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sabato 26 marzo 2011

apparire o essere? la vita come opera d'arte


aore12
©by mario iannino, 2011, realtà contemporanee, particolare, opera polimaterica su cellulosa

Cosa significa “arte” nel lessico comune per la maggior parte delle persone?

Con estrema facilità si sente appioppare l'appellativo di “artistico” “artista” “arte” a questioni squisitamente comuni; ad azioni di normale routine; a soluzioni tecniche spesso intellettualmente infruttifere se paragonate alla vera essenza della vita e dell'Arte.

dal punto di vista, non filosofico, storico o analitico, ma, incentivante al pensiero comune che sfocia nella meditazione c'è ben poco di “Arte” in una impeccabile esecuzione pittorica che espone chiaramente episodi dettati dai vincitori per glorificare un dato momento. Lì, in quel determinato lavoro, si può ammirare la maestria acquisita dopo lunghi anni di lavoro, quando c'è!, la conoscenza delle tecniche pittoriche, la costruzione dei piani, l'enfasi; il dramma, il castigo, la promessa ecc., tutte cose che afferrano alla gola, cose di pancia, si dice adesso, tanto per stare al passo coi tempi, ma niente di più! Effetti visivi che già nell'800 Emile Zola condannava come elementi diseducativi; antiartistici proprio perché tendono a mostrare il lato esteriore del concetto connaturato all'operazione artistica e al fare dell'artista.

Oggi il frastuono dei mass media imbarbarisce le menti dei presunti colti. Basta avere un minimo di conoscenza nozionistica, molta faccia tosta, partecipare nei teatrini mediatici alle messe in scena dei conduttori per sponsorizzare un dato fattore, fare scenate, inveire e urlare più forte degli altri e il gioco è fatto! La star è bella e pronta. Da quel preciso momento il suo unico impegno è di continuare ad esserci. Essere presente nei talk show. E non importa se il suo comportamento, le sue parole diseducano e sviano la maggior parte dei ragazzi dai percorsi evolutivi sani. Quello che conta è il picco massimo di ascolti che raggiunge la trasmissione quando lui parla o interviene violentemente ammutolendo gli ospiti dissenzienti.
Conta la sua parola ben remunerata a favore di un certo artista specie se nei lavori da piazzare si ravvisano elementi, visivamente ambigui, attinenti alla realtà conosciuta. Decorazione, artigianalità, proposta creativa, opera d'arte, non fanno differenza in chi sa vendere accattivanti parole fumose. Anzi, sono preferibili le mezze tacche: il Genio, intimorisce!

Ebbene, questo tipo di ectoplasma costruito in laboratorio ha la responsabilità civile di chissà quante migliaia di persone che pendono dalle sue labbra e prendono per oro colato quello che lui dice e fa. È un po' come quei preti che parlano bene dall'altare. Quei preti che fanno commuovere i parrocchiani e li fanno andare via dalla chiesa col magone e pieni di sensi di colpa per non essere stati altruisti, buoni, servizievoli. Preti che vivono la spiritualità secondo canoni personali. Preti manager imbevuti di materia che antepongono i profitti alla dottrina divulgata dal Cristo.
Guardiamoci attorno, non molto lontano da noi ne ravvisiamo qualcuno. A questo qualcuno vestito da intellettuale, politico, religioso, artista (?) diciamo:

Anche la vita, vissuta in un certo modo, piuttosto che in un altro, è o può essere Arte!
Arte!, non teatralità o spettacolo effimero che tarpa le ali alla verità e muta in peggio il corso degli eventi!

giovedì 3 marzo 2011

la televisione, appendice del potere che parla alla pancia dei popoli

I segni infuocano la ragione. La grafia può sopire; esaltare; mitigare, innescare emozioni. La parola è un’arma!

Nell’era dei mass media virtuali, la realtà si mescola ai mondi paralleli dei singoli. E se fino a qualche decennio addietro, i sogni erano custoditi gelosamente nei cassetti della mente, adesso trovano spazi virtuali su misura.
Alcuni guardano quanto accade nel mondo e confondono la realtà divulgata dalle immagini e dalle parole dei notiziari con le immagini delle realtà fittizie costruite per sfuggire alla crudezza terrena che riveste alcuni.

