il silenzio di Renzi lo conferma

Lui. Matteo, il re dei cinguettii, che smanetta anche quando è in consiglio dei ministri, è difficile immaginarlo immobile, salvo che non abbia infiammati i tendini … ma no!, uno come lui attiverebbe la funzione vocale e trasmetterebbe messaggini vocali pur di smentire o mettere all'angolo i nemici.

Battute a parte, c'è la necessità di capire come stanno le cose.
Capire se Oliverio è davvero il paladino buono senza macchia e senza vergogna che non accetta compromessi e non asseconda gli interessi dei gruppi di potere come ha lasciato intendere oppure se sta giocando un ruolo politico all'interno del suo partito.
Ribadisco. Lui ha detto di no. Che è interessato solo al bene della Calabria. E ci voglio credere, perché ne ho bisogno.
Ho bisogno di credere che ancora c'è qualcuno onesto intellettualmente e che ha abbracciato la politica per il bene della comunità.
Se Mario Oliverio è tutto questo, e ribasdisco ci voglio credere, deve fare attenzione!, perché il malaffare, la doppiezza si annida anche nelle formazioni blasonate che non si fanno mancare i titoli, che sanno vendere bene la loro mercanzia affiancate dai comitati scentifici e dai media.

martedì 3 marzo 2015

Decisioni forti. Oliverio incontra i lavoratori

vibo valentia, manifestazione per il lavoro

Su questa vicenda sono disposto ad andare davanti all' Aia, (corte internazionale di giustizia) dice Mario Oliverio a Vibo Valentia. Me ne assumo la responsabilità!


Così si esprime il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, nel corso dell'incontro con i lavoratori dell'ente intermedio, l'ex amm.ne provinciale, alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione e del prefetto di Vibo Giovanni Bruno.
Sono in tutto 380 i dipendenti che da giorni stanno attuando un forte protesta per chiedere il pagamento delle quattro spettanze arretrate e che, insieme ai lavoratori delle aziende Gam, Marenostro, Infocontact e Italcementi, hanno installato dei tendoni in piazza municipio a simboleggiare la grave situazione occupazionale in atto nel Vibonese. , e sono lo specchio della Calabria.

Sblocca il turn over negli ospedali di Reggio, Cosenza e Catanzaro per 100 addetti alla sanità per dare ossigeno ai gravi problemi che si sono accumulati e apre il cantiere dell'ospedale di Vibo Valentia per ammodernarlo secondo i criteri voluti dalle recenti disposizioni.

Mario Oliverio commuove per la veemenza che mette nell'esternare i sentimenti suoi e di quanti hanno a cuore le sorti della Calabria. La sua forza sta nel dire con fermezza quello che pensa e cosa può fare per togliere dagli affanni l'ente regione. È deciso! Non intende sottostare alle logiche fallimentari fin qui adoperate che hanno provocato voragini inimmaginabili nel bilancio regionale.
Fa bene a non accettare le decisioni calate da Roma, quindi Renzi o chi per lui. Basta con le nomine ministeriali di emeriti conosciuti che hanno fatto del male alla nazione e alla Calabria.

Lui dice “ci metto la faccia. Se sbaglio, sbaglio io. Voglio essere io a prendere le decisioni per una terra che conosco e scommettere sul futuro di chi governo...”.

Le sfide che deve affrontare sono molte e dai mille volti. Deve fare attenzione. Ma anche se dovesse sbagliare, il posto e il compito dei calabresi onesti è di stare al suo fianco, sorreggerlo moralmente perché se passa inutilmente anche questo momento, per la Calabria non ci sarà futuro.

Vai presidente! Fatti sentire e rendici partecipi delle sfide che incontri. Noi saremo al tuo fianco.

Sanità, strategie politiche sulla pelle di cittadini

Torniamo a parlare di sanità in Calabria.

