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mercoledì 6 novembre 2019

Taranto: famelici bisogni

Taranto: morire di lavoro o per lavoro.


Novemila lavoratori più gli occupati nell’indotto che ruota attorno all’unica acciaieria italiana rimasta a simboleggiare gli anni della ripresa economica e industriale del mezzogiorno d’ Italia.
L’ex Ilva è stata fonte di guadagno per gli imprenditori che si sono susseguiti nella gestione degli affari che, stando alla storia dei tumori causati dagli scarichi industriali degli altiforni siderurgici, hanno avuto a cuore più la produzione che la salute pubblica e la tutela ambientale.

Gli studi condotti e divulgati dicono che i tumori si sono moltiplicati nell’area tarantina. Veleni nell’aria e nei terreni sono stati la causa di morti e malformazioni fetali di persone e animali in gestazione. Ma queste sono notizie risapute! Nonostante ciò continua il balletto. Da una parte l’esigenza del lavoro e dall’altra la tutela della salute pubblica.

Morire per il lavoro o lavorare per vivere una vita dignitosa?

Secondo alcuni che hanno il chiodo fisso e l’occhio attenti ai guadagni economici le vite di uomini e natura sono niente, semplici e insignificanti numeri percentuali intercambiabili e rinnovabili vista la disoccupazione e le prese di posizione degli opportunisti che si lanciano come avvoltoi sulle prede in difficoltà.
Teste vuote che prima di aprire bocca non collegano il cervello.

Ma è così difficile salvaguardare lavoro e ambiente in funzione di corrette prassi sociali e considerarli beni inalienabili per chiunque?
Invece assistiamo a tristi balletti politici e a ricatti. Cordate di industriali che cercano il massimo profitto col minimo dispendio. Politici farseschi che sanno parlare alla pancia delle persone in difficoltà sfruttando il momento e le paure dell’ignoto.

È giunto il momenti di mostrare serietà e volontà d’intenti. Recuperare gli sfiduciati. E fare politiche serie per garantire il presente degli operai e impiegati dell’area ex ilva di Taranto e lasciare che i giovani possano sperare nei sogni di un futuro migliore.

sabato 2 novembre 2019

Catanzaro, viale Isonzo


torrente fiumarella, viale isonzo

reportage fotografico:













Ambiente e politica, spazi occupati dai detriti

Aspettando l’inverno. Sperando che non accada l'irreparabile

Appuntiamo una serie di quesiti sui quali riflettere:
L’inverno calabrese si preannuncia, ad essere positivi, grigio e denso di catastrofe ambientali tra mezze novità politiche.
Sulla griglia c’è il problema dell’emarginazione sociale composto di vecchie e nuove povertà: zingari, disoccupati vecchi e giovani, gente che si arrangia come può per sbarcare la giornata. Chi spaccia, chi ruba, chi mendica e chi lavora in nero.
Mentre nei salotti bene della politica padrona ci si crogiola in presentazioni di libri biografici.
Biografi astuti, servi, oppure ingenui postulatori di un dio minore che avrebbe, dice lui, voluto cambiare il mondo ma che ha cambiato solo il punto d’osservazione senza mirare a niente di concreto?

Dice, il biografo, che il suo “idolo” è stato un riformatore. Ed in qualcosa dice il vero: ha riformato, in forza della carica che ha occupato, la materia degli incarichi regionali e nominato assessori “tecnici” e non consiglieri eletti dai calabresi. 

È stato in perenne conflitto con la questione della sanità senza raggiungere traguardi degni di nota per il servizio sanitario e per il servizio ai cittadini.
Aspirante Riformato. Potenziale Riformatorio. o Accentratore diligente e disciplinato scolaro di una vecchia scuola di partito attento solo a mantenere il potere carpito con l’astuzia?
Inutile dilungarci!
Se in cuor suo ha agito e lavorato bene noi calabresi non ce ne siamo accorti.
E poi c’è la spinosa ed eterna questione ambientale composta di sicurezza del territorio e la salvaguardia dell’incolumità fisica delle persone.
Ma è davvero tutto colpa degli zingari il degrado che regna nella zona sud della città capoluogo?

davvero vogliamo lasciare spazio ai demagoghi e ai ciarlatani che parlano alla pancia e quindi alle esigenze primarie dei bisognosi che vivono giorni d'angoscia?

