lunedì 13 giugno 2011

referendum: i sì oltre il 95%

Quattro sì! Gli italiani hanno risposto all’insipienza della classe politica in maniera netta.

A destra e a sinistra hanno detto no agli inciuci di governo (nel referendum per l’acqua c’erano due schede da abrogare o salvare, una di queste è frutto del precedente governo a guida Prodi).

Ma gl’inciuci non si limitano solamente all'acqua, rivisitano concetti civili assodati come il diritto al lavoro.

Le continuità d’intenti sono riscontrabili in entrambi gli schieramenti.
Per esempio, si era negli anni del centrosinistra (Craxi) quando ebbe inizio la coogestione azienda-sindacato per la liberalizzazione delle aziende a partecipazione statale e quindi alla loro vendita a privati d’assalto.

Conseguenza: non esistono più le aziende pubbliche del gruppo IRI e la forza lavoro ad esso connessa. Per attuare il piano di dismissione, qualcuno nel governo s’inventò il geniale accordo sulla mobilità, che, di fatto, accompagnò i lavoratori in esubero nell'area grigia della “pubblica utilità” fino alla pensione per gli aventi diritto, mentre i più giovani, per non perdere il sussidio inps, hanno dovuto accettare lavori poco adatti, e regalato a cordate d’imprenditori amici aziende in attivo.

Insomma si aprì uno scenario particolare per i lavoratori abituati a lottare per migliorare la qualità della vita attraverso contrattazioni dignitose.

Senza farla lunga, i politici allevati nelle batterie dei differenti partiti vivono lontani dalla realtà dei cittadini, tant'è che s’indignano davanti a richieste legittime come la tutela giuridica delle coppie di fatto e antepongono principi alti come la difesa della famiglia naturale e bla bla bla, mentre loro, i politici tutti insieme agli avvocati e giornalisti, tre caste di potere, sono tutelati da una legge ad hoc a favore dei loro conviventi.

Demagoghi! Buoni solo a tentare di sovvertire dati elementari che contestano la loro insulsa politica grazie ai referendum appena scrutinati: i sì sono oltre il 95%!

domenica 12 giugno 2011

Acqua, nucleare, libero impedimento, perchè i referendum?

Il mestiere del politico non è stato mai facile ma oggi è ancora più difficile specie per i mistificatori che promettono ciò che le masse, o il popolo, voce molto ricorrente nelle tribune e nei raduni, vogliono sentire; promesse prontamente contestate da quanti ragionano con la propria testa. Ma loro, i politici insistonoperchè sono consapevoli di incocciare sempre qualcuno:
C’è recessione e fame di lavoro? Ecco pronto un bel comizietto per promettere ricchezze onori e tantissimo lavoro.
Sono stati scoperti illeciti ai danni della collettività? Pronta una tavola rotonda mediatica per smentire e sbugiardare i nemici.
Il nucleare non è sicuro e lascia in eredità ai posteri cumuli di scorie mortali, oltre a non essere quel gioiellino economico tanto decantato dalle lobby che vogliono produrre energia elettrica con sistemi condannati persino dal Papa? L’affare non si deve perdere! Ecco in campo luminari (?) della scienza che dicono: ma no! Vi raccontano bugie. Il nucleare è sicuro e costa poco!
Però, chissà per quale motivo, proprio i fautori del nucleare non vogliono che le centrali si costruiscano nei loro territori regionali.
C’è il tentativo d’abuso sulle ricchezze naturali quali l’acqua? Ma nooo! È una bufala. Non si vuole privatizzare l’acqua ma darla in gestione ai privati, così da migliorare impianti e depuratori… E per quale motivo non la deve gestire il pubblico? (va bene che molte amministrazioni pubbliche ci marciano e fanno la cresta in vari modi) Sempre i promotori della legge spiegano che privato è meglio ma che però deve guadagnare chi investe capitali per migliorare servizi, anche se ritenuti strategicamente “sociali”, quindi di pubblica utilità.
È un po’ come la privatizzazione delle ferrovie, che da quando sono a gestione privata il sud è tagliato fuori dal resto dell’Europa. E poi si chiedono come mai nel sud non vuole investire nessuno e la povertà decolla al posto del lavoro con annessi e connessi.
L’analisi potrebbe continuare per un bel po’ ma non cambierebbe niente di quanto già si conosce. Per questi motivi la gente perbene si mobilita e promuove referendum come quelli sull’acqua, 2; legittimo impedimento; nucleare. Ora e singolare un pensare politichese laddove c’è in ballo la vita di tutti. Non è una guerra tra fronti avversi! Dovrebbe essere un confronto per comprendere e scegliere l’opzione migliore per la collettività piuttosto che per la destra o la sinistra, il popolo della libertà o quello della schiavitù al potere dei soldi.

