martedì 17 dicembre 2013

Costi della politica, la lingua batte...

Il Presidente Giorgio Napolitano ha esternato le sue preoccupazioni derivanti dalla crisi economica, dalla stagnazione politica delle Istituzioni e dai
rassegna titoli stampa sui costi della politica
conseguenziali risvolti.

La tenuta sociale è al limite. La classe politica e sindacale hanno le loro colpe che dividono equamente con la classe dirigente tutta.

La colpa principale nei confronti del Paese consiste nell'oscurantismo culturale. Disinformazione. Partigianerie. Terrorismi psicologici. In una parola: la cattiva politica ha causato la morte dell'etica della ragione.
C'è ancora, nonostante i disastri creati dalle ideologie pilotate da menti contorte, chi si nasconde dietro a bandiere insane. Simboli di tracotanza e morte.

Che le spese di certi comparti pubblici siano al limite è un dato di fatto inoppugnabile. C'è voluta la grande crisi, però, per fare prendere coscienza dell'esosità richiesta dal carrozzone politico italiano.

Nel carrozzone della politica si trova di tutto: dalle Camere ai comuni; dalle fondazioni alle aziende a partecipazione pubblica. Partiti politici e Sindacati compresi.

Solo adesso, ma si sa, la lingua batte dove il dente duole, solo ora, Angeletti fa fare ai suoi una ricerca completa e dettagliata sui costi della politica.
Peccato che nel gioco del si salvi chi può manchi proprio la partecipazione delle lunghe estenuanti “battaglie” condotte con le doppie maschere delle sigle sindacali.

Per carità, non tutti. Ma chi era contrario a certe linee guida dettate dalle segreterie e dalle correnti sindacali era esautorato con garbo, silenziosamente, magari con una bella promozione.

lunedì 16 dicembre 2013

quel simpaticone di Matteo

Matteo Renzi, alcade di FloRenz e comandante del PD, detta le sue strategie.                                                                  

Possibile che uno che è diventato leader di un partito anche, anzi, principalmente, coi voti delle suore e del clero faccia simili ricatti?

«Te lo dico io, Beppe Grillo, firma qua. Hai 160 parlamentari decisivi per fare le cose su cui 8 milioni di italiani ti hanno votato. Via il Senato, tagli alle regioni, nuova legge elettorale: tu appoggi il nostro programma e noi restituiamo subito i rimborsi elettorali. Il Paese aspetta le riforme. Se ci stai, si fa. Se non ci stai, sei un chiacchierone. L'espressione buffone vale per te».

Questa è la condizione politica per restituire i rimborsi?

Ma continuare su queste linee gli si dà troppa importanza e credibilità. Quindi basta! Anche tu, caro Matteo sei come gli altri se non peggio!
Tu dici di conoscere i problemi reali dei cittadini e vuoi ricucire il rapporto con la politica ma facendo così peggiori l'impareggiabile criterio di fare quella Politica che tutti noi auspichiamo.

Le necessità per alcune fasce sono diventate vere emergenze e nelle emergenze le deroghe non possono essere prorogate. Ogni giorno che passa è un insulto alla gente che soffre.
Ti riempi la bocca con l'esito delle primarie ma dimentichi che tantissimi italiani, di proposito, non hanno votato. Il malcontento monta. Continua così e darai spazio all'altro Matteo che chiama a raccolta i suoi forconi, quelli verdi, mentre blatera parole insensate contro l'Europa ma di sicuro effetto.

Ma non c'è bisogno delle mie analisi, visto che tu dici di essere per e con la gente, perciò non ti ricordo le aziende e gli imprenditori costretti a chiudere licenziare (uccidersi) eccetera eccetera eccetera.

Sai che ti dico? Non sono pessimista. Figurati, ho dato fiducia a tutti, persino a Monti e al suo governo tecnico. Ora basta. Se vuoi fiducia guadagnatela: meno parole, nessuno show ma fatti concreti. Perché chi soffre dei mali odierni non ha tempo e voglia di aspettare.
Lavate tra voi le beghe e portate ai cittadini i cambiamenti urlati dai palchi del politichese.