I mass media hanno portato libertà, emancipazioni e suggerito rivoluzioni culturali impossibili anche laddove la vita di tutti i giorni è resa difficile da ragioni connesse al clima sociale e dalla geopolitica dell’area limitrofa al paese, teatro e platea di destini contigui.

La diplomazia è determinante. Può provocare scontri sanguinari o pacifiche manifestazioni di piazza. E l’esito finale dipende dai leader.
È la leadership a decidere le politiche del lavoro e sociali; sono le parole, i gesti, gli strumenti visibili esternati in maniera da ottenere quanto prefissato che i mass media ripetono ossessivamente.

Di fatto, l’informazione, impartita male diventa un’arma incontrollabile che droga le menti; e il suo eccesso destabilizzante ottiene come effetto finale la formazione d’innumerevoli eserciti composti di persone ignoranti e arroganti. Il disinformato ripete, convito: l’ho sentito alla televisione, l’ha detto la televisione.

I condottieri incollati alla sella del loro cavallo ne sono coscienti; loro conoscono benissimo il potere pervasivo dei mezzi di comunicazione di massa. Non a caso si affidano alla televisione e conquistano spazi da gestire in piena autonomia che non significa sempre democrazia o par condicio.

giovedì 17 febbraio 2011

frivolezze online che mettono allegria, Pettinelli


È il caso di dire che la tecnologia aiuta davvero a sentirsi meno soli. A chi non è mai capitato di accendere la radio per rilassarsi e canticchiare una canzoncina intermezzata dalla voce suadente della Pettinelli? A me capita spesso, anche perché radio dimensione suono, è un’emittente giovane che trasmette musica d’avanguardia e mi piace. A essere sincero preferisco le cazzate che fanno al mattino quella banda di esauriti che prendono in giro mezzo mondo senza tralasciare nessuno punzecchiano la politica, la cultura e la musica stessa. Insomma riescono a fare una trasmissioncina allegra leggermente dissacratoria che mette buon sangue, e coi tempi che corrono arrivare in ufficio col sorriso di sicuro non guasta. Ma oggi, la Pettinelli ha fatto anplaing di simpatiche cazzate. La prima: una signora fa un regalo singolare al marito: gli promette un anno intero di sesso a suo piacimento, cosicché il marito tutte le mattine, escluso i giorni col rosso del ciclo mestruale, adempie volentieri all’esortazione della canzoncina che piace a Malgioglio di rds “…voglia e fa zum zum voglia e fa bum bum”. ohè gliela’aveva promesso! Ma finito l’anno, lei si presenta in bagno, gli fa un balletto e “mò basta! Chi ha avuto ha avuto. Si ritorna alla normalità”. Per i curiosi ora fanno sesso due volte al mese e nei fine settimana, se tutto va bene, salvo mal di testa e stanchezza accumulata durante la settimana.
Cazzata numero due: dipendenza da face book. Pare che la maggior parte degli utenti quando è lontana dal pc pensi ai contatti, ai messaggini, agli amici virtuali e quelli reali in chat, agli amori che nascono, ai matrimoni che si festeggiano e a tal proposito una ragazza inglese fidanzata da 8 anni chiede al ragazzo di sposarla in chat e lui risponde sì a condizione che faccia una pagina su fb e raggiunga un milione di contatti entro l’11.11.11. ma non è finita. La Pettinelli dà anche l’indirizzo del contatto della ragazza inglese per aiutarla a raggiungere il numero di contatti fissati dal futuro ipotetico sposo.
E poi dicono che i mass-media non aiutano a vivere meglio e non producono servizi socialmente utili.

sabato 8 gennaio 2011

facebook e la superficialità nel web

Ho letto una massima di Padre Pio.

