domenica 14 novembre 2010

Calabria: autoritratto






È risaputo: l’uomo non si scrolla facilmente dalla mente quanto accade attorno a lui; perciò, ognuno, in armonia col proprio essere rivisita il tutto. Pensieri, esperienze, lavoro, luoghi e oggetti.
 L’artista ha dalla sua parte l'azione, il gesto, che, privo di coercizioni mentali o lessicali, sfocia nel gioco disincantato creativo e riconsegna il già visto, già vissuto con vesti differenti; vale a dire,  ridetermina e ricolloca le "forme pensiero" in spazi altri.
La creazione è un gioco. Un gioco privo di regole spaziotemporali dove tutto è reso possibile dalla libertà e dalla fantasia individuale. Nel parco giochi creativo l’età non conta e non conta neanche la cultura o l’estrazione sociale, i titoli accademici e i premi. Conta la sensibilità!







ecco perché, nessuno, meglio dell’autore, può iniziare una qualsiasi analisi e esplicitare al meglio il proprio operato. Ed è con questo presupposto che mi accingo ad accennare, con l’intento di aprire spazi a interazioni, ai momenti propedeutici che spingono a scandagliare e proporre attraverso i lavori creativi, riflessioni e spaccati di vita personali.
©mario iannino
M.Iannino 1995, t.m.,opere animate, 
dedicate alla Calabria
©mario iannino©mario iannino

sabato 13 novembre 2010

la cultura come antidoto

La cultura come antidoto ai mali del mondo.


©mario iannino
m.iannino, 2010, t.m., tra spirito e materia
Se Maestri della storia dell’arte come Raffaello, Leonardo, Caravaggio e altri, non avessero goduto dei favori dei potenti del tempo e non fossero stati accolti nelle loro corti e avessero lavorato per loro, oggi sarebbero noti al grande pubblico?
La loro maestria pittorica tesa a trattare soggetti e tematiche commissionate dai coevi, oggi, avrebbe avuto lo stesso riscontro artistico e commerciale?
Si potrebbe liquidare il discorso, giacché se n’è dibattuto lungamente nel corso dei secoli, che a fare la parte del leone è stato il mecenate, il signorotto del tempo che, oltre a fregiarsi di cotanti personaggi illustri reclutati nella corte, ha commissionato affreschi e pitture per autocelebrarsi, lasciare testimonianza del suo passaggio e magnificarne le azioni.
Bravi artigiani, virtuosi del pennello e o dello scalpello, riuscivano a campare e far progredire la bottega e quindi i garzoni e le maestranze tutte a condizione che la loro bravura fosse apprezzata da chi deteneva ricchezza e potere.
Anche oggi è così! nonostante la rivoluzione culturale e l’indipendenza economica dei cittadini che curano gli aspetti alti dei linguaggi artistici.
Oggi l’artista, o il cultore, lo studioso, l’amante, il ricercatore linguistico, indipendentemente da chi comanda o governa, ha la possibilità e il dovere morale, emancipato dal ricatto economico e forte della libertà di pensiero, in atto negli Stati democratici, di esprimere i propri concetti in ossequio alla visione soggettiva dei fatti, all’analisi personale estrinsecata mediante tecniche e strumenti nuovi, evoluti, in armonia dei linguaggi e dei costumi. Perché le analisi prive di partigianerie apportano ricchezze nei cuori dei popoli e suggeriscono percorsi differenti alle menti aperte di chi guida i destini degli uomini. Ovviamente, la proposta culturale, l'opera artistica deve essere supportata dai mezzi di comunicazione di massa e dagli estimatori, perché senza la divulgazione, qualunque proposta è ininfluente.

venerdì 12 novembre 2010

RAI: quando a decidere sono i nominati

Bersani e Fini, invitati da Fazio a leggere alcuni elenchi di priorità per la destra e la sinistra in Italia, come hanno fatto Abbado e Niki Vendola nella prima puntata, secondo i vertici rai non possono partecipare alla trasmissione perché esponenti politici.