Sembra stia accadendo quanto descritto in maniera lampante nel detto calabrese “i ciucci si 'mbriganu e i varrili si sdoganu”. Cioè: gli asini litigano e nell'impeto della lotta si rompono i barili e le otri che portano sulla soma.

La telenovela, come l'ha definita Mario Oliverio sembra non avere fine. Nel frattempo arriva, nella giornata di lunedì a Palazzo Chigi, un parere dell’Avvocatura generale dello Stato, recapitato anche all'Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro su richiesta del governo, che chiude all'investitura del governatore Mario Oliverio in ossequio all'ultima legge di Stabilità che ha introdotto una norma che vieta la coincidenza tra la figura del commissario con quella del presidente della regione commissariata. Cioè, come dire, non c'è compatibilità tra le due figure.
Paradossalmente, da questa vicenda escono con le pive nel sacco e ne fanno le spese, per non dire una brutta figura politica, proprio quelli che sono al governo della regione da qualche mese e ancora stanno a tessere questioni di lana caprina sulla pelle dei cittadini e degli ammalati calabresi. Insomma si sono impantanati tra veti incrociati e guerre intestine.

Dal canto suo, la Lorenzin pare stia aspettando decisioni da Renzi. Lei non avrebbe problemi a nominare Urbani commissario, lo stesso che è stato consigliere tecnico della Polverini e che ora è sub-commissario. Ma, come dire, sarebbe una resa politica se ciò avvenisse. E per questo, improbabile.

A questo punto, Mario Oliverio, potrebbe suggerire un nome autorevole che capisca di sanità e bilanci economici, magari pescando tra gli universitari, docenti o tecnici. Attento però a che non si dimostri, tale nomina, un flop peggiore delle precedenti e delle quali stiamo pagando lo scotto.

sabato 28 febbraio 2015

Sanità, Calabria chiama Renzi

SANITÀ: CHE CASINO!


A memoria d'uomo è la prima volta che vediamo scendere in piazza medici e personale sanitario per gridare rivendicazioni sacrosante alla classe politica.

Una buona fetta di manifestanti è schierata con il presidente Mario Oliverio. Chiedono con fermezza che venga affidata a lui la gestione commissariale della sanità.

Già, il commissariamento del comparto sanità in Calabria è in atto da divesre legislature ed è sempre stato affidato al presidente della regione salvo negli ultimi mesi quando la Lorenzin, ministro della salute del governo di Matteo Renzi, mandò l'ex generale della finanza in pensione Pezzi.

Inutile addentrarsi nelle questioni politiche, anche perché verrebbe da dire: e Renzi?, dov'è il suo decisionismo? Perché non impone al ministro di darsi una mossa e scendere in Calabria come ha fatto in campagna elettorale? O più semplicemente perché, visto che è nelle sue prerogative, non conferisce l'incarico a Mario Oliverio?

Cosa c'è dietro il “pacchetto”salute in realtà? Cosa si nasconde agli occhi di noi comuni cittadini?

Intanto la sanità è allo sbando e non esercita il ruolo sociale che le è proprio. Attorno la questione sanità gli animi si accendono. C'è chi imputa a “Tonineddhu Gentili”, affettuosamente così evocato in gergo reggino da un signore in una tivvù locale, la colpa del casino che si è sviluppato. Secondo il signore in questione è Gentile, il senatore, a pressare sulla Lorenzin perché vuole un suo uomo o donna nella funzione di commissario pur essendo. L'NcD, perdente di brutto all'ultima tornata elettorale.
D'altronde i casi di mala gestione sono stati documentati dalla Corte dei Conti e dagli organi di Governo. Tra tutte le assurdità basti ricordare il nuovo centro per il cuore di Reggio Calabria, costruito e assemblato con macchinari all'avanguardia ma, inutilizzabile per mancanza di personale.

 esempio di apparati inutilizzabili per mancanza di personale
 ai riuniti di reggio calabria 

venerdì 27 febbraio 2015

De Gaetano, Lanzetta e l'antimafia

Dalla vicenda sul caso “de Gaetano” sollevato dalla Lanzetta l'ex ministra ne esce con qualche “ammaccatura”.
Scorrendo un articolo apparso sul Corriere della Calabria del 26 febbraio "caso Lanzetta, è scontro in antimafia" appare chiaro l'intento, un po' macchinoso, non si capisce ancora da parte di chi, di avere sollevato un polverone inutile e dannoso per il rilancio politico e culturale della Calabria.
Nino de Gaetano


Zero fatti concreti e tantissime “supposizioni” che lasciate andare sulle ali del vento popolare e mediatico si gonfiano all'inverosimile di umori e personalismi.