Parla delle distese dorate sconfinate di enormi campi di grano maturo lucenti al sole. descrive le spighe civettuole che s’innalzano allegre sopra le sorelle curve, appesantite dal carico dei semi, curve, appunto, perché produttive.
E mi sono saltate alla mente le facce spaccone della vanagloria degli ultimi tempi. Gente arrogante; infida; sorridente; falsamente accomodante o accondiscendente. Gente ignorante e gente scolarizzata imbevuta di nozioni e di tecnica più che di cultura vera; quella cultura, per intenderci, praticata dai vecchi saggi o da quanti hanno sudato in fucina.

Spighe civettuole che ballano al vento. Civettuole e pettegole come la gente che fa della delazione l’arma preferita per annientare i rivali incuranti se con le loro cattiverie liberate al vento uccidono le libertà e il lavoro altrui e provoca regressione sociale.
Per questa gente non conta la verità ma la vittoria.
Peccato.
Peccato perché fino a quando la saggezza non sarà ascoltata e condivisa dai più, la fabbrica del fango non smetterà di insudiciare la bellezza dei puri; specie dei bambini, verso i quali, noi tutti, abbiamo responsabilità etiche ben definite.

Allo stato attuale la melma contamina e sommerge ogni cosa. Specie laddove c’è la necessità di apparire e primeggiare; e, Facebook è uno di questi luoghi. Face book è una piazza mediatica assurda dove ognuno balla da solo, propone la propria mercanzia, si affilia e pensa di interagire con gli amici veri o virtuali, per accorgersi, infine, di essere usato e soggiogato dal sistema che lui stesso ha contribuito a gonfiare.
Allora, che fare, come concludere l'analisi?
Vi sono varie possibilità di conclusione ma quella che al momento sembra la più appropriata consiste nel ritornare a coltivare i contatti umani reali, stringersi in abbracci corporali veri, sentire il profumo, il calore di chi ti sta davanti! litigare, sorridere e guardarsi negli occhi... anche se, con parametri e approcci culturali differenti, il social network può trasformarsi ed essere un luogo d'incontro importante. propositivo.

venerdì 17 dicembre 2010

annozero, bella figura di Larussa e Porro

E dopo La russa è il turno di Porro a sparare cazzate e mostrare l’enorme cultura filosofica di “a un palmo dal mio culo”. “il nemico è il welfare che tutela troppi pensionati e vecchi! Il problema dei giovani sono i pensionati, ce ne sono troppi sulle nostre spalle…” e giù blaterando. Non c’è che dire. L’ultima puntata del 2010 di annozero è stata scoppiettante. Sembravano i botti di capodanno tante erano le cazzate vomitate dagli illustri ospiti che hanno sciorinato la politica della destra di governo. Non li definisco fascisti e neanche di destra. Sono semplicemente ignobili e privi di pensiero sociale. Loro starebbero bene in quel contesto storico che vedeva gli storpi buttati giù dalla rupe oppure degni gestori di … (la definizione mi fa talmente rabbrividire che non riesco pronunciarla, quindi, ognuno ci metta quello che preferisce).
La televisione ha fatto eco a una sottocultura pericolosa e ne ha amplificati i toni. Ha divulgato lo stato di disagio mentale di certa gente che, nostro malgrado, presenzia forum importanti per la crescita del paese. Gente scaltra che ha lottizzato il potere e lo gestisce come cosa propria. bambini viziati; egocentrici; che, se avessero tutt’altra cultura della socialità forse non verseremmo in questo stato.

Annozero del 16 dicembre duemilaedieci sarà visionata e ricordata, grazie agli annali rai, per la tracotanza e la cieca stupidità divulgata da scaltri signori, la cui condotta, assurta a ideologia di sistema grazie alle teorie rese reali da un manipolo di egoisti che hanno invaso i mezzi di comunicazione di massa e hanno fatto proseliti destabilizzanti. Ma, analizzata antropologicamente dalle generazioni future, la storia dei costumi sociali odierna emetterà la giusta sentenza. Una sentenza che terrà conto della sordità delle istituzioni sottolineata dalle richieste dei cittadini agli uomini di governo.