Non serve una lingua affilata come una spada e neanche sembrare non inclini alle lusinghe del potere.
Di figure alla Cyrano de Bergerac hanno già scritto e rappresentato magistralmente tante, troppe volte.

sabato 14 dicembre 2013

Caro Presidente Boldrini si guardi attorno


 Emergenza è Welfare Lavoro Pensioni Cultura!



Affermare davanti ai mass-media che l'emergenza assoluta in Itali è la legge elettorale vuol dire che non si è voluto capire nulla!

Sì, la legge elettorale è un errore da correggere ma gettarla in pasto ai giornali e farla passare per una notizia emblema del cambiamento ce ne vuole. E se continua ad essere questo il modello di pensiero seguito da chi arriva alla guida del Paese, allora, c'è ben poco da essere fiduciosi.
Qualcun altro prima di Lei ha pianto mentre tagliava pensioni e dignità ai lavoratori e agli studenti. Hanno giocato sulla fiducia e sulla pelle dei cittadini. Ma queste cose le conosce. Allora, le chiedo come mai, anche lei che ha toccato da vicino le miserie materiali dei diseredati fa simili enunciazioni?

Le leggi, se non cambiano le menti, sono fatte per essere aggirate. E la storia, anche recente, ne è testimone.

Sarebbe davvero un avvenimento epocale, una rivoluzione culturale se da subito tagliaste le teste bacate che ancora giocano cinicamente sulle vite dei cittadini.

Sarebbe un miracolo se voi delegati al governo foste in grado di eliminare l'emergenza che i politici stessi hanno creato negli anni pregressi.

Sarebbe una letizia non sentire più i proclami farsa che escono dalle porte ed entrano dalle finestre camuffate da emendamenti nei capitoli estranei all'oggetto del contendere.

No, gentile e stimata Presidente Boldrini. Non sono d'accordo. Non sono queste le emergenze!

Emergenza è chiudere le giornate a stento dopo aver lavorato per trentanni e versato i contribuiti di legge ma non avere il diritto alla pensione perché i suoi predecessori, stimata Laura, hanno fatto una variante assurda che vieta ai sessantenni l'erogazione del dovuto anche se disoccupati, fuori dal mercato del lavoro in quanto vecchi.


Questa è la vera emergenza. Il resto è aria fritta!

ps. da simpatizzante di sel le avevo dato del “tu politico”, cara Laura, ma per non essere frainteso ho optato per il classico e distaccato “lei”.

giovedì 12 dicembre 2013

Letta, fiducia e bon ton

Il Governo Letta ha ottenuto la fiducia dalle Camere. Quindi può portare avanti la sua politica. Le opposizioni devono contestare e proporre correttivi in sintonia con i regolamenti democratici e i giornalisti devono dare notizie degne di essere divulgate e commentate.

Poi, ci sono le immagini eloquenti, che parlano e raccontano quanto si cela dietro la notizia stessa.

E quando si è davanti a certe notizie inevitabilmente gli interrogativi montano.

Il primo interrogativo potrebbe essere:
Può un Premier liquidare i problemi ritenuti marginali perché rivendicati da una minoranza del Paese e bacchettare chi si oppone malamente?

Non dico di essere d'accordo con la strategia violenta dei “movimenti dei forconi” e neanche con l'opposizione fuorviante che c'è in Paese.
Ritengo che in una società democratica ognuno è libero di manifestare in piazza, urlare, starsene a casa o andare ad aprire l'attività commerciale nel rispetto delle libertà altrui.

Ritengo, altresì, che il compito di un capo del Governo debba essere teso al benessere e alla tutela dei cittadini tutti. Che debba risposte argomentate ai facinorosi così da sedare gli animi. Lavorare per far attuare le riforme che da tempo sono spiattellati sui media. Semplificare le modalità di contribuzione economica dei cittadini al buon funzionamento dello Stato.

mercoledì 11 dicembre 2013

Letta esige rispetto. Anche i cittadini!

