mercoledì 18 aprile 2012

Cam di Casoria, l'arte brucia

antonio manfredi davanti al cam e all'opera che brucia
E mentre la nazione intera lancia esasperate invocazioni di aiuto i dirigenti nazionali continuano a guardarsi l'ombelico.
Nessuno pare abbia preso sul serio le parole di Antonio Manfredi e del suo staff come non hanno preso sul serio i tanti cittadini che si sono suicidati per problemi economici.

Le sacralità alte dell'essere umano si immolano ai feticci innalzati dal pensiero blasfemo di quattro farabutti che governano l'economia e posto l'utile al di sopra della cultura e della vita.

Bruciare la sintesi creativa è bruciare l'idea della vita e della bellezza in sé.
Bruciare un'opera è annientare il pensiero! Eliminare il cordone ombelicale che lega la sensibilità all'essere; l'umano al divino!

Ma cosa ne possono sapere le persone intrise di materia, coperte di fango, protese e genuflettersi esclusivamente al potere dei soldi?



martedì 17 aprile 2012

Abramo e Scalzo, le due verità

In merito al mancato faccia a faccia previsto per oggi tra i candidati a sindaco di Catanzaro nella sede RAI di Cosenza ecco le due verità.

(dal sito di Sergio Abramo)


Abramo, dopo aver atteso per tre quarti d’ora il candidato del centrosinistra, ha deciso di non partecipare al programma
«La serietà e il rispetto per gli altri sono dei valori importanti non solo nella vita ma soprattutto quando si vuole amministrare un’istituzione democratica. Fare il sindaco non è un gioco da ragazzi. Occorre essere persone capaci di tenere fede agli impegni che si prendono prima con i cittadini e poi con se stessi. Proprio perché sono abituato ad essere una persona seria e rispettosa degli altri ho deciso, oggi, di non partecipare alla tribuna elettorale in onda negli studi Rai 3 Calabria di Cosenza, dopo avere atteso, per ben tre quarti d’ora, che Salvatore Scalzo si facesse vivo per partecipare alla trasmissione. Considero un tale comportamento ineducato non solo nei miei confronti ma anche nei confronti degli altri candidati a sindaco, Pino Celi e Antonio Carpino, presenti tutti con un adeguato anticipo rispetto all’orario di inizio della tribuna elettorale. La mia decisione di non aspettare l’arrivo del candidato del centrosinistra è dovuta al fatto che per gli appuntamenti che avevo in agenda, un’ulteriore attesa, avrebbe significato avere lo stesso atteggiamento irrispettoso tenuto da Salvatore Scalzo. Al candidato del centrosinistra voglio dire, quindi, che fare il sindaco è una cosa seria, molto seria e non può essere vista come un gioco. Ma, evidentemente, il buon giorno si vede dal mattino. Per questa incresciosa vicenda voglio esprimere la mia solidarietà ai giornalisti della Rai il cui lavoro è stato mortificato dal comportamento oltremodo ingiustificato di Salvatore Scalzo che ha superato ogni limite di tolleranza. Evidentemente il candidato del centro sinistra ha ancora molto da imparare su come ci si comporta. La sintesi di tutto ciò che è accaduto, è che il candidato Scalzo non ha nemmeno la più pallida idea della buona educazione e, conseguentemente, di come si amministra, non dico una città, ma neanche un condominio».
(La risposta di Salvatore Scalzo)

E' del tutto evidente che c'è una continua aggressione e un tentativo di delegittimare l'avversario.
''Non rimane che sorridere amaramente per l'allucinante spettacolo offerto da Sergio Abramo questa mattina nella sede regionale della Rai a Cosenza''. E' quanto afferma, in una nota, Salvatore Scalzo. ''Una manciata di minuti di ritardo, causati dal protrarsi di una iniziativa pubblica nel quartiere Pitera', il quartiere dove e' nato mio padre e in cui ho fortemente voluto esporre personalmente il nostro programma elettorale - prosegue Scalzo - non possono in alcun modo giustificare la furiosa reazione di Abramo, letteralmente fuggito dalla sede Rai regionale urlando contro tutto e contro tutti, mentre tutti gli altri candidati, essendo pienamente coscienti dei ritmi frenetici della campagna elettorale, hanno tranquillamente compreso la situazione. Mi pare evidente, quindi, che da parte di Abramo si stia cercando di strumentalizzare nella maniera piu' bieca la situazione''. ''Concludo ringraziando pubblicamente per la disponibilita' e la comprensione tutto il corpo redazionale della Rai e gli operatori - sostiene ancora Scalzo - ai quali il ritardo, preannunciato con congruo anticipo, non ha creato alcun problema organizzativo. Colgo questa occasione per scusarmi con loro pubblicamente dopo averlo gia' fatto in privato''.

Sfigati, social network e business

PUBBLICITÀ PROGRESSO SU FACEBOOK


Per gli sfigati col cosino piccolo e che non hanno la ragazza, basta disperarsi, ci pensa facebook!