domenica 5 dicembre 2010

mass media, trash e volgarità per aumentare lo share

L’accanimento dei mezzi di comunicazione di massa sulla notizia, la diffusione metodica e l’aggiornamento fobico, specie se i fatti trattano argomenti morbosi, quali, violenze, scandali, omicidi, vedi la telenovela che “zio Michele” sta tenendo in piedi da diversi mesi, senz’altro fa aumentare le vendite e incrementa lo share e diseduca le masse.
Basta poco per fomentare la gente all’odio xenofobo; all’insofferenza per il diverso, sia esso malato psichico, deforme, di etnia diversa, di religione diversa, di sesso diverso o gay.
La mancanza di cultura feconda i terreni scialbi e lì fanno proseliti i grandi uomini. quelli che hanno la soluzione immediata: esecuzione sommaria a chi sbaglia ma di contro non fanno nulla per evitare l’errore e prevenirlo.
Democrazia significa convivere pacificamente, rispettare le minoranze, altrimenti si finisce a lottare e guerreggiare con chiunque la pensi differentemente da noi. Come è successo in padania da quando un tipo ha rispolverato il mito della razza e ha aggiunto il sole delle alpi per riportare in auge un’ideologia egoista già conosciuta nei tempi passati.
La paura nasce e si amplifica nell’ignoranza, sobilla le menti deboli, assoggetta e modella uomini e popoli. E per evitare che ciò accada c’è bisogno di divulgare cultura! Perché la cultura, il sapere, i confronti aiutano a crescere e a smascherare gl’imbonitori.
Per concludere: se i mass media la smettessero con le trasmissioni di notizie trash sarebbe già un punto a favore della cultura e un buon viatico per il risveglio delle coscienze.
Basta con le fantasie di zio Michele, della figlia e della moglie. Una ragazzina non c’è più. È stata assassinata! Ora tocca alla magistratura eseguire indagini e scoprire i colpevoli. A noi resta solo la possibilità, per chi crede nell’aldilà, di sussurrare qualche preghiera. Ai giornalisti condurre inchieste serie e narrare i fatti senza indugiare, compiacenti, su certi particolari inutili.

lunedì 29 novembre 2010

Wikileaks, tanto rumore per nulla!

Wikileaks, tanto rumore per nulla!

Dopo il rumore mediatico che ha fatto tremare molti governi e dirigenti politici alla guida dei maggiori paesi europei e nordafricani sui quali il governo Usa manteneva e continua a mantenere contatti per interessi politici e economici, la tanto attesa videata di documenti segreti è comparsa sul sito di wikileaks e da lì, siti internet e quotidiani come ''El Pais'', ''Le Monde'', ''Guardian'' e ''New York Times'' congiuntamente col settimanale ''Der Spiegel'' hanno iniziato a pubblicare notizie sui file riguardanti la diplomazia degli Stati Uniti annunciate dal sito di Wikileaks, fondato e diretto da Julian Assange. Nel mirino anche la politica italiana e in particolare il premier Silvio Berlusconi.

Le clamorose e terroristiche notizie annunciate da wikileaks, a mio parere, non hanno apportato novità degne di nota. Tutto il mondo sa delle frequentazioni del Premier Silvio Berlusconi con Putin. E d è altrettanto noto il suo carattere goliardico. Quello che lascia un po’ pensare è la reazione di Frattini.

Da alcuni giorni il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva allertato le diplomazie internazionali sui pericoli destabilizzanti di alcune rivelazioni di wikileaks. Il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva parlato di ''11 settembre della diplomazia”, avvertendo poi di usare cautela: ''Certamente ci sarà qualcosa che riguarda l'Italia, non necessariamente soltanto questo governo: si parla di notizie che iniziano nel 2006 quando il governo era un altro. La mia preoccupazione e' per l'Italia, non per una parte politica''. Eppure non traspare altro, per lo meno al momento.
Insomma nulla di nuovo sotto il sole che non si conoscesse già!
Nonostante ciò monta la polemica sterile di una politica da bar del paese e il chiasso mediatico acceso dai giornalisti.