Le Camere esigono rispetto. Anche i cittadini che hanno affidato il timone del Paese alle Camere esigono rispetto.

Letta chiede la fiducia! E pone delle condizioni chiare:
Invita a votare la fiducia per il suo esecutivo e si rivolge ai politici che credono nell'Europa.

La politica, strettamente economica europea, a portato drammi e fame nelle famiglie e nelle imprese dell'eurozona ad eccezione della Germania.

Domanda: il Governo Letta è in grado di far cambiare rotta alla dissennatezza dei governanti tecnici alla Monti che hanno anteposto i soldi, il risanamento del bilancio, e le intenzioni dei banchieri alle politiche sociali del welfare?

L'Europa unita è una risorsa da valorizzare senza, però, svendere la dignità che sta alla base del lavoro e delle vite di quanti soffrono per causa di politici e politiche miopi.

Per il resto, buon lavoro! E che sia un 2014 all'insegna della rinascita culturale e politica. Le potenzialità non mancano.

Matteo Renzi, la chiocciola rossa

Chi va piano e persevera ...
la @rossa, gentile concessione M. Iannino

Matteo Renzi piace! Piace anche alle suore che, pazientemente, hanno fatto la fila alle primarie, pagare i 2 euro e dargli il voto.

Che c'è di strano?
Nelle preghiere delle donne e degli uomini di fede, insieme al Paese e gli italiani compreso chi risiede e lavora in Italia senza cittadinanza, dopo Bergoglio c'è Renzi!

C'è poco da scherzare! La situazione è grave.

Non si comprende l'apertura di un partito ai non iscritti che, a cuor leggero, in un impeto eccessivo di democrazia dà la facoltà di determinare la figura del leader mediante elezioni aperte che, pur avendo effetti sociali importanti, graveranno sulle linee politiche e sull'esistenza del partito stesso.

Quanti degli ex pci o semplicemente quante persone che militano e reggono le cariche nel pd ancorate alle vecchie tesi correntiste abbracceranno il nuovo corso?

Se è vero che ha vinto la corrente dell'area ex dc, le molte anime interne, cancelleranno le vecchie regole, i proseliti, le appartenenze e, di conseguenza, le poltrone in sintonia con quanto dice Renzi?

Oppure, c'è da aspettarsi una scissione silenziosa?
Una scissione non necessariamente indolore per le sorti del Paese; che scivola via e rema contro come è successo alle presidenziali in barba ai cittadini.

martedì 10 dicembre 2013

Marpioni in rete

Più che saggezza, 

Presunzione e arroganza navigano nel web.

Internet ha insegnato ad essere diretti. Bandire le parole e i concetti elaborati nei post. Essere chiari e elementari; velocissimi!, anche a scapito delle regole grammaticali imparate a scuola.

Ci tento! Ed espongo qualche considerazione che per alcuni avrà l'effetto di un pugno nello stomaco (sempre ché si riconoscano) ma per questo ci vuole un minimo di modestia e acume, “saper leggere tra le “rughe” dei pensieri esposti, spogliarsi delle convinzioni che hanno fortificato l'ego e aprire alle possibilità del non detto. E per altri la possibilità di tacciare me di presunzione.

La supponenza è spesso la dimostrazione esatta, piuttosto che la fotografia sociale, della dose di ignoranza che s'impasta con rabbia e si spamma in rete. (che domina tutti e trova il suo momento di massimo splendore nei social network).

Per piacere agli altri ed essere subissati di “like” si cavalca l'emotività. Si schiacciano bottoni di contatti che potrebbero e si spera essere favorevoli alle nostre aspettative. Magari si scrive un bel AHAHAHAH seguito dalla faccina ammiccante anche quando non c'è niente di simpatico.

Questo ha fatto scappare chi potrebbe dire cose interessanti.
Così facendo, i social network, sono diventati terra di conquista di mediocri fake, che pur esibendo la vera identità, adoperano le opportune strategie dei subdoli marpioni paraculo.

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