Le vicende RAI non possono lasciare in silenzio i cittadini perché si evidenzia, giorno dopo giorno e episodio dopo episodio, la volontà di giocare al massacro. Un massacro della democrazia e della pluralità. Non che il programma di Fazio e Saviano “vieni via con me” abbia rivoluzionato i crismi della comunicazione o abbia apportato chissà quali novità editoriali, né tantomeno può ritenersi sovversivo o rivoluzionario, cionondimeno la scaletta ha provocato reazioni inspiegabili nella dirigenza aziendale rai. Ha portato, ancora una volta, allo scoperto la volontà persecutoria dei nominati di turno.
Infatti, non si capisce la reazione censoria del direttore Masi e del suo vice Antonio Marano nei confronti della partecipazione di Fini e Bersani alla trasmissione. E neppure si comprende lo stillicidio che la dirigenza rai sta attuando nei confronti de certi conduttori. È risaputo che le nomine rai sono decise dalla classe politica e che i nominati, volenti o nolenti, sono tenuti a rispondere a certe interrogazioni, e ciò è in netto disaccordo con i criteri delle democrazie avanzate quale l’Italia si pregia di essere, la lottizzazione, di fatto, pone l’ente pubblico a totale servizio di chi comanda e non degli abbonati; viene da sé pensare che non si tratta di una gestione liberale, bensì, dispotica, del mezzo di comunicazione di massa.
la risposta degli autori non si è fatta attendere. E Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre responsabile di Vieni via con me, ha risposto così alla lettera del vicedirettore Marano:

Fini e Bersani ci saranno!
''Il 15 novembre porteremo il presidente Fini e il segretario Bersani in trasmissione, perché il nostro è un programma di approfondimento culturale e non un varietà, esattamente come Che tempo che fa. Dunque non andiamo assolutamente contro i regolamenti aziendali né contro quelli definiti dalla commissione di Vigilanza''.
Mazzetti ha sottolineato che la presenza dei politici all'interno del programma era stata segnalata all'azienda: ''Esiste una lettera richiesta dai vertici aziendali e firmata da Ruffini in cui si specifica che sarebbero stati ospiti della trasmissione rappresentanti della cultura, dello spettacolo e della politica. Dunque non abbiamo bluffato in nessun modo''. ''In più - ha proseguito Mazzetti - Bersani e Fini non vengono a fare propaganda politica, ma a parlare dei valori della destra e della sinistra. Dunque siamo convinti di fare esattamente il nostro dovere. E siamo certi che l'Osservatorio di Pavia rileverà un perfetto equilibrio in termini di par condicio. Se poi qualcuno non considera più Fini un rappresentante del centrodestra o del governo, è un problema suo''.

la solitudine del web

La solitudine degli internauti.

Voglia di esserci, stare nella piazza del web per avere la certezza di non essere soli, per scherzare con gli amici dopo l’impegno scolastico, confrontare i compiti, fare ricerche e approfondire lo studio o rilassarsi dopo una giornata stressante, oppure guardare dal buco della serratura cosa accade tra conoscenti e amici? Interrogativi legittimi visto il crescente numero di utenti connessi a internet.

Il web è visto dagli utenti come un giocattolo duttile. Un luogo senza tempo, un paese popolato da personaggi della vita reale che stanno lì, nella casella con la fotina, a rispondere o comunicare qualcosa d’interessante per loro. Alcuni, con un pizzico di piaggeria, gongolano se citati o affiancati a personaggi pubblici noti, siano essi politici, artisti o gente comune. Ognuno dice la sua versione in merito a qualche notizia o fatto riportato dai media, cerca spazi, tenta opinioni ma spesso è ignorato dai cosiddetti “amici”. Altri si affannano a rispondere a ogni cazzata scritta dal leader e magari ignorano pensieri profondi accennati da “semplici” amici privi d’importanza sociale.
Ciononostante si chiama social network… anche qui l’apparire conta! O no?

giovedì 11 novembre 2010

scrittori sacri: Matteo

Dalla Sacra Bibbia, insegnamenti e parole terribili per gli empi.