Che ci sia dell’altro dietro a questa soap?

mercoledì 27 ottobre 2010

giornalista o romanziere?

Chi non ha motivo di documentarsi o è impossibilitato a farlo non perde nulla, tanto le notizie si ripetono fino al parossismo. I giornalisti, per fortuna solo alcuni, ma bastano ugualmente a esasperare gli animi, indugiano sulla notizia morbosa, di cronaca o politica futile, mai su temi seri che interessano davvero la collettività. Se poi ci sono interessi particolari, la notizia è servita in tutte le salse a qualsiasi ora: la casa di Montecarlo, l’omicidio sceneggiato corredato di plastico, narrato e descritto in ogni piccolo particolare con attori vestiti con gli stessi panni dello zio indegno, le intemperanze dei leghisti, le zuffe puerili dei parlamentari, mentre la maggior parte degli italiani affonda nella miseria economica e, peggio, mentale.

Il marasma mediatico ipnotizza la gente. La disinformazione annichilisce. E le continue beghe non lasciano spazi alle analisi di fatti importanti. Lavori parlamentari che decidono il varo di leggi importanti per la democrazia, il lavoro, le finanze e il futuro dei giovani. Queste notizie non “interessano” al teatrino chiassoso dei media perciò, chi c’è c’è, una volta e via. Ma d’altro canto sono proprio queste notizie a mancare, appunto perché non ci sono! Ci vorrebbe la bacchetta magica con l’attuale dirigenza politica.

Per l’opposizione sembra che il problema prioritario, al momento, sia fermare il lodo Alfano, perché, dice qualcuno, tutela il Presidente del Consiglio, che tra l’altro pare voglia continuare a fare politica fino a diventare Presidente della Repubblica. Di contro, il governo ripropone ininterrottamente questo benedetto scudo giudiziario a tutela di Silvio Berlusconi. A proposito di scudo, prima c’è stato quello finanziario, che secondo alcuni non ha sortito l’effetto preventivato perché ha riportato nelle casse dello Stato poche finanze. Poi. C’è la riforma della scuola e la riforma elettorale, entrambe in fase di stallo per differenti motivi, la prima per sofferenza economica e la seconda riforma per opportunità politica. E si potrebbe continuare.

Insomma, superato un problema, eccone pronto un altro. E mentre la giostra mediatica calamita le fazioni popolane, le schiera da una parte o dall’altra sventolando falsi problemi, la casta è libera di gozzovigliare a piacimento incurante dei problemi di quanti hanno riposto in loro fiducia e speranze.

venerdì 22 ottobre 2010

dallo Zecchino d'oro a ti lascio una canzone

Dallo Zecchino d’oro ai nuovi programmi canori televisivi; come, ti lascio una canzone e simili.

Lo spettatore è disarmato; lo dice la parola stessa: spettatore! Cioè chi aspetta e osserva inerme le cazzate pilotate ma anche le pochissime cose intelligenti trasmesse dalle televisioni e dai vari canali comunicativi detti, genericamente, mass media, cioè mezzi di comunicazione di massa, che dietro lauti guadagni divulgano notizie.

In effetti, la gente che fa televisione vomita i propri convincimenti senza porsi molti interrogativi su come possono essere accolti dal pubblico.

Questi signori, pensano allo share, alle percentuali d’ascolto e a quanta pubblicità possono vendere se le cose vanno bene. Si assiste, perciò, a lunghe puntate di cronaca nera, alle disavventure della star di turno, al gossip casareccio, a programmi fatti con bambini e ragazzi impostati da maestri di canto e recitazione presentati come talenti in erba ma che non lo sono, e si vede benissimo dalla postura, dalla tenuta scenica e dall’impostazione professionale della voce. Tutti fattori acquisiti dopo anni di seri e forse snervanti studi salvo sporadici casi d’innate passioni di certi bambini che preferiscono lo studio del canto e della musica al gioco.
Indubbiamente è piacevole vedere una persona esprimere bene una certa professione, ecco, di “professione” si può parlare, non di passione innata o traguardi da autodidatta. E qui viene in mente la fatidica frase: fare diventare i figli ciò che non siamo noi o che avremmo voluto essere.

