martedì 16 novembre 2010

Vieni via con me il giorno dopo



Bersani è visibilmente impacciato da Fazio e Saviano a “vieniviaconme”. Non ha la stoffa dell’anchorman avvezzo alla telecamera. Fini è più istrionico, calca la scena da attore consumato, enfatizza concetti ripetuti fino alla noia negli ultimi tempi e non dimentica la “missione di pace italiana” all’estero ma dimentica quel passo della costituzione che vieta assedi di territori stranieri anche a scopo cautelativo o preventivo, come hanno voluto chiamare l’azione bellica imposta da Usa e Inghilterra in primis. Ricorda anche i precari e i fondi per la scuola pubblica ma tralascia che lui, facente parte dello schieramento governante, ha approvato l’attuale politica restrittiva, producendo disoccupazione e angoscia nella scuola e nel precariato in generale, ha dimenticato anche di dire che i precari non hanno diritto alla pensione se non cambiano alcuni meccanismi sociali e che hanno concesso fondi alla scuola privata mentre nella pubblica si devono cercare sponsor per ottemperare alla didattica.

Vieni via con me è uno spettacolo ben fatto ma che lascia il tempo che trova. Sinistra e destra non dipendono da liste d’intenti. Le ideologie non hanno maggior valore quando declamate o piluccate in programmi televisivi.
Le ideologie diventano disvalori quando sono usate malamente dalla politica. E la politica non ha dato buoni esempi a destra quanto a sinistra, al centro e ai lati obliqui e longitudinali.
I cittadini si sono allontanati da questa classe politica e non dalla politica o dalle ideologie. E chi sente dentro di sé i valori della sinistra vorrebbe assistere a spettacoli sociali differenti in armonia con gli intenti scritti analizzati e divulgati.

lunedì 15 novembre 2010

velocità e comunicazione

Vieni via con me, il giorno dopo.

Bersani è visibilmente impacciato da Fazio e Saviano a “vieniviaconme”. Non ha la stoffa dell’anchorman avvezzo alla telecamera. Fini è più istrionico, calca la scena da attore consumato, enfatizza concetti ripetuti fino alla noia negli ultimi tempi e non dimentica la “missione di pace italiana” all’estero ma dimentica quel passo della costituzione che vieta assedi di territori stranieri anche a scopo cautelativo o preventivo, come hanno voluto chiamare l’azione bellica imposta da Usa e Inghilterra in primis. Ricorda anche i precari e i fondi per la scuola pubblica ma tralascia che lui, facente parte dello schieramento governante, ha approvato l’attuale politica restrittiva, producendo disoccupazione e angoscia nella scuola e nel precariato in generale, ha dimenticato anche di dire che i precari non hanno diritto alla pensione se non cambiano alcuni meccanismi sociali e che hanno concesso fondi alla scuola privata mentre nella pubblica si devono cercare sponsor per ottemperare alla didattica.

Vieni via con me è uno spettacolo ben fatto ma che lascia il tempo che trova. Sinistra e destra non dipendono da liste d’intenti. Le ideologie non hanno maggior valore quando declamate o piluccate in programmi televisivi.
Le ideologie diventano disvalori quando sono usate malamente dalla politica. E la politica non ha dato buoni esempi a destra quanto a sinistra, al centro e ai lati obliqui e longitudinali.

I cittadini si sono allontanati da questa classe politica e non dalla politica o dalle ideologie. E chi sente dentro di sé i valori della sinistra vorrebbe assistere a spettacoli sociali differenti in armonia con gli intenti scritti analizzati e divulgati.ne.