Chiamati a sé i dodici discepoli, Gesù diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.

dopo averli istruiti, Gesù li inviò per il mondo e raccomandò loro:
"Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani;
rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele.
E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.
Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.
Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Belzebù il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!
Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare
il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
la nuora dalla suocera:
e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Con questi insegnamenti, Gesù mando per il mondo:
Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo,
Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì.

(Matteo, 10)

faine e vecchie volpi in parlamento

barlumi di verità nell'Italia martoriata dai veleni


L’aspetto mostrato dalla politica attuale e deprimente, il quadro che la politica fa di sé attraverso le azioni di uomini e rappresentanti dello Stato Italia. Uomini che hanno giurato sulla costituzione di rispettarne i dettami e che invece hanno agito con arrogante cinismo per tutelari interessi di pochi. Noi cittadini assistiamo allo sberleffo finale, al tira e molla dei poteri istituzionali, alla bugia fattasi verità; a manovre di palazzo che non tutelano il Popolo ma gli avventurieri.
Ho dovuto riflettere a lungo, aspettare che la rabbia sbollisse e nel frattempo mi chiedevo, stando alle notizie trapelate ma non ancora confermate dalle persone chiavi, possibile che si possa stravolgere così la dignità di un paese? Possibile che un ministro della Repubblica possa avere una simile faccia tosta? Sì! È possibile! E a confermare i fatti, finalmente una persona onesta, si fa avanti e dice: non ci sto!

''Maroni è andato in Parlamento a calpestare la verità e questo non lo posso permettere''. Lo ha detto all'ANSA Annamaria Fiorillo.

Il pm dei minori di Milano di turno la notte in cui Ruby venne accompagnata in questura e che ora sulla vicenda, viste le discrepanze tra la sua versione e le dichiarazioni del ministro Maroni e del procuratore Bruti Liberati, che si è rivolta al Csm ha anche affermato: ''Hanno aggirato le mie disposizioni''.

Viene spontaneo chiedersi: se hanno fatto così per una semplice, come possiamo definirla, quale eufemismo adottare per non gettare ancora fango sugli italiani costretti a governi simili, festa goliardica tra giovincelli liceali? (chiedo scusa ai liceali, perché con certezza sono più seri e corretti verso le Istituzioni), possiamo fidarci di questa masnada di avventurieri e lasciare che continuino a guidare l’Italia e gli italiani?

T.Lucchetti: no a pubblicità che lede la dignità della donna

A Catanzaro è vitata la pubblicità che lede la dignità della donna.

La notizia ansa di oggi, pone qualche interrogativo in quanti non si soffermano ai proclami, ma vanno al di là degli stessi.

E vediamo nei dettagli cosa comunica l’agenzia giornalistica mentre i quartieri periferici della città di Catanzaro sono periferici anche nelle attenzioni degli amministratori comunali, ma di questo parleremo in seguito.

“ Vietata, nel territorio comunale di Catanzaro, l'affissione di cartelloni pubblicitari offensivi della dignità della donna.
Lo ha stabilito, con un'apposita delibera, la Giunta comunale su proposta dell'assessore alle Pari Opportunità, Tommasina Lucchetti. Il tutto per ''salvaguardare l'immagine e la dignità delle donne, negando il permesso di affiggere nel proprio territorio - si afferma nel provvedimento - immagini pubblicitarie lesive della dignità femminile''. (ANSA).”

Non c’è che dire, ottima trovata pubblicitaria per l’assessore alle pari opportunità! Se si considera la messa in onda di trasmissioni davvero lesivi per la formazione culturale di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, insomma dei futuri cittadini che dovrebbero ripulire il mondo dalla spazzatura mediatica che comprende concetti pilotati e assimilati quotidianamente da chiunque.