A proposito di personalismi, dal punto di vista personale dico subito che non conosco De Gaetano e non nutro simpatie o antipatie nei suoi confronti. Esprimo solo un'analisi della vicenda da calabrese che vive nella sua terra d'origine.

Da calabrese, come dice spesso Nicola Gratteri, conosco un po' flora e fauna e so per certo che spesso gli amici, i conoscenti e i parenti non te li scegli. Sei nato/a qui! E a volte capita, in certe realtà, che è naturale abitare, vivere o conoscere gente di differente estrazione culturale e antropologica rispetto alla tua, o a quella che avresti voluto, realtà interiore.
Persone che saluti e ti salutano. Che votano anche. Visto che hanno personalità giuridica, diritti e doveri quali l'esercizio del voto.

Ma veniamo all'articolo in questione che invito a leggere integralmente anche se lo stralcio che segue lascia presupporre con chiarezza il clima dell'incontro tra la Lanzetta e i commissari dell'antimafia:

"caso De Gaetano". Per Maria Carmela Lanzetta la presenza in giunta di Nino De Gaetano - per le note vicende che lo collegano a un'indagine su ipotesi di voto di scambio avendo goduto, su intercessione del suo defunto suocero, del presunto appoggio politico del clan Tegano - toglie credibilità al Pd davanti ai calabresi. Ben per questo lei non ha accettato la nomina ad assessore regionale fattale da Mario Oliverio.
E si va allo scontro con Enza Bruno Bossio: «Sai che ti sono stata personalmente vicina ma esistono in questo Paese tre distinti poteri e non penso che il potere politico possa essere condizionato da un'informativa di reato, ben altro sarebbe, ovviamente, una sentenza dell'autorità giudiziaria e comunque stai dicendo cose per le quali immagino che Nino De Gaetano intenderà querelarti...».
Energica difesa di Maria Carmela Lanzetta: «Non vedo come dovrebbe querelarmi... io non lo accuso di nulla, né sostengo che lui si sia rivolto alla 'ndrangheta per essere eletto. Faccio una valutazione politica». Magorno sbotta nuovamente: «Ma che c'entrano le valutazioni politiche... La Commissione ha tutto l'interesse ad acquisire qualsiasi elemento sulla vicenda ma che siano elementi, fatti, non valutazioni ...».
E qui cala il sipario su una vicenda che pare essere nata solo per dare ragione a Ennio Flaiano quando commentava: « ...La situazione è grave ma non è seria».



Che dire? Se non che la Calabria non ha bisogno di queste sceneggiate?

sabato 21 febbraio 2015

Renzi sulla scia di Berlinguer

La questione morale, come la definì Berlinguer, è superata?


Sarebbe oltreché tedioso parlare e dilungarsi su un blog o altra pagina web, pur argomentando con dovizia di particolari, tematiche che richiedono tempi e spazi adeguati. Ed il web per le sue peculiarità non è il luogo più adatto se non all'interno di un dibattito ad hoc.