E come disse il medico: le supposte non si masticano...

politica demagogia e scontri elettorali

Ricordo cortei lungo le strade di Roma, Gioa Tauro, Catanzaro, Vibo, Lamezia, Cosenza... ricordo ancora i brividi sulla pelle, gli slogans urlati, la rabbia trasformarsi in commozione e speranza.

Ricordi!

... schiaffi in faccia ricevuti, delusione cresciuta dietro la demagogia parolaia di gente ora seduta comodamente a chiedere e comandare sacrifici.
Uomini e donne compagni di un cammino tortuoso che si sono prodigati nelle collette per i partiti e i giornali sempre sull'orlo della bancarotta, per non mandare i lavoratori dei giornali e dei partiti col culo per terra... e ora, un giovane pieno di entusiasmo risveglia sentimenti creduti sepolti dai tradimenti politici e sociali vissuti sulla pelle di tutti; una retorica fine che accende gli entusiasmi giovanili ma lascia sul chi va là i disincantati i delusi cronici.

Nel campo opposto c'è un imprenditore espressione della politica clientelare che ha fatto il suo tempo(?) e le scalate prefissate tra imprenditoria e poltrone pubbliche.

La sfida è cruenta e sembra annullare dalla competizione elettorale per la poltrona di sindaco gli altri concorrenti.

lunedì 16 aprile 2012

mille opere al rogo, performance estrema per l'arte contemporanea

uno scorcio del CAM di Casoria, NA
“Mille opere d'arte bruceranno nei prossimi giorni per richiamare l'attenzione del ministro della cultura Ornaghi”.
Questo l'annuncio provocatorio del direttore del Cam, il museo d'arte Contemporanea di Casoria, Antonio Manfredi.
''Smetterò quando verranno qui Ornaghi, il presidente della commissione cultura UE Doris Pack e il governatore della Campania Caldoro. Non chiedo soldi, solo attenzione''.

“L’azione avrà inizio martedì 17 aprile 2012 alle ore 18.00 con la distruzione dell’opera pittorica di un’artista francese collegata via Skype con il museo al momento dell’azione, seguiranno le opere di Ast avamposto sociale oltre che culturale, e fino a quando un’azione concreta non verrà messa in atto per salvaguardare questa realtà, attraverso l’individuazione da parte della Regione Campania di uno spazio consono alla collezione internazionale del CAM e di fondi adeguati alla sua gestione, noi continueremo a bruciare le opere della collezione permanente del museo CAM.
In quanto centro di una rete internazionale ci facciamo capofila di un’azione di protesta allargata con l’appoggio degli artisti europei che vivono le stesse problematiche economiche. Nei propri studi, alcuni artisti internazionali bruceranno a loro volta le proprie opere per una rivoluzione globale della cultura”.

DOMANI, QUINDI! Sarà vero? Avrà, il nostro amico e gli artisti associati, il coraggio di distruggere mille opere o è solo un escamotage pubblicitario? Certo, come performance può risultare originale anche se già altri artisti lo hanno fatto.
Personalmente penso che non è distruggendo una o mille opere più o meno valide artisticamente che si risolve il problema. Da sempre nei momenti di crisi economica gli artisti e la cultura in genere sono i primi a soffrire per le ristrettezze imposte dalle politiche economiche dei governi e dei privati. D'altronde cosa è l'arte nel pensiero contemporaneo se non una fonte di lucro che si assomma nei piccoli e grandi capitali?
Non lo dico io ma la storia. E la storia insegna anche che ogni azione espletata a favore della cultura presto o tardi genera frutti.
in bocca al lupo!

Napolitano e Monti denunciati perché hanno violato l'art.1?

Data la velocità dei media una notizia del 4 aprile è decisamente vecchia ma questa è decisamente degna di essere analizzata: le due cariche istituzionali più alte sono state denunciate alla Procura della Repubblica da un avvocato cagliaritano per “attentato contro la costituzione” e violazione dell'articolo 1.