domenica 14 novembre 2010

chi governa non rispetta la volontà dei cittadini

È strano! La Costituzione recita che il popolo è sovrano e che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro; che la libertà è sacra e che i governi devono attenersi alle leggi dello Stato. E ancora, che tutti siamo uguali di fronte alla legge, ma fino ad ora la realtà ha dimostrato il contrario.
Nel Bel Paese ognuno si fa le leggi che vuole, che ritiene opportune alla propria tutela e agli interessi personali fregandosene del Popolo, che, ricordiamolo, dovrebbe essere Sovrano.
Perché dico queste cose? Perché nonostante l’ennesima magra figura del Premier piuttosto che rimettere il mandato al Presidente Napolitano, il primo ministro, tira fuori l’asso dalla manica e rilancia: sciogliamo solo la camera perché non mi dà più la fiducia e manteniamo il senato.
Ma quando mai s’è sentita una proposta simile? Se non và non và! Non ci si può arroccare dietro le barricate e tenere il Popolo in ostaggio per arrivare a qualsiasi costo agli obbiettivi prefissati. Obbiettivi che non apportano migliorie per la società e il popolo ma discrepanze abissali. Ed è inutile che il pdl si trinceri dietro “il popolo ci ha votato”! a parte che una piccola porzione di cittadini ha consentito questo governo ma anche ammesso che fosse stato tutto il popolo italiano, c’è da chiedersi, è questo il modello di democrazia e libertà dei personaggi eletti? E se poi, lasciando passare l’ipotesi assurda dello scioglimento della camera sola, alle elezioni vincesse la sinistra con un largo margine? Il popolo dovrebbe assistere a guerriglie e strategie corporative piuttosto che essere guidato e vedere risolti i problemi impellenti di sanità, lavoro, giustizia, diritto alla vita e cittadinanza?
Siamo veramente in mano a gente priva di scrupoli.

Calabria: autoritratto






È risaputo: l’uomo non si scrolla facilmente dalla mente quanto accade attorno a lui; perciò, ognuno, in armonia col proprio essere rivisita il tutto. Pensieri, esperienze, lavoro, luoghi e oggetti.
 L’artista ha dalla sua parte l'azione, il gesto, che, privo di coercizioni mentali o lessicali, sfocia nel gioco disincantato creativo e riconsegna il già visto, già vissuto con vesti differenti; vale a dire,  ridetermina e ricolloca le "forme pensiero" in spazi altri.
La creazione è un gioco. Un gioco privo di regole spaziotemporali dove tutto è reso possibile dalla libertà e dalla fantasia individuale. Nel parco giochi creativo l’età non conta e non conta neanche la cultura o l’estrazione sociale, i titoli accademici e i premi. Conta la sensibilità!







ecco perché, nessuno, meglio dell’autore, può iniziare una qualsiasi analisi e esplicitare al meglio il proprio operato. Ed è con questo presupposto che mi accingo ad accennare, con l’intento di aprire spazi a interazioni, ai momenti propedeutici che spingono a scandagliare e proporre attraverso i lavori creativi, riflessioni e spaccati di vita personali.
©mario iannino
M.Iannino 1995, t.m.,opere animate, 
dedicate alla Calabria
©mario iannino©mario iannino

sabato 13 novembre 2010

la cultura come antidoto

La cultura come antidoto ai mali del mondo.


©mario iannino
m.iannino, 2010, t.m., tra spirito e materia
Se Maestri della storia dell’arte come Raffaello, Leonardo, Caravaggio e altri, non avessero goduto dei favori dei potenti del tempo e non fossero stati accolti nelle loro corti e avessero lavorato per loro, oggi sarebbero noti al grande pubblico?
La loro maestria pittorica tesa a trattare soggetti e tematiche commissionate dai coevi, oggi, avrebbe avuto lo stesso riscontro artistico e commerciale?
Si potrebbe liquidare il discorso, giacché se n’è dibattuto lungamente nel corso dei secoli, che a fare la parte del leone è stato il mecenate, il signorotto del tempo che, oltre a fregiarsi di cotanti personaggi illustri reclutati nella corte, ha commissionato affreschi e pitture per autocelebrarsi, lasciare testimonianza del suo passaggio e magnificarne le azioni.
Bravi artigiani, virtuosi del pennello e o dello scalpello, riuscivano a campare e far progredire la bottega e quindi i garzoni e le maestranze tutte a condizione che la loro bravura fosse apprezzata da chi deteneva ricchezza e potere.
Anche oggi è così! nonostante la rivoluzione culturale e l’indipendenza economica dei cittadini che curano gli aspetti alti dei linguaggi artistici.
Oggi l’artista, o il cultore, lo studioso, l’amante, il ricercatore linguistico, indipendentemente da chi comanda o governa, ha la possibilità e il dovere morale, emancipato dal ricatto economico e forte della libertà di pensiero, in atto negli Stati democratici, di esprimere i propri concetti in ossequio alla visione soggettiva dei fatti, all’analisi personale estrinsecata mediante tecniche e strumenti nuovi, evoluti, in armonia dei linguaggi e dei costumi. Perché le analisi prive di partigianerie apportano ricchezze nei cuori dei popoli e suggeriscono percorsi differenti alle menti aperte di chi guida i destini degli uomini. Ovviamente, la proposta culturale, l'opera artistica deve essere supportata dai mezzi di comunicazione di massa e dagli estimatori, perché senza la divulgazione, qualunque proposta è ininfluente.

venerdì 12 novembre 2010

RAI: quando a decidere sono i nominati

Bersani e Fini, invitati da Fazio a leggere alcuni elenchi di priorità per la destra e la sinistra in Italia, come hanno fatto Abbado e Niki Vendola nella prima puntata, secondo i vertici rai non possono partecipare alla trasmissione perché esponenti politici.