venerdì 10 giugno 2011

Lei e i 15milioni di Santoro con Annozero

In tutta tranquillità devo dire che Ballarò, Annozero, Report, Presa diretta, non sono programmi faziosi e come la Gabanelli, il compianto e saggio Enzo Biaggi, Montanelli e tutti i grandi giornalisti che hanno a cuore il proprio lavoro, hanno diffuso e diffondono notizie scaturite da inchieste, scottanti per alcuni, riguardanti la collettività.
Pensare di oscurare queste voci insieme a quelle dei comici, di quanti fanno satira e degli intellettuali, è cosa assai ardua! Immorale! Ma l'immoralità è impalpabile, anzi aiuta e certa gente se la ride.
Annozero porta nelle casse della rai 15milioni di euro! Lo ha dichiarato Santoro. Eppure i dirigenti vogliono mandarlo via, perchè, da quanto si è capito nel corso degli anni, non piace a un certo pubblico. Devo dire che in alcuni momenti neanche a me piace, specie quando induge su certi aspetti, ma questo fa parte dello spettacolo e lui, da buon conduttore qual è, comprende bene quando è il momento di sfruttare l'attimo televisivo. Fa parte del gioco. D'altronde è da lì che arrivano gli sponsor e quindi i soldi che servono anche per sollevare le allegre gestioni e i flop. Ma i soldi non bastano a chi non accetta intromissioni nella propria vita e affari e quindi si sente offeso dalle critiche e dalle inchieste. Una vita pubblica, tra l'altro. E questo non è positivo. Ecco che allora arrivano le nomine catechizzate nei punti strategici. Ma no! è solo un brutto pensiero.

Però,fa pensare tantissimo il modello politico assunto da certi personaggi, la loro arroganza, l'accusa e il disprezzo per le leggi e l'ovvio non scritto ma sancito dalla vita stessa. Sarebbe ovvio poter conoscere serenamente chi e come gestisce i soldi pubblici, comprendere se un appalto è stato affidato davvero all'impresario giusto, se i fondi vanno investiti nella direzione del lavoro per tutti o quantomeno la maggior parte dei cittadini senza se e senza ma e tessere d'appartenenza.

Fa estremamente pena leggere la disapprovazione, ostile a prescindere, nelle facce dei contendenti la supremazia nazionale. Indigna la bugia gettata a mo' di offesa sugli avversari. Offende la presunzione dei piccoli “so tutto io”.

Fa rabbia essere presi in giro!

giovedì 9 giugno 2011

1 euro per Michele Santoro

Un euro a puntata! Questa è l’offerta che Santoro fa alla rai per l’anno prossimo. Un’offerta che non si può rifiutare visti i guadagni che entrano dagli sponsor grazie al lavoro di Santoro e del suo staff in rai.
Che farà Garimberti? Come risponderà il direttore generale della rai all'offerta dell'anchorman?

In un consiglio d’amministrazione composto da nominati dei partiti politici che fanno gl’interessi dei partiti tutto può accadere! Anche sovvertire le notizie, la verità e stilare le scalette dei palinsesti. Ogni spostamento, ogni assunzione, ogni programma dipende dalla volontà dei reggenti e non degli abbonati che pagano il canone.
Ma ritornando al caso Santoro, anzi al suo defenestramento, qualsiasi chiusa sarà in sintonia coi voleri della vecchia logica spartitoria, della quale, Bersani e Di Pietro si dicono fuori e non parteciperanno all’imminente nomina del nuovo cda rai giacché questo in vigore che ha provocato guai al servizio pubblico e ha mortificato l’intelligenza dei telespettatori è al termine del mandato.