La notizia è destinata a fare rumore ma, contrariamente alla logica gossippara che impera nell'informazione di massa, pare che questa non interessi nessuno. In effetti lascia aperti molti interrogativi e c'è da chiedere, in primis, come mai tutta questa enfasi donchisciottiana contro Napolitano e Monti impegnati a salvare il salvabile e nessuna azione contro chi ha causato l'inferno sociale nel quale versiamo.
Ad aprire la polemica ci ha pensato Paola Musu, avvocatessa cagliaritana che ha sporto formale denuncia nei confronti del Presidente della Repubblica Napolitano e Mario Monti Presidente del Consiglio, inclusi ministri e parlamentari attuali.
Per tutti l’accusa è di“attentato contro la Costituzione”.
Questi i reati contestati nell’esposto datato 2 aprile 2012 consegnato alla Procura della Repubblica del Tribunale di Cagliari:
- 241 c.p. Attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato;
- 270 c.p. Associazioni sovversive;
- 283 c.p. Attentato contro la Costituzione dello Stato;
- 287 c.p. Usurpazione di potere politico;
- 289 c.p. Attentato contro gli organi costituzionali;
- 294 c.p. Attentato contro i diritti politici del cittadino;
- 304 c.p. Cospirazione politica mediante accordo;
- 305 c.p. Cospirazione politica mediante associazione.
La Musu ha chiarito che le ragioni della denuncia partono dalla sensazione comune a molti del suo ambiente già all’indomani della nomina di Mario Monti a Presidente del Consiglio, secondo la quale, in quei giorni sarebbe avvenuta una “temporanea sospensione del principio democratico” sancito nell'art.1.
Il riferimento, in particolare, è al concetto di “sovranità popolare” in materia di politica sia monetaria che economico-fiscale.
La nomina di Monti avrebbe, cioè, privato il popolo sovrano del potere di decidere, in libertà, il proprio destino, quello stesso potere più volte difeso e “sacralizzato” da pilastri della democrazia come il Trattato di Maastricht del 1992.
Napolitano e Monti, sempre secondo l'interpretazione della Musu, avrebbero tradito “la sostanza essenziale ed intangibile della sovranità popolare”, delegando il suo diritto a decidere autonomamente “ad organismi esterni alla Repubblica (BCE, SEBC, Commissione), di struttura e composizione prettamente oligarchica e privi di alcun fondamento democratico e, tanto meno, repubblicano e senza che il popolo vi abbia mai manifestato espresso e formale consenso”.
Un tradimento che ha raggiunto l’apice, continua la Musu, con la destituzione di un governo avvenuta in modo del tutto ‘anomalo’ e totalmente al di fuori dai principi e dalle norme previste nel nostro ordinamento, nonché in aperta violazione dell’articolo 94 della Costituzione, oltre che illegittimamente sostituito con un ‘soggetto’ che rappresenta, già solo nella persona del Presidente del Consiglio, una chiara espressione della citata oligarchia”.
Mario Monti, insiste l’avvocato, figurerebbe “ancora, nonostante le annunciate dimissioni, nello Steering Committee del Bilderberg, rinvenibile sul sito ufficiale dello stesso alla data del 29 marzo 2012, nonché nel Comitato esecutivo dell’Aspen Institute e, dal 2010 sino alle dimissioni, avvenute successivamente alla nomina alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato Presidente della Trilateral Commission per la regione europea, organizzazione che non nasconde nelle pagine del suo sito ufficiale il particolare interesse al rapido raggiungimento dell’unificazione europea e la convinzione che l’eccessiva partecipazione democratica sia un male”.
Senza dimenticare che, ad aggravare la posizione di Monti, contribuirebbe il sospetto di “presunte collusioni con le principali lobbie s dei poteri finanziari, con prepotente e sfacciata violazione della Carta Costituzionale e dei principi fondatori della stessa”.
Ovviamente spetta al Tribunale di Cagliari decidere se si può parlare o meno di “attentato alla Costituzione” o se tutto si risolverà nella classica bolla di sapone.
Noi possiamo solo esternare democraticamente la nostra opinione, quella di sempre e cioè che la vita non può essere governata o subordinata ad enti
come il fondo monetario internazionale (FMI) la cui necessità viene ingegnosamente mascherata dietro la “ragion di mercato” e attraverso le sue alte cariche remunerate con altissimi stipendi lanciano per bocca del presidente l'allarme longevità!



Roberto Benigni show da Fazio a che tempo che fa

Ritengo Benigni uno dei più esilaranti e pungenti comici del momento e Fazio un esperto conduttore televisivo. Le dissertazioni satiriche di Roberto Benigni, come al solito, vanno a punzecchiare fatti e misfatti dei personaggi noti ma anche ad esaltarli quando questi sono carichi di positività.

Nel breve show Benigni ha attualizzato la Divina Commedia e evidenziato assonanze con gli atteggiamenti contemporanei di alcuni personaggi.

Esilarante la battuta sulla bandiera che accomuna i leghisti (verde, riferito al colore padano del partito, bianco per diplomi e le lauree comprate, rosso per i conti lasciati dal tesoriere per i fatti noti) con il Tricolore Nazionale, che potremmo estendere a quasi tutto l'arco costituzionale rappresentato in parlamento dai partiti.

Tutto come da copione consolidato! Però, non so, ho avuto la sensazione che nello studio ci fosse aria gelida. Fazio, mi è sembrato teso. La risata mi è sembrata un po' artificiosa, quasi forzata e non libera come nelle precedenti puntate con la Littizzetto e altri ospiti.
Non è che le battute di Roberto Benigni sul programma oscurato dai vertici RAI di “vieni via con me” condotto per pochissime ma seguitissime puntate da Fabio Fazio e Roberto Saviano si trasformano in messaggio sibillino per “che tempo che fa”?

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