Ma vediamo di esporre il mio pensiero per sommi capi:

Per Berlinguer la questione morale non riguardava i molti casi di disonestà e illegalità commessi nei partiti, nel mondo delle imprese e nella classe dirigente. Ci sono sempre stati in Italia e in tutti i paesi del mondo e chissà per quanto tempo ancora dovremo scontrarci.
Accadono in tutte le epoche e in tutti i regimi, debbono essere denunciati e perseguiti, ma non è questa la questione morale. Per Berlinguer “la questione morale” da rivedere era ed è “l'occupazione delle istituzioni da parte dei partiti”.
I partiti, compreso lo stesso Pci, hanno deformato la democrazia italiana sostenendo la propria visione del bene comune e chiedendo, sulla base degli interessi immediati, il consenso ai cittadini.

Per Berlinguer i partiti devono essere strumenti di comunicazione tra il popolo, gli elettori e le istituzioni, dunque tra la società, i ceti sociali e le categorie professionali che la compongono.
I loro legittimi interessi dei quali reclamano la tutela non devono impastoiare le istituzioni che rappresentano lo Stato e la comunità nel suo insieme.
La società esprime interessi del presente, le istituzioni debbono avere invece una visione più lunga che guarda anche alle generazioni future dei figli e dei nipoti.

È dunque necessario difendere le istituzioni dalla partitocrazia che le ha invase. Questo in sintesi, per Enrico Berlinguer, è la cosiddetta questione morale!

E questo esercizio richiede una mediazione costante tra presente e futuro.
Se i partiti occupano le istituzioni l'equilibrio si rompe, la democrazia si deforma e il populismo invade lo Stato.

Possiamo definire vecchia una teoria simile? Oppure è attualissima più che mai? E il lavoro di Matteo Renzi per l'Italia, l'impegno di Mario Oliverio, sono in sintonia con l'idea di berlingueriana memoria?

sabato 7 febbraio 2015

Parole, numeri o fatti?

È tutto una questione di numeri?


Si può, in politica, parlare e agire solo in funzione dei numeri?


È giusto che, un premier, un presidente di regione o sindaco di un qualsiasi comune si attorni dei cosiddetti portatori di voti e, conseguenzialmente, emarginare i cittadini che lo hanno votato perché convinti dal suo programma elettorale sciorinato e enfatizzato in campagna elettorale?

Tsipras, per esempio, ha vinto sull'onda del malcontento che domina la maggior parte dei greci e ne determina l'attuale abnorme povertà cagionata dagli errori del passato.
Quindi, i numeri ci sono! Gli elettori hanno detto sì al cambiamento. E poco importa se le intenzioni della destra collimano con la sinistra. l'Importante è che avvenga!
I greci sono stanchi di subire tagli al sistema sociale mentre una piccola percentuale di benestanti continua a ritagliarsi privilegi e rimpinguare personali ricchezze.
Tsipras ha detto: guerra all'evasione; ridistribuzione del reddito e delle ricchezze; stop alle privatizzazioni barattate per ottenere il prestito europeo.

Insomma ha detto un sacco di cose belle. Chi non li avrebbe accolte con favore e votate, viste le difficoltà provocate dalla crisi economica?

In Calabria, usciamo da una storia politica poco edificante: un presidente indagato e condannato a lasciare l'incarico istituzionale e una, vicepresidente non eletta ma nominata, facente funzioni che ha lasciato promesse e debiti al nuovo esecutivo politico e quindi al Presidente, che in questo caso si chiama Oliverio.
E se Tsipras deve cozzare contro gli scogli della troika, Mario Oliverio certo non ride.

Gli ostacoli di Mario Oliverio sono per lo più interni e riportano a galla quella vecchia politichicchia da quattro soldi impastata di grettitudine che ancora governa quei "compagni" che pretendono assessorati o commissioni sol perché detengono pacchetti di voti.

Ma, Mario Oliverio ha parlato chiaro! Ha detto che non si lascerà tirare dalla giacca da nessuno e che vuole dare una svolta decisiva per il rilancio della Calabria!

Allora, perché la squadra di governo è ancora monca?
Sia ben chiaro, gli accorpamenti e lo stop alle cariche clientelari sono un ottimo segnale di cambiamento. Ma non bastano!
Mario Oliverio deve dimostrare ai calabresi che gli hanno dato fiducia di non essere prigioniero o ostaggio dei numeri.

giovedì 29 gennaio 2015

Sto con Oliverio perché ...