Credo che la consigliera abbia toccato un tasto infido. D'altronde la storia della comunicazione per immagini l’ha evidenziato abbondantemente. E poi, quale sarà il parametro tra comunicazione creativa e pubblicità offensiva? Chi sarà preposto a vigilare?
I quesiti da porre e sviluppare sarebbero molti, perciò inutile dilungarsi. Gradirei piuttosto assistere alla divulgazione e alla realizzazione di progetti culturali seri che facciano uscire dall’empasse, giovani e meno giovani costretti all’ignavia. E che ben venga una corroborante “espressione visiva” a scuotere le coscienze intorpidite dalla cultura manichea contingente.

p.s: non è che forse, presi dall’entusiasmo ci si dimentica della cosiddetta “libertà d’espressione?” e che i giudizi, il concetto del bello, l’arte stessa sono concetti soggettivi, collegati alla cultura individuale e collettiva?

mercoledì 10 novembre 2010

vanità orgoglio e tatticismi inibiscono la crescita degli italiani

Vanità, orgoglio e tatticismi politici; elementi condizionanti che inibiscono la crescita culturale e economica dell'Italia.

Le esposizioni mediatiche alimentano l’ego; orgoglio e vanità non cedono mai il passo al fare concreto, al pragmatismo costruttivo.
I mass media non prediligono le notizie cattive, perciò non divulgano con la stessa enfasi del gossip i casi di colera a Haiti, i problemi reali dei paesi indebitati, la realtà delle zone alluvionate o interessate da cataclismi che ne hanno modificato geografia ed economia locali.
La tivù, strumento primario mediatico, pilota le notizie e narcotizza gli animi manda in onda programmazioni leggere che facciano evadere dai problemi contingenti le persone prive di retroterra culturali ben definiti. Insomma chi non ha grossi problemi di sostentamento preferisce sorridere e magari ignorare i problemi altrui.

I vizi privati dei personaggi pubblici sono enfatizzati o contrabbandati dai mass media per libertà personale, privacy e naturale rampantismo, tradotti, sempre dai media amici, in impegno e altruismo, quando qualcuno, preso da magnanimità pietosa, regala soldi a povere donne costrette a prostituirsi.

Nessuno sembra fare il proprio mestiere correttamente e, nel frattempo, si evadono tasse, il governo non fa nulla per migliorare la qualità della vita dei cittadini e l’opposizione, prigioniera di antichi sortilegi aspetta qualcuno che interrompa il maleficio per interloquire coi diseredati. E nel frattempo a chi spetta il compito di tamponare il dilagante malcostume?

La politica, ormai è risaputo, è inesistente!
Le aziende sono soffocate dalla globalizzazione, nel senso che gl’imprenditori spostano le baracche laddove i burattini costano poco e loro possono guadagnare di più.
Che rimane? La risposta sembra scontata:
Al povero cristo non rimane altro che la rivolta, intesa come impegno culturale e democratico per sovvertire malcostume e prese in giro dei politici, oppure la preghiera.
Su quest’ultima, anche se praticata da molti perché intimoriti o imboniti dal clero che predica bene nelle omelie ma razzola male nella quotidianità, c’è qualche perplessità fondamentale per le ricchezze accumulate e i privilegi vaticani in antitesi a quanto predicato da Gesù e per i quali è morto in croce.

poverini questi politici!

Poverini questi politici. Che pena che fanno.

Nessuno li capisce. La gente comune, è troppo felice, vive una vita tranquilla per capire i drammi, gli sforzi sovrumani e le fatiche poco comuni che questi poveri politicanti devono affrontare e sopportare. Senza parlare poi dei giornalisti!, che raccontano bugie sul comportamento degli amministratori pubblici eletti dal popolo o nominati dal sovrano, che non è il popolo come recita la Costituzione, ma l’unto dal Signore, il cavalier servente delle ancelle non più morigerate.