Osserviamo e lavoriamo per migliorare le coscienze:




giovedì 11 luglio 2019

E' la nostra casa

Ambiente: Salutismo o lassismo?

Fa notizia il fenomeno del cambiamento climatico? Interessa a qualcuno davvero? Fa paura? riesce a terrorizzare dopo il primo allarmante disastro?

Sembrerebbe di no! Fin quando sono i soliti megafoni a diffondere la notizia e a fare la conta sulle conseguenze dei disastri causati dalle perturbazioni climatiche pare che sia i fatti che la conta dei danni siano minimi.
Eppure è da un bel po' d'anni che si parla dell'inquinamento ambientale.

Mari invasi dalle plastiche. Terreni che custodiscono agghiaccianti segreti radioattivi (anche i mari sono diventati la tomba di navi affondate con carichi tossici): costa di meno smaltire così i rifiuti e fanno guadagnare di più.

E pensare che i salutisti pensano che un buon piatto di verdura coltivata in pieno campo sia meglio della carne allevata intensivamente con antibiotici e tutto quello che consegue.
Stessa cosa per i pesci freschi. Chissà quanta porcheria ingeriamo inconsapevolmente.

Gli allevamenti sono sotto assedio. Le scorie tossiche tombate rilasciano pergolato e altri elementi di sicuro poco salutari e contaminano la terra in cui si piantano lattughe, cavoli, grano e quant'altro serve in tavola. Ovviamente la stessa cosa vale per la frutta, il latte, le uova e ogni derivato.
Senza pensare alla trasformazione industriale degli alimenti.


Acqua. Biscotti, merendine, succhi di frutta, caffè, vino, pane, ... .

Allarmismo? No! Realtà da riconsiderare. Atteggiamenti da rivedere con un minimo di etica e rispetto per la natura.
Ben vengano i ragazzi che contestano l'inquinamento e i movimenti che li appoggiano. Ma, purtroppo, ricordiamo che non sono loro al potere. E chi decide sembra essere distratto dopo lo scoop iniziale del polverone sollevato dalla ragazzina svedese Greta o da quella cinese.
Servirebbe, serve una presa di posizione razionale e totalizzante dappertutto. Rivedere i metodi consumistici e le modalità degli approvvigionamenti che la grande distribuzione impone, invertirne la rotta così da garantire la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti anche laddove c'è esclusione.

lunedì 24 giugno 2019

Catanzaro, pineta Giovino e lungomare

Al di là delle intenzioni personali. Opportunismi a parte. Guardo all'operazione “Giovino” e quindi alla riqualificazione della pineta e del nuovo lungomare di Catanzaro Lido con positività.


Quella parte di costa lasciata alla mercé di chiunque per troppo tempo adesso ha un valore urbanistico ben definito. La pineta è arredata di cassonetti per la differenziata; vi sono tracciati delimitati da steccati che conducono a zone adibite per il ristoro, sosta e picnic. E di fronte, lato mare, ovviamente una miriade di stabilimenti balneari.

Qualcuno sta allerta per paura dei soliti furbetti attenti a fare business disattendendo la salvaguardia dell'ambiente e il rispetto delle regole civili.
Un po' di sana attenzione non guasta. Perché è risaputo: c'è sempre chi guarda solo al proprio ombelico piuttosto che agli interessi della collettività. Non per questo si deve guardare con diffidenza ogni intenzione “politica” che tiene sotto i riflettori l'area “Giovino”.
Ragioniamo sulla bellezza, sui benefici e sulle probabilità d'azione delle persone per bene, operatori turistici e avventori:
vuoi mettere la soddisfazione dei fruitori che trovano refrigerio all'ombra della macchia mediterranea e s'inebriano davanti alla visione di un bel paesaggio manutenuto nel rispetto e per la tutela paesistica o stare immobili per l'angoscia di qualche ipotetico predatore d'assalto?

L'accoglienza è uno dei piatti forti dei calabresi! La ristorazione, sia essa cucina tradizionale o meno, è degna compagna del territorio che chiunque avrà modo di assaporare difficilmente non la ricorderà con un pizzico di golosità. I luoghi, poi, sono scenari da vivere appieno. La storia, la cultura tout court, è la stella cometa che indica la strada e porta questa nostra terra al primo posto

venerdì 21 giugno 2019

fermata Corvo, Catanzaro

Metropolitana ...
lavori di riqualificazione urbana

















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