Alcuni giornalisti hanno fatto la loro fortuna cavalcando il malcontento, insistendo, spesso con un pizzico di morbosità, quel tanto che basta, per stimolare i lettori ad aprire link, comprare quotidiani e seguire litigiosi programmi in tv.

Titolare in prima pagina “la polizia lo voleva arrestare e Oliverio lo ha nominato assessore” diventa un invito irresistibile anche per chi conosce i fatti.
"sto con Oliverio"

Non sto a giudicare se è giusto o sbagliato. Mi preme chiarire che spesso risulta essere una bolla di sapone. Fumo. Aria fritta che fa male alle vittime prese di mira e mortifica nell'intimo anche chi sta vicino.

La vicenda di De Gaetano fa ridere! Se paragonata allo scempio sociale provocato dalle misure dei “tecnici” tenuti sottobastone dalle diverse forme di potere che operano dentro e fuori i confini nazionali.
Se De Gaetano deve essere interdetto dalla scena politica perché i suoi gadget elettorali sono stati rinvenuti in luoghi di 'ndrangheta o perché è stato in consiglio regionale per due volte consecutive quali misure dovremmo elaborare per quelli che hanno portato l'Italia nella situazione odierna?

Per quello che conta, visti i fatti, mi trovo d'accordo con la decisione di Oliverio. E auspico anche un ripensamento per il bene della Calabria della signora Lanzetta. Troppi soloni, meglio dire fuochi fatui, hanno palesato il rilancio culturale della Calabria. Che ovviamente non è ancora avvenuto.

Sto con Oliverio perché spero nel cambiamento che non dà spazio alle malelingue e a chi manipola gli eventi per un personale tornaconto. ... e perché sono garantista davvero! 

lunedì 26 gennaio 2015

Nuovo corso politico in Grecia e Calabria

Tsipras vince in Grecia e Mario Oliverio presenta la mini giunta in Calabria.


Maria Carmela Lanzetta, neo assessore alla cultura

Syriza, il partito di Tsipras, per poco non raggiunge il massimo dei consensi e per governare il cambiamento,
Alexis Tsipras vedrà il capo del partito Greci Indipendenti, considerato il più probabile partner di Syriza per il nuovo esecutivo.

in sintesi:
Nei piani di Tsipras c'è il ripristino dello stato sociale dei greci, quindi, tredicesima mensilità, pensioni, lavoro e rinegoziazione del debito che la Grecia ha contratto con l'Europa.

Che l'austerità sia un cancro è cosa certa. Ma con quali argomenti e quali forze Tsipras farà retrocedere o ragionare la troika? Andrà via dalla zona euro? Chiederà dilazioni a più lungo termine?

Per adesso ha vinto le elezioni. Ora c'è solo da aspettare per capire meglio la sua strategia e vedere se riuscirà a non rispettare gli accordi fatti dai suoi connazionali o più verosimilmente farne di nuovi e a miglior favore per la tenuta sociale della Grecia.

In Calabria Mario Oliverio ha spiazzato tutti col suo mini esecutivo: Lanzetta, Guccione, Ciconte, DeGaetano.

Le polemiche non mancano tra le pagine dei quotidiani che rimbalzano sui social network.

Si dice che per Lanzetta sia una retrocessione, come se giocassimo in un campionato di calcio virtuale e non fossimo chiamati a prestare, ognuno per quel che ci compete, la passione, le esperienze e la cultura al servizio della comunità.

Saltando piè pari le polemiche su Ciconte e guccione, l'interrogativo maggiore lo pone la nomina di De Gaetano. Stando a quanto scrivono i giornalisti, pare che Oliverio stesso non l'abbia voluto nella competizione politica regionale perché presente in seno al consiglio regionale per ben due volte e questo non giovava al cambiamento innovativo che si vuole apportare in regione. (ma spesso l'esperienza fa la differenza,  questo è il motivo che spinge Oliverio a investirlo assessore?)