Credo che il business e la voglia di primeggiare a qualsiasi costo siano elementi condizionanti in alcuni e pur di avere il proprio minuto di celebrità siano disposti a qualunque sacrificio, anche negare la fanciullezza ai figli. E fino ad oggi la televisione è stata una cattiva maestra a eccezione dello “Zecchino d’oro e del coro dell’Antoniano” dove i bambini fanno i bambini e non si travestono da star. Checché ne dicano gli interessati che si sentono chiamati in causa.

venerdì 7 maggio 2010

AAA opinionisti liberi cercasi

La comunicazione corrente porta a semplificare i concetti. Nessuno ha tempo per leggere e la passione per la buona lettura è mortificata dalla irriguardosa merda mediatica sciorinata ovunque, in tv come sui giornali. Con ciò non è mia intenzione bacchettare nessuno e se proprio si deve trovare un capro espiatorio per alleggerire le coscienze, la colpa deve essere attribuita indistintamente a tutti.
Non ci sono falchi e colombe ma è bene ricordare che esistono schieramenti di “guardiani mediatici” al soldo di potenti lobby addestrati ad hoc per cavalcare le fobie del momento così da offuscare verità, depistare e fuorviare le attenzioni collettive dai gravi problemi sociali. Infatti, non si capisce perché le firme note al grande pubblico non si siano espresse in modo chiaro nei confronti dei temi contemporanei che mortificano intere popolazioni. Temi sempre inerenti il corretto funzionamento della gestione sociale, economica e politica delle nazioni, delle aziende, della classe dirigente e dei cittadini comuni. Ricordiamo tutti il dramma dell’Argentina. Il crac della Parmalat, le bolle bancarie. Tutto ciò non è bastato! Oggi i cittadini greci, quelli comuni, quelli che non hanno voce vivono in prima persona un dramma generato dall’ingordigia di quanti avrebbero dovuto gestire le ricchezze dello Stato per migliorare il tenore di vita sociale e che invece hanno provocato la bancarotta nazionale. Ebbene dove sono questi signori! Perché le restrizioni non iniziano da loro, dai protagonisti del disfacimento? Si potrebbe pensare di requisire i beni ai colpevoli. Tanto per dare un segnale di correttezza e un monito chiaro piuttosto che parlare di immunità parlamentare che nei fatti si trasforma in impunità.
Ecco, manca una voce cristallina. Una penna onesta. Manca l’etica intellettuale, pacata, tagliente, chiarificatrice di Enzo Biagi, quella dell’irruente Indro Montanelli; ma se ce ne sono, di voci libere che non scadono nella spettacolare teatralità e nel gossip, non ne abbiano a male: è il segno dei tempi: chi non si assoggetta è oscurato dai mezzi di comunicazione di massa gestiti dalle famiglie editoriali importanti, proprio come è accaduto per Enzo Biagi

martedì 6 aprile 2010

la tgr Calabria e il territorio catanzarese


Lettera aperta alla redazione rai della Calabria

La redazione rai della Calabria deve essere senz’altro priva di personale, altrimenti non si spiega la struttura del palinsesto e la scaletta del direttore (o capo redattore?) attento ai compleanni centenari di Monasterace ma distratto dalle notizie del capoluogo.
Sì deve essere senz’altro così! però, a ben pensarci, se non ricordo male, dovrebbe esserci una postazione decentrata, con dei giornalisti, proprio in pieno centro storico, ospite nei locali dell’amministrazione provinciale di Catanzaro da diversi anni! Allora? Come mai il nulla quasi assoluto? Il quasi sta per le sporadiche segnalazioni degli eventi in calendario al teatro politeama, qualche stralcio del “marca” e la calendarizzazione delle mostre al complesso monumentale del S. Giovanni. Queste non possono essere disattese! Per il resto se non succede un cataclisma, un omicidio o qualcosa di eclatante sembra che Catanzaro e il comprensorio non produca nulla di culturalmente importante e che neanche la politica e la società tutta sia all’altezza di attrarre l’attenzione dei media locali. Eppure il territorio offre innumerevoli variegate possibilità: turistiche, culturali, antropologiche, storiche ma anche intense problematiche contemporanee vissute giornalmente in centro come nelle periferie che non sono né più né meno interessanti delle giunte dei comuni della locride o della faida del vibonese.