Le vicende RAI non possono lasciare in silenzio i cittadini perché si evidenzia, giorno dopo giorno e episodio dopo episodio, la volontà di giocare al massacro. Un massacro della democrazia e della pluralità. Non che il programma di Fazio e Saviano “vieni via con me” abbia rivoluzionato i crismi della comunicazione o abbia apportato chissà quali novità editoriali, né tantomeno può ritenersi sovversivo o rivoluzionario, cionondimeno la scaletta ha provocato reazioni inspiegabili nella dirigenza aziendale rai. Ha portato, ancora una volta, allo scoperto la volontà persecutoria dei nominati di turno.
Infatti, non si capisce la reazione censoria del direttore Masi e del suo vice Antonio Marano nei confronti della partecipazione di Fini e Bersani alla trasmissione. E neppure si comprende lo stillicidio che la dirigenza rai sta attuando nei confronti de certi conduttori. È risaputo che le nomine rai sono decise dalla classe politica e che i nominati, volenti o nolenti, sono tenuti a rispondere a certe interrogazioni, e ciò è in netto disaccordo con i criteri delle democrazie avanzate quale l’Italia si pregia di essere, la lottizzazione, di fatto, pone l’ente pubblico a totale servizio di chi comanda e non degli abbonati; viene da sé pensare che non si tratta di una gestione liberale, bensì, dispotica, del mezzo di comunicazione di massa.
la risposta degli autori non si è fatta attendere. E Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre responsabile di Vieni via con me, ha risposto così alla lettera del vicedirettore Marano:

Fini e Bersani ci saranno!
''Il 15 novembre porteremo il presidente Fini e il segretario Bersani in trasmissione, perché il nostro è un programma di approfondimento culturale e non un varietà, esattamente come Che tempo che fa. Dunque non andiamo assolutamente contro i regolamenti aziendali né contro quelli definiti dalla commissione di Vigilanza''.
Mazzetti ha sottolineato che la presenza dei politici all'interno del programma era stata segnalata all'azienda: ''Esiste una lettera richiesta dai vertici aziendali e firmata da Ruffini in cui si specifica che sarebbero stati ospiti della trasmissione rappresentanti della cultura, dello spettacolo e della politica. Dunque non abbiamo bluffato in nessun modo''. ''In più - ha proseguito Mazzetti - Bersani e Fini non vengono a fare propaganda politica, ma a parlare dei valori della destra e della sinistra. Dunque siamo convinti di fare esattamente il nostro dovere. E siamo certi che l'Osservatorio di Pavia rileverà un perfetto equilibrio in termini di par condicio. Se poi qualcuno non considera più Fini un rappresentante del centrodestra o del governo, è un problema suo''.

la solitudine del web

La solitudine degli internauti.

Voglia di esserci, stare nella piazza del web per avere la certezza di non essere soli, per scherzare con gli amici dopo l’impegno scolastico, confrontare i compiti, fare ricerche e approfondire lo studio o rilassarsi dopo una giornata stressante, oppure guardare dal buco della serratura cosa accade tra conoscenti e amici? Interrogativi legittimi visto il crescente numero di utenti connessi a internet.

Il web è visto dagli utenti come un giocattolo duttile. Un luogo senza tempo, un paese popolato da personaggi della vita reale che stanno lì, nella casella con la fotina, a rispondere o comunicare qualcosa d’interessante per loro. Alcuni, con un pizzico di piaggeria, gongolano se citati o affiancati a personaggi pubblici noti, siano essi politici, artisti o gente comune. Ognuno dice la sua versione in merito a qualche notizia o fatto riportato dai media, cerca spazi, tenta opinioni ma spesso è ignorato dai cosiddetti “amici”. Altri si affannano a rispondere a ogni cazzata scritta dal leader e magari ignorano pensieri profondi accennati da “semplici” amici privi d’importanza sociale.
Ciononostante si chiama social network… anche qui l’apparire conta! O no?

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