Ma cosa ne può sapere il popolo delle ingiustizie subite da chi ha accumulato ricchezze per opera e virtù di qualche benefattore.
Che cosa possono sapere gli abruzzesi, gli aquilani, gli alluvionati, i senza lavoro, i precari, di come un povero ricco deve difendersi dalle cattiverie e dall’invidia dei derubati.
E, poi, cos’è opportuno: ripristinare i siti archeologici, Pompei, la casa delle armi dei gladiatori o destinare i fondi ai padani per la loro tenuta elettorale?

No, indubbiamente il popolo non è a conoscenza dei drammi interiori, delle lacrime, delle strategie e di come deve essere fatta una scelta per assegnare i ministeri. Certamente chi possiede gusto estetico è facilitato nella scelta, capisce immediatamente che è meglio una bella donna oppure un servo sciocco a un gay intelligente. Ma non tutti hanno simili facoltà o pensieri profondi, ecco perché c’è da comprendere, magari compatire, ma mai accusare o demonizzare la classe politica italiana: è tutta gente che lavora per consolidare poteri parentali e cortigiani! che male c'è se sono (poco) altruisti?

martedì 9 novembre 2010

Saviano, i blogger dicono cazzate?

Il blogger può interagire con Roberto Saviano? O essendo figlio di un dio minore deve genuflettersi e chiedere permesso prima di avanzare chiarimenti e dubbi?

C’è un fatto curioso che ricorre sempre nel costume degli italiani. Invochiamo sempre la Carta Costituzionale e ne elogiamo, oltre che difendere i principi costituenti, però siamo sempre lì lì per disattenderli quando qualcuno esterna un concetto difforme al nostro. Specie se si parla di libertà!
Qualcuno disse che sarebbe morto pur di difendere il pensiero altrui anche se non condiviso e oggi, nell’era internet, chiunque lo voglia può interrogare e interrogarsi; chiedere chiarimenti anche ad alte personalità della cultura, spesso definiti tali da lobby affaristiche salvo sporadici casi, uomini politici ecc. ecc. insomma si potrebbe asserire di avere raggiunto un grado d’interlocuzione abbastanza democratico, anche se poi alle domande fatte nei blog non seguono risposte, anzi sono bacchettate come “ora tutti parlano, si sentono in diritto di dire la loro pur non conoscendo i fatti!”. Ma è proprio questo il punto! Un individuo qualsiasi può esporre una titubanza o fare domande a Roberto Saviano senza sentirsi tacciato di “ignorante, di parte, malavitoso o colluso?”. Perché, se non erro questo mi pare di avere colto ieri nel programma di rai 3 con Fazio. Un programma, a mio avviso, "crudo" a parte i nomi noti e la bagarre apripista, ma questo è da vedere “trovare le prove non so mi auguro di no aspettiamo l’esito delle indagini dei magistrati” come direbbe il grande travolgente Benigni e buttarla sulla satira, ma in questo caso aspettiamo le analisi dei critici della comunicazione. Sempre secondo il mio modestissimo parere la trasmissione non ha prodotto nulla di nuovo: liste di ossimori, contraddizioni ben chiare anche in chi non ha scritto Gomorra e che dice la sua con post su internet.
I cittadini onesti, quelli cresciuti, per loro fortuna, e qui è necessaria la citazione di Gratteri, in ambienti familiari eticamente sani e che non hanno avuto la necessità di affiliarsi a nessuna cosca per campare, s’indignano davanti al malgoverno, al malcostume, alla violenza fisica e verbale.
I cittadini ottemperano a leggi morali che antepongono ai profitti leciti inspiegabilmente eccessivi e illeciti, la dignità e la tutela della persona. I cittadini sono certi che il diritto alla vita è sacro e nessuno può arrogarsi il diritto di toglierla, annichilire sensibilità e privare gli uomini del sostentamento necessario al mantenimento della specie.

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