Ma c'è anche chi cala il carico pesante sul tavolo da gioco e rispolvera il caso dei santini, moltissimi, con l'effige di De Gaetano trovati dagli inquirenti nella casa di uno 'ndranghetista del reggino alle elezioni regionali del 2010. Lasciando intendere il voto di scambio.

Ma, non potrebbe essere il contrario? Cioè una mossa per tagliarlo fuori dai giochi?

E poi, sulla retrocessione da Ministro ad Assessore regionale della Cultura della dottoressa Carmela Lanzetta non sono per niente d'accordo!
Maria Carmela Lanzetta ha dimostrato sensibilità e amore per la sua terra! È stata, per ultimo in ordine di tempo, presente e attenta nella questione cementificazione a Capo Colonna, senza dimenticare il suo impegno civico puntuale di quando, sindaco di Monasterace e per il quale fu presa di mira dalla 'ndrangheta, si procurò l'appellativo di sindachessa antimafia (per altro, lasciata sola ad affrontare il dramma politico e familiare capitatole nell'espletare le sue funzioni di donna impegnata nella gestione di un territorio difficile).


venerdì 9 gennaio 2015

Fuoco incrociato su Mario Oliverio

Oliverio, piccione o lupo della Sila?

Lo sport preferito della maggior parte di noi italiani è di sicuro il tiro al piccione e in questi giorni è di turno il piccione della Sila, Oliverio, da altri ribattezzato “lupo della Sila” per le sue origini.

Mario Oliverio, presidente della regione Calabria

Ogni sua mossa è scandagliata al microscopio. Persino la definizione del “consiglio regionale” è motivo di mugugni e critiche da fantapolitica, secondo l'analisi di un giornale locale.: “il patto dell'astronave (la sede del consiglio regionale di reggio calabria) vede Pino Gentile alla vicepresidenza e Tonino Scalzo alla presidenza perché finalizzato alla conquista di Cosenza da parte di Adamo...???

Può darsi che sia così, e che il sogno nel cassetto (da quanto si evince dall'articolo in questione) di Nicola Adamo di diventare sindaco di Cosenza si avveri in seguito a mirate strategie politiche, ma il commentatore dimentica che a livello nazionale, nel governo Renzi, ci sono due ministri dello stesso partito di Gentile! perché scandalizzarsi se in Calabria la vicepresidenza del consiglio va all'opposizione?
Personalmente mi piace pensare, piuttosto, alla storia di Gentile, alle sue origini socialiste e all'attenzione che ha sempre dimostrato verso le genti di Calabria, specialmente per gli ultimi e non alla fantapolitica.
Avrà anche fatto degli sbagli. Ma quando si lavora, ci si sporca le mani è inevitabile!


Il neo presidente Oliverio, anche lui, se pur diversamente, ha una storia importante alle spalle.
Ma, sia ben chiaro: non intendo ergermi a difensore di nessuno. Aspetto i fatti! E per questo, ritengo prematuro parlarne.

Ciononostante voglio spendere una parola di speranza e aspetto che qualcosa di positivo accada.
 mentre ricordo che governare la politica è un'impegno gravoso, in continua evoluzione.
Le strategie cambiano. Gli amici diventano nemici in un batter d'occhio e chi non ha le spalle fortificate dall'esperienza diventa un boccone prelibato tra le fauci dei detrattori che aspettano pazienti ai bordi delle trappole disseminate lungo il cammino di chi deve fronteggiare gli eventi sociali. E nella terra martoriata di Calabria l'impresa è ancora più difficile. Fronteggiare i problemi lasciati in eredità dalle gestioni precedenti, al solo pensiero viene il mal di testa, e questo sembra essere il primo impegno di Mario Oliverio.
certo, se riuscisse nel suo intento, in quello che è stato il programma pre-elettorale, la Calabria e quindi noi tutti trarremmo enormi benefici.
Aspettiamo, quindi, non sulla sponda del fiume per vedere passare i cadaveri dei buoni propositi per menare su Oliverio in un clima sadomaso ma per gioire delle concretizzazioni di quanto è stato detto e ribadito nel suo programma di governo dal nuovo Presidente della Calabria.