Urge quindi una legge che escluda dai posti di comando quanti hanno interessi a vario titolo nell’azienda pubblica della comunicazione se si vuole mantenere la pluralità democratica e la salvaguardia delle minoranze che usufruiscono del mezzo pubblico.

perché lo spot dei bronzi è inefficace

Da attento osservatore qual è, Beppe Scopelliti, si dice divertito per le polemiche scaturite dallo spot che vede i bronzi nell’insolita veste animata e cita altre pubblicità che hanno interessato la Gioconda liscia gassata o …, oppure, sempre l’immagine della gioconda riveduta e corretta, inserita da Oliviero Toscani nella campagna dei bagni chimici; e continua nell’elencazione con la statua della libertà in jeans, il David ciccione diffuso in occasione dei giochi olimpici; il David della Mc Donald’s, ecc ecc.

Nella dichiarazione difensiva, il presidente della regione chiarisce anche il costo dello spot: appena 50mila euro e senza altri aggravi per commissioni ad agenzie intermediarie.
Quello che forse sfugge è che la contestazione non nasce dall’animazione dei bronzi ma dal contenuto, dall’azione cui sono chiamati a fare i bronzi, secondo le idee dei giovani creativi ideatori dello spot.

Certo, la Gioconda non invita a ingerire roba adulterata e neanche il David suggerisce di ridursi a sedentari mangioni con le relative conseguenze. Mentre il “nostro” spot sembra indurre a disertare i luoghi della cultura quasi fossero siti ovattati di noia mortale. Eppure, specie i reggini, hanno alzato barricate e divieti contro chi voleva portare altrove le sculture greche o clonarle. Come mai, non si è pensato di valorizzare i siti archeologici e il territorio calabrese attraverso le eccellenze esistenti sottovalutate anche dai calabresi stessi? Corre l’obbligo segnalare che nello spot s’intravedono per pochissimi attimi due scorci paesaggistici non tanto belli, che, a differenza degli spot citati dal presidente Scopelliti, non suscitano curiosità, sarcasmo o tenerezza nell’utente finale, tali da catturalo o, quantomeno a riflettere su un'ipotetica vacanza in Calabria.

Ecco, Presidente, non è una critica a oltranza fatta con spirito nichilista, ma un’analisi scevra da condizionamenti partigiane per probabili futuri spot incentrati sulle bellezze della nostra terra. Perché non sempre è valido il motto: "in bene o in male, l'importante è che se ne parli!".

Altra reazione avrebbero suscitato i guerrieri se coinvolti in azioni connaturate alle loro origini... anche se non necessariamente nella veste di eroi, super machi o gay.

mercoledì 8 giugno 2011

santoro, ferrara, governo, lega, pubblicità, politica, affari

aore12 blog
©by mario iannino 2011, omaggio agli onesti
Mi sa tanto ch’è una misera questione di soldi, il casino italiano e mondiale che acchiappa tutti. Non una questione tra buoni e cattivi, perchè quando si lotta i vincitori impongono guerre preventive, assedi tattici, leggi e scelte strategiche per tutti come il nucleare, mentre la fabbrica della cultura è protesa a macinare solo guadagni economici piuttosto che incentivare la crescita intellettiva della società, vedi biennale di venezia.
Ora in Italia si ripropone la questione Santoro che litiga con i vertici Rai e passa, dopo avere intascato una congrua buon'uscita, a la 7, e la tv privata vede crescere le proprie azioni in borsa grazie al nuovo acquisto. Alcuni gridano allo sfascio, ma la storia insegna che muore un papa e se ne fa un altro. Nessuno è insostituibile! neanche Santoro, nonostante la sua bravura, può determinare le sorti di un'azienda televisiva come la Rai. Altri valenti giornalisti prenderanno il suo posto e forse riusciranno anche meglio di lui ad appassionare i telespettatori e abbonati al servizio pubblico.