Seguo quotidianamente la testata giornalistica regionale, e quando possibile anche gli speciali del sabato i buon giorno mattutini e la lettura dei giornali. e ho notato una certa disattenzione del servizio pubblico nei confronti della cultura dei catanzaresi ormai da diversi anni.
La mia non vuole essere una nota di demerito e neanche una sterile quanto dannosa critica ma uno stimolo, qualora ce ne fosse bisogno, una sollecitazione, un invito ai giornalisti a narrare i fatti della gente alle prese con i problemi quotidiani della recessione e gli sforzi per superarla, ove riscontrati, per divulgare al meglio le potenzialità della Calabria tutta.

lunedì 23 novembre 2009

i signori dei feudi nell'Italia contemporanea


I signori dei feudi nell’Italia di oggi

La mia puerile visione del mondo non riesce a comprendere i segreti di stato, le strategie della politica e tantomeno quelle dell’alta finanza che, di fatto, cozzano con gli interessi quotidiani dei cittadini. Ora, col massimo rispetto per le cariche parlamentari e verso tutti gli organismi dello stato, sarei veramente grato se qualcuno dei signori che sbraita e vuole a tutti i costi imporre la propria idea di giustizia pubblicasse seriamente una spiegazione che facesse comprendere a chiunque l’attuale gestione politica e sociale del Paese Italia. E, nello specifico, se il Popolo è Sovrano, per quale motivo deve essere messo al giogo da un manipolo di amici che intende gestire la cosa pubblica secondo personalissimi criteri difformi dagli interessi comuni del Popolo?

Secondo le notizie divulgate dalla carta stampata e dai reportage televisivi, eminenti rappresentanti degli Organi Istituzionali asseriscono fermamente l’inutilità e la pericolosità di alcune leggi volute fortemente dalle maggioranze di governo.
In base alle informazioni, documentate e rese pubbliche in ottemperanza all’ideale di libertà sancito dalla Carta Costituzionale vigente, si ha la sensazione che il potere politico voglia perseguire interessi privati, eliminare la controparte non attraverso la dialettica ma mediante escamotage che lasciano presagire la beffa oltre che l’arroganza del potere esercitato. D'altronde, non si riesce a capire la necessità di:
1. Privatizzare un bene comune come l’acqua;
2. Imporre il processo breve;
3. Programmare la costruzione di centrali nucleari;
4. Nascondere il malgoverno dei rifiuti urbani e tossici;
5. Dividere l’Italia in feudi…

Questo è quanto arriva a noi, persone lontane dalle strategie politiche alte, costrette a vivere nella bufera mediatica e nell’instabilità sociale contemporanea.

giovedì 22 ottobre 2009

face book, social forum, network: pensieri in rete


Face book, social forum, network: esternazioni in rete
aore12


A ore 12 significa “davanti a me”. E davanti ai miei occhi c’è una notizia che induce a riflettere e dire quando una cosa è di cattivo gusto oppure no. La notizia in questione si riferisce al blog contro il Presidente del Consiglio Berlusconi su facebook.  non si tratta di satira o contestazione ideologica: è semplice cattivissimo gusto! Chiarito ciò, tentiamo di riportare il linguaggio e i rapporti interpersonali entro i criteri della civile convivenza pur rimanendo su concetti di vita opposti.

E adesso cerchiamo di valutare serenamente lo stato dell'arte dei mezzi di comunicazione di massa democratici a disposizione degli utenti e loro strumentalizzazione attraverso una sommaria analisi dei fatti recenti.