Altrimenti dobbiamo dare ragione a Renzi quando parla di "gufi".

martedì 7 gennaio 2014

Oliverio: se aprite i file viene giù l'Italia

La realtà fa un baffo a Dan Brown. Gli intrecci tra faccendieri, politica, massonerie e ordini religiosi superano di gran lungo la fantasia dei romanzieri.


I giornali, nei primi giorni di novembre 2013, riportano una notizia clamorosa:
Paolo Oliverio è agli arresti e...

Salvatore Renato, padre superiore dei Camilliani lo seguirà presto.
Il perché è machiavellico. Avrebbe organizzato una finta audizione nei confronti di due chierici, per vincere le elezioni. 
Fantomatiche indagini di polizia giudiziaria, quindi, per impedire agli stessi di partecipare alle votazioni per l’elezione del Superiore Generale presso l’Ordine dei Ministri degli Infermi, più noti come religiosi Camilliani, svoltesi presso la Casa del Divin Maestro ad Ariccia, in provincia di Roma, il 13 maggio 2013. Elezioni che si conclusero con l’elezione a Superiore Generale dei Camilliani proprio di Salvatore Renato.

Al centro della fantasiosa macchinazione, secondo gli investigatori, ci sarebbe stato il commercialista Paolo Oliverio.

Nel corso delle indagini sfociate negli arresti i finanzieri hanno ricostruito come, grazie allo stratagemma delle “finte audizioni” che sarebbe stato organizzato da Oliverio, Padre Salvatore Renato fosse riuscito ad impedire ai due prelati “sequestrati” di partecipare alle elezioni, così guadagnando quei soli due voti necessari ad imporsi sul diretto antagonista. In questo modo, secondo gli investigatori, Oliverio ha visto rafforzato il rapporto privilegiato con Padre Salvatore e, di conseguenza, il proprio potere nella gestione dei vari nosocomi dallo stesso Ordine diretti tra cui, in particolare, quello di Casoria, nel napoletano

ma non è tutto.

Dai Camilliani il professionista aveva ottenuto una procura speciale per la gestione degli appalti in Campania, Calabria e Sicilia. Si occupava delle commesse e sarebbe riuscito a trasferire fondi all'estero, in particolare in Romania, attraverso un meccanismo che - accusa il Gico della Guardia di Finanza - prevedeva «l’effettuazione di bonifici giustificati da una causale fittizia, compatibile con il mondo camilliano, in modo che il beneficiario, ottenuta la disponibilità in conto, poteva prelevare il contante accreditato all'estero e ottenere in Italia la consegna contante di pari importo attraverso una sorta di compensazione».

L’episodio del sequestro di padre Antonio Puca e padre Rosario Messina, fu scoperto per l’attività di intercettazioni telefoniche e ambientali.
Quello dei Camilliani, dunque, è solo un piccolo capitolo della grande inchiesta che vede Oliverio al centro di una organizzazione criminale.

Pare che Oliverio abbia messo in piedi un’industria del ricatto. E quando gli investigatori perquisirono il suo ufficio li pregò di lasciare stare computer, tablet, smartphone e pen drive. «Non li aprite - li esortò - che qui vien giù l’Italia».

È un deja vu da paura. Ci riporta ad un passato impressionante retto da ricatti, malaffare e commistione di pezzi di istituzioni deviate.

Paolo Oliverio è accusato di riciclaggio di soldi sporchi di 'ndrangheta e mala romana. Pare che fosse in grado, mediante "amicizie altolocate con le fiamme gialle", di orientare verifiche fiscali su imprenditori e grandi società intervenendo anche sull'attività degli ispettori di Equitalia.

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