E c’è anche il buon Ferrara, quello delle bretelle rosse, nel balletto mediatico odierno, che riunisce i fedelissimi di Berlusconi e provocatoriamente definisce la convention “la libera adunata dei servi del Cavaliere” e tra questi Sallusti, Sechi, Belpietro, Feltri. Insomma i giornalisti schierati apertamente con Silvio Berlusconi. Insieme tentano di far ragionare il Cav., portarlo sul loro terreno culturale e politico, farlo ritornare giovincello ai tempi della discesa in campo. E ancora, la lega che vuole alcune sedi dei Ministeri al nord, a Milano.
E mentre infuria il gioco delle parti il senato va sotto due volte sull’emendamento Malan al ddl anticorruzione.

Meno male che la magistratura e le questure interessate non sono prese nelle liti e lavorano seriamente per tutelare e dare dignità agli onesti e dopo una complessa indagine durata cinque anni, carabinieri, guardia di finanza e la direzione investigativa antimafia coordinate falla Procura di Torino, assicurano alle patrie galere 150 ‘ndranghetisti sparsi tra Piemonte, Lombardia, Emilia, Calabria e recuperano beni per 70 milioni di euro.
A proposito di euro, pare che per la prima parte dello squallido spot che avrebbe dovuto lanciare la stagione turistica calabrese si siano utilizzati 2,5 milioni di euro di risorse regionali. Certo che con 2milioni e mezzo di euro altro che la caricatura oscena dei bronzi, avrebbero potuto offrire molto di più per divulgare le bellezze calabresi.. e sì, dal punto di vista della comunicazione è uno spot che fa cagare.
Mah!  forse in questo caso i soldi non c'entrano... quando manca quel pizzico di sensibilità che trasforma la cultura in creatività a nulla valgono gli ori e le ricchezze materiali.

omaggio agli intellettuali onesti

aore12 blog


“Tu pensa a dipingere e a creare che a scrivere sui tuoi lavori ci pensiamo noi critici…”

martedì 7 giugno 2011

54a biennale: l'arte non è cosa vostra





“L’arte non è cosa nostra”.

260 segnalatori rigorosamente non esperti d’arte hanno segnalato a Sgarbi altrettanti operai dell’arte presenti nel padiglione Italia della 54° biennale veneziana. “l’arte non è cosa nostra” è il titolo del padiglione Italia che ricorda il magazzino del rigattiere. Pornodive nude sdraiate su biscioni di silicone ricordano la duttilità multifunzionale del ritrovato tecnico adatto a costruire oggetti e protesi nell’impostazione moderna della Maja desnuda. Ma il nostro contemporaneo Francisco Goya non perde tempo con pennelli e colori prende un’enorme sedia vi poggia sopra tanti simboli fallici e fa sdraiare una che di mestiere ne conosce tanti e anticipa l’ingresso dei giardini delle vergini.
Insomma una vera provocazione se si lasciano da parte gli altri 259 ospiti che da oggi scriveranno con orgoglio di essere stati presenti nella biennale del 2011 anche se di fatto non hanno cambiato il mondo coi loro linguaggi visivi.

Dell’operazione biennale 2011 rimarrà solo una sterile traccia di plateale dissenso a scapito dei tanti Artisti seri che avrebbero potuto contribuire vigorosamente per sovvertire col proprio lavoro poetico le teorie delle lobby finanziarie che determinano i concetti affaristici del prodotto artistico e a chi affibbiare l'etichetta di artista.


Sì, in effetti l’Arte non è cosa vostra. Oggi mi trovo d’accordo con l’incazzoso Sgarbi quando afferma che l’arte è: «un grande sanatorio, separato dal mondo, non frequentato se non accidentalmente dalle persone sane»

© riproduzione vietata, opere digt

lunedì 6 giugno 2011

venerdì 3 giugno 2011

mortificata la bellezza classica dei bronzi di Riace

Da attento osservatore qual è, Beppe Scopelliti, si dice divertito per le polemiche scaturite dallo spot che vede i bronzi nell’insolita veste animata e cita altre pubblicità che hanno interessato la Gioconda liscia gassata o …, oppure, sempre l’immagine della gioconda riveduta e corretta, inserita da Oliviero Toscani nella campagna dei bagni chimici; e continua nell’elencazione con la statua della libertà in jeans, il David ciccione diffuso in occasione dei giochi olimpici; il David della Mc Donald’s, ecc ecc.

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