Chi semina vento raccoglie tempesta!
Così recita un vecchio detto popolare e pare che nessuno ne sia esente. Neanche chi è unto dalla buona sorte e scende in campo per coltivare colture e interessi poco chiari agli occhi dei più. La massa, quella che non segue le faccende politiche e non sta a perdere tempo a disquisire sul sesso degli angeli, è immediata e spontanea nelle affermazioni. Sociologi e politici lo sanno bene!
Quindi, se una persona rompe determinati equilibri, non può aspettarsi rose e fiori. Non può scandalizzarsi e neanche gridare o tacciare d’ignominia il rivale. Specie dopo avere messo in pratica continue esternazioni d’intolleranza violenta nei confronti dell’altro ritenuto e trattato da “nemico”. Viene da sé che il rivale o i rivali contrari al pensiero esternato adottino contromosse dialettiche conformi alla propria cultura.
Le esternazioni popolari sanguigne, quelle adoperate quotidianamente sono delle sintesi asciutte che rendono appieno il concetto di simpatia, odio, amicizia, amore. Quante volte per strada sentiamo un enfatico “figlio di… se t’acchiappo t’ammazzo!” e un “ mavaffancu…” come risposta? A conti fatti non scorrono fiumi di sangue tra gli automobilisti. Parole, sì ma nient’altro. Solo parole dettate dal momento di tensione causata da un sorpasso esagerato o qualche altra futilità. In sintesi è una forma rozza di linguaggio e come tale è adoperata anche sui nuovi media senza volere essere un’istigazione a delinquere. Se invece, c’è chi approfitta di una diaspora in atto e soffia sul fuoco per esasperare gli animi e far girare il vento a proprio favore, questa si chiama malafede ed è da abiurare.
La violenza mediatica è diseducativa. Controproducente per sé e per chiunque. Meglio, quindi, arginare le battaglie faziose piuttosto che incoraggiare la creatività dei singoli a misurarsi nella ricerca di nuovi termini coloriti che puntano diritti al bersaglio senza mezzi termini e senza costrutto per la collettività.

sabato 2 maggio 2009

veri problemi e false esigenze sui media




Da un po’ di tempo a questa parte giungono solo notizie non buone. I mezzi di comunicazione di massa gareggiano a chi le sbandiera meglio. I temi principali sono:
occupazione, anzi disoccupazione;
debito pubblico;
scandali pubblici e privati;
corrosione di denaro pubblico;
malgoverno ecc. e, quando queste notizie iniziano a stancare l’opinione pubblica, perché la fonte è inesauribile, i giornalisti piluccano nel cilindro mediatico ed estraggono il coniglio delle vessazioni sociali in atto nei pochi posti di lavoro rimasti; nelle periferie; nelle scuole e via dicendo per ritornare nuovamente alle beghe politiche al debito pubblico ecc ecc.

Il circolo vizioso sembra non avere fine! È da quando sento la televisione e leggo i giornali che i problemi si ripetono ciclicamente non per mancanza di fantasia da parte di chi fornisce le notizie ma perché i problemi quotidiani sono ridondanti. Vanno e vengono. Si esaltano e si quietano. Aggrediscono e fanno le fusa in ogni epoca; eccetto che nella forma sociale elementare. Nelle forme sociali elementari, vale a dire nei primati, il cruccio principale è il sostentamento quotidiano; di seguito, la procreazione e il mantenimento. Assolti i tre elementi, tutto il resto è bighellonare. Ma l’uomo, essendo in cima alla scala biologica deve distinguersi. Specie l’uomo contemporaneo. Le sue necessità sono il suv anche se deve fare due km al giorno tra casa e ufficio; le ferie in posti snob; la residenza signorile; la seconda e la terza casa; la barca pardon lo yact!
Beh è chiaro che se i contemporanei guardano troppa tv e vogliono emulare i vips, qualche problemino in più, rispetto a quelli seri e impellenti del vivere quotidiano, si pone.

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Dai monti al mare in 15' tra natura